Didattica per competenze/attiva: Apprendere con flipped

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Didattica per competenze/attiva: Apprendere con flipped
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia
Istituto Comprensivo S. Giovanni Bosco
Via Cavolecchia, 4 - Manfredonia (FG)
Tel. 0884-585923 – Fax 0884-516827 - C.F. 92055050717 - C.M. FGIC872002
PEC: [email protected] - PEO: [email protected]
Circ. 76
Manfredonia, 23/02/2016
Al Personale docente sede
Al Sito Web
Didattica per competenze/attiva: Apprendere con flipped
classroom, Cooperative learning, Jigsaw ….
Premessa
L’idea-base della «flipped classroom» è che la lezione diventa compito a casa mentre il tempo in classe è
usato per attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. In questo contesto, il docente non assume il
ruolo di attore protagonista, diventa piuttosto una sorta di “mentor”, il regista dell’azione pedagogica. Nel
tempo a casa viene fatto largo uso di video e altre risorse e-learning come contenuti da studiare, mentre in
classe gli studenti sperimentano, collaborano, svolgono attività laboratoriali. A tutti gli effetti il «flipping»
non è tanto un approccio pedagogico, quanto una filosofia da usare in modo fluido e flessibile, a prescindere
dalla disciplina o dal tipo di classe. È importante che il tempo ‘guadagnato’ in classe grazie al flipping venga
usato in maniera ottimale e che le risorse utilizzate dallo studente nel tempo a casa siano di qualità elevata,
oltre ad essere calibrate sul livello di conoscenza fino a quel momento raggiunto dal giovane. Una libreria di
contenuti integrata con video online vagliati in base a qualità e accessibilità è il miglior punto di partenza per
ottenere un buon risultato finale.
Pertanto, anche gli alunni della Primaria, se ben guidati, possono essere i protagonisti di una
sperimentazione in ambito didattico.
Infatti, i ragazzi 2.0 sono cambiati, utilizzano frequentemente le TIC anche in maniera inutile o solo ludica.
Con un tipo di didattica innovativa e costruttiva viene indicato come utilizzare il computer, il tablet, il
cellulare per imparare e per studiare in modo attivo. Così, per alcune lezioni di scienze, geografia, storia,
ecc…., si può iniziare ad adottare un modello pedagogico nel quale le classiche lezioni trasmissive e
l’assegnazione del lavoro da svolgere a casa, vengono capovolti, grazie anche all’utilizzo responsabile
della tecnologia. L’insegnamento capovolto (flipped teaching) è un modello di sperimentazione per le classi
del futuro, ma anche attuali, esplicandosi attraverso una rivoluzione della struttura stessa della lezione,
ribaltando il sistema tradizionale, creando i presupposti per una didattica attiva e costruttivistica,
nell’ottica dell’apprendimento significativo e autentico, basato sull’acquisizione delle competenze.
L’insegnante dà in visione, per casa ai propri studenti, alcuni video da visionare su un dato argomento e
fornisce indicazioni su cosa ricercare nel web, prima di trattare quell’argomento in classe.
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In questo modo, gli studenti si creano un’infarinatura generale dei contenuti da affrontare, ricercano in
maniera mirata, condividono materiale utile e dedicano il tempo a disposizione a scuola per richiedere
chiarimenti, assemblare contenuti e intraprendere altre attività funzionali ad una migliore comprensione. Il
ruolo del docente, quindi, diventa quello di “guida, regista, catalizzatore” che incoraggia e supporta gli
studenti alla ricerca personale, alla collaborazione e alla condivisione dei saperi appresi. Gli studenti,
quindi, costruiscono da soli il proprio sapere, hanno modo di acquisire e di mettere in campo le proprie
competenze (costruttivismo sociale).
I ragazzi ricevono poche informazioni sul tema da sviluppare, l’accesso a video riguardanti l’argomento
vengono divisi in gruppi di 5-6 alunni ciascuno, con l’autorizzazione a usare i tablet, computer personali e
cellulari a casa e, in classe, con la sapiente super visione dell’insegnante. I gruppi con un leader, si
organizzano per fare proprio l’argomento, ricercare informazioni, immagini e video da utilizzare per creare un
prodotto multimediale, mobilitando risorse interne ed esterne.
Gli alunni lavorano a casa in gruppo e singolarmente e poi si scambiano il materiale da visionare tramite
email e pen drive.
In classe discutono la validità del materiale e la priorità da dare agli argomenti, richiedere delucidazioni
all’insegnante. Alla fine i ragazzi rielaborano e producono dei PPT dell’argomento.
Ogni singolo episodio di apprendimento rappresenterà occasione di valutazione dello studente da parte del
docente, che così ha acquisito una quantità di informazioni sul comportamento di ogni alunno all’interno del
gruppo, in merito alle strategie di studio impiegate e alla qualità del lavoro svolto. Il momento finale ha visto i
singoli gruppi impegnati ad argomentare sul lavoro realizzato.
I risultati possono essere sorprendenti, soprattutto per gli alunni meno motivati, attirati dalla inusuale
modalità di acquisire conoscenze, perché hanno modo di diventare attori del proprio apprendimento,
mettendo a disposizione del gruppo le proprie competenze multimediali, per assemblare filmati, immagini,
musiche allo scopo di allestire il prodotto multimediale, contenitore di conoscenze per loro più facile da
assimilare.
Mentre, gli alunni più capaci mobilitano le loro capacità e il loro sapere che, alimentati dalla ricerca, fanno
emergere in loro il possesso di competenze motivazionali per il gruppo, il senso di iniziativa nel dare e
acquisire direttive per svolgere al meglio il compito, competenze digitali, competenze in campo scientifico,
sociali e civiche. Pertanto, si invitano le insegnanti a intraprendere e sperimentare più spesso tale didattica
per affiancare la modalità trasmissiva (insegnamento muro, diretto, centrata sull’insegnamento e sul
docente) ad una didattica centrata sull’apprendimento, sullo studente e su un insegnamento indiretto o
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ponte, partendo dalle risorse possedute dall’alunno, per innescare gradualmente un Piano di Miglioramento
personalizzato.
Quindi, non serve banda larga, non servono computer, non serve la lavagna interattiva multimediale, né le
fotocopie. Servono, però, insegnanti formati, capaci di lavorare in modo cooperativo. E, cosa non banale,
serve che ogni studente abbia a disposizione uno smartphone e una connessione internet quando si trova a
casa.
Sono questi gli ingredienti della "flipped classroom", ovvero la "classe capovolta", una rivoluzione della
scuola che non passa per le riforme di sistema, ma per la sperimentazione quotidiana degli insegnanti. In
Italia la "flipped classroom" fa breccia, visto che dal 2014 (anno di fondazione dell'associazione Flipnet
Onlus) a oggi ci sono già 600 insegnanti formati e 120 sezioni di scuola in cui 'ufficialmente' si pratica la
didattica capovolta. L'interesse pare destinato a crescere: a Roma la Palestra dell'Innovazione è stata presa
d'assalto da docenti arrivati da tutta Italia per assistere al primo convegno nazionale sul tema.
Una didattica inclusiva. "La scuola italiana è una scuola di qualità, soprattutto le scuole dell'infanzia e
primaria. La scuola primaria è inclusiva, non ci sono bocciati, utilizza gli spazi (curricolo implicito) per
favorire l'interattività dei gruppi e valorizza la dimensione laboratoriale". "La flipped classroom apre la strada
a una didattica inclusiva, in cui gli studenti stanno in classe non per assistere passivi alla lezione, ma per
studiare insieme, lavorare in modo cooperativo ed essere seguiti individualmente", grazie ad una sapiente
azione di scaffolding cognitivo ed emotivo.
Concludendo, ma perché sarebbe bene provare almeno una volta la flipped classroom? Ecco 9 motivi.
1) IL VERO APPRENDIMENTO PERSONALIZZATO. La scuola dovrebbe essere ritagliata attorno ai nostri
studenti, ma le classi sovraffollate, il poco tempo e le poche risorse a disposizione lasciano che spesso e
volentieri non si applichi davvero questo principio. Con la classica lezione uguale per tutti abbiamo
“sparato nel mezzo”, penalizzando non solo quelli che avevano difficoltà, ma anche le eccellenze. Grazie
alla flipped classroom ogni alunno diventa davvero protagonista della propria formazione (non solo
sulla carta delle programmazioni di noi insegnanti). Chi ha bisogno di guardarsi la lezione due o tre volte,
può farlo tranquillamente, mentre chi è più dotato può approfondire. Davanti al video ogni studente
procede con il proprio passo.
2) UN NUOVO RUOLO DELL’INSEGNANTE. La mattina l’insegnante diventa un tutor, un facilitatore,
una guida per le varie esperienze laboratoriali, di gruppo o individuali. Potrà predisporre attività di
recupero o consolidamento per chi ne ha bisogno, ma anche sfidare le eccellenze con qualcosa che li
valorizzi davvero. Inoltre, prima d’iniziare la lezione, potrà sempre fare un rapido brainstorming per
puntualizzare nuovamente quanto espresso nel video che ha fatto vedere ai suoi alunni.
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3) ABBASSARE LA FRUSTRAZIONE E VINCERE L’ABBANDONO SCOLASTICO. Un alunno in
difficoltà, da solo a casa di fronte ad un problema di matematica, una versione di latino, degli esercizi di
grammatica, è molto probabile che provi frustrazione, e si arrenda. Quella stessa frustrazione potrebbe
risucchiarlo in un vortice di insuccessi che rischierebbe di portarlo in pochissimo tempo lontano dalla
scuola. Eseguire gli stessi compiti in classe, affiancato da insegnanti e compagni riduce il senso
d’inadeguatezza e previene l’abbandono.
4) NON È VINCOLANTE. Aaron e Jon hanno iniziato con un video. Non occorre registrare tutte le lezioni
che farete: iniziate con una o due e vedete l’effetto che fa sui vostri alunni. Sarete sorpresi della
reazione.
5) LA RETE È UNA MINIERA D’ORO, dove si possono registrare dei video educativi, i contenuti disponibili
per il settore education si sono moltiplicati a dismisura.
6) CREARSI LA PROPRIA MINIERA. Col tempo, tra risorse esterne e risorse personalizzate, riuscirete a
mettere da parte un numero consistente di video, materiali ed attività, i quali vi permetteranno di
fronteggiare qualsiasi contenuto, qualsiasi classe e qualsiasi alunno.
7) REGISTRARE LE LEZIONI È DAVVERO SEMPLICE. Ci sono applicazioni e software totalmente
gratuiti che sono facilissimi da utilizzare. Per registrare lo schermo del vostro computer potete usare il
sito Screencast-O-Matic, mentre su iPad e tablet Android avete davvero l’imbarazzo della scelta. Tra le
migliori vi segnalo: Show Me (iOS), Educreations (iOS) ed Adobe Voice (iOS), oppure Lensoo Create
(Android) e UTGreat Whiteboard (Android).
8) TRASFORMARE GLI OGGETTI DI TUTTI I GIORNI IN MEZZI PER APPRENDERE. I ragazzi guardano
i video che li guidano negli esperimenti con i loro cellulari o addirittura con degli iPod. Per fare
innovazione non servono sempre grandi fondi a disposizione.
9) RISPONDERE IN MANIERA DIVERSA AI GENITORI. “Come si comporta mio figlio a scuola?“. Sta
seduto, è educato, non disturba, né l’insegnante, né i suoi compagni. Tutto qui? Vogliamo continuare a
concentrarci solo sulla singola prova scritta, oppure quella orale? Con la flipped classroom possiamo
raccontare molto di più ai genitori. Possiamo farci domandare: “Mio figlio sta imparando?“. Potremo,
quindi, rispondere sì o no, ma, comunque, forti del fatto che all’interno della classe vengono proposte
attività per l’apprendimento, ma che puntano anche all’esperienza. Avremo il polso della situazione,
perché saremo presenti nel momento fondamentale dell’apprendimento che prima ci vedeva assenti,
quello che prima si svolgeva nelle case dei nostri studenti.
I risultati di un sondaggio del 2012 organizzato dal sito Classroom Window parlano chiaro:
88% degli
insegnanti
che hanno
sperimentato la classe rovesciata provano
maggiore
soddisfazione in ambito lavorativo;
67% riporta voti più alti nei test;
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80% ha notato un miglioramento nella vita di classe, soprattutto nel comportamento degli
studenti;
99% avrebbe continuato ad usare la flipped classroom anche l’anno seguente.
Allora, coraggio, sperimentiamo e buon lavoro.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Filippo Quitadamo
Firma autografa sostituita a mezzo stampa
ai sensi dell’art. 3 comma 2 del D.Lgs. n. 39/1993
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