Presentazione di Elia Fracarossi - Comune di Cervignano del Friuli

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Presentazione di Elia Fracarossi - Comune di Cervignano del Friuli
Presentazione, di Nicolò Fornasir
Elia porta lo stesso nome di battesimo di mia madre: suo padre Redento Tolloi (per noi suoi parenti
"barba Redent) lo aveva scelto proprio per il grande affetto che portava per questa nipote, figlia di
sua sorella Maria e di Antonio Morsut, appunto mio nonno materno che era stato un bravissimo
falegname-bottaio.
E' lui che aveva insegnato, fin da prima della Guerra Mondiale, al giovane cognato l'uso sapiente
degli arnesi del mestiere, apprezzandone le doti e la passione. Tornati entrambi dalla lunga guerra,
nonno Toni ebbe in ancora maggior cura Redento che, partito per la guerra immediatamente dopo il
matrimonio, aveva trovato la moglie nuovamente e diversamente impegnata in quanto era stato dato
per disperso.
Persa la moglie aveva almeno ritrovato un mestiere al quale si dedicò con grande impegno
ovviamente per guadagnarsi da vivere anche per la nuova famiglia che nel frattempo, dagli inizi
degli anni '20, stava formando con la sua compagna Orsola Italia Fracaros (per noi gnagna Ursula),
con la quale era andato a vivere a Ronchi, dove già lei abitava.
Lei veniva da famiglia della Bassa Fiulana, precisamente da Terzo di Aquileia, lontanamente
imparentata con i Cocolin del compianto Arcivescovo. Orsola e Redento hanno dato la vita a otto
figli, due dei quali (Bruno e soprattutto Danilo, da poco scomparso) avevano nel tempo ereditato la
vera e propria "arte" del falegname, quella che ti rende capace di costruirti gli stessi arnesi che
scopri nel tempo necessari.
Orsola e Redento hanno cercato inutilmente, per tutta la vita, di potersi sposare in Chiesa, con
matrimonio religioso al quale tenevano tantissimo, ma impedimenti burocratici e chiusure
antistoriche lo hanno impedito, al punto in cui i figli hanno sempre portato il cognome della
mamma, Fracaros (per alcuni diventato poi Fracarossi, come Elia).
Negli anni '80, scomparsi i due genitori, i figli decisero di rendere disponibile gran parte del
patrimonio artistisco-professionale creato nel tempo dal papà artigiano falegname, al Museo della
Civiltà Contadina di Farra d'Isonzo dove lo so si può tutt'ora ammirare, con le citazioni della
provenienza.
Diversi degli otto figli hanno ereditato una verve artistica creativa: Danilo nel trattare il legno,
Bruno nel disegno di mobili ed arredi, Elia nel dare vita a "quadri" molto speciali. Proprio su
stimolo del fratello Bruno e sostenuta e incoraggiata da Danilo, memori dell'utilizzo giovanile del
vetro annerito per guardare le eclissi solari, si è dedicata a sperimentare e sviluppare negli anni la
tecnica della creazione di monotipi utilizzando appunto lastre di vetro annerite "a mano" con l'aiuto
di una candela.
Come aveva iniziato a fare Bruno, che da giovane anneriva il vetro, lo graffiava con il chiodo e poi
ci passava sopra una tela ricavandone una "incisione", Elia ha provato a fare i suoi primi lavori per
l'Agosto ronchese del 1986, utilizzando tale tecnica: lastra ben annerita di fumo, graffiata e
puntinata poi con pazienza, per finire con il passaggio sul vetro così inciso della tela appena umida,
pressata con rullo artigianale "fatto in casa" al pari delle punte in legno, di diversa forma e spessore
costruite da Danilo, imparando anche a trattare l'opera così ricavata con un adeguato sistema di
fissaggio.
Schiva, modesta negli atteggiamenti, riservata ma anche molto severa con se stessa e con gli altri,
Elia ha partecipato a poche mostre, una sola personale ma per beneficenza, regalando a parenti e
amici parte delle sue creazioni (a me un ritratto fantastico di mia madre da giovane prima di
sposarsi). Lei tiene per sè la gran parte delle opere che considera con affetto e che sente sue
originali ed irripetibili creature.
Cenni biografici
Elia Fracarossi è nata a Ronchi dei Legionari (rione S.Vito come tutti i suoi fratelli e sorelle) nel
1926, terza degli otto figli. Ottenuto il diploma della scuola dell'avviamento professionale (a Ronchi
era dedicato in particolare al settore agrario), non trovando occupazione (nemmeno nel Cotonificio
locale), si è resa utile alla famiglia svolgendo assieme alle sorelle servizi di cucito, imparato anche
dalle zie Morsut di Cervignano, dove il "tata" le portava spesso (sempre uno dei figli, ogni
domenica almeno, a Cervignano in bicicletta).
Dalla metà degli anni '50, grazie alla sorella Natalina che aveva trovato lavoro all'ombrellificio
Poletti a Gorizia, ha svolto attività di commessa nel negozio dei Poletti in piazza XX settembre a
Udine, per circa quindici anni pendolare con la corriera, sei giorni alla settimana.
Poi è stato necessario assistere prima la mamma e poi il papà nella sofferenza della vecchiaia e delle
malattie; poco dopo la loro scomparsa ha trovato casa con la sorella Maria nelle case popolari di
Selz, dove tutt'ora abita, ormai da sola.
Il suo "laboratorio" è stato quello del fratello Danilo, per tanti anni bidello e "factotum" della scuola
elementare in centro a Ronchi: è quello il "luogo" delle sue creazioni, dove ancora ci sono buona
parte degli attrezzi da falegname creati da Danilo (oltre ad alcuni del padre Redento), con una
dettagliata descrizione delle loro caratteristiche ed utilizzi possibili.
Curriculum
1986: Agosto ronchese: mostra personale di incisioni "monotipo" in nero fumo e di pitture ad olio
(su tavola, tessuti, oggettistica);
1987: Ronchi, Circolo Culturale "IL CARDO": mostra personale dei "monotipi";
1992: Monfalcone, Sala d'Arte "Alle Antiche Mura": personale di "monotipi";
1994: Ronchi, Circolo Culturale "IL CARDO": esposizione e donazione benefica di quadri per
raccolta fondi per l’UNICEF (in tale contesto va segnalato il riferimento alla stampa del dott. Livio
Fontana, esperto d'arte che scrisse." ..opere che hanno stupito gli organizzatori per la loro bellezza
come i monotipi nerofumo di Elia Fracarossi...".);
1996: partecipazione a collettive d'arte a Monfalcone (sala "Alle Antiche Mura"), Agosto Ronchese,
Cormons, Lucinico, Staranzano, Ruda, Giassico);
1999: Ronchi dei Legionari, sala "Pertini" e poi a Monfalcone "Alle Antiche Mura": partecipazione
a mostre colletive;
2000: Monfalcone: "Alle Antiche Mura": partecipazione alla collettiva "Miniquadro" organizzata
dal Circolo "Mazzini Endas";
2002: Monfalcone: pubbblicazione del catalogo delle opere degli artisti iscritti al Circolo "Mazzini
Endas";