appunti sulla storia della moda

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appunti sulla storia della moda
In Francia e in Spagna, paesi che subirono una scarsa influenza puritana, si diffuse il Barocco,
uno stile che favoriva le esagerazioni in tutte le arti e anche nell’abbigliamento. Le scarpe
avevano da poco il tacco; gli stivali, che prima si usavano solo per andare a cavallo, divennero
largamente usati, anche in casa.
Nella seconda metà del Seicento per la prima volta venne utilizzato il termine moda,
inteso come modo di vestire. In questo periodo l’abito degli uomini era più decorato
rispetto a quello delle donne; comparì anche la cravatta di lino di pizzo. Gli uomini
usavano parrucche lunghe e molto pesanti, ne esistevano anche una da campagna e
una da viaggio.
L’abbigliamento femminile era molto ornato e seducente e prediligeva tessuti come il
damasco e la seta. Nell’ultimo decennio del Seicento entrò nell’uso comune la cipria;
le donne non usavano la parrucca, ma sofisticate pettinature abbellite con i boccoli.
Durante il regno di Guglielmo e Maria d’Inghilterra nacque il tricorno, un
copricapo che rimarrà in uso per un secolo e rappresentava l’emblema
dell’appartenenza all’alta società per distinguersi dalle classi inferiori.
Gli abiti femminili erano molto voluminosi, esaltavano la figura più in larghezza che
in altezza. Si utilizzavano le sottogonne con strutture di stecche di balena, di
canne e vimini. Gli abiti erano ingombranti a tal punto che due donne non
avrebbero potuto mai sedere allo stesso divano. Tali strutture venivano chiamate
“guardinfante” o “panier” (cesto)
Nel 1770 il sotto abito venne modificato: le due rigonfiature laterali vennero
sostituite da un’unica rigonfiatura posteriore. Inoltre per la prima volta le gonne si
accorciarono, scoprendo la caviglia. L’uso delle forcine per capelli iniziò in questo
periodo. Verso la fine del Settecento le donne iniziarono a portare i cappelli, primi
segni di emancipazione. Per gli uomini rimasero in uso per tutto il secolo le brache
lunghe fino al ginocchio dove all’inizio venivano chiuse con dei bottoni, poi sostituiti
da fibbie ornamentali.
I radicali cambiamenti politici e sociali portati dalla Rivoluzione francese (1789) influenzarono
notevolmente anche l’abbigliamento che ne risultò semplificato, abolendo pizzi, ciprie (in
seguito all’introduzione di una tassa in Inghilterra nel 1795) parrucche e stravaganze. I nobili
adottarono l’abbigliamento, più dinamico e semplice, in uso dalla nobiltà terriera inglese.
Anche le pettinature femminili si semplificarono, si inserirono delle piume di struzzo fra i
capelli per dare un tocco di eleganza. Fece la comparsa anche una minuscola borsetta da
donna.
Con la campagna d’Egitto Napoleone aveva portato con sé una nuova ondata di orientalismo.
Le signore inglesi abbandonarono subito la loro moda per adottare lo stile impero francese,
lineare e sobrio, mentre per la moda maschile si verificò il contrario. Uno dei motivi fu che i
sarti londinesi erano più esperti nel lavorare il pettinato di lana che era elastico e si adattava
meglio alla persona.
Con la rivoluzione industriale emerse una nuova classe sociale, la borghesia.
Nell’ abbigliamento maschile si diffuse una nuova tendenza: il dandismo che
proponeva un abito maschile non appariscente, ma comunque sempre ordinato,
elegante e attillato. Grande cura era posta per il nodo della cravatta e sono
documentati decine di modi per annodarla. Non si portava più la spada al fianco,
ma il gentiluomo non dimenticava mai il bastone da passeggio.
Nell’abbigliamento femminile il busto tornò ad essere un accessorio indispensabile per rendere
la vita più stretta. Una pubblicità dell’epoca consigliava alla madre di far stendere la figlia sul
pavimento in modo da metterle un piede sulla schiena per stringere meglio i lacci del busto! Le
gonne femminili si accorciarono un po’. Le donne indossavano un gran
numero di sottane tanto da non poter svolgere nessuna attività fisica. Una
signora aveva sempre con sé un ventaglio e un parasole; si usavano un
gran numero di gioielli come pendagli, spille, cammei, catenine con appese
boccette di profumo… Dal 1827 i cappelli da signora diventarono sempre più
grandi, tanto che davano fastidio a teatro e a tavola. Successivamente una
cuffia fermata da un nastro legato sotto il mento sostituì l’uso del cappello,
dando alla donna un aspetto più modesto e pudico. La donna doveva dare
un’impressione un po’ sofferente perché mostrare una salute di ferro era
ritenuta una cosa volgare; la pelle non doveva più essere rosea, ma molto
pallida. Per ottenere questo pallore le dame solevano bere dell’aceto,
danneggiando però la salute!
Le calzature erano prive di tacchi sulla foggia di quelle di Cenerentola che esaltavano i piedi
minuscoli.
Mentre nel periodo precedente per ottenere volume si doveva ricorrere
all’uso di molte gonne (fino a otto), ora grazie alla crinolina si otteneva lo
stesso effetto, facilitando molto il movimento. Sotto le gonne di crinolina,
tessuto rigido nel quale vi era del crine di cavallo, le donne indossavano
lunghi mutandoni di lino che arrivavano alla caviglia. Per l’uso
quotidiano si preferivano la lana, la flanella, il cotone, mentre per la sera
si prediligevano la seta, il satin,la mussolina, l’organza o il velluto.
La crinolina si usò ancora per un quindicennio, ma subì alcune variazioni;
infatti verso il 1860 dalla forma di campana si passò ad un maggior
volume solo nella parte posteriore. Venne abbandonata definitivamente
verso il 1868. Gli abiti da donna erano di due tipi: di un solo pezzo chiamato modello
princesse, oppure costituiti da una gonna e un corpino. I lunghi strascichi dei vestiti, oltre a
impacciare i movimenti (era difficile anche sedersi e fare le scale), erano anche contrari alle
norme igieniche.
Si completava l’abbigliamento con uno scialle di cashmere, seta o merletto, con il parasole,
puramente decorativo. Fecero la loro comparsa i primi ombrelli. Le cuffie erano state sostituite
dai cappelli piccoli e calati sulla fronte; i capelli erano raccolti in grandi chignon di trecce e
boccoli. Chi non aveva chiome folte era costretta a ricorrere ai toupet, cioè ai posticci.
Verso la fine del secolo, l’abbigliamento maschile dava una espressione di severità alla figura,
in quanto il valore dell’ individuo non dipendeva più soltanto dalla sua posizione sociale, ma
anche dalla sua cultura e dalla capacità in campo commerciale. Di conseguenza tutti gli
elementi decorativi si concentrarono nell’abbigliamento femminile per sottolineare, per antitesi,
la potenza e il successo maschile.
Verso la fine dell'ottocento la società incominciò a preoccuparsi delle conseguenze negative che
la moda dominante (corsetti soffocanti, indumenti inutili, imbottiture e steccature) poteva
causare alla salute della donna.
Nell’abbigliamento maschile molta attenzione veniva posta nel taglio della barba e dei baffi
che avevano diverse fogge anche a seconda della classe sociale.
Quest’epoca fu considerata come l’ultima età felice delle classi nobili.
Con lo scoppio della guerra le donne si trovarono a svolgere nuovi compiti a causa dell’assenza
degli uomini, impegnanti al fronte, così le gonne strette furono abbandonate e si optò per un
abbigliamento più funzionale e più adatto per lavorare. Inoltre molte donne pensavano che in
tempo di guerra l’eccentricità nel vestire fosse alquanto fuori luogo. Proprio in questo periodo il
corsetto fu sostituito dal reggiseno.
L’abbigliamento delle donne venne sempre più conformandosi alle nuove esigenze lavorative.
Nel 1925 suscitò scandalo la comparsa delle gonne corte fino al ginocchio, a cui si opposero
i religiosi europei e americani. L’arcivescovo di Napoli proclamò che il terremoto di Amalfi era
un segno della collera divina contro le gonne corte.
Il Ventaglio: accessorio quasi indispensabile per le donne per trovare un po’ di
sollievo visto che gli stretti corpetti imposti dalla moda davano poca possibilità di
respirare. Il ventaglio aveva anche un ruolo importante nel corteggiamento e nei
suoi linguaggi.
Se esisteva un vero e proprio codice, rimarrà sempre un mistero, ma si dice che:
-
appoggiato sulla guancia destra
appoggiato sulla guancia sx
sventolarsi lentamente
sventolarsi velocemente
toccarne la punta con il dito
presentarlo con un certo numero di stecche
aperte
- aperto sul volto
si
no
sono sposata
sono fidanzata
desidero parlarvi
indicava l’ora dell’incontro
non desidero vedervi
Le donne erano armate con i ventagli come gli uomini con le spade