PERCORSI D`ACQUA - Associazionr Memo: memoria visiva di un

Transcript

PERCORSI D`ACQUA - Associazionr Memo: memoria visiva di un
PERCORSI D’ACQUA
Il paesaggio può essere considerato come un “romanzo”, spesso difficile da
leggere, un po’ perché scritto in una lingua ormai obsoleta, o perché alcune
delle sue pagine sono andate perse oppure danneggiate, ma che comunque
con piccole frasi è ancora in grado di raccontarci la sua funzione passata e
suggerirci quali possono essere le sue funzioni future.
In un paesaggio è possibile ricercare quei segni che ci aiutano ad indagare e
giustificare il nostro passato, ma soprattutto per conoscere ciò che siamo e
potremmo e vorremmo essere.
Partendo dalle suggestioni di un “percorso d’acqua”, si è voluto raccontare
come la tecnica, le caratteristiche naturali del territorio, le espressioni culturali
legate alle attività umane, la poesia e la produzione sembrano ritrovare la loro
lontana e comune origine in un corso d’acqua, la Bealera del Molino di
Brandizzo, vero e proprio filo conduttore di un viaggio che parte dalla
orizzontalità del suo percorso per terminare nella verticalità di una ciminiera in
cui riconoscere il luogo del lavoro umano.
L’itinerario proposto nasce dall’interesse verso l’importante complesso del
Molino Re ed il sistema idraulico ad esso afferente, ai quali è stata dedicata
una tesi di laurea (www.architesi.polito.it/pdf/3770_it_abs.pdf) in Architettura:
“Un percorso di conoscenza: il Molino Re di Brandizzo tra l’Ecomuseo del
Freidano e il Parco Fluviale del Po Torinese” (Politecnico di Torino - Facoltà di
Architettura 1 - Marzo 2006).
Gli stessi temi, inoltre, hanno riscontrato particolare interesse nell’ambito del
Concorso “Atlante dei Paesaggi”, indetto nel 2006 dalla Provincia di Torino,
grazie al lavoro presentato dal brandizzese Simone Sasanelli, che ha vinto il
primo premio della Sezione Studenti di Architettura “…per l’originalità dei
luoghi prescelti…”.
PERCORSI D’ACQUA / L’itinerario
La porzione di territorio presa in considerazione dall’itinerario è situata ai
margini dell’abitato del comune di Brandizzo compresa tra l’asse viario della
Strada Provinciale 220 e la ex Strada Statale 11 e contigua alle aree protette
del Parco Fluviale del Po Torinese (Antichi Argini).
In quest’ area l’acqua, come la superficie riflettente di uno specchio, ripropone
un luogo senza tempo dove ambiente e storia sono intimamente legati e
assolutamente inseparabili. Qui è possibile leggere l’opera umana che ha
saputo, di volta in volta, assecondare o contrastare la natura: tutto parla dei
legami dell’uomo con la terra e l’acqua.
Lunghi filari di alberi, la cui piantumazione sugli argini dei canali era voluta per
proteggerli dai rischi di evaporazione nella calura estiva, e campi, le cui linee
convergono come in un dipinto rinascimentale ad un unico punto di fuga: una
ciminiera.
Inoltrandosi tra la fitta vegetazione della Gora del molino la poesia dell’acqua e
della sua natura rivelano affascinanti realtà, relitti di un passato lontano fatto
di uomini che con la loro tecnica cercavano di regolarne il percorso: una presa
idraulica dà origine al corso d’acqua su questo territorio, tra bambù e alberi
innevati di seta primaverile e ne controlla lo scorrere che, diramandosi,
confluisce nella Sturella, vecchio alveo abbandonato del fiume Po.
Nelle vicinanze sorge una cascina disabitata, la Bussolata, circondata da prati
di spighe e di tarassachi trasformati in “soffioni” dal gioco dei bambini.
Grazie alla sua vicinanza con il grande fiume, questo ambiente è uno dei pochi
lembi di territorio brandizzese che mantenga una chiara vocazione naturalistica
e agreste, dove assaporare l’armonia della natura, percepire i profumi dei
biancospini in fiore, ma anche dove riscoprire memorie costruite che aspettano
di essere valorizzate.
Infatti, come un romanzo che si conclude a lieto fine, qui la mano dell’uomo ha
edificato una delle fabbriche più belle: l’ottocentesco Molino Re, che con la sua
ciminiera e la Centrale idroelettrica Perotti, rappresenta il termine di questo
viaggio fatto di acqua, natura e architettura.
PERCORSI D’ACQUA / Prese d’acqua
L’itinerario ha inizio appena superato il confine tra Settimo Torinese e
Brandizzo: distaccandosi dalla Strada Provinciale 220 e percorrendo la stradina
sterrata che conduce alla cascina Bussolata è possibile intravedere lunghi filari
d’alberi che segnalano la presenza di un corso d’acqua; qui – inoltrandosi tra la
ricca vegetazione - riscopriamo le chiuse che ne controllano lo scorrere.
Si tratta di un sistema di derivazione delle acque caratterizzato da due paratoie
a tre luci: la prima - realizzata con una struttura in calcestruzzo e paratoie
precarie in legno - costituisce la presa d’origine del Canale del mulino di
Brandizzo, la seconda - in metallo - è ubicata sul canale scaricatore
popolarmente noto come Sturella (o Sturetta).
(Presa d’origine della Bealera del Molino nella stagione invernale)
(Presa del canale Sturetta nella stagione primaverile)
PERCORSI D’ACQUA / Bealera o Gora del molino
A partire dal 1490, il percorso del rio Freidano - corso d’acqua che attraversa il
territorio compreso tra San Mauro Torinese, Settimo e Brandizzo - venne
prolungato sino al territorio brandizzese, in seguito ad una richiesta dei signori
del luogo di trarre acqua dalla Sturella e dal Freidano per alimentare i propri
mulini.
Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento si rese indispensabile creare un
nuovo alveo in cui incanalare tale corso d’acqua, poiché il fiume Po prese a
spostarsi più a nord invadendo parte del rio gravitante sul territorio in
considerazione. A questo proposito, nel 1711 venne concessa al conte Nicolis di
Robillant, padrone del feudo di Brandizzo, la realizzazione di un nuovo canale
che assunse la denominazione di Bealera dei molini di Brandizzo.
Il suo attuale prolungamento verso il fiume Po risale invece agli inizi del
Novecento, quando venne realizzato un canale scaricatore, detto Canale
Perotti, ad uso dell’omonima centrale idroelettrica. Per la sua realizzazione
venne rimaneggiato l’intero sistema di canalizzazione a monte del Mulino Re, il
cui tratto finale occupava un’antica lanca del Po formatasi verso la metà del
secolo precedente.
(Filari d’alberi lungo la Gora del molino)
(Presa d’acqua della Gora del molino)
(Bealera del molino di Brandizzo)
PERCORSI D’ACQUA / Sturella
A poca distanza dalla cascina Bussolata, nell’area denominata “zona umida”,
grazie all’isolamento garantito dalla difficile accessibilità, si è conservato un
ambiente di raro pregio naturalistico in cui scorre uno dei tanti rami del
torrente Sturella, denominato - in questo tratto di percorso - canale Sturetta
(già “Bealera Nuova” in territorio settimese).
La cartografia storica (es.Catasto Rabbini) illustra come un tempo le sue acque
scorrevano rigogliose nel nostro territorio confondendosi con il percorso del rio
Freidano e del Canale dei molini di Brandizzo.
Dipartendosi dalla Gora del Molino - a mezzo di prese idrauliche - attualmente
la Sturetta costeggia la pista di motocross, si dirige a sud e, unendosi alle
acque della Sturella Vecchia - antico alveo fluviale - si getta nel fiume Po.
(Specchio d’acqua)
(Sturella)
(Ricca vegetazione lungo la Sturella)
PERCORSI D’ACQUA / Cascina Bussolata
La cascina Bussolata è ubicata ai margini meridionali dell’abitato di Brandizzo,
nelle vicinanze della Gora del molino da cui traeva le acque per il proprio
sostentamento.
Secondo la storiografia locale, la sua denominazione deriva dal toponimo di
origine medievale “Ad Bozolam” (“al biancospino”), divenuto poi con il tempo
“Bozzolata” sino ad assumere l’appellativo con cui la cascina è popolarmente
nota.
Le prime informazioni sull’insediamento vengono fornite da una Relazione del
1734 riguardante i beni degli eredi del conte Nicolis di Brandizzo che parla di
una “cassina, aia, orto, campi, prati e ripaggi, coh…a mezzo giorno la Bealera
del molino”.
La cartografia storica (Cataso Rabbini, 1863) rappresenta l’insediamento come
un fabbricato longitudinale distante dal centro abitato e provvisto di aia e lo
segnala come “casa rurale” di proprietà della “…Signora De Paoli Ludovica,
moglie del Sig. Cav. Ferrati Salvatore”. Gli stessi proprietari sono menzionati in
un “Piano topografico” del 1866 conservato presso l’Archivio Storico Comunale.
L’edificio - oggi disabitato - verte in un grave stato di degrado, ma conserva
ancora intatta la sua memoria di insediamento rurale. A lato dell’abitazione si
trovano le stalle con il sovrastante fienile, contraddistinto da ampie arcate di
mattoni a vista; inoltre è ancora identificabile l’ampia corte delimitata da un
muro misto di pietrame e laterizio - in parte ancora intatto - in cui è stato
inglobato un “caso da terra”, un tempo utilizzato come ricovero per gli attrezzi.
Tra la ricca vegetazione s’intravede il portale, con le sue colonne in mattoni,
che in un passato non molto remoto rappresentava l’ingresso alla tenuta.
(Prospetto principale della Cascina Bussolata)
(Lato nord della cascina)
(Lato sud della cascina)
(Campi intorno alla Bussolata)
PERCORSI D’ACQUA / Molino Re
Il Molino Re può essere considerato uno dei tre più grandi stabilimenti
meccanizzati per la produzione di sfarinati fabbricati in Piemonte nel XIX
secolo.
E’ stato edificato lungo la Bealera del mulino negli anni Ottanta dell’Ottocento,
accanto alle preesistenze di un impianto di origine feudale, grazie alla
conduzione imprenditoriale di Felice Pia e dei Fratelli Giovanni e Cesare Re.
L’architettura ed i caratteri stilistici propri della fabbrica multipiano di fine
Ottocento sono ancora oggi visibili nell’edificio principale che sorge lungo la
Strada Comunale per Gassino. I prospetti sono inquadrati da lesene angolari in
mattoni a vista e scanditi da aperture racchiuse in cornici modanate di laterizio
dal richiamo neomedievale; lo stesso repertorio stilistico è ripreso anche nei
cornicioni ad archetti ciechi che contraddistinguono gli ultimi due piani della
fabbrica. Questo involucro perimetrale è tutto ciò che rimane dell’edificio
originario, poiché il 15 ottobre 1947 un incendio ha distrutto l’intero apparato
strutturale e tecnologico del mulino. In seguito a questo fatto l’edificio è stato
sopraelevato di un piano, rispettando tuttavia il sistema composito della parte
sottostante.
L’intero sito nel corso di due secoli si è inoltre arricchito di diverse parti: il silos
e i magazzini, la portineria, la ciminiera, l’apparato idraulico, nonché la casa
padronale con l’annesso giardino delimitato da una bella recinzione in laterizio
che corre lungo la proprietà del complesso. Il complesso inoltre era collegato
con l’asse principale della linea ferroviaria Torino - Milano attraverso un
raccordo semicircolare (attuale Via Paolo Barra).
Si tratta dunque di una preziosa testimonianza storico - architettonica: proprio
per questo nel 1996 il Molino Re è stato segnalato come luogo d’interesse
all’interno del progetto di “Ecomuseo del Freidano” del Comune di Settimo
Torinese.
(Particolare di facciata del Molino Re)
(Prospetto del Molino Re lungo la
Strada Comunale per Gassino)
(Locali turbine e Gora del molino)
(La ciminiera)
PERCORSI D’ACQUA / Centrale Perotti
Lungo la Bealera del molino (Canale Perotti), prima che questa confluisca nel
Po, è localizzata questa ex centrale idroelettrica, popolarmente denominata
“Casa della Luce”.
La centrale venne costruita nel 1901 dal Cav. Giovanni Perotti, in seguito agli
scavi dell’omonimo canale, ed era in grado di fornire energia elettrica utilizzata
in parte per la pubblica illuminazione di Brandizzo ed in parte assorbita dal
locale impianto di macinazione.
Oggi permangono alcuni elementi dei macchinari che attivavano il piccolo
impianto; si trattava di una “turbina Francis” doppia - che sviluppava una
potenza nominale di 80 hp - ed un sistema di cavi elettrici per la trasmissione
dell’energia che si dipartivano dalla parete nord dell’edificio, attigua al giardino,
attraverso ancoraggi metallici. Inoltre, dell’originario apparato tecnologico si
mantengono la paratoia e la presa d’acqua, quest’ultima poco distante dal sito,
al di fuori della proprietà privata.
Nel 1930 il piccolo opificio venne acquistato dalla S.A. Macinazione di Brandizzo
che gestiva l'impianto del Molino Re.
Nonostante sia ormai ridotta a rudere, conserva ancora tutto il suo fascino,
anche grazie alla ricca vegetazione che in primavera e in estate vi cresce
intorno: vincheti e biancospini si affacciano sul corso d’acqua riflettendo la loro
bellezza.
(Prospetto verso il canale)
(Retaggi del sistema di trasmissione)
(Presa d’acqua del Canale Perotti)
PERCORSI D’ACQUA / Fiume Po
Durante i secoli tale corso d'acqua ha variato più volte il suo alveo, andando a
modellare profondamente il territorio circostante. Ha da sempre rappresentato
motivo di paure e disagi in occasione delle piene periodiche, ma è stato anche
luogo di svago e di riposo tra le frasche più ombrose delle sue rive, regione
amena in cui compiere lunghe gite in barca, oltre che preziosa alternativa per
l’integrazione dei guadagni del lavoro nei campi per moltissime famiglie di
braccianti.
Nella zona compresa tra la Cascina Isola (Settimo Torinese) e Brandizzo le
dinamiche fluviali sono state da sempre particolarmente accentuate a causa del
piano di campagna sensibilmente depresso e dalla scarsa resistenza meccanica
dei suoli. Ed è proprio in questo tratto del territorio che nel corso dell’Ottocento
hanno fatto la loro comparsa i primi sistemi di arginatura, eretti a difesa della
tenuta Isola e a protezione del centro abitato di Brandizzo.
Oggi questi argini (ricostruiti negli anni ’50 del Novecento riprendendo il
disegno originale), nonostante siano sommersi dalla vegetazione, sono visibili
percorrendo il parco degli “Antichi Argini” (incluso nel Parco Fluviale del Po
Torinese), che si estende all’estremità orientale dell’abitato di Brandizzo, a
ridosso del Po, sino alla sponda opposta del fiume in territorio di San Raffaele
Cimena, altro luogo caratterizzato dalla presenza di un sistema di arginatura
ottocentesco.
(Vista del fiume Po sulla sponda di
Brandizzo)
(Argine inglobato nel percorso ciclo-pedonale)
PERCORSI D’ACQUA / C a n a l e P e r o t t i
Superato il centro abitato di Brandizzo, la Gora del Molino confluisce direttamente nel Po con il
nome di Canale Perotti.
Si tratta di un canale derivatore tracciato nel 1901 su iniziativa del Cav. Giovanni Perotti per
l’installazione di una centralina idroelettrica (“Casa della Luce”) a valle della Gora. Per la sua
realizzazione venne rimaneggiato l’intero sistema di canalizzazione a monte del locale Molino Re,
il cui tratto finale occupava un’antica lanca del fiume Po formatasi verso la metà del XIX secolo. Il
canale, inizialmente di proprietà del Cav. Perotti, passò nel 1930, insieme alla centralina
idroelettrica, sotto la gestione della S. A. Macinazione di Brandizzo, che ne è tuttora proprietaria.
PERCORSI D’ACQUA / P r e s a d ’ a c q u a d e l C a n a l e P e r o t t i
Percorrendo via Po sino ai margini dell’abitato, oltre il ponticello sopra la Bealera del mulino, si
raggiunge un pilone votivo dedicato alla “Madonna delle Grazie, fatto erigere dal Cav. Perotti nel
1901. Poco distante troviamo questa paratoia in calcestruzzo con elementi metallici, oggi in disuso,
posizionata sul canale scaricatore che originariamente, anteriormente allo scavo del Canale
Perotti, conduceva le acque della Gora del mulino nel fiume Po.
Sembra che un tempo tale presa d’acqua servisse ad integrare la funzione dell’argine di Brandizzo
per evitare che le acque del Po trovassero un varco nel sistema di protezione e risalissero verso i
campi e l’abitato.
PERCORSI D’ACQUA / P a r a t o i a d e l l a B u s s o l a t a
Si tratta di una paratoia con struttura e passerella in metallo, in buono stato di conservazione,
ubicata sul canale che porta acqua dal torrente Bendola alla Gora del mulino. Attualmente è
inutilizzata, mentre un tempo aveva – presumibilmente - una funzione irrigua a sevizio della poco
distante cascina Bussolata.
PERCORSI D’ACQUA / Acqua e natura
Lungo la Bealera del molino e la Sturella è possibile osservare numerose specie
di piante acquatiche. La zona di Brandizzo, rispetto ad altre realtà vicine, è
inoltre ricca di canne di bambù.
Inoltrandosi tra la vegetazione del corso d’acqua, in primavera è possibile
ammirare come gli alberi siano completamente invasi da fitte ragnatele,
probabilmente riconducibile alla seta prodotta dai bachi, un tempo alimentati
con le foglie dei gelsi che circondavano la zona.
(Vegetazione della Sturella)
(Piante acquatiche)
(Canne di bambù)
(Albero “innevato” di seta)