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n° 365 - giugno 2014 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Edificio L - Strada 6 - Centro Direzionale Milanofiori I-20089 Rozzano (Milan, Italy) www.fondazione-menarini.it Alma Tadema e la riscoperta di una mitologica bellezza Roma accoglie nel Chiostro del Bramante la mostra itinerante “Alma Tadema e i pittori dell’800 Inglese” con opere provenienti dalla ricca collezione Pérez Simón Da circa trenta anni il mecenate Juan Antonio Pérez Simón sta raccogliendo a Città del Messico un nutrito gruppo di pitture dei padri fondatori dell’Aesthetic Movement, corrente artistica britannica che si colloca nel periodo tra il regno della regina Vittoria (18371901) e quello di suo figlio Edoardo VII (1901-1910); molto apprezzate dai contemporanei, queste opere sono cadute poi nell’oblio fino a riemergere recentemente grazie alla riscoperta di critici e collezionisti attenti ai cambiamenti generazionali e alla pressione del mercato; in questo panorama spiccano i dipinti di Sir Lawrence Alma Tadema, testimoni di un nuovo modo di intendere l’arte nella puritana Inghilterra Vittoriana e accompagnati da un’alterna fortuna per tutto il Novecento; ma in fin dei conti, come afferma Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray, «quando i critici sono discordi, l’artista è d’accordo con se stesso». L’Ottocento inglese vede l’ascesa di una nuova classe sociale, la borghesia, che fa della Gran Bretagna la prima potenza mondiale, prendendo poco a poco il posto dell’aristocrazia, ormai arroccata nei grandi manieri e in lenta e irrefrenabile decadenza. Il nuovo ceto imprenditoriale dà risalto e fortuna a moderni artisti quali Alma Tadema, Edward Burne-Jones, John William Godward, Arthur Hughes, Albert Moore, Frederic Leighton, dai quali acquista opere per arredare le proprie residenze, cercando una nuova identità in grado di affermare il proprio ruolo egemone. Abitazioni piuttosto buie, in cui si ha l’idea di essere soffocati - anche per l’uso delle carte da parati di William Morris, molto cupe seppur floreali - sono ravvivate da queste nuove pitture, che aiutano a sviluppare l’immaginazione attra- verso una maggiore apertura verso colori, natura e bellezza, dando vita a paesaggi lontani, ariosi che portano luce e respiro nella grigia realtà inglese. Le correnti artistiche che si affermano nell’epoca Vittoriana sono due: quella legata alla Confraternita dei Preraffaelliti, fondata nel 1848 da William Norman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti, e quella a cui fanno riferimento artisti come Sir Lawrence Alma Tadema, John William Godward, e Lord Frederic Leighton, che dagli anni Sessanta dell’Ottocento realizzano tele con soggetti che ruotano intorno alla mitologia e alla donna, in cui scene di apparente quotidianità si trasformano in quadri di enigmatica bellezza. Mentre i Preraffaelliti rifiutano l’arte ufficiale inglese della Royal Academy - ispirata al paesaggismo tardo secentesco - prendendo come punto di riferimento l’epoca precedente a Raffaello, il secondo gruppo di artisti parte alla ricerca di una poetica NeoGrec, compiendo viaggi anche in Italia sulle tracce di un mondo antico mai del tutto scomparso. Questa ricerca del passato affonda la sua base teorica nel pensiero di intellettuali come Matthew Arnold in “Cultura e Anarchia” (1869), Thomas Carlyle e altri, che vedono nell’Ellenismo l’unica possibilità per ritrovare quell’armonia fra uomo e Natura che l’avanzare sempre più incalzante dell’Industrializzazione sta rovinando; l’Ellenismo fornisce lo spunto per capire che anche in un momento di grande ricchezza è possibile ritrovare quell’euritmia scomparsa. Fra le mete italiane più apprezzate vi è sicuramente Capri, dove le rovine della villa di Tiberio sono fonte d’ispirazione per gli artisti inglesi della cor- Frederic Leighton: Antigone Arthur Hughes: Una nuvola passeggera pag. 2 rente dell’Estetismo, sostenuta fin dal 1865 da Whistler e Moore, attratti da un ideale di pura bellezza formale, in cui l’amore rappresenta uno dei temi di maggiore rilievo, perché espressione dell’istinto, e quindi di armonia. Nell’ideale che va ad affermarsi di “un’arte per l’arte” affrancata da ogni intento narrativo, l’influenza dei modelli antichi è di fondamentale importanza. Lontani dalle tematiche della pittura en plein air, care agli impressionisti e ai macchiaioli, gli artisti britannici portano avanti la loro passione per un nuovo Neoclassicismo, che trova sfogo nella ricostruzione dei tempi passati. La storia non viene studiata nella sua chiave filologica, ma da un punto di vista soggettivo, il corso degli eventi non viene più inteso in senso naturalistico nella sua linearità, idea che si diffonde anche in ambito letterario: ad esempio, nel racconto di Oscar Wilde il ritratto di Dorian Gray invecchia indipendentemente dall’eterna giovinezza di Dorian e assume vita propria. Alma Tadema cerca un ponte con l’antico e una mitizzazione del reale, nella sua opera è evidente la connessione fra epoche passate e moderne, così come in quella di Godward, che in Bellezza Classica, ma anche in La lontananza avvicina i cuori mette in risalto un particolare importante, la ripresa di profilo che richiama i cammei e le medaglie antiche. Le opere in esposizione a Roma nel Chiostro del Bramante fino al 5 giugno prossimo, mostrano l’intento di Juan Antonio Pérez Simón di privilegiare all’interno della sua collezione la bellezza naturale, quella della campagna e della donna, temi centrali dell’esperienza pittorica vittoriana, che si nutre di cultura classica grecoromana e di leggende arturiane, riportate in auge dai preraffaelliti e dalla poesia del tempo. La mostra itinerante, che dal 23 giugno fino al 5 ottobre 2014 si trasferirà presso il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, copre un arco cronologico che inizia dal 1860, anno in cui si scioglie la confraternita dei Preraffaelliti e termina cinquant’anni dopo con lo scoppio della prima guerra mondiale, che in Gran Bretagna, an- sopra John William Godward: La lontananza avvicina i cuori a lato Frederic Leighton: Crenaia, la ninfa del fiume Dargle cor più che nel resto d’Europa, registra non solo un drastico cambiamento di gusto, ma anche la scomparsa dell’ultima generazione di artisti “vittoriani”. Il filo rosso dell’esposizione è sicuramente l’adesione alla cultura classica e alla bellezza femminile, come traspare anche dalle parole di Pérez Simón: «Io ritrovo nelle opere di questi pittori inglesi qualcuno dei temi che toccano le mie emozioni più profonde e i miei interessi fondamentali: la donna, la bellezza, l’erotismo, la famiglia e l’amore». La donna è il tema fondamentale intorno a cui ruota tutto il resto; può essere una sensuale ninfa marina come l’Andromeda di Poynter, che seppur incatenata alla rupe per espiare colpe altrui, come vuole il mito, non può nascondere la sua carica erotica, con la bocca socchiusa e i rossi capelli in balia del vento, o la pudica Crenaia, la ninfa del fiume Dargle di Leighton, che volge lo sguardo a terra, lasciando percepire allo spettatore il suo imbarazzo con il rossore sulle perlacee guance. L’antico viene anche usato per nascondere il presente, le modelle vengono pag. 3 sopra John William Waterhouse: Canto di primavera a lato Edward Poynter: Andromeda raffigurate con una memoria rinvigorita da una conoscenza dotta dell’arte classica, mostrando il perpetuarsi della bellezza e della forma arcaica nella contemporaneità. L’antica Grecia non è soltanto vissuta come luogo in cui rifugiarsi dall’individualismo, ma anche come fonte di modelli e simbolo dell’idea secondo la quale la bellezza è eterna e non subisce trasformazioni. Il percorso della mostra offre un’espe- rienza suggestiva di immersione totale nella bellezza, in particolare nell’ultima sala, dove troneggia una delle più significative tele dell’esposizione, Le rose di Eliogabalo di Alma Tadema, un’immersione in un arte fatta non solo di immagini, ma di sensazioni: l’esperienza si fa olfattiva oltre che visiva per l’invasione del profumo delle rose, fiore simbolo per eccellenza di amore e bellezza. elena aiazzi Lawrence Alma Tadema: Le rose di Eliogabalo