Unpreteribelleperamore
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La Provincia VENERDÌ 6 GENNAIO 2012 Concerto a Bonemerse Bonemerse — Questa sera alle 21 nella chiesa parrocchiale si tiene il concerto dell’Epifania del coro della Camerata di Cremona diretto da Marco Fracassi (nella foto). Concerto a Persico Dosimo [email protected] www.laprovinciadicremona.it Persico Dosimo — Oggi alle 17 nella parrocchiale si tiene il concerto dell’Epifania del Coro SS. Cosma e Damiano diretto da Ludmilla Krylova con Beatrice Magnani (nella foto) al pianoforte. 46 È morto ‘l’uomo disarmato’ Nato a Vescovato nel 1927, era cappellano nell’abbazia benedettina di Viboldone, alle porte di Milano. Laureato in Scienze politiche preferì il lavoro all’altare Nel ’68 fu alla Montedison di Spinetta Marengo, poi inservientein ospedale ma anche vice assistente nazionale delle Acli Imponente la sua produzioneletteraria Don Luisito Bianchi in una foto del 2003, anno in cui era stato ripubblicato per Sironi il libro La messa dell’uomo disarmato Un prete ribelle per amore Addio a don Luisito Bianchi, sacerdote operaio e scrittore di Giuseppe Bruschi U n ribelle per amore, don Luisito Bianchi, morto ieri pomeriggio nell’ospedale di Melegnano, dove era ricoverato da alcune settimane. Ribelle agli onori, ai privilegi, tanto da preferire, per alcuni anni della sua vita, la fabbrica all’altare, di scegliere il lavoro come inserviente in ospedale, ma pure come insegnante e traduttore. Un ‘prete disarmato’, che ha saputo resistere alle lusinghe del potere, alle sirene della celebrità, al vento della protesta sterile. E nel 1989 don Luisito, vescovatino doc, ha scritto il suo libro più famoso La messa dell’uomo disarmato. Con un sottotitolo che non va dimenticato: Resistenza. Ha avuto recensioni sui giornali nazionali, ma don Luisito, il ribelle per amore, è sempre rimasto il prete di campagna, quello che ha nel cuore il ricordo della sua gente umile, il gusto della campagna cremonese, la fedeltà alla sua chiesa e al sangue di Cristo ‘gratuitamente sparso per tutti’. Vita straordinaria quella di don Luisito: nato a Vescovato il 23 maggio 1927, era stato ordinato prete il 3 giugno 1950. Prima messa nella sua chiesa di Vescovato: alla piccola patria è sempre stato legatissimo, Don Luisito Bianchi con Nadia Sforza a Viboldone nel 2010 l’ha citata in tutti i suoi libri, ci andava sempre. Laureato in Scienze politiche a Milano, è stato insegnante nel nostro di Barbara Caffi Seminario (1950-51); poi si è fatto missionario in Belgio l Vangelo è un’Uto(1951-1955), è tornato come pia in cui non smetvicario a Pizzighettone to di credere»: par(1956-1958), quindi ancora lava con voce bassa, don Luiinsegnante in Seminario, poi sito Bianchi, ma le sue paroprete operaio a Spinetta le erano forti e chiare e sapeMarengo, vicino ad vano riassumere le ragioni di Alessandria (1967) e anche una vita spesa spesso contro- era cappellano dagli anni inserviente in ospedale. Da corrente. Non amava metter- Cinquanta —, durante un inanni era cappellano si in mostra, ma non esitava a contro organizzato dall’Innell’abbazia benedettina di testimoniare una fede tanto ner Wheel, presieduto allora Viboldone, alle porte di autentica e gratuita da indur- da Nadia Sforza. Il pretesto Milano. Non dimenticò mai lo a non iscriversi all’Istituto era la presentazione del lil’esperienza di prete operaio: per il sostentamento del cle- bro Quando si pensa con i piequando, nell’ottobre 2004, ro. Lo aveva ricordato anche di e un cane ti taglia la strada presentò il suo libro in un anno e mezzo fa, a Vibol- (edizioni l’ancora). Ma don Comune a Cremona disse done — l’abbazia romanica Luisito aveva parlato a ruota grazie a chi gli aveva inghiottita dalle tangenziali libera dell’infanzia a Vescopermesso di diventare prete, alle porte di Milano di cui vato, dei due anni passati a anche se a modo suo, a partire dalla madre. Aggiunse di aver voluto lavorare per non essere di peso agli altri. Non nella sua casa in paese. Con gli amici che era iscritto all’Istituto di sostentamento del erano diventati la sua famiglia. E ieri il Clero, perché ‘bisognava amare gratis’. E, con sindaco Giuseppe Superti si è fatto interprete commozione, raccontò che nel suo libro del comune dolore, sottolineando la qualità c’erano preghiere che lui, quando era alla morali ed umane di don Luisito, la sua Montedison, metteva sul taccuino tra un turno attenzione a tutti, la sua disponibilità e la sua e l’altro con un mozzicone di matita. carità. Grande la sua produzione letteraria: da Vescovatino nel sangue, fino a un anno fa Salariati, studio sociologico sul salariato di passava una settimana a Viboldone e l’altra «I Seminarista durante la guerra I funerali domani mattina (11,30) a Viboldone e nel pomeriggio (14,30) a Vescovato nella chiesa di San Leonardo Don Luisito Bianchi benedice le tessere Acli: era il 1958 «Sulla gratuità ho impostato la vita Non mi pagano per fare il prete» Roggione di Pizzighettone, dell’arrivo a Viboldone «quando non c’era neppure l’acqua corrente», dell’esperienza in fabbrica e poi in ospedale, della missione in Belgio e degli anni del Concilio, «una stagione di grande forza dei giovani che vedevano la possibilità di rinnovamento nelle strutture della Chiesa». Era laureato in Scienze politiche, aveva ade- rito alla Resistenza («I partigiani hanno versato gratuitamente il loro sangue per la libertà») e si era formato spiritualmente e intellettualmente sulle pagine di don Primo Mazzolari e di Dostoevskij. L’etichetta di prete operaio non gli piaceva perché, aveva ricordato, «fare l’operaio in quel modo non è un mestiere, è una cosa da automa». Soprattutto, don Luisi- cascina nel cremonese del 1968 a Quando si pensa con i piedi e un cane ti taglia la strada dedicato ancora una volta al tema della gratuità dell’amore del 2010. Amico di padre David Turoldo, di don Carlo Bellò e di don Dante Caifa, fu anche vice assistente nazionale delle Acli. Esperienza che ha segnato la sua vita. E che ricordava sempre to aveva parlato della gratuità dell’amore. Si ispirava al versetto di Matteo: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente rientro», e alla Prima lettera di Paolo ai Corinzi, che ricorda che il Vangelo si deve predicare gratuitamente. L’avverbio greco è doreàn e su questa parola il sacerdote vescovatino ha impostato le sue azioni. «Alla base della Chiesa — aveva sottolineato don Luisito — deve esserci il senso di gratuità dell’amore. È con le mani che mi sono guadagnato da vivere. Non avrei mai potuto far dipendere il mio mantenimento dal fatto di essere un prete». © RIPRODUZIONE RISERVATA con affetto. In tempi recenti la malattia, durata alcuni mesi, il ricovero a Melegnano e la morte. Le esequie saranno celebrate nell’abbazia di Viboldone domani mattina alle 11,30 e nel pomeriggio alle 14,30 a Vescovato, nella chiesa parrocchiale di San Leonardo. Verrà sepolto nel locale cimitero. © RIPRODUZIONE RISERVATA