CIAI - Le Priorita` dell`adozione internazionale
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CIAI - Le Priorita` dell`adozione internazionale
Le Priorità dell’Adozione Internazionale Le adozioni internazionali nel mondo sono in costante diminuzione, e anche l’Italia è entrata in questo trend: con un ulteriore calo nel 2013 del 9,1% rispetto al 2012, anno che ha visto a suo volta una diminuzione del 22,8% rispetto al 2011. Quindi, mentre nel 2011 sono stati adottati in Italia 4.022 bambini di origine straniera, 1 nel 2013 ne sono arrivati 2.825 . Nonostante il calo, l’Italia continua a rimanere il secondo Paese al mondo per numero di adozioni, dietro solo agli Stati Uniti. Anche tra le coppie si registra una sensibile diminuzione delle disponibilità 2 all’adozione, del 5,5% dal 2011 al 2012 . Nel 2012 sono state 5057 le coppie che hanno presentato la propria disponibilità per l’adozione internazionale – con circa l’86% del rilascio delle idoneità –un numero che sembra ancora essere in grado di offrire una risposta adeguata ai circa 3000 bambini che l’Italia adotta ogni anno ma che potrebbe essere certamente incrementato, potendo così contare su un maggior numero di famiglie da tenere in considerazione sulla base delle necessità dei bambini. Quello che certamente scoraggia molte coppie ad intraprendere la strada dell’adozione internazionale è3:1) il costo della procedura, da sempre significativo ma che ora la crisi economica ha reso più gravoso; 2) il tempo lungo di un iter percepito come inutilmente complesso e macchinoso e dall’esito incerto; 3) la preoccupazione di accogliere un bambino che potrebbe avere bisogni speciali. Il problema è soprattutto capire, al di là dei numeri, quanto le coppie che si candidano per l’adozione internazionale possano effettivamente affrontare le complesse problematiche di cui sono portatori oggi i bambini segnalati per l’adozione internazionale: per la maggior parte già in età scolare (l’età media è di 5,5), spesso appartenenti a fratrie numerose, quasi sempre con problemi di salute, con vissuti molto pesanti alle spalle. Bambini che hanno bisogno di famiglie che li aiutino a recuperare gli svantaggi che le situazioni della vita hanno causato loro. E famiglie che, a loro volta, necessitano di assistenza e sostegno per essere aiutate ad affrontare i ritardi e le difficoltà dei bambini accolti. Purtroppo non c’è una stima attendibile sul numero dei bambini abbandonati nel mondo ma sappiamo che non sono certamente quei 168 milioni a cui si fa riferimento in diversi documenti istituzionali4. e anche in alcune proposte di legge (ddl.n.653 alla Camera e ddl.n.235 al Senato): 150 milioni sono i bambini stimati da 5 Unicef nel rapporto “The state of the world’s children 2014” come vulnerabili – orfani 1 CAI, “Coppie e bambini nelle Adozioni Internazionali report sui fascicoli anno 2013 (dati provvisori)” – Istituto degli Innocenti, febbraio 2014. 2 Dipartimento Giustizia Minorile : “Dati statistici relativi all’adozione anni 2000-2012”– www. giustizia minorile.it 3 “I percorsi dell’adozione internazionale: il punto di vista delle famiglie” in Studi e Ricerche n. 19, collana della Commissione per le Adozioni Internazionali , pag. 24 4 Si afferma che ci sono 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo: nella “Relazione Conclusiva sull’indagine conoscitiva sull’attuazione della normativa in materia di adozione e di affido” della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, pag. 505; nel decreto 26/11/2013 di “Costituzione commissione di studio in tema di adozioni internazionali” del Ministero della Giustizia, come prima considerazione. 5 USAID, “Lavorare insieme su un approccio globale, risposta coordinata ed efficace per I bambini vulnerabili”, 2010. I bambini vulnerabili, nel 2009, sono stati stimati in 163 milioni e tra questi ci sono i bambini orfani di uno o di entrambi i genitori. Gli orfani di entrambi i genitori sono stimati in 18,5 milioni (dati riferiti al 2007) e per la maggior parte sono accolti dalla famiglia allargata. Secondo il più recente rapporto di USAID “From Strong Beginning to Youth Resilience“ (www.childreninadversity.org) , del 2013, nel 2011 il numero di bambini orfani di almeno un genitore ammontava a 151 milioni ma è indicato come non pervenuto il dato relativo ai bambini che vivono senza famiglia. UNICEF in State of the World’s Children Report, del 2014, www.unicef.org riporta (tabella 4 pagina 57) che la stima dei bambini orfani di uno o entrambi i genitori per il 2012 è di 150 milioni. anche di un solo genitore - e quindi non certamente abbandonati né tantomeno adottabili6. Quello che sappiamo invece, analizzando gli ultimi dati del 2013, è che quasi la metà dei bambini che arriva in adozione in Italia proviene da Paesi che non hanno firmato la Convenzione de L’Aja e quindi la cui verifica dello stato di abbandono è meno tutelata. Quello che sappiamo, inoltre, partendo dalla nostra esperienza sul campo, è che le segnalazioni di bambini adottabili che incontrano le aspettative delle coppie italiane sono sempre meno e sono spesso oggetto di contesa tra gli stessi enti autorizzati, anche italiani. La situazione di diminuzione delle adozioni e le difficoltà economiche spingono gli enti autorizzati italiani, che sono attualmente 62, ad adottare pratiche di concorrenza molto più consone ad ambienti aggressivamente commerciali, profit, che non a chi si occupa di tutela dei diritti dei bambini. A questo si aggiunge la fase di forte indebolimento che ha attraversato la nostra Autorità Centrale, che per oltre due mesi è rimasta senza il suo vicepresidente. In un momento in cui, tra l’altro, accadevano i drammatici fatti di cronaca in Congo! Riteniamo quindi che in tempi rapidi e urgenti sia da migliorare la disciplina delle adozioni internazionali, non tanto modificando la legge 184/83 e ss. mm., che complessivamente è ritenuta anche all’estero un’ottima legge da prendere a modello, quanto nel migliorarne la sua applicazione,in particolare implementando queste azioni: 1. VELOCIZZARE E SEMPLIFICARE LA PROCEDURA: a) Procedura italiana: è indispensabile il rispetto dei tempi previsti dalla legge per il rilascio del decreto di idoneità all’adozione internazionale: (art.li 29 e 30 l.184/83). La legge prevede un tempo massimo di 6 mesi e mezzo per il rilascio dell’idoneità mentre in realtà i tempi medi sono di circa 1 anno7. b) Procedura italiana: dotare i Servizi Sociali Territoriali di maggiori risorse umane ed economiche in modo che sia rispettato il limite dei 4 mesi per l’inoltro al TM della relazione psico-sociale, limite che oggi spesso risulta disatteso8. c) Procedura italiana: omologazione dei Protocolli Regionali attraverso un intervento della Conferenza Stato-Regioni: i protocolli regionali, 6 The Schuster Institute for Investigative Journalism : “UNICEF’s statement that there are 163 million orphans worldwide has been widely misinterpreted as meaning that 163 million children are in need of new adoptive families. Many Westerners imagine that a significant number of these adoptable children are healthy infants and toddlers. But it’s not so. UNICEF’s statistic includes what it calls “single orphans”—children who have lost one parent. As of 2007, roughly 18.5 million of these “orphans” had lost both parents. That is, of course, still a heartbreakingly large number. However, most of those are living with extended family, and are not in need of. As UNICEF’s statement below puts it, “Evidence clearly shows that the vast majority of orphans are living with a surviving parent, grandparent, or other family member. 95 per cent of all orphans are over the age of five.” Il testo completo su www.web.brandeis.edu/investigate/adoption/orphanstatistics. 7 “I percorsi dell’adozione internazionale: il punto di vista delle famiglie” in Studi e Ricerche n. 19, collana della Commissione per le Adozioni Internazionali , tavola 3,3 pag. 118 8 Camera dei Deputati, “Relazione sullo stato di attuazione della legge 149/0”, presentata dai Ministri Cancellieri e Giovannini il 16/12/2013 ,pag.35: Il 48% dei TM che ha risposto alla “Rilevazione” indica che tale termine non viene rispettato. introdotti con la legge 476/98 di riforma della legge 184/83, sono stati stipulati nella maggior parte delle Regioni e delle Province Autonome e sono molto spesso difformi tra loro. Alcuni, poi , prevedono - in alcuni casi obbligatoriamente (Regione Lazio e provincia Autonoma di Trento) - che la parte relativa all’informazione e alla preparazione della coppia venga anticipata rispetto alla presentazione della dichiarazione di disponibilità al TM9, in difformità con quanto previsto dagli art.li 29 e 30 l. 184/83 che prevede che tali fasi siano da espletarsi all’interno dei 6 mesi e mezzo previsti, e quindi rendendo di fatto possibile un ulteriore allungamento dei tempi. d) Procedura italiana: mantenimento del ruolo insostituibile dei Tribunali per i Minorenni nella valutazione dell’idoneità della coppia: il Tribunale per i Minorenni è garanzia di terzietà ed equità dei giudizi su tutto il territorio nazionale, ed il suo ruolo è irrinunciabile a garanzia del superiore interesse del bambino. e) Procedura estera: favorire il rinnovo e la stipula di accordi bilaterali per agevolare le procedure nei Paesi di provenienza dei bambini, dal momento che ben il 47% dei bambini adottati in Italia nel 2013 provengono da Paesi non ratificanti la Convenzione de L’Aja del 1993 2. MAGGIORE SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE: a) Sostegno economico per tutte le famiglie adottive: E’ necessario operare una riduzione del carico economico dell'adozione internazionale sulle famiglie attraverso la deducibilità di tutte le spese sostenute per l’adozione. Attualmente è consentita una deducibilità solo del 50% delle spese. b) Sostegno economico per le famiglie adottive di bambini con bisogni speciali: applicare in ogni regione e provincia autonoma quanto previsto dall’art. 6 l.184/83 che prevede che Stati, regioni ed Enti locali possano provvedere a tali sostegni nei confronti di chi ha adottato bambini ultradodicenni o disabili. Ad oggi nessun ente locale ha adottato tali misure se non la Regione Piemonte. c) Accompagnamento post adozione all life long: è necessaria l’implementazione dei servizi, pubblici o privati convenzionati, di accompagnamento all life long per famiglie adottive, con attività specifiche per genitori ma anche per i figli adottivi. A fronte della sempre più evidente carenza dei servizi sociali nella possibilità di fornire questi servizi alle famiglie, per mancanza di risorse sia economiche che umane 9 “Appare inoltre un tendenza comune il favor per la precedenza della fase di informazione-sensibilizzazione rispetto al deposito della domanda di disponibilità al tribunale per i minorenni. Solo taluni protocolli tuttavia prevedono … che la frequenza di un percorso formativo … debba obbligatoriamente precedere il deposito della dichiarazione formale presso il Tribunale per i Minorenni (Provincia Autonoma di Trento e Regione Lazio). La maggioranza si limita invece … a prevedere che all’interno dei servizi la fase informativa e formativa della coppia debba avere luogo prima dell’istruttoria per la valutazione dell’idoneità”. Joelle Long in “I percorsi formativi nelle adozioni internazionali”, Istituto degli Innocenti, 2013, pag. 55. adeguatamente preparate, sarebbe auspicabile un sostegno affinché gli Enti autorizzati riescano a garantire questi servizi alle famiglie in modo gratuito. Ciò potrebbe avvenire attraverso un sistema di contributi erogati agli enti a fronte delle prestazioni, o con un sistema di convenzioni con il servizio pubblico, oppure direttamente alle famiglie. d) Realizzazione di una ricerca sullo stato di benessere dei figli adottivi : E’ urgente, per ottimizzare gli interventi, realizzare indagini quantitative sullo stato di benessere, nel corso del tempo, di tutti i bambini adottati in Italia, con bisogni speciali e non, così come anche raccomandato all’Italia dal Comitato ONU10. 3. RISTRUTTURAZIONE DELLA COMMISSIONE ADOZIONI INTERNAZIONALI: a) Dotare la CAI delle risorse umane ed economiche necessarie ad espletare il suo indispensabile ruolo di promozione istituzionale dell’adozione, a livello europeo e nei Paesi di provenienza dei bambini. b) Rafforzare i poteri di vigilanza e controllo della CAI sull’operatività degli enti per il pieno espletamento dell’attività ispettiva in Italia e all’estero, anche attraverso modifica dell’art.6 del Regolamento della CAI11. 4. REQUISITI PER GLI ENTI AUTORIZZATI: I requisiti previsti per l’autorizzazione agli enti devono essere resi più stringenti e rigorosi avendo come obiettivi la massima eticità, trasparenza, professionalità e tracciabilità di ogni azione compiuta, aggiungendo a quelli già previsti (art. 11 e ss. del regolamento della CAI), i seguenti: a) Obbligatorietà della certificazione di bilancio; b) Tracciabilità dei trasferimenti monetari in Italia e all’estero; c) Obbligo di fornire servizi nel pre e nel post adozione con professionisti (psicologi e psicoterapeuti) specificatamente formati sulle tematiche adottive; d) Divieto di pagare il personale all’estero in funzione del numero delle adozioni, cosa che incentiverebbe pratiche poco trasparenti di reperimento dei bambini per l’adozione. CIAI – Centro Studi Milano, 13 marzo 2014 10 Osservazioni Conclusive indirizzate all’Italia dal Comitato e pubblicate il 31/10/2011, raccomandazione ONU/CRC/C/ITA/CO/3-4 11 D.P.R. 8/6/2007 n. 108 pubblicato in Gazzetta Ufficiale 25/7/07 n.171 “Regolamento recante riordino della Commissione per le adozioni internazionali