PER UNA REVISIONE DELLA LEGGE SULLE ADOZIONI IN ITALIA.

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PER UNA REVISIONE DELLA LEGGE SULLE ADOZIONI IN ITALIA.
PER UNA REVISIONE DELLA LEGGE SULLE ADOZIONI IN ITALIA.
Sintesi dei punti proposti. Questo documento raccoglie un riassunto delle soluzioni proposte da
U.F.A.I. per un disegno di legge che riformi il sistema delle adozioni nazionali e internazionali di
minori.
ADOZIONI NAZIONALI:
1) Creazione di un database centrale (Banca Dati Nazionale) che contenga i dati aggiornati relativi
al numero di minori adottabili nel nostro Paese e che sia collegato a tutti i Tribunali dei Minori.
Creazione di una Banca Dati Nazionale anche per i minori che necessitano di affidamento.
2) Possibilità, da parte delle coppie, di trasmettere un’unica domanda di adozione a tutti i
Tribunali dei Minori collegati in rete al database nazionale (meno stress per le coppie, meno
burocrazia, riduzione dei costi del servizio pubblico) e creazione di elenchi divisi per età minori,
fratrie e special needs.
3) Uniformità a livello nazionale dei criteri di chiamata da parte dei giudici dei Tribunali dei
Minori (in merito ai diversi aspetti, per esempio: presenza o meno di figli biologici...).
4) Istituire un controllo per il rispetto della precedenza sulle coppie (a parità di requisiti) in base
all'anzianità di deposito della domanda e controllo sulla modalità di valutazione della coppia
durante l’iter pre-adottivo.
5) Elaborazione di una procedura di chiamata e selezione che tuteli il rispetto anche dei sentimenti
delle famiglie: trasparenza (anche sulle motivazioni di scelta) e regole chiare per tutti.
6) Istituzione dell’idoneità anche per la nazionale e l'affido, direttamente sancita dal parere dei
servizi sociali.
7) Potenziamento dei Servizi Sociali istituendo equipe ad hoc a sostegno dell'adozione con
professionisti specializzati che lavorino con le famiglie adottive e affidatarie in sinergia con Asl e
sistema scolastico territoriale (fondi da reperire dalle case famiglia, che saranno ridotte
dall'istituzione dell'Adozione Aperta).
8) Riduzione del tempo di rischio giuridico a tutela della continuità affettiva del minore.
ADOZIONI APERTE (affidi sine die):
9) Diffusione di una cultura per una Adozione aperta al posto della casa famiglia "sine die" in
modo da tutelare il minore e il suo diritto di crescere in famiglia, garantendo una continuità del
legame (qualora fosse possibile), ma tutelando la continuità nella nuova famiglia.
U.F.A.I. - Unione Famiglie Adottive Italiane
Sede: Via Lombardia 61 – 20821 – Meda (MB)
Presidenza Tel. 3316536174 – Segreteria Tel. 3481580394
Codice fiscale 91134460152
Atto registrato il 24 giugno 2014 al n. 2507
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ADOZIONI INTERNAZIONALI:
10) Tempo di rilascio del decreto di idoneità fissato entro l’anno dal deposito della
documentazione richiesta alla coppia, attraverso il potenziamento dei servizi pubblici territoriali
dedicati all'adozione (vedi punto 7).
11) Rispetto da parte degli enti di standard di accreditamento minimi: tra questi un corretto
rapporto tra numero di mandati acquisiti e adozioni effettivamente concluse, la garanzia di tempi
massimi d’attesa, prevedere criteri che assicurino servizi efficienti, trasparenza nell’accesso alle
informazioni contabili e procedurali della pratica adottiva. Garantire liste d'attesa consultabili,
chiare ed aggiornate ogni quindici giorni che, nel rispetto della privacy, indichino non soltanto
numeri indistinti ma anche la data del conferimento di mandato per ciascun soggetto in lista
d'attesa e gli abbinamenti effettuati.
12) Istituire un effettivo controllo della pratica adottiva e il rispetto da parte dell'ente di procedure
corrette e non discriminatorie.
13) Nel caso l'ente, per cause non imputabili al suo operato, non possa portare a termine una
pratica adottiva, bisogna prevedere un meccanismo di garanzia che consenta alle coppie di essere
prese in carico da un nuovo ente senza ricominciare daccapo in termini di costi e tempi.
14) Nel caso in cui la C.A.I. decida di revocare ad un ente l'autorizzazione, chiediamo che le coppie
già in carico non vengano ridistribuite su altri enti per evitare danni in termini di costi e tempi:
ogni volta che ciò è successo le coppie hanno dovuto ricominciare tutto daccapo. Riteniamo che un
commissariamento consentirebbe alle famiglie di portare a termine l’adozione già pagata e
impedirebbe all'ente di accettare nuovi incarichi.
15) Una grande criticità nel rapporto tra coppie ed enti accreditati per l'adozione internazionale è
data dalla frequente e scarsa attendibilità delle informazioni fornite dall'ente sullo stato di salute
fisico e psicologico dei bambini, nonché dalla forzatura di quanto stabilito nei decreti di idoneità,
in termini di età, stato di salute, ecc., del bimbo da adottare. Chiediamo che tutto questo venga
modificato, attraverso nuove regole che portino l’ente ad essere più vicino alle coppie che ha in
procedura, verificando tutte le informazioni prima che l’abbinamento venga proposto alla coppia.
Chiediamo inoltre, che venga regolamentata la modalità con cui le coppie vengano informate dal
proprio ente, inserendo queste nuove regole nel “mandato” sottoscritto da entrambe le parti, in un
ottica di vera trasparenza.
16) Chiediamo di portare al 100% la detraibilità di tutte le spese sostenute per la procedura di
adozione internazionale (costi delle relazioni post adozioni incluse) magari diluendola in qualche
anno.
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17) Creare un "Prestito d'Onore" a tasso zero, che la famiglia possa restituire in comode rate.
Questo consentirebbe di adottare non solo a coppie con redditi medio - alti e renderebbe l'adozione
accessibile a tutti.
18) Costituzione degli Uffici di Consulenza Territoriali della C.A.I. che accompagnino le coppie nel
periodo pre-adozione fino all'ottenimento del decreto di idoneità seguendone, avvalendosi della
consulenza dei i servizi territoriali, durante la formazione. Ruolo di questi uffici Territoriali CAI
sarebbe anche il supporto delle coppie nella scelta del Paese estero e nell’espletamento delle
pratiche relative alla parte italiana delle procedure estere (produzione, traduzione, legalizzazione
dei documenti, ecc.).
19) Le famiglie rientrate a casa nel periodo post-adottivo sarebbero affidate sempre alla consulenza
dei servizi territoriali che potrebbero favorire un accompagnamento serio e qualificato durante la
fase delicata di ingresso del bambino in Italia, il suo inserimento scolare ed i controlli sanitari. In
questo modo, si diminuirebbero molto i costi della parte italiana dell’adozione internazionale. Le
relazioni post adozione sarebbero, in quest'ottica, affidate sempre ai servizi sociali. In riferimento
al percorso post-adottivo, sarebbe poi importante che i servizi sociali (adeguatamente potenziati)
costituiscano una rete di assistenza e cooperazione con tutti i soggetti che interagiranno con il
bambino, come il medico di base e la scuola, istituendo inoltre corsi e incontri non onerosi.
Diverrebbero così un vero appoggio per le famiglie.
20) Istituire un protocollo Sanitario uguale in tutte le regioni e linee guida per tutti i medici di base
sulle situazioni sociosanitarie dei paesi di provenienza.
21) Prevedere per i genitori adottivi permessi di assenza per malattia del minore non in base
all’età, ma in base agli anni da cui il minore è arrivato in Italia.
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RIFORMA DELLA CAI:
La CAI è l'organo di controllo di tutto il sistema adottivo. Crediamo che debba essere
implementato e supportato da contatti diretti con il Ministero degli Esteri e Ambasciate, ma
soprattutto che sia garantita la sua Funzione di Controllo a garanzia delle Famiglie in procedura.
Per questo motivo pensiamo ad un’Assemblea di Commissari all'interno della quale, non ci siano
rappresentanti di Enti Autorizzati e altre organizzazioni, in linea con il principio che controllato e
controllore debbano confrontarsi su piani separati.
22) A garanzia di un maggiore ed effettivo controllo del sistema adozioni, chiediamo che debba
essere inoltre prevista una revisione del ruolo e delle regole costitutive della Commissione per le
Adozioni Internazionali. Il modello a cui ci ispiriamo è quello della Conferenza Stato-Regione con
una Assemblea di commissari estratti su modello della chiamata di giurie popolari, composti da
magistrati, esperti in diritto internazionale e diritto dei minori, legata al Ministero degli esteri.
All’interno dell’Assemblea inoltre dovrebbe essere presente una rappresentanza delle famiglie che
non sia legata ad enti o associazioni familiari, per questo motivo proponiamo che i commissari
delle famiglie vengano selezionati su estrazione, su modello nord europeo, tra le coppie in
procedura e che venga anche inserita una rappresentanza dei figli "adottati", due voci che
sarebbero in grado di portare un contributo innovativo.
23) L'Assemblea dei commissari dovrebbe poi incontrare, la commissione degli enti
(rappresentanti eletti dagli enti stessi), la commissione delle associazioni familiari (rappresentati
eletti dalle stesse) e commissione dei servizi sociali. Il lavoro tra l’assemblea e le commissioni
garantirebbe un monitoraggio del sistema e garantirebbe, come precedentemente detto, una
separazione tra "controllato e controllore", evitando conflitti di interesse.
24) Istituzione di un questionario da consegnare alla CAI , compilato dalla famiglia una volta
conclusa la procedura che relazioni sui vari aspetti di questa (tempi, chiarezza , assistenza in loco,
costi , trasparenza, efficienza) e del rapporto con il proprio Ente. La rilettura di questi "report"
potrebbero essere molto utile, sia per evidenziare criticità, sia per monitorare il comportamento
virtuoso degli enti.
ACCOGLIENZA E PROMOZIONE DELLA CULTURA ADOTTIVA:
25) Diffondere la cultura dell’adozione di bambini nel nostro Paese: un primo importante segnale
sarebbe l’istituzione di una Giornata Nazionale per l' Adozione. Prevedere, inoltre, incontri nelle
scuole e iniziative atte a promuovere la Famiglia Adottiva come modello per una società inclusiva e
accogliente.
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