Dicembre 2013 - Crescere Insieme
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Dicembre 2013 - Crescere Insieme
RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2013 - NUMERO 2 ONLUS CRESCERE INSIEME LA CONSULENZA È GRATUITA! CONOSCERCI È UNA BELLA COSA! Ti aspettiamo a Lissone in via Cappuccina 22 Siamo aperti da lunedi a venerdì dalle 9 alle 19 e anche il sabato mattina dalle 9 alle 13 LA MOSSA DI PUTIN: “ADOZIONI DI BIMBI SOLO PER L’ITALIA” MANDELA, IL TRIBUTO ALLA SUA LOTTA PACIFICA PADRI A CASA PER UN ANNO. L’INGHILTERRA APPROVA LA MATERNITA’ CONDIVISA ADOZIONI, SI AMMALA DI MALARIA UNA MAMMA IN OSTAGGIO IN CONGO CONTRO L’OMOFOBIA, A SCUOLA LEZIONI A DIRIGENTI E PROF LA CURA DEL PELUCHE: BASTA UN ABBRACCIO PER SCACCIARE L’ANSIA ANGOLO CURIOSITA’ WORK IN PROGRESS CI TROVI ANCHE QUI: BRIANZA LA HA LA SUA ASSOZIAZIONE PER L’ADOZIONE INTERNAZIONALE Comunicazioni ai sensi dell’art. 130 D.Lgs 30 giugno 2003 n. 196 (c.d. codice privacy) I dati personali dei destinatari del presente programma sono stati comunicati dai destinatari della presente ovvero sono stati rinvenuti in pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Tali dati sono trattati come strumenti informatici, nel pieno rispetto delle norme del D.Lgs. 196 del 2003. Il trattamento dei ricordati dati è finalizzato alla comunicazione delle principali notizie dei giornali, nonché alla comunicazione delle iniziative di Crescere Insieme, Studio Corno e Cis Centro Studi d’impresa. Il conferimento di tali dati è facoltativo. In ogni caso, essi non saranno resi disponibili a terzi. Il soggetto al quale i dati si riferiscono potrà esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del citato decreto, previa verifica di compatibilità con la normativa eventuale riguardante la singola iniziativa nell’ambito della quale i dati sono stati raccolti e vengono conservati. Contitolari del trattamento dei dati forniti sono Crescere Insieme, CIS centro studi d’impresa S.r.l. e Giacomo Corno. Comunicazione ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70 (commercio elettronico). Il presente messaggio è volto a promuovere, in modo diretto e indiretto, i servizi offerti da Crescere Insieme, CIS centro studi d’impresa e da Studio Corno e costituisce comunicazione commerciale ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70. comunicazione, preferibilmente per iscritto, al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. Www.crescereinsiemeonlus.org E-mail: [email protected] Tel:039/9350124 - Fax:039/9350125 LA CONSULENZA E’ GRATUITA VIA CAPPUCCINA 22, LISSONE Progetto In Federazione Russa: “Face To Face” Corsi Pre-idoneità Progetto In Rwanda:”Il Centro Nyampinga” Corsi Pre e Post Adozione Corsi di sensibilizzazione scolastica Corso di Lingua: UCRAINO Corso di Lingua: RUSSO Cene a Tema Collaborazione con la Nostra Famiglia Cineforum ESTERO Padri a casa per un anno. L’Inghilterra approva la maternità condivisa Un congedo di un anno per neo genitori da dividere a piacimento tra mamma e papà. Nick Clegg, leader dei liberal democratici nonché vice primo ministro, alla fine ce l’ha fatta: dall’aprile 2015 un padre che lavora in Gran Bretagna avrà gli stessi diritti di una madre, godrà della possibilità, dopo la nascita di un figlio, di stare a casa a prendersi cura del bimbo per quasi un anno intero senza perdere il posto. […] Clegg, che con tre figli maschi di quattro, otto e undici anni e una moglie avvocato conosce bene la dinamica famigliare, è apparso sollevato e soddisfatto di dire addio, una volta per tutte, a un sistema che definisce «antiquato». «Ci sono papà che vogliono stare a casa e mamme che vogliono tornare al lavoro — ha precisato —. Non possiamo obbligare tutti i genitori a comportarsi nello stesso modo. L’idea che sia principalmente la donna a occuparsi dei figli è sorpassata». […]. Fa notare che il provvedimento non è pensato solo per i papà. «La donna che diventa mamma ha diritto di scegliere liberamente quale strada prendere professionalmente. Il fatto che il padre del bambino possa stare a casa le darà l’opzione di perseguire attivamente la carriera». Fonte: La Repubblica […] Perché è accettabile che una donna lavori part time o con orari flessibili, ma non che lo faccia un uomo? Dobbiamo pensare attentamente a come superare queste barriere culturali». Il congedo per genitori riguarderà il primo anno di vita del bambino. Le prime due settimane dopo la nascita spetteranno d’obbligo alla madre per darle il tempo di riprendersi fisicamente dal parto. Le rimanenti 50, invece, potranno essere divise liberamente tra madre e padre. Per sei settimane chi si mette in pausa avrà diritto al 90% dello stipendio usuale, mentre le successive 33 verranno pagate per legge 136.78 sterline l’una (circa 164 euro) e le ultime 13 non saranno retribuite. Nonostante la busta paga relativamente misera, il genitore che decide di stare a casa avrà comunque i diritti del lavoratore a tempo pieno: non potrà essere licenziato senza giusta causa e al ritorno avrà diritto alla stessa posizione e allo stesso rango di prima. Dovrà solo informare il datore di lavoro con otto settimane di anticipo della data del rientro e dare lo stesso preavviso se preferisce dare le dimissioni. Il nuovo sistema prevede in aggiunta due mini congedi non pagati per padri che vogliono recarsi ad appuntamenti prenatali, mentre tutti i lavoratori con 26 settimane di servizio continuativo avranno diritto al part time e all’orario flessibile. Per l’Institute of directors si tratta di un «incubo burocratico» che avrà un impatto negativo soprattutto «su società medie e piccole che non possono permettersi troppa flessibilità», mentre la Camera di commercio britannica sostiene che il nuovo provvedimento rispecchi le esigenze di datori di lavoro e dipendenti in ugual misura. Avrà successo? Il governo si è impegnato a esaminare i risultati dopo 12 mesi. […] PSICOLOGIA La cura del peluche: basta un abbraccio per scacciare l’ansia Possibile che un orsacchiotto di peluche vi aiuti a dominare ansie, depressione e addirittura il terrore della morte? Secondo i ricercatori dell’università di Amsterdam non solo è possibile, ma esiste ormai un’evidenza scientifica che toccare, prendersi cura e magari portarsi a letto il proprio pupazzo preferito, aiuta chi non è particolarmente dotato di autostima a divenire mentalmente più forte nell’affrontare la vita e le angosce che essa ci riserva, ma soprattutto il timore della morte. Quasi tutti gli esseri umani hanno paura della morte, ma ce ne sono alcuni per i quali questa diventa una fobia (tanatofobia) ed è proprio su questi soggetti che l’abbraccio di un bell’orsacchiotto di pelo pare far miracoli. In questo caso la scienza non fa altro che mettere il suggello su un fatto che è alla portata di tutti, specie quando si è bambini, ma rimane anche in età adulta, se solo si supera la vergogna di portarsi a letto la giraffa di pannolenci tanto amata. […] Tutti noi, diciamolo senza paura, quando la notte porta l’incubo peggiore, quello che ti fa svegliare madido di sudore, vorremmo avere la nostra coperta di Linus, da tirarci sul corpo per scacciare gli alieni che ci stanno raggiungendo con i loro virus mortali. E la coperta di Linus è proprio l’orsacchiotto o la zebra o il koala, insomma, a seconda della fantasia e della simpatia,l’animale morbido, peloso, le braccia spalancate e lo sguardo sempre rassicurante, che ci è stato regalato da piccoli e che non abbiamo, del tutto inconsciamente, mai voluto relegare in cantina o regalare a un altro bambino. […] Gli olandesi l’hanno chiamata «hug therapy» (terapia dell’abbraccio) e pare molto utile a chi, dotato di scarsa autostima, è pervaso dall’ansia della morte precoce. Fonte: Il Giornale Sander Koole, psicologo dell’ateneo di Amsterdam, afferma che chi ha un’eccessiva paura della morte, trova conforto anche solo nell’entrare in connessione interpersonale con gli altri, ancor più se ne sfiora o tocca transitoriamente i corpi, quasi a volersi convincere del tutto che non si tratta di fantasmi ma di vere vite, come la propria. Nell’esperimento degli olandesi, un gruppo di persone dotate di scarsa autostima, cui viene appositamente ricordato che la morte è sempre in agguato, trae notevole conforto dal toccare un orsacchiotto di peluche rispetto al gruppo cui, il ricordo di questa terribile spada di Damocle, viene risparmiato. Non solo, ma il primo gruppo valuta che il peluche costi il doppio, rispetto al secondo gruppo. Koole ritiene che questo «abbraccio con il peluche» diventerà presto una terapia aggiuntiva a quella tradizionale contro ansia e depressione. Fuori il koala e il succhiotto dunque e la notte sarà fatata. Purché qualcuno non accenda la luce. ADOZIONE La mossa di Putin: «Adozioni di bimbi solo per l’Italia» Anche se nel Paese il problema degli orfani è drammatico, la Russia continuerà a non consentire l’adozione da parte di quasi tutti i Paesi occidentali con eccezione dell’Italia. Il nostro è infatti, secondo le autorità di Mosca, l’unico Stato che ha una convenzione valida con la Russia e che non consente nozze gay e adozioni da parte di coppie omosessuali. Le adozioni negli Stati Uniti, il Paese che accoglieva in passato il maggior numero di bambini, sono bloccate da tempo per una disputa politica e anche per la successiva questione delle coppie omosessuali. Con la Francia tutto si è fermato quando ad aprile il Parlamento di Parigi ha approvato le nozze e le adozioni gay. Intanto 650 mila orfani continuano a vivere presso famiglie affidatarie e in 1.500 orfanotrofi. Un numero spaventoso, pur considerando che la Russia ha 140 milioni di abitanti. Basti ricordare che nel 1945, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli orfani in tutta l’Unione Sovietica (che comprendeva tutte le altre Repubbliche, compresa la popolosa Ucraina) erano 678 mila. Che le norme sulle unioni omosessuali avrebbero inaridito il già piccolo rivolo di bambini autorizzati ad andare all’estero era chiaro da mesi. Era stato lo stesso Putin ad annunciare in primavera che gli accordi bilaterali con i vari Paesi avrebbero dovuto essere rivisti. Poi è arrivata la Duma che ha vietato esplicitamente con una legge le adozioni nei Paesi che ammettono unioni fra persone dello stesso sesso. La chiesa ci ha messo del suo, spiegando chiaramente di essere contraria in assoluto alle adozioni internazionali: «I bambini russi devono rimanere in Russia» ha detto padre Vsevolod Chaplin, responsabile delle relazioni con l’estero. È una questione di fede giusta e fede sbagliata: un piccolo che finiscein una famiglia non ortodossa, anche se cristiana, «viene allontanato dalla via che porta al regno di Dio». In poche parole, niente paradiso per chi abbandona l’ortodossia. L’ultimo a parlare è stato Pavel Astakhov, commissario presidenziale per i diritti dei bambini. «Ci risulta che attualmente l’Italia sia l’unico Paese i cui cittadini hanno la possibilità di adottare bambini russi perché questo Paese non riconosce il matrimonio omosessuale e, di conseguenza, non dobbiamo cambiare nulla nell’accordo vigente. Inoltre gli italiani rispettano i termini dell’accordo». Astakhov è del tutto favorevole alla legge varata dalla Duma: «I politici e gli statisti che sostengono lo smantellamento della famiglia tradizionale devono essere respinti dalla società e maledetti nei secoli» aveva detto giorni fa. Il problema è che senza stranieri i bambini russi rimangono nelle istituzioni (che spesso sono raccapriccianti). L’82 per cento dei cittadini di questo Paese non vorrebbe vedere nella propria famiglia un bambino adottato. Ed in effetti nel 2012 solo 6.500 orfani sono stati adottati in Russia; il 70 per cento, vale a dire 4.500 bambini, sono stati restituiti dopo un po’agli orfanotrofi. All’estero, nello stesso anno, ne sono andati 2.600, di cui 762 in Italia. I 650 mila orfani sono stati per l?80 per cento tolti alle famiglie per problemi sociali (alcolismo, violenza, eccetera) e in un anno quelli che rischiano di essere uccisi in famiglia sono circa ottomila. Di tutti gli orfani russi ben 120 mila sono disponibili per l’adozione. Ma, come abbiamo visto, quelli che riusciranno a trovare una famiglia saranno ancora di meno quest’anno. EVENTI Work in progress Corso di Lingua e cultura Russa Corsi di Lingua Ucraina Corsi Pre Adozione nel 2014 Corsi di pre idoneità nel 2014 Gruppo Adolescenti nel 2014 Gruppo per i futuri Nonni adottivi In Corso Fonte: Corriere della Sera SCUOLA Contro l’omofobia, a scuola lezioni a dirigenti e prof La lotta contro l’omofobia sta per arrivare nelle scuole. Il ministero dell’Istruzione sta predisponendo un piano nazionale in collaborazione con le Pari Opportunità e l’Unar, l’Ufficio antidiscriminazioni, che dovrebbe partire nei prossimi mesi. Il progetto è stato voluto dalla ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e dovrà entrare in tutte le scuole perchè anche dirigenti e professori facciano la loro parte in modo sistematico per contrastare l’omofobia che sta assumendo negli ultimi mesi toni sempre più drammatici. A dicembre verrà distribuito il volantino del progetto «Tante diversità, uguali diritti ». Da gennaio si partirà con la parte di progetto che riguarda specificamente le scuole. Si terranno seminari con i dirigenti del Miur e con i vertici degli uffici scolastici regionali.Quindi si proseguirà con i seminari con i dirigenti scolastici. Gli ultimi ad essere formati saranno i professori. Sarà un progetto articolato su diversi piani ma, a differenza di altre iniziative portate nelle scuole in questi anni, in questo caso si andrà a formare i vertici scolastici e i professori perché al Miur l’hanno capito: per lottare contro l’omofobia bisogna innanzitutto intervenire sugli adulti, prima ancora che sui ragazzi. All’inizio la formazione si terrà in una rete di scuole quindi, superata la prima fase di sperimentazione, si arriverà in tutte le altre. […] Sono stati creati diversi siti del Miur dove le iniziative già realizzate vengono pubblicate in rete, da «Smontailbullo» a «NoiSiamo- Pari». C’è un Fonte: La Stampa numero verde antibullismo che da qualche mese ha ricevuto istruzioni di monitorare in particolare il bullismo omofobico. A giudicare dai primi dati emersi non sembra che la scuola sia uno dei luoghi più discriminanti. «L’esigenza però è di condurre un’azione di sistema che parta dalla formazione delle figure apicali, cioè dirigenti del Miur e direttori degli uffici scolastici regionali», spiega Filomena Fotia, coordinatrice del tavolo Pari Opportunità del Miur insediato nel 2012. Si lavora su alcune direttrici fondamentali: l’educazione alla relazione con gli altri mettendo da parte le diversità, la formazione sui diritti riconosciuti a livello europeo, la lotta contro gli stereotipi linguistici. L’obiettivo del ministero è riuscire a far sì che i professori non possano più dire di non sapere nulla, di non essersi resi conto di quello che stava accadendo. Gli stereotipi, in particolare, saranno nel mirino. Nessuna tolleranza di fronte alle battute, anche quelle in buona fede. «C’è una sofferenza nel non poter essere sé stessi, vogliamo un modello di scuola inclusiva», chiarisce Filomena Fotia. Nessuna azione sarà obbligatoria, perché le scuole sono autonome e perché anche fra i docenti c’è chi non è d’accordo su queste iniziative. Il ministero però cercherà di fare in modo che battute e frasi omofobe quindi non vengano proibite ma diventino la base per una discussione. «Si farà formazione e sensibilizzazione a tappeto perché le scuole debbono essere degli strumenti nella lotta contro l’omofobia». ITALIA Adozioni, si ammala di malaria una mamma in ostaggio in Congo Il timore dei giorni scorsi si è materializzato: a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, si registra il primo caso di malaria tra i 52 italiani bloccati lì da quasi un mese perché mancano i visti di uscita per i 32 bambini che hanno adottato, ma che per ora non possono portare in Italia, anche se qualcosa – sembra – si stia finalmente muovendo. […] La preoccupazione, a questo punto, cresce: la copertura dei vaccini che le 26 coppie italiane aveva fatto prima di partire per il Centro Africa è scaduto, quindi tutti quanti sono, a questo punto, esposti al rischio, considerato anche le condizioni igienico-sanitarie non ottimali. Spiegavano i genitori: “Eravamo consapevoli, ovviamente, che avremmo dovuto adattarci a una situazione difficile, ma per nessuno di noi questo era un problema: siamo qui per portare in Italia i nostri figli. Il problema è che, a questo punto, non sappiamo per quanto dovremo restare”. Una certezza hanno ancora, le 26 coppie: “ Da qui non andremo via senza i nostri bambini. Ogni sera ci chiedono , a gesti e con le parole di italiano imparate: quando andiamo in Italia? Non possiamo tradirli così”. Eppure la soluzione diplomatica tarda ad arrivare, anche se c’è un segnale che può dare qualche Fonte: La Repubblica speranza: alcune coppie di genitori adottivi francesi sono riusciti a partire da Kinshasa direzione Parigi, portando a casa anche i bambini. “È una notizia che ci da speranza – spiega uno dei genitori, Guido- ma è indispensabile che il governo italiano si muova e risolva una situazione in cui siamo finiti non per colpa nostra ma per una leggerezza, se non un errore, delle stesse istituzioni”, dice, riferendosi al fatto che il via libera per partire, a metà novembre, è arrivato proprio dalla Cai, la commissione governativa per le adozioni internazionali. Dal governo italiano, quindi, le 26 coppie italiane aspettano ora una risposta. Il ministro per l’integrazione Cécile Kyenge – che per prima ha avuto i contatto con le autorità congolesi, con rassicurazioni che aveva spinto gli italiani a partire – spiegava: “Stiamo intensificando i contatti della diplomazia, ma non è facile prevedere una tempistica, siamo tutti i giorni in contatto con i rappresentanti del governo locale, il ministro degli interni, quello degli Esteri e anche con il Primo ministro, l’obiettivo è di riuscire a far tornare il prima possibile le famiglie con i bambini, in Italia”. Il ministro sarà alla Camera per rispondere all’interpellanza urgente presentata da alcuni deputati PD, prima firmataria Lia Quartapello, che ha incontrato l’ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo Alber Tshilsekeka Felha per far presente la situazione, chiedendo collaborazione per una rapida soluzione. Dall’ambasciatore non ha dato alcuna certezza, ma ha promesso un interessamento. […] Parleranno anche le associazioni che si occupano di adozioni internazionali coinvolte nella vicenda, […] Chiederanno “un atto umanitario in vista del prossimo Natale”, perché le famiglie possano trascorrerlo in Italia , sottolineando anche loro “la condizione in cui versano le famiglie desta preoccupazione a causa della lunga permanenza in loco che li espone a rischi di malattie, ad esborsi di denaro veramente ingenti con una incertezza che li sta logorando anche dal punto di vista psichico ed emotivo” […] CRESCERE INSIEME Crescere Insieme Onlus, augura a tutti voi... Tanti Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo З Новим Роком та Різдвом Христовим! С Новым годом и светлым праздником Рождества! ATTUALITA’ Mandela, il tributo alla sua lotta pacifica Politici, esponenti di associazioni. Dalla Federazione, il saluto a Madiba, eroe dei diritti civili del XX° secolo. I ricordi di Putin e Gorbaciov “Una volta mi aveva confessato: ‘Se non ci fosse stata la vostra perestrojka, non so per quanto tempo ancora vi sareste trascinati...’. Era una persona in grado di apprezzare i meriti degli altri popoli”. A pronunciare le prime parole di cordoglio nei confronti della morte di Nelson Mandela, in Russia, è Mikhail Gorbaciov. Che al canale televisivo Dozhd ha affidato i suoi ricordi, condividendo l’affetto per un uomo che “non si è mai piegato davanti a nulla, capace di trasmettere al mondo intero la sua idea di libertà”. Con lui, ha detto Gorbaciov, “ho sempre avuto ottimi rapporti”. “Ho appreso la notizia della sua scomparsa con grande rammarico - ha dichiarato -. Dispiace che persone come lui, che hanno lottato per la libertà, ci debbano lasciare. Non si è piegato davanti a nulla: né la prigione né la lotta politica sono state in grado di scalfirlo”. “Il mondo continuerà ad andare avanti. La gente continuerà a vivere. E credo che anche le più grosse difficoltà confluiranno prima o poi verso lo sviluppo della libertà. La storia ricorderà i grandi uomini come Mandela. Proprio per questo voglio esprimere le mie condoglianze al popolo a cui lui era molto legato e per il quale ha lottato tutta la vita. Il suo ricordo rimarrà nella memoria di tutti. E la storia di Mandela resterà per sempre”. Anche in Russia, così come nel resto del mondo, le prime pagine di tutti i giornali sono per lui. Per l’uomo divenuto simbolo mondiale della lotta al razzismo, morto all’età di 95 anni nella sua casa di Johannesburg, circondato dai familiari. “Ha lottato fino alla fine dei suoi giorni per difendere ideali di giustizia e umanità - ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin, ripreso da Fonte: Russia Oggi Ria Novosti -. A Mandela è indissolubilmente legata un’intera epoca della storia africana. A lui si deve la vittoria sull’apartheid e la nascita della Repubblica del Sudafrica”. Parole di cordoglio sono arrivate da diversi partiti. Il leader dei Comunisti, Gennady Zyuganov, lo ha definito “uno dei più coraggiosi difensori dei diritti dell’uomo”. “Molta gente parla di libertà e di diritti. Ma allo stesso tempo invia i propri aerei per bombardare interi Paesi e per sterminare popoli interi - ha dichiarato Zyuganov -. Nelson ha fatto tutto ciò che poteva per rendere libero il proprio popolo e per ottenere elezioni democratiche. Il popolo russo è riconoscente per il suo coraggio e per la vita meravigliosa che ha vissuto”. Lyudmila Alekseeva, direttrice dell’organizzazione non governativa per i diritti dell’uomo Moscow Helsinki Group, paragona invece Mandela ai “perseguitati politici del periodo sovietico”, sottolineando che “l’unica lotta possibile è quella pacifica”. “Dimentichiamo il terrore - ha detto -. Dimentichiamo la forza. Era quello che voleva Madiba”.