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REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 Renzi, F. (2014). I MONACI BIANCHI IN GALIZIA. LE RETI CISTERCENSI (1142-1250). Trieste: Centro Europe Ricerche Medievali (Collana Studi, 11), 324 pp., ISBN 9788-88-95368-21-4 realtà della società in cui i monaci vivevano. Forte delle protezioni accordate da re dell’appoggio e papi, delle e grandi aristocrazie, l’ordine cistercense è stato sovente rappresentato come protagonista di uno splendido isolamento, intoccato da un mondo che da avvicinare solo quando per la necessità di far defluire sul mercato Il XII secolo vide l’espansione in tutta l’Europa cristiana di un il surplus produttivo delle grange. Con l’obiettivo, se non nuovo e impetuoso protagonista: il dichiarato sicuramente manifesto, di monachesimo cistercense. Il modo picconare in cui i cistercensi, i monaci bianchi, storiografiche si siano imposti tra i principali attori quanto restrittive, I monaci bianchi in di una società in pieno fermento e Galizia ha come obiettivo l’analisi abbiano poi partecipato attivamente del modo in cui i cistercensi si siano al suo cambiamento, apre molti installati interrogativi. O meglio può aprirli. occidentale della penisola iberica e Spesso monaci come si siano rapportati ai poteri bianchi è stata raccontata come un locali creando un proprio sistema di monolitico processo di evoluzione relazioni messa alla prova solo dallo scontro Un’importazione e ripetizione di tra l’Ideale della regola e la cruda uno schema o piuttosto esperienze l’esperienza dei le nel basi tanto di tendenze consolidate quadrante sul nord- territorio. 158 REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 in divenire in una zona che era studio pone i tre monasteri in cerniera tra diversi spazi politici e comparazione tra loro, operando un crocevia ambizioni confronto tra questi e gli altri centri transcontinentali? I monaci sono di potere (ecclesiastici, aristocratici, stati calati dall’alto nella realtà cittadini) della zona. Una continua Galiziana comparazione di e hanno potuto resa possibile o dall’imponente lavoro di ricerca spazio? compiuto dall’a. e svoltosi su un Domande cui l’opera risponde con gran numero di fonti edite e inedite. un Una ricerca che rende così possibile insediarvisi tranquillamente creato hanno il completo loro ripensamento Un entrare nello specifico della vita di ripensamento che poggia le basi questi monasteri e delle politiche da sulla gran mole di fonti, edite e loro attuate. dell’esperienza cistercense. dall’autore; Il libro si divide in quattro un’analisi capace di restituire la capitoli. Il primo introduce allo giusta profondità storica a eventi studio spesso appiattiti sulle convinzioni coordinate utili a seguire il lavoro di degli storici. ricerca dell’a., e i successivi tre si inedite, raccolte A questo scopo l’autore – Francesco Renzi, di eccellente formazione bolognese, che svolge attività di ricerca presso e fornisce Il primo introduzione. (Sobrado, Meira e capitolo svolge infatti il ruolo di una tanto allargata esame monasteri le monasteri. quanto diversi lettore soffermano sui casi specifici dei l’Universidade do Porto – prende in tre al necessaria L’a. seconda recensisce la Melón) letteratura scientifica sull’argomento seguendone le tracce per circa un prendendo in esame le diverse secolo, iniziando dal momento della interpretazioni loro comparsa sulla scena galiziana spagnola in quanto cenobi cistercensi. Lo internazionale, della storiografia (soprattutto) e sottolineandone 159 REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 criticità e forzature interpretative. Il secondo cap. si concentra Sono poi illustrate le fonti usate e il sul monastero di Sobrado ed è anche metodo innovativo proposto per lo quello studio delle relazioni create dai all’importanza monasteri cistercensi in Galizia. La all’abbondanza impressionante di ricerca dell’a. si muove su tre assi: il fonti raccolte. Quello di Sobrado è il rapporto con l’aristocrazia locale – primo cenobio cistercense in Galizia tanto le grandi famiglie nobiliari (1142), e l’a. ne ricostruisce la quanto i piccoli milites – e con la (ri)fondazione monarchia le momento della chiamata dei monaci relazioni con il mondo ecclesiastico bianchi, tra la politica di apertura di e Bernardo di monastico, attenzione Castilla-León; con consistente, del e di la dovuto centro sinergia, Chiaravalle e al nei dei privilegi confronti della penisola iberica e gli gode l’ordine obiettivi dei tre poteri operanti nella cistercense; infine il rapporto che i zona (Alfonso VII di León-Castilla, monasteri ebbero con la variegata l’arcivescovato di Compostela, la realtà urbana Galiziana, formata da famiglia nobiliare dei Traba). L’a. grandi città, villaggi sparsi e porti. ricostruisce papali di all’uso particolare più cui quindi i rapporti Dall’applicazione costante di esistenti tra Sobrado e la famiglia questi tre assi di ricerca risulta così dei Traba, che la storiografia ha una doppia tripartizione dell’opera: visto come sua principale patrona. tre linee di indagine applicate a tre Tramite un’attenta analisi l’a. mette monasteri. Una simmetria meno in risalto come i cistercensi non rigida di quanto possa sembrare. Le abbiano legato la loro situazione tre linee d’indagine sono tangenti patrimoniale a quella dei Traba, ma usate per un confronto tanto interno abbiano ai monasteri quanto rivolto verso le relazioni includendo altri gruppi altre realtà presenti sul territorio. familiari ritagliandosi così un ruolo diversificato le loro autonomo sul territorio. Una lotta 160 REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 per l’autonomia dovette che affrontare Sobrado anche nei cardine della loro politica monastica, aiutarono i cistercensi a confronti delle mire della sede radicarsi Compostellana. L’a. riconsidera la permettendogli di estendere la loro questione, ponendo l’accento sulla influenza anche su territori non validità dei privilegi d’esenzione nelle generali all’ordine cenobio. Meira però si propone cistercense, privilegi da considerare come esempio di radicamento sul come uno strumento in continua territorio più difficile e in stato di contrattazione piuttosto che un reale conflitto deterrente ambizioni conflittualità con i milites e gli politica heredes locali, spesso trasformati in d’autonomia che si rivela anche nei familiares, ma anche un rapporto confronti con il mondo urbano. L’a. difficile mette in mostra come il monastero appartenenza, Lugo. Una difficoltà seguisse un proprio modello di dovuta anche alle interferenze delle stabilizzazione sul territorio: oltre al vicine supporto della monarchia leonésa – Compostela e Braga e che ancora interessata a mettere in sicurezza le una volta porta alla necessità di coste cistercensi ripensare i modi in cui i monaci riuscirono a penetrare nei porti potessero (o non potessero) farsi settentrionali e lungo il Camino de scudo dei privilegi papali concessi Santiago. all’ordine. Veramente interessante, concessi per dell’arcidiocesi. atlantiche le Una – i nel territorio, immediate vicinanze più con e aperto. la del Una diocesi ambiziose sedi di di Il terzo cap. prende in esame poi, lo studio del rapporto tra il monastero di Meira. Il caso di monastero e i centri urbani. L’a. Meira vede come protagonisti, oltre sottolinea ai Traba, un’altra grande famiglia, stringere rapporti profondi con le quella dei Vélez. Proprio i Vélez, élites dei borghi su cui esercitava scegliendo, di fatto, Meira come un’influenza come sia Meira riuscì indiretta a che 161 REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 una riuscì a influenzare, che con la città prospettiva dialettica con i nascenti di Ribadavia, dove riuscì invece a consejos cittadini. ritagliarsi indiretta, ponendosi in Il quarto capitolo verte sul un posto di prima importanza. monastero di Melón: che diventa un I monaci bianchi in Galizia è caso molto particolare per la sua non a caso pubblicato per la collana posizione geografica a ridosso con il «Studi» Portogallo, e per la presenza di altri Ricerche Medievali di Trieste. Si centri cistercensi nelle sue vicinanze. tratta di uno studio nel senso più L’a. nota come Melón, sostenuto genuino del termine. È una versione dalla riveduta della tesi dottorale dell’a. e corona castellano-léonesa, del Centro colmi il ‘vuoto aristocratico’ della indirizzata zona fatto specialisti e per la quale è difficile prendendone il posto e basando poi ipotizzare un uso fuori dal campo la sua crescita sul rapporto con i della ricerca. La tesi di fondo, il piccoli proprietari terrieri. Oltre che dubbio con gli appetiti delle sedi vescovili – dell’esperienza cistercense galiziana anche qui senza riuscire ad ottenere e piuttosto la necessità di indagare il una specifica attenzione da parte di modo in cui i cenobi attuassero Roma – Melón si trovò a far di conto politiche autonome nel tentativo di anche con la presenza di altri cenobi stabilizzarsi cistercensi, per piena conferma man mano che si radicarsi sullo stesso territorio. Una scorrono le pagine. Riportando la competizione che spiega anche le discussione difficoltà legarsi ripartendo l’a. esamina il rapporto saldamente al mondo urbano. Il dei monaci con i gruppi sociali e i monastero entrò in diversi modi in centri di potere presenti in Galizia. contatto con il mondo urbano, tanto Corona e aristocrazia perdono il con i borghi più piccoli, che non ruolo di perno unico dell’espansione 162 di frontiera, in di di competizione Meira a al Europeo pubblico degli sull’omogeneità sul alle territorio, fonti e trova da lì REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 La scelta dei tre cenobi, dal cistercense: anche altri attori sono in gioco, la piccola proprietari i punto di vista geografico, dice Fortemente molto. Sobrado, poco distante da nobiltà terrieri. e dei Compostela, Meira, nel quadrante privilegi generali garantiti dal papa nord-orientale, e Melón, a ridosso all’ordine con ridimensionata l’importanza cistercense: non la frontiera un’esenzione capace di sottrare i disegnano monaci bianchi alle influenze delle attraversa l’intera Galizia, rendendo sedi vescovili, ma uno strumento ancora più chiaro il modo in cui, a più differenti situazioni, i monasteri limitato, usabile solo in una portoghese, diagonale determinate circostanze e se si rispondessero hanno a disposizione le possibilità politiche. Qualcosa di molto diverso per attivarlo. Anche il rapporto con da un modello. Forse proprio per il l’importanza che il radicamento sul mondo urbano è declinato diverse secondo le differenti realtà con le territorio quali i monaci avevano a che fare, conflittualità tra i diversi centri di mostrando un modo eterogeneo di potere, sarebbe stato utile a una più rapportarsi ai borghi e ai loro facile comprensione del lavoro se abitanti. In poco più di trecento questo fosse stato corredato di una pagine l’a. innova e rinvigorisce il cartografia tematica. dibattito storico e ha il grande dei attuando che cistercensi, e la Infine, non da ultimo per le pregio di rendere chiaro per il domande lettore il suo percorso di ricerca. La solleva, il lavoro di Francesco Renzi puntualità dei si presenta non solo come un’ottima rimandi alle fonti e delle indicazioni disamina e uno studio attento delle bibliografiche, vista la mole di dinamiche in atto in una particolare materiale preso in esame, non era area, ma si propone, per il metodo cosa scontata. con il quale è stato condotto e la delle citazioni, del tutto nuove che rigorosa attenzione alle fonti che 163 REVISTA MEMORIA EUROPAE II/2 (2), Agosto de 2016 e-ISSN: 2469-0902 mostra, come un ottimo punto di pone, questo lavoro sì, come un partenza per rivalutare non solo possibile ‘modello’. l’esperienza cistercense in Galizia ma anche in altre aree d’Europa. Si 164 Fabrizio De Falco Università di Bologna Rep. de Italia