Viaggiatori permanenti
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Viaggiatori permanenti
Organizzazione Regione Toscana - Settore Musei, aree archeologiche, valorizzazione dei beni culturali e cultura della memoria Amici dei Musei Fiorentini Carla Guiducci Bonanni e Roberto Santini Foto di Carlo Cantini © Regione Toscana Realizzazione e stampa digitale: Centro stampa Giunta Regione Toscana Viaggiatori permanenti Alessandra Ragionieri 8 marzo 27 aprile 2009 Museo Casa Rodolfo Siviero - Lungarno Serristori 1-3 Firenze Regione Toscana Diritti Valori Innovazione Sostenibilità Certe volte le cose succedono per caso. Un pensiero, un’occasione, un incontro accadono così come d’incanto, e come d’incanto indicano una strada. E così è stato per Alessandra Ragionieri. Un giorno, parlando con un’amica del suo lavoro, delle nuove idee che stava sviluppando, della sua sentita necessità di affrontare il concetto di migrazione, ha da questa avuto l’opportunità di visionare alcune carte geografiche degli anni ‘30 raffiguranti le allora colonie italiane. L’artista ha così avuto in mano l’elemento che poteva svelarle il come - se non proprio una rivelazione dechirichiana, comunque qualcosa di molto simile - quel prodigio che appunto accade non si sa perché al momento giusto. In più le viene richiesto di esporre le sue opere in Casa Siviero, grande viaggiatore a sua volta, come testimonia la valigia che non a caso Alessandra utilizzerà per un’installazione. Ragionieri ha allora iniziato il suo percorso e le sue ricerche che sono culminati nelle opere presenti in questa mostra ed ambientate con pudore e riservatezza in uno spazio così intriso di significato da mettere in soggezione. Qui non si può parlare ad alta voce, cercare di coprire la storia con la cronaca, ed Alessandra non lo fa, non invade, ma allo stesso tempo non si sottrae al confronto, non si nasconde. Siviero seguiva rotte e percorsi di opere d’arte, lei segue rotte e percorsi di storie umane, e lo fa intervenendo sotto voce su antiche e nuove mappe, oppure dipingendole lei stessa, ma anche proponendo nuovi tipi di mappatura, quelli più “moderni” fatti sugli Uomini. Da questa sua intima ricerca nascono le diverse opere che compongono la mostra. Per descriverle si può partire da quelle immagini del bacino mediterraneo, deformato quasi a rimandare alla pangea ed elaborato con il tono blu scuro dell’inchiostro, che mostra il suo rizoma. Radici che stanno ad indicare l’origine dei flussi migratori, ma anche quella dell’Uomo in senso lato, espressione questa della voglia di ritrovarsi e al contempo della necessità o desiderio di andarsene altrove, là verso l’ignoto. Non ci sono nelle opere della Ragionieri prese di posizione politiche o sociali, certo non si escludono, ma non si danno giudizi, il silenzio del quale parlavamo prima a proposito del suo rapporto con il luogo della mostra, si ritrova uguale in queste carte, fa parte del suo modo di lavorare, incisivo e delicato. E di delicatezza, o meglio di pudore sono fatti anche i suoi inter venti sulle carte geografiche, dove l’artista si limita a porre dei piccoli segni, linee rosse che seguono il percorso delle nuove migrazioni, sottili fili (sempre rossi) che creano dei ponti ideali fra le sponde dei diversi stati, sagome di barche senza uomini che attraversano i mari, e poco altro ancora, proprio per non invadere, proprio perché mai come oggi è necessario sfuggire alla super fetazione di immagini, parole, discorsi. Anche le mappe con le impronte digitali sono rese quasi evanescenti dalla trasparenza del supporto, si leggono solo se si vuole leggerle, non ci obbligano, non ci sparano addosso sentenze, solo se vogliamo possiamo soffermarci sul loro significato. Una mostra dunque fatta in punta di piedi, con opere pacate, dove l’occhio può indulgere come vuole e per tutto il tempo che vuole; ogni volta scoprirà qualcosa di diverso, troverà il suo personale filo rosso che lo porterà altrove, in percorsi che mai potranno ripetersi. Valeria Bruni