Sicurezza - Dispense 2006b - Corso di Laurea Magistrale in

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Sicurezza - Dispense 2006b - Corso di Laurea Magistrale in
Sicurezza
Introduzione alla sicurezza del lavoro in ambiente chimico
Fabrizio Siviero
Università degli Studi di Torino
Facoltà di Scienze MFN
Revisione settembre 2006
Indice
1 …………… Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
2 …………… Sostanze e preparati pericolosi
3 …………… Il rischio nei sistemi chimici
4 …………… Incidenti chimici
5 …………… Sicurezza in laboratorio
Appendice
SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Elementi di prevenzione e
protezione dai rischi lavorativi
Fabrizio Siviero
Università degli Studi di Torino
Definizioni
Danno: evento (effetto) indesiderato a cose o
persone
Pericolo: situazione, condizione, proprietà o qualità
intrinseca capace di provocare un danno
Rischio: probabilità che si determini un danno più o
meno grave in conseguenza dell’esposizione ad un
pericolo
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
1
SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Pericolo e rischio
Infortunio e malattia professionale
Infortunio: evento che si manifesta in modo violento
ed improvviso, provocando un danno all’integrità
fisica del lavoratore che ne comporta l’inabilità
temporanea o permanente allo svolgimento
dell’attività lavorativa.
Malattia professionale: è un evento morboso dovuto
all’azione nociva, lenta e protratta nel tempo, di
materiali, prodotti e sostanze di uso industriale e
agricolo, ovvero tutti quei fattori negativi presenti
nell’ambiente in cui si svolge l’attività lavorativa.
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Cos’è la valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi è un esame sistematico
di tutti gli aspetti del lavoro intrapreso per
definire quali siano le cause probabili di lesioni o
di danni, sia che risulti possibile eliminare il
pericolo, oppure che ciò non risulti possibile e si
debbano quindi definire le misure protettive del
caso, oppure ancora se sia possibile controllare i
rischi fino a ridurli a un livello accettabile.
(Orientamenti riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro,
documento CEE)
Metodologia
per la valutazione dei rischi
La maggior parte delle linee guida esistenti prevede le
seguenti fasi:
Definizione dei limiti del sistema da esaminare
(struttura dell’impresa, processi lavorativi, settori di attività,
operazioni specifiche, ecc.)
Individuazione dei fattori di rischio presenti
Individuazione delle persone esposte o
potenzialmente esposte ai rischi
Stima - quando necessario - dell’entità del danno
potenziale e della probabilità di accadimento degli
eventi negativi
Espressione del giudizio di valutazione
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
L’individuazione dei fattori di rischio
La possibilità che si verifichi un danno per la sicurezza e per
la salute è legata alla presenza o meno di determinati fattori
di rischio (pericoli), quali, ad esempio:
Agenti biologici
Agenti cancerogeni e mutageni, amianto
Agenti chimici
Atmosfere esplosive
Rischio di incendio
Radiazioni ionizzanti
Agenti fisici (rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici)
Movimentazione manuale dei carichi
Attrezzature munite di videoterminali
Rischi psicosociali
Stimare il rischio
Il rischio può essere definito in termini teorici tramite funzioni
matematiche del tipo:
R = f (P, M) R = P x M
dove:
P = probabilità di accadimento dell’evento indesiderato
M = entità delle conseguenze (magnitudo)
La stima del rischio consiste nell’attribuire un valore alla probabilità
di accadimento e all’entità delle conseguenze
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Valutare il rischio
La valutazione del rischio consiste nell’attribuire un significato al
valore stimato di R.
Tale operazione può essere condotta con il metodo della matrice:
La priorità degli interventi di prevenzione e protezione necessari è
determinata in conseguenza della zona della matrice a cui è
assegnato il rischio:
zona 1 > zona 2 > zona 3
Prevenzione e protezione
Le misure di
prevenzione
riducono la
probabilità
Le misure di
protezione
riducono la
magnitudo
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Prevenzione: eliminazione, riduzione,
controllo dei rischi
I rischi lavorativi possono essere eliminati, ridotti o tenuti sotto
controllo mediante:
adeguata progettazione dei luoghi di lavoro
organizzazione accurata del processo lavorativo con l’adozione
di adeguate misure di sicurezza collettive o individuali
regolare manutenzione degli impianti e delle attrezzature di
lavoro
verifica periodica degli ambienti di lavoro e delle lavorazioni
sorveglianza sanitaria dei soggetti esposti a rischi
informazione e formazione del personale
Protezione: gestione degli incidenti
e delle emergenze
La capacità di gestire gli incidenti e le emergenze minimizzandone
le conseguenze dipende fondamentalmente da:
previsione dei possibili scenari
adozione di procedure prestabilite per
primo soccorso
lotta antincendio
interventi specifici in caso di incidenti biologici, chimici, fisici
l’evacuazione in caso di pericolo grave e immediato
formazione del personale
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Protezione individuale
Si ricorre alla protezione individuale soltanto dopo
l’attuazione di misure tecniche e organizzative a carattere
collettivo per la riduzione dei rischi
l’individuazione dei rischi residui
l’individuazione delle parti del corpo esposte
Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende qualsiasi
attrezzatura destinata ad essere indossata o tenuta dal
lavoratore a protezione da uno o più rischi
Esempi di DPI
Guanti di protezione
agenti chimici
calore
fluidi criogenici
Protezione degli occhi e del volto
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Alcuni limiti dei DPI
Devono essere indossati
proteggono solo colui
che li indossa
producono limitazioni
sensoriali (tatto,
visibilità, udito, olfatto)
e alla mobilità
sono fastidiosi da
indossare per quanto
ergonomici
devono essere personali
per evitare problemi
igienici
richiedono talvolta un
addestramento
all’uso
deve esserne
effettuata una
regolare
manutenzione per
garantirne l'efficienza
non forniscono una
protezione totale in
quanto sono
progettati e realizzati
in funzione di un
problema specifico.
Esempi di attrezzature
per la protezione collettiva
Cappa filtrante
Armadi di sicurezza
Cappa aspirante
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdS Chimica Industriale
Segnaletica di sicurezza
Scopo della segnaletica:
avvertire di un rischio o di un pericolo le persone
esposte;
vietare comportamenti che potrebbero causare
pericolo;
prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini
della sicurezza;
fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, ai
mezzi di soccorso e di salvataggio o comunque in
materia di prevenzione e sicurezza
Caratteristiche della segnaletica
avvertimento
divieto
prescrizione
salvataggio
attrezzature
antincendio
indicazione:
Forma e colori dei cartelli da impiegare sono codificati.
F. Siviero – 1. Elementi di prevenzione e protezione dai rischi lavorativi
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SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Sostanze e preparati pericolosi
Classificazione e strumenti informativi
Fabrizio Siviero
Università degli Studi di Torino
Qualche dato sugli agenti chimici
Oltre 100.000 composti chimici sono presenti sul mercato
Ogni anno vengono sintetizzati circa 600 nuovi composti
Gli agenti chimici sono miscelati in milioni di prodotti per gli
impieghi più disparati
Circa 5.000 composti sono completamente classificati ai sensi
della direttiva 67/548/CEE e successive modifiche
Circa 30.000 composti sono classificati provvisoriamente
Non esistono attualmente banche dati pubbliche liberamente
accessibili contenenti le informazioni sulla classificazione
provvisoria
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
1
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Cosa sono gli agenti chimici
pericolosi
Si intendono agenti chimici pericolosi:
Le sostanze pericolose classificate ai sensi della direttiva
67/548/CEE e successive modifiche
I preparati pericolosi classificati ai sensi della direttiva
88/379/CEE e successive modifiche
Gli agenti chimici che pur non essendo classificabili come
pericolosi possono comportare un rischio per la sicurezza e la
salute, compresi quelli cui è stato assegnato un limite di
esposizione professionale
Le Direttive della Comunità Europea
Sostanze pericolose ⇒ Direttiva 67/548/CEE e successive modifiche
ALLEGATO I - Elenco delle sostanze pericolose
ALLEGATO II - Simboli e indicazioni di rischio delle sostanze e preparati
pericolosi
ALLEGATO III - Elenco frasi R
ALLEGATO IV - Elenco frasi S
ALLEGATO VI - Criteri per la classificazione delle sostanze pericolose
La direttiva “madre”, dal 1967 ad oggi, ha subito in sede comunitaria
numerose modifiche ed adeguamenti al progresso tecnico.
La sesta modifica stabilisce l’obbligo di conoscere le proprietà di una
nuova sostanza prima che sia introdotta sul mercato (per poterne
valutare preventivamente i rischi) e istituisce l’European Inventory
of Existing Chemical Substances (EINECS).
Preparati pericolosi ⇒ Direttiva 88/379/CEE e successive modifiche
ALLEGATO I- Limiti di concentrazione per la classificazione dei
preparati pericolosi.
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
2
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Criteri di classificazione
La classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi viene
effettuata in base ai seguenti criteri e categorie:
Proprietà fisico-chimiche (esplosivo, comburente,
estremamente infiammabile, facilmente infiammabile,
infiammabile
Proprietà tossicologiche (molto tossico, tossico, nocivo,
corrosivo, irritante, sensibilizzante)
Effetti specifici sulla salute (cancerogeno, mutageno, tossico
per il ciclo riproduttivo)
Effetti sull’ambiente (pericoloso per l’ambiente)
Nota: le sostanze classificate solo in base agli effetti sull’ambiente
non vengono considerate agli effetti della valutazione del
rischio chimico ai sensi del D. Lgs. 626/94
Etichettatura: simboli di pericolo
Esplosivo
E
Comburente
O
F+
Facilmente
infiammabile
F
Molto tossico
T+
N
Irritante
Xi
Pericoloso per
l’ambiente
Tossico
T
Nocivo
Xn
Estremamente
infiammabile
Corrosivo
C
I simboli di pericolo sono accompagnati
dalle frasi R che ne completano il
significato
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
3
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Categorie non identificabili
con il solo pittogramma
Classificazione
Indicazioni sull’etichetta
Infiammabile
R 10
Sensibilizzante
Xi, R42 (per inalazione)
Xi, R43 (per contatto cutaneo)
Categoria 1
Categoria 2
Categoria 3
Cancerogeno
T(+), R45
T(+), R49
T(+), R45
T(+), R49
Xn, R40
Mutageno
T, R46
T, R46
Xn, R68 (R40)
Tossico per il ciclo
riproduttivo
T, R60
T, R61
T, R60
T, R61
Xn, R62
Xn, R63
Definizioni fisico-chimiche
Punto di infiammabilità: temperatura minima (alla
pressione di 1 atm) alla quale una sostanza produce
vapori in quantità sufficiente a formare con l’aria una
miscela infiammabile.
Campo di infiammabilità o di esplosività: intervallo di
composizione della miscela combustibile-aria entro il quale
la miscela stessa è infiammabile o esplosiva. Al di fuori di
questo intervallo la combustione, anche se innescata, non
si può propagare.
Temperatura
di
ignizione
(o
di
autoaccensione):
temperatura minima alla quale i vapori di una sostanza,
nel rapporto corrispondente alla massima infiammabilità,
si accendono spontaneamente e mantengono la
combustione senza bisogno di ulteriore apporto di calore.
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
4
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Classificazione fisico-chimica
Sono definite:
Estremamente infiammabili: sostanze e preparati liquidi
che hanno un punto di infiammabilità inferiore a 0°C e un
punto di ebollizione (o, nel caso di un intervallo di
ebollizione, il punto iniziale di ebollizione) inferiore o
uguale a 35°C.
Facilmente infiammabili: sostanze e preparati liquidi il cui
punto di infiammabilità è inferiore a 21°C ma che non
sono estremamente infiammabili.
Infiammabili: sostanze e preparati liquidi il cui punto di
infiammabilità è uguale o superiore a 21° C e minore o
uguale a 55°C.
Definizioni tossicologiche
DL50 (dose letale 50 %): è la quantità che
somministrata in un’unica dose provoca la morte del
50 % degli animali posti in esperimento in un periodo
di 14 giorni.
CL50 (concentrazione letale 50 %): è la
concentrazione della sostanza nell’aria capace di
provocare la morte del 50 % degli animali posti in
esperimento in un periodo di 14 giorni.
NOEL (no observed effect level): è la quantità che
esprime il livello sprovvisto di effetti osservati.
NOAEL (no observed adverse effect level): è la
quantità che esprime il livello sprovvisto di effetti
avversi osservati.
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
5
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Classificazione tossicologica
Alla base delle definizioni che seguono sta la considerazione
che quanto più la sostanza è tossica tanto più piccola sarà la
dose necessaria per produrre effetti letali
Categoria
DL50 orale
DL50 cutanea CL50
ratto/coniglio ratto/coniglio inalatoria
ratto
mg/kg
mg/kg
mg/l/ore
Molto tossico
≤ 25
≤ 50
≤ 0,5
Tossico
25 ÷ 200
50 ÷ 400
0,5 ÷ 2
Nocivo
200 ÷ 2000
400 ÷ 2000
2 ÷ 20
Altre categorie basate sulle proprietà
tossicologiche
corrosivi: le sostanze ed i preparati che, a contatto con i
tessuti vivi, possono esercitare su di essi un‘azione distruttiva
irritanti: le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto
diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può
provocare una reazione infiammatoria
sensibilizzanti: le sostanze ed i preparati che, per inalazione o
assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di
ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla
sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
6
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Cancerogeni, Mutageni e tossici per il
ciclo Riproduttivo: definizioni
cancerogeni: le sostanze ed i preparati che, per inalazione,
ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il
cancro o aumentarne la frequenza
mutageni: le sostanze ed i preparati che, per inalazione,
ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti
genetici ereditari o aumentarne la frequenza
tossici per il ciclo riproduttivo: le sostanze ed i preparati
che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo,
possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi
non ereditari nella prole o danni a carico della funzione
o delle capacita riproduttive maschili o femminili
Sostanze CMR: categorie
Le sostanze Cancerogene, Mutagene o tossiche per la Riproduzione
(CMR) sono ulteriormente suddivise in tre categorie, definite
come segue, in funzione dei dati epidemiologici e/o sperimentali
disponibili:
Categoria 1: sostanze note per gli effetti CMR sull’uomo
Categoria 2: sostanze che dovrebbero considerarsi CMR per
l’uomo
Categoria 3: sostanze da considerare con sospetto per i possibili
effetti CMR sull’uomo per le quali tuttavia le informazioni
disponibili non sono sufficienti per procedere ad una valutazione
soddisfacente
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
7
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Limiti di concentrazione
A concentrazioni inferiori a quelle indicate in tabella un preparato non
viene classificato CMR
Classificazione
Categoria 1
Categoria 2
Categoria 3
Non gassosi
(% p/p)
Gassosi
(% v/v)
Non gassosi
(% p/p)
Gassosi
(% v/v)
Non gassosi
(% p/p)
Gassosi
(% v/v)
Cancerogene
Mutagene
≥ 0.1
≥ 0.1
≥ 0.1
≥ 0.1
≥ 0.1
≥ 0.1
≥ 0.1
≥ 0.1
≥1
≥1
≥1
≥1
Tossiche per la
riproduzione
≥ 0.5
≥ 0.2
≥ 0.5
≥ 0.2
≥5
≥1
Da applicare quando non sia diversamente specificato nell’Allegato I
della Direttiva 67/548/CEE (elenco delle sostanze pericolose)
Effetti sull’ambiente
Sono considerati gli effetti su
Ambiente acquatico
Tossicità per il pesce, per la daphnia, per le alghe
Log Pow (ripartizione n-ottanolo/acqua)
Frasi R50 ÷ 53
Ambiente non acquatico
Parametri ancora da definire
Frasi R54 ÷ 58
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
8
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Sostanze gassose
L’utilizzo dei gas espone, oltre ai rischi legati alla
pericolosità intrinseca della sostanza, anche a quelli legati
alla notevole quantità di energia potenziale dovuta alla
compressione
Ad esempio, se l’energia contenuta in una bombola da 40 l
caricata a 200 Bar fosse liberata istantaneamente, sarebbe
sufficiente per scagliare un peso di 1000 kg fino all’altezza
di 80 m alla velocità di 143 Km/h
Classificazione dei gas
In base allo stato
fisico
In base alle caratteristiche
fisico-chimiche e tossicologiche
Compressi
Inerti
Disciolti
Infiammabili
Liquefatti
Comburenti
Liquefatti refrigerati
Corrosivi
Tossici
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
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SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Identificazione dei gas
I gas contenuti nelle bombole
sono identificabili mediante:
la colorazione dell’ogiva
le indicazioni contenute
nell’etichetta
Strumenti informativi
Le informazioni relative alla classificazione delle sostanze e dei
preparati sono reperibili
sull’etichetta apposta sulle confezioni
nelle schede di sicurezza redatte ai sensi del D.M. 7/9/2002
In mancanza di informazioni esaurienti derivanti dalla
classificazione si può fare riferimento alle pubblicazioni
tecniche o scientifiche disponibili.
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
10
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
L’etichetta
NOMI CHIMICI
FABBRICANTE
INDICAZIONI
SPECIALI
NOME
COMMERCIALE
FRASI R
FRASI S
MASSA O VOLUME
CONTENUTO
SIMBOLO
RISCHIO
PIU’ GRAVE
2° SIMBOLO
La scheda di sicurezza
Decreto Legislativo del Governo n° 52 del 03/02/1997
Art. 25. - Scheda informativa in materia di sicurezza.
1. Per consentire agli utilizzatori professionali di prendere le misure
necessarie per la protezione dell'ambiente, nonché della salute e
della sicurezza sul luogo di lavoro, il fabbricante, l'importatore o il
distributore che immette sul mercato una sostanza pericolosa deve
fornire gratuitamente, su supporto cartaceo o per via elettronica, al
destinatario della sostanza stessa, una scheda informativa in materia
di sicurezza in occasione o anteriormente alla prima fornitura; egli è
tenuto altresì a trasmettere, ove sia venuto a conoscenza di ogni
nuova informazione al riguardo, una scheda aggiornata.
2. La scheda di cui al comma 1 deve essere redatta in lingua italiana,
(…) la scheda deve riportare, come informazione, la data di
compilazione e dell'eventuale aggiornamento.
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
11
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
Il contenuto della scheda di sicurezza
1) Elementi indicativi della
sostanza o del preparato e
della società o impresa
2) Composizione / informazione
sugli ingredienti
3) Indicazione dei pericoli
4) Misure di pronto soccorso
5) Misure antincendio
6) Misure in caso di fuoriuscita
accidentale
7) Manipolazione e stoccaggio
8) Controllo dell’esposizione /
protezione individuale
9) Proprietà fisiche e chimiche
10) Stabilità e reattività
11) Informazioni
tossicologiche
12) Informazioni ecologiche
13) Considerazioni sullo
smaltimento
14) Informazioni sul trasporto
15) Informazioni sulla
regolamentazione
16) Altre informazioni
Le schede di sicurezza sono sicure?
US-EPA, Chemical safety alert: Use multiple data sources for safer emergency response,
EPA-F-99-006, june 1999
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
12
SICUREZZA
CdL in Chimica Industriale
L’ allegato I della direttiva 67/548/CEE:
un esempio di scheda
Cas No
EEc No
No
7778-50-9
231-906-6
024-002-00-6
NOTA E
K2Cr2O7
IT:
dicromato di Potassio
Classificazione: Carc. Cat. 2 ; R49 Muta. Cat. 2 ; R46 T+ ;R26
Xn ; R21 Xi ; R37/38-41
R43 N ; R50-53
Etichettatura:
T+
N
R:
S:
T+; R25
49-46-21-25-26-37/38-41-43-50/53
53-45-60-61
Limite di concentrazione
NOTA 3
C ≥7%
T+ ; R49-46-21-25-26-37/38-41-43
0,5 % ≤ C < 7% T ; R49-46-43
0,1 % ≤ C < 0,5% T ; R49-46
Dalla scheda di sicurezza alle procedure
Organizzare il lavoro
I punti 7, 8, 10 e 13 sono rilevanti per l’organizzazione del lavoro,
individuando attrezzature ed accorgimenti tecnici da adottare per
operare in sicurezza e le procedure di impiego, stoccaggio e
smaltimento raccomandate o vietate. Sono indicati in modo esplicito i
dispositivi di protezione collettiva ed individuale necessari per limitare
l’esposizione degli addetti.
Prepararsi per le emergenze tecniche e sanitarie
I punti 4, 5 e 6 della scheda di sicurezza evidenziano la necessità di
attuare specifiche procedure e di adottare particolari precauzioni e/o
equipaggiamenti di emergenza.
Tali procedure devono essere integrate con le misure di carattere
generale predisposte per affrontare le situazioni di emergenza.
Informare e formare
F. Siviero – 2. Sostanze e preparati pericolosi
13
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Il rischio nei sistemi chimici
Introduzione ai rischi
nelle trasformazioni chimiche e fisiche della materia
A cura di
Fabrizio Siviero
Università degli Studi di Torino
Rischio chimico
Nella valutazione del rischio chimico si devono
considerare
la presenza di sostanze e preparati chimici
le proprietà intrinseche delle sostanze e dei
preparati (v. classificazione)
le trasformazioni fisiche e chimiche operate
intenzionalmente o non intenzionalmente sulle
sostanze o sui preparati (anche se inizialmente
non presentano proprietà pericolose)
le condizioni operative
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
1
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Struttura chimica e reattività
L’instabilità o la grande reattività di alcuni composti dipendono
dalla loro struttura chimica.
Alcune categorie di composti reattivi:
Composti polimerizzabili (CVM, acrilati, stirene, MIC)
Composti endotermici (diazobenzene, CS2, idrazina)
Composti piroforici (idruri di metalli, derivati alchil
metallici, diborano)
Composti perossidabili (eteri, acetali, eterocicli ossigenati)
Composti redox (nitrometano, N-nitrosammine)
Incompabilità e reattività
Particolarmente significative sono le sostanze (o preparati) che
possono:
reagire con l’ossigeno (sostanze piroforiche, combustibili,
infiammabili
reagire violentemente con l’acqua
reagire spontaneamente se poste in contatto con altre
sostanze (metalli, ossidanti, riducenti, acidi, basi, ecc.)
decomporsi per effetto del calore (perossidi, nitroderivati,
ecc.) o di cause meccaniche (frizione, attrito)
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
2
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Incompatibilità chimica
L’incompatibilità si manifesta con modalità differenti:
Formazione di miscele esplosive o spontaneamente
infiammabili (ipergoliche)
Formazione di miscele reattive con emissione di sostanze
tossiche o corrosive
Gran parte degli incidenti dovuti all’incompatibilità chimica sono
conseguenza di errori di manipolazione di sostanze o della
miscelazione di reflui.
Acqu
a
Azot
o
Solv
ente
Prod
Add
itiv
oB
Cata
lizza
tore
C
Aria
Aria
Acqua
Azoto
Solvente
Prodotto A
Additivo B
Catalizzatore C
otto
A
Matrici di rischio
0
0
0
1
1
1
1
0
0
0
2
1
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
?
0
?
0
LEGENDA:
0 = Compatibile
1 = Attenzione - Potrebbe reagire in determinate condizioni
2 = Incompatibile, reagisce con rilascio di calore e/o di gas
? = Sconosciuto
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
3
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
L’energia nei sistemi chimici
Gran parte degli incidenti che si verificano nel corso di
processi chimici deriva dalla considerevole energia latente nei
sistemi e nei composti utilizzati
In tutte le trasformazioni chimiche avviene necessariamente
una variazione di energia che generalmente si manifesta sotto
forma di calore
Tale energia, in determinate circostanze, può essere rilasciata
in quantità tale e con velocità troppo alta per essere smaltita
dal sistema di reazione verso l’ambiente circostante senza
danni
Combustioni esplosive
La dispersione nell’aria (particolarmente in ambienti confinati) di
Gas infiammabili
Vapori o nebbie prodotte da liquidi infiammabili
Solidi combustibili finemente suddivisi (polveri)
può provocare la formazione di miscele infiammabili o esplosive
L’esplosione può verificarsi se la concentrazione della sostanza
nell’aria ricade nel campo di infiammabilità o di esplosività
Se la dispersione è in forma di nebbia il LEL può ridursi fino a un
decimo del valore teorico
La formazione di miscele ibride (polveri + gas o vapori) può dar
luogo ad un effetto sinergico, con effetti più violenti
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
4
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Limiti di infiammabilità o di esplosività
LEL Lower explosion limit
(limite inferiore di esplosività)
UEL Upper explosion limit
(limite superiore di esplosività)
LFL Lower flammable limit
(limite inferiore di infiammabilità)
UFL Upper flammable limit
(limite superiore di infiammabilità)
Campo di infiammabilità
Intervallo di concentrazione del combustibile compreso tra i limiti
inferiore e superiore di infiammabilità (o esplosività)
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
5
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Atmosfere esplosive
La presenza di sostanze infiammabili allo stato di gas,
vapori, nebbie o polveri che possono formare con
l’aria miscele esplosive richiede una valutazione
specifica del rischio di esplosione
Le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive
devono essere classificate
In tali aree devono essere applicate specifiche misure
di protezione
Formazione di miscele esplosive
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
6
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Prevenzione dalla formazione di
atmosfere esplosive: ventilazione
Sorgenti di innesco
Le reazioni di combustione delle miscele
combustibile – aria possono avvenire solo se
innescate da una sufficiente quantità di energia:
Termica (fiamma, materiali incandescenti,
superfici calde)
Meccanica (attrito, compressione adiabatica,
urto)
Elettrica (scintille, elettricità statica)
Chimica (autoaccensione, sostanze piroforiche,
reazioni chimiche)
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
7
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Fattori di rischio nelle reazioni
chimiche
Temperatura di reazione
In accordo con l’equazione di Arrhenius, la velocità di
reazione aumenta esponenzialmente con l’aumentare
della temperatura
Concentrazione dei reagenti
La concentrazione dei reagenti influisce direttamente sulla
velocità di reazione
Catalizzatori
Il momento dell’aggiunta e la quantità di catalizzatore in
rapporto ai reagenti sono fattori critici
Variazioni di pressione
Possono verificarsi in sistemi chiusi, per variazione di
volume dovuta alla reazione o per effetto del calore
Riscaldamento e smaltimento
del calore nelle reazioni chimiche
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
8
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Proprietà di scambio termico
di un reattore
k (W/m2 K)
Funzionamento normale
con agitazione e raffreddamento
930
Con agitazione
ma senza raffreddamento
23
Con agitazione ma senza
raffreddamento (camicia vuota)
1
Con raffreddamento
ma senza agitazione
0,19
Reattore in acciaio inox da 2,5 m3, riempito con H2SO4 al 98%
T reagente = 96 °C; T camicia = 95 °C
Calore generato e calore rimosso
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
9
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Reazioni fuggitive (runaway)
Sono reazioni esotermiche che a seguito della
perdita di controllo della temperatura possono
assumere un andamento esplosivo
Sono causa di gravi incidenti industriali
(oltre 600 all’anno nell’Unione Europea)
Possono verificarsi
in processi discontinui (batch)
in caso di interruzione di processi in continuo (per
guasto, manutenzione, ecc.)
Che cosa si verifica
Aumenta progressivamente la velocità di reazione
La velocità di liberazione del calore diventa maggiore
della velocità del suo smaltimento
(il sistema assume un comportamento adiabatico)
Si verifica un accumulo di calore
Aumenta la temperatura del sistema
Aumenta la pressione all’interno del reattore
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
10
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
La spirale
della reazione pericolosa
SVILUPPO
DI CALORE
AUMENTO DELLA
TEMPERATURA
AUMENTO DELLA VELOCITÀ DI
REAZIONE
AUMENTO DI PRESSIONE/VOLUME
DEL SISTEMA
Conseguenze
Possibile innesco di reazioni secondarie
indesiderate
Innesco di reazioni di decomposizione
Esplosione fisica
Dispersione nell’ambiente di sostanze
pericolose
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
11
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Profilo caratteristico di temperatura
Principali cause della perdita di
controllo della reazione
Accumulo di reagenti o di intermedi
(velocità di alimentazione dei reagenti troppo elevata,
temperatura di reazione troppo bassa, insufficiente agitazione,
presenza di impurezze che influiscono sulla cinetica)
Raffreddamento insufficiente
(guasto nel sistema di raffreddamento o del sistema di
agitazione)
Innesco di reazioni indesiderate, secondarie o di
decomposizione
(temperatura troppo elevata, effetto catalitico di impurezze
contenute nei reagenti o nel reattore)
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
12
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Analisi delle cause
di alcuni incidenti chimici
Cause
Errori nel caricamento del reattore
Mancanza di conoscenze sulla
chimica/termochimica del processo
Presenza di impurezze
Problemi connessi con valvole
Guasti e/o fermata dell'agitatore
Inadeguato controllo della temperatura
Inadeguato raffreddamento
Avaria nelle apparecchiature ausiliarie
Ritardi nell'effettuare la reazione
Accumulo dei reagenti
Casi con dettagli insufficienti
Numero di incidenti analizzati
n° incidenti
%
38
15,0
34
33
31
24
22
21
10
9
7
24
13,4
13,0
12,3
9,5
8,7
8,3
4,0
3,6
2,8
9,5
253
Valutazione del rischio chimico I
La valutazione dovrà individuare sia i rischi per la
sicurezza sia quelli per la salute.
Dovranno essere considerate:
Le caratteristiche di pericolosità degli agenti chimici presenti
I quantitativi immagazzinati e le modalità di deposito
I quantitativi utilizzati e le modalità di impiego
L’efficacia e l’efficienza delle misure tecniche e organizzative
adottate
Le conclusioni tratte dall’analisi della situazione infortunistica e
dalla sorveglianza sanitaria già effettuata
I risultati di monitoraggi ambientali eventualmente effettuati
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
13
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Valutazione del rischio chimico II
Fattori da considerare relativamente alle modalità di
impiego degli agenti chimici:
Stato fisico e trasformazioni fisiche operate
Trasformazioni chimiche con variazione significativa delle
proprietà
Emissione di gas, vapori, polveri o fibre, fumi, nebbie durante
la lavorazione
Modalità di interazione tra agente chimico e operatore
Possibilità di formazione di concentrazioni pericolose in aria (>
TLV o LEL)
Sorgenti di innesco
Modalità di trattamento e di smaltimento dei reflui e delle
emissioni in atmosfera
Esempi di misure tecniche
e organizzative
Separazione delle lavorazioni nocive o pericolose
Aerazione degli ambienti di lavoro
Misure igieniche generali
Idoneità delle attrezzature impiegate
Impianti e dispositivi di sicurezza
Norme di buona prassi o di lavoro sicuro adottate
Segnaletica di sicurezza
Misure specifiche per la gestione degli incidenti e
delle emergenze
Dispositivi di protezione individuale
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
14
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Dal laboratorio all’impianto industriale
Raramente l’incidente in
laboratorio produce danni
gravi, ma lo stesso
incidente, rapportato su
scala industriale, può
produrre effetti catastrofici
Nello studio e nella messa a
punto dei parametri di
processo devono essere
individuati tutti i pericoli
che trasferiti su scala
industriale possono
produrre effetti indesiderati
Dovranno essere
attentamente osservati ed
indagati a fondo tutti i
comportamenti anomali
individuati in laboratorio
F. Siviero – 3. Il rischio nei sistemi chimici
15
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Incidenti chimici
Caratterizzazione, attrezzature
e tecniche di intervento
Fabrizio Siviero
Università degli Studi di Torino
Bhopal, 3 dicembre 1984
Isocianato di metile
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
1
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Toulose, 21 settembre 2001
Nitrato di ammonio
Incidenti chimici quotidiani
AVVELENATI DA UN CAFFE’: UN MORTO E UNO IN FIN DI VITA
Avrebbero usato un liquido diserbante contenuto in una bottiglia
scambiandolo per acqua minerale
S. Maria Codifiume (Ferrara) 29/5/2003
GIORNALISTA DEL TG2 BEVE ACQUA AVVELENATA
Ha bevuto mezzo bicchiere d’acqua servitole al bar e si è sentita male,
con bruciore alla gola, per la presenza di un acido o di altro agente,
forse un solvente per lavastoviglie
Roma 19/5/2003
CROLLO DI UNA PALAZZINA: 4 MORTI E 23 FERITI
A causare lo scoppio che ha sventrato l’intero edificio di quattro piani è
stata una fuga di gas avvenuta in un appartamento
Milano 18/9/2006
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
2
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Caratterizzazione
degli incidenti chimici
Gli incidenti chimici possono comportare:
Dispersione accidentale di sostanze o preparati pericolosi
Esposizione acuta delle persone presenti agli effetti delle
sostanze o dei preparati
Incendio o esplosione
a causa delle proprietà intrinseche, per formazione di
miscele esplosive con l’aria (successivamente innescate)
per contatto con sostanze incompatibili
per effetti fisici
Dispersione accidentale
Gli effetti, la superficie o il volume dell’ambiente interessati
dalla fuoriuscita accidentale variano in funzione delle
proprietà fisico-chimiche e tossicologiche (individuabili dalla
classificazione), dello stato fisico di aggregazione, della
quantità di sostanza, delle modalità di dispersione, dalle
caratteristiche del luogo e della sorgente di emissione
La contaminazione può interessare le superfici e le
attrezzature di lavoro, il pavimento, l’aria, gli operatori,
l’ambiente esterno
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
3
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Ambienti confinati
Quando la dispersione avviene in ambienti
confinati di limitate dimensioni è possibile che si
determinino concentrazioni pericolose
Esempi di ambienti confinati:
Armadi per reagenti, cappe chiuse e spente, glove-box,
frigoriferi e congelatori, armadietti dei banconi, locali
sotterranei o con scarso ricambio d’aria, pozzi, cisterne
Dispersione di gas o vapori
La modalità di diffusione di gas o vapori nell’aria
dipende:
Dal tipo di sorgente di emissione
Dalla velocità e dalla direzione dell’aria
Dalla densità relativa del gas o vapore stesso
Gas o vapori leggeri: dr < 0,8 - diffusione verso l’alto
Gas o vapori intermedi: dr 0,8 ÷ 1,2 - galleggiamento neutro
Gas o vapori pesanti: dr > 1,2 - diffusione verso il basso
Per ragioni di sicurezza si considerano pesanti tutti i gas
o vapori con dr > 0,8
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
4
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Misure da adottare in caso di
dispersione di gas o vapori
Le perdite di gas o vapori devono essere trattate valutando
attentamente le caratteristiche della sostanza e le situazioni
A seconda dei casi, si potrà intervenire effettuando le seguenti
operazioni:
Dispersione in atmosfera della sostanza mediante
ventilazione degli ambienti chiusi
Diluizione con gas inerti (nel caso di miscele esplosive)
Abbattimento o neutralizzazione della nube con acqua
nebulizzata o con reattivi appropriati (gas tossici o corrosivi)
Annegamento della bombola in acqua o in liquidi appropriati
per evitare la dispersione del gas in atmosfera (gas tossici o
corrosivi)
In ogni caso, se possibile, si dovrà cercare di arrestare la perdita
Dispersione di liquidi
Rilascio a pressione ambiente:
Il liquido si spande fino a che la pozza formatasi su una
superficie libera non raggiunge uno spessore minimo
La portata di evaporazione dalla pozza dipende essenzialmente
dalla temperatura del liquido e da quella della superficie sulla
quale viene disperso, dalla pressione di vapore del liquido,
dall’azione di ricambio provocata dalla velocità dell’aria, dalla
dimensione della pozza.
Rilascio in pressione:
Parte del liquido potrà subire una nebulizzazione e una
vaporizzazione istantanee, seguite da una più lenta
evaporazione dalla pozza formatasi ad una certa distanza dalla
sorgente di emissione
Un liquido finemente nebulizzato si disperde con maggiore
facilità rispetto ad un rivolo o un gocciolìo.
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
5
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Contenimento, assorbimento
e neutralizzazione di liquidi
In caso di dispersione accidentale di liquidi si
deve provvedere immediatamente a:
Ventilare l’ambiente
Limitare l’entità della dispersione intervenendo sulla
sorgente di emissione
Contenere la dimensione della pozza formatasi per
minimizzare l’evaporazione
Assorbire il liquido e se necessario neutralizzare con
materiali idonei
Materiali neutralizzanti e assorbenti
Sostanza dispersa
Materiale utilizzabile
Acidi
Carbonati (Ca, Na), ossido di
magnesio, calce, cemento
Basi
Acido citrico
Solventi
Carbone attivo
Per tutte le sostanze, anche Silicati (farine fossili, terra di
incognite (escluso l’acido
diatomee), fioccato di
fluoridrico per i silicati)
polipropilene
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
6
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Materiali assorbenti
In commercio sono reperibili materiali
predisposti per le diverse necessità
Dopo l’utilizzo, il materiale assorbente impregnato del liquido
disperso dovrà essere avviato allo smaltimento
Modalità di esposizione
Le sostanze pericolose possono esplicare la loro azione
potenzialmente dannosa nei confronti dell’organismo
umano attraverso le seguenti vie di penetrazione:
Inalazione
Contatto cutaneo o con gli occhi
Ingestione
In funzione delle caratteristiche delle sostanze e delle
modalità di esposizione si potranno avere effetti
acuti (immediati o a breve distanza di tempo)
cronici (differiti nel tempo)
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
7
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
TLV
TLV-TWA (Threshold Limit Value – Time Weighted
Average)
Concentrazione media ponderata nel tempo, per una
giornata lavorativa di 8 ore per 40 ore settimanali, alla quale
si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano rimanere
esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi
TLV-STEL (Threshold Limit Value – Short Term
Exposure Limit)
Concentrazione massima alla quale i lavoratori possono
essere esposti continuativamente fino a un massimo di 15
minuti, senza che insorgano effetti negativi
Valori limite
valore limite di esposizione professionale: il limite della
concentrazione media ponderata nel tempo di un agente
chimico nell'aria all'interno della zona di respirazione di un
lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento
(OELs – Occupational Exposure Limits)
valore limite biologico: il limite della concentrazione del
relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di
effetto, nell'appropriato mezzo biologico
TLV (Threshold Limit Value) ACGIH
BEI (Biological Exposure Limits) ACGIH
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
8
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Protezione delle vie respiratorie
In presenza di inquinanti chimici
nell’aria è necessario proteggere le vie
respiratorie con il dispositivo adatto
I dispositivi a filtro possono essere
utilizzati solo se nell’aria c’è abbastanza
ossigeno per la respirazione (> 17 %)
Le sostanze
disperse nell’aria
possono
contaminare
anche le superfici
esposte, gli abiti
degli operatori, la
cute, gli occhi
Lesioni da contatto
La gravità degli effetti dipende
principalmente dai seguenti
fattori:
Tipo, quantità e concentrazione
della sostanza
Temperatura della sostanza
Durata del contatto
Uno studio della Du Pont
ha dimostrato che gli
effetti fisiopatologici
dovuti a sostanze
pericolose si manifestano
entro 10 secondi dal
contatto con il tessuto
cutaneo
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
9
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Attrezzature per il lavaggio
decontaminante
In caso di contaminazione personale con
sostanze pericolose potrà essere necessario
ricorrere ad attrezzature specifiche per il
lavaggio decontaminante:
Fontanella o flacone lavaocchi riempito con
acqua, o se necessario, con soluzione
isotonica, per il lavaggio oculare
Doccia di emergenza
Attrezzature antincendio
coperta
antincendio
estintori
idrante
Il materiale estinguente utilizzato (acqua, CO2, polvere, ecc.) deve
essere chimicamente compatibile con le sostanze pericolose presenti
F. Siviero – 4. Incidenti chimici
10
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Norme generali di lavoro nei laboratori chimici
Durante il lavoro in laboratorio si devono indossare sempre il camice e gli occhiali
protettivi ed utilizzare gli adeguati dispositivi di protezione individuale quando ciò sia
necessario.
Curare la pulizia e l'ordine del posto di lavoro occupato. Riporre il materiale non
utilizzato.
Non lavorare mai da soli: in caso di incidente la mancanza di soccorso immediato può
essere fatale.
All’interno dei laboratori è vietato fumare, conservare ed assumere cibi e bevande.
Rispettare le norme igieniche generali. Al termine del lavoro, lavarsi accuratamente le
mani. Non portare oggetti alla bocca o agli occhi.
Non pipettare mai aspirando a bocca. Utilizzare gli appositi aspirapipette.
Non portare in tasca forbici, oggetti in vetro, utensili taglienti o appuntiti.
Prima di intraprendere operazioni non ben conosciute consultarsi con personale
esperto.
Prima di eseguire operazioni potenzialmente pericolose, oltre ad adottare tutte le
necessarie misure di sicurezza, avvertire chi lavora vicino affinché sia preparato ad
intervenire in caso di incidente.
Tenere le sostanze infiammabili lontano da fiamme libere o dalle apparecchiature
elettriche senza protezione antiscintilla o non appositamente progettate allo scopo.
Utilizzare le apparecchiature seguendo le istruzioni fornite dal costruttore.
Le apparecchiature in vetro devono essere accuratamente ancorate agli appositi
sostegni. Verificarne la stabilità dopo il montaggio.
I tubi di adduzione o di scarico di acqua di raffreddamento devono essere saldamente
fissati.
Le operazioni in pressione o in depressione possono provocare esplosioni o
implosioni. Verificare accuratamente le apparecchiature prima dell'utilizzo ed adottare
adeguati schermi di protezione.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
1
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Collocare le apparecchiature elettriche in posizione protetta da schizzi d’acqua,
solventi, sostanze corrosive. Disinserirle al termine del lavoro.
Non lasciare mai senza controllo apparecchi in funzione o reazioni in corso.
Consultarsi con il responsabile del laboratorio qualora l'esperimento avviato debba
proseguire durante la notte.
Prima di utilizzare un qualsiasi prodotto chimico è indispensabile acquisire
informazioni sui possibili rischi, sulle precauzioni da adottare e sulle modalità per il
suo smaltimento. Leggere attentamente l'etichetta e consultare le schede di
sicurezza.
Quando si eseguono esperimenti con sostanze o tecniche nuove o non ancora ben
conosciute, queste devono essere considerate potenzialmente pericolose fino a che
non si sia acquisita la certezza del contrario. Lavorare pertanto con piccole quantità di
sostanza e adottare abbondanti misure precauzionali.
Le operazioni che possono dar luogo allo sviluppo di gas, vapori, fumi, nebbie,
devono di norma essere svolte sotto cappa aspirante o in ambiente adeguatamente
ventilato.
Le sostanze pericolose devono essere sempre riposte immediatamente dopo l'uso
negli appositi armadi di sicurezza.
Aprire sempre con cautela i recipienti contenenti prodotti chimici, e richiuderli
accuratamente subito dopo l’uso eliminando eventuali gocciolature.
Eliminare immediatamente e in modo opportuno i prodotti accidentalmente
rovesciati, evitando la propagazione di polveri o di vapori.
I recipienti utilizzati per contenere sostanze o preparati chimici devono sempre
essere etichettati. Quando necessario vi si deve anche apporre l’apposito simbolo di
pericolo. Sui recipienti utilizzati per contenere soluzioni devono essere sempre indicati
la natura del contenuto (soluto e solvente), la concentrazione, la data di
preparazione.
Non riempire eccessivamente i recipienti, specialmente se questi dovranno essere in
seguito riscaldati. Indicativamente, non dovrebbe essere superata la metà della loro
capacità.
Non rivolgere mai l'imboccatura dei recipienti in fase di riscaldamento verso se stessi
o verso i vicini.
Recipienti, bottiglie, apparecchi in vetro, non devono mai essere posti vicino al bordo
del banco di lavoro o comunque in posizioni precarie.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
2
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Gli sbalzi termici possono provocare la rottura dei recipienti in vetro o in porcellana.
Prima di riscaldare i recipienti in vetro o porcellana assicurarsi che siano
perfettamente asciutti all'esterno.
Considerare attentamente la resistenza chimica e meccanica dei recipienti e degli altri
oggetti utilizzati nelle operazioni di laboratorio.
Imparare le procedure di primo soccorso, almeno quelle relative alle sostanze
utilizzate personalmente: anche se esiste del personale specificamente preparato per
gli interventi di emergenza, ogni minuto di ritardo può aggravare le conseguenze.
Attenersi scrupolosamente alle procedure di emergenza in vigore presso il
laboratorio.
Qualsiasi incidente o infortunio (anche di lieve entità) deve essere immediatamente
segnalato al responsabile del laboratorio.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
3
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Norme generali per l’utilizzo di gas compressi in bombole
E’ vietato tenere scorte di gas in laboratorio.
La capacità delle bombole impiegate non deve mai essere superiore alla effettiva
necessità.
Deve sempre essere assicurata una adeguata ventilazione dell’ambiente. In casi
particolari si dovrà operare sotto cappa (gas tossici, corrosivi, irritanti, ecc.) e
predisporre rivelatori di gas specifici ed idonei dispositivi di protezione individuale o
antincendio (gas infiammabili).
Ricordare che i gas inerti possono provocare asfissia se presenti nell’ambiente in alte
concentrazioni. Non scaricare il gas dove il suo accumulo può essere pericoloso.
Le bombole, in deposito e in servizio, devono essere saldamente assicurate ad una
struttura stabile con una catena metallica o una staffa al fine di impedirne la caduta o
il ribaltamento.
Il trasporto delle bombole deve essere effettuato servendosi degli appositi carrelli e
degli appropriati D.P.I. la bombola deve essere assicurata al carrello con l’apposita
catena metallica.
Durante il trasporto sui carrelli o la movimentazione manuale, la valvola delle
bombole deve essere sempre protetta con il cappellotto in dotazione.
Tenere separate le bombole vuote da quelle piene, e quelle contenenti gas tra loro
incompatibili.
Non esporre le bombole a temperature maggiori di 50 °C. Evitare la vicinanza di fonti
di calore e l’esposizione diretta alla luce solare.
Tenere le bombole lontano da prodotti infiammabili, corrosivi o comunque
incompatibili.
Prima della messa in servizio delle bombole, identificarne con certezza il contenuto
tramite l’osservazione dell’etichetta, della colorazione dell’ogiva, di punzonature,
scritte indelebili, cartellini. Controllare che non vi siano perdite dal collo della valvola,
e che questa non presenti difetti evidenti.
Non aprire mai la valvola senza il riduttore di pressione montato.
Sistemare le bombole in modo che valvola e riduttore di pressione siano posti in
posizione protetta da eventuali urti.
Impiegare solo raccorderia adeguata e materiali compatibili con il gas utilizzato,
considerandone la resistenza chimica e meccanica. Servirsi delle apposite tabelle ed
eventualmente consultare il fornitore del gas.
Evitare che la bombola diventi parte di un circuito elettrico.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
4
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Non usare grasso o oli lubrificanti per gli organi di regolazione e per le linee di
trasferimento dell’ossigeno e dei gas ossidanti: pericolo di esplosione!
Verificare la tenuta delle linee di trasferimento servendosi di acqua saponata o degli
appositi liquidi cercafughe. Ripetere periodicamente la verifica. Sostituire le
guarnizioni deteriorate.
Limitare al minimo la lunghezza delle linee di trasferimento e il numero di giunzioni
presenti: ogni giunzione può essere il sito in cui si verifica una perdita.
Le valvole devono essere sempre aperte in modo progressivo. Se l’apertura manuale
risulta impossibile, non ripetere il tentativo con mezzi meccanici (pinze, chiavi, leve,
ecc.) ma restituire la bombola al fornitore segnalando il problema.
Se l’apparecchio utilizzatore è di vetro, inserire in linea una valvola di sicurezza per
evitarne l’esplosione in caso di sovrapressione.
La pressione all’interno della bombola non deve mai scendere al di sotto di quella
dell’apparecchio utilizzatore per evitare pericolosi risucchi o contaminazioni. Dove
necessario, installare valvole di non-ritorno. Arrestare comunque il prelievo quando la
pressione residua è di circa 2 bar.
Verificare la data di scadenza del collaudo. Se questa è prossima, esaurire nel più
breve tempo possibile il contenuto e restituire la bombola al fornitore.
Consultare le schede di sicurezza, specifiche per ciascun gas, predisposte dal
fornitore ed attenersi scrupolosamente alle indicazioni ivi riportate.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
5
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Indicazioni per il primo soccorso
Le indicazioni specifiche per prestare il primo soccorso in caso di infortunio
chimico sono contenute nelle schede di sicurezza suddivise nelle seguenti tipologie:
−
−
−
−
inalazione
contatto cutaneo
contatto con gli occhi
ingestione.
Si dovrà prestare attenzione a cosa fare - e soprattutto cosa non fare - nelle
situazioni previste, e ricordare che le persone coinvolte nelle operazioni di soccorso
devono adottare le necessarie protezioni per evitare di subire esse stesse danni.
Quando è necessario ricorrere al soccorso pubblico l'infortunato sarà
accompagnato dalla scheda di sicurezza della sostanza coinvolta nell'incidente e da
tutte le informazioni necessarie sull’accaduto.
Per talune sostanze gli effetti dell’intossicazione acuta possono non manifestarsi
subito ma comparire dopo un periodo di latenza di alcune ore o addirittura di alcuni
giorni, con conseguenze anche di estrema gravità. E’ pertanto necessario che
l’intossicato venga tenuto sotto osservazione medica per un periodo di tempo
adeguato.
Se la vittima ha inalato una sostanza pericolosa è necessario allontanarla
dall'ambiente contaminato e farle respirare aria fresca. Se in stato di incoscienza,
disporla in posizione idonea che garantisca la pervietà delle vie aeree. In alcuni casi
la respirazione assistita è controindicata, salvo in caso di arresto respiratorio. In altri
casi può venire richiesta la somministrazione di ossigeno.
Il contatto con sostanze o preparati pericolosi e le intossicazioni devono essere
oggetto di immediata attenzione. E' perciò di fondamentale importanza porsi in
condizione di identificare rapidamente la sostanza che ha causato il problema. La
correttezza e la conseguente efficacia delle azioni conseguenti dipendono in gran
parte da questa prima osservazione. Uno studio della Du Pont ha dimostrato che gli
effetti fisiopatologici dovuti a sostanze pericolose si manifestano entro 10 secondi dal
contatto con il tessuto cutaneo. La rapidità nell'attuare il corretto intervento è dunque
determinante per minimizzare le conseguenze negative.
In caso di contatto con il corpo, l'intervento consiste normalmente
nell'individuare la parte colpita ed irrigarla al più presto possibile con abbondante
acqua corrente per un tempo sufficientemente lungo (in genere 15 minuti) per la
completa eliminazione di ogni residuo del contaminante. In funzione dell'entità e
della sede della contaminazione il lavaggio potrà venire effettuato usando un
semplice lavandino, la doccia di emergenza, le apparecchiature per il lavaggio
oculare.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
6
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
In presenza di una dispersione accidentale, si dovrà prestare attenzione ad
evitare che la contaminazione interessi anche altre persone, compresi i soccorritori.
Se necessario si interverrà sulla perdita o si allontanerà la vittima dall'area
contaminata.
Se è interessata una piccola porzione cutanea, si provvederà immediatamente al
lavaggio protraendolo per almeno 15 minuti. Se non compaiono segni di lesioni, il
lavaggio potrà essere completato con acqua e sapone, rimuovendo eventuali monili
per facilitare la completa eliminazione di ogni residuo del contaminante. È necessario
consultare la scheda di sicurezza per verificare la possibilità di effetti postumi e
sottoporre all'attenzione del medico eventuali lesioni anche lievi.
Se la contaminazione ha interessato gli abiti, questi dovranno venire rimossi
rapidamente, senza tentarne prima la pulitura o il lavaggio perché il contaminante
potrebbe penetrare in profondità. Ugualmente dovranno venire rimosse le calzature e
gli eventuali monili. Si dovrà curare di evitare che la contaminazione si estenda ad
una regione cutanea più ampia o agli occhi.
Dopo il lavaggio decontaminante non dovranno mai essere applicate creme,
lozioni o pomate per ustioni. Se compaiono segni di lesioni anche lievi, consultare il
medico o avviare l’infortunato al posto di pronto soccorso. Per le ustioni chimiche,
dopo aver irrigato l'area interessata con abbondante acqua corrente e rimosso gli
indumenti contaminati, coprire con un telo sterile. In qualche caso, per rimuovere
sostanze lipofile, le schede di sicurezza consigliano l'uso del glicole polietilenico 400.
Se la parte colpita è l'occhio si provvederà al lavaggio oculare impiegando le
apposite attrezzature dopo avere rimosso occhiali da vista o di sicurezza, schermi
protettivi ecc. che possono interferire con l'operazione. Se l'infortunato porta lenti a
contatto non si deve tentare di rimuoverle, almeno nella fase di primo soccorso,
anche se può capitare che vengano espulse con il liquido di lavaggio. Se soltanto un
occhio è stato colpito, la testa deve essere posizionata in modo tale da evitare
l'esposizione dell'altro occhio al contaminante. Il lavaggio deve iniziare
immediatamente, con acqua corrente possibilmente tiepida (mai calda!), mantenendo
le palpebre ben aperte e facendo ruotare l'occhio in tutte le direzioni per aumentare
la superficie irrigata, incluse le sacche congiuntivali ed evitare lo sfregamento degli
occhi.
In alcuni casi l'infortunato può presentare blefarospasmo, serrando gli occhi con
forza tale da impedire che il liquido di lavaggio si infiltri sotto le palpebre. In tal caso
potranno venire accentuati gli effetti negativi della contaminazione. Questa situazione
si presenta ad esempio con soluzioni fortemente alcaline che così possono penetrare
in profondità nei tessuti oculari. In tal caso il lavaggio dovrà comunque venire
continuato come possibile.
La durata dell'irrigazione dipende dalla quantità e dalla natura dell'aggressivo
nonché dalla sua concentrazione. In generale si considera sufficiente protrarla per 20
- 30 minuti.
Le lesioni all'occhio devono essere considerate con estrema attenzione poiché
potrebbero comportare la compromissione della funzione visiva, e pertanto
richiedono al più presto una diagnosi medica per escludere possibili complicanze.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
7
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
In caso di ingestione è sempre necessario l'intervento del medico. Le azioni da
compiere consistono nel provocare o meno il vomito in funzione delle caratteristiche
della sostanza e nel controllare gli effetti di eventuali rigurgiti. In genere non bisogna
provocare il vomito in caso di ingestione di sostanze fortemente irritanti e liquidi
corrosivi, di liquidi molto volatili a causa del pericolo di aspirazione e di sostanze
soggette a formazione di schiuma che aspirate nei polmoni possono provocare
soffocamento. Talvolta sono fornite indicazioni relative agli antidoti, la cui
somministrazione dovrebbe però esclusivamente avvenire sotto il diretto controllo del
medico, e sulla opportunità di far bere acqua all'infortunato se cosciente.
F. Siviero – 5. Sicurezza in laboratorio
8
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi secondo le direttive
della Comunità Europea
Sostanze: gli elementi chimici ed i loro composti, allo stato naturale o ottenuti
mediante qualsiasi procedimento di produzione, compresi gli additivi necessari per
mantenere la stabilità dei prodotti e le impurezze derivati dal procedimento impiegato,
ma esclusi i solventi che possono essere eliminati senza incidere sulla stabilità delle
sostanze e senza modificare la loro composizione;
Preparati: le miscele o le soluzioni costituite da due o più sostanze.
L'obiettivo della classificazione è l’identificazione di tutte le proprietà fisicochimiche, tossicologiche ed eco-tossicologiche delle sostanze e dei preparati che
possono comportare dei rischi all'atto della normale manipolazione o utilizzazione, al
fine di proteggere l'utilizzatore, il pubblico e l'ambiente.
Sul territorio della Comunità Europea le sostanze e i preparati pericolosi sono
classificati in base ai criteri indicati originariamente e rispettivamente nelle direttive
67/548/CEE e 88/379/CEE. Tali direttive sono oggetto di una costante opera di revisione
e di adeguamento al progresso tecnico, recepita nella normativa nazionale con appositi
Decreti Legislativi del Governo o con decreti del Ministero della Salute.
La classificazione viene effettuata prima della commercializzazione del prodotto, in
base alle proprietà e agli effetti individuati mediante l'esecuzione dei saggi previsti da
appositi protocolli.
Di seguito è riportata la suddivisione nelle categorie e con le definizioni
attualmente previste.
Classificazione in base alle proprietà fisico chimiche:
esplosivi: le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l'azione
dell'ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di
gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in
seguito a riscaldamento in condizione di parziale contenimento;
comburenti: le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se
infiammabili, provocano una forte reazione esotermica;
estremamente infiammabili: le sostanze ed i preparati liquidi con i punto di infiammabilità
estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed i preparati gassosi che a
temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l'aria;
facilmente infiammabili:
1) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto
di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi;
2) le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto
con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche topo il
distacco della sorgente di accensione;
3) le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità e' molto basso;
4) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas
estremamente infiammabili in quantità pericolose;
infiammabili: le sostanze ed i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità.
F. Siviero - Appendice
1
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Classificazione in base alle proprietà tossicologiche:
molto tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento
cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o
croniche;
tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in
piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche;
nocivi: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo,
possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche;
corrosivi: le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi
un'azione distruttiva;
irritanti: le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con
la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria;
sensibilizzanti: le sostanze ed i preparati che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono
dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla
sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche.
Classificazione in base agli effetti specifici sulla salute:
cancerogeni: le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo,
possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza;
mutageni: le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo,
possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza;
tossici per il ciclo riproduttivo: le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari
nella prole o danni a carico della funzione o delle capacita riproduttive maschili o femminili.
Classificazione in base agli effetti sull'ambiente:
pericolosi per l'ambiente: le sostanze ed i preparati che qualora si diffondano nell'ambiente,
presentano o possono presentare rischi immediati differiti per una o più delle componenti
ambientali.
Alle sostanze o preparati classificati vengono assegnati gli appositi simboli e sigle
di pericolo. Molte sostanze presentano contemporaneamente più di un effetto. Alcune
categorie non dispongono di simboli di pericolo propri ma sono individuate soltanto
attraverso la presenza di determinate frasi R.
Poiché sono state evidenziate varie carenze nell’attuale normativa per la
classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio di sostanze e preparati pericolosi,
nell’ambito dell’Unione Europea è in corso di elaborazione un nuovo sistema
denominato REACH (Registration, Evaluation, Authorisation, Restriction of Chemicals)
per la registrazione, la valutazione dei rischi e l’eventuale adozione di provvedimenti
autorizzativi o restrittivi che prevede – tra l’altro – la condivisione dei dati già disponibili
(anche per evitare l’inutile ripetizione di test specie se condotti con l’impiego di animali)
e assicurando l’accessibilità delle informazioni non riservate in modo tale da conciliare “il
diritto di sapere” del pubblico e la necessità di mantenere riservati taluni dati.
F. Siviero - Appendice
2
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Simboli e sigle di pericolo
ESPLOSIVO
E
COMBURENTE
O
FACILMENTE INFIAMMABILE
ESTREMAMENTE INFIAMMABILE
F
F+
MOLTO TOSSICO
T+
TOSSICO
T
IRRITANTE
NOCIVO
Xn
Xi
CORROSIVO
C
PERICOLOSO PER L’AMBIENTE
N
I simboli di pericolo sono rappresentati con pittogramma nero in campo arancione.
F. Siviero - Appendice
3
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Frasi R - Natura dei rischi specifici attribuiti alle sostanze e preparati
pericolosi
R1
Esplosivo allo stato secco.
R2
Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R3
Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R4
Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
R5
Pericolo di esplosione per riscaldamento.
R6
Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.
R7
Può provocare un incendio.
R8
Può provocare l'accensione di materie combustibili.
R9
Esplosivo in miscela con materie combustibili.
R 10
Infiammabile.
R 11
Facilmente infiammabile.
R 12
Estremamente infiammabile.
R 14
Reagisce violentemente con l'acqua.
R 15
A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili.
R 16
Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
R 17
Spontaneamente infiammabile all'aria.
R 18
Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
R 19
Può formare perossidi esplosivi.
R 20
Nocivo per inalazione.
R 21
Nocivo a contatto con la pelle.
R 22
Nocivo per ingestione.
R 23
Tossico per inalazione.
R 24
Tossico a contatto con la pelle.
R 25
Tossico per ingestione.
R 26
Molto tossico per inalazione.
R 27
Molto tossico a contatto con la pelle.
R 28
Molto tossico per ingestione.
R 29
A contatto con l'acqua libera gas tossici.
R 30
Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso.
R 31
A contatto con acidi libera gas tossico.
R 32
A contatto con acidi libera gas molto tossico.
R 33
Pericolo di effetti cumulativi.
R 34
Provoca ustioni.
R 35
Provoca gravi ustioni.
R 36
Irritante per gli occhi.
R 37
Irritante per le vie respiratorie.
R 38
Irritante per la pelle.
R 39
Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
R 40
Possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti.
R 41
Rischio di gravi lesioni oculari.
R 42
Può provocare sensibilizzazione per inalazione.
R 43
Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.
R 44
Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato.
R 45
Può provocare il cancro.
R 46
Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.
F. Siviero - Appendice
4
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
R 48
Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
R 49
Può provocare il cancro per inalazione.
R 50
Altamente tossico per gli organismi acquatici.
R 51
Tossico per gli organismi acquatici.
R 52
Nocivo per gli organismi acquatici.
R 53
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.
R 54
Tossico per la flora.
R 55
Tossico per la fauna.
R 56
Tossico per gli organismi del terreno.
R 57
Tossico per le api.
R 58
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.
R 59
Pericoloso per lo strato di ozono.
R 60
Può ridurre la fertilità.
R 61
Può danneggiare i bambini non ancora nati.
R 62
Possibile rischio di ridotta fertilità.
R 63
Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati.
R 64
Possibile rischio per i bambini allattati al seno.
R 65
Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione.
R 66
L'esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle.
R 67
L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini.
R 68
Possibilità di effetti irreversibili.
Combinazioni delle frasi R
R 14/15
Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas estremamente infiammabili.
R 15/29
A contatto con acqua libera gas tossici ed estremamente infiammabili.
R 20/21
Nocivo per inalazione e contatto con la pelle.
R 20/22
Nocivo per inalazione e ingestione.
R 20/21/22
Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R 21/22
Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione.
R 23/24
Tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R 23/25
Tossico per inalazione e ingestione.
R 23/24/25
Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R 24/25
Tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R 26/27
Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R 26/28
Molto tossico per inalazione e per ingestione.
R 26/27/28
Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R 27/28
Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R 36/37
Irritante per gli occhi e le vie respiratorie.
R 36/38
Irritante per gli occhi e la pelle.
R 36/37/38
Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle.
R 37/38
Irritante per le vie respiratorie e la pelle.
R 39/23
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.
R 39/24
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.
R 39/25
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.
R 39/23/24
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle.
R 39/23/25
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e ingestione.
R 39/24/25
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione.
F. Siviero - Appendice
5
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
R 39/23/24/25
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e per
ingestione.
R 39/26
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.
R 39/27
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.
R 39/28
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.
R 39/26/27
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle.
R 39/26/28
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e ingestione.
R 39/27/28
R 39/26/27/28
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione.
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e
per ingestione.
R 42/43
Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle.
R 48/20
R 48/21
Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione.
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la
pelle.
R 48/22
R 48/20/21
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute
contatto con la pelle.
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute
ingestione.
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute
e per ingestione.
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute
contatto con la pelle e per ingestione.
R 48/20/22
R 48/21/22
R 48/20/21/22
in caso di esposizione prolungata per ingestione.
in caso di esposizione prolungata per inalazione e a
in caso di esposizione prolungata per inalazione e
in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle
in caso di esposizione prolungata per inalazione, a
R48/23
R 48/24
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione.
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la
pelle.
R 48/25
R 48/23/24
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione.
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a
contatto con la pelle.
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione ed
ingestione.
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la
pelle e per ingestione.
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione.
Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per
l'ambiente acquatico.
Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente
acquatico.
Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente
acquatico.
R 48/23/25
R 48/24/25
R 48/23/24/25
R 50/53
R 51/53
R 52/53
R 68/20
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione.
R 68/21
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle.
R 68/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione.
R 68/20/21
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle.
R 68/20/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione.
R 68/21/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione.
R 68/20/21/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.
F. Siviero - Appendice
6
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Frasi S - Consigli di prudenza riguardanti le sostanze e preparati pericolosi
S1
Conservare sotto chiave.
S2
Conservare fuori della portata dei bambini.
S3
Conservare in luogo fresco.
S4
Conservare lontano da locali di abitazione.
S5
Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).
S6
Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).
S7
Conservare il recipiente ben chiuso.
S8
Conservare al riparo dall'umidità.
S9
Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.
S 12
Non chiudere ermeticamente il recipiente.
S 13
Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande.
S 14
Conservare lontano da (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore).
S 15
Conservare lontano dal calore.
S 16
Conservare lontano da fiamme e scintille S Non fumare.
S 17
Tenere lontano da sostanze combustibili.
S 18
Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.
S 20
Non mangiare né bere durante l'impiego.
S 21
Non fumare durante l'impiego.
S 22
S 23
Non respirare le polveri.
Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli [termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del
produttore].
S 24
Evitare il contatto con la pelle.
S 25
Evitare il contatto con gli occhi.
In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e
consultare un medico.
S 26
S 27
S 28
Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati.
In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con (prodotti
idonei da indicarsi da parte del fabbricante).
S 29
Non gettare i residui nelle fognature.
S 30
Non versare acqua sul prodotto.
S 33
Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche.
S 35
Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni.
S 36
Usare indumenti protettivi adatti.
S 37
Usare guanti adatti.
S 38
In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto.
S 39
Proteggersi gli occhi/la faccia.
Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare (da precisare da parte
del produttore).
S 40
S 41
S 46
In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi.
Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto [termine(i)
appropriato(i) da precisare da parte del produttore].
In caso di incendio usare (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se
l'acqua aumenta il rischio precisare «Non usare acqua»).
In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli
l'etichetta)
In caso d'ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o
l'etichetta.
S 47
Conservare a temperatura non superiore a °C (da precisare da parte del fabbricante).
S 48
Mantenere umido con (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante).
S 49
Conservare soltanto nel recipiente originale.
S 42
S 43
S 45
F. Siviero - Appendice
7
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
S 50
Non mescolare con (da specificare da parte del fabbricante).
S 51
Usare soltanto in luogo ben ventilato.
S 52
Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.
S 53
Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso.
S 56
Smaltire questo materiale e i relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali.
S 57
Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale.
S 59
Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio.
S 60
S 61
S 63
Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi.
Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di
sicurezza.
In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e mostrargli
il contenitore o l'etichetta.
In caso di incidente per inalazione, allontanare l'infortunato dalla zona contaminata e mantenerlo
a riposo.
S 64
In caso di ingestione, sciacquare la bocca con acqua (solamente se l'infortunato è cosciente).
S 62
Combinazioni delle frasi S
S 1/2
Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini.
S 3/7
Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco.
Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da (materiali incompatibili da precisare da
parte del fabbricante).
Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano da (materiali
incompatibili da precisare da parte del fabbricante).
S 3/9/14
S 3/9/14/49
S 3/9/49
S 3/14
Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato.
Conservare in luogo fresco lontano da (materiali incompatibili da precisare da parte del
fabbricante).
S 7/8
Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dall'umidità.
S 7/9
S 7/47
Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato.
Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a °C (da precisare da parte del
fabbricante).
S 20/21
Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego.
S 24/25
S 27/28
Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle.
In caso di contatto con la pelle, togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati e
lavarsi immediatamente e abbondantemente con (prodotti idonei da indicarsi da parte del
fabbricante).
Non gettare i residui nelle fognature; non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le
dovute precauzioni.
Non gettare i residui nelle fognature; smaltire questo materiale e i relativi contenitori in un punto
di raccolta rifiuti pericolosi o speciali.
S 29/35
S 29/56
S 36/37
Usare indumenti protettivi e guanti adatti.
S 36/37/39
Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S 36/39
Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S 37/39
S 47/49
Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a °C (da precisare da
parte del fabbricante).
F. Siviero - Appendice
8
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Frasi R suddivise per tipologia di rischio
Esplosione
R1
Esplosivo allo stato secco.
R2
Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R3
Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R4
Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
R5
Pericolo di esplosione per riscaldamento.
R6
Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.
R9
Esplosivo in miscela con materie combustibili.
R 16
Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
R 18
Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
R 19
Può formare perossidi esplosivi.
R 44
Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato.
Incendio
R7
Può provocare incendio.
R8
Può provocare l'accensione di materie combustibili.
R 10
Infiammabile.
R 11
Facilmente infiammabile.
R 12
Estremamente infiammabile.
R 15
A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili.
R 17
Spontaneamente infiammabile all'aria.
R 18
Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
R 30
Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso.
Incompatibilità e instabilità
R4
Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
R6
Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.
R7
Può provocare incendio.
R8
Può provocare l'accensione di materie combustibili.
R9
Esplosivo in miscela con materie combustibili.
R 14
Reagisce violentemente con l'acqua.
R 15
A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili.
R 16
Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
R 17
Spontaneamente infiammabile all'aria.
R 18
Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
R 19
Può formare perossidi esplosivi.
R 29
A contatto con l'acqua libera gas tossici.
R 30
Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso.
R 31
A contatto con acidi libera gas tossico.
R 32
A contatto con acidi libera gas molto tossico.
Inalazione
R 20
Nocivo per inalazione.
R 23
Tossico per inalazione.
R 26
Molto tossico per inalazione.
R 29
A contatto con l'acqua libera gas tossici.
R 31
A contatto con acidi libera gas tossico.
R 32
A contatto con acidi libera gas molto tossico.
F. Siviero - Appendice
9
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
R 33
Pericolo di effetti cumulativi.
R 37
Irritante per le vie respiratorie.
R 39
Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
R 48
Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
R 67
L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini.
R 68
Possibilità di effetti irreversibili.
Contatto
R 21
Nocivo a contatto con la pelle.
R 24
Tossico a contatto con la pelle.
R 27
Molto tossico a contatto con la pelle.
R 29
A contatto con l'acqua libera gas tossici.
R 31
A contatto con acidi libera gas tossico.
R 32
A contatto con acidi libera gas molto tossico.
R 33
Pericolo di effetti cumulativi.
R 34
Provoca ustioni.
R 35
Provoca gravi ustioni.
R3
Irritante per gli occhi.
R 38
Irritante per la pelle.
R 39
Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
R 41
Rischio di gravi lesioni oculari.
R 48
Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
R 66
L'esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle.
R 68
Possibilità di effetti irreversibili.
Ingestione
R 22
Nocivo per ingestione.
R 25
Tossico per ingestione.
R 28
Molto tossico per ingestione.
R 33
Pericolo di effetti cumulativi.
R 39
Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
R 48
Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
R 65
Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione.
R 68
Possibilità di effetti irreversibili.
Sostanze CMR
R 40
Possibilità di effetti cancerogeni – prove insufficienti.
R 45
Può provocare il cancro.
R 46
Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.
R 49
Può provocare il cancro per inalazione.
R 60
Può ridurre la fertilità.
R 61
Può danneggiare i bambini non ancora nati.
R 62
Possibile rischio di ridotta fertilità.
R 63
Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati.
R 64
Possibile rischio per i bambini allattati al seno.
R 68
Possibilità di effetti irreversibili.
Sensibilizzanti
R 42
Può provocare sensibilizzazione per inalazione.
R 43
Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.
F. Siviero - Appendice
10
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Identificazione dei gas tecnici
La colorazione dell’ogiva permette di riconoscere la natura del pericolo anche a
distanza, quando l’etichetta non è ancora leggibile. Il corpo della bombola è grigio per i
gas industriali e bianco per i gas ad uso medico.
F. Siviero - Appendice
11
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Segnaletica di sicurezza d.lgs. 493/96
Cartelli di divieto
- Caratteristiche intrinseche:
- forma rotonda;
- pittogramma nero su fondo bianco; bordo e banda (verso il basso da sinistra a destra lungo il
simbolo, con un inclinazione di 45) rossi (il rosso deve coprire almeno il 35% della superficie
del cartello).
Vietato fumare
Vietato fumare
o usare fiamme libere
Vietato ai pedoni
Divieto di spegnere con acqua
Acqua non potabile
Divieto di accesso alle persone non
autorizzate
Vietato ai carrelli
di movimentazione
Non toccare
F. Siviero - Appendice
12
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Cartelli di avvertimento
- Caratteristiche intrinseche:
- forma triangolare,
- pittogramma nero su fondo giallo, bordo nero (il giallo deve coprire almeno il 50 % della
superficie del cartello)
Materiale infiammabile
o alta temperatura (1)
Materiale esplosivo
Sostanze velenose
Sostanze corrosive
Materiali radioattivi
Carichi sospesi
Carrelli di movimentazione
Tensione elettrica pericolosa
Pericolo generico
Raggi laser
Materiale comburente
Radiazioni non ionizzanti
Campo magnetico intenso
Pericolo di inciampo
Caduta con dislivello
Rischio biologico
Bassa temperatura
Sostanze nocive o irritanti
__________
(1)
In assenza di un controllo specifico per alta temperatura .
F. Siviero - Appendice
13
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Cartelli di prescrizione
- Caratteristiche intrinseche:
- forma rotonda,
- pittogramma bianco su fondo azzurro (l'azzurro deve coprire almeno il 50 % della superficie
del cartello)
Protezione obbligatoria degli occhi
Casco di protezione obbligatoria
Protezione obbligatoria dell'udito
Protezione obbligatoria
delle vie respiratorie
Calzature di sicurezza obbligatoria
Guanti di protezione obbligatoria
Protezione obbligatoria del corpo
Protezione obbligatoria del viso
Protezione individuale obbligatoria
contro le cadute
Passaggio obbligatorio per i pedoni
Obbligo generico (con eventuale
cartello supplementare)
F. Siviero - Appendice
14
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Cartelli di salvataggio
- Caratteristiche intrinseche:
- forma quadrata o rettangolare,
- pittogramma bianco su fondo verde (il verde deve coprire almeno il 50 % della superficie del
cartello)
Percorso/Uscita di emergenza
Direzione da seguire
(Segnali di informazione addizionali ai pannelli che seguono)
Pronto soccorso
Lavaggio per occhi
F. Siviero - Appendice
Barella
Doccia di sicurezza
Telefono per salvataggio e pronto
soccorso
15
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Cartelli per le attrezzature antincendio
- Caratteristiche intrinseche:
- forma quadrata o rettangolare,
- pittogramma bianco su fondo rosso (il rosso deve coprire almeno il 50 % della superficie del
cartello)
Lancia antincendio
Scala
Estintore
Telefono per gli interventi
antincendio
Direzione da seguire
(Cartello da aggiungere a quelli che precedono)
F. Siviero - Appendice
16
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Filtri per la protezione delle vie respiratorie
Gruppo di protezione
Gruppo
Antipolvere
Antigas
Protezione
Polveri e fibre, fumi, nebbie
Gas, vapori
Filtri antigas (EN 141)
Tipo
A
B
E
K
P
Speciali
Colore
Marrone
Grigio
Giallo
Verde
Bianco
Protezione
Gas e vapori organici con punto di ebollizione superiore a 65°C
Gas e vapori inorganici (escluso CO)
Anidride solforosa e altri gas e vapori acidi
Ammoniaca e suoi derivati organici
Polveri e fibre, fumi, nebbie
Classe
1
2
3
Capacità
Limite di utilizzo (Cppm)*
Bassa
Media
Alta
1.000
5.000
10.000
* Concentrazione dell’inquinante in aria
Filtri antipolvere (EN 143)
Classe
P1
P2
P3
Protezione
Bassa separazione contro le particelle solide
Media separazione contro le particelle solide e/o liquide
Alta separazione contro le particelle solide e liquide
Ciò che differenzia le classi dei filtri antigas è la capacità (cioè la quantità di
contaminante che il filtro è in grado di assorbire, e quindi la durata) non l’efficienza
filtrante che è ≅ 100 %.
Le concentrazioni indicate in tabella sono quelle di prova della norma EN 141: il
produttore può garantire l’idoneità del filtro solo fino alla massima concentrazione alla
quale è stato testato.
F. Siviero - Appendice
17
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Sostanze chimiche incompatibili con rischio di reazioni violente.
Sostanza
Incompatibile con
Acetilene
Fluoro, cloro, bromo, argento, rame, mercurio
Acetone
Miscele di acido nitrico e solforico concentrati
Acido acetico
Acido cromico, acido nitrico, perossidi e permanganati
Acido cianidrico
Acido cromico e triossido di
cromo
Acido nitrico concentrato
Acido nitrico, alcali
Acido acetico, naftalene, canfora, glicerolo, acquaragia, alcol e altri liquidi
infiammabili
Acido acetico, acetone, alcol, anilina, acido cromico, acido cianidrico, solfuro di
idrogeno, liquidi infiammabili, gas infiammabili, sostanze nitrabili
Acido ossalico
Argento, mercurio
Acido perclorico
Anidride acetica, bismuto e sue leghe, alcol, carta, legno, grasso, oli
Acido solforico
Clorati, perclorati, permanganato
Ammoniaca (anidra)
Mercurio, cloro, calcio ipoclorito, iodio, bromo, fluoruro di idrogeno
Anilina
Acido nitrico, perossido di idrogeno
Argento
Acetilene, acido ossalico, acido tartarico, acido fulminico
Ammoniaca, acetilene, butadiene, butano e altri gas derivati del petrolio, carburo di
sodio,acquaragia, benzene, metalli finemente suddivisi
Bromo
Carbone attivo
Cloro
Ipoclorito di calcio, ossidanti
Sali di ammonio, acidi, polveri metalliche, zolfo, sostanze organiche finemente
suddivise o combustibili
Ammoniaca, acetilene, butadiene, butano e altri gas derivati del petrolio, idrogeno,
carburo di sodio,acquaragia, benzene, metalli finemente suddivisi
Diossido di cloro
Ammoniaca, metano, fosfina, solfuro di idrogeno
Fluoruro di idrogeno
Ammoniaca (anidra e in soluzione acquosa)
Fosforo bianco
Aria, ossigeno
Idrazina
Perossido di idrogeno, acido nitrico, qualsiasi ossidante
Idrocarburi
Fluoro, cloro, bromo, acido cromico, perossidi
Clorati
Iodio
Acetilene, ammoniaca (anidra e in soluzione acquosa)
Mercurio
Metalli alcalini e alcalino terrosi,
alluminio in polvere
Acetilene, acido fulminico, ammoniaca
Anidride carbonica, tetracloruro di carbonio e altri idrocarburi clorurati, acqua
Nitrato di ammonio
Acidi, polveri metalliche, liquidi infiammabili, clorati, nitriti, zolfo, sostanze organiche
Nitrito di sodio
Sali di ammonio,
Nitroparaffine
Basi inorganiche, ammine
Ossido di calcio
Acqua
Ossigeno
Oli, grassi, idrogeno, sostanze infiammabili solide, liquide e gassose
Perclorato di potassio
Acidi
Permanganato di potassio
Glicerolo, glicole etilenico, benzaldeide, acido solforico
Perossidi organici
Perossido di idrogeno
Acidi inorganici e organici
Rame, cromo, ferro, metalli o loro sali, liquidi infiammabili, materiali combustibili,
anilina, nitrometano
Rame
Acetilene, perossido di idrogeno
Solfuro di idrogeno
Acido nitrico concentrato, gas ossidanti
Fonte: ISPESL
F. Siviero - Appendice
18
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Sostanze chimiche incompatibili con rischio di formazione di sostanze
tossiche.
Sostanza A
Sostanza B
Prodotti
Arsenico e derivati
Agenti riducenti
Arsina
Acido nitrico
Rame, ottone, metalli pesanti
Diossido di azoto (fumi nitrosi)
Azotidrati
Acidi
Azotidrato di idrogeno
Cianuri
Acidi
Acido cianidrico
Fosforo
Alcali caustici, agenti riducenti
Fosfina
Ipocloriti
Acidi
Cloro o acidi ipocloroso
Nitrati
Acido solforico
Diossido di azoto
Nitriti
Acidi
Fumi nitrosi
Seleniuri
Agenti riducenti
Seleniuro di idrogeno
Solfuri
Acidi
Solfuro di idrogeno
Fonte: ISPESL
Esempi di combinazioni pericolose
Sostanza A
Sostanza B
Tipo di pericolo
Ossidante
Combustibile
Miscela esplosiva
Clorati
Acidi
Miscela ipergolica*
Clorati
Sali di ammonio
Sali di ammonio esplosivi
Clorato di potassio
Fosforo rosso
Miscela esplosiva
Clorato di potassio
Zolfo
Miscela esplosiva
Cloriti
Acidi
Miscela ipergolica*
Ipocloriti
Acidi
Miscela ipergolica*
Anidride cromica
Combustibile
Miscela ipergolica*
Permanganato di potassio
Combustibile
Miscela ipergolica*
Permanganato di potassio
Acido solforico
Esplosione
Tetracloruro di carbonio
Metalli alcalini
Esplosione
Nitroderivati
Alcali
Miscela instabile
Nitrosoderivati
Alcali
Miscela instabile
Nitrosammine
Acidi
Miscela ipergolica*
Metalli alcalini
Acqua
Miscela ipergolica*
Acqua ossigenata
Ammine
Esplosione
Etere
Aria (ossigeno)
Formazione di perossidi
Olefine
Aria (ossigeno)
Formazione di perossidi
Nitriti
Sali di ammonio
Sali di ammonio esplosivi
Acetilene
Rame
Acetiluro di rame, esplosivo
Acido picrico
Piombo
Sala di piombo esplosivo
Acido nitrico
Ammine
Miscela ipergolica*
Perossido di sodio
Combustibili
Miscela ipergolica*
* Miscela ipergolica: si accende spontaneamente all’atto del miscelamento
Fonte: P. Cardillo, Incidenti in ambiente chimico, 1998
F. Siviero - Appendice
19
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Sostanze reattive con l’acqua
Sostanza
Tipo di reazione
Sostanza
Tipo di reazione
Anidride acetica
Idrolisi
Epicloridrina
Idrolisi
Cloruro di acetile
Violenta idrolisi
Anidride maleica
Idrolisi
Alluminio alchili
Violenta idrolisi
Acido fosforico
Calore di soluzione
Cloruro di alluminio
Idrolisi
Ossicloruro di fosforo
Violenta idrolisi
Carburo di calcio
Idrolisi
Tricloruro di fosforo
Violenta idrolisi
Ossido di calcio
Idrolisi
Ossido di propilene
Idrolisi
Acido clorosolfonico
Violenta idrolisi
Sodio
Violenta idrolisi
Solfato di dietile
Idrolisi
Mutilato di sodio
Violenta idrolisi
Fonte: P. Cardillo, Incidenti in ambiente chimico, 1998
Sostanze che formano perossidi esplosivi già durante lo stoccaggio
Etere isopropilico
Cloruro di vinilidene
Divinil acetilene
Sodio ammide
Fonte: P. Cardillo, Incidenti in ambiente chimico, 1998
Sostanze che formano perossidi per evaporazione o concentrazione
Etere dietilico
Diacetilene
Tetraidrofurano
Metil acetilene
Diossano
Decalina
Acetale
Tetralina
Dimetil etere del glicol etilenico
Cicloesene
Eteri vinilici
Dimetil etere del glicol dietilenico
Diciclopentadiene
Fonte: P. Cardillo, Incidenti in ambiente chimico, 1998
Monomeri perossidabili
Metacrilato di metile
Clorotrifluoroetilene
Stirene
Vinil acetilene
Acido acrilico
Acetato di vinile
Acrilonitrile
Cloruro di vinile
Butadiene
Vinil piridina
Cloruro di vinilidene
Cloroprene
Tetrafluoroetilene
Fonte: P. Cardillo, Incidenti in ambiente chimico, 1998
F. Siviero - Appendice
20
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Esempi di gruppi funzionali aventi proprietà esplosive.
Plosofori molto potenti
Nitrato (-ONO2)
Nitro (-NO2) aromatico o alifatico
Nitrammina (=N-NO2) (-NH-NO2)
Nitrito (-ONO)
Plosofori meno potenti, ma generalmente più sensibili
Nitroso (-NO)
Diazo (-N=N-)
Diazosolfuro (-N=N-S-N=N-)
Alogen ammine (=N-X)
Fulminato (O2N2C2)
Altri gruppi potenzialmente plosofori
Acetilinico (-C=C-)
Perossido (=O-O=H)
Idroperossido (-O-O=H)
Sali il cui radicale acido è un agente ossidante di un’ altra classe di composti potenzialmente esplosivi
Clorati (-ClO3)
Perclorati (-ClO4)
Bromati (-BrO3)
Iodati (-IO3)
Cloriti (-ClO2)
Ipoaliti (-XO)
Ozonidi
Peracidi (-CO-O-O-H)
F. Siviero - Appendice
21
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Incompatibility table of Hatayama
H.K. Hatayama et al., A method for determining the compatibility of hazardous waste, US EPA Document 600r2-80-076,
Government Printing Office, Washington DC, 1980.
F. Siviero - Appendice
22
SICUREZZA
CdS in Chimica Industriale
Materiale per approfondimenti e integrazioni:
G. Bressa, Le sostanze pericolose, Masson, 1995
D. Bensi, Il rischio chimico, EPC Libri, 2003
Siti internet di interesse:
Consiglio Nazionale dei Chimici:
http://www.chimici.it
Associazione Ambiente e Lavoro:
http://www.amblav.it
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL):
http://www.ispesl.it/doc_it.htm
Istituto Nazionale Svizzero di Assicurazione contro gli Infortuni:
http://www.suva.ch/it/home/suvapro.htm
U.S. Environmental Protection Agency (EPA):
http://yosemite.epa.gov/oswer/CeppoWeb.nsf/content/index.html
National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH):
http://www.cdc.gov/niosh/homepage.html
Occupational Safety & Health Administration (OSHA):
http://www.osha.gov/
International Agency for Research on Cancer (IARC):
http://www.iarc.fr/
F. Siviero - Appendice
23