STORIA DEL SUDAMERICA
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STORIA DEL SUDAMERICA
STORIA DEL SUDAMERICA LE ORIGINI Il popolamento sudamericano pare risalga a una migrazione di popoli australiani in tempi preistorici, mentre teorie antecedenti sostenevano il popolamento della parte meridionale del continente da parte di popolazioni di origine asiatica, arrivate attraverso lo Stretto di Bering, che si stabilirono prima nel Nord America e poi discesero verso sud. LE CIVILTA’ PRECOLOMBIANE A partire dal 6500 a.C. le popolazioni del sudamerica si dedicarono all’agricoltura, stabilendosi nelle zone maggiormente adatte a questa attività, il Perù in primis, dove proliferarono la civiltà Nazca, resa famosa per le linee tracciate nel deserto omonimo e scoperte nel 1927 e la civiltà Inca. Questi insediamenti umani non si trasformarono mai in un impero esteso, ma diedero origine a centinaia di civiltà distinte. Sono rimaste famose quelle che i conquistadores europei trovarono al loro arrivo, la civiltà Azteca e quella Inca, mentre quella Maya si era già conclusa da circa 500 anni. I CONQUISTADORES Dopo l’arrivo degli europei al seguito delle spedizioni di Colombo, dal secolo XVI fino agli inizi del secolo XIX, la maggior parte dell'America Meridionale fu divisa in colonie governate principalmente dalla Spagna e dal Portogallo. Queste colonie furono principalmente di sfruttamento, i territori vennero affittati a europei che li trasformarono in latifondo, utilizzando come manodopera quella degli indios schiavizzati o dei deportati africani. L’INDIPENDENZA Nell’Ottocento inizio’ il processo di decolonizzazione nelle colonie spagnole d’America. Quando, nel 1810, Napoleone Bonaparte occupò la Spagna, scacciandone i legittimi sovrani, non si preoccupò dei territori d’oltreoceano, così Venezuela, Nuova Grenada (L'attuale Colombia), i paesi del Rio de la Plata, (Corrispondenti all’attuale Argentina e Messico) si proclamano indipendenti, seguiti poi dal Paraguay. Quando, con l’esilio di Napoleone del 1815, il sovrano spagnolo tornò sul trono rioccupò una parte dei territori ribelli, anche se Argentina e Paraguay mantennero l’indipendenza. Protagonisti principali di questa liberazione furono Simon Bolivar1 e Don Josè de San Martin2. Nel 1830 erano 11 i nuovi governi repubblicani e costituzionali formatisi, numero che raggiunse le 18 unità nel 1903. 1 Simón Bolívar (1783 –1830), fu un generale, patriota e rivoluzionario venezuelano, che fu insignito del titolo onorifico di Libertador (Liberatore) in ragione del suo decisivo contributo all'indipendenza di Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela. Fu, inoltre, presidente delle repubbliche di Colombia, Venezuela, Bolivia e Perù. 2 José Francisco de San Martín y Matorras (1778– 1850) fu un militare argentino, le cui campagne furono decisive per l'indipendenza di Argentina, Cile e Perù. l'Argentina lo onora come Padre della Patria e lo considera eroe nazionale; il Perù gli riconosce il titolo di liberatore del Paese nonché di "Fondatore della Libertà del Perù", "Fondatore della Repubblica" e "Generalissimo"; l'esercito del Cile gli riconosce il grado di Capitano generale Diversa fu la situazione del Brasile. Durante gli anni di occupazione napoleonica in Portogallo, la famiglia reale risiedeva in Brasile. Dopo che Napoleone venne sconfitto, l’erede al trono Pietro IV decise di non ritornare in patria, ma restò e si proclama Pietro I imperatore del Brasile, stabilendo una monarchia costituzionale fino a quando fu proclamata la repubblica nel 1889, grazie a un colpo di stato militare. L'imperatore venne mandato in esilio, dove morì un paio di anni dopo. Nei quattro anni successivi in Brasile regnò un'oligarchia militare . LE DITTATURE DEL VENTESIMO SECOLO Nella seconda parte del XX secolo diversi stati del sudamerica vissero un periodi di dittatura militare, dal Brasile, all’Argentina al Cile. In tutti i casi il potere venne preso attraverso un colpo di stato e si protrasse per almeno 15 anni, con la soppressione di numerose libertà costituzionali e personali. Brasile (1964-1984): Nel marzo 1964 le Forze Armate realizzano un golpe, scegliendo come presidente il Generale Humberto de Alencar Castelo Branco. Nel 1965, tutti i partiti politici allora esistenti furono sciolti ed ebbe inizio l'intensificazione della repressione politica dei comunisti. Venne approvata una Costituzione che permetteva l’elezione indiretta del Presidente della Repubblica, eletto da un collegio elettorale scelto dal regime. Nel dicembre del 1968, il Presidente sciolse il Congresso e decretò, con l’Atto Costituzionale n°5, il diritto di chiudere il Parlamento e negare i diritti politici. Iniziò allora il periodo più duro della dittatura, il cui potere passò di mano in mano fra diversi generali e militari, ed ebbe inizio anche un movimento di resistenza civile e militare da parte dell'opposizione al golpe: ci furono tentativi di guerriglia urbana e rurale, desaparecidos, torture, esili, controllo totale dei militari sugli apparati dello Stato e sui mezzi di comunicazione. La dittatura mantenne il potere dando l’impressione di una crescita del paese, che si modernizzò anche utilizzando abbondanti capitali esteri (all’origine dell'immenso debito pubblico che peserà agli inizi degli anni ‘80). Il paese cresceva, la ricchezza cresceva ma fu divisa in modo molto diseguale: il Brasile continua anche oggi ad essere un paese ricco e diseguale (senza distribuzione di rendita). Fra gli anni ’70 e ’80 i militari si accorsero che era ora di cedere il potere ai civili, di ristabilire le libertà democratiche e iniziarono una lenta apertura che porterà alla legge sull'amnistia del 1978, alla libertà di costituire partiti politici nello stesso anno, alla prima elezione di un presidente civile nel 1984 e alla prima elezione diretta del presidente della Repubblica nel 1989. Argentina (1976-1983): Jorge Rafael Videla fu un generale argentino che impose la sua dittatura nel 1976 e, cinque giorni dopo il colpo di stato, si nominò presidente a vita, rovesciando il governo democratico di Isabelita Peron. La sua dittatura fu caratterizzata dalla continua violazione dei diritti umani e da contrasti con il Cile che per poco non sfociarono in un conflitto. Durante il suo mandato e quello dei suoi successori decine di migliaia di persone furono arrestate,torturate e uccise in modo barbarico. Dal 1976 al 1979 tra le 10.000 e le 30.000 persone vennero uccise o "scomparvero" (desaparecidos) e molte altre migliaia vennero imprigionate e torturate con scariche elettriche, fratture degli arti, pestaggio a sangue, bruciature con sigarette e lanciafiamme. I sospettati venivano prelevati durante la notte e le madri separate dai figli. I familiari rimasti allora si organizzarono in gruppi denunciando le scomparse e cercando aiuto per il ritrovamento dei propri cari. Uno dei gruppi più famosi è quello delle “Madri della Plaza de Mayo”. Videla fu poi sostituito da altri tre dittatori fra cui Viola, che sterminò 5.000 oppositori rinchiusi in un campo di concentramento. Con l’aumento dell’inflazione e la sconfitta nella guerra per il possesso delle Falkland (isole sotto il controllo inglese) il regime perse di consenso finchè l’ultimo dittatore, Bygnone, fu costretto ad ammettere libere elezioni e questo decretò la fine del regime. Cile (1973-1989): Nel 1973 il Cile, messo in ginocchio da un enorme sciopero antigovernativo ad opera dei camionisti, assistette al colpo di Stato del generale Pinochet, leader delle forze di destra; l’11 settembre questi si impadronì del potere, instaurando una giunta militare, reprimendo con la forza la resistenza democratica, e provocando la morte del presidente Allende, presidente marxista (della sinistra) democraticamente eletto tre anni prima. La dittatura di Pinochet durò fino al 1988. Fu un quindicennio di repressioni, nel primo anno migliaia di sostenitori della sinistra sparirono misteriosamente, assassinati o torturati dalla dittatura. Nel 1986 venne organizzato un attentato contro il dittatore che però venne sventato; due anni dopo, nel 1988 Pinochet organizzò un referendum per votare il rinnovo del suo mandato per altri 8 anni, ma il risultato fu negativo e Pinochet lasciò la presidenza l'11 marzo del 1990, dopo le prime elezioni libere del 1989. Sitografia: www.marisolviaggi.it www.liceoberchet.it scoprireilmondo.com www.juragentium.org www.storiafilosofia.it it.peacereporter.net