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“GLI ITALIANI E IL RICICLO
DEI PICCOLI APPARECCHI ELETTRONICI DOMESTICI (PAED)”
REMEDIA, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, FOTOGRAFA
IL COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI ITALIANI E EVIDENZIA LE
POTENZIALITA’ DI UN CORRETTO RICICLO
Lo studio completo è stato realizzato da ReMedia e GFK Eurisko, in collaborazione
con ASSORAEE e Remade in Italy
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Con 37.000 tonnellate di rifiuti di PAED (Piccoli Apparecchi Elettronici Domestici)
avviati al riciclo nel 2010 a fronte di un immesso sul mercato di 220.000 tonnellate, il
tasso di raccolta di questa categoria risulta essere tra i più deboli dell’intero comparto dei
Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, i cosiddetti RAEE. Pur essendo in
crescita del 21% rispetto all’anno precedente, esso è infatti di ben 10 punti inferiore alla
media nazionale (pari al 26%).
La valorizzazione dei metalli ottenuti nel 2010 dal riciclo dei PAED è stimata in circa 23,6
milioni di Euro.
Il tasso di raccolta dei PAED in Italia è tra i più bassi d’Europa: 16,8% contro 26%. Mentre la
media di raccolta in UE è di 1kg ogni 4 acquistati, l’Italia si ferma a 1kg ogni 6.
Negli ultimi dodici mesi 1 italiano su 2 ha acquistato un PAED e 1 su 3 ne ha smaltito
almeno 1. Di questi, meno di 1 su 2 sembra averlo fatto in modo corretto.
L’Italia mostra evidenti carenze strutturali. La densità delle isole ecologiche al Centro e al
Sud è di solo 0,3 ogni 10.000 abitanti. Anche l’”uno contro uno” è un tasto dolente: meno del
4% degli italiani ha sfruttato la modalità di ritiro gratuito in punto vendita.
Gli italiani reclamano la necessità di avere maggiori informazioni sia su questioni tecniche,
sia sui benefici del riciclo. Solo 1 italiano su 2 ha utilizzato un centro di raccolta comunale
almeno 1 volta nel 2010.
Roma, 6 luglio 2011 – Un gap quantitativo da colmare con l’Europa, una densità di punti
di raccolta RAEE da incrementare e, soprattutto, tanto bisogno di informazione da parte
dei cittadini: sono questi in sintesi i risultati che emergono dalla ricerca “Gli italiani e il riciclo
dei piccoli elettrodomestici (PAED): comportamenti dei consumatori, risultati della
raccolta e potenzialità del riciclo” realizzata da ReMedia e GFK Eurisko, in collaborazione
con ReMade in Italy e Assoraee.
“Si tratta del primo studio effettuato in Italia sul raggruppamento RAEE chiamato R4” –
dichiara Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia - “quello che contiene le categorie
merceologiche a cui appartengono i PAED e su cui il consorzio ha deciso dedicare particolare
attenzione. Si tratta infatti – prosegue Bonato – di beni di consumo quali piccoli elettrodomestici
per la cura della casa e della persona, personal computer, stampanti, telefoni e cellulari,
prodotti per l’home video e la riproduzione musicali, giochi elettronici ed elettroutensili molto
diffusi nelle case degli italiani. Il risultato fornisce una fotografia completa della filiera del
riciclo a partire dal consumatore finale fino all’utilizzo dei materiali riciclati, passando per i
centri di raccolta comunali e gli impianti accreditati per il trattamento.”
Partendo da un confronto con l’Europa che evidenzia un ritardo generale nella raccolta di
PAED, la ricerca ha esaminato il comportamento dei poco informati consumatori italiani, per poi
analizzare nel dettaglio la raccolta dei piccoli apparecchi elettronici domestici, evidenziare i
benefici del riciclo per l’ambiente e capire come vengono riutilizzati i materiali recuperati,
derivandone così anche un beneficio economico.
Il confronto con l’Europa
L’Italia registra uno dei tassi più bassi di
raccolta dei PAED (16,8%), al di sotto della
media continentale che si attesta al 26%. Il
motivo principale di questa differenza sembra
essere la densità dei centri di raccolta: in
Europa il rapporto è di 1 isola ecologica ogni
10.000 abitanti, mentre in Italia la capillarità
risulta inferiore, seppur con delle differenze tra
le diverse aree. Al Nord, infatti, la media si
avvicina a quella europea (0,8 ogni 10.000
abitanti), mentre Centro e Sud restano a un livello
insoddisfacente, con una densità di 0,3 ogni 10.000 abitanti.
Sul fronte dell’informazione anche in Europa c’è molto da fare: l’80% dei cittadini, infatti,
conosce la raccolta differenziata dei rifiuti elettronici domestici (RAEE), ma solo il 50% sa che
i PAED rientrano in questa categoria e devono essere gestiti da una filiera di operatori
specializzati e secondo un flusso tracciabile e sicuro per essere riciclati correttamente.
Il comportamento dei consumatori
La ricerca ha considerato un totale di 700 interviste domiciliari, rappresentative dell’universo di
50 milioni di italiani per parametri territoriali, anagrafici e socio-culturali. Dallo studio risulta che
gli italiani sono grandi consumatori di PAED.
Metà della popolazione adulta - circa 23 milioni di
40%
individui - acquista mediamente oltre 2 apparecchi
35%
in un anno con una prevalenza di cellulari, piccoli
30%
elettrodomestici, computer e stampanti. Negli ultimi
25%
dodici mesi, il 37% della popolazione adulta si è
20%
disfatto di un piccolo dispositivo elettronico o un
15%
piccolo elettrodomestico, trovandosi a doverne
10%
5%
gestire l’eliminazione. Dei 19 milioni di persone che
0%
hanno “buttato” un PAED, solo 8,5 milioni – pari al
In casa
Indifferenziata Riutilizzo
Raccolta
Altro/ Non
42% - hanno adottato un comportamento
separata
indica
virtuoso, portando l’apparecchio a fine vita in una piazzola ecologica o chiedendone il ritiro al
negoziante. La maggior parte dei cittadini è invece incappata in errori evidenti come
gettare il vecchio dispositivo insieme agli altri rifiuti (3,6 milioni) o tenerlo da parte, inutilizzato (5
milioni).
Questi comportamenti non corretti sembrano derivare da una mancanza di informazione, oltre
che da distrazione e pigrizia. Le basi non sono purtroppo ancora incoraggianti: 3 italiani su 4
dichiarano di non conoscere il significato del termine RAEE e, inoltre solo il 17% conosce i
contenuti della normativa specifica. Singolare è il livello rilevato di “auto percezione”: ben il 57%
si ritiene molto o abbastanza informato sulle prassi da seguire per smaltire in modo corretto i
PAED. C’è però forte attenzione ai benefici ambientali, e quindi anche per la nostra salute, che
possano derivare da una corretta attività di riciclo.
La mancanza di informazione è evidente anche quando si parla di ‘uno contro uno’, l’obbligo
di ritiro gratuito da parte del negoziante: solo il 53% degli italiani ne conosce il significato e
soltanto 1 su 5, a fronte dell’acquisto di un nuovo apparecchio elettronico, si è avvalso
di questa modalità.
Secondo i consumatori chi è responsabile di un riciclo virtuoso dei PAED? Il 36% assegna una
responsabilità condivisa a tutti i soggetti coinvolti. Il 26% indica gli enti pubblici e i Comuni,
il 20% fa riferimento alle aziende, mentre il 17% ritiene centrale la propria responsabilità in
qualità di consumatore finale, un atteggiamento che si riscontra in particolare nel Nord Est.
La raccolta dei PAED
Con 37.000 tonnellate avviate al riciclo nel 2010 a fronte di 220.000 tonnellate di PAED
immessi sul mercato, la raccolta di questi piccoli oggetti a fine vita è più debole rispetto agli
altri prodotti, segnando ben 10 punti in meno rispetto alla media nazionale dell’intero
comparto RAEE (pari al 26%), ma è comunque
in crescita del 21% rispetto all’anno precedente.
La raccolta è positiva soprattutto al Nord, dove si
raccoglie il 70% dei PAED totali, mentre Centro
e Sud faticano.
Grazie alla banca dati di ReMedia relativa ai
campionamenti1 effettuati durante il 2010 sui
RAEE gestiti dal Consorzio, è possibile entrare
nel dettaglio della raccolta e tracciare un profilo
degli apparecchi buttati dagli italiani.
La categoria più rilevante in termini di peso è quella dei prodotti informatici e per le
telecomunicazioni - pari a 24.000 tonnellate di pc, fax, stampanti e telefoni - che incidono
sul totale per il 66%.
Questa categoria vanta un buon tasso di raccolta, in linea con la media UE, poiché favorita
dalla sostituzione di vecchi prodotti con altri nuovi e più leggeri. Seguono i piccoli
elettrodomestici e l’elettronica di consumo.
Riciclare fa bene
Su un totale di 37.000 tonnellate di rifiuti di PAED, sono
state ricavate ben 34.000 tonnellate di materiali (il 92%). Le
frazioni quantitativamente più rilevanti sono il Ferro e la
Plastica, entrambe sopra il 35%. Lo smaltimento di schede
e cavi ha consentito di riciclare importanti quantità di metalli
quali rame, oro, argento, alluminio e palladio. Il valore
economico complessivo di queste risorse recuperate nel
2010 può essere stimato in circa 23,6 milioni di euro. Per
quanto riguarda i benefici ambientali, nel 2010 sono state
risparmiate 26.300 tonnellate di TEP ed evitate 54.000 tonnellate di CO2.
Dal punto di vista ambientale, se si riuscisse a raccogliere e riciclare il 100% dei PAED
smaltiti dagli italiani, i benefici ambientali sarebbero ancor più significativi:
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o
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60.000 TEP risparmiate, pari al consumo energetico di una città di 19.762 abitanti
120.000 tonnellate equivalenti di CO2 evitate, pari a 73.778 automobili con
percorrenza media annua di 12.000 km
7 nuovi impianti da realizzare, pari a 395 nuovi occupati nel settore
oltre 76.400t di materie prime seconde recuperate, di cui 26.350 t di ferro, pari a
quasi 4 volte il peso della Tour Eiffel.
Tutto si trasforma
Remade in Italy ha svolto in collaborazione con ReMedia un’indagine sulla destinazione dei
principali materiali ricavati dal riciclo dei PAED (in totale 34.000 tonnellate di materie
1
55 campionamenti effettuati presso 14 degli impianti partner di ReMedia dislocati omogeneamente su
tutto il territorio nazionale
potenzialmente commercializzabili), svolgendo interviste presso 15 operatori economici della
filiera a valle degli impianti di trattamento. Da questi dati si evince ad esempio che:
o dal recupero dell’alluminio si ottengono principalmente componenti per
elettrodomestici, mezzi di trasporto e edilizia, oggettistica per casa e ufficio, elementi di
arredo, lingotti e laminati;
o dagli altri metalli grigi è possibile forgiare padelle, accessori vari, competenti per
l’edilizia, semilavorati del settore auto, lingotti e laminati;
o dai materiali derivanti dal riciclo dei cavi si ottengono semilavorati per componenti
elettriche, barre di ottone, granuli e scaglie di gomma per pavimentazioni e isolanti,
tappetini per auto, asfalti fonoassorbenti;
o dai metalli ferrosi è possibile realizzare componenti vari per l’edilizia, arredamento,
oggettistica, profilati, semilavorati del settore auto, lastre e lingotti;
o dal recupero del rame è possibile ottenere lingotti per semilavorati per componenti
elettriche e altri prodotti per l’edilizia.
Informazioni su ReMedia
ReMedia, Sistema Collettivo italiano no-profit per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie di RAEE (Rifiuti
Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), domestici e professionali, è nato nel 2005 grazie alla volontà di 44
aziende leader nel settore dell’Elettronica di Consumo e dell’ICT, al fine di poter rispettare le norme imposte dal
Decreto legislativo 151/2005. Dopo l’entrata in vigore del Decreto legislativo 188/2008, ha aggiunto alle sue attività
la gestione dei rifiuti di pile ed accumulatori. Il Consorzio conta oggi oltre 1000 soci e rappresenta, per quota di
mercato e struttura, un punto di riferimento nella gestione dei RAEE. Oltre ad essere senza scopo di lucro, il
Consorzio è certificato ISO 9000 e ISO 14000, una ulteriore garanzia di trasparenza e serietà nei confronti dei
consorziati, dei partner e dei consumatori. Per ulteriori informazioni www.consorzioremedia.it
I partner della ricerca
GfK Eurisko
GfK Eurisko è oggi il più importante istituto operante in Italia nelle ricerche del consumatore. L’Istituto svolge indagini
che coprono l’intero panorama della ricerca sociale e di mercato in termini di finalità, aree e settori, metodologiche e
procedure. GfK Eurisko, parte del Gruppo GfK, garantisce ai propri clienti un servizio di alta qualità in oltre 100 paesi
del mondo.
Remade in Italy
Remade in Italy è un’associazione riconosciuta e senza scopo di lucro fondata nel 2009 che promuove, a livello
nazionale ed internazionale, i prodotti “made in Italy” derivanti dal riciclo. I prodotti Remade in Italy sono
contraddistinti da un marchio che contiene le informazioni sulle caratteristiche di sostenibilità ambientale del
prodotto, in termini di risparmio di materie prime, riduzione di consumi energetici e contenimento delle emissioni di
CO2.
ASSORAEE
ASSORAEE è l’Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche formata dalle aziende di
recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche precedentemente inquadrate nella sezione Recupero di
ASSOMABIENTE. ASSORAEE è, inoltre, da alcuni anni impegnata nel confronto con i produttori e le istituzioni
nazionali e locali per la definizione di accordi e disposizioni normative e, da ultimo, nella revisione della Direttiva
RAEE
Per ulteriori informazioni stampa
REMEDIA
BUSINESS PRESS
Fabrizia Gasperini
tel. 02 34594611
M. Beatrice Caputo
[email protected] - tel. 02 72585.1 - 335 1297715
Cinzia Sartori
[email protected] - tel. 02 72585.1 - 393 9794732