PROGETTO SOLLIEVO-INTESEx

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PROGETTO SOLLIEVO-INTESEx
INTEGRAZIONE TERRITORIALI DEI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI:
PROGETTO “IN.TE.S.E”, UN PERCORSO DI SOSTEGNO STRUTTURATO E MIRATO
PER PAZIENTI CON DECADIMENTO COGNITIVO DI GRADO LIEVE-MODERATO E LE
PROPRIE FAMIGLIE
PREMESSA
Il progetto si propone di indirizzare e consolidare l’integrazione dei servizi socio-educativi presenti
sul territorio dell’Ulss-13 a favore degli anziani e della famiglia, sia per quanto riguarda la
componente socio-assistenziale che sanitaria.
L’aumentata sensibilità diagnostica in ambito medico e l’aumentata sensibilità culturale della
popolazione stessa, negli ultimi anni ha consentito l’intercettazione di più casi di decadimento
cognitivo, soprattutto in fase iniziale, che un tempo non venivano rilevati perché considerati come
normale conseguenza dell’invecchiamento. Le famiglie che vivono e sostengono la malattia per
periodi generalmente lunghi hanno sempre più bisogno di sostegno sia in ambito sanitario
(prevenzione, precisione diagnostica, trattamenti farmacologici) sia in ambito assistenzialeriabilitativo.
Da qui l’importanza dell’integrazione e della sinergia tra istituzioni, associazioni e terzo settore.
A sostegno di questo l’Ulss-13 in collaborazione con alcuni Comuni sostiene da tempo
l’importanza della stretta collaborazione tra ambito sanitario e sociale, attraverso la realizzazioni di
percorsi assistenziali strutturati ad hoc sulla persona con decadimento cognitivo e la propria
famiglia. Riteniamo che la famiglia, sia fondamentale nel sostegno della domiciliarità, ma i requisiti
di appropriatezza passano attraverso l’informazione, la formazione ed il supporto effettivo.
Per questo nel territorio dell’Ulss-13 sono state realizzate diverse iniziative, volte a creare
consapevolezza di malattia tra i caregivers dei pazienti affetti da demenza, in particolare, il Comune
di Spinea, in collaborazione con l'Ulss-13, ed il terzo settore (Cooperativa Sociale Linte -Allegato
A- e volontariato locale), ha sviluppato un percorso psico-educazionale per i famigliari, accanto ad
un percorso di stimolazione cognitiva mirato e strutturato rivolto alle persone affette da demenza.
L’esperienza ha prodotto risultati rilevanti in termini di consapevolezza di malattia da parte del
caregiver (Allegato B) e di approccio integrato a livello assistenziale.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PROGETTO
Obiettivo del Progetto Sollievo è quello di poter garantire sostenibilità e continuità nell’assistenza
delle persone anziane affette da demenza, all’insegna della consapevolezza dei reali bisogni del
malato e dell'appropriatezza degli interventi strutturati nell’ambito della domiciliarità. Conoscere la
malattia non basta, è necessario condividere con esperti del settore le strategie comportamentali ed
assistenziali al fine di personalizzare e strutturare gli interventi adottando un metodo operativo.
Accanto al sostegno per le famiglie, per i malati riteniamo importante realizzare attività mirate,
specifiche e strutturate per il mantenimento delle abilità residue, con la supervisione di
professionisti esperti che garantiscano la coerenza delle azioni svolte dai volontari. L’intervento,
pur avvalendosi di volontari, prevede un approccio scientifico, sia per quanto riguarda le tecniche di
intervento, che per quanto riguarda la rilevazione dell’efficacia a fine percorso.
Al malato verrà offerta l’occasione di frequentare un ambiente accogliente, in cui troverà occasione
di socializzazione e stimolazione di quelle abilità residue che con un adeguato e mirato
potenziamento potranno alimentare l’autostima, mantenere un po’ più a lungo l’autonomia e l’idea
di soggetto come identità e non come malato. Le famiglie nel contempo avranno del tempo proprio
che potranno gestire per sostenere le proprie esigenze, spesso trascurate e messe da parte per la
continuità del carico assistenziale.
Fornire gli strumenti per una adeguata assistenza, sostenere la continuità assistenziale delle famiglie
con dei momenti di sollievo, strutturati e garantiti, condividere empaticamente le problematiche
contingenti alla malattia, con possibilità di sostegno/supporto psicologico, riteniamo che possa
essere la formula garante del mantenimento della domiciliarità, ma non solo, attraverso i percorsi
formativi si tenderà ad allontanare il momento dell’istituzionalizzazione del malato e a non ricorrere
per mera disperazione a questa difficile scelta, che sarà comunque, nell’evenienza, il risultato di una
scelta ponderata e consapevole.
La collaborazione tra terzo settore, associazioni di volontariato e cooperative sociali, ed ambito
istituzionale, sia sanitario che sociale, costituisce la strategia di lavoro in rete che meglio riesce a
fronteggiare i reali e complessi bisogni determinati dalla malattia, pur a fronte dell’attuale esigua
disponibilità di risorse.
Tra gli obiettivi strategici il progetto sollievo ha anche quello di favorire la nascita di un
coordinamento tra terzo settore, associazioni di volontariato in primis, e le istituzioni che si
occupano di tale patologia.
Si avvieranno pertanto 2 centri sollievo: uno presso il Comune di Spinea (afferente all’Area Nord Distretto 1 dell’Ulss-13) e uno presso il comune di Vigonovo (afferente all’Area Sud -Distretto 2
dell’Ulss-13), per distribuire equamente l'opportunità data ai cittadini e coprire le due aree in cui è
suddiviso il territorio di riferimento dell’Ulss-13. Gli altri comuni potranno partecipare con propri
operatori e volontari alla formazione e alle attività con i pazienti selezionati, una volta ottenuta
idoneità sulla base del rispetto dei criteri di inclusione del percorso di stimolazione cognitiva.
Gli obiettivi si possono riassumere pertanto come segue:
1.
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3.
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5.
6.
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8.
9.
Avviare 2 Centri di Sollievo, uno per ogni Distretto dell’Ulss13, con coinvolgimento dei comuni
interessati nel percorso formativo in oggetto;
Dare un sostegno alle famiglie nella gestione della quotidianità
Formare/informare le famiglie secondo criteri di appropriatezza
Formare/informare i volontari
Ritardare l’istituzionalizzazione
Sensibilizzare tutti gli attori coinvolti al fine dell'intercettazione precoce di nuovi casi di
“decadimento cognitivo” e della realizzazione di un possibile censimento territoriale di prevalenza ed
incidenza di malattia
Diffondere nel territorio una cultura promozionale piuttosto che assistenziale, che non si focalizzi sui
deficit ma sulle abilità residue, per enfatizzare ciò che la persona con demenza è ancora in grado di
fare piuttosto che ciò che ha perso
Costruire una mappatura tracciabile delle opportunità del territorio
Inserire il progetto nel piano di zona
ANALISI SOCIALE
Il territorio della Azienda Ulss-13 è costituito da 17 Comuni, per un totale complessivo di 268.564
abitanti al 31/12/12, distribuiti in un territorio di 497,58 kmq. A tale data la popolazione anziana
complessiva, con età superiore ai 65 anni, risultava pari a 52.976 soggetti, rappresentati per il 56%
dal sesso femminile. Nelle fasce di età 65-74 e > di 75 si collocano rispettivamente il 11% (29.064)
e il 9% (23.912) della popolazione totale, con un indice di invecchiamento, definito dal rapporto
percentuale tra la popolazione anziana (65 e oltre) e il totale della popolazione, del 19,7% ed un
indice di vecchiaia, definito dal rapporto tra il numero di persone con età superiore a 65 anni ed i
minori con età 0-14 anni, di 139. Tali valori si discostano leggermente per difetto da quelli riferiti
alla Regione Veneto e all'Italia nel suo complesso. I comuni che risultano avere l'indice di vecchiaia
più elevato risultano Spinea (valore assoluto più alto: 22,9) nell’Area Nord e Dolo (22,1) nell’Area
Sud.
Nell’ambito del territorio dell’ Azienda Ulss-13 insistono 2 Distretti. Il Distretto 1-Area Nord
comprende i sette comuni di: Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè,
Spinea, in un’area territoriale che si colloca in posizione di baricentro tra i poli di Padova,Treviso e
Venezia, con una estensione complessiva di 183,85 kmq ed una popolazione, al 31.12.2012, di
140.072 abitanti, di cui 28.137 >65 anni. Il Distretto 2-Area Sud comprende invece i dieci Comuni
di: Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò, Mira,
Stra e Vigonovo. Si tratta di Comuni sorti lungo l’antico corso del fiume Brenta, nell’entroterra
occidentale della Provincia di Venezia, al confine con la provincia di Padova, per una superficie
totale di 313,73 kmq ed una popolazione, al 31/12/2012, di 128.492 abitanti, di cui 24.839 >65enni .
In ciascun distretto la proporzione tra ultra75enni e il gruppo degli anziani giovani e tra i due sessi è
sovrapponibile e riproduce quanto osservato per tutto il territorio Ulss-13.
Comparando i dati di popolazione al 31/12/2011 con quelli relativi al 31/12/2002, si osserva un
importante incremento della popolazione residente con età superiore ai 65 anni, sia in termini
assoluti: 52.976 contro 39.321 (+13.655), sia in termini percentuali sul totale della popolazione:
19,7% verso 16,17%, essendosi mantenuta la proporzione tra i sessi e tra le due fasce di età
analizzate. Il rapido incremento demografico degli ultra 65enni nel territorio di riferimento è
dimostrato dall’aumento significativo (486 unità) osservato in un solo anno (2011-2012).
In definitiva si può notare come le trasformazioni socio demografiche di questi ultimi anni siano
caratterizzate da un sempre più elevato numero di anziani con età superiore ai 75 anni, e quindi più
soggetti a sviluppare malattie croniche e degenerative.
Nel Veneto la prevalenza di demenza calcolata nella popolazione di ultra 65enni (registrata al 01.01
2009 con popolazione totale di 960.577) è di 65.321 casi di cui oltre 50.000 sono i casi attesi di
Malattia di Alzheimer. Nella provincia di Venezia la prevalenza risulta poco più del 6% con una
ripetibilità nelle varie province del Veneto (nel 2010: 1597 nuovi casi). Nell’Ulss-13 nel 2010 era
stata rilevata una prevalenza di 1597 pazienti affetti da demenza. Con tassi di demenza registrati nel
2010 nella provincia di Venezia pari al 36% (Regione Veneto: Il decadimento cognitivo nel Veneto
– Report, Novembre 2013).
La prevalenza della malattia nel Veneto, secondo i dati dello studio epidemiologico ILSA (Italian
Longitudinal Study on Aging, 2007) è del 12.5% nella popolazione ultra65enne. Per quanto
riguarda l’incidenza della malattia, basandosi sulle stime nazionali dei nuovi casi incidenti (11.9
nuovi casi all’anno per 1000 soggetti con più di 65 anni) si stima che ogni anno nel Veneto si
intercettino circa 9.600 nuovi casi. Si calcola che una percentuale compresa tra il 30 ed il 60% dei
soggetti ospitati presso istituti per non autosufficienti presenti una demenza.
I farmaci utilizzati nel trattamento delle demenze hanno l’obiettivo di rallentare il decorso clinico
della malattia, arginare i disturbi del comportamento e aiutare nel conferire qualità di vita, quando
possibile; risulta evidente la necessità di una forte progettualità relativamente ad altri approcci
terapeutici non farmacologici e agli aspetti assistenziali che coinvolgono malati e le proprie
famiglie. A questo proposito si deve ricordare che in letteratura sono presenti alcune evidenze che
mostrano come un intervento mirato alla rete dei servizi sia efficace ed efficiente nel modificare la
storia naturale della malattia (N. Vanacore, Istituto Superiore Sanità, 2011), sia in termini di
percezione di minor stress per il caregiver, sia in termini di ritardo dell’istituzionalizzazione.
Devono essere inoltre attuate strategie di prevenzione primaria e secondaria nel campo delle
demenze orientate verso la modifica dello stile di vita e dei fattori di rischio cardio-cerebrovascolari
e strategie di sensibilizzazione all’intercettazione precoce dei primi sintomi di malattia.
INNOVATIVITA’
Questo progetto propone un modello operativo innovativo, che interpreta le necessità di presa in
carico globale che la demenza richiede, in quanto patologia che coinvolge non solo l’ambito
sanitario, ma anche quello familiare e sociale, per garantire una presa in carico multidisciplinare ad
opera di un’equipe multi professionale. Tale approccio si inserisce in una progettualità già in essere
presso il Comune di Spinea (Caffè Alzheimer-edizione 2013) che si concluderà a dicembre 2013.
Questa iniziativa risponde a diversi bisogni:
• bisogno di sicurezza: si svolge in un luogo sicuro dove lasciare il proprio caro senza
esitazioni
• bisogno di continuità: rappresenta un punto di riferimento garantito in termini temporali su
cui il familiare può contare.
• bisogno di accoglienza: sostiene le incertezze ed i dubbi dei familiari attraverso i gruppi di
auto-aiuto e percorsi psico-educazionali.
• bisogno di formazione ed informazione: esiste un percorso dedicato alla formazione e
counseling che consente alla famiglia e agli operatori addetti all’assistenza, attraverso la
guida di professionisti, di avere una visione più oggettiva possibile circa lo stato di malattia
e dei reali bisogni del malato.
• bisogno di condivisione e trasferimento dei contenuti formativi: attraverso la formazione
e la supervisione continua di esperti del settore, con la finalità di costituire gruppi di
volontari adeguatamente formati per garantire continuità nel tempo di tale attività.
• bisogno di sensibilizzazione: attraverso la formazione-informazione potrà partire una
campagna al fine di abbattere lo stigma sociale che caratterizza questo tipo di malattia.
• bisogno di una mappatura dei servizi presenti nel territorio, attraverso un censimento
dei servizi effettivamente utilizzabili da questi pazienti sul territorio, al fine di identificare su
quali si potranno investire risorse per un futuro potenziamento
• bisogno di informazione in merito alla incidenza e prevalenza di demenza nel territorio
dell’Ulss-13 attraverso l’intercettazione dei casi. Tale censimento potrà essere portato a
termine solo grazie alla sensibilizzazione e collaborazione attiva di tutti i soggetti coinvolti
nella presa in carico della malattia (MMG, geriatra territoriale, assistenza domiciliare,
assistente sociale, volontariato locale, terzo settore).
TEMPISTICA DI ATTUAZIONE DI CIASCUNA FASE
Il modello proposto prevede l’attivazione di due Centri di Sollievo ovvero luoghi accoglienti nei
quali volontari preparati e formati accolgono, per tre ore al giorno per due volte alla settimana, le
persone con demenza. In questi luoghi, concessi ad uso gratuito dai Comuni di Spinea e Vigonovo,
si svolgeranno attività specifiche, adeguate e mirate rispetto alle esigenze delle persone coinvolte e
al loro livello di abilità residue, condotte da professionisti esperti, della Cooperativa Sociale Linte
(Allegato A), che garantirà attraverso la conduzione effettiva, la supervisione, la coerenza delle
azioni svolte dai volontari con l’evidenza scientifica, pur nei limiti previsti dal ruolo dell’operatore
volontario.
Nella conduzione del Progetto Sollievo si considererà come prioritario il lavoro combinato sulla
diade malato-familiare: da un lato ci si rivolgerà al paziente per offrirgli occasioni di stimolazione
globale e di socializzazione, dall’altro si guarderà alle famiglie le quali potranno usufruire di
momenti di “sollievo” propri per alleggerire il carico assistenziale e di sostegno per elaborare i
propri vissuti, all'interno del percorso psico-educazionale e dei gruppi di auto-mutuo aiuto. Altresì,
tra gli obiettivi strategici vi è quello di favorire la nascita di coordinamenti tra associazioni che si
occupano della patologia così da favorire la sinergia tra le istituzioni e il mondo del volontariato
verso l’unico obiettivo di assicurare il sostegno alla famiglia e garantire il supporto emotivo e
pratico in un sistema di rete.
PIANIFICAZIONE DELLA AZIONI DEL CENTRO DI SOLLIEVO
Incontri informativi alla popolazione
Prima dell’avvio dei Centri di Sollievo verrà organizzato un incontri informativo aperto alla
cittadinanza.
Obiettivo degli incontri è promuovere l’iniziativa e comunicare l’avvio del progetto nei due comuni,
le modalità di accesso, le attività predisposte.
Incontro formativo per operatori
L’incontro della durata di 6 ore è rivolto agli operatori che afferiscono al centro sollievo. Il
programma del corso è il seguente:
• Basi neurologiche della demenza
• La demenza di Alzheimer, altri tipi di demenza ed i disturbi comportamentali
• La relazione con la persona affetta da demenza
• Tecniche di conseling per la gestione del familiare
Incontro formativo per volontari
L’incontro della durata di 6 ore è rivolto ai volontari che afferiscono al centro sollievo. Argomenti
del corso saranno:
• La demenza di Alzheimer, altri tipi di demenza ed i disturbi del comportamento
• La relazione con la persona affetta da demenza Strategie di comunicazione con il malato
• Principali problematiche del familiare/caregiver
• Durante l’anno di attività verranno proposti 3 incontri della durata complessiva di 3 ore
come supervisione al gruppo di volontari. In genere vi parteciperà l’assistente sociale, lo
psicologo e l’educatore professionale assieme ai volontari.
Questi incontri permetteranno di capire sia quali sono le dinamiche da mettere in atto per
l’assistenza al malato, sia quali sono i rapporti che intercorrono tra i vari volontari e tra i volontari e
i professionisti.
Percorso di auto aiuto e psico-educazionale per familiari: 9 incontri della durata di 2 ore
L’essere caregiver espone a distress sia fisico che emotivo, questo può favorire una
maggiore vulnerabilità, a sua volta fattore di rischio di burnout. Il familiare sperimenta
infatti intensi e poliedrici stati emozionali connessi alla gestione complessa che tale
situazione richiede.
In letteratura spesso viene enfatizzata l’importanza del fornire un sostegno a chi presta cura
a pazienti in fase terminale o con malattie degenerative, da parte di personale specializzato.
Il prestare e prendersi cura espone il caregiver infatti a morbilità fisica ed emotiva, difficoltà
economiche, distress psicologico e peggioramento della qualità della vita.
L’approccio psico-educazionale con i familiari ha il duplice obiettivo di fornire conoscenze
sulla patologia e sugli stili comportamentali più idonei (componente educativa) e sostegno
psicologico, allo scopo di favorire l’accettazione della malattia e della prognosi ed elaborare
i vissuti legati all’esperienza di cura (componente psicologica). Con il caregiver si
intraprende anche il doloroso e complesso percorso
L’approccio psico-educazionale dei familiari offre sostegno psicologico, con lo scopo di
favorire l’accettazione della malattia e della prognosi. Con il caregiver si intraprende anche
il doloroso e complesso percorso dell’elaborazione anticipatoria del lutto, favorendo,
laddove possibile, un’accettazione della perdita imminente e fornendo elementi di liceità
sulla ripresa futura di una programmazione di vita.
Modalità operative
•
Criteri di inserimento:
1. diagnosi di demenza accertata di grado lieve-moderato
2. assenza di disturbi comportamentali tali da pregiudicare la partecipazione e la
collaborazione (agitazione psicomotoria, aggressività fisica e verbale,
irritabilità e tendenza al vagabondaggio)
•
Numero massimo di partecipanti: 20 per centro
•
Test neuropsicologici: gli ospiti saranno sottoposti anche ad una valutazione
neuropsicologica prima dell’inizio del percorso ed al termine, che permetterà di
verificare gli effetti dell’attività svolta.
Verranno utilizzati i seguenti strumenti standardizzati:
Valutazione Cognitiva
MMSE (Folstein et al., 1975)
CLOCK (Shulman, 1993)
Valutazione Stato Funzionale
DAFS (Loewenstein et al.,1989)
Valutazione dello stress del caregiver e delle performance funzionali
DAD (Isabelle Gélinas and Louise Gauthier, 1994)
•
Spazi: i locali messi a disposizione dalle amministrazioni comunali per la
realizzazione dei centri di sollievo, dovranno essere dotati di alcuni strumenti utili
allo svolgimento delle attività:
1. un grande orologio di facile lettura, un calendario
2. un tavolo, sedie comode per i pazienti
3. oggetti familiari di uso quotidiano e domestico.
•
Durata: 2 incontri alla settimana della durata di 3 ore ciascuno
•
Attività svolte: i volontari, lavoreranno in costante supervisione con il professionista
(educatore e psicologo). Le attività hanno l’obiettivo di stimolare le risorse del
paziente in un clima disteso che possa favorire la socialità.
Esempio di giornata tipo:
-
Presentazione generale del gruppo.
Orientamento nel tempo e nello spazio.
Racconti di avvenimenti appartenenti al passato degli ospiti.
Pausa.
Una volta alla settimana predisposizione di alcune attività di gruppo per la
stimolazione della memoria, del linguaggio, dell’attenzione.
Una volta alla settimana percorso creativo: prevede l’utilizzo della musica e
dell’arte.
Annotazione delle osservazioni da parte dei volontari.
Saluti finali e accompagnamento degli ospiti al proprio domicilio.*
__________________
*Ogni comune che intenderà inviare utenti al Comune più vicino, sede delle attività del
Progetto Sollievo, dovrà rispettare le modalità di reclutamento del gruppo di lavoro e dovrà
provvedere personalmente ai trasferimenti con il pulmino del comune di riferimento.
STRUMENTI DI VERIFICA E VALUTAZIONE DEI RISULTATI
Verranno proposti strumenti per il monitoraggio delle attività svolte che verifichino:
1. il numero delle richieste di accesso pervenute durante l’anno (congruità);
2. il numero di richieste che hanno soddisfatto i requisiti di accesso al centro di sollievo;
3. l’adeguatezza in itinere della sede che l’Ente ha messo a disposizione;
4. l’adeguatezza in itinere del trasporto fornito ai partecipanti
5. la verifica delle attività realizzate e delle relative modalità di svolgimento;
6. soddisfazione e verifica delle acquisizioni per operatori e volontari (questionario)
7. efficacia e acquisizione dei contenuti proposti ai familiari durante il percorso psicoeducazionale (questionario)
SOGGETTI COINVOLTI
LIVELLO DI COINVOLGIMENTO
CRISTINA BASSO (geriatra Ulss-13)
ELISA FAVARETTO (Comne Spinea)
TIPO DI RAPPORTO
FORMALE
Accordo
Collaborano nella pianificazione e
programmazione
Protocollo d’intesa
ARIANNA FERRARI (Cooperativa
Sociale Linte)
Convenzione
Cooperativa Sociale Linte
Convenzione
Operatori/volontari Comune di
Spinea
Operatori/volontari Comune di
Vigonovo
Operatori/volontari Comuni ulss-13
Sono direttamente coinvolto nella
realizzazione delle azioni
Soggetto proponente il progetto:
denominazione: Azienza ULSS 13
indirizzo PEC:
telefono:
CF:
legale rappresentante:
Soggetto gestore del progetto:
denominazione:
indirizzo PEC:
telefono:
CF:
legale rappresentante:
Persona referente del progetto:
nome:
indirizzo:
telefono:
Protocollo d’intesa
Protocollo d’intesa
Protocollo d’intesa
fax:
natura giuridica:
fax:
natura giuridica:
e-mail:
Calendario con spese preventivate
numero
operatori
ore
dirette
ore
indirette
ore
totale
costo/
ora (€)
costo
(€)
corso di formazione operatori
6 ore
1
6
2
8
80
640
corso di formazione volontari
6 ore
1
6
2
8
80
640
1
9
3
12
80
960
1
24
288
80
23.040
1
24
288
80
23.040
1
18
6
24
80
1920
1
18
6
24
80
1920
incontro informativo
( 2 ore per comune)
2
2
1
3
80
240
incontro informativo
( 2 ore per comune)
2
2
1
3
80
240
Incontri 3 di supervisione in
itinere per volontari
3 ore
centro sollievo 1
2 volte settimana per 3 ore
(6 ore/settimana; 24 ore/
mese)
centro sollievo 2
2 volte settimana per 3 ore
(6 ore/settimana; 24
ore/mese)
Centro sollievo1: gruppi di
sostegno per familiari (9
incontri di 2 ore a cadenza
mensile)
Centro 2: gruppi di sostegno
per familiari (9 incontri di 2 ore
a cadenza mensile)
TOTALE
52.640
ALLEGATO A
Centro Rindola- Cooperativa sociale Linte (Vicenza)
Presso il centro di psicologia e riabilitazione neuropsicologica Rindola, che ha sede a Vicenza,
opera un equipe formata da un neurologo, una neuropsicologa, una psicoterapeuta, una
psicoterapeuta familiare, un educatore. Si costituisce come un modello unico attualmente esistente
di centro in cui venga effettuata sia la diagnosi che il percorso di riabilitazione cognitiva.
Il centro Rindola si è distinto per la sua peculiarità e per la sua metodologia operativa che prevede
la presa in carico della persona malata e contemporaneamente del nucleo familiare.
In quasi 10 anni di attività il centro ha prodotto diverse pubblicazioni basate su studi di efficacia del
trattamento proposto. Ha sostenuto collaborazioni con l’Università degli studi di Padova e con il
centro studi e casa editrice Erickson.
Inoltre come realtà territoriale si è impegnata per costruire una rete che contempli sia soggetti
pubblici che privati in modo tale da costruire un percorso stabile per la persona malata e per la
propria famiglia.
Attualmente il centro collabora con l’Ulss 4, l’Ulss 6, l’Ulss 13 (Comune di Spinea).
ALLEGATO B