FORUM: “AMMORTIZZATORI SOCIALI” Intervento di Imola – CGIL
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FORUM: “AMMORTIZZATORI SOCIALI” Intervento di Imola – CGIL
FORUM: “AMMORTIZZATORI SOCIALI” Intervento di Imola – CGIL – Riallacciandosi un po’ agli interventi precedenti dice che malgrado i cambiamenti apportati con vari emendamenti all’art. 19, dal loro punto di vista ci sono numerose di ombre che andrebbero colmate: 1. Dice che “È utile ciò che è stato fatto negli emendamenti. Per esempio aver tolto una serie di limiti che c’erano rispetto sia ai tempi sia nel sostegno delle persone ma ne rimangono altri come il problema storico cioè il massimale con cui vengono pagati gli ammortizzatori che, non essendo mai stato aggiornato, in realtà riduce la percentuale effettiva dei compensi soprattutto in caso di cassa integrazione e mobilità; 2. Il problema del decalage che comprime parecchio la capacità retributiva del lavoratore; 3. Formazione collegata alla disponibilità: “E’ preoccupante, dice Imola, vincolare molto i lavoratori ai giusti percorsi di ricollocazione e formazione senza però garantire che le strutture regionali o provinciali garantiscano realmente formazione di qualità, percorsi certi di avviamento al lavoro ecc. Se poi si pensa alla situazione delle regioni del centro sud dove i CPI (centri per l’impiego) sono quelli meno funzionali rispetto al resto di Italia si vede come si pongano vincoli importanti alle persone senza garantire efficacia nell’intervento pubblico verso quelle stesse persone”; Ecco perché dice Imola quindi vale la pena iniziare a farci delle domande: 1. Come si lega un pezzo dell’esistenza futura delle persone e della prospettiva di vita futura delle persone al patto di disponibilità, di fronte alla situazione in cui i CPI funzionano mediamente male, salvo i punti di eccellenza che in alcune parti del paese ci sono, e in cui il sistema della formazione è criticato da tutti? 2. Pensare che se rifiuto un corso pago di persona e non ho niente, mentre gli altri che obblighi hanno verso di me se accetto di fare un corso che poi si rivela inutile? La stessa cosa vale per l’accompagnamento al lavoro e così via. 4. Vanno quindi definite anche le risorse che vanno date ai CPI, in rapporto anche alla responsabilità che va posta anche in capo a chi governa questi processi. 5. Quali sono gli indicatori di qualità e di ricollocazione che si chiedono agli enti di formazione per accompagnare il lavoratore nella formazione, affinché sia tutto efficace? Il discorso riprende toccando il tema dei lavoratori in somministrazione, dicendo che nel 2008 ma anche nel 2007, oltre il 50% facevano missioni complessive nell’anno sotto i 90 giorni, pertanto se non superiamo questo limite di accesso agli ammortizzatori in deroga, dobbiamo essere consapevoli, ribadisce Imola, che escludiamo un gran parte di questi lavoratori, perché la durata di solito delle missioni è di una settimana, pertanto questa fetta del mondo del lavoro deve essere tutelata in modo diverso. Continua dicendo che per i giovani è ancora forse più difficile perché potrebbero non avere i 2 anni di anzianità contributiva… per accedere all’indennità di disoccupazione e, in questa situazione di crisi, sarebbe meglio superare questo limite formale; Il discorso volge verso la tematica degli enti bilaterali, marcando il fatto che “È vero che negli emendamenti si è modificato l’impostazione precedente e non si è previsto un intervento obbligatorio degli enti bilaterali, che la CGIL considera come gli altri incostituzionale, ma nel caso in cui non ci sia l’intervento dell’Ente il lavoratore comunque perde l’indennità di disoccupazione e poi rimane in attesa di un eventuale ammortizzatore in deroga che può essere dato o non dato. Bisogna cambiare sicuramente l’approccio altrimenti rischiamo di lasciare scoperte molte persone e molte realtà lavorative”; Altra tematica i contratti di collaborazione e le prestazioni d’opera individuale, sono situazioni particolari, come dobbiamo considerarli in questa situazione di crisi e di fronte alla necessità di dare anche a loro gli ammortizzatori sociali? Bisogna tutelarli in modo diverso? Come già stanno facendo gli altri paesi Europei, possiamo rifarci ai lavoratori dipendenti? O farli confluire totalmente nei lavoratori autonomi? Ad esempio un archeologo che sta nel cantiere edile quasi sempre con una commessa dei beni culturali, che prende molto meno in termini di compenso orario rispetto al lavoratore edile che gli lavora accanto, non ha nessuna tutela sociale, non ha nessun ammortizzatore, che in più è laureato, è giusto tutelarlo di meno rispetto ad un lavoratore edile che è meno qualificato di lui? Che non solo ha tutti gli ammortizzatori ma anche tutto ciò che gli viene dalla cassa edile? Forse dobbiamo iniziare a cambiare, vedendo che il mondo è cambiato già da tempo, e il nostro approccio non può fare solo riferimento al codice civile. Aggiunge poi Imola perché il collaboratore che ha anche un occasionale con due imprese solo perché ha più di un datore di lavoro non ha da questo governo nemmeno quella risicata una tantum oggi prevista? Oppure, se siamo di fronte ad un lavoratore dipendente che può accedere agli ammortizzatori con un reddito in media di 22/24 mila euro lordi annui perchè nel caso dei collaboratori bisogna fermarci a 14 mila? Ci sono una serie di cose che non sono giuste, non danno giustizia sociale. Dal punto di vista della CGIL sono sbagliate, perché ancora una volta escludono i più deboli i più precari. Il sistema degli ammortizzatori va rivisto e ampliato a tutte le figure oggi presenti nel mercato del lavoro. Si può discutere se questo può avvenire anche con un parziale e volontario coinvolgimento degli Enti bilaterali ma, se questo deve avvenire, il sistema della bilateralità e degli ammortizzatori devono devono essere riformati e rimodulati radicalmente. Oggi hanno funzioni demandate dalla contrattazione diverse nei vari settori, pertanto se si vuole avvicinare l’intervento pubblico a quello delle parti sociali bisogna ridiscutere un po’ tutto. Inoltre occorre anche cambiare l’approccio culturale alla bilateralità perché si oscilla troppo spesso tra la critica perché spendono male i soldi destinati dalla contrattazione e poi, come fa questo governo, li si chiama per risolvere tutti i problemi, dagli ammortizzatori, alla formazione, alla ricollocazione ecc. Infine dice Imola ci dovrebbe essere un’interazione che si basi su un piede d’intervento pubblico di politiche attive e passive uguale per tutti i lavoratori, che sia organico, efficace e forte su cui innescare interventi settoriali e contrattuali specifici. Ma siamo ancora lontanissimi.