TERZA SCHEDA: Educare il “gusto” dei ragazzi all`informazione di
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TERZA SCHEDA: Educare il “gusto” dei ragazzi all`informazione di
TERZA SCHEDA: Educare il “gusto” dei ragazzi all'informazione di qualità di Giulio Paolo Tosone I ragazzi hanno un rapporto diverso dal nostro con l'informazione. Sfruttano meno rispetto alle vecchie generazioni i media tradizionali (TV e carta stampata) e, essendoci naturalmente cresciuti insieme e avendone familiarità, si muovono molto meglio nel cercare frammenti di informazione in rete (nelle mille sfaccettature che questo termine comporta). Diventa allora evidente l'importanza non solo di aiutarli a familiarizzare con i due grandi canali di informazione (quello che si è fatto in questi anni con il quotidiano in classe e dall'anno scorso con questo progetto sul TG) ma aiutarli, lavorando su questi mezzi, a imparare a riconoscere l'informazione di qualità perché una volta appresa questa abilità, una volta che si sono abituati a esercitare questa abilità (e ad averlo sviluppata in maniera esigente) possano essere pronti a usarlo in ogni situazione anche con l'informazione che raccolgono in rete. Allora la domanda che dobbiamo porci per impostare il lavoro non è tanto “come si riconosce l'informazione di qualità” quanto “come possiamo aiutare i ragazzi a riconoscere l'informazione di qualità”. La differenza sembra minima ma non è così. Potremmo infatti – seguendo la prima interpretazione - stilare un semplice decalogo (come spesso accade da parte degli esperti di fronte a situazioni di criticità) ma sarebbe per i ragazzi un’ennesima comunicazione dall'esterno di “cosa fare per” che probabilmente li lascerebbe freddi e indifferenti. Dobbiamo invece approfittare di questa attività per coinvolgerli, per fare in modo che l'eventuale decalogo – una modalità di semplificazione fortemente compatibile con le nostre abitudini mentali – arrivi da loro, che sia un loro prodotto. Certo per un lavoro così ambizioso noi in qualche modo il lavoro lo dobbiamo fare prima di loro per sapere come ci si deve muovere, un po' come la guida alpina che ci accompagna in montagna e che ha già percorso il tracciato più volte per conoscerlo bene, per sapere dove si possono nascondere insidie da cui proteggerci o punti panoramici che da soli rischieremmo di perdere. Allora si tratterà di impostare un lavoro con i ragazzi sul TG e sui quotidiani che parta da una “vivisezione” di alcune edizioni per poter far emergere situazioni positive e negative sui cui riflettere per delineare l'informazione di qualità. Si potrà allora dividere i ragazzi in gruppi e affidare ad ogni gruppo il compito di monitorare i TG della sera di una delle tre reti del servizio pubblico. In questo modo ogni gruppo, per una settimana, seguirà i TG della sera di uno stesso canale. Sarà utile fornire loro una griglia di riferimento su cosa osservare. Per esempio può essere utile – per aiutare i ragazzi a ragionare sul “posizionamento” del TG – tenere traccia di quante notizie sono di cronaca italiana e quante di cronaca estera. Riflettendo sul lavoro fatto negli anni scorsi sul quotidiano (e tenendo aperto il confronto con le corrispondenti notizie sui quotidiani) può essere utile provare a “sezionare” il tg e catalogare le notizie in rubriche (cronaca, politica, economia, spettacolo, sport...) per vedere se c'è uno schema comune (per esempio sempre almeno una notizia di sport) o se il palinsesto è flessibile e si adatta velocemente ai fatti della giornata e alle situazioni da raccontare. L'ideale sarebbe articolare il lavoro in due tempi, per dedicare il primo periodo ad un’osservazione “leggera” in modo da aiutare i ragazzi a prendere la mano su questo tipo di lavoro (che non è per niente facile se non ci si è abituati) chiedendo poi a ogni gruppo di sintetizzare con un cartellone (o modalità grafica simile) le osservazioni che hanno fatto e le ipotesi o le conclusioni che ne hanno tratto. Facendo confrontare in classe ai gruppi i risultati delle loro osservazioni si può incominciare a chiedere loro cosa emerge da questa prima parte. Se la classe è fornita di Lim o PC con connessione a internet (o se il docente ha un tablet connesso a internet) teniamo sempre a mente che sul sito www.rai.tv nella sezione RAI REPLAY sono disponibili i programmi RAI dell'ultima settimana per cui in ogni momento è possibile, per aiutare nella riflessione anche chi non ha visto quel determinato TG o per verificare una ipotesi di “lettura” fatta dai ragazzi, andare a recuperare il TG di un certo giorno. Adesso che si sono rodati sul lavoro di osservazione, che hanno cominciato a riflettere e che il loro lavoro si è concretizzato in un prodotto (non dimentichiamo mai che questa dinamica di micro obiettivi che portano in breve tempo a prodotti concreti aiuta molto gli adolescenti e tenere viva l'attenzione) si può chiedere loro un esercizio più complesso. Si può chiedere, tenendo sempre gli stessi abbinamenti tra gruppi e TG da osservare (perché man mano ogni gruppo diventa un po' più esperto di come viene costruito il TG di quella rete), come viene fornita la notizia in alcuni casi particolari. Cosa dovremo aggiungere allora alla nostra scheda di osservazione? Ecco alcuni riferimenti utili. Osserviamo in particolare la cronaca italiana perché, per vicinanza, è quella in cui è spesso agile per la testata giornalistica avere interviste e materiali di prima mano. Non dobbiamo mai dimenticare – per onestà intellettuale – che il tempo a disposizione per una edizione del TG è limitato e quindi in fase di redazione si devono fare alcune scelte. Chiediamo allora ai ragazzi di osservare queste scelte. Di fronte ad affermazioni di un personaggio pubblico ci si limita a riportare la notizia (con una inevitabile semplificazione) o si sceglie di far parlare i protagonisti. Tanto per chiarirci è ben diverso dire che “Tizio ha dato del fascista a Caio” e ascoltare Tizio che dice “il comportamento di Caio è un comportamento da fascista”. A prima vista possono sembrare sottigliezze ma da ripetute sottigliezze come queste passa l'informazione di qualità. Pensiamo al tema dell'educare a cercare le fonti. Quanto il giornalista (o il conduttore o l'inviato) raccontano riassumendo i fatti e quanto mi aiutano a scoprire le informazioni di prima mano? Il giornalista riesce a evidenziare i fatti oggettivi e i commenti e le letture soggettive di questi fatti? Perché se le due cose sono ben distinte io posso non condividere l'interpretazione ma non posso rinunciare ai fatti. Anzi, per chi si occupa di educazione dei ragazzi, questo percorso di leggere i fatti, rifletterci da soli è utilissimo. Per questo lavoro sarà interessante andare a confrontare le notizie sui due mezzi (video e carta stampata) per capire quale dei due è riuscito a portarci nel modo migliore a comprendere i risvolti della notizia Altra situazione da far osservare è come vengono trattati gli eventi drammatici di cronaca italiana. Come viene usata la presenza del giornalista e di una troupe in loco per raccontare il fatto? Ci vengono fornite informazioni per ricostruire i fatti o ci viene “venduto del dolore”? Chi viene intervistato: persone competenti che possono aiutarci a comprendere la dinamica dell'evento (vigili del fuoco, tecnici, medici, psicologi...) o vicini di casa che – spesso senza volerlo – caricano di pathos la vicenda? O, ancora peggio, capita che si vada a intervistare i parenti per porre la più banale delle domande “cosa prova”? Potremmo anche chiedere ai ragazzi di riflettere sull'uso delle immagini. Tra TG e carta stampata, rispetto alla stessa notizia, che uso viene fatto delle immagini? Che tipo di immagine viene scelta in un caso e nell'altro? Si tratta di un semplice supporto a corredo del testo o l'immagine (statica in un caso, dinamica nell'altro) offre dei contenuti in più, chiarisce dei passaggi che difficilmente si spiegherebbero col testo? Dobbiamo inoltre imparare (e insegnare di conseguenza) a riconoscere una dinamica che è tipica della notizia televisiva e che, come ci spiegavano gli esperti giornalisti negli incontri di formazione degli scorsi anni, si è in qualche modo imposta anche sulla carta stampata: la velocità del ciclo della notizia (da quando è nuova a quando è ormai “appassita”). Le notizie arrivano a getto continuo e c'è sempre (è un meccanismo insito in ognuno di noi) un minimo di confronto con gli altri. Così ci si trova di fronte a scelte non facili. Se abbiamo una mezza notizia non del tutto verificata è meglio lanciarla subito (a costo di aver raccontato una mezza bufala) o aspettare e verificare (col rischio di non essere i primi a comunicarla e quindi perdere un vantaggio sulle altre fonti di informazione)? Non è una scelta facile ma influisce molto sulla qualità dell'informazione. Allora chiediamo ai ragazzi di osservare in entrambi i media quali attenzioni si mettono in atto di fronte a situazioni come queste. C'è uno dei due mezzi che è facilitato ne mettere in atto questo tipo di attenzione? Di fronte a una notizia non completa ci vengono ben evidenziati quali sono i fatti certi e quali le ipotesi accessorie che andranno verificate o veniamo sommersi da un mare indistinto di possibilità. Anche in questo caso i tempi diversi dei due media ci permettono di alternare Altra situazione spinosa per i giornalisti è il rapporto tra diritto/dovere di cronaca e rispetto delle persone. È un tema complesso su cui è bene che i ragazzi si trovino a riflettere (senza la pretesa di arrivare a una conclusione definitiva). Chiediamo loro di osservare, in casi di cronaca nera, come si sceglie di risolve questo impasse. Quando c'è un sospettato per un crimine si “sbatte il mostro in prima pagina” o si forniscono le informazioni minime per garantire oltre al dovere di cronaca il rispetto non solo di quella persona (che nell'ordinamento italiano è un sospettato ma non può essere trattato da colpevole fino alla conclusione del processo) ma anche dei suoi familiari che spesso non hanno colpe? Eccoci allora ad un secondo giro di boa in cui si può, a partire da situazioni concrete (come è stata trattata una certa notizia dalla TV e dalla carta stampata) che hanno osservato nella settimana, ragionare coi ragazzi su cosa vuol dire “informazione di qualità”. All'inizio parlavamo di “decalogo”, può essere utile a questo punto del lavoro chiedere a loro di sintetizzare con alcune (non per forza dieci) frasi chiave (meglio se in positivo) come si riconosce l'informazione di qualità e cosa vuol dire essere telespettatori e lettori consapevoli in fatto di qualità dell'informazione. Queste frasi potrebbero restare bene in vista in aula come pro memoria e potrebbe essere utile evitare di chiudere definitivamente il lavoro lasciando loro l'impegno di osservare, quando hanno occasione di guardare un TG o di sfogliare un quotidiano, con questi occhi nuovi e di segnalare situazioni in cui vedono trattare le notizie in modo particolarmente coerente (o incoerente) con queste loro definizioni di qualità. QUARTA SCHEDA: Insegnare l’italiano con il tg e il giornale: dalla lezione al percorso didattico L’italiano è la materia che introduce nella scuola non solo alla forma ma anche ai contesti di una lingua, scritta e orale. Oggi non solo gli ambiti d’utilizzo della comunicazione sono diversi e più complessi, ma anche le grammatiche e i linguaggi sono mutati e si sono moltiplicati. Siamo capaci di leggere attentamente un testo accompagnato da fotografie, o le parole a sostegno delle immagini e dei suoni di un video? Il linguaggio giornalistico si è arricchito nel tempo di numerose strategie comunicative che fanno uso di vecchie e nuove retoriche. Differenti dalla comunicazione verbale quotidiana o dai vari contesti della lingua scritta. Quali sono le sue peculiarità? Come si “legge” un giornale o un tg? Quali differenze ci possono essere nell’apprendere la stessa notizia al telegiornale o, il giorno dopo, leggendo la carta stampata? Perché risulta utile accompagnare la visione del telegiornale alla lettura di un quotidiano? Proponiamo un percorso modulare, che dalla singola lezione anticipata da un compito a casa possa venire esteso a un progetto realizzabile in un periodo di tempo più lungo. Attività Dopo una prima riflessione condotta dall’insegnante di lettere, gli studenti vengono invitati a guadare il telegiornale Rai delle ore venti annotando tutto ciò che li colpisce tra gli eventi di cronaca (italiana o estera, questo lo sceglierà la classe). Uno studente avrà anche il compito di registrare la trasmissione e di portarne una copia in classe la mattina seguente. Tutti gli studenti, la stessa mattina, compreranno (o troveranno in classe) una copia di quotidiano (si può scegliere di utilizzare la stessa testata per tutti o utilizzare due testate). Insieme all’insegnante di lettere, la classe riguarderà il telegiornale e condividerà le prime impressioni. La classe verrà in seguito divisa in gruppi (preferibilmente di quattro studenti) che avranno un’ora per rispondere, ciascuno, alle seguenti domande: Da quante parole sono composti i due testi? Quali sono le forme grammaticali più utilizzate? Quale e quanto uso si fa degli avverbi? E degli aggettivi? Si provi a leggere i testi scritti senza il supporto delle fotografie (articolo di giornale) e delle immagini e suoni (servizio del tg). Quali considerazioni in merito? I due testi contengono refusi grammaticali o errori nel contenuto? Perché questo può avvenire? Si confrontino i titoli dei due testi: quali differenze e quali considerazioni? Nel servizio del tg, come si collega l’introduzione del giornalista conduttore con il testo? Quali informazioni abbiamo appreso dalla visione del servizio del telegiornale? E dalla lettura del quotidiano? Perché è stato importante ricevere le notizie da entrambi? Come ci siamo sentiti nel “leggere” una certa notizia dall’una e dall’altra fonte di informazione? Quali domande ci siamo posti in ordine all’uso della lingua italiana? Che cosa cambia dall’orale allo scritto? Quali sono le retoriche più comuni? La classe in un momento, o lezione, successivo condividerà quanto raccolto nei vari sottogruppi e troverà una sintesi, da riportare in un proprio report di ricerca. Il lavoro, così impostato, può venire svolto nella sua interezza o in qualcuna delle sue parti, così come le domande-stimolo possono venire modificate (più gruppi potrebbero lavorare alla stessa domanda, per moltiplicare le risposte in particolare agli stimoli che richiedono maggiore riflessione). Il tutto guardando al contesto classe e a eventuali vincoli di orario. Contattare l’esperto In una classe è facile scoprire che il genitore di qualche alunno è un giornalista di professione. In generale, non è difficile trovarne uno! Le tante domande ancora aperte tra quelle poste dagli studenti durante l’attività potrebbero venire rivolte a una persona esperta in materia, nel corso di un incontro con gli studenti. L’incontro potrà essere organizzato per la classe che ha svolto il lavoro oppure per tutta la scuola. Un esercizio di scrittura Gli studenti, alla luce dell’esperienza vissuta, possono essere invitati dall’insegnante a produrre un testo (uno scritto di tipo denotativo, un tema, un pezzo giornalistico, un video), in cui, avendo “fatto propria” la notizia, scrivono i testi e scelgono le immagini (e la loro collocazione) lavorando singolarmente o in piccoli gruppi. Il prodotto finale dell’attività, in base alla sua natura e alla motivazione della classe, potrà venire archiviato come materiale di ricerca o mostrato in un momento pubblico per la scuola o per genitori dei ragazzi. Come valutare l’attività? Nel novero delle possibilità offerte da una lezione di italiano con il supporto di televisione e giornali, la valutazione può sicuramente avvenire nell’ambito degli apprendimenti e delle competenze. Quale grado di consapevolezza gli studenti hanno maturato nella fruizione accompagnata dall’insegnante di un telegiornale e di un giornale? Quali competenze si sono aggiunte in merito alla padronanza della lingua italiana? Quali nuovi vocaboli e loro usi sono stati appresi? L’insegnante può anche darsi dei momenti e degli strumenti di valutazione della partecipazione degli studenti e del gradimento del percorso svolto, in modo da disporre di elementi per una futura riproposizione, in questa o in altre classi, di un’occasione analoga.