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Freestyle Freestyle Aperiodico Il Giornale dell’IPSSCTAGP “Luigi Einaudi” Lamezia Terme (Cz) www.einaudilamezia.it Sommario Freestyle Freestyle Freestyle Il saluto del nostro preside Attualità 3-4-5-6 7 Storia 8 Ambiente Religione 9 10 Letteratura 11-12 Notizie dal mondo 13-14 Giovani 15-16 Usi e costumi Tecnologia Sport 17 18 Redazione freestyle 2011 1 Direttore: Laura Fazzari Art Director: Giuseppe Rainieri Gruppo redazionale: Abigail Michienzi, Anahi Cimino, Federica Bruno, Luigi Villella, Ludovica Trudi, Noemi Talarico. 2 Il saluto del nostro preside Cari Ragazzi e Ragazze, sono vo- lati in fretta questi pochi ma intensi mesi che abbiamo trascorso insieme ed ora, che siamo quasi alla fine di quest’anno scolastico, desidero formulare a voce alta alcune riflessioni che vi riguardano. A voi, che dopo cinque anni vi accingete ad intraprendere il cammino verso nuove mete, esprimo gli auguri più affettuosi perché lasciando, spero nel migliore dei modi, definitivamente la nostra scuola, possiate realizzare i sogni e i desideri che nei vostri cuori sono gelosamente custoditi. Sono certo che con dignità saprete affrontare le difficoltà legate a questo difficile momento che vive la nostra società,una società in cui l’apparire risulta più importante dell’Essere, in cui la cultura del disimpegno, dell’egoismo, della volgarità, dell’effimero e della disgregazione della famiglia sembra avviluppare sempre più, uccidendo la speranza di un domani migliore …..ma io ho talmente tanta fiducia in voi, nel vostro entusiasmo, nella vostra passione, nella vostra creatività, in quei valori che molti dei vostri atti continuamente trasmettono, che non penso che la speranza possa morire,…. visto che voi stessi siete la nostra speranza. Avviatevi con coraggio verso il futuro da veri protagonisti con la certezza delle competenze acquisite e delle capacità di scelte critiche maturate e con la consapevolezza di dover allargare sempre più i vostri orizzonti culturali. La nostra Calabria ha assolutamente bisogno di Voi, le infinite potenzialità della nostra Regione, attraverso l’impegno di tutti coloro che hanno incarichi di responsabilità, debbono diventare occasioni di futuro per tutti e la conseguente crescita sociale, umana ed economica potrà contribuire in modo determinante alla trasformazione della nostra terra da brutto anatroccolo a splendido cigno, fiero e soddisfatto per l’avvenuta metamorfosi. A tutti gli altri studenti ricordo la necessità di un impegno nello studio costante e di una rielaborazione autonoma e personale, questa in diversi casi un po’ trascurata, per poter raggiungere i livelli di preparazione richiesti dal mondo del lavoro e dalla necessità di proseguire gli studi proficuamente. Vi invito, inoltre, a riscoprire il gusto dell’appartenenza ad una scuola così particolare e varia come la nostra , sviluppando un forte senso di amicizia sincera e di accoglienza verso l’altro quale che sia la sua provenienza o il suo modo di essere. Voglio insistere particolarmente sul rispetto assoluto del nostro istituto e di ciò che contiene; ricordo quante volte quest’anno è stato gravemente ferito ed offeso: distruggere è molto semplice …. ricostruire spesso è difficile, a volte impossibile; siate voi stessi i guardiani attenti di quel bene che appartiene a tutti voi e che poi apparterrà a chi verrà dopo. Non sfuggono a nessuno le difficoltà oggettive che stiamo vivendo, la scuola sta affrontando una trasformazione epocale in un momento di emergenza educativa, dove i giovani si trovano sempre più soli, sempre più fragili, senza esempi o modelli positivi a cui riferirsi, dove gli atti di bullismo e di violenza sembrano aumentare in modo esponenziale, dove la vita perde valore, dove il futuro si spegne! Quotidianamente i media ci forniscono della società un’immagine molto accattivante ma completamente falsa e distorta che spesso induce i nostri giovani ad intraprendere strade senza via di uscita, strade che alle volte non consentono di tornare indietro: sembra di essere in un girone dell’inferno dantesco ed allora? Carissimi giovani, dovete trovare in voi stessi lo scatto e l’orgoglio per rinnegare quegli stili di vita che negli anni trascorsi non appartenevano alla nostra società; ricercate il difficile dialogo con le vostre famiglie ,riscoprite il gusto del sogno, della poesia, della musica, del costruttivo confronto giornaliero con gli altri, riappropriatevi del piacere della conoscenza lasciandovi guidare da quei Docenti che amano profondamente il loro lavoro e che , tra infinite difficoltà, sono soddisfatti solo quando acquisiscono la certezza di aver inciso positivamente e profondamente sul vostro modo di essere … rispettatevi e stimatevi reciprocamente, è il presupposto fondamentale perché la vostra sia vera crescita e perché il buio di questo periodo lasci completamente spazio alla luce e al vostro futuro. Ragazzi ritrovate e coltivate con amore i Valori della libertà, della responsabilità, della solidarietà, dell’uguaglianza, del merito e dell’amicizia … solo allora la speranza di noi tutti si trasformerà in certezza! Ragazzi accendete il cielo con la vostra fantasia …. è la vostra ora! … Consentitemi, infine, di rivolgere un commosso pensiero al prof Maurizio Villella, splendido esempio di docente amatissimo e guida sicura per tutti i suoi allievi, che rimarrà sempre vivo e presente nella memoria di chi ha avuto il privilegio di conoscere ed apprezzare le sue elevate doti di insegnante e di uomo Nicolò Cancellieri 2 Freestyle Freestyle Freestyle C’era una volta l’informazione Tra manipolazioni e propaganda la situazione attuale del giornalismo Italiano. E’ difficile individuare il pe- raccontarle al fine di creare disoccupazione è al 25%. Se riodo preciso in cui nacque l’informazione. Informare è un’esigenza dell’uomo, è un modo per comunicare con chi gli sta intorno. Già l’uomo primitivo aveva il duro compito di informare la sua tribù su dove trovare il cibo, su come catturare gli animali, e così via. E per farlo disegnava sulle rocce. Nel frattempo il mondo si è evoluto, si sono evoluti a loro volta anche i tipi di comunicazione. La stampa, la radio, la televisione e infine internet. Evoluzioni che permettono all’uomo di essere informato in tempo reale da qualsiasi parte del mondo. Ma cambiando i mezzi è cambiato anche l’obiettivo della comunicazione. Il giornalista, lo scrittore, dovrebbe mantenere una certa imparzialità, attenendosi soltanto a raccontare gli avvenimenti con il solo scopo di “informare”. Ma oggi colui che racconta i fatti lo fa con l’intento di far avere a chi legge il suo stesso pensiero. C’è una netta distinzione tra propaganda e informazione, ma in Italia il limite che li divide è da tempo ignorato. L’informazione è satura di manipolatori che scelgono quali informazioni e come 3 un dato comportamento, inconscio ovviamente, in chi legge. Per fare questo è necessario confondere le idee. Ed è qui il problema. L’Italia è uno stato democratico e come tale permette ai suoi cittadini la libertà di stampa ed espressione. E’ questo l’inganno. Perché durante una dittatura tutti sono consapevoli che, l’informazione è soggetta a censura e che le notizie pertanto, sono soggetti a filtri che, privano di tutte le notizie scomode al potere. Durante una democrazia questo non accade o almeno non dovrebbe . Tutti pensiamo questo e non ci poniamo il minimo dubbio quando leggiamo le notizie. Ma censura non vuol dire solo eliminare con la forza delle notizie, vuol dire anche scegliere di raccontare una notizia piuttosto che un’altra, esasperarla, ripeterla fino a che tutti i cittadini ne siano a conoscenza, facendo in modo di dirottare la loro attenzione da un evento piuttosto che un altro. Questo è un modo subdolo, cinico, che rasenta la criminalità. E’ un uso illegittimo della psicologia comunicativa, a cui spesso siamo sottoposti. E ci riguarda più di quanto crediamo. Proviamo a pensare ad una notizia. La io voglio favorire al governo dirò che la disoccupazione non è salita ma si è fermata al 25%. Se vorrò ostacolarlo dirò che la disoccupazione non è scesa ma è ancora ferma al 25%. Il dato che diffondo è quello reale, ma il contesto nel quale lo inserisco crea interpretazioni diverse, nessuna delle due oggettive. Oppure se io voglio che l’attenzione mediatica sia tutta sui crimini commessi dagli immigrati, io cercherò in tutta Italia questo genere di notizia, ne troverò una e la ripeterò più volte al giorno. Omettendo che durante la stessa giornata il 90% dei crimini commessi in Italia vedeva come protagonisti gli italiani. La sensazione che il lettore avrà è che la sicurezza dell’Italia è turbata dagli immigrati, non curante che solo un decimo dei delitti è commessi da loro. In realtà, come abbiamo visto non è necessario raccontare notizie fasulle, basta semplicemente usare quelle realmente accadute modificandole a convenienza. Questa si chiama informazione manipolata. E purtroppo riguarda l’Italia più di quanto vorrebbero farci credere. Laura Volontariato e legalità Studenti e associazioni per percorrere insieme le strade del volontariato IL 10 Maggio 2011 alle ore 11:00 presso la sala conferenze dell’istituto “Luigi Einaudi” Lamezia Terme si è tenuto un incontro/dibattito sul volontariato “Percorriamo insieme le strade del volontariato”. Esso è stato introdotto dal Dirigente Scolastico Nicolò Cancelliere, presentato da Angelo Portogallo presidente dell’Associazione Martirano Giovani, alunno della 3 A Commerciale. I relatori di quest’incontro sono stati: • Rocco Mangiardi, vice presidente dell’ A.L.A. Onlus (Associazione Antiracket Lametina); • Don Giacomo Panizza, Fondatore della Comunità “Progetto Sud”; • Prof.ssa Anna Maione, Magister dell’ M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Per l’organizzazione dell’evento si sono occupati: L’Associazione Martirano Giovani, Prof.ssa Ippolita Riommi (Referente Legalità) e la Prof. ssa Rita Piu (Referente Pari Opportunità). Ospiti di questo incontro le quarte dell’indirizzo Commerciale, Turistico, Alberghiero, Grafico Pubblicitario e la terza A commerciale. Si è dato inizio alla conferenza con un video tratto dal programma ”VIENI VIA CON ME” presentato da Fabio Fazio e Roberto Saviano mandato in onda dalla rai, nel quale Saviano racconta la situazione di Lamezia Terme ed in particolare la storia di Don Giacomo Panizza che fondò 33 anni fa la Comunità “Progetto Sud” e né è ancora a capo. Una realtà di cooperative, associazioni e tante iniziative per disabili, tossicodipendenti, nomadi, impegnata sul fronte della legalità e della lotta alla “ndrangheta”. Per realizzare questo progetto ha dovuto innanzitutto cercare una sede e l’unica disponibile è il palazzo requisito al “Torcasio”(una delle tante famiglie malavitosa più potente della zona). Lo stabile dista pochi metri dalle abitazioni dei personaggi di spicco della famiglia a cui era stato sequestrato. Il Sacerdote in questi anni ha ricevuto molte minacce e la sede è stata più volte danneggiata ma non ha mai smesso di avere coraggio e di lottare. Tutto questo ha dato fastidio e questa volta si è davvero evitata una tragedia. Nella notte sono state infatti manomesse le auto, di proprietà di due disabili che operano nella comunità. Grazie a questo racconto l’Italia conosce solo ora la storia di straordinaria virtù. Terminato il video Angelo Portogallo parla dell’Associazione di cui lui è presidente “Martirano Giovani” e spiega l’importanza del volontariato e della difficoltà che hanno i giovani ad accedere ai fondi necessari infatti vengono definiti “giovani allo sbaraglio”. Prende la parola Don Giacomo Panizza affermando che non bisogna fermarsi davanti a tutto ciò ma cercare le cose più belle del sud e impegnarsi a crearle. Un’altra vicenda drammatica è stata quella di Rocco Mangiardi gestore di un magazzino d’autoricambi in via del progresso che è riuscito ad imporsi al pizzo testimoniando e indicando in aula ai giudici i suoi estorsori. Nell’incontro afferma: “IO NON VOGLIO PAGARE GENTE CHE NON LAVORA PER ME, CHE SO CHE USERA’ I MIEI SOLDI PER COMPRARE PROIETTILI, BOMBE E BENZINA. PREFERISCO ASSUMERE UN PADRE DI FAMIGLIA MA SUBIRE UN’ESTORSIONE NO”. Alla domanda: “Da quando ha deciso di imporsi contro il pizzo, la sua vita è cambiata?” risponde dicendo che è cambiata ma in meglio perché se non si fosse imposto sarebbe diventato prigioniero degli estorsori. A parlare del volontariato è stata la prof.ssa Anna Maione spiegando di che cosa si occupa la sua associazione. Il messaggio che ha voluto far arrivare a noi giovani è che dobbiamo dedicare il nostro tempo e aiutare i più bisognosi senza aspettarsi nulla in cambio. È stato un incontro che ci ha fatto capire la realtà in cui viviamo, cosa significa sacrificarsi per gli altri e come mantenere alta la nostra dignità. Martina E Elisabetta 4 Freestyle Freestyle Freestyle Un viaggio nella memoria Per non dimenticare Grazie al comune di Lame- il vero viaggio stava per ini- pati in delle comode cuccette, zia Terme e al nostro dirigente scolastico, ho avuto la rara opportunità di intraprendere un viaggio che ha segnato la mia, e la vita delle persone con le quali ho avuto la fortuna di viaggiare. Più che un viaggio è stato la concretizzazione di un disegno educativo, il contatto diretto con uno dei capitoli più bui della storia umana: I CAMPI DI STERMINIO NAZISTI. Il progetto giunto con successo alla sesta edizione, nasce da un’associazione ONLUS la “Terra del fuoco mediterranea” e prende il nome di Treno della memoria. La partenza è avvenuta il 12 Febbraio alle 4:00 del mattino da Lamezia, e come prima destinazione dei 50 ragazzi lametini è stata Bari, con molta ospitalità e un’eccellente organizzazione, hanno accolto il nostro gruppo insieme a tutti gli altri provenienti dal sud Italia. In un’assemblea plenaria il governatore Niki Vendola insieme alle autorità e agli organizzatori ci hanno illustrato nuovamente il programma con le dovute raccomandazioni, una volta finita l’assemblea l’adrenalina iniziava a salire sempre di più mentre ci avvicinavamo alla stazione, giunti al treno 5 ziare; destinazione Cracovia. con cibo acqua ossigeno i nostri amici, SPAZIO, loro viaggiavano in condizioni opposte alle nostre. Erano ammassati in un vagone merci, con un piccolo spiraglio per far entrare l’aria, non avevano lo spazio per sedersi o sdraiarsi e quelli più fragili morivano durante il viaggio. Giunti a Il nostro era un treno spe- Cracovia veniamo sistemati ciale, ma non solo per quello in un ostello della gioventù in che rappresentava, non solo una camerata da 12 posti letto perchè al suo interno avreb- di cui 8 erano estranei, ecco bero viaggiato circa 700 ra- un’altra particolarità, eravagazzi provenienti da tutta mo abbinati con ragazzi che Italia ma era considerato tale non avevamo mai visto prima anche perchè durante il tra- provenienti da altre regioni gitto avrebbe dovuto dare d’Italia anche questo per abprecedenza a tutti gli altri battere ogni diversità. La città treni e considerando il tragit- polacca mostrava tutta la sua to (Bari-Cracovia) fomentava bellezza in una morsa di fredin me la paura che i miei ner- do, ma il vero freddo l’ho senvi non avrebbero retto tutte tito quando per la prima volta quelle ore di viaggio. Trascor- mi accingevo a visitare i Lasi i primi minuti di viaggio ger, e non parlo solo dei molti ero già convinto del contra- gradi sotto lo zero ma da quel rio, l’atmosfera era piacevo- freddo che gela l’anima e ciò le e allegra resa tale dai miei aumentava man mano che la dell’istituto e da tutti quelli nostra guida ci raccontava le che man mano conoscevo, nefandezze dei nazisti, e più lo scopo del lungo viaggio in acquisivo consapevolezza di treno era quello di far rivive- cosa fosse successo tanto più re la durata del viaggio di un crescevano le domande dentro deportato, ovviamente non è di me. La visita si è strutturata equiparabile con le condizio- tra i due campi, Auschwitz 1 ni alle quali erano sottoposti o campomadre e Auschwitz 2 i prigionieri, noi eravamo sti- Birkenau; ingresso al campo: con la scritta ARBEIT MACHT FREI, questo era l’unico accesso ai lager per i deportati, varcandolo si ha modo di osservare il complesso sistema di controllo del campo, con la doppia fila di reticolati elettrificati separati da un camminamento di guardia. Il campomadre era un’ ex caserma polacca ed era suddivisa in blocchi. Blocco 7: le condizioni abitative dei detenuti per quanto diverse nelle varie fasi di esistenza del campo, furono sempre terribili: i detenuti dormivano su paglia sparsa sul cemento o, successivamente su pagliericci; in una sala che poteva contenere 40 persone, ne dormivano 200. Blocco 5: il saccheggio. Tutto ciò che i prigionieri avevano portato con sé veniva depositato in baracche adibite a magazzino, chiamate in gergo del campo “Canada”, cosi chiamate perchè il paese nordamericano era simbolo di abbondanza. Quella grande quantità di oggetti predata ai deportati ed ai cadaveri, attesta il numero di coloro che furono sterminati e rileva i nomi di alcune vittime, oltre a dare la possibilità di stabilire che tra di loro vi erano dei bambini. Blocco 11: Blocco della morte. E’ la prigione del campo, il luogo degli interrogatori, delle celle e delle torture. Nella prime sale sono stati ricostruiti gli ambienti originali, come le stanze degli uomini di guardia, la stanza dove si riuniva il tribunale speciale che decretava le esecuzioni o le stanze dei prigionieri in attesa di sentenza. Muro della fucilazione: Davanti a questo muro furono fucilati circa 30.000 detenuti politici, appartenenti alla resistenza polacca e a quella russa. Forni crematori: il cremato rio è situato fuori dal recinto del campo. Il locale più vicino era lìobitorio, che fu convertito in camera a gas provvisoria nel periodo tra il 1941 e il 1942: qui furono uccisi i prigionieri di guerra sovietici e gli ebrei dei ghetti organizzati dai nazisti in Alta Val Sesia. Il crematorio era stato costruito dalla ditta Topf und Sohne, la stessa che negli anni successivi fece i forni crematori di Birkenau. Davanti all’entrata, dove era situata una baracca della Gestapo del campo, adesso si trova la forca sulla quale il 16 aprile 1947 fu eseguita la pena di morte del primo comandante di Auschwitz: Rudolf Hoss. Franco 6 Freestyle Freestyle Freestyle L’altra faccia dell’unità Tra lotte interne e discussioni Il 17 marzo 2011 sono ti umiliati e calpestati. Chi siede nei CDA, ha ruoli di stati celebrati i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il bel paese si è preparato alla cerimonia,sventolando i tricolori sui balconi degli italiani. Gli stilisti hanno confezionato gli abiti per l’occasione. Gli orefici hanno creato oggetti a produzione limitata. Tradizione e business hanno viaggiato sulla stessa onda. L’orgoglio patriottico si è espaso nella penisola. Questo quadro idilliaco a momenti può ingannarci. Ma è durato poco. Avanzano le riforme che vogliono introdurre il federalismo, dilaga la crisi che accentua sempre di più la differenza tra un Nord molto arricchito e un Sud in preda alla regressione. L’Italia non è divisa solo da uno sviluppo che geograficamente allontana i due estremi, ma anche da differenze sociali, da pregiudizi, da prepotenze, da disprezzi. Gli italiani, popolo di migranti, non si sono sentiti accolti nemmeno a casa propria. Sono stati i primi a partire quando la fame e il fascismo hanno cercato di opprimerli. Sono sta- 7 poi dopo aver fatto fortuna è tornato a casa propria ha subito dimenticato quanto possa essere umiliante e ingiusta la denigrazione. Hanno iniziato a chiamare i loro fratelli terroni, mafiosi, delinquenti. I politici che si sono susseguiti non hanno mai avuto interesse a risolvere queste divisioni. Il Sud è la pattumiera dell’Italia, laddove vengono riversati i rifiuti che il Nord produce. Il Sud è il luogo dove la mafia fa rumore, dove spara, chiede il pizzo, dove opprime la gente comune. Il nord è il luogo dove la mafia ha cambiato costume, è una mafia silenziosa, di uomini in giacca e cravatta, con in tasca una pistola ed una laurea. La mafia dirige, prestigio. Il Sud è il luogo dove le grandi menti non possono stare perché non hanno futuro. Il Nord è il luogo dove, grazie anche alle braccia e alle menti del Sud, l’economia galoppa. Queste sono solo alcune, crudeli e assurde, realtà che dividono Nord e Sud. Ma tutti noi sappiamo che sono molte, molte di più. Le sentiamo sulla pelle, le viviamo giorno per giorno. Subiamo gli sguardi di chi ci crede criminali, il disprezzo di chi ci grida “terroni”. Si, noi amiamo la nostra terra. E’ una questione d’onore. Non l’onore mafioso di cui parlano loro, ma un onore che ci rende diligenti ed orgogliosi verso il nostro Sud. Un onore che ci impone di Resistere. E’ questo il nostro 17 marzo 2011. Una giornata in cui sappiamo che l’Unità non è Unità. Una giornata in cui bisogna riflettere sulle profonde divisioni che dividono il nostro paese. Una giornata in cui sperare in un’Unità che non può che fare bene a tutti. Laura Differenziamoci! differenzia: raccogli, ricicla, riusa, risparmia La raccolta differenziata è una pratica molto vantaggiosa per noi e per l’ambiente. Si riduce la quantità di rifiuti da inviare nella discarica e si riducono i rischi per la salute dei cittadini. Si risparmiano risorse materiali e riutilizzabili e si riducono i costi legati allo smaltimento. Nella nostra città la raccolta dei rifiuti avviene tramite l’utilizzo dei cassonetti stradali verde, blu e bianco. Accanto a questa metodologia la Lamezia Multiservizi, in collaborazione con la cooperativa sociale Ciarapanì, hanno avvito da diversi anni un’efficace raccolta dei rifiuti differenziati, quella domiciliare attraverso l’utilizzo di piccoli bidoni bianchi, blu e marrone collocati nei condomini, uffici, aziende ecc. che ne fanno richiesta. Proprio al fine di potenziare la raccolta differenziata e ridurre la percentuale di rifiuti in discarica la Lamezia Multiservizi con la Ciarapanì hanno avviato, per il momento, nella zona di Sant’Eufemia e Savutano, la raccolta porta a porta con l’utilizzo di sacchetti biodegradabili neri per l’indifferenziato, bianchi per la carta, blu per il multi materiale vetro: plastica e lattine e una mini biopattumiera marrone per l’umido. Ciò è stato fatto per eliminare i cassonetti stradali, per garantire “zero” impatto ambientale, “zero” rifiuti visibili su strade e piazze urbane, per un quartiere migliore e vivibile. Ecco alcune piccole e semplici regole per portare a buon fine la raccolta differenziata. Differenziare è uno spoot, un piacere, un invito rivolto a tutti i cittadini piccoli e grandi. Nel cassonetto verde o sacchetto nero si introduco no: rifiuti indifferenziati chiamati “solidi urbani”. Nei cassonetti o sacchetti blu si introducono: vetro, plastica e lattine chiamati “multi materiale”. Nei cassonetti o sacchetti bianchi si introducono la carta ed il cartone. Nei cassonetti o nelle biopattumiere marroni si introduconoe: scarti di cucina e di giardino chiamati,“umido organico”. Gli abiti usati, scarpe vecchie, borse, tende ecc. si conferiscono nei cassonetti grandi, di colore giallo-arancio che si trovano lungo le strade cittadine. Le pile esauste vengono destinate nei piccoli bidoni gialli, e i medicinali scaduti sono destinati nei piccoli bidoni bianchi, entambi situati in prossimità di una farmacia. Per i rifiuti “ingombranti, come vecchie lavatrici cucine frigoriferi ecc., basta una semplice telefonata al numero aziendale 09684418 o 800255898 e saranno ritirati a domicilio gratuitamente. Ma dove finiscono tutti i rifiuti che noi conferiamo nei cassonetti? Gli indifferenziati vengono raccolti dalla Lamezia Multiservizi e portati presso la Daneco s.r.l. e vengono lavorati trattati e ridotti in piccole dimensioni e poi depositati in discarica; quelli differenziati invece vengono raccolti dalla Lamezia Multiservizi e Ciarapanì e portati nei locali dell’Ecosistem e dell’Ecologia Oggi i quali li inviano ai consorzi nazionali”. Ottocento lattine danno vita ad una nuova bicicletta; il vetro con una serie di lavorazioni, può essere trasformato in contenitori o bottiglie, quindici bottiglie di plastica posso diventare un maglione in pile. Tredici scatole di acciaio possono diventare una pentola, dagli scarti di giardino e cucina, quindi l’umido, si ottiene il cosiddetto compost, un fertilizzante utilizzato per la produzione di terricci e concimi organici. Contribuisci anche tu a differenziare; raccogli, ricicla, riusa, risparmia Fabio e Marco 8 Freestyle Freestyle Freestyle La grande forza di una donna calabrese Natuzza Evolo Natuzza Evolo, la mistica calabrese, ha avuto la capacità di consolare il cuore di migliaia di persone. Nata a Paravati nel 1924, fin da giovane ha rivelato i segni di un’eccezionale medianità. La sua vita ha dell’incredibile. Tanti furono gli episodi paranormali di cui è protagonista; apparizioni e colloqui con Gesù, la Madonna, gli Angeli e i Santi ma, anche stimmate ed effusioni ematiche. Pur essendo analfabeta, le sue parole rispecchiano sempre la verità evangelistica. Nel periodo della Quaresima, durante il quale apparivano le stimmate, la donna ripercorreva assieme a Cristo Gesù la via Crucis. Durante le stimmate, Natuzza tossiva, si distorceva, piangeva e aveva spasmi di morte ma, accettava la sofferenza che le mandava il Signore. Durante la perdita di sangue, comparivano tracce di una vera e propria scrittura e, dalle ginocchia apparivano strane immagini e volti umani. Molti pellegrini si recavano nel suo paese per ottenere da lei una verifica di diagnosi medica e per chiedere consiglio sulle possibili cure. In più, Natuzza aveva un contatto con i morti, infatti raccoglieva messaggi da quelle che lei definiva anime del purgatorio e del paradiso, che andavano Lo sapevi che: un viaggio alla scoperta di riti e tradizioni Il libro di Regolo Luciano pubblicato da Mondadori nella collana ingrandimenti. spontaneamente a trovarla. Nel 1987 creò una struttura per l’assistenza medica, per i giovani e per gli anziani. La veggente calabrese si è spenta all’età di 85 anni giorno 1 Novembre 2009, migliaia di devoti le hanno reso omaggio. Insomma, è stata una grande donna, piena di forza e amore per gli altri e, sicuram te rimarrà nel cuore di tutti. Federica Le principali feste religiose dell’Islam sono “Id al Fitar” che viene celebrata alla fine del Ramadan (il mese di digiuno) e “Eid al-Adha” o festa del sacrificio che ricorre due mesi e dieci giorni dopo la fine del Ramadan. In Marocco, durante i festeggiamenti dell’Id al Fitar vengono osservate delle consuetudini tipiche della tradizione araba come comprare ai bambini abiti e giocattoli, preparare in casa dolci tradizionali e mangiare in modo eccessivo i piatti preparati. Il mattino della festa i maschi si dirigono in moschea mentre le donne, rimaste a casa, si impegnano nella preparazione della “Grande colazione” che viene consumata al ritorno dalla moschea in famiglia riunita intorno alla tipica tavola marocchina dove vengono serviti te caldo, dolci fatti in casa preparati tre giorni prima della festa. Il pranzo si svolge non più a casa propria ma presso amici o parenti e si gustano piatti della tradizione come il tipico couscous. Dopo la merenda pomeridiana sempre a base di dolci e crêpes marocchini, si esce con i bambini e, terminato il giorno di festa, si ritorna ai giorni abituali ma stavolta senza digiuno. L’Eid al- Adha o festa del sacrificio, ricorre durante il tempo del pellegrinaggio annuale alla Mecca. In questo giorno di preghiera, obbligatoria, ci si reca in moschea anche in compagnia delle donne che, secondo la “Summa”, devono comportarsi con onestà e pietà. Si raccomanda di non mangiare prima della preghiera, ripetere la formula del Takbir (Allah Akbar – Allah è grande-), indossare gli abiti migliori e tradizionali. Finita la preghiera e scambiati gli auguri tra amici e familiari usando formule diverse, si ritorna a casa per procedere allo sgozzo di un montone sano che ricorda il sacrificio cui Abramo era pronto a sottoporre il figlio. L’uccisione dell’animale effettuata dal padre di famiglia, richiede delle regole: innanzitutto posizionare il montone verso la Mecca e, mentre il montone viene sgozzato pronunciare le parole (Bismi Allah - a nome di Dio e Allah Akbar - Dio è grande). Terminata l’uccisione del montone si organizza un grande pranzo con familiari e amici consumandone le carni in parti uguali, in momenti diversi, condividendone anche con i più poveri. Hajji Noura - Mourahib Oussama - El Mir Morad 9 10 Freestyle Freestyle Freestyle Saverio Strati Un poeta calabrese L’essere e l’apparire Il ritratto di Dorian Gray Saverio Strati nasce a San- conti furono pubblicati sulle zione. Strati è definito uno t’Agata del Bianco, Reggio Calabria, il 16 Agosto del 1924. Oggi ha ottantasei anni ed è uno dei più originali narratori italiani del novecento. Interruppe gli studi dopo la licenza elementare per intraprendere il mestiere di muratore, ma non smise di coltivare il suo interesse per la letteratura e lo studio. Al termine della seconda guerra mondiale riprese gli studi e grazie all’aiuto finanziario di uno zio, residente negli Stati Uniti, prese lezioni private da alcuni professori del Liceo Galluppi di Catanzaro. Nel 1949 conseguì il diploma al liceo classico e si iscrisse all’università di Messina, inizialmente prese medicina ma dopo un breve periodo passò alla facoltà di lettere. Nel 1953, convinto da un compagno di studi, presentò il suo racconto “La Marchesina” a Debenedetti che subito espresse un giudizio favorevole. L’anno successivo Debenedetti portò quest’ultima a Milano da Alberto Mondatori e Strati iniziò il suo romanzo “La Teda”, sempre nel 1953 si trasferì a Firenze per preparare la tesi di laurea sulle riviste letterarie del primo ventennio del novecento. I primi rac- riviste “Il Ponte”, “Paragone” e sul quotidiano “Il Nuovo Corriere”, finì di scrivere La Teda e iniziò un nuovo romanzo “Tibi e Tascia”. Nel 1958 sposò Hildegard Fleig una ragazza svizzera conosciuta a Firenze, si trasferì in Svizzera e vi restò fino il 1964. Qui scrisse i romanzi “Mani Vuote”, “Il Nodo” e anche “Noi Lazzaroni”, che fu pubblicato nel 1972. Dal 1964 vive a Scandicci (Firenze). Il 13 Dicembre 2010 l’università di Cosenza gli ha conferito la laurea Honoris in Filologia Moderna, “…quando avevo i calzoni corti e facevo il muratore chi lo avrebbe mai detto che sarei arrivato fin qua…”, ha commentato con orgoglio lo scrittore in una dichiara- scrittore di assoluto rilievo, ultimo tra i veristi, originale e coerente con le sue idee, intellettuale e libero, un’artista dalla solida formazione autodidatta che ha saputo mostrare il suo sguardo lucido sugli eventi della realtà calabrese, che ha colto il fenomeno antropologico della ‘ndrangheta, della marcata modernità e di alto spessore critico. Dagli anni 90 Strati ha pagato un duro pegno all’emarginazione editoriale e da qui le difficoltà economiche. Circa due anni fa il Quotidiano della Calabria ha lanciato una grande campagna per Strati perché ottenesse i benefici della legge Baccelli, che prevede di sostenere gli artisti che nonostante il loro riconosciuto tributo alla cultura italiana si trovano nel disagio economico. “Voglio restare convinto che la Calabria avrà la possibilità di sottrarsi a questo destino di emarginazione e di disagio se ci sarà il pegno di più generazioni, partendo dalla scuola all’università, per tradurre in normali atti quotidiani, che cominciano col rispetto degli altri, in particolare dei più fragili e dei più bisognosi.”, questo è il messaggio di Strati as- Noemi 11 Il romanzo è ambientato nel- l’immutabilità del proprio ri- infatti, è la causa della morte la Londra del XIX secolo; è la storia di un giovane, Dorian Gray, dalla bellezza straordinaria con un animo puro e ingenuo. Nello studio di un pittore, il giovane conosce Lord Enrico Wotton con il quale dialoga mentre viene ritratto da Basilio Hallward. I discorsi cinici di Lord Enrico incantano Dorian cambiando la sua visione della vita; uno dei primi cambiamenti si evince nella diversa importanza che Dorian attribuisce alla giovinezza in seguito a una discussione avuta con Lord Enrico. Il giovane inizia a invidiare tratto, la figura rappresentata infatti, a differenza sua, resterà sempre bella e giovane. Ciò lo porta a stipulare una sorta di “patto col demonio” . “Aveva espresso un pazzo desiderio: che potesse lui rimanere giovane, e il ritratto invecchiare; la sua bellezza restare intatta, e il viso dipinto sulla tela portare il peso delle sue passioni e dei suoi peccati.” Dorian inizia una nuova vita basata sul piacere e sul peccato; si invaghisce di un’attrice, Sibilla Vane ma deludendolo artisticamente provoca in lui la decisione di lasciarla.Lui, della donna; Dorian nasconde il quadro in soffitta finchè un giorno, preso dal disgusto per l’orribile aspetto della sua anima, colpisce violentemente il dipinto: Dorian muore, e mentre il suo volto si riappropria delle brutture del quadro, il suo ritratto riacquista tutta la bellezza che aveva in principio. Autore: Oscar Wilde Titolo: il ritratto di Dorian Editore: Garzanti Ludovica Il coraggio di ribellarsi Perché i principi esistono solo nelle favole, ma i mostri, quelli si che esistono nella realtà. “E’ una puttana. Una ma- un uragano, distruggendo le lanova.” Parlano di Anna Maria Scarfò, una ragazza calabrese che ha deciso di sfidare il suo paese, San Martino di Taurianova, denunciando gli uomini che per tre anni l’hanno violentata. Sembra la fine di un incubo, ma può un incubo finire davvero? E’ questo che capiremo leggendo questa storia. Anna Maria ci presterà i suoi occhi e le sue parole, ci farà osservare da lontano l’orrore. Vedremo come le sue parole si infrangeranno sul paese come sicurezze di molti; Non è facile infatti, accettare ed ammettere che tuo marito, tuo fratello, tuo cugino, può essere un mostro. Il mostro che ha cancellato l’amore di Anna Maria per se stessa, che l’ha provata della dignità e che oggi cerca in tutti i modi di farla sembrare una bugiarda. Ma il coraggio di Anna Maria e l’amore per la sorella contano più di tutto il resto. Ed è proprio il coraggio quello che serve per leggere questa storia. Autore: Anna Maria Scarfò con Cristina Zagaria Titolo: Malanova Laura 12 Notizie dal mondo Gennaio 2011: Rivolta in Egitto contro il presidente Mubarack “C’è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, questa è un’idea il cui momento è ormai giunto.” (Victro Hugo) Freestyle Freestyle Freestyle Freestyle Marzo 2011: Emergenza sbarchi a Lampedusa “Che un giorno questa rabbia sia coraggio, sia radice e nuova linfa di resistenza, e maturi questa antica sofferenza in rinata dignità” (Modena City Rambles) Aprile 2011: Uccisione del volontario italiano Vittorio Arrigoni Febbraio 2011: Vittoria di Roberto Vecchioni al festival di Sanremo “Restiamo umani” “In questo disperato sogno tra il silenzio e il tuono difendi questa umanità anche restasse un solo uomo” Roberto Veccchioni - Chiamami ancora amore Maggio 2011: Beatificazione di Giovanni Paolo II Marzo 2011: Terremoto e relativo Tsunami in Giappone “Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto. E’ bellissimo” nel suo splendore (Siracide 46:1 1) Maggio 2011: Uccisione di Osama Bin Laden, terrorista di Al Queda Senza parole Marzo 2011: Guerra in Libia Maggio 2011: Il Giro d’’Italia ricorda gli otto cicloamatori lametini “Combattere per la pace è come fare l’amore per la verginità” (Jonh Lennon) Passaggio sul luogo della tragedia per ricordare gli otto cicloamatori lametini. 13 14 Freestyle Freestyle Freestyle La mia città ideale Tra sogno, realtà e fantasia; immaginando una società senza pregiudizi Io sono essenzialmente una sognatrice. Una persona che ama sognare e pensare al futuro. Una persona che passa il suo tempo ad immaginare luoghi nascosti, posti segreti lontani mondi ed epoche infinite da me. Dove niente di male può succedere. Nessuno rapisce i bambini o abusa delle donne, dove nessuno vive di parole scurrili o di pugni in viso. Un posto che qualcuno potrebbe considerare, se lo conoscesse, un sogno, solo ed un semplice sogno. Io al contrario lo considero il mio “luogo felice” un posto dove rifugiarti quando non stai bene o sei giù e che ti fa sentire meglio allontanando a volte quella malinconia che ti assale. Questo luogo, o città come dir si voglia, è il posto dei miei sogni dove colori e sorrisi sono il pane quotidiano. Questo posto è la mia città ideale. Questa città ha sempre il sole e il cielo azzurro con un clima leggero, di notte c’è sempre la luna piena, si vedono le stelle e le costellazioni e sembra di trovarsi all’interno di un planetario. Si erge sopra una collinetta completamente verde che da un lato affaccia sul mare e dall’altro sulle montagne ricoperte di neve. La città è molto grande, c’è tanto verde e tanti fiori colorati, non è creata tutta nel cemento ma sulla natura in modo che, chi ne fa parte sia legato alla natura che lo circonda. Non esistono né palazzi né grattaceli. Ogni famiglia ha la sua casetta a due piani con il giardino e l’animale che più ama. I colori sono vari passano dal verde chiarissimo al viola, con quei tetti rossi che tanto amo e le staccionate bianche con il cancelletto basso. Questa città ha un museo libero così tutti possono vedere le opere , ma la parte che preferisco è una galleria dove le opere parlano di amore e romanticismo. Il tetto di questa sala è un grande lucernario che di giorno da luce e vitalità alle opere e che di notte riflette l’intero astro celeste. Un altro posto che io amo della mia città è il cinema dove i film che vuoi li scegli tu! Da i più nuovi in 3D a quelli degli anni ’30 o anche al cinema muto, o i grandi classici romantici in bianco e nero, quelli che fanno piangere e fanno vedere solo il lato romantico dell’amore. Si tengono anche in considerazione gli animali ed il loro habitat naturale, infatti c’è una riserva naturale. Gli animali che vivono qui sono docili e gentili perché trattati molto bene, infatti, hanno la libertà di vivere dove vogliono e non in gabbia, pensate che prima ho visto un bambino in groppa ad un leone che giocavano! Un’altra struttura grandissima è il parco giochi, si passa da campi di basket a quelli di tennis e a palestre intere all’aperto, poi ci sono anche i giochi più semplici come l’altalena e lo scivolo che sono anche a misura d’adulto per chi vuole ancora giocare senza vergogna perché in questo posto tutti sono uguali agli occhi di tutti e nessuno giudica nessuno. Un posto che amo perché è mio è la biblioteca. L’ho creata io. E’un posto ricco di cultura, tomi antichi, libri moderni, vecchie pergamene e copie antiche di prima stesura come “Orgoglio e Pregiudizio” o “Viaggio al Centro della Terra”. E’divisa su più piani con scalinate di marmo antico e balaustre in legno di mogano intagliate a mano con le frasi dei miei libri preferiti. Le pareti sono tutte piene di affreschi colorati, con angeli e dipinti in oro, azzurro e così via. Gli autori dei libri vengono ogni giorno a firmare le copie e salutare i propri fan, ormai diventati persone di tutti i giorni anche per loro, tanto che prima è passata da qui Danielle Steel ed ha chiesto al mio assistente di salutargli la moglie e i figli. In città, visto che amiamo l’arte, c’è una zona tutta inizialmente pitturata di bianco, questa parte della città è stata creata per tutti noi e per far uscire fuori gli artisti che siamo. Niente più graffiti come qui nel mondo di fuori o multe per averli fatti, qui tutti possono esprimere se stessi, ora quelle pareti colorate creano un quadro astratto creato da tutti noi. La cosa che in assoluto di più amo di questa città è che per quanto sia formata da milioni di cittadini, tutti si conoscono. Ora dopo avervi fatto fare un giro in città sono tornata a casa mia. Vado in camera dove ad aspettarmi ci sono un bel letto a baldacchino bianco ed il mio piccolo leoncino appena nato. Ed eccomi qui nella mia città ideale nel mio luogo felice. Abigail 14 Emo, sceen queen o truzzi? Gli stili di vita dei giovani d’oggi L’individualismo è sempre o sinistro del labbro, un profi- no musica house, si sentono lo myspace in cui pubblicano le foto che si fanno da soli con frasi di questo genere “il mondo non mi capisce, mi taglio per sentirmi vivo” e un emo non pesa più di 50kg. Le ragazze portano il ciuffo fucsia, usano le vans e converse con teschi, indossano gonne come i tutù e scaldamuscoli per coprire le ferite. Gli emo sono tutti accomunati da un’enorme passione per l’autolesionismo. Le sceen queen sono “principesse della scena” di solito modelle, cantanti, fotografe; si vestono con colori sgargianti di solito abbinati con il nero. Usano magliette di hello kitty e roba del genere dei cartoni animati, minigonne cortissimi con colori extravaganti, convers, ballerine e leggins fluorescenti o leopardati. I capelli sono molto gonfi e devono avere almeno due colori diversi e spesso indossano le extecions. Usano collane con i loro nomi per sentirsi famose. Hanno una corporatura anoressica, accessori molto colorati come fiocchetti,mollettine e pinzette, indossano sempre le coroncine nei capelli e usano moltissimo trucco nero per gli occhi. I “truzHanno piercing al lato destro zi” sono ragazzi che ascoltameno presente nei giovani d’oggi che per omologarsi, preferiscono seguire le mode e la massa. Tanti sono gli stili di vita e spesso sono proprio questi a collocare una persona in un determinato gruppo, son sempre esistiti e sempre esisteranno, qui di seguito sono riportati i nuovi stili di vita: Gli emo sono ragazzi dotati di una spiccata sensibilità, che si commuovono ascoltando una canzone o guardando una foto e che ostentano le sofferenze facendone punto di forza. Gli “emo” si vestono con pantaloni aderenti, occhiali da vista con montature nere, magliette corte, capelli con ciuffi e frange che coprono il viso, cinturoni e hanno una grande passione per le fibbie intercambiabili. vip poichè indossano solo ed esclusivamente abiti firmati. La maggior parte sono “figli di papà” e il loro unico pensiero è quello di vestirsi firmati e di andare in discoteca con gli amici. Il look è la cosa più importante per un truzzo. I maschi indossano solo mutande “dolce e gabbana”, portano l’orecchino super luccicante e kili di gel sui capelli. Le ragazze usano le collane di perle colorate, orecchini enormi a lampadario e moltissima lacca. Usano colori come il rosa, fucsia, nero, azzurro, giallo. Vanno in giro con cinturone e cappelli appoggiati sulla testa, hanno un carattere meschino ed arrogante e, considerano uno sfigato chiunque non si vesti firmato. Federica e Ludovica 16 Freestyle Freestyle Freestyle Wii vs sport Un 2011 tutto in salita La tecnologia rimpiazza l’attività motoria La Wii è una delle nuove console che troviamo nei nostri negozi. Presentata dalla Nintendo nel 2005 e messa in vendita dal 2006 ha affascinato tutti per la capacità di interagire con il gioco dove il giocatore diventa partecipante attivo. La console, infatti, grazie a dei sensori permette di muoversi e di giocare virtualmente. Si abbandonano i classici e sorpassati joystick e si passa al telecomando Wii semplice e maneggevole anche per chi non ha mai giocato ad un videogioco. La novità che ha portato questa nuova console è quindi la capacità di muoversi senza andare in una palestra o uscire all’aperto. Tutto quello che possiamo volere per fare del sano sport l’abbiamo in casa nostra. Ma è davvero così sano come sembra? Lo sport reale e quello virtuale sono uguali? La risposta la troviamo direttamente noi. Per quanto la console possa sembrare ottima per lo sport e per il movimento non darà mai gli stessi risultati che dello sport all’aria aperta porta. Anche se le calorie che si perdono giocando alla Wii sono, se pur minori, molto simili a quelle degli sport Al via il campionato italiano velocità montagna, ricco di sorprese e novità reali (es. Il tennis. Wii: 5,3 \ Reale: 8,1) questa nuova console come tutte le altre Fa allontanare sempre di più le persone dalla vita Non si prende più un pallone ma un telecomando. Come ogni cosa possiamo dire che ha dei pro e dei contro. I pro sono la capacità di divertirsi in compagnia e di diminuire la sedentarietà dei ragazzi. I contro, come abbiamo già detto, sono l’allontanarsi dal reale e preferire di stare a casa propria invece di uscire, interagire con persone reali e giocare davvero. La Wii arriverà a eliminare gli sport? I ragazzi cosa scelgono? Abigail Il campionato italiano velocità montagna 2011 è ufficialmente iniziato domenica 1 Maggio con una serie di cambi regolamentari e di sorprese nel calendario, dove mancano salite eccellenti come la Reventino e il trofeo “Fabio Danti”. La prima stagionale è stata la 39/a cronoscalata Pieve Santo Stefano - Passo dello Spino (Arezzo) che è stata aggiudicata dal pilota trentino Christian Merli su Picchio P4 con il tempo di 2’39’’57. Sul podio della prima stagionale del Civm e’ salito anche il napoletano Piero Nappi che si e’ aggiudicato il successo nel gruppo E2/M al volante della Osella FA 30 Zytek, seguito dal sempre combattivo pistoiese Franco Cinelli su Lola B99/50 Zytek. Grande assente il 6 volte campione italiano e 3 volte campione europeo Simone Faggioli che nella stessa giornata, al volante dell’Osella FA30 si è aggiudicato la cronoscalata di Rechenbergrennen in Austria. In questo campionato sono impegnati tra gli altri l’attore Ettore Bassi al volante di un’Osella PA21/ S e numerosi piloti calabresi. La Calabria, appunto rappresentata da una sola cronoscalata, la Salita della Sila che ritorna nel campionato dopo un’assenza di 6 anni. La nota positiva per la quale dare merito all’Aci Csai, ente organizzatrice del campionato è il calendario, distributo in maniera equa su tutta la penisola. Come non parlare delle vecchie fiat 500 elaborate e portate a limite sui tornanti d’Italia nella categoria Assominicar. Non si può non citare il campione italiano di questa categoria, Angelo Mercuri, un lametino e prima di tutto calabrese che porta avanti quanto iniziato dal padre. Ecco per gli appassionati il calendario con le tappe e le date ufficiali per la stagione CIVM 2011: - 01/05: 39° Pieve Santo Stefano - Passo dello Spino - 15/05: 54° Monte Erice - 22/05: 57° Coppa Nissena -05/06: 42°Verzegnis - Sella Chianzutan - 19/06: 50° Coppa Paolino Teodori - 03/07:61° Trento - Bondone - 10/07:50° Rieti - Terminillo - 24/07: 54° Coppa Selva di Fasano - 07/08: XXV° Salitadella Sila - 21/08: 46° Trofeo Luigi Fagioli - 04/09: 33° Caprino Spiazzi - 25/09: 29° Pedavena - Croce d’Aune Si sfideranno per il titolo nazionale i colossi dell’automobilismo italiano come Michele Carmallinghi, Simone Faggioli e Christian Merli tutti al volante di prototipi competitivi che hanno fatto la vera storia di questo sport. Giuseppe 17 18 Freestyle Freestyle