Freestyle

Transcript

Freestyle
Freestyle
Freestyle
Aperiodico
Il Giornale dell’IPSSCTAGP “Luigi Einaudi” Lamezia Terme (Cz)
www.einaudilamezia.it
Sommario
Freestyle
Freestyle
Freestyle
Il saluto del nostro preside
Attualità
3-4-5-6
7
Storia
8
Ambiente
Religione
9
10
Letteratura
11-12
Notizie dal mondo 13-14
Giovani
15-16
Usi e costumi
Tecnologia
Sport
17
18
Redazione
freestyle 2011
1
Direttore: Laura Fazzari
Art Director: Giuseppe Rainieri
Gruppo redazionale:
Abigail Michienzi, Anahi Cimino,
Federica Bruno, Luigi Villella,
Ludovica Trudi, Noemi Talarico.
2
Il saluto del nostro preside
Cari Ragazzi e Ragazze, sono vo-
lati in fretta questi pochi ma intensi mesi che abbiamo trascorso
insieme ed ora, che siamo quasi alla
fine di quest’anno scolastico, desidero formulare a voce alta alcune riflessioni che vi riguardano. A
voi, che dopo cinque anni vi accingete ad intraprendere il cammino
verso nuove mete, esprimo gli auguri più affettuosi perché lasciando, spero nel migliore dei modi,
definitivamente la nostra scuola,
possiate realizzare i sogni e i desideri che nei vostri cuori sono
gelosamente custoditi. Sono certo
che con dignità saprete affrontare le difficoltà legate a questo difficile momento che vive la nostra
società,una società in cui l’apparire
risulta più importante dell’Essere,
in cui la cultura del disimpegno,
dell’egoismo, della volgarità, dell’effimero e della disgregazione
della famiglia sembra avviluppare
sempre più, uccidendo la speranza
di un domani migliore …..ma io
ho talmente tanta fiducia in voi,
nel vostro entusiasmo, nella vostra
passione, nella vostra creatività, in
quei valori che molti dei vostri atti
continuamente trasmettono, che
non penso che la speranza possa
morire,…. visto che voi stessi siete
la nostra speranza. Avviatevi con
coraggio verso il futuro da veri
protagonisti con la certezza delle
competenze acquisite e delle capacità di scelte critiche maturate
e con la consapevolezza di dover
allargare sempre più i vostri orizzonti culturali. La nostra Calabria
ha assolutamente bisogno di Voi,
le infinite potenzialità della nostra
Regione, attraverso l’impegno di
tutti coloro che hanno incarichi di
responsabilità, debbono diventare
occasioni di futuro per tutti
e la conseguente crescita sociale,
umana ed economica potrà contribuire in modo determinante alla
trasformazione della nostra terra
da brutto anatroccolo a splendido
cigno, fiero e soddisfatto per l’avvenuta metamorfosi. A tutti gli altri studenti ricordo la necessità di
un impegno nello studio costante e
di una rielaborazione autonoma e
personale, questa in diversi casi un
po’ trascurata, per poter raggiungere i livelli di preparazione richiesti dal mondo del lavoro e dalla necessità di proseguire gli studi
proficuamente. Vi invito, inoltre, a
riscoprire il gusto dell’appartenenza ad una scuola così particolare e
varia come la nostra , sviluppando
un forte senso di amicizia sincera
e di accoglienza verso l’altro quale che sia la sua provenienza o il
suo modo di essere. Voglio insistere particolarmente sul rispetto
assoluto del nostro istituto e di ciò
che contiene; ricordo quante volte
quest’anno è stato gravemente ferito ed offeso: distruggere è molto
semplice …. ricostruire spesso è
difficile, a volte impossibile; siate voi stessi i guardiani attenti di
quel bene che appartiene a tutti
voi e che poi apparterrà a chi verrà dopo. Non sfuggono a nessuno
le difficoltà oggettive che stiamo
vivendo, la scuola sta affrontando
una trasformazione epocale in un
momento di emergenza educativa,
dove i giovani si trovano sempre
più soli, sempre più fragili, senza
esempi o modelli positivi a cui
riferirsi, dove gli atti di bullismo
e di violenza sembrano aumentare in modo esponenziale, dove
la vita perde valore, dove il futuro si spegne! Quotidianamente i
media ci forniscono della società
un’immagine molto accattivante
ma completamente falsa e distorta
che spesso induce i nostri giovani
ad intraprendere strade senza via
di uscita, strade che alle volte non
consentono di tornare indietro:
sembra di essere in un girone dell’inferno dantesco ed allora? Carissimi giovani, dovete trovare in voi
stessi lo scatto e l’orgoglio per rinnegare quegli stili di vita che negli
anni trascorsi non appartenevano
alla nostra società; ricercate il difficile dialogo con le vostre famiglie
,riscoprite il gusto del sogno, della
poesia, della musica, del costruttivo
confronto giornaliero con gli altri,
riappropriatevi del piacere della
conoscenza lasciandovi guidare da
quei Docenti che amano profondamente il loro lavoro e che , tra
infinite difficoltà, sono soddisfatti
solo quando acquisiscono la certezza di aver inciso positivamente
e profondamente sul vostro modo
di essere … rispettatevi e stimatevi reciprocamente, è il presupposto fondamentale perché la vostra
sia vera crescita e perché il buio
di questo periodo lasci completamente spazio alla luce e al vostro
futuro. Ragazzi ritrovate e coltivate con amore i Valori della libertà,
della responsabilità, della solidarietà, dell’uguaglianza, del merito
e dell’amicizia … solo allora la speranza di noi tutti si trasformerà in
certezza! Ragazzi accendete il cielo
con la vostra fantasia …. è la vostra
ora! … Consentitemi, infine, di rivolgere un commosso pensiero al
prof Maurizio Villella, splendido
esempio di docente amatissimo e
guida sicura per tutti i suoi allievi,
che rimarrà sempre vivo e presente nella memoria di chi ha
avuto il privilegio di conoscere
ed apprezzare le sue elevate doti
di insegnante
e di uomo
Nicolò Cancellieri
2
Freestyle
Freestyle
Freestyle
C’era una volta l’informazione
Tra manipolazioni e propaganda la situazione attuale del giornalismo Italiano.
E’ difficile individuare il pe- raccontarle al fine di creare disoccupazione è al 25%. Se
riodo preciso in cui nacque
l’informazione. Informare è
un’esigenza dell’uomo, è un
modo per comunicare con
chi gli sta intorno. Già l’uomo
primitivo aveva il duro compito di informare la sua tribù su dove trovare il cibo, su
come catturare gli animali, e
così via. E per farlo disegnava sulle rocce. Nel frattempo
il mondo si è evoluto, si sono
evoluti a loro volta anche
i tipi di comunicazione. La
stampa, la radio, la televisione
e infine internet. Evoluzioni che permettono all’uomo
di essere informato in tempo
reale da qualsiasi parte del
mondo. Ma cambiando i mezzi è cambiato anche l’obiettivo della comunicazione.
Il giornalista, lo scrittore, dovrebbe mantenere una certa
imparzialità, attenendosi soltanto a raccontare gli avvenimenti con il solo scopo di
“informare”. Ma oggi colui
che racconta i fatti lo fa con
l’intento di far avere a chi
legge il suo stesso pensiero.
C’è una netta distinzione tra
propaganda e informazione, ma in Italia il limite che
li divide è da tempo ignorato. L’informazione è satura
di manipolatori che scelgono
quali informazioni e come
3
un dato comportamento, inconscio ovviamente, in chi
legge. Per fare questo è necessario confondere le idee. Ed è
qui il problema. L’Italia è uno
stato democratico e come tale
permette ai suoi cittadini la
libertà di stampa ed espressione. E’ questo l’inganno. Perché durante una dittatura tutti
sono consapevoli che, l’informazione è soggetta a censura
e che le notizie pertanto, sono
soggetti a filtri che, privano di
tutte le notizie scomode al potere. Durante una democrazia
questo non accade o almeno
non dovrebbe . Tutti pensiamo questo e non ci poniamo
il minimo dubbio quando leggiamo le notizie. Ma censura
non vuol dire solo eliminare
con la forza delle notizie, vuol
dire anche scegliere di raccontare una notizia piuttosto che
un’altra, esasperarla, ripeterla
fino a che tutti i cittadini ne
siano a conoscenza, facendo
in modo di dirottare la loro attenzione da un evento piuttosto che un altro. Questo è un
modo subdolo, cinico, che rasenta la criminalità. E’ un uso
illegittimo della psicologia comunicativa, a cui spesso siamo
sottoposti. E ci riguarda più di
quanto crediamo. Proviamo
a pensare ad una notizia. La
io voglio favorire al governo
dirò che la disoccupazione
non è salita ma si è fermata
al 25%. Se vorrò ostacolarlo dirò che la disoccupazione
non è scesa ma è ancora ferma
al 25%. Il dato che diffondo è
quello reale, ma il contesto
nel quale lo inserisco crea interpretazioni diverse, nessuna
delle due oggettive. Oppure
se io voglio che l’attenzione
mediatica sia tutta sui crimini
commessi dagli immigrati, io
cercherò in tutta Italia questo
genere di notizia, ne troverò
una e la ripeterò più volte al
giorno. Omettendo che durante la stessa giornata il 90%
dei crimini commessi in Italia
vedeva come protagonisti gli
italiani. La sensazione che il
lettore avrà è che la sicurezza
dell’Italia è turbata dagli immigrati, non curante che solo
un decimo dei delitti è commessi da loro. In realtà, come
abbiamo visto non è necessario raccontare notizie fasulle, basta semplicemente usare quelle realmente accadute
modificandole a convenienza.
Questa si chiama informazione manipolata. E purtroppo
riguarda l’Italia più di quanto vorrebbero farci credere.
Laura
Volontariato e legalità
Studenti e associazioni per percorrere insieme le strade del volontariato
IL 10 Maggio 2011 alle ore
11:00 presso la sala conferenze dell’istituto “Luigi Einaudi”
Lamezia Terme si è tenuto un
incontro/dibattito sul volontariato “Percorriamo insieme le
strade del volontariato”. Esso è
stato introdotto dal Dirigente
Scolastico Nicolò Cancelliere,
presentato da Angelo Portogallo presidente dell’Associazione
Martirano Giovani, alunno della 3 A Commerciale. I relatori
di quest’incontro sono stati:
• Rocco Mangiardi, vice presidente dell’ A.L.A. Onlus (Associazione Antiracket Lametina);
• Don Giacomo Panizza, Fondatore della Comunità “Progetto Sud”;
• Prof.ssa Anna Maione, Magister dell’ M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici
Italiani). Per l’organizzazione
dell’evento si sono occupati:
L’Associazione Martirano Giovani, Prof.ssa Ippolita Riommi
(Referente Legalità) e la Prof.
ssa Rita Piu (Referente Pari
Opportunità).
Ospiti di questo incontro le
quarte dell’indirizzo Commerciale, Turistico, Alberghiero,
Grafico Pubblicitario e la terza
A commerciale. Si è dato inizio
alla conferenza con un video
tratto dal programma ”VIENI
VIA CON ME” presentato da
Fabio Fazio e Roberto Saviano
mandato in onda dalla rai, nel
quale Saviano racconta la situazione di Lamezia Terme ed
in particolare la storia di Don
Giacomo Panizza che fondò 33
anni fa la Comunità “Progetto Sud” e né è ancora a capo.
Una realtà di cooperative, associazioni e tante iniziative
per disabili, tossicodipendenti,
nomadi, impegnata sul fronte
della legalità e della lotta alla
“ndrangheta”. Per realizzare
questo progetto ha dovuto innanzitutto cercare una sede e
l’unica disponibile è il palazzo
requisito al “Torcasio”(una delle tante famiglie malavitosa più
potente della zona). Lo stabile
dista pochi metri dalle abitazioni dei personaggi di spicco
della famiglia a cui era stato sequestrato. Il Sacerdote in questi
anni ha ricevuto molte minacce
e la sede è stata più volte danneggiata ma non ha mai smesso
di avere coraggio e di lottare.
Tutto questo ha dato fastidio e
questa volta si è davvero evitata una tragedia. Nella notte
sono state infatti manomesse le
auto, di proprietà di due disabili che operano nella comunità.
Grazie a questo racconto l’Italia conosce solo ora la storia di
straordinaria virtù. Terminato
il video Angelo Portogallo parla dell’Associazione di cui lui è
presidente “Martirano Giovani”
e spiega l’importanza del volontariato e della difficoltà che
hanno i giovani ad accedere ai
fondi necessari infatti vengono
definiti “giovani allo sbaraglio”.
Prende la parola Don Giacomo
Panizza affermando che non
bisogna fermarsi davanti a tutto
ciò ma cercare le cose più belle
del sud e impegnarsi a crearle.
Un’altra vicenda drammatica è
stata quella di Rocco Mangiardi
gestore di un magazzino d’autoricambi in via del progresso
che è riuscito ad imporsi al pizzo testimoniando e indicando
in aula ai giudici i suoi estorsori. Nell’incontro afferma:
“IO NON VOGLIO PAGARE
GENTE CHE NON LAVORA
PER ME, CHE SO CHE USERA’ I MIEI SOLDI PER COMPRARE PROIETTILI, BOMBE
E BENZINA. PREFERISCO
ASSUMERE UN PADRE DI
FAMIGLIA
MA
SUBIRE
UN’ESTORSIONE NO”.
Alla domanda: “Da quando ha
deciso di imporsi contro il pizzo, la sua vita è cambiata?” risponde dicendo che è cambiata
ma in meglio perché se non si
fosse imposto sarebbe diventato prigioniero degli estorsori.
A parlare del volontariato è
stata la prof.ssa Anna Maione
spiegando di che cosa si occupa
la sua associazione. Il messaggio che ha voluto far arrivare a
noi giovani è che dobbiamo dedicare il nostro tempo e aiutare
i più bisognosi senza aspettarsi nulla in cambio. È stato un
incontro che ci ha fatto capire
la realtà in cui viviamo, cosa significa sacrificarsi per gli altri e
come mantenere alta la nostra
dignità.
Martina E Elisabetta
4
Freestyle
Freestyle
Freestyle
Un viaggio nella memoria
Per non dimenticare
Grazie al comune di Lame- il vero viaggio stava per ini- pati in delle comode cuccette,
zia Terme e al nostro dirigente scolastico, ho avuto la rara
opportunità di intraprendere
un viaggio che ha segnato la
mia, e la vita delle persone
con le quali ho avuto la fortuna di viaggiare. Più che un
viaggio è stato la concretizzazione di un disegno educativo, il contatto diretto con uno
dei capitoli più bui della storia
umana: I CAMPI DI STERMINIO NAZISTI. Il progetto
giunto con successo alla sesta
edizione, nasce da un’associazione ONLUS la “Terra del
fuoco mediterranea” e prende
il nome di Treno della memoria. La partenza è avvenuta il
12 Febbraio alle 4:00 del mattino da Lamezia, e come prima destinazione dei 50 ragazzi lametini è stata Bari, con
molta ospitalità e un’eccellente organizzazione, hanno
accolto il nostro gruppo insieme a tutti gli altri provenienti
dal sud Italia. In un’assemblea
plenaria il governatore Niki
Vendola insieme alle autorità e agli organizzatori ci hanno illustrato nuovamente il
programma con le dovute
raccomandazioni, una volta
finita l’assemblea l’adrenalina iniziava a salire sempre di
più mentre ci avvicinavamo
alla stazione, giunti al treno
5
ziare; destinazione Cracovia. con cibo acqua ossigeno i nostri amici, SPAZIO, loro viaggiavano in condizioni opposte
alle nostre. Erano ammassati
in un vagone merci, con un
piccolo spiraglio per far entrare l’aria, non avevano lo
spazio per sedersi o sdraiarsi
e quelli più fragili morivano
durante il viaggio. Giunti a
Il nostro era un treno spe- Cracovia veniamo sistemati
ciale, ma non solo per quello in un ostello della gioventù in
che rappresentava, non solo una camerata da 12 posti letto
perchè al suo interno avreb- di cui 8 erano estranei, ecco
bero viaggiato circa 700 ra- un’altra particolarità, eravagazzi provenienti da tutta mo abbinati con ragazzi che
Italia ma era considerato tale non avevamo mai visto prima
anche perchè durante il tra- provenienti da altre regioni
gitto avrebbe dovuto dare d’Italia anche questo per abprecedenza a tutti gli altri battere ogni diversità. La città
treni e considerando il tragit- polacca mostrava tutta la sua
to (Bari-Cracovia) fomentava bellezza in una morsa di fredin me la paura che i miei ner- do, ma il vero freddo l’ho senvi non avrebbero retto tutte tito quando per la prima volta
quelle ore di viaggio. Trascor- mi accingevo a visitare i Lasi i primi minuti di viaggio ger, e non parlo solo dei molti
ero già convinto del contra- gradi sotto lo zero ma da quel
rio, l’atmosfera era piacevo- freddo che gela l’anima e ciò
le e allegra resa tale dai miei aumentava man mano che la
dell’istituto e da tutti quelli nostra guida ci raccontava le
che man mano conoscevo, nefandezze dei nazisti, e più
lo scopo del lungo viaggio in acquisivo consapevolezza di
treno era quello di far rivive- cosa fosse successo tanto più
re la durata del viaggio di un crescevano le domande dentro
deportato, ovviamente non è di me. La visita si è strutturata
equiparabile con le condizio- tra i due campi, Auschwitz 1
ni alle quali erano sottoposti o campomadre e Auschwitz 2
i prigionieri, noi eravamo sti- Birkenau; ingresso al campo:
con la scritta ARBEIT MACHT FREI, questo era l’unico
accesso ai lager per i deportati, varcandolo si ha modo di
osservare il complesso sistema di controllo del campo,
con la doppia fila di reticolati elettrificati separati da un
camminamento di guardia. Il
campomadre era un’ ex caserma polacca ed era suddivisa in
blocchi. Blocco 7: le condizioni abitative dei detenuti per
quanto diverse nelle varie fasi
di esistenza del campo, furono sempre terribili: i detenuti
dormivano su paglia sparsa sul
cemento o, successivamente
su pagliericci; in una sala che
poteva contenere 40 persone,
ne dormivano 200. Blocco 5:
il saccheggio. Tutto ciò che i
prigionieri avevano portato
con sé veniva depositato in
baracche adibite a magazzino,
chiamate in gergo del campo
“Canada”, cosi chiamate perchè il paese nordamericano
era simbolo di abbondanza.
Quella grande quantità di oggetti predata ai deportati ed
ai cadaveri, attesta il numero
di coloro che furono sterminati e rileva i nomi di alcune
vittime, oltre a dare la possibilità di stabilire che tra di
loro vi erano dei bambini.
Blocco 11: Blocco della morte. E’ la prigione del campo, il
luogo degli interrogatori, delle celle e delle torture. Nella prime sale sono stati ricostruiti gli ambienti originali,
come le stanze degli uomini
di guardia, la stanza dove si
riuniva il tribunale speciale che decretava le esecuzioni o le stanze dei prigionieri
in attesa di sentenza. Muro
della fucilazione: Davanti a
questo muro furono fucilati
circa 30.000 detenuti politici,
appartenenti alla resistenza polacca e a quella russa.
Forni crematori: il cremato
rio è situato fuori dal recinto
del campo. Il locale più vicino
era lìobitorio, che fu convertito in camera a gas provvisoria nel periodo tra il 1941 e il
1942: qui furono uccisi i prigionieri di guerra sovietici e
gli ebrei dei ghetti organizzati
dai nazisti in Alta Val Sesia. Il
crematorio era stato costruito
dalla ditta Topf und Sohne, la
stessa che negli anni successivi
fece i forni crematori di Birkenau. Davanti all’entrata, dove
era situata una baracca della
Gestapo del campo, adesso si
trova la forca sulla quale il 16
aprile 1947 fu eseguita la pena
di morte del primo comandante di Auschwitz: Rudolf Hoss.
Franco
6
Freestyle
Freestyle
Freestyle
L’altra faccia dell’unità
Tra lotte interne e discussioni
Il 17 marzo 2011 sono ti umiliati e calpestati. Chi siede nei CDA, ha ruoli di
stati celebrati i 150 anni
dell’Unità d’Italia. Il bel
paese si è preparato alla
cerimonia,sventolando
i
tricolori sui balconi degli
italiani. Gli stilisti hanno
confezionato gli abiti per
l’occasione. Gli orefici hanno creato oggetti a produzione limitata. Tradizione
e business hanno viaggiato
sulla stessa onda. L’orgoglio patriottico si è espaso
nella penisola. Questo quadro idilliaco a momenti può
ingannarci. Ma è durato
poco. Avanzano le riforme
che vogliono introdurre il
federalismo, dilaga la crisi
che accentua sempre di più
la differenza tra un Nord
molto arricchito e un Sud
in preda alla regressione.
L’Italia non è divisa solo da
uno sviluppo che geograficamente allontana i due
estremi, ma anche da differenze sociali, da pregiudizi,
da prepotenze, da disprezzi.
Gli italiani, popolo di migranti, non si sono sentiti accolti nemmeno a casa
propria. Sono stati i primi
a partire quando la fame e
il fascismo hanno cercato di opprimerli. Sono sta-
7
poi dopo aver fatto fortuna
è tornato a casa propria ha
subito dimenticato quanto possa essere umiliante
e ingiusta la denigrazione.
Hanno iniziato a chiamare
i loro fratelli terroni, mafiosi, delinquenti. I politici
che si sono susseguiti non
hanno mai avuto interesse a
risolvere queste divisioni. Il
Sud è la pattumiera dell’Italia, laddove vengono riversati i rifiuti che il Nord produce. Il Sud è il luogo dove
la mafia fa rumore, dove
spara, chiede il pizzo, dove
opprime la gente comune.
Il nord è il luogo dove la
mafia ha cambiato costume,
è una mafia silenziosa, di
uomini in giacca e cravatta,
con in tasca una pistola ed
una laurea. La mafia dirige,
prestigio. Il Sud è il luogo
dove le grandi menti non
possono stare perché non
hanno futuro. Il Nord è il
luogo dove, grazie anche
alle braccia e alle menti del
Sud, l’economia galoppa.
Queste sono solo alcune,
crudeli e assurde, realtà che
dividono Nord e Sud. Ma
tutti noi sappiamo che sono
molte, molte di più. Le sentiamo sulla pelle, le viviamo giorno per giorno. Subiamo gli sguardi di chi ci
crede criminali, il disprezzo
di chi ci grida “terroni”. Si,
noi amiamo la nostra terra.
E’ una questione d’onore.
Non l’onore mafioso di cui
parlano loro, ma un onore
che ci rende diligenti ed orgogliosi verso il nostro Sud.
Un onore che ci impone di
Resistere. E’ questo il nostro
17 marzo 2011. Una giornata in cui sappiamo che
l’Unità non è Unità. Una
giornata in cui bisogna riflettere sulle profonde divisioni che dividono il nostro
paese. Una giornata in cui
sperare in un’Unità che non
può che fare bene a tutti.
Laura
Differenziamoci!
differenzia: raccogli, ricicla, riusa, risparmia
La raccolta differenziata è una
pratica molto vantaggiosa per
noi e per l’ambiente. Si riduce
la quantità di rifiuti da inviare
nella discarica e si riducono i
rischi per la salute dei cittadini.
Si risparmiano risorse materiali e riutilizzabili e si riducono
i costi legati allo smaltimento.
Nella nostra città la raccolta dei rifiuti avviene tramite l’utilizzo dei cassonetti
stradali verde, blu e bianco.
Accanto a questa metodologia
la Lamezia Multiservizi, in collaborazione con la cooperativa
sociale Ciarapanì, hanno avvito da diversi anni un’efficace
raccolta dei rifiuti differenziati, quella domiciliare attraverso l’utilizzo di piccoli bidoni
bianchi, blu e marrone collocati nei condomini, uffici, aziende ecc. che ne fanno richiesta.
Proprio al fine di potenziare la
raccolta differenziata e ridurre
la percentuale di rifiuti in discarica la Lamezia Multiservizi
con la Ciarapanì hanno avviato, per il momento, nella zona
di Sant’Eufemia e Savutano, la
raccolta porta a porta con l’utilizzo di sacchetti biodegradabili neri per l’indifferenziato,
bianchi per la carta, blu per il
multi materiale vetro: plastica
e lattine e una mini biopattumiera marrone per l’umido.
Ciò è stato fatto per eliminare
i cassonetti stradali, per garantire “zero” impatto ambientale, “zero” rifiuti visibili su
strade e piazze urbane, per un
quartiere migliore e vivibile.
Ecco alcune piccole e semplici regole per portare a buon
fine la raccolta differenziata.
Differenziare è uno spoot, un
piacere, un invito rivolto a tutti i cittadini piccoli e grandi.
Nel cassonetto verde o sacchetto nero si introduco
no:
rifiuti
indifferenziati chiamati “solidi urbani”.
Nei cassonetti o sacchetti blu si introducono: vetro, plastica e lattine chiamati
“multi
materiale”.
Nei cassonetti o sacchetti bianchi si introducono la carta ed il cartone.
Nei cassonetti o nelle biopattumiere marroni si introduconoe: scarti di cucina e di giardino chiamati,“umido organico”.
Gli abiti usati, scarpe vecchie,
borse, tende ecc. si conferiscono nei cassonetti grandi, di colore giallo-arancio che si trovano lungo le strade cittadine.
Le pile esauste vengono destinate nei piccoli bidoni gialli, e i medicinali scaduti sono
destinati nei piccoli bidoni
bianchi, entambi situati in
prossimità di una farmacia.
Per i rifiuti “ingombranti,
come vecchie lavatrici cucine frigoriferi ecc., basta una
semplice telefonata al numero aziendale 09684418 o
800255898 e saranno ritirati a domicilio gratuitamente.
Ma dove finiscono tutti i rifiuti che noi conferiamo
nei
cassonetti?
Gli indifferenziati vengono
raccolti dalla Lamezia Multiservizi e portati presso la
Daneco s.r.l. e vengono lavorati trattati e ridotti in piccole dimensioni e poi depositati in discarica; quelli
differenziati invece vengono
raccolti dalla Lamezia Multiservizi e Ciarapanì e portati nei locali dell’Ecosistem e
dell’Ecologia Oggi i quali li
inviano ai consorzi nazionali”.
Ottocento lattine danno vita
ad una nuova bicicletta; il vetro con una serie di lavorazioni, può essere trasformato in
contenitori o bottiglie, quindici bottiglie di plastica posso
diventare un maglione in pile.
Tredici scatole di acciaio
possono diventare una pentola, dagli scarti di giardino
e cucina, quindi l’umido, si
ottiene il cosiddetto compost, un fertilizzante utilizzato per la produzione di
terricci e concimi organici.
Contribuisci
anche
tu
a
differenziare;
raccogli, ricicla, riusa, risparmia
Fabio e Marco
8
Freestyle
Freestyle
Freestyle
La grande forza di una donna calabrese
Natuzza Evolo
Natuzza Evolo, la mistica
calabrese, ha avuto la capacità di consolare il cuore di migliaia di persone.
Nata a Paravati nel 1924,
fin da giovane ha rivelato i segni di un’eccezionale medianità. La sua
vita ha dell’incredibile.
Tanti furono gli episodi paranormali di cui è
protagonista;
apparizioni e colloqui con Gesù, la
Madonna, gli Angeli e i
Santi ma, anche stimmate ed effusioni ematiche.
Pur essendo analfabeta, le
sue parole rispecchiano sempre la verità evangelistica.
Nel periodo della Quaresima, durante il quale apparivano le stimmate, la donna
ripercorreva assieme a Cristo
Gesù la via Crucis. Durante le stimmate, Natuzza
tossiva, si distorceva, piangeva e aveva spasmi di morte
ma, accettava la sofferenza
che le mandava il Signore.
Durante la perdita di sangue, comparivano tracce di una vera e propria
scrittura e, dalle ginocchia
apparivano strane immagini e volti umani. Molti
pellegrini si recavano nel
suo paese per ottenere da
lei una verifica di diagnosi
medica e per chiedere consiglio sulle possibili cure.
In più, Natuzza aveva un
contatto con i morti, infatti raccoglieva messaggi da quelle che lei definiva anime del purgatorio e
del paradiso, che andavano
Lo sapevi che:
un viaggio alla scoperta di riti e tradizioni
Il libro di Regolo Luciano pubblicato
da Mondadori nella collana ingrandimenti.
spontaneamente a trovarla.
Nel 1987 creò una struttura
per l’assistenza medica, per
i giovani e per gli anziani.
La
veggente
calabrese si è spenta all’età di 85
anni giorno 1 Novembre
2009, migliaia di devoti le hanno reso omaggio.
Insomma, è stata una grande donna, piena di forza e
amore per gli altri e, sicuram
te rimarrà nel cuore di tutti.
Federica
Le principali feste religiose dell’Islam sono “Id al Fitar” che
viene celebrata alla fine del Ramadan (il mese di digiuno) e
“Eid al-Adha” o festa del sacrificio che ricorre due mesi e dieci
giorni dopo la fine del Ramadan.
In Marocco, durante i festeggiamenti dell’Id al Fitar vengono osservate delle consuetudini
tipiche della tradizione araba
come comprare ai bambini abiti e giocattoli, preparare in casa
dolci tradizionali e mangiare in
modo eccessivo i piatti preparati.
Il mattino della festa i maschi si
dirigono in moschea mentre le
donne, rimaste a casa, si impegnano nella preparazione della
“Grande colazione” che viene
consumata al ritorno dalla moschea in famiglia riunita intorno
alla tipica tavola marocchina dove
vengono serviti te caldo, dolci
fatti in casa preparati tre giorni prima della festa. Il pranzo si
svolge non più a casa propria ma
presso amici o parenti e si gustano
piatti della tradizione come il
tipico couscous. Dopo la merenda pomeridiana sempre a base di
dolci e crêpes marocchini, si esce
con i bambini e, terminato il giorno di festa, si ritorna ai giorni abituali ma stavolta senza digiuno.
L’Eid al- Adha o festa del sacrificio, ricorre durante il tempo
del pellegrinaggio annuale alla
Mecca. In questo giorno di preghiera, obbligatoria, ci si reca
in moschea anche in compagnia delle donne che, secondo
la “Summa”, devono comportarsi con onestà e pietà. Si raccomanda di non mangiare prima
della preghiera, ripetere la formula del Takbir (Allah Akbar
– Allah è grande-), indossare
gli abiti migliori e tradizionali.
Finita la preghiera e scambiati gli
auguri tra amici e familiari usando formule diverse, si ritorna a
casa per procedere allo sgozzo di
un montone sano che ricorda il
sacrificio cui Abramo era pronto a sottoporre il figlio. L’uccisione dell’animale effettuata dal
padre di famiglia, richiede delle regole: innanzitutto posizionare il montone verso la Mecca e, mentre il montone viene
sgozzato pronunciare le parole
(Bismi Allah - a nome di Dio
e Allah Akbar - Dio è grande).
Terminata l’uccisione del montone si organizza un grande pranzo
con familiari e amici consumandone le carni in parti uguali, in
momenti diversi, condividendone anche con i più poveri.
Hajji Noura - Mourahib Oussama - El Mir Morad
9
10
Freestyle
Freestyle
Freestyle
Saverio
Strati
Un poeta calabrese
L’essere e l’apparire
Il ritratto di Dorian Gray
Saverio Strati nasce a San- conti furono pubblicati sulle zione. Strati è definito uno
t’Agata del Bianco, Reggio Calabria, il 16 Agosto del 1924.
Oggi ha ottantasei anni ed è
uno dei più originali narratori
italiani del novecento. Interruppe gli studi dopo la licenza elementare per intraprendere il mestiere di muratore,
ma non smise di coltivare il
suo interesse per la letteratura e lo studio. Al termine
della seconda guerra mondiale riprese gli studi e grazie all’aiuto finanziario di uno zio,
residente negli Stati Uniti,
prese lezioni private da alcuni
professori del Liceo Galluppi
di Catanzaro. Nel 1949 conseguì il diploma al liceo classico e si iscrisse all’università
di Messina, inizialmente prese
medicina ma dopo un breve
periodo passò alla facoltà di
lettere. Nel 1953, convinto da
un compagno di studi, presentò il suo racconto “La Marchesina” a Debenedetti che subito
espresse un giudizio favorevole. L’anno successivo Debenedetti portò quest’ultima a
Milano da Alberto Mondatori
e Strati iniziò il suo romanzo
“La Teda”, sempre nel 1953 si
trasferì a Firenze per preparare la tesi di laurea sulle riviste
letterarie del primo ventennio
del novecento. I primi rac-
riviste “Il Ponte”, “Paragone” e sul quotidiano “Il Nuovo Corriere”, finì di scrivere La Teda e iniziò un nuovo
romanzo “Tibi e Tascia”. Nel
1958 sposò Hildegard Fleig
una ragazza svizzera conosciuta a Firenze, si trasferì in
Svizzera e vi restò fino il 1964.
Qui scrisse i romanzi “Mani
Vuote”, “Il Nodo” e anche
“Noi Lazzaroni”, che fu pubblicato nel 1972. Dal 1964
vive a Scandicci (Firenze). Il
13 Dicembre 2010 l’università di Cosenza gli ha conferito
la laurea Honoris in Filologia
Moderna, “…quando avevo i
calzoni corti e facevo il muratore chi lo avrebbe mai detto
che sarei arrivato fin qua…”,
ha commentato con orgoglio
lo scrittore in una dichiara-
scrittore di assoluto rilievo,
ultimo tra i veristi, originale
e coerente con le sue idee, intellettuale e libero, un’artista
dalla solida formazione autodidatta che ha saputo mostrare il suo sguardo lucido sugli
eventi della realtà calabrese,
che ha colto il fenomeno antropologico della ‘ndrangheta, della marcata modernità e
di alto spessore critico. Dagli
anni 90 Strati ha pagato un
duro pegno all’emarginazione
editoriale e da qui le difficoltà
economiche. Circa due anni
fa il Quotidiano della Calabria ha lanciato una grande
campagna per Strati perché
ottenesse i benefici della legge
Baccelli, che prevede di sostenere gli artisti che nonostante il loro riconosciuto tributo
alla cultura italiana si trovano nel disagio economico.
“Voglio restare convinto che
la Calabria avrà la possibilità
di sottrarsi a questo destino di
emarginazione e di disagio se
ci sarà il pegno di più generazioni, partendo dalla scuola
all’università, per tradurre in
normali atti quotidiani, che
cominciano col rispetto degli
altri, in particolare dei più fragili e dei più bisognosi.”, questo è il messaggio di Strati as-
Noemi
11
Il romanzo è ambientato nel- l’immutabilità del proprio ri- infatti, è la causa della morte
la Londra del XIX secolo; è la
storia di un giovane, Dorian
Gray, dalla bellezza straordinaria con un animo puro e ingenuo. Nello studio di un pittore, il giovane conosce Lord
Enrico Wotton con il quale
dialoga mentre viene ritratto
da Basilio Hallward. I discorsi cinici di Lord Enrico incantano Dorian cambiando la
sua visione della vita; uno dei
primi cambiamenti si evince
nella diversa importanza che
Dorian attribuisce alla giovinezza in seguito a una discussione avuta con Lord Enrico.
Il giovane inizia a invidiare
tratto, la figura rappresentata
infatti, a differenza sua, resterà sempre bella e giovane.
Ciò lo porta a stipulare una
sorta di “patto col demonio” .
“Aveva espresso un pazzo desiderio: che potesse lui rimanere giovane, e il ritratto invecchiare; la sua bellezza restare
intatta, e il viso dipinto sulla
tela portare il peso delle sue
passioni e dei suoi peccati.”
Dorian inizia una nuova vita
basata sul piacere e sul peccato; si invaghisce di un’attrice,
Sibilla Vane ma deludendolo
artisticamente provoca in lui
la decisione di lasciarla.Lui,
della donna; Dorian nasconde il quadro in soffitta finchè
un giorno, preso dal disgusto
per l’orribile aspetto della sua
anima, colpisce violentemente il dipinto: Dorian muore, e
mentre il suo volto si riappropria delle brutture del quadro,
il suo ritratto riacquista tutta la
bellezza che aveva in principio.
Autore: Oscar Wilde
Titolo: il ritratto di Dorian
Editore: Garzanti
Ludovica
Il coraggio di ribellarsi
Perché i principi esistono solo nelle favole, ma i mostri, quelli si che esistono nella realtà.
“E’ una puttana. Una ma- un uragano, distruggendo le
lanova.” Parlano di Anna
Maria Scarfò, una ragazza
calabrese che ha deciso di sfidare il suo paese, San Martino di Taurianova, denunciando gli uomini che per
tre anni l’hanno violentata.
Sembra la fine di un incubo,
ma può un incubo finire davvero? E’ questo che capiremo
leggendo questa storia. Anna
Maria ci presterà i suoi occhi
e le sue parole, ci farà osservare da lontano l’orrore. Vedremo come le sue parole si
infrangeranno sul paese come
sicurezze di molti; Non è facile infatti, accettare ed ammettere che tuo marito, tuo
fratello, tuo cugino, può essere un mostro. Il mostro che
ha cancellato l’amore di Anna
Maria per se stessa, che l’ha
provata della dignità e che
oggi cerca in tutti i modi di
farla sembrare una bugiarda.
Ma il coraggio di Anna Maria
e l’amore per la sorella contano più di tutto il resto. Ed è
proprio il coraggio quello che
serve per leggere questa storia.
Autore: Anna Maria Scarfò con Cristina Zagaria
Titolo: Malanova
Laura
12
Notizie dal mondo
Gennaio 2011:
Rivolta in Egitto contro il presidente Mubarack
“C’è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, questa è un’idea il cui momento è ormai giunto.”
(Victro Hugo)
Freestyle
Freestyle
Freestyle
Freestyle
Marzo 2011:
Emergenza sbarchi a Lampedusa
“Che un giorno questa rabbia sia coraggio, sia radice e nuova linfa di
resistenza, e maturi questa antica sofferenza in rinata dignità”
(Modena City Rambles)
Aprile 2011:
Uccisione del volontario
italiano Vittorio Arrigoni
Febbraio 2011:
Vittoria di Roberto Vecchioni al festival di Sanremo
“Restiamo umani”
“In questo disperato sogno tra il silenzio e il tuono difendi questa umanità anche restasse un solo uomo”
Roberto Veccchioni - Chiamami ancora amore
Maggio 2011:
Beatificazione di Giovanni Paolo II
Marzo 2011:
Terremoto e relativo Tsunami in
Giappone
“Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto. E’ bellissimo”
nel suo splendore (Siracide 46:1 1)
Maggio 2011:
Uccisione di Osama Bin Laden,
terrorista di Al Queda
Senza parole
Marzo 2011:
Guerra in Libia
Maggio 2011:
Il Giro d’’Italia ricorda gli otto cicloamatori lametini
“Combattere per la pace è come fare l’amore per la verginità”
(Jonh Lennon)
Passaggio sul luogo della tragedia per ricordare gli otto cicloamatori
lametini.
13
14
Freestyle
Freestyle
Freestyle
La mia città ideale
Tra sogno, realtà e fantasia; immaginando una società senza pregiudizi
Io
sono essenzialmente una sognatrice. Una persona che ama
sognare e pensare al futuro. Una
persona che passa il suo tempo ad
immaginare luoghi nascosti, posti
segreti lontani mondi ed epoche
infinite da me. Dove niente di male
può succedere. Nessuno rapisce i
bambini o abusa delle donne, dove
nessuno vive di parole scurrili o di
pugni in viso. Un posto che qualcuno potrebbe considerare, se lo
conoscesse, un sogno, solo ed un
semplice sogno. Io al contrario lo
considero il mio “luogo felice” un
posto dove rifugiarti quando non
stai bene o sei giù e che ti fa sentire
meglio allontanando a volte quella malinconia che ti assale. Questo
luogo, o città come dir si voglia, è
il posto dei miei sogni dove colori
e sorrisi sono il pane quotidiano.
Questo posto è la mia città ideale.
Questa città ha sempre il sole e il
cielo azzurro con un clima leggero,
di notte c’è sempre la luna piena,
si vedono le stelle e le costellazioni e sembra di trovarsi all’interno
di un planetario. Si erge sopra una
collinetta completamente verde
che da un lato affaccia sul mare e
dall’altro sulle montagne ricoperte
di neve. La città è molto grande,
c’è tanto verde e tanti fiori colorati, non è creata tutta nel cemento
ma sulla natura in modo che, chi
ne fa parte sia legato alla natura
che lo circonda. Non esistono né
palazzi né grattaceli. Ogni famiglia
ha la sua casetta a due piani con il
giardino e l’animale che più ama. I
colori sono vari passano dal verde
chiarissimo al viola, con quei tetti
rossi che tanto amo e le staccionate bianche con il cancelletto basso.
Questa città ha un museo libero
così tutti possono vedere le opere
, ma la parte che preferisco è una
galleria dove le opere parlano di
amore e romanticismo. Il tetto di
questa sala è un grande lucernario
che di giorno da luce e vitalità alle
opere e che di notte riflette l’intero astro celeste. Un altro posto che
io amo della mia città è il cinema
dove i film che vuoi li scegli tu!
Da i più nuovi in 3D a quelli degli
anni ’30 o anche al cinema muto, o
i grandi classici romantici in bianco
e nero, quelli che fanno piangere
e fanno vedere solo il lato romantico dell’amore. Si tengono anche
in considerazione gli animali ed
il loro habitat naturale, infatti c’è
una riserva naturale. Gli animali
che vivono qui sono docili e gentili
perché trattati molto bene, infatti, hanno la libertà di vivere dove
vogliono e non in gabbia, pensate
che prima ho visto un bambino in
groppa ad un leone che giocavano!
Un’altra struttura grandissima è il
parco giochi, si passa da campi di
basket a quelli di tennis e a palestre intere all’aperto, poi ci sono
anche i giochi più semplici come
l’altalena e lo scivolo che sono anche a misura d’adulto per chi vuole ancora giocare senza vergogna
perché in questo posto tutti sono
uguali agli occhi di tutti e nessuno
giudica nessuno. Un posto che amo
perché è mio è la biblioteca. L’ho
creata io. E’un posto ricco di cultura, tomi antichi, libri moderni,
vecchie pergamene e copie antiche
di prima stesura come “Orgoglio e
Pregiudizio” o “Viaggio al Centro
della Terra”. E’divisa su più piani
con scalinate di marmo antico e
balaustre in legno di mogano intagliate a mano con le frasi dei miei
libri preferiti. Le pareti sono tutte piene di affreschi colorati, con
angeli e dipinti in oro, azzurro e
così via. Gli autori dei libri vengono ogni giorno a firmare le copie e
salutare i propri fan, ormai diventati persone di tutti i giorni anche
per loro, tanto che prima è passata
da qui Danielle Steel ed ha chiesto al mio assistente di salutargli la
moglie e i figli. In città, visto che
amiamo l’arte, c’è una zona tutta inizialmente pitturata di bianco, questa parte della città è stata
creata per tutti noi e per far uscire
fuori gli artisti che siamo. Niente
più graffiti come qui nel mondo di
fuori o multe per averli fatti, qui
tutti possono esprimere se stessi,
ora quelle pareti colorate creano
un quadro astratto creato da tutti
noi. La cosa che in assoluto di più
amo di questa città è che per quanto sia formata da milioni di cittadini, tutti si conoscono. Ora dopo
avervi fatto fare un giro in città
sono tornata a casa mia. Vado in
camera dove ad aspettarmi ci sono
un bel letto a baldacchino bianco
ed il mio piccolo leoncino appena nato. Ed eccomi qui nella mia
città ideale nel mio luogo felice.
Abigail
14
Emo, sceen queen o truzzi?
Gli stili di vita dei giovani d’oggi
L’individualismo è sempre o sinistro del labbro, un profi- no musica house, si sentono
lo myspace in cui pubblicano
le foto che si fanno da soli con
frasi di questo genere “il mondo non mi capisce, mi taglio
per sentirmi vivo” e un emo
non pesa più di 50kg. Le ragazze portano il ciuffo fucsia,
usano le vans e converse con
teschi, indossano gonne come i
tutù e scaldamuscoli per coprire le ferite. Gli emo sono tutti accomunati da un’enorme
passione per l’autolesionismo.
Le sceen queen sono “principesse della scena” di solito
modelle, cantanti, fotografe; si
vestono con colori sgargianti
di solito abbinati con il nero.
Usano magliette di hello kitty
e roba del genere dei cartoni
animati, minigonne cortissimi con colori extravaganti,
convers, ballerine e leggins
fluorescenti o leopardati. I
capelli sono molto gonfi e devono avere almeno due colori
diversi e spesso indossano le
extecions. Usano collane con i
loro nomi per sentirsi famose.
Hanno una corporatura anoressica, accessori molto colorati come fiocchetti,mollettine
e pinzette, indossano sempre le coroncine nei capelli e usano moltissimo trucco
nero per gli occhi. I “truzHanno piercing al lato destro zi” sono ragazzi che ascoltameno presente nei giovani
d’oggi che per omologarsi,
preferiscono seguire le mode
e la massa. Tanti sono gli stili
di vita e spesso sono proprio
questi a collocare una persona in un determinato gruppo,
son sempre esistiti e sempre
esisteranno, qui di seguito
sono riportati i nuovi stili di
vita: Gli emo sono ragazzi dotati di una spiccata sensibilità,
che si commuovono ascoltando una canzone o guardando
una foto e che ostentano le
sofferenze facendone punto
di forza. Gli “emo” si vestono con pantaloni aderenti,
occhiali da vista con montature nere, magliette corte,
capelli con ciuffi e frange che
coprono il viso, cinturoni e
hanno una grande passione
per le fibbie intercambiabili.
vip poichè indossano solo ed
esclusivamente abiti firmati.
La maggior parte sono “figli
di papà” e il loro unico pensiero è quello di vestirsi firmati e di andare in discoteca
con gli amici. Il look è la cosa
più importante per un truzzo.
I maschi indossano solo mutande “dolce e gabbana”, portano l’orecchino super luccicante e kili di gel sui capelli.
Le ragazze usano le collane
di perle colorate, orecchini
enormi a lampadario e moltissima lacca. Usano colori come
il rosa, fucsia, nero, azzurro,
giallo. Vanno in giro con cinturone e cappelli appoggiati
sulla testa, hanno un carattere meschino ed arrogante e, considerano uno sfigato
chiunque non si vesti firmato.
Federica e Ludovica
16
Freestyle
Freestyle
Freestyle
Wii vs sport
Un 2011 tutto in salita
La tecnologia rimpiazza l’attività motoria
La Wii è una delle nuove
console che troviamo nei
nostri
negozi.
Presentata dalla Nintendo nel 2005
e messa in vendita dal 2006
ha affascinato tutti per la capacità di interagire con il
gioco dove il giocatore diventa partecipante attivo. La
console, infatti, grazie a dei
sensori permette di muoversi e di giocare virtualmente.
Si abbandonano i classici e sorpassati joystick e si
passa al telecomando Wii
semplice
e
maneggevole anche per chi non ha mai
giocato ad un videogioco.
La novità che ha portato
questa nuova console è quindi
la capacità di muoversi senza andare in una palestra o uscire all’aperto.
Tutto quello che possiamo volere per fare del sano
sport l’abbiamo in casa nostra. Ma è davvero così sano
come sembra? Lo sport reale
e quello virtuale sono uguali?
La
risposta
la
troviamo
direttamente
noi.
Per quanto la console possa
sembrare ottima per lo sport
e per il movimento non darà
mai gli stessi risultati che dello sport all’aria aperta porta.
Anche se le calorie che si
perdono giocando alla Wii
sono, se pur minori, molto
simili a quelle degli sport
Al via il campionato italiano velocità montagna, ricco di sorprese e novità
reali (es. Il tennis. Wii: 5,3
\ Reale: 8,1) questa nuova
console come tutte le altre
Fa allontanare sempre di
più le persone dalla vita
Non si prende più un pallone ma un telecomando.
Come ogni cosa possiamo dire
che ha dei pro e dei contro.
I pro sono la capacità di divertirsi in compagnia e di diminuire la sedentarietà dei ragazzi.
I contro, come abbiamo già
detto, sono l’allontanarsi
dal reale e preferire di stare a casa propria invece di
uscire, interagire con persone reali e giocare davvero.
La Wii arriverà a eliminare gli
sport? I ragazzi cosa scelgono?
Abigail
Il
campionato italiano velocità montagna 2011 è
ufficialmente iniziato domenica 1 Maggio con una
serie di cambi regolamentari e di sorprese nel calendario, dove mancano salite
eccellenti come la Reventino e il trofeo “Fabio Danti”. La prima stagionale è
stata la 39/a cronoscalata
Pieve Santo Stefano - Passo dello Spino (Arezzo)
che è stata aggiudicata dal
pilota trentino Christian
Merli su Picchio P4 con il
tempo di 2’39’’57. Sul podio della prima stagionale
del Civm e’ salito anche il
napoletano Piero Nappi che
si e’ aggiudicato il successo
nel gruppo E2/M al volante
della Osella FA 30 Zytek, seguito dal sempre combattivo
pistoiese Franco Cinelli su
Lola B99/50 Zytek. Grande
assente il 6 volte campione
italiano e 3 volte campione
europeo Simone Faggioli
che nella stessa giornata, al
volante dell’Osella FA30 si
è aggiudicato la cronoscalata di Rechenbergrennen in
Austria. In questo campionato sono impegnati tra gli
altri l’attore Ettore Bassi al
volante di un’Osella PA21/
S e numerosi piloti calabresi. La Calabria, appunto
rappresentata da una sola
cronoscalata, la Salita della
Sila che ritorna nel campionato dopo un’assenza di
6 anni. La nota positiva per
la quale dare merito all’Aci
Csai, ente organizzatrice
del campionato è il calendario, distributo in maniera equa su tutta la penisola.
Come non parlare delle
vecchie fiat 500 elaborate
e portate a limite sui tornanti d’Italia nella categoria Assominicar. Non si
può non citare il campione italiano di questa categoria, Angelo Mercuri, un
lametino e prima di tutto
calabrese che porta avanti
quanto iniziato dal padre.
Ecco per gli appassionati
il calendario con le tappe e le date ufficiali per
la stagione CIVM 2011:
- 01/05: 39° Pieve Santo Stefano - Passo
dello Spino
- 15/05: 54° Monte Erice
- 22/05: 57° Coppa Nissena
-05/06: 42°Verzegnis - Sella
Chianzutan
- 19/06: 50° Coppa Paolino Teodori
- 03/07:61° Trento - Bondone
- 10/07:50° Rieti - Terminillo
- 24/07: 54° Coppa Selva di Fasano
- 07/08: XXV° Salitadella Sila
- 21/08: 46° Trofeo Luigi Fagioli
- 04/09: 33° Caprino Spiazzi
- 25/09: 29° Pedavena - Croce d’Aune
Si sfideranno per il titolo
nazionale i colossi dell’automobilismo italiano come
Michele
Carmallinghi,
Simone Faggioli e Christian Merli tutti al volante di prototipi competitivi che hanno fatto la vera
storia di questo sport.
Giuseppe
17
18
Freestyle
Freestyle