Il soave piace al Giappone,Un invito da Gianpietro Comolli,Tris di
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Il soave piace al Giappone,Un invito da Gianpietro Comolli,Tris di
“Archeo Food” E’ il nome della prima serata a tema, che si svolgerà domenica 24 gennaio al “Vita” di Vico Equenze, location unica nel suo genere, una necropoli che ha visto la luce solo da pochi anni, donando ritrovamenti arcaico/etruschi e di epoca romana, sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.c.. Al “Vita” è possibile ammirare i reperti rinvenuti e restaurati, in un contesto che intende preservarli e valorizzarli, portando avanti il racconto di una storia tutta da assaporare, grazie alla collaborazione dello chef Marco Di Martino, allievo di Alain Ducasse, che attualmente lavora Parigi, a “Le Jules Verne Restaurant” della Tour Eiffel. Di Martino non dimentica le sue radici e per il forte legame che ha con la sua terra, ha realizzato un percorso enogastronomico dai sapori locali e strettamente storici, una serie di tappe a tema che si alterneranno tra mare e terra, cercando sempre di interpretare e presentare le pietanze in chiave rigorosamente finger food… Il primo appuntamento domenica 24 gennaio alle ore 19.30, sarà incentrato sull’ antica Roma e l’uso delle alici nelle più svariate declinazioni, senza dimenticare lo storico Garum. Angela Merolla Per info e prenotazioni: https://oronerocaffe.wordpress.com/ Più tutela per l’Aceto Balsamico di Modena Igp Un 2016 che si apre all’insegna dell’ottimismo per il Consorzio di Tutela per un prodotto più esportato del made in Italy agroalimentare. Novità in vista per la tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp. Dopo le due storiche sentenze emesse dai tribunali tedeschi di Colonia e di Mannheim sul finire del 2015, il nuovo anno si apre all’insegna dell’ottimismo per il Consorzio di Tutela che auspica una conclusione positiva ad altre cause in corso la cui pronuncia è attesa entro la prossima estate. Un settore, quello dell’Aceto Balsamico di Modena, che si racconta con oltre 95 milioni di litri prodotti di cui oltre il 90 per cento esportato in 120 paesi del mondo, un fatturato alla produzione di oltre 450 milioni di euro e oltre 700 al consumo. Una tradizione che ha attirato molti tentativi di imitazione, per l’unicità e la qualità di questo prodotto icona del made in Italy agroalimentare. E che nell’ultimo anno ha visto un importante passo in avanti nel campo della tutela, contro i prodotti contraffatti. “Gli effetti prodotti sul mercato europeo dall’esito positivo delle cause terminate nel 2015 – ha spiegato il direttore generale del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp Federico Desimoni – si avvertiranno soprattutto nell’anno nuovo appena iniziato, foriero di importanti cambiamenti su tale fronte. Il nuovo contesto che si è venuto a creare infatti, potrebbe portare all’eliminazione dal mercato comunitario di vari prodotti imitativi ed evocativi dell’aceto balsamico di Modena, aprendo così nuove possibilità di comunicazione e conseguentemente anche commerciali”. Per il Consorzio di Tutela ciò favorirà una percezione più corretta del prodotto e un incremento del già elevatissimo tasso di esportazione. A Natale il cioccolato che fa del bene Lo abbiamo trovato protagonista ad Expo in un incontro dedicato al cacao e sostenibilità nell’illustrare lo sforzo che le istituzioni peruviane insieme alle cooperative locali di contadini con il sostegno di aziende cioccolatiere italiane stanno facendo per riconvertire le piantagioni di coca in coltivazioni di cacao e abbiamo gustato il suo cioccolato a Torino in occasione di CioccolaTO, ma non solo era anche a Sana, ad Eurochocolate a Perugia e in altre golose occasioni all’estero, dall’Anuga di Colonia, al Taste di Londra e al Bellavita di Amsterdam. Si tratta di Otto Chocolates, una giovane azienda privata genovese che commercializza cioccolato certificato biologico, Faitrade e senza glutine. Il cacao utilizzato esclusivamente monorigine, il Trinitario fino aromatico, viene coltivato dalla cooperativa Acopagro, una delle maggiori cooperative contadine in Peru, che coinvolge 2000 agricoltori nella zona di San Martin nel nord del paese, acquistato ad un prezzo equo in modo da garantire la giusta retribuzione ai lavoratori. Inoltre l’azienda assiste e monitora tutte le fase di raccolto e post-raccolto sui luoghi di origine e solo la qualità migliore viene trasportata in Italia per la lavorazione. Non solo operando sul territorio l’azienda sostiene progetti di carattere sociale volti alla scolarizzazione, all’assistenza sanitaria ed alla salvaguardia dell’ambiente. Un cioccolato con tre certificazioni: Fairtrade che garantisce condizioni commerciali eque e sostenibili per i produttori dei paesi in via di sviluppo; Biologico che esclude l’utilizzo di prodotti chimici, antiparassitari, anticrittogamici o diserbanti in piantagione. È senza glutine, indicato quindi per i celiaci con il simbolo della “spiga barrata” che assicura anche durante il processo produttivo non sia entrato in contatto con altre materie prime contenente glutine. Infine, ci sono i prodotti a marchio VeganOk che non contengono alcuna sostanza di origine animale. Alle tavolette in cinque ricette e 4 differenti formati nelle varianti al cioccolato bianco, al latte e fondente e poi al latte e fondente senza zucchero si aggiungono le novità: gli snacks con inclusioni di Quinoa e Inca Berries e la crema spalmabile alla nocciola. La Quinoa, l’oro degli Incas, è una pianta erbacea annuale della stessa famiglia delle barbabietole e degli spinaci. Appartiene alla tradizione delle popolazioni andine da oltre diecimila anni, ha eccezionali qualità nutrizionali, ottima adattabilità alle condizioni climatiche e bassi costi di produzione, è inoltre priva di glutine, ricca di sali minerali, proteine, vitamine e fibre. L’Inca Berry è una bacca simile a un piccolo pomodoro con una variazione di colore tra il giallo e l’arancio giallo e nasce da una pianta arbustiva tipica del Perù. E’ ricca di ferro, vitamina C, fibre, antiossidanti, melatonina. Completamente priva di glutine, negli snack è proposta nella sua interezza che ricorda all’aspetto la frutta candita. La crema alle nocciole unicamente di origine italiane è completamente priva di olio di palma, arricchita invece dall’olio di girasole biologico raffinato e spremuto a freddo. Il risultato è una crema morbida, con un sapore intenso del cioccolato unita alla dolcezza delle nocciole. Piera Genta Il soave piace al Giappone Il Soave piace al Giappone. Si può dire proprio così dopo la conclusione dell’ iniziativa “Soave Style by the glass”, dedicata al mondo della ristorazione della zona del Soave coordinata dal Consorzio di Tutela. L’evento partito in giugno in Giappone nell’ambito delle attività di promozione coordinate in collaborazione con l’agenzia Well Com, Shigeru Hayashi, autorevole wine writer e comunicatore del vino e l’ufficio ICE di Tokio ha coinvolto 14 aziende del Soave, 10 importatori giapponesi, con oltre 7000 bottiglie stappate. Il Soave è un vino molto gradito dal pubblico nipponico ma si può fare ancora molto in termini di conoscenza e sviluppo di mercato. Soddisfatto il Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave che ha sottolineato come questo sia servito a capire come il Soave sia percepito in Giappone e quindi come migliorare le strategie future. Particolarmente significative le due serate dedicate alle differenti interpretazioni della garganega: la prima al “MAI”, Westin Hotel Tokyo e la seconda al ristorante “Il Felice” di Osaka, con un’ampia presenza di operatori di settore e di stampa specializzata. Vincitori del concorso sono risultati il “Kasa” di Fukuoka (Kyushu) e il “Lumino Carino” di Nihama (Shikoku) mentre le cantine che hanno partecipato al concorso sono state: Cantina del Castello,Cantina di Soave, Cantina di Monteforte, Marcato, Corte Mainente, I Stefanini, Le Battistelle, Montetondo, Fattori, Vicentini, Corte Adami, Le Albare, Pagani, Gini. Ogni singolo produttore ha potuto proporre in degustazione l’intera gamma dei propri vini in walk around tasting mentre per le aziende già attive sulla piazza nipponica è stata prevista una masterclass dedicata in particolare ai sommelier e ai proprietari dei locali che hanno aderito alla campagna Soave by the Glass. Infine, una serie di incontri con buyer selezionati hanno dato modo anche alle aziende non ancor presenti sul mercato di farsi conoscere. Il Consorzio si rivela ancora una volta punto punto fermo per le aziende produttrici. R.Capanni Un invito Comolli da Gianpietro Pubblichiamo integralmente il comunicato di G.Comolli perchè riteniamo sia di pubblico interesse. Durante Expo Milano 2015 abbiamo realizzato il programma www.unpoxexpo2015.org ,fra imprese private e enti locali, associazioni e consorzi, unioni e startup, che ha avuto un buon successo fra gli expoturisti, soprattutto esteri (78%). Abbiamo creato dal 2011, 71 percorsi-tematici di attrazione turistica, da Monviso a Laguna Venezia, in cui ogni distretto turistico (solo 10 in tutto) proponeva insieme agricoltura, arte, alimentazione e prodotti DOP, ospitalità, ricettività e relax , musei, mostre, abbazie, enogastronomia, paesaggio culturale, sport, tempo libero, itinerari storia e memoria, trekking e salute, assaggi e formazione, ma con un solo product-leader per ogni distretto. Abbiamo accompagnato e accolto in 200 giorni circa 600.000 expoturisti e il portale ha avuto 1.217.894 aperture (le pagine viste sono molte di più). Crediamo di essere stati gli unici a puntare su un FUORIEXPO che facesse conoscere il grande patrimonio di prodotti Dop e di qualità diffusa dei territori produttivi italiani….lungo il Grande Fiume. L’investimento fatto dal 2011 insieme a Partner Istituzionali, dal Consiglio d’Europa alle Associazioni di immigrati italiani, da imprese e Enti Locali, non va abbandonato. Il fiume è una risorsa naturale e imprenditoriale che deve essere promossa come un esempio di attività e di salvaguardia di un bene di tutti. L’obiettivo è di veder riconosciuto il primo Sito-Seriale Mab-Unesco per tutti i 700 km circa del corsofluviale, attraverso i seguenti passaggi istituzionali e organizzativi : – Il Bacino fluviale è l’area umida più grande d’Italia e d’Europa con potenzialità e risorsa di sviluppo economico per il nostro paese e la Valle del Po rappresenta un “unicum” assoluto; – La Valle del Po, il binario centrale più ristretto che accompagna il fiume, non figura né nell’elenco dei distretti turistici del Ministero beni ambientali e turismo (fra cui Roma capitale, Penisola Sorrentina, Littorale Domizio, Costa di Amalfi…) né fra gli 8 Distretti Fluviali riconosciuti dall’Europa, tutti finanziati. La Valle del Po ha tutti i pregi per essere ufficialmente un distretto italiano da promuovere e per diventare il 9° distretto Europeo contribuendo allo sviluppo e attrazione del turismo fluviale (in Europa nel 2014 vale 3,1 mld/euro giro d’affari, in crescita anno su anno) – La Valle del fiume PO coinvolge 500 comuni, fra rivieraschi e confinanti, dalla sorgente al delta-lagunarevalli veneto-emiliano con alcuni antichi centri urbani, ha tutte le caratteristiche e le proprietà di un Sito-Mab Unesco grazie a una riserva biosfera di paesaggio culturale, di ambiente vegetale e animale sostenuta dalla biodiversità dei prodotti agroalimentari, arte gastronomica e dieta, di turismo del tempo libero rappresentando una evoluzione storica di 3000 anni fra etnie e popoli diversi che hanno contribuito a bonificare, a crescere, a essere un vanto per l’Italia. Abbiamo già informato alcuni Organi e Istituzioni Partner sulla evoluzione del progetto originario trovando piena adesione. La presente prima informativa è indirizzata al coinvolgimento di tutti e chiediamo quindi agli Enti Locali, alle Imprese e agli Organismi l’appoggio, in particolare sollecitiamo un sostegno, una condivisione del percorso e un supporto politico pubblico perché l’iter burocratico dell’accettazione, dell’approvazione è abbastanza complesso soprattutto poiché sono coinvolti diversi Soggetti-Attori sia per numero che per composizione sociale. Grazie per un cortese riscontro. Cordialità e buon lavoro Giampietro Comolli Project Leader Founder Advisor Chairman Tris di medaglie per le creazioni casearie Carpenedo L’azienda Casearia Carpenedo, di Treviso, è ritornata dal concorso al World Cheese Awards 2015, da poco conclusosi a Birmingham, con ben tre medaglie: oro, argento, bronzo, una bella tripletta e meritata. I formaggi della Casearia Carpenedo, con sede a Camalò di Povegliano in provincia di Treviso, hanno conquistato la giuria di una delle competizioni tra le più ambite al mondo, che ha contato circa 2.800 formaggi provenienti da 26 paesi, degustati e valutati da una commissione di 250 giurati esperti da 22 nazioni. Una vetrina prestigiosa per i formaggi de La Casearia Carpenedo, che anche in questa edizione hanno dimostrato il loro pregiato valore qualitativo, apprezzato ormai da diversi anni non solo in Europa ma anche oltreoceano. A salire sul gradino più alto del podio il Gorgonzola Dolce, un formaggio erborinato a pasta morbida molto cremosa (foto di testa), e dall’intenso aroma penetrante e acuto, prodotto con latte selezionato proveniente dalle zone delimitate del Consorzio di Tutela, con stagionatura minimo due mesi. Un formaggio tra i più classici del panorama caseario italiano che testimonia l’esperienza di Carpenedo nel saper esaltare anche i prodotti più tradizionali. Per conquistare la Medaglia d’Oro, questa creazione casearia ha fatto innamorare i palati dei giurati con le sue note decise e nello stesso tempo delicate. La Medaglia d’Argento è andata ad un grande classico della produzione Carpenedo, il Monteo, formaggio a pasta morbida, gusto delicato e fondente, una specialità delicata dai profumi autentici, stagionato minimo 2 mesi. Monteo ha incantato per il netto sentore e gusto di latte fresco che si unisce perfettamente alla cremosità del burro; ideale abbinamento con vini bianchi e birre. Menzione d’onore anche per un’altra perla affinata dalla Casearia Carpenedo. L’Ubriaco di Raboso si è infatti aggiudicato la medaglia di bronzo, conquistando la commissione grazie agli intensi aromi fruttati del vino rosso che si combinano con maestria alla dolcezza del latte vaccino, offrendo a chi lo assaggia un gusto deciso e leggermente piccante. Formaggio a pasta semidura affinato in vino e vinaccia di Raboso IGT, stagionatura a minimo 12 mesi, classicamente da abbinare a vini rossi. L’affinamento dei formaggi è un’arte, un lungo lavoro di studio, sperimentazione e ricerca, in cui la tradizione si mescola con la libera interpretazione personale. La Casearia Carpenedo, azienda fondata nel 1976, è uno dei maggiori interpreti di quest’arte, che parte dalla selezione di materie prime eccellenti, per creare formaggi ricchi di sentori unici, per palati raffinati. Maura Sacher A bordo delle navi Costa una alimentazione sana Dal mese di dicembre 2015 Costa Crociere, grazie ad un accordo triennale con l’Università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo, propone un’alimentazione sana, rispettosa del territorio ed attenta agli sprechi alimentari. Si parte dalla pizzeria di bordo della Costa Diadema, ammiraglia della flotta, e successivamente sulle altre navi con il marchio Pummid’Or: pizze con impasto con 100% di lievito madre e pomodoro San Marzano DOP, olio extravergine di oliva e mozzarella fiordilatte o di bufala. L’impasto sarà realizzato al 100% con lievito madre, risultando così più naturale, maggiormente digeribile e con un ottimo profilo nutrizionale. Grazie alla consulenza di UNISG, Costa ha acquistato da un’azienda italiana un generatore di lievito madre per semplificare la gestione di questo alimento a bordo. Anche i fornitori di farina saranno rigorosamente italiani. Oltre alla farina 00, verrà utilizzata una miscela di farine più ricca di fibre, omega 3, polifenoli, selenio e molte altre vitamine e nutrienti. Gli ospiti potranno scegliere anche un secondo tipo di impasto preparato con una miscela particolare di farine, tra cui quella di grano integrale, kamut e d’avena. Il pomodoro San Marzano DOP sarà il condimento protagonista delle pizze con l’aggiunta di qualche variante speciale, sapientemente ideata da Riccardo Bellaera, Corporate Chief Pastry & Chief Baker di Costa insieme al team di UNISG: Tricolore con la ricotta e il prosciutto di Parma dop; Liguria con stracchino e pesto; Sicilia con olive, capperi ed acciughe; Bufala con mozzarella di bufala. E’ previsto uno specifico programma di formazione per i pizzaioli Costa, a cura dei docenti dell’Alto Apprendistato del Pane di UNISG a Pollenzo, dove la parte teorica relativa alla preparazione della pizza con lievito madre verrà approfondita attraverso lezioni di chimica, microbiologia e tecnologie alimentari. Inoltre grazie all’accordo, Costa e UNISG inizieranno un percorso di collaborazione, che comprende la revisione di alcuni processi di preparazione del cibo a bordo; la selezione di prodotti e fornitori sulla base di criteri di sostenibilità, attività di sensibilizzazione e informazione rivolte agli ospiti per renderli più consapevoli dell’importanza e del valore del cibo; attività di formazione presso UNISG per il personale Costa. Questa nuova proposta va ad arricchire l’offerta gastronomica delle navi Costa Crcoiere e si aggiunge ad altre gustose novità come i menu regionali, la gelateria, i burger da gourmet con carne di fassona 100% italiana ed il nuovo spazio dell’area buffet interamente dedicato alla pasta. Piera Genta Un Chianti Classico nella top 100 Sono stati assaggiati ben 19.800 vini provenienti da tutto il mondo per arrivare a classificare i migliori 100. E su 17 vini italiani selezionati, il migliore è risultato il Chianti Classico Gran Selezione ‘Il Grigio 2011’ dell’azienda San Felice. Secondo la top 100 della rivista americana Wine Enthusiast il Grigio 2011 è il miglior vino in assoluto per la soddisfazione del presidente del Consorzio, Sergio Zingarelli. “Venire selezionati come simbolo di eccellenza nel settore enologico a livello mondiale – ha detto Zingarelli – è il giusto coronamento del nostro lavoro e un premio alla compattezza sociale, alle scelte coraggiose e intelligenti intraprese insieme negli ultimi anni, a partire proprio dalla creazione della nuova tipologia di Chianti Classico, Gran Selezione, che oggi è sotto i riflettori della stampa internazionale” la Tenuta di San Felice si trova nel territorio di Castelnuovo Berardenga a 400 metri s.l, con 140 ettari di vigneto specializzato e 17.000 piante di olivo. Una terra vocata al vino e all’ospitalità. Roberta Capanni Una cupola ammaliante Quasi impalpabile, un profumo dolce che arriva dal passato pervade il Cilento a fine estate, è l’aroma inconfondibile dei fichi raccolti ed essiccati al sole sui graticci di canna intrecciata. Dolce fragranza che da secoli narra l’immenso patrimonio culturale, storico e paesaggistico di questi luoghi, percorrendo gli antichi borghi fino alla costa, le valli e i suoi fiumi, risalendo le montagne che svettano sulle campagne visibilmente caratterizzate dai ficheti. La varietà autoctona del fico cilentano appartiene al cultivar Dottato, frutto semplice dalle notevoli peculiarità organolettiche ed incline alla conservazione, proprio per tali evidenti qualità e forte della volontà di tramandare il patrimonio culturale rurale della sua terra d’origine, Antonio Longo ha realizzato insieme a Corrado Del Verme, l’opificio Santomiele. L’elegante struttura sorta nel 1999 a Prignano Cilento in pieno centro storico, trasforma i fichi provenienti dagli appezzamenti di famiglia e da oltre 50 ficheti cilentani; qui i frutti poveri dei contadini, diventano eccellenze per palati sopraffini. Sotto la super visione della responsabile qualità Annamaria Ippolito, 15 operaie specializzate, rigorosamente donne, come detta la tradizione della lavorazione del fico cilentano, si occupano artigianalmente della trasformazione dei fichi, senza utilizzo di conservanti, e del successivo confezionamento. Deliziose produzioni si realizzano alla Santomiele, utilizzando il fico classico essiccato con la buccia e il fico sbucciato prima dell’essiccazione, quest’ultimo si presenta più grande e di colore bianco farinoso, ma entrambi si lasciano apprezzare per il profumo fine, la polpa morbida e pastosa che porta con se le note calde del territorio. Altri ingredienti provenienti dalle migliori aree di produzione, fanno spesso da corredo ai fichi cilentani nella realizzazione di svariati prodotti artigianali, un esempio è la Pigna reale, cupola di sottilissime lamelle di fichi, nocciole e pinoli uniti dal cioccolato extrafondente, ammaliante alla vista, prodigiosa al palato. Prelibatezze dalle singolari peculiarità di pregio, delineano il profilo dalla Santomiele, mostrando il ritratto di una genuina eccellenza italiana. Angela Merolla Quando la Terra è Viva Non da poco l’opera di custodire le pratiche tradizionali di coltivazione, di tramandare la cultura, la semplicità e la sapienza contadina in armonica fusione con le tecniche più moderne. Tanta strada si deve ancora percorrere per valorizzare meritatamente una coltura antica come quella del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, ma sempre più tenace è l’impegno delle aziende agricole vesuviane. TerraViva a S.Anastasia, di Raffaele e Gianna Manfellotto, si trova alle falde del Monte Somma, ben 25 ettari di terreni vulcanici facenti parte del Parco Nazionale del Vesuvio, resi ancora più fertili dalle due sorgenti Olivella e Chiantanelle, un’azienda agricola impegnata principalmente alla coltivazione e alla trasformazione di pomodorini dell’ecotipo Principe Borghese. Venduti freschi e in parte trasformati a “pacchetelle”, cioè tagliati a mano in due parti e conservati in vasi di vetro, senza aggiunta di conservanti, poiché la spiccata acidità li preserva naturalmente; pratica di conservazione contemplata nel disciplinare della Dop. Ma la maggiore produzione di pomodorini TerraViva è destinata a divenire “piennolo”(pendolo), grosso grappolo di bacche mature e turgide di forma ovale con apice a punta, col “Pizzo”, che mani esperte hanno legato con cordicelle di canapa e poi appeso al soffitto di locali areati per la conservazione. Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, ha caratteristiche organolettiche uniche, conferite dai terreni di sabbie scure, ricchi di sostanze minerali; raccolti in estate sono consumati durante l’inverno, e nel napoletano sono utilizzarli in cucina durante le festività natalizie. L’Azienda Agricola TerraViva riesce a garantire la naturale vivacità del gusto dei pomodorini, risultato di un metodo di coltivazione a basso impatto ambientale e dell’impegno di uomini e donne che tengono a esprimere la forza della propria terra. Angela Merolla