Lettura ragionata della normativa

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Lettura ragionata della normativa
Monitoraggio dei progetti regionali sugli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale del PSN
Linea operativa:
“Assistenza primaria, assistenza h 24 e riduzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso”
REGIONE VENETO
Lettura ragionata della normativa
di Daniele Donato e Pietro Gallina
Direzione Sanitaria - Azienda ULSS 16 Padova
L’avvio del processo di crescita delle Cure Primarie nella Regione Veneto, strettamente legato allo sviluppo
dei Distretti socio-sanitari e della rete dei servizi territoriali, si può collocare verso la fine degli anni 90,
quando il sistema “territorio” risultava ancora basato sull’erogazione di prestazioni.
Con la Legge regionale 14.09.1994, n. 56 viene individuato nel Distretto Socio-Sanitario “il centro di
riferimento dei cittadini per tutti i servizi dell’ULSS, nonché polo unificante dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali a livello territoriale” mediante il quale fornire “una risposta coordinata e continuativa ai
bisogni della popolazione”. È, pertanto, il Distretto deputato a garantire la continuità dell’assistenza,
“attraverso anche i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta”. Tale linea è presente anche
nel PSSR per il triennio 1996/1998 (Legge regionale 03.02.1996, n. 5), che colloca nel Distretto “tutte le
attività dei servizi territoriali sanitari e sociali, sia specifiche che fra loro integrate”. In seguito, la DGR del
30.11.2001, n. 3242 “Programma settoriale relativo all’assistenza territoriale-organizzazione dei Distretti
socio-sanitari” fornisce gli indirizzi sull’assetto dei Distretti Socio-Sanitari con riferimento alla dimensione,
al modello, all’attività, al sistema organizzativo, agli strumenti di governo, ai rapporti interni all’azienda
ULSS ed ai rapporti tra Distretto e Comuni. I Distretti Socio-Sanitari sono sede di gestione e di
coordinamento operativo e organizzativo dei servizi territoriali e assicurano assistenza sanitaria di base,
assistenza specialistica semi residenziale e territoriale e assistenza residenziale sanitaria a non autosufficienti
e a lungodegenti stabilizzati.
È in tale contesto che l’Accordo regionale per la Medicina Generale e la Pediatria di Libera Scelta del 1997
introduce per la prima volta la costituzione di team di medici. Lo scopo di tale assetto organizzativo era
quello di riunire i medici partecipanti in gruppi senza che vi fosse condivisione fisica degli spazi
ambulatoriali o di lavoro istituzionale, ma una sorta di rete territoriale di singoli professionisti che
continuavano a lavorare individualmente con la consapevolezza di far parte di un gruppo (legame
funzionale).
Con il successivo Accordo regionale con la medicina convenzionata del 2001 inizia una fase radicale di
cambiamento, caratterizzato dalla transizione da un sistema fondato sulle prestazioni ad uno costruito su
progetti (Patti aziendali). L’Accordo definisce, inoltre, le forme associative della Medicina Generale
(medicina in associazione, medicina in rete, medicina di gruppo e forme associative miste); tali aggregazioni
negli anni seguenti andranno a costituire la rete territoriale per l’assistenza convenzionata, punto di forza
della programmazione sanitaria della Regione Veneto. Con l’Accordo del 2005 (DGR 30.12.2005, n. 4395)
vengono definiti nuovi standard erogativi e organizzativi per garantire la continuità dell’assistenza (UTAP),
viene introdotto un modello teorico-pratico di budget per il Distretto Socio-Sanitario si delinea il ruolo dei
Patti aziendali come strumento di governo clinico.
Nella proposta di Piano Socio-Sanitario Regionale 2007-2009 (mai approvata) già si iniziavano a delineare
ulteriori cambiamenti nel modello territoriale. Per la presenza di bisogni sempre più complessi e per
l’esigenza di strutturare nel territorio una risposta globale e completa sulle 24 ore si inizia a delineare
“un’organizzazione di “rete” a maglie molto strette da realizzarsi a livello distrettuale”, ambito privilegiato
per l’integrazione dei servizi e della risposta ai bisogni. In questo contesto viene sottolineato anche come la
Medicina Convenzionata debba superare il ruolo di “gatekeeper rispetto all’abuso di prestazioni ospedaliere
e specialistiche”, assumendo sempre maggiore ruolo di responsabilità del coordinamento delle azioni
necessarie per affrontare le patologie cronico-degenerative, per farsi carico della complessità sempre
crescente della diagnostica e delle cure effettuabili ambulatorialmente, oltre che della responsabilità di
mettere in atto meccanismi di promozione della salute. In questo senso, “l’associazionismo, la maggiore
disponibilità di orario e di prestazioni, la dotazione di strumentazione e personale di supporto della
Medicina Generale e Pediatria di Libera Scelta, lo sviluppo di specialistica ambulatoriale integrata con i
MMG e i PLS per l’assistenza ambulatoriale, domiciliare e nelle strutture residenziali, completata dal
contributo della continuità assistenziale, può consentire una reale presa in carico continuativa a livello
territoriale”.
Nell’anno 2009, in risposta al D.M. 14.10.2009 - che ha consentito l’accesso al fondo di cofinanziamento
alle Regioni per progetti che consentissero la riduzione degli accessi impropri nelle strutture di emergenza, il
miglioramento della rete assistenziale territoriale, garantendo l’assistenza sanitaria nelle 24 ore, e che
facilitassero il rapporto Ospedale-Territorio anche attraverso il miglioramento delle modalità di
comunicazione tra Ospedale e Medico di Medicina Generale - la Regione Veneto, con la DGR 15.03.2010, n.
842, ha approvato il “Modello regionale di riferimento per le Cure Primarie”. Tale provvedimento segna
l’avvio di una nuova fase della programmazione dell’Assistenza Primaria, completando il percorso di
sviluppo iniziato nel 2001.
Il progetto, approvato con DGR n. 842/2010, viene integrato e sviluppato da una serie di provvedimenti
successivi:
- con la DGR 18.01.2011, n. 41 si indicano le linee strategiche per il rafforzamento dell’assistenza
territoriale tramite le Cure Primarie, secondo le modalità individuate negli AACCNN per la
medicina convenzionata, proponendo per la prima volta un “patto reciprocamente vincolante tra
Regione e medici convenzionati”;
- con la DGR 18.10.2011, n. 1666 vengono date le linee di indirizzo e operative per l’attuazione della
DGR n. 41/2011;
- con la DGR 06.03.2012, n. 321 si indicano le linee strategiche per il rafforzamento dell’assistenza
territoriale tramite le Cure Primarie, secondo le modalità individuate negli AACCNN per la Pediatria
di Libera Scelta.
Con tali atti il sistema regionale si orienta verso un modello di assistenza integrato, sviluppato attraverso
forme associative integrate, le cui dimensioni strategiche sono:
- l’organizzazione in team multiprofessionali composti da medici, infermieri ed altri professionisti,
strutturata su una chiara divisione del lavoro, fondata sulla pianificazione delle attività e del follow
up, garantendo l’integrazione attraverso l’implementazione di appositi PDTA;
- il supporto all’auto-cura attraverso cui il paziente diventa il protagonista attivo dei processi
assistenziali, coinvolgendo e responsabilizzando il cittadino nelle decisioni che attengono alla
propria salute;
- il supporto sistematico ai professionisti nelle decisioni assistenziali anche attraverso il potenziamento
dei sistemi informativi in grado di seguire il cittadino nel suo percorso assistenziale e nel contatto
con tutti i servizi socio-sanitari del Distretto;
- l’adozione di linee guida basate sull’evidenza ed il potenziamento della formazione continua che
rappresentano per il team gli strumenti necessari a fornire un’assistenza ottimale ai pazienti cronici;
- il coinvolgimento attivo delle risorse della comunità, stabilendo solidi collegamenti fra
organizzazioni sanitarie e comunità locali attraverso programmi di partecipazione.
L’evoluzione delle forme associative della medicina di famiglia in Medicine di Gruppo Integrate costituisce
il fulcro su cui viene a riorganizzarsi l’intera assistenza territoriale, che si sviluppa attraverso una rete diffusa
e qualificata quale interconnessione di nodi organizzativi multiprofessionali. Le Medicine di Gruppo
Integrate vengono, dunque, a rappresentare punti di riferimento certi per l’assistito, garanti della continuità
dell’assistenza dal punto di vista relazionale, gestionale ed informativo, consolidando la piena integrazione
nel Distretto della Medicina Convenzionata. Tale modello è stato inserito anche nel Piano Socio-Sanitario
Regionale 2012-2016 approvato con la Legge regionale 29.06.2012, n. 23 contenente norme in materia di
programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2016.