Dieci minuti, non uno di più, cerchi di capire sto già rischiando molto
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Dieci minuti, non uno di più, cerchi di capire sto già rischiando molto
“Dieci minuti, non uno di più, cerchi di capire sto già rischiando molto”, disse la responsabile della villa accendendo la luce. Anna fece un cenno col capo ed entrò nella stanza. Fece scorrere lo sguardo tutto attorno, era così strano, come poteva essere tutto così irrimediabilmente cambiato, eppur sempre uguale. La vecchia carta da parati alle pareti, la lampada in ferro battuto sul comodino, fu solo un istante, ma le parve di scorgere ancora il suo diario accanto al cuscino. “Quanto tempo” sussurrò appoggiandosi alla pediera di quello che era stato il suo letto. Era stanca, le gambe le dolevano, ma non poteva fermarsi, non prima di averlo rivisto. Un altro paio di passi e fu davanti alla porta che dava sul retro del giardino. Trattenendo il respiro fece scattare il chiavistello, girò la maniglia e uscì. I rami della quercia, spogli e nodosi, danzavano spinti dal vento di novembre, proprio come avevano fatto quel pomeriggio di tanti anni prima, quando con la pena nel cuore era fuggita da lui. Una fitta allo stomaco la fece traballare, si aggrappò saldamente allo scorrimano e uno dopo l’altro scese i gradini. La panchina, la lavanda, tutto come nei suoi ricordi. Nulla aveva potuto la vecchiaia su di loro, tratti indelebili sulla tela della sua vita. Continuò lungo il sentiero, raggiunse la sponda del Colvera che ancora attraversava la proprietà e d’un tratto si fermò. Davanti a lei il faggio, alto e scuro l’attendeva per riportarla da lui. Anna guardò, socchiuse gli occhi per mettere a fuoco, c’era qualcosa, ma non riusciva a vedere bene, parevano bagliori, fiamme vivaci e scoppiettanti. Il cuore prese a correre impazzito, con la mano si strofinò gli occhi. Non può essere, pensò, appena prima che un dolce aroma di caldarroste giungesse a solleticarle le narici. Impaurita e felice guardò dritta davanti a sé. Umberto era lì, con il suo pullover verde e la giacca in velluto. Il cuore si fermò, aveva già vissuto quel momento. “Amore” disse, la voce improvvisamente calda e morbida come un tempo. … si voltò, sorrise, raccolse da terra un piccolo vassoio e si diresse verso di lei. Lo guardò avvicinarsi, possibile che il tempo non fosse davvero passato? “Assaggia” disse accostandole una castagna alle labbra. “E ora bevi” suggerì porgendole un calice con del vino rosso. Anna avvicinò il bicchiere alla bocca, un aroma dolce e fruttato la avvolse. Frutti di bosco e cannella, ma anche muschio e legna di faggio, quel vino pareva contenere l’essenza stessa dell’autunno. Rapita ne bevve un sorso, era dolce e al tempo stesso intenso, morbido ma a tratti invadente. Umberto la fissava sorridente, pareva scrutarla nell’animo. Sapeva quanto le era costato correre da lui, nonostante la differenza di età, nonostante la classe sociale, nonostante quella moglie che non amava, ma che non avrebbe mai potuto abbandonare. Anna gli accarezzò la guancia, completamente rapita. Le dita di nuovo morbide e agili, una lacrima scese a bagnarle le labbra. Quale potere ha mai l’amore, pensò. “Ti piace “le nouveau vin”?” chiese. “L’ho fatto arrivare dalla Francia per te, pare sia un prodigio di dolcezza”. “Lo è” rispose. Umberto la strinse. “La mia Anna, come potrei vivere senza il nostro amore folle e disperato”. Un brivido le trapassò lo stomaco all’udire le parole che un tempo l’avevano spinta a prendere quella che era stata la decisione più dura di tutta la sua vita. Doveva andarsene, o quell’amore scandaloso l’avrebbe distrutta. Era stato così che dopo aver bevuto fino all’ultimo sorso di quel meraviglioso e giovane vino l’aveva baciato e piangendo era corsa via, per non vederlo mai più. La vita era poi giunta, portandole un marito, una famiglia, ma mai aveva dimenticato il sapore di quel vino, dolce e intenso come il loro amore. Il ricordo si stagliò netto nella sua mente. Non capiva cosa stesse succedendo, non era nemmeno più sicura di essere ancora viva, ma in fondo non le importava. Strinse il calice tra le mani e baciò Umberto, per sempre.