Dichiarazione di Marrakech
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Dichiarazione di Marrakech
D ialogo interreligioso | islam Dichiarazione di Marrakech 250 leader del mondo islamico sui diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana C «Sviluppare una giurisprudenza del concetto di “cittadinanza”, che sia comprensiva dei diversi gruppi. Tale giurisprudenza deve essere radicata nella tradizione e nei principi islamici e consapevole dei cambiamenti globali» per contrastare l’uso inconcepibile della «religione allo scopo di aggredire i diritti delle minoranze religiose nelle nazioni musulmane». È l’obiettivo della dichiarazione intitolata In nome di Dio il clemente, il misericordioso, sottoscritta il 27 gennaio da 250 leader religiosi, intellettuali ed esperti di fede islamica, riuniti a Marrakech sotto l’egida del re Mohammed VI del Marocco e del Forum per la promozione della pace nelle società islamiche per discutere dei diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana. Alla base dell’iniziativa la considerazione che «in molte parti del mondo musulmano si sono deteriorate in modo pericoloso negli ultimi tempi a causa dell’uso della violenza e della lotta armata come mezzo per dirimere i conflitti e imporre il proprio punto di vista». Fra i promotori dell’iniziativa vi è anche l’associazione Religions for peace, la principale organizzazione attiva dal 1970 per la promozione della pace e del dialogo fra le più importanti religioni al mondo. Stampa (28.1.2016) da sito web www.marrakeshdeclaration.org. Il Regno - documenti 7/2016 onsiderato che le condizioni in varie parti del mondo musulmano si sono deteriorate pericolosamente a causa dell’uso della violenza e della lotta armata come strumento per la soluzione dei conflitti e per l’imposizione del proprio punto di vista; considerato che questa situazione ha anche indebolito l’autorità dei governi legittimi e permesso a gruppi criminali di emettere editti che vengono attribuiti all’islam, ma che in realtà distorcono in modo allarmante i suoi principi fondamentali e i suoi obiettivi, in modi che hanno seriamente danneggiato la popolazione nel suo complesso; considerato che quest’anno ricorre il 1400° anniversario della Carta di Medina, un contratto costituzionale tra il profeta Muhammad, la pace e la benedizione di Dio su di lui, e la gente di Medina, che garantiva la libertà religiosa di tutti, a prescindere dalla fede; considerato che centinaia di studiosi musulmani e intellettuali provenienti da oltre 120 paesi, insieme con i rappresentanti delle organizzazioni islamiche e internazionali, così come i leader di diversi gruppi religiosi e nazionalità, si sono riuniti a Marrakech in questa data per riaffermare i principi della Carta di Medina in una grande conferenza; considerato che questa conferenza si è tenuta sotto gli auspici di sua maestà il re Mohammed VI del Marocco e organizzato congiuntamente dal Ministero del patrimonio e degli affari islamici nel Regno del Marocco e dal Forum per la promozione della pace nelle società musulmane con sede negli Emirati Arabi Uniti; e rilevando che la gravità di questa situazione coinvolge i musulmani così come i popoli di altre fedi in tutto il mondo, dopo approfondita deliberazione e discussione, gli studiosi musulmani e gli intellettuali convocati: dichiarano con la presente il proprio fermo impegno verso i principi articolati nella Carta di 245 D ialogo interreligioso Germania: la dignità dell’essere umano è inviolabile L’ «Alleanza per la tolleranza, la solidarietà, la democrazia e lo stato di diritto – Contro il pregiudizio, l’odio e la violenza» – movimento di confessioni religiose e associazioni della società civile nato a Berlino lo scorso 11 febbraio per promuovere i valori della solidarietà e dell’accoglienza – ha pubblicato lo stesso giorno un appello dal titolo La dignità dell’essere umano è inviolabile (www.allianz-fuer-weltoffenheit. de; nostra traduzione dal tedesco. Cf. Regno-att. 4,2016,71). La Germania è una nazione democratica e cosmopolita, integrata nell’Unione Europea che è una comunità di valori e di politiche economiche condivise, e riconosce i principi dei diritti umani universali. In Germania convivono da decenni persone di differente origine culturale, religiosa ed etnica. La tutela della dignità umana, che è ancorata nella nostra Costituzione, vige per tutti coloro che qui vivono, indipendentemente dal fatto se siano qui da generazioni, siano immigrati o siano arrivati come rifugiati. Chi nella sua patria ha temuto per la propria vita a motivo di guerre e persecuzioni ha diritto a essere protetto in Europa. Noi sosteniamo che la Germania debba continuare ad adempiere i suoi obblighi umanitari. Allo stesso tempo, è fuori di dubbio che abbiamo assolutamente bisogno di una soluzione europea comune per combattere in modo efficace le cause di questo esodo e per rispondere alle richieste dei molti richiedenti protezione. Nessuno stato membro dell’UE deve sottrarsi alla comune responsabilità. All’accoglienza e all’integrazione dei molti rifugiati sono legate grandi sfide sociali ed economiche. Migliaia di cittadini e cittadine, così come i volontari e dipendenti di enti pubblici, polizia, organizzazioni sociali e umanitarie stanno facendo un lavoro straordinario. Questo impegno è a vantaggio della coesione sociale. La disponibilità ininterrotta ad aiutare testimonia che la solidarietà e la socialità sono tra i valori portanti della nostra società. La Germania ha bisogno di fare ancora maggiori investimenti per poter affrontare il futuro. Questo è già evidente da molto tempo, ma è reso ancora più urgente dall’elevato numero di rifugiati. Abbiamo bisogno d’investimenti per l’istruzione, la formazione e l’occupazione, per alloggi adeguati a prezzi accessibili, per un’infrastruttura pubblica funzionante e per la sicurezza dalla violenza. Non bisogna che le persone colpite dalla povertà, dalla disoccupazione Il Regno - documenti 7/2016 e dalla mancanza di sicurezza sociale si sentano trascurate mentre si cercano le risposte alle sfide attuali. Tutti devono poter avere le stesse possibilità di partecipare alla vita della società. L’accoglienza dignitosa dei rifugiati, la loro integrazione e la prevenzione di divisioni sociali e culturali sono un compito comune. Lo stato, i Länder e i comuni, le imprese e i sindacati, le Chiese e le comunità religiose, le organizzazioni assistenziali e tutta la società civile devono continuare ad assumersene la responsabilità. Siamo sicuri che insieme possiamo affrontare le grandi sfide che abbiamo di fronte. Una convivenza pacifica e l’integrazione nella società tedesca potranno realizzarsi solo se i valori della Costituzione e della nostra convivenza civile sono accettati da tutti. Ciò significa, ad esempio, che il diritto a professare liberamente il proprio credo religioso deve essere riconosciuto senza discriminazioni. Significa però anche che nessuno può abusare della propria matrice culturale o religiosa come alibi per mettere in discussione i diritti fondamentali della libertà di coscienza, dell’integrità fisica e della parità tra uomo e donna o per discriminare le minoranze. Quando si disubbidisce all’autorità dello stato o si commettono reati, i responsabili devono essere perseguiti. I trasgressori con nazionalità straniera devono mettere in conto che in alcuni casi questo potrebbe significare la fine del loro soggiorno in Germania. Molti rifugiati rimarranno con noi per lungo tempo o forse per sempre. Ognuno di loro deve essere accolto come persona, con il suo destino e con la sua storia spesso dolorosa. Presupposti per un’integrazione compiuta e duratura sono la possibilità di partecipare in una varietà di modi alla vita sociale e la disponibilità all’integrazione. Imparare il tedesco è perciò importantissimo come il primo accesso possibile a tutti i percorsi d’integrazione, all’educazione, alla cultura, al lavoro e allo sport. L’inserimento nel mercato del lavoro è un prerequisito essenziale per un’integrazione dei rifugiati efficace e di lungo periodo. Per questo sono necessarie misure amministrative atte ad agevolare l’accesso alla formazione professionale e al suo positivo completamento, così come la formazione di competenze in funzione di un impiego. Queste politiche e programmi dovranno integrarsi nel quadro di una strategia globale che offra pari opportunità di partecipazione alla vita economica e sociale. Vogliamo rafforzare la democrazia e lo stato di diritto. Noi siamo a favore della solidarietà e del cosegue a p. 247> 246 D ialogo interreligioso > continua da p. 246 smopolitismo. Siamo convinti: chi cerca protezione nel nostro paese ha diritto a procedure eque e giuste. Anche chi arriva in Germania a causa di difficoltà economiche e della miseria, e come risultato di un giusto iter non ha la possibilità di rimanere e perciò deve essere rimpatriato, deve essere trattato con empatia e rispetto. Ci preoccupa molto il fatto che gruppi della destra populista e dell’estrema destra attualmente usino il tema delle migrazioni per fomentare ostilità e per mettere in discussione il nostro ordinamento liberale e democratico. Ci opponiamo fermamente a ogni forma di odio, razzismo, insulto o violenza. Facciamo appello affinché: – ci sia un dibattito su rifugiati e sull’immigrazione basato sulla realtà dei fatti e nella prospettiva di soluzioni concrete, anziché per agitare pubblicamente il risentimento o perseguire interessi politici di partito, – si contrastino dichiarazioni e azioni di odio, a prescindere da dove vengano e contro quali gruppi siano rivolte, – siano adeguatamente perseguiti gli attacchi estremistici e abbietti su rifugiati e le loro abitazioni, su agenti di polizia, su rappresentanti della stampa e su coloro che lavorano per l’assistenza ai rifugiati. Ci impegniamo: – per il rafforzamento della coesione sociale, – un dialogo sulle differenze culturali, religiose e sociali e la creazione di spazi di incontro, Medina, le cui disposizioni contenevano una serie di principi di cittadinanza contrattuale costituzionale, come la libertà di movimento, di proprietà, la mutua solidarietà e la difesa, nonché i principi di giustizia e di uguaglianza di fronte alla legge; e che gli obiettivi della Carta di Medina forniscono un quadro adeguato per le costituzioni nazionali nei paesi a maggioranza musulmana, e la Carta e i relativi documenti delle Nazioni Unite, come la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, sono in armonia con la Carta di Medina, incluse le considerazioni relative all’ordine pubblico. Prendendo atto inoltre che una profonda riflessione sulle varie crisi che coinvolgono l’umanità sottolinea l’inevitabile e urgente necessità della cooperazione fra tutti i gruppi religiosi, affermiamo con la presente che tale cooperazione deve basarsi su una «parola comune», richieIl Regno - documenti 7/2016 – una politica solidale e sostenibile che apra eque opportunità di partecipazione a tutte le persone che vivono in Germania, – migliori opportunità formative come chiave per un’integrazione sociale di successo, – una politica per i rifugiati che sia coerente con i nostri impegni umanitari e per i diritti umani e garantisca procedure eque per i richiedenti asilo, – la tutela dei diritti fondamentali, di cui fanno parte la libertà di religione e di coscienza e il diritto all’integrità fisica, nonché l’uguaglianza tra uomini e donne e il divieto di discriminazione, – la protezione di tutte le persone dalla violenza, dall’omofobia e dalla xenofobia, – finanziamenti adeguati perché a livello di governo federale, Länder e comuni sia garantita la copertura dei costi attuali e di quelli derivanti dall’accoglienza dei rifugiati nel senso di un’integrazione sostenibile, – l’attuazione delle condizioni per un monopolio dello stato sull’uso della forza nella lotta contro la criminalità e per la convivenza pacifica senza violenza, – un’Europa che protegga la dignità umana e crei prospettive per una convivenza pacifica. Questo momento di crisi non ci deve indurre ad abbandonare lo stato di diritto, le acquisizioni sociali e le realizzazioni umanitarie della nostra società. Proteggere la dignità della persona umana è il nostro obiettivo. Per questo ci impegniamo, unendo le forze, a favore del cosmopolitismo, della solidarietà, della democrazia e dello stato di diritto in Germania e in Europa. dendo che tale cooperazione vada oltre la tolleranza e il rispetto reciproci, al fine di fornire protezione completa per i diritti e le libertà di tutti i gruppi religiosi in un modo civile che rifugga la coercizione, il pregiudizio e l’arroganza. Premesso tutto quanto sopra, noi con la presente: – facciamo appello agli studiosi musulmani e agli intellettuali di tutto il mondo per sviluppare una giurisprudenza del concetto di «cittadinanza», che sia comprensiva dei diversi gruppi. Tale giurisprudenza deve essere radicata nella tradizione e nei principi islamici e consapevole dei cambiamenti globali; – chiediamo che le istituzioni educative musulmane e le autorità operino una revisione coraggiosa dei percorsi formativi, che affronti onestamente e in modo efficace qualsiasi materiale che istighi l’ag- 247 D ialogo interreligioso gressività e l’estremismo, conduca alla guerra e al caos, e conduca alla distruzione delle nostre società comuni; – facciamo appello ai politici e a coloro che hanno potere decisionale affinché prendano le misure politiche e giuridiche necessarie per stabilire un rapporto contrattuale costituzionale tra i propri cittadini, e per sostenere tutte le formulazioni e le iniziative che mirano a rafforzare i rapporti e la comprensione tra i vari gruppi religiosi nel mondo musulmano; – facciamo appello alle personalità del mondo della cultura, dell’arte e ai membri creativi della nostra società, così come alle organizzazioni della società civile, per stabilire un ampio movimento per il giusto trattamento delle minoranze religiose nei paesi musulmani e per aumentare la consapevolezza sui loro diritti, e per lavorare insieme per garantire il successo di questi sforzi; – facciamo appello ai vari gruppi religiosi legati dallo stesso tessuto nazionale per affrontare il loro Il Regno - documenti 7/2016 stato reciproco di amnesia selettiva che blocca le memorie di secoli di vita comune e condivisa nella stessa terra; ci rivolgiamo a loro per ricostruire il passato facendo rivivere questa tradizione di convivialità e ripristinare la nostra fiducia condivisa che è stata erosa dagli estremisti con atti di terrore e di aggressione; – facciamo appello ai rappresentanti delle diverse religioni, sette e confessioni affinché affrontino tutte le forme di fanatismo religioso, diffamazione e denigrazione di ciò che le persone hanno di sacro, così come tutti i discorsi che promuovano l’odio e il fanatismo; e infine affermiamo che è inconcepibile impiegare la religione con scopo di aggressione ai diritti delle minoranze religiose nei paesi musulmani. Marrakech, 27 gennaio 2016. 248