ANNO ROTARIANO 2015 - 2016 – mesi di aprile e maggio 2016 n

Transcript

ANNO ROTARIANO 2015 - 2016 – mesi di aprile e maggio 2016 n
ANNO ROTARIANO 2015 - 2016 – mesi di aprile e maggio 2016 n. 9/10
“CULTURA, IDENTITÀ, SVILUPPO”
PROGRAMMA MESE DI APRILE 2016
♦ MARTEDI’ 5 APRILE – Aperta ai familiari
Ristorante “Al Migò” – Ca’ del Galletto
Ore 20,00 – Conviviale
IL GRANDE MUTAMENTO: TRASFORMAZIONI DEL QUADRO FAUNISTICO
DELLA PIANURA VENETA NELL’ULTIMO MEZZO SECOLO
Relatore dott. Michele Zanetti, naturalista
♦ SABATO 9 APRILE 2016 *
Treviso, Ca’ dei Ricchi
Ore 17,00 - Convegno
LE ETA’ DELLO SPORT: DAL BAMBINO AL MASTER PER LA SALUTE
Relatore prof. Renato Manno, Dirigente Scuola dello Sport del CONI
♦ DOMENICA 10 APRILE 2016 *
Treviso, Museo Bailo
Ore 15,00 – 18,00 - Visite guidate di gruppo
L’ARTE DI ARTURO MARTINI
♦ MARTEDI 12 APRILE 2016 - Riunione posticipata a:
♦ VENERDI’ 15 – DOMENICA 17 APRILE 2016
“Romagna dolce paese…” Gita ai luoghi pascoliani
♦ MARTEDI’ 19 APRILE 2016 – Aperta ai familiari
Ristorante “Al Migò” – Ca’ del Galletto
Ore 20,00 – Conviviale
PASOLINI QUARANT’ANNI DOPO. IL CORAGGIO DELLA PROFEZIA
Relatore prof. Paolo Ruffilli, poeta e critico
♦ MARTEDI’ 26 APRILE 2016
Ristorante “Al Migò – Ca’ del Galletto
Ore 20,00 - Caminetto con Marina Grasso
ROTARY 2.0 – OPPORTUNITA’, LIMITI E MITI DEL WEB
*Iniziative organizzate dai Rotary Club Treviso, Treviso Nord e Treviso Terraglio per il Rotary Day
1
PROGRAMMA MESE DI MAGGIO 2016
♦ DOMENICA 1 MAGGIO
V^ COPPA ROTARY CLUB TREVISO
organizzata dall’Associazione Italiana Rotariani Golfisti
presso ASOLO GOLF CLUB – Cavaso del Tomba (TV)
♦ MARTEDI’ 3 MAGGIO – Aperta ai familiari
Ristorante “Al Migò” – Ca’ del Galletto
Ore 20,00 – Conviviale
INNOVAZIONE INCLUSIVA O CRESCITA INCLUSIVA?
LE PROSPETTIVE DEI PAESI SVILUPPATI E DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
NEI CONFRONTI DELLE NUOVE SFIDE GLOBALI
Relatore ing. Anilkumar Dave, esperto in innovazione e transfer tecnologico
♦ SABATO 7 MAGGIO – Partecipazione libera
10° PICNIC ROTARIANO INTERNAZIONALE
Mogliano Veneto (TV) – Aranciera di Villa Zoppolato
♦ MARTEDI’ 10 MAGGIO – Aperta ai familiari
Ristorante “Al Migò” – Ca’ del Galletto
Ore 20,00 – Conviviale
CONSEGNA BORSE DI STUDIO GIOVANI EXTRACOMUNITARI (XII edizione)
♦ MARTEDI’ 17 MAGGIO – Aperta ai familiari
Ristorante “Al Migò” - Ca’ del Galletto
Ore 20,00 – Caminetto
“ALLA SCOPERTA DEL MERAVIGLIOSO MONDO DEI BONSAI”
Il Maestro bonsaista PAOLO MORBIATO racconta l’avvicinamento, lo studio e la passione
per l’arte orientale degli “alberi in miniatura”
♦ MARTEDI’ 24 MAGGIO – Aperta ai familiari
Ristorante “Al Migò” – Ca’ del Galletto
Ore 20,00 - Conviviale
RICORDO DEL SOCIO ONORARIO PAOLO TREVISI
Relatore M° Andrea Trevisi, musicologo e regista
♦ LUNEDI’ 30 MAGGIO – Aperta a familiari e amici
INTERCLUB CON TREVISO NORD
VENEZIA - VISITA ALLA FONDAZIONE “PEGGY GUGGENHEIM”
h. 15:45 - Ritrovo all’inizio del Ponte dell’Accademia (lato Accademia)
h. 16:00 - Ritrovo all’ingresso del Museo Guggenheim
h. 16:15 - Visita guidata alla Collezione permanente
e alla Mostra “ Imagine – Nuove immagini dell’Arte Italiana 1960-1969”
h. 18:45 - Aperitivo rinforzato presso Taverna “La Fenice”
2
ROTARY CLUB TREVISO
Organigramma 2015-2016
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Giuliano Simionato
Past President: Marcellino Bortolomiol
Presidente eletto: Mauro Polo
Vice Presidenti: Caterina Passarelli, Marina Grasso
Consigliere Segretario: Andrea Bellieni
Consigliere Tesoriere: Roberto Migot
Consigliere Prefetto: Daniele Barbazza
Consiglieri: Laura Masetto, Stefano Minetto, Roberto
Riscica
COMPOSIZIONE DELLE COMMISSIONI
Commissione Amministrazione
Commissione Azione internazionale
Presidente: Roberto Riscica
Vice Presidente: Adriano Cappellari
Membri: Roberto Migot (Finanze e Bilancio),
Daniele Barbazza (Programmi Attività)
Franco Vivian (Bollettino e informazione rotariana)
Angelo Caneve, Marina Grasso (Sito Web)
Presidente: Lajos Okolicsányi
Vice Presidente: Daniele Barbazza
Membri: Alberto Alexandre,
Gianfranco Gagliardi
Commissione Relazioni pubbliche
Presidente: Laura Giraldo,
Vice Presidente: Marina Grasso
Membri: Alessandra Del Giudice,
Maurizia Marzolini
Commissione Effettivo
Presidente: Bruno Bazzotti
Membri: Giuseppe Bidoli, Franco Vivian,
Matteo Previti
Commissione Progetti di Servizio
Presidente: Caterina Passarelli
Vice Presidente: Laura Masetto
Membri: Carla Bidoli, Maria Antonietta Possamai
Commissione Fondazione Rotary
Presidente: Roberto Migot
Vice Presidente: Giuseppe Buoro
Membri: Diego Pavan, Graziano Visentin
Commissione Azione Giovani
Presidente: Andrea Danesin,
Vice Presidente: Umberto Crivellari
Membri: Cesare Calandri, Susanna Gotta Zanetti
Commissione Rotary Day
Presidente: Marcellino Bortolomiol
Membri: Giuseppe Bidoli, Stefano Minetto,
Roberto Riscica
Sottocommissione Borse di Studio
Presidente: Daniele Barbazza
Membri: Mario Di Nicolantonio,
Susanna Gotta Zanetti, Mariano Maggiotto
Sottocommissione Rapporti con l’Ateneo
Presidente: Franco Vivian
Membri: Daniele Barbazza, Andrea Bellieni
Revisore dei Conti
Marco Giorgio Contessotto
3
EVENTI
9- 10 Aprile 2016
ROTARY DAY
In occasione della ricorrenza del 111.mo anniversario di fondazione del Rotary Club International, i tre Club
trevigiani (Treviso, Treviso Nord, Treviso Terraglio) hanno organizzato (come già l’anno scorso con una giornata
nella Loggia dei Cavalieri) due importanti incontri con la cittadinanza, nel corso dei quali hanno illustrato le loro
finalità e presentato alcuni dei propri service più significativi.
Il primo appuntamento, svoltosi il pomeriggio di sabato 9 aprile a Ca’ dei Ricchi, è stato il Convegno sul tema “Le
età dello sport: dal bambino al master per la salute”, che ha visto relatore il prof. Renato Manno, docente di
Metodologia dell’Allenamento presso la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport della Facoltà di
Medicina dell’Università Cattolica di Roma e dell’Università dell’Aquila, docente alla Scuola dello Sport del CONI,
fisiologo tra i più autorevoli e tradotti dello sport italiano, autore di oltre un centinaio di lavori scientifici. L’evento, di
speciale rilevanza scientifico-culturale oltre che di peculiare importanza per l’età scolare ed evolutiva, ha avuto il
patrocinio dell’ULSS 9, dell’Ufficio Scolastico Provinciale, del CONI, di Treviso Marathon, dell’Associazione TRA
(Treviso Ricerca Arte) e il partenariato di Astoria Wines e di Barbazza Garden. L’interessantissima esposizione dei
benefici dell’attività sportiva sul piano della salute psico-fisica lungo tutte le età dell’individuo, dall’autocontrollo alla
fiducia nelle proprie capacità, dalla protezione cardiovascolare e ipertensiva alle difese immunitarie e all’efficienza
muscolare e scheletrica, è stata apprezzata da un pubblico qualificato, composto, oltre che da rotariani, di
esponenti del mondo dello sport, della scuola e della sanità.
Il pomeriggio del giorno seguente, domenica 10 aprile, si è dato invece spazio all’iniziativa “Il Rotary per la città.
Riscopriamo Arturo Martini, artista trevigiano, al nuovo Museo Bailo”, offrendo delle visite al percorso
espositivo dell’illustre scultore, previa accoglienza dei gruppi prenotatisi con presentazione dell’attività rotariana da
parte dei Presidenti dei Club e distribuzione di materiale informativo. Un’ulteriore occasione per manifestare
vicinanza al rinnovato prestigioso polo culturale trevigiano, che il nostro Club ha tra l’altro concorso a valorizzare
in occasione dello svolgimento del Convegno di studio sul fondatore, l’abate Luigi Bailo, svoltosi lo scorso
novembre.
Un week end rotariano largamente apprezzato, che coniugando felicemente sport e cultura ha dato visibilità ai
Club e avvicinato circa 300 persone nello spirito di servizio alla comunità e di valorizzazione del territorio, e per la
cui riuscita hanno profuso generoso impegno, assieme al Presidente, i soci Giuseppe Bidoli e Roberto Contento,
ai quali va un particolare ringraziamento.
15 – 17 aprile 2016
ROMAGNA DOLCE PAESE…
Fine settimana nei luoghi pascoliani
Alla scoperta della Romagna all’insegna di poesia, storia e folclore: questo il motivo conduttore di un week end
amorevolmente organizzato, che ha fatto apprezzare un itinerario ricco di bellezze
paesaggistiche, artistiche e culturali, avvalorate dalla cordialità che l’ha accompagnato.
Partenza da Treviso sabato 15 aprile e arrivo antimeridiano a Forlimpopoli, l’antica
Forum Popili sulla Via Emilia, divenuta già sotto i Romani
vivace agricolo e commerciale. Dopo una passeggiata nel
centro storico (Piazza Garibaldi, Rocca Albornoziana,
Teatro Verdi, famoso per l’incursione del bandito Stefano
Pelloni, il famigerato “Passatore”), il gruppo è stato ricevuto a Casa Artusi, il primo
centro italiano di cultura gastronomica intitolato al cittadino più illustre della “capitale
del mangiar bene”, Pellegrino Artusi. La visita al complesso, sito nell’ex monastero di
S. Maria dei Servi, è stata accompagnata dalla dimostrazione della preparazione della piadina, il pane dei
Romagnoli cantato da Pascoli e dalla degustazione di pietanze e vini tipici. Scambio di omaggi con la
rappresentanza del Rotary Club Forlì, quindi partenza per l’incantevole Bertinoro, dominante la pianura romagnola
fino all’Adriatico. Qui la visita più sorprendente è stata quella della Rocca, già ospitante il Barbarossa e il
Vescovado, sede del Museo Interreligioso nel quale vengono allestite mostre sulle diverse confessioni.
4
A seguire, escursione alla chiesa romanica di S. Donato di Polenta celebrata da Carducci, dove secondo la
leggenda avrebbero sostato Dante e Francesca da Rimini. Gli accompagnatori del Rotary Club Forlì Tre Valli
hanno illustrato al meglio questi importanti luoghi della storia e dello spirito. Arrivo quindi a Cesena, dove assieme
al Rotary locale si è svolta al Ristorante “Le Scuderie” la serata conviviale all’insegna dell’ospitalità e della buona
tavola.
La mattinata seguente è stata dedicata a Cesena e ai suoi tesori, in particolare la Biblioteca Malatestiana
costruita nel XV secolo sotto Malatesta Novello, riconosciuta dall’Unesco “Memoria del Mondo” per il valore della
struttura architettonica e per i preziosi codici conservati. Significativa pure la visita alla
casa di Renato Serra, il “critico-poeta” scolaro di Carducci, autore de “L’esame di
coscienza di un letterato”, caduto a soli trent’anni al fronte nella Grande Guerra.
Escursione quindi in collina a Villa Silvia, già proprietà della contessa Silvia Baroni
Pasolini, che ne fece luogo d’incontro dei più famosi musicisti, intellettuali e scrittori, fra
cui Giosuè Carducci, del quale è conservata la camera dei suoi soggiorni. La sorpresa
più originale è stata il Museo degli Strumenti Musicali Meccanici allestito nel
complesso, unico nel genere in Italia. Dopo un gradevolissimo buffet con vista sul parco si è raggiunta la
millenaria Abbazia di S. Maria del Monte, celebre per la sua collezione di tavole votive tra le più notevoli
d’Europa. Dopo una passeggiata nel centro cittadino (Conservatorio, Teatro Bonci, Piazza del Popolo, Cattedrale,
Rocca Malatestiana) è seguita la cena nel caratteristico agriturismo “Ca’ ad Pancot”, sempre in compagnia della
premurosissima delegazione rotariana cesenate.
“Clou” dell’itinerario della domenica successiva è stata la cittadina San Mauro
Pascoli, con visita alla casa natale di Giovanni Pascoli e alla tenuta “La Torre”,
centro dei possedimenti dei principi Torlonia, già amministrata dal padre del poeta,
Ruggero Pascoli, ucciso in circostanze misteriose il 10 agosto 1867. L’incontro con
il Comune e con l’Accademia Pascoliana, la lettura di poesie ispirate ai luoghi, lo
scambio dei doni (il Presidente Simionato ha fatto
omaggio al Sindaco di una preziosa xilografia
ispirata alla “La quercia caduta”) hanno dato
particolare significato al percorso, non privo di momenti di commozione.
Trasferimento quindi nell’elegante Sant’Arcangelo di Romagna (patria del poeta
Tonino Guerra) per l’incontro conviviale alla “Trattoria del Passatore” col Rotary
Club “Valle del Rubicone”, che cortesemente ha provveduto ad organizzare una
passeggiata nel centro storico. Rientro a Treviso in serata, con un album di
immagini e ricordi di un angolo d’Italia da custodire, e con un vivissimo ringraziamento ai Rotary Club incontrati,
generosamente prodigatisi per l’accoglienza.
Scambio dei guidoncini con
Il Club di Cesena
di Forlì – Tre Valli
e Forlì- Valle del Rubicone
CRONACHE
Ristorante
“Al Migò”
ore 20 - Conviviale
Presiede
il Presidente
Martedì 1 marzo 2016
ARCHITETTURA SOCIALE
BORGO MAZZINI SMART COHOUSING
Arch. Paolo Bornello e dott. Luigi Caldato, Presidente ISRAA
La riunione del 1° marzo 2016 ha avuto come ospite, presentato dal socio arch. Paolo Bornello, il
dottor Luigi Caldato, Presidente dell’Istituto per i Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani
(I.S.R.A.A.) di Treviso, che opera in quattro sedi (Albergo Salce, Residenze Menegazzi, Città di
Treviso e Zalivani), gestisce una trentina di mini alloggi e un Centro Specialistico per le Demenze che
5
Giuliano
Simionato
Ristorante
“Al Migò”
ore 20 - Caminetto
Presiede
il Presidente
Giuliano
Simionato
annualmente incontra circa mille famiglie del territorio. I valori che orientano il lavoro dell’I.S.R.A.A.
sono la centralità della persona e le relazioni interpersonali, declinate nell’impegno per garantire il
miglioramento della qualità di vita degli anziani residenti, dei loro familiari e del personale,
promuovendo il benessere e un buon clima organizzativo. Obiettivi importanti che hanno ottenuto
riconoscimenti a livello nazionale ed europeo.
Fra i vari progetti in cantiere, tra cui l’ospedale di comunità e lo sviluppo dei servizi territoriali, il dottor
Caldato ha illustrato la principale novità, il progetto “Borgo Mazzini Smart Cohousing”, che si propone
di attivare a Treviso un nuovo modo di vivere e d’invecchiare insieme in termini culturali, sociali e
urbanistici. Progetto, quest’ultimo, fortemente voluto dall’I.S.R.A.A con la collaborazione delle forze
politiche e associative cittadine, finalizzato a cambiare la logica del vivere degli anziani creando un
contesto abitativo che garantisca loro autonomia e sicurezza.
La riqualificazione consiste nella realizzazione di circa 80 unità abitative (di cui 32 già attive) entro le
mura urbane, interessando innanzitutto il complesso “Umberto I” con l’apertura del chiostro ai cittadini,
ma anche il pensionato Garzoni, la Casa Suore e altri spazi già di proprietà I.S.R.A.A. che insistono
nel quadrilatero tra Borgo Mazzini e piazzale Burchiellati, i quali ospiteranno giardini, orti urbani e
attività artigianali. Per condividere e sviluppare al riguardo idee e percorsi si è scelta la progettazione
partecipata: già nei primi tre mesi del 2015 oltre 200 persone di Treviso e dintorni si sono
ripetutamente incontrati in gruppi di lavoro, approfondendo i temi della socialità, dell’inclusione,
dell’intergenerazionalità, della solidarietà, del sostegno all’autonomia e all’autodeterminazione
nell’invecchiamento, della sostenibilità economica e dei
possibili finanziamenti, degli spazi abitativi e sociali, del
verde, della sicurezza e dell’accessibilità del Borgo.
Vivi applausi hanno accolto l’esposizione, e le domande
di soci hanno evidenziano l’interesse suscitato da
questa prospettiva innovativa. A tutti il dottor Caldato,
coadiuvato dal collaboratore dottor Oscar Zanutto, ha
risposto esaurientemente, con l’invito a portare il proprio
contributo ai “Wordl Cafè” tenuti settimanalmente
presso la Residenza Zalivani.
Martedì 8 marzo 2016
“LAUDATO SI’ ” – L’ECOLOGIA INTEGRALE DI PAPA FRANCESCO
don Mariano Maggiotto
«Laudato sì, mì Signore, cum tucte le tue creature”, cantava, in uno dei più antichi poetici documenti
del volgare italiano, San Francesco, ispiratore dell’Enciclica di papa Bergoglio sulla cura del Creato. Il
Poverello di Assisi è l’esempio per eccellenza “della cura per ciò che è debole e di un’ecologia
integrale, vissuta con gioia e autenticità”, e quest’ultima rende necessaria l’apertura a categorie che
trascendono il linguaggio delle scienze esatte e collegano con l’essere umano. «L’umanità – afferma
papa Francesco – ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune (…). C’è
bisogno di un confronto che unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane,
ci riguardano e ci toccano tutti (…). Abbiamo bisogno di una nuova solidarietà universale…».
Sull’esempio dei fratelli ortodossi, papa Bergoglio ha istituito anche nella Chiesa cattolica la “Giornata
mondiale per la cura del Creato”, dando valenza ecumenica alla “conversione ecologica” cui tutti i
cristiani sono chiamati dinanzi ad importanti sfide, alle quali, per risultare più credibili ed efficaci,
devono dare risposte comuni. «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte
essenziale di una vita virtuosa. Essenziale – scrive il papa – e non opzionale o secondaria
dell’esperienza cristiana». Le sue parole sono risuonate con autorevolezza in eventi mondiali informati
ai rapporti fra ambiente e agricoltura come l’Expo di Milano, e a quelli fra ambiente e riscaldamento
climatico come la Conferenza delle Nazioni Unite svoltasi a Parigi. Nella sua lucida analisi dei danni
inferti a cose e persone dai modelli di sviluppo sinora attuati, l’Enciclica - ha rilevato don Mariano guarda al depauperamento causato alle risorse
6
allo svilimento dell’esistenza. E chiede di ripartire dalle risorse del pianeta con un afflato ecologico che
immediatamente comprende anche l’uomo e non può più tollerare le ingiustizie. È questa l’«ecologia
integrale»: ambientale, economica, sociale, culturale, della vita quotidiana, che protegge il bene
comune e sa guardare al futuro. E qui arriviamo alla politica: l’esortazione di papa Francesco è
storicamente quasi inedita perché può smuovere le coscienze, non soltanto del mondo cristiano. Egli
parla delle responsabilità, spesso disattese, della politica internazionale, come l’impegno a garantire a
tutti il diritto al cibo e all’acqua, eliminando le cause della fame e della povertà dovute alle guerre,
all’iniqua distribuzione e al depredamento delle risorse, all’ideologia consumistica. Propone nuovi
sistemi più concreti e condivisi per governare il mondo, chiede dialogo e trasparenza nei processi
decisionali, indica nella “decrescita” e nella sobrietà un nuovo stile di vita. È intuibile – ha osservato il
relatore – che l’Enciclica (per esempio con il riferimento alle monocolture, al potere delle multinazionali
del cibo e delle sementi, la riflessioni sugli Ogm) scontenterà i difensori dello status quo, ma è indubbio
che, interpretando le richieste di una moltitudine enorme di esseri umani, essa imprime nuova forza e
luce sulla strada del cambiamento. Esprime infatti la necessità di una forte “riconnessione” fra uomo e
Creato. Credere che l’uomo debba dominare la natura non deve indurre a pensare che questo
atteggiamento consenta ogni tipo di scempio. Preservare, custodire e coltivare questo sistema è invece
nostro dovere perché è nel nostro interesse: sopravvivenza, esistenza, pienezza di spirito e, infine,
pace e gioia.
Riunione di Martedì 15 marzo posticipata a
SABATO 19 MARZO 2016
GITA A VENEZIA CON ATENEO DI TREVISO
Visita al Museo Correr e alla Scuola Grande di San Rocco
Una nutrita comitiva di soci del Club, dell’Ateneo di Treviso e di familiari ha preso parte sabato 19
marzo alla gita organizzata a Venezia, iniziata con la visita al Museo Correr in compagnia del consocio
Andrea Bellieni, Conservatore e guida impareggiabile dello stesso. Oltre al ricchissimo compendio
storico e artistico della Serenissima in esso rappresentato, dalla Biblioteca impreziosita di manoscritti,
miniature, incunaboli e libri a stampa, alle nuove Sale Canoviane e agli appartamenti imperiali
napoleonici e asburgici ultimamente restaurati, il gruppo ha potuto ammirare la mostra dedicata al
pittore dalmata Andrea Meldola detto Schiavone (1510-1563), inventore di uno stile affascinante e
moderno, a tratti informale, ammirato tra l’altro da Tintoretto, da Carracci e da El Greco, presente con
un’esposizione spettacolare di opere provenienti da tutto il mondo, in particolare dalla Galleria di
Dresda. Sempre al Correr, inoltre, ci si è soffermati dinanzi al capolavoro di Giovanni Bellini, L’ebbrezza
di Noè, proveniente dal Museo di Besançon, ultima opera del maestro nel 500.mo della morte.
Dopo una gradita colazione consumata in un locale tipico, è seguita la visita alla Chiesa e alla Scuola
Grande di San Rocco – il santo originario di Montpellier morto nel 1327 a soli 32 anni, da allora invocato
come protettore contro le pestilenze che imperversavano in Europa -, accolti da Franco Posocco,
Guardian Grando della Confraternita omonima nonché Past Governor rotariano del nostro Distretto, in
compagnia del quale si sono potuti ammirare il tempio dall’architettura settecentesca e i tesori della
Scuola, in particolare l’universo visionario concepito dal Tintoretto per gli spazi destinati alle riunioni
della Confraternita ed al culto, dalle grandi sale al pianterreno e al piano superiore alla saletta
cosiddetta dell’Albergo, alla decorazione della Sala Capitolare, alle tele di Tiziano, Giorgione e Tiepolo.
Quella di San Rocco è l’unica Confraternita risparmiata dagli editti napoleonici, che ha continuato
ininterrottamente la sua attività fino ad oggi, i cui circa 350 confratelli laici (anche donne) si riuniscono
annualmente in Convocato Generale. L’appassionata illustrazione dell’architetto Posocco è stata seguita
col più vivo interesse, lasciando in tutti l’orgoglio di un incontro privilegiato con un complesso
monumentale fra i più rappresentativi della storia e dell’arte veneziana.
7
MARTEDI’ 22 MARZO 2016
Ristorante
“Al Migò”
Ore 20 - Conviviale
Presiede
il Presidente
Giuliano
Simionato
DANTE, PASCOLI E UN ULISSE MODERNO
prof. Manlio Pastore Stocchi
Professore emerito di Letteratura Italiana Università di Padova,
Accademico dei Lincei
Letture di Francesco Zanetti
Serata speciale quella dedicata da Manlio Pastore Stocchi e da Francesco
Zanetti a Dante, Pascoli e un Ulisse moderno. Autorità accademica il primo,
già ordinario di letteratura italiana all’Università di Padova, vice Presidente
dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, socio dell’Accademia dei Lincei
e di vari istituti culturali fra cui l’Ateneo di Treviso; giovane appassionato di
poesia, doppiatore e regista il secondo, figlio dei nostri rotariani Martino e
Susanna Zanetti.
Il mito di Ulisse mutuato dalla cultura greca ha inciso fortemente
sull’immaginario poetico e letterario sino a pervadere la cultura comune
europea. Con la sua curiositas, con la sua intraprendenza, non meno che con la sua proverbiale
caliditas, il personaggio è divenuto un vero e proprio simbolo dell’essere umano. Forse l’Ulisse più noto
- ha esordito il relatore - è quello della Commedia di Dante, assunto ad exemplum della concezione
della conoscenza medievale, condotto alla morte dalla sua sete di sapere. Superate le colonne
d’Ercole, giunge in vista della montagna del Purgatorio, ma qui una terribile tempesta inghiotte la sua
nave. Il suo “folle volo” è allegoria della degenerazione dell’ardimento umano contrastante con i limiti
imposti dalla volontà divina, e come tale destinato a fatale insuccesso. In realtà, ha osservato Pastore
Stocchi, Dante non conobbe l’Iliade e l’Odissea se non attraverso la mediazione degli scrittori latini, in
particolare Ovidio (Le Metamorfosi), ed immaginò la morte dell’eroe in modo del tutto personale.
Mentre in Omero Ulisse è la personificazione dell’astuzia umana nel senso più alto e nobile, il
navigante ultra esperto che soccombe soltanto all’ira di un dio avverso (Poseidone), lo sposo che,
malgrado le molte avventure amorose, non dimentica la moglie e la sua Itaca, il padre affettuoso, il
padrone giusto, l’Ulisse di Dante sfida deliberatamente l’avventura per “non vivere da bruto” e per
conoscere l’ignoto, e, dimentico di casa, terra e famiglia, sprona i compagni ad un viaggio senza
ritorno. In questo senso dell’erranza divenuta unica essenza di vita è l’emblema dell’uomo moderno,
ripreso dall’ambiente culturale romantico (Foscolo, Tennyson) e del decadentismo (Pascoli e
D’Annunzio). Rileggendo l’antico mito nella chiave esistenziale tipica del Novecento, Pascoli trasforma
quello di Ulisse in un viaggio a ritroso nella memoria umana e nella concezione del tempo, un viaggio
che va incontro ad una tragica sconfitta. D’Annunzio, invece, assume Ulisse come modello di vita attiva
ed eroica, un’interpretazione superomistica applicata allo stesso poeta. Complesse e sofisticate,
ancora, le interpretazioni dell’irlandese James Joyce e dell’inglese Thomas Stearns Eliot, esaltanti il
valore del mito come mezzo dell’uomo per riscattare un’esistenza altrimenti priva di senso. Sino ad
arrivare ad Umberto Saba, che accomuna a quello di Ulisse il suo “non domato spirto”, desiderosi
entrambi di andare oltre, l’uno dal punto di vista materiale, l’altro nell’ambito di una riflessione non solo
letteraria ma esistenziale.
Il relatore ha poi messo in evidenza come la poesia di Pascoli si sia soffermata sulla tragica vicenda di
un Ulisse moderno, lo svedese Salomon Andrée, partito in mongolfiera nel 1897 dalle Svalbard
all’esplorazione del Polo Nord senza fare più ritorno, consegnato per sempre alla solitudine, alla nudità
di un paesaggio interno coincidente con quello esterno, senza più confini fra
la coscienza e il corpo, dove con la morte si giunge “al colmo”, ossia al
compimento di senso. All’affascinante esposizione, vivamente seguita, ha
fatto contrappunto
l’intensa lettura di
brani di Omero,
Dante e Pascoli
offerta da Francesco
Zanetti.
8
Ristorante
“Al Migò”
Ore 20 - Conviviale
MARTEDI’ 5 APRILE 2016
IL GRANDE MUTAMENTO: TRASFORMAZIONI
DEL QUADRO FAUNISTICO DELLA PIANURA VENETA
NELL’ULTIMO MEZZO SECOLO
dott. Michele Zanetti, naturalista
Presiede
il Presidente
Giuliano
Simionato
Partecipata e coinvolgente per gli spunti d’attualità la serata che visto ospite del Club Michele Zanetti,
autore di decine di volumi su temi di divulgazione e didattica delle scienze naturali, appassionato
ricercatore, fondatore e Presidente dell’Associazione Naturalistica Sandonatese e dell’Osservatorio
Florofaunistico Venetorientale.
Negli ultimi cinquant’anni, ha sottolineato il noto naturalista, la pianura veneta ha subìto trasformazioni
che ne hanno spesso stravolto irreversibilmente l’assetto, incidendo negativamente sul paesaggio non
meno che su elementi fondamentali come l’aria, l’acqua e il suolo. La stessa qualità dell’ambiente è
mutata, scendendo a livelli inimmaginabili per i tempi storici attuali: basterebbe citare opere come il
MOSE o il Passante di Mestre per avere la percezione dell’impatto devastante determinato da strutture
e infrastrutture faraoniche costosissime, espressioni di assenza di strategie di lungo periodo, o la
domanda di “grandi opere” - dalle nuove città commerciali ai villaggi olimpici - che il sistema politico
esprime in nome di un non meglio definito “sviluppo economico”. Tutto ciò accentua il drammatico
andamento esponenziale del processo di antropizzazione e manomissione, oltre che di globalizzazione
economica e culturale, del Nordest d’Italia, senza trascurare l’inevitabile ricaduta degli scempi sulla
fauna selvatica. L’evoluzione delle zoocenosi della Pianura Veneta Orientale merita dunque attenta
riflessione e approfondimento, anche per elaborare soluzioni ai seri problemi che riguarderanno, com’è
facile prevedere, le generazioni umane nell’immediato futuro. Cosa accadrà allora da qui al 2040-2060?
Innanzitutto il riscaldamento globale mostrerà i suoi effetti anche e soprattutto sugli organismi selvatici:
sulle piante e sugli animali. Un solo grado centigrado di differenza nella temperatura media attiva infatti
dispositivi biotici di proporzioni ciclopiche: popoli interi di piante e di animali modificano il loro areale,
ritirandosi in aree a clima più consono alla rispettiva ecologia e abbandonandone altre diventate nel
frattempo inospitali. Si tratta di migrazioni silenziose, nell’instancabile e perenne azione di elaborazione
della vita e delle biocenosi, da parte del sistema naturale. Migrazioni che potranno talvolta risolversi con
fenomeni di estinzione. Anche perché il pianeta, e in particolare l’Europa, non è più quello della
glaciazione, selvaggio e sconfinato. Oggi le terre emerse sono tutte, più o meno intensamente,
colonizzate e sfruttate dall’uomo, e le possibilità di libero movimento delle specie risulta in realtà
fortemente compromessa.
Accanto a tutto questo però va valutato il ruolo dell’uomo nella sua qualità di difensore di organismi
alloctoni attraverso i cinque continenti. Sarebbe a dire che se attualmente una specie faunistica esotica
immessa accidentalmente in ambiente non ha molte probabilità di successo, con l’innalzamento medio
della temperatura queste probabilità crescono in misura esponenziale. Condizione quest’ultima che
accresce sensibilmente le responsabilità antropiche in relazione all’inquinamento delle comunità
faunistiche autoctone mediante elementi estranei. In altre parole il processo di alterazione o, se si vuole,
di globalizzazione faunistica subirà una sensibile accelerazione che potrà determinare situazioni di
indicibile complessità, ma anche di accentuata estraneità della fauna del futuro rispetto all’ambiente che
la ospita. Oltre, ovviamente, ad incrementare i rischi dovuti alla presenza di specie invasive, parassite o
concorrenti in termini alimentari.
Tutto questo, in parte, si è già verificato, soprattutto ma non solo in relazione alla flora. Basta, ad
esempio, effettuare una passeggiata lungo gli argini del corso inferiore del Piave per ammirare boschi
nordamericani con infiltrazioni cinesi e giapponesi. Quando accadrà per la fauna e in misura superiore
all’attuale, ovvero non solo in riferimento agli ambienti acquatici e ai molluschi, crostacei e pesci che li
popolano, il fenomeno segnerà il tramonto irreversibile delle nostre comunità faunistiche autoctone.
Ma non basta ancora, perché se è vero che il riscaldamento globale determinerà una maggiore
affermazione di specie termofile, è altrettanto vero che continueranno a verificarsi fenomeni non
facilmente spiegabili, come l’invasione dello Scoiattolo o la discesa della Rondine montana verso la
pianura. Fenomeni dovuti probabilmente e semplicemente alle condizioni di fibrillazione e di disordine
meteo-climatico ed ecologico che accompagneranno il verificarsi dello stesso riscaldamento globale.
Pappagalli, tessitori africani, bengalini asiatici, scoiattoli della Carolina e del Giappone, ibis sacri egiziani
e chissà cos’altro andranno comunque ad accompagnarsi ai gechi, alle nutrie, alle tartarughe guance
rosse della Florida e ai numerosi altri organismi alloctoni che già popolano le nostre contrade. La
“Padania verde” perderà dunque la sua identità, ma coloro che tanto si affannano a colpi di demagogia
per difenderla non se ne accorgeranno neppure. Soprattutto perché non hanno capito – e forse
9
continueranno a non capire – che la vera identità di un territorio viene espressa innanzitutto dal suo
ambiente naturale e dalle sue biocenosi.
E non basta a risollevarci quanto sta accadendo sull’arco alpino orientale, a qualche decina di chilometri
dalla bassa pianura. Il Lupo balcanico si riaffaccia guardingo nelle nostre valli con i primi, isolati
protagonisti di una storia nuova e ancora tutta da scrivere. La Lince sembra
invece aver trovato nella montagna abbandonata dall’uomo e riconquistata dal
bosco l’habitat che le era stato sottratto e che l’aveva condotta all’estinzione
almeno centocinquant’anni fa. Mentre i pochi orsi che avevano sbadatamente
varcato la frontiera italo-slovena, dopo qualche anno trascorso nel Bel Paese,
forse impauriti da ciò che hanno “fiutato” da noi, stanno invece tornando
lentamente alle foreste della Val Trenta. Quello che può sembrare il ritorno
della grande naturalità, dunque, non è altro che l’incerto tentativo di una diffusa
e spesso impossibile ricolonizzazione.
Urge dunque una ricerca seria e sistematica su quanto sta accadendo in termini
bio-ecologici nella realtà territoriale più antropizzata e manomessa del Nordest
d’Italia. Anche perché, così come non è vero - come voleva la verità biblica
adottata dalla Chiesa fino a Galileo - che è il Sole a girare attorno alla terra,
non è altrettanto vero che il Pianeta Vivente ruota attorno all’uomo, signore e padrone della Biosfera.
L’Antropocene, infatti, è semplicemente espressione di una normale fase storica della vita sul pianeta e
la specie umana non sopravvivrà alla Terra. Lei, l’Astronave azzurra, sopravvivrà invece a noi.
Riunione di Martedì 12 aprile anticipata a
SABATO 9 APRILE 2016 e DOMENICA 10 APRILE
Vedi EVENTI: ROTARY DAY
Ristorante
“Al Migò”
MARTEDI’ 19 APRILE 2016
ore 20
PASOLINI QUARANT’ANNI DOPO
IL CORAGGIO DELLA PROFEZIA
Conviviale
prof. Paolo Ruffilli, poeta e critico
Presiede
il Presidente
Giuliano
Simionato
Nella serata del 19 aprile il Club ha avuto l’onore di ospitare Paolo Ruffilli, una delle punte della
poesia italiana contemporanea. Originario di Forlì, laureato in lettere all’Università di Bologna, dopo
alcuni anni d’insegnamento nei licei di Treviso, città dove vive da 1972 (è tra l’altro socio del locale
Ateneo), il professor Ruffilli si è dedicato a tempo pieno all’attività di saggista, traduttore, consulente,
direttore editoriale e collaboratore delle pagine culturali de Il Resto del Carlino, Il Giornale, La
Repubblica, Il Gazzettino, ha lavorato per l’editore Garzanti ed è attualmente direttore della collana
“Biblioteca dei Leoni”. Oltre alla veste di critico, vanta una consistente produzione letteraria e poetica
che gli ha valso riconoscimenti nazionali e internazionali, ultimo dei quali il prestigioso Premio
Carducci. Sin dai suoi esordi ha fatto parlare di sé in termini lusinghieri, tanto da meritare la
considerazione di Eugenio Montale, oltre che quella di Pasolini, da lui frequentato da giovane a
Roma, del quale ha pertanto potuto offrire, durante la partecipata conviviale, ricordi e testimonianze
di prima mano.
Nel quarantennale della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, avvenuta all’Idroscalo di Ostia in
circostanze non ancora del tutto precise, soprattutto per quanto riguarda l’ipotesi dell’omicidio
politico premeditato, la notte fra il 1 e il 2 novembre 1975, è difficile immaginare, ha affermato il
relatore, un altro caso di letterato-poeta italiano del Novecento che abbia focalizzato in maniera
esclusiva e vincolante le linee di ricerca di un intero ceto intellettuale, costringendolo a un redde
rationem altrettanto totale ed esclusivo.
Com’è potuto accadere? Se suscitare scandalo non è difficile - e non si può neanche escludere che
Pasolini abbia seguito in numerose occasioni le vie più brevi allo scopo di farsi ascoltare -, la
sostanza, però, nel suo caso resta un’altra. Lo scandalo da parte sua consisteva nel mettere
radicalmente in discussione nel medesimo tempo i postulati fondamentali sia del conservatorismo
sia del progressismo italiani sotto la dominante ideologia ed etica democristiana, e della cavillosa e
pretestuosa rivolta studentesca, borghese o piccolo-borghese come e più della prima. Dotato di
10
un’eccezionale versatilità culturale, Pasolini si distinse nei campi della poesia, del romanzo, del
teatro, della filologia, del giornalismo e del cinema. Attento osservatore della trasformazione della
società italiana dal dopoguerra sino alla metà degli anni settanta, suscitò forti polemiche e accesi
dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della
nascente consumismo, ma anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Il
collegamento, ad esempio, con un tema ormai divenuto centrale, quello delle periferie urbane, rende
attuale la rilettura dei suoi lavori.
In uno degli articoli più vicini alla data della sua morte (28 settembre 1975), Pasolini fa l’elenco di ciò
che gli italiani vorrebbero e avrebbero il diritto di sapere: il vero ruolo del Sifar, la realtà dei cosiddetti
“golpe fascisti”… E chiudeva l’elenco, lunghissimo ed estremamente motivato, con la provocazione:
«Gli italiani vogliono consapevolmente sapere cos’è con precisione la “condizione” umana – politica
e sociale – in cui sono stati e sono costretti a vivere quasi come da un cataclisma naturale: prima
dalle illusioni nefaste e degradanti del benessere e poi dalle illusioni frustranti, no, non del ritorno alla
povertà ma del rientro del benessere». Difficile non scorgere in questo ammonimento una carica
profetica autentica, specialmente se rapportata ai nostri giorni. Non c’è stata una sola risposta a una
di quelle domande.
È ragionevole chiedersi se Pier Paolo Pasolini immaginasse allora che questo sarebbe accaduto, e
in quale misura. Per raggiungere l’estremismo radicale delle Lettere luterane e di Petrolio, ha dovuto
annullare ogni residuo margine di compromesso e di mediazione, ha dovuto letteralmente bruciarsi i
ponti dietro le spalle con la lucidità di uno sguardo implacabile, dietro il quale si nascondeva
un’oscura pulsione di morte: il prezzo pagato al dono della profezia. Se per caricare di senso la sua
tragica scomparsa la protesta non basta più, perché, replicata
mille volte, urta contro ostacoli troppo potenti, non resta che la
sua vita a rappresentare il dissidio più estremo: una crescente,
volontaria esposizione al rischio come risposta estrema
all’assenza di risposte altrui, sia in negativo che in positivo.
Tracciando un bilancio del suo messaggio di denuncia dei mali
della società italiana, del suo destino, della fine irreversibile di
una storia secolare, Ruffilli ha osservato come, più intimamente
e autenticamente, Pasolini resti soprattutto uno scrittore. Uno
scrittore – ha concluso - che però porta il politico a rendere
ragione di sé. Il che si conferma ammonimento giusto e valido,
oggi più che mai urgente e necessario.
COMUNICAZIONI DELLA SEGRETERIA
AUGURI AI SOCI
Giam Paolo Batacchi, Giuseppe Buoro, Giuseppe Favretto e Roberto Migot
per il loro compleanno che ricorre nel mese di aprile
e Mario Di Nicolantonio. Laura Giraldo, Franco Palermo e Sergio Squarzoni
per il loro che ricorre nel mese di maggio
SOCI IN ALTRI CLUB O ATTIVITA’ ROTARIANE
♦ Polo, Bidoli, Crivellari e Del Giudice al SIPE
♦ Polo ai Seminari di qualificazione del Club e Gestione Sovvenzioni, e di Formazione Nuovi Soci del
del 23 aprile
♦ Civai al RYLA distrettuale
♦ Crivellari ai Seminari R.F. distrettuali a Verona e Portogruaro, e di Formazione Nuovi Soci a Mestre
♦ Simionato – Polo – Bornello - Crivellari – Barbazza – Danesin – del Giudice – Migot e Passarelli
all’Assemblea Distrettuale del 14 maggio
11
SALUTI DA SOCI
Vivian e Signora da Santorini
DAL DISTRETTO
CONGRESSO DISTRETTO 2060
VENERDI’ 17 E SABATO 18 GIUGNO 2016
DoubleTree by Hilton Hotel - Venezia Nord, Mogliano Veneto
“QUALE ECONOMIA PER UN FUTURO MIGLIORE”
PROGRAMMA DEL VENERDI’ POMERIGGIO E SERA
17:15 – 17:45
REGISTRAZIONE
17:45
CERIMONIALE DI APERTURA
17:50
INTRODUZIONE DEL CHAIRMAN
PDG Riccardo Caronna
PRESENTAZIONE DEL TEMA CONGRESSUALE
DG Giuliano Cecovini
18:00
PRIMO ALLOCUZIONE DEL RAPPRESENTANTE
DEL PRESIDENTE INTERNAZIONALE (RPI)
PDG Gianni Montalenti
18:30 – 18:45
Breve intervallo
18:45
INTRATTENIMENTO MUSICALE
19:30
CHIUSURA DEI LAVORI
20:30
APERITIVO
a seguire
CENA IN ONORE DEL RAPPRESENTANTE
DEL PRESIDENTE INTERNAZIONALE (RPI)
(abito scuro)
Cena del venerdì sera
Chi volesse partecipare alla cena in onore del Rappresentate del Presidente Internazionale, in
programma per il venerdì sera, dovrà comunicarlo alla Segreteria DEL CLUB – entro il 30 maggio versando la quota di € 35 pro-capite (versando direttamente la quota al Distretto (IBAN - Unicredit IBAN IT 38 Q 02008 02234 00010 32784 26)
Abito scuro
Il programma del sabato sarà comunicato al più presto.
RICORDATE DI DESTINARE IL 5 PER MILLE AL
“PROGETTO ROTARY DISTRETTO 2060 – ONLUS” - C.F. 93150290232
SEGRETERIA
Orario: Lunedì – Martedì – Venerdì: dalle ore 16,30 alle ore 18,30
Indirizzo: Largo di Porta Altinia, 23 – 31100 TREVISO Tel. e fax: 0422-579931 –
per comunicazioni urgenti cell. Signora Masia: 329 – 5464808
e-mail: [email protected] - sito web: rotaryclubtreviso.it
12
13