castello di Carrouges - Château de Carrouges

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castello di Carrouges - Château de Carrouges
Storia
Visita
Il mattone
Informazioni
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Storia
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Visita
Il mattone
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Al di sotto della terrazza, in direzione sudovest, si estendeva uno stagno, prosciugato alla
fine del XVIII secolo e trasformato in pascolo
per l’allevamento dei bovini. Ancora oggi si
distingue “l’isola di Amore” coperta da un
boschetto di piccole dimensioni.
14 Le griglie, in ferro battuto, provengono dalle
fucine di Carrouges e risalgono alla metà del
XVII secolo: porta d’onore, porta sud e parapetti.
15 Il castelletto, all’entrata della tenuta,
è considerato il primo esempio dell’architettura
rinascimentale in Normandia. La torre destra è
contrassegnata dal simbolo di una mitra con due
pastorali stilizzate, segno della funzione
ecclesiastica del suo committente, Jean Le
Veneur, vescovo conte di Lisieux fino al 1533.
Carrouges, un castello di mattoni
Materiale di fabbricazione ben rodata fin
dall’antichità, il mattone tornò in auge nel
Rinascimento nella metà nord della Francia.
A Carrouges, la scelta di utilizzare questo
materiale fin dal XIV secolo era dovuta alla
presenza della materia prima, l’argilla. La sua
produzione era manuale. Molto più versatile di
un semplice materiale da costruzione, per i suoi
colori, forme e utilizzi come mattone di taglio*
o di punta*, esso si prestava anche come elemento decorativo. A Carrouges, gli architetti
sfruttarono l’alternanza di mattoni rosa e neri
per animare le facciate.
Storia
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Glossario
Arciera: feritoia verticale destinata al tiro con
l’arco.
Caditoia: galleria aggettante in pietra dotata di
aperture nel pavimento per effettuare il tiro
ficcante di proiettili (dall’alto verso il basso).
Carta da parati a tasselli: fogli rettangolari
sovrapposti per formare un motivo, incollati
su una tela tesa.
Gabriel: famiglia di architetti originaria di
Argentan (Orne). I costruttori di Carrouges,
François e Maurice, hanno lavorato soprattutto
in Normandia. I loro discendenti si sono resi
celebri a Versailles.
Mattone di punta: disposizione del mattone che
consente di vederne lo spessore e la larghezza
sul rivestimento del muro. È in contrapposizione
al “mattone di taglio”, disposizione del mattone
che consente di vederne lo spessore e la
lunghezza sul rivestimento di un muro.
Stereotomia: arte di disegnare su pietre o mattoni per assemblarli in seguito.
Informazioni pratiche
Durata media della visita: 1 ora e 30 min.
Visite guidate: 45 min.
Visite adattate per portatori di handicap.
Il Centre des monuments nationaux pubblica una collana di guide
sui monumenti francesi, tradotte in diverse lingue. Le pubblicazioni
Éditions du patrimoine sono in vendita presso il bookshop.
Centre des monuments nationaux
Château de Carrouges
61320 Carrouges
tél. 02 33 27 20 32
fax 02 33 31 16 44
[email protected]
www.monuments-nationaux.fr
*Spiegazioni sul retro del documento.
Informazioni
crédits photos A. Lonchampt © Centre des monuments nationaux, Paris. illustration François Brosse. conception graphique Plein Sens, Anders. réalisation beau fixe. traduction Caractères et cætera. impression Néo-Typo, avril 2008.
16E-cha?teau de carrouges IT:092006•PANTHEON_franc?ais
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Il mattone
Informazioni
italiano
castello di
Carrouges
Un castello di famiglia
La piazzaforte
Durante la guerra dei
Cent’anni, i primi signori
di Carrouges costruirono
una piazzaforte alla
frontiera tra la
Normandia e il Maine.
La proprietà passò poi, per matrimonio,
ai Blosset de Saint-Pierre.
L’edificio signorile
Nel XV secolo Jean Blosset decise la costruzione
del corpo abitativo. Confidente del re Luigi XI,
egli entrò in possesso del castello nel 1473. In
seguito lo passò in eredità alla sorella, consorte
di Philippe Le Veneur. La famiglia dei Le Veneur
de Tillières mantenne la proprietà dalla fine del
XV secolo al 1936.
Una dimora prestigiosa
Il cardinale Jean Le Veneur fu ambasciatore
e cappellano di Francesco I. Fece costruire il
castelletto d’entrata. Nel 1570, Tanneguy I Le
Veneur ospitò nel castello Caterina de’ Medici
e il suo seguito. Poco prima della Rivoluzione,
il generale Alexis Paul Michel Tanneguy prese
posizione in favore dell’abbandono dei privilegi.
Il castello venne classificato monumento storico
nel 1927. Lo Stato lo acquistò insieme con una
parte del suo mobilio nel 1936.
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Il cortile interno
1 Il cortile. In quest’area sono ben visibili le diverse
tappe della costruzione del castello. Il torrione del
XIV secolo, con la sua struttura imponente,
conserva ancora oggi la maggior parte degli
elementi difensivi, come le arciere* e le caditoie*.
Questo dimostra che la piazzaforte era senza
dubbio costituita da un complesso militare e
residenziale. Nella sala inferiore, uno strumento
di misurazione in granito ricorda il controllo delle
capienze in uso durante le fiere. L’ala dei Blosset,
del XV secolo, ha conservato tre elementi
d’origine: la porta a ogiva, la torre a scala e un
comignolo del caminetto gotico.
La sua facciata fu rimaneggiata quando vennero
costruite le nuove ali del castello. Le ali “classiche”, della fine del XVI secolo, furono costruite
da François Gabriel. Queste facciate, molto sobrie,
sono scandite da cornicioni di granito.
L’alloggio dei Blosset de Saint-Pierre
L’alloggio ha mantenuto la stessa disposizione del
XV secolo, con due camere d’apparato e una sala
centrale. Attualmente presenta la decorazione
ideata da Maurice Gabriel del VII secolo. Al piano
terra si trova la cucina, utilizzata dalla fine del
XVIII secolo fino al 1936. Attraverso la scala
della torre si accede agli appartamenti del primo
piano, in origine disposti in fuga.
Questa disposizione venne modificata nel XIX
secolo con la costruzione di una parete divisoria
verso il lato del cortile che ancora oggi divide il
salone nord.
2 La camera Luigi XI. Il re vi soggiornò nel 1473.
Sul caminetto sono rappresentati gli stemmi dei
Le Veneur de Tillières.
3 Il salone nord. La porticina, l’imponente
caminetto e l’apertura inflessa che dà accesso
alla cappella, distrutta alla fine dell’Antico
Regime, sono testimonianze del XV secolo.
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A reception
biglietteria-bookshop
B toilette
4 Il corridoio presenta due dipinti, vestigia del soffitto dipinto del XVII secolo della sala seguente.
5 L’anticamera d’onore. Il caminetto del XV
secolo è decorato con una scena di caccia al
falcone del XVI secolo. Delle sontuose decorazioni
di Maurice Gabriel, risalenti al XVII secolo,
oggi rimangono solo quelle delle travi.
9 Il salone dei ritratti accoglie i vari proprietari del
castello. Il camino presenta la decorazione dipinta
in origine.
10 Il grande salone venne creato nel XIX secolo eliminando una parete divisoria, come si può vedere
dai pavimenti in legno e dal perlinato. È affiancato
da una serie di studi di piccole dimensioni.
11 La scala d’onore. Il suo pianerottolo conduce alla
sala successiva. In origine era intonacata e dipinta
con motivi di mattoni finti. Questa decorazione
venne eliminata durante i lavori degli anni ‘60 e
ciò fece riaffiorare la stereotomia* della costruzione.
12 La sala delle feste venne creata alla fine del
XVIII secolo per il teatro, la musica e la danza.
Il volume attuale è stato ottenuto eliminando il
secondo piano.
In fondo si trova il palco dei musicisti.
Da qui si scende nuovamente nel cortile.
Il parco
13 Il parco è uno spazio chiuso di una decina di
ettari ripartiti in giardini, frutteti, boschetti,
terrazze e prati.
Le ali “classiche”
Le ali classiche, con le loro scale, sono opera
dell’architetto François Gabriel.
6 La scala a giorno centrale di pianta quadrata
conduceva ai grandi appartamenti e li collegava
all’edificio medievale. L’intonaco dipinto con
mattoni e pietre finti è presente ancora oggi.
7 La sala da pranzo venne arredata alla fine del
XVIII secolo. Una porta finestra e una passerella
permettevano di accedere direttamente ai giardini.
Il caminetto monumentale, della fine del XVI
secolo, alterna marmi del Maine, granito levigato
e pietra calcarea.
8 Il salone estivo, privo di caminetto, venne restaurato nel 1993 con carta da parati a tasselli*
e stoffe stampate a mano.
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*Spiegazioni sul retro del documento.