Frida Kahlo - Provincia di Imperia

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Frida Kahlo - Provincia di Imperia
Frida Kahlo
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« Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia
realtà, non i miei sogni. »
(Frida Kahlo, Time Magazine, "Mexican Autobiography" (1953-04-27))
Frida Kahlo con il marito Diego Rivera nel 1932, foto di Carl Van Vechten
Frida Kahlo, il cui nome completo era Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón (Coyoacán,
6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954), è stata una pittrice messicana.
La vita Frida Kahlo era figlia di Wilhelm Kahlo, tedesco, nato a Baden-Baden da genitori ebrei tedeschi,
emigrato in Messico dall'Ungheria (dalla città di Arad, oggi sotto la Romania). Fu una pittrice dalla
vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, poichè si sentiva profondamente
figlia della rivoluzione messicana di quell'anno e del Messico moderno. La sua attività artistica ha
avuto di recente una rivalutazione, in particolare in Europa con l'allestimento di numerose mostre.
Affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiarono per poliomielite (ne era
affetta anche sua sorella minore), fin dall'adolescenza manifestò talento artistico e uno spirito
indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale.
A 17 anni rimase vittima di un incidente stradale tra un autobus su cui viaggiava e un tram, a causa
del quale riportò gravi fratture tra cui 2 alle vertebre lombari, 5 al bacino, 11 al piede destro e la
lussazione del gomito sinistro, inoltre un corrimano dell'autobus si staccò, le trafisse il fianco e uscì
dalla vagina. Ciò la segnerà a vita costringendola a numerose operazioni chirurgiche. Dimessa
dall'ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel suo letto di casa col busto ingessato. Questa forzata
situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista e a dipingere. Il suo primo soggetto fu
un suo autoritratto che in seguìto diede in dono al ragazzo di cui era innamorata. Da ciò la scelta dei
genitori di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo tale che potesse
vedersi, e dei colori; cosicché iniziò la serie di autoritratti. Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a
recuperare la capacità di camminare, sebbene non senza dolori, che sopporterà a vita. Portò i suoi
dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell'epoca, per avere una sua critica. Rivera rimase
colpito dallo stile moderno della giovane artista tanto che la trasse sotto la sua ala e la inserì nella
scena politica e culturale messicana.
Divenne un'attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose
manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stata la sua "guida". Infatti nel 1929 il
21 agosto sposò Rivera, che era al suo terzo matrimonio, pur sapendo dei continui tradimenti a cui
andava incontro. Dopo anni di dolori coniugali,prese a fare lo stesso, anche con esperienze
omosessuali.
In quegli anni al marito Rivera furono commissionati alcuni lavori negli USA, come il muro
all'interno del Rockefeller Center di New York, o gli affreschi per la fiera internazionale di
Chicago. A seguito dello scalpore suscitato dall'affresco nel Rockefeller Center, in cui un operaio
era chiaramente raffigurato col volto di Lenin, gli furono revocate tali commissioni. Nello stesso
periodo di soggiorno a New York la Kahlo rimase incinta, per poi avere un aborto spontaneo a
gravidanza inoltrata a causa dell'inadeguatezza del suo fisico a sopportare una gestazione. Ciò,
ovviamente, la scosse molto. Quindi decise di tornare in Messico col marito.
I due decisero di vivere in due case separate collegate, però, da un ponte, in modo da avere ognuno i
propri spazi "da artista". Nel 1939 però, i due divorziarono a causa del tradimento di Rivera con
Cristina Kahlo, la sorella di Frida.
Rivera tornò da Frida un anno dopo, difatto non l'aveva mai dimenticata e, malgrado i tradimenti,
mai aveva smesso di amarla. Le fece una nuova proposta di matrimonio che lei accettò non senza
qualche riserva. Si risposarono nel 1940 a San Francisco. Da lui aveva assimilato uno stile
volutamente naïf che la portò a dipingere in particolare piccoli autoritratti ispirati all'arte popolare e
alle tradizioni precolombiane. La sua chiara intenzione era, ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà
native, affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana.
Il suo cruccio maggiore fu quello di non aver avuto figli. La sua appassionata (e all'epoca discussa)
storia d'amore con Rivera è raccontata in un suo diario. Ebbe - dicono le cronache - numerosi
amanti, di ambo i sessi, con nomi che, neanche all'epoca, potevano passare inosservati come quelli
del rivoluzionario russo Lev Trotsky e del poeta André Breton. Fu amica e probabilmente amante di
Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti[senza fonte]. Pochi anni
prima della sua morte le venne amputata la gamba destra, in evidente stato di cancrena. Le ultime
parole che scrisse nel suo diario sono "Attendo con gioia la mia dipartita. E spero di non tornare mai
più."
Caratteristiche artistiche Il regalo del letto a baldacchino con annessa installazione di uno specchio durante il suo prolungato
immobilismo, ebbero inizialmente per Frida un effetto sconvolgente e la portarono al ricorrente
tema dell'autoritratto. Il primo che dipinse fu per il suo amore adolescenziale, Alejandro. Nei suoi
ritratti raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il maggiore dei quali fu il grave
incidente di cui rimase vittima nel 1925 mentre viaggiava su un autobus. I postumi di
quell'incidente (un palo le perforò il bacino e a causa delle ferite sarà sottoposta nel corso degli anni
a trentadue interventi chirurgici) condizioneranno la sua salute (ma non la sua tensione morale) per
tutta la vita. Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizza uno degli aspetti
fondamentali della sua arte: crea visioni del corpo femminile non più distorto da uno sguardo
maschile. Allo stesso tempo coglie l'occasione di difendere il suo popolo attraverso gli autoritratti,
facendovi confluire quel folclore messicano e quell'autobiografismo utopico che li rende originali
rispetto alla canonica pittura di storia.
Sotto questo aspetto, forte (ma non privo talvolta di un certo humour) risulta nei suoi quadri
l'impatto di elementi fantastici accostati a oggetti in apparenza incongruenti. Si tratta di quadri di
piccole dimensioni (Frida predilige il formato 30 x 37 cm) dove si ritrae con una colonna romana
fratturata al posto della spina dorsale o circondata dalle scimmie che cura come figlie nella sua Casa
Azul.
Tre importanti esposizioni le furono dedicate nel 1938 a New York, l'anno successivo a Parigi e nel
1953, un anno prima della morte, a Città del Messico. Nella sua casa di Coyoacán, la "Casa Azul",
sorge oggi il Museo Frida Kahlo.
Il rapporto con il Surrealismo A partire dal 1938 la pittura si intensifica: i suoi dipinti non si limitano più alla semplice descrizione
degli ‘incidenti’ della sua vita, parlano del suo stato interiore e del suo modo di percepire la
relazione con il mondo e quasi tutti includono tra i soggetti un bambino, sua personificazione.
Nel 1938 il poeta e saggista surrealista André Breton vide per la prima volta il suo lavoro: ne rimase
talmente stregato da proporle una mostra a Parigi e proclamò che Frida fosse ‘una surrealista
creatasi con le proprie mani’. A Parigi Frida frequentò i surrealisti facendosi scortare nei caffè degli
artisti e nei night club, tuttavia trovò la città decadente; sapeva che l’etichetta surrealista le avrebbe
portato l’approvazione dei critici, ma le piaceva l’idea di essere considerata un’artista originale.
Quello che può essere considerato il suo lavoro più surrealista è Ciò che l’acqua mi ha dato:
immagini di paura, sessualità,memoria e dolore galleggiano nell’acqua di una vasca da bagno dalla
quale affiorano le gambe dell’artista. In quest’opera così enigmatica sono chiari i riferimenti a Dalì
soprattutto per l’insistenza sui dettagli minuti.
Estremamente surreale è anche il suo diario personale, iniziato nel 1944 e tenuto fino alla morte, si
tratta di una sorta di monologo interiore scandito da immagini e parole. Per molte immagini il punto
di partenza era una macchia di inchiostro o una linea, come se usasse la tecnica dell’automatismo
per verificare le sue nevrosi.
In ogni caso, nonostante l’accento posto sul dolore, sull’erotismo represso e sull’uso di figure
ibride, la visione di Frida era ben lontana da quella surrealista: la sua immaginazione non era un
modo per uscire dalla logica ed immergersi nel subconscio, ma piuttosto il prodotto della sua vita
che lei cercava di rendere accessibile attraverso un simbolismo. La sua idea di surrealismo era
giocosa, diceva che esso ‘’è la magica sorpresa di trovare un leone nell’armadio, dove eri sicuro di
trovare le camicie’’. Anni dopo Frida negherà violentemente di aver preso parte al movimento,
forse perché negli anni quaranta questo cessò di essere di moda.
Influenza culturale Frida Kahlo è stata la prima donna latinoamericana ritratta su un francobollo degli Stati Uniti,
emesso il 21 giugno 2001. L'immagine scelta è un autoritratto dell'artista eseguito nel 1933.
La vita, passione e morte di Frida Kahlo sono state raccontate in almeno tre film, l'ultimo dei quali tratto dalla biografia scritta da Hayden Herrera - è stato girato dalla regista Julie Taymor (Frida) e
presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002.