Workshop e seminari Drum Power

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Workshop e seminari Drum Power
Drum Power * From community to coSmunity * Seminari e Workshop
Percorsi sonori
e in movimento
In ascolto della Natura dentro e fuori di noi
di Diana Tedoldi
[email protected] Pag. 1 Drum Power * From community to coSmunity * Il Villaggio delle Donne
Il Villaggio delle Donne è un progetto di costruzione di un
gruppo di donne aperto allo sperimentare ed esplorare nuovi
percorsi di conoscenza e arte al femminile.
Uno spazio in cui le donne, come negli antichi villaggi, possano
incontrarsi, parlarsi, confidarsi, condividere ciò che tocca la loro vita,
esplorare nuove dimensioni del proprio potenziale espressivo, scaldando
e avvicinando i cuori, i pensieri… e le pance!
Il Villaggio delle Donne si sviluppa attraverso incontri
mensili, il sabato, intervallati da weekend con workshop intensivi.
Partecipare a tutti gli incontri permette di costruire una continuità di dialogo importante per radicare il
gruppo e la pratica insieme, ma non è obbligatoria la partecipazione a tutto il ciclo biennale.
Laboratorio mensile con Diana Tedoldi
Diana Tedoldi, danzaterapeuta, drum circle facilitator formata con Arthur Hull, formatrice e consulente
aziendale in ambito risorse umane e comunicazione. Ha praticato yoga per 15 anni, Danza sensibile con il
maestro Claude Coldy da 8 anni, Pratica di Lavoro Organico con Maia Cornacchia dal 1993. Dal 1995 si
dedica allo studio del movimento, della voce e delle percussioni, in relazione a percorsi di ascolto,
benessere e crescita personale. È autrice del libro “L’albero della musica – Tamburo, stati altri di
coscienza, drum therapy”, che riassume i risultati di una ricerca decennale sull’uso terapeutico e rituale in
relazione all’induzione di stati espansi di cocienza.
Questo laboratorio mensile si svolgerà in giorni diversi del ciclo lunare di mese in mese, in modo da
assaporare le diverse fasi lunari e il suo passaggio nel nostro sentire dal giorno alla notte, dalla coscienza
di veglia stimolata dal sole, alla reverie stimolata dalla luna, attraverso le sfumature delle diverse stagioni.
Le esperienze proposte si muoveranno lungo il filo sottile che unisce i saperi silenziosi dei corpi e dei cuori
delle donne, intrecciando le trame di conoscenza ed esperienza in un andare e venire rotondo dal silenzio,
al suono, al movimento, e ritorno. Il focus sarà sull’allargamento dell’orizzonte del nostro sentire e
percepire noi stesse. I veicoli di questo viaggio di esplorazione e scoperta saranno il suono (attraverso la
voce e l’utilizzo di tamburi e strumenti a percussione), l’ascolto della Natura e degli alberi, sia di giorno sia
in parte di notte, l’ascolto del nostro corpo e l’apertura al movimento sensibile.
Le pratiche proposte da Diana si focalizzeranno su:
-
ascolto del corpo, del corpo del gruppo, della natura dentro e
intorno a noi
-
costruzione della presenza: presenza al nostro corpo, al suo sentire,
alle nostre emozioni, ai nostri pensieri
-
dalla piattaforma di questa presenza e dal nostro allineamento,
nascita al movimento e al suono.
-
Viaggiare in modo morbido, senza soluzioni di continuità, fra il
dentro del sentire e il fuori dell’esprimere e del creare. Il movimento,
la danza, le improvvisazioni con voce e strumenti musicali di ogni
tipo, saranno le ali di questo viaggio attraverso il nostro potenziale di
presenza a noi stesse, lasciandoci stupire dall’incontro con il
meraviglioso che affiora dal nostro spirito creativo, quando gli
offriamo voce e corpo per incarnarsi nel reale.
[email protected] Pag. 2 Drum Power * From community to coSmunity * -
La condivisione con le altre donne costituirà lo specchio nel quale mirarsi, il porto rassicurante al
quale tornare, ma anche il mare da sfidare per trovare il proprio orizzonte.
Il focus della pratica è invitare il nostro essere più profondo, il nostro sapere
organico, a lasciarsi incontrare e conoscere, lasciando che si manifesti nella nostra
vita.
Il tutto, nella ricerca di come restare presenti a se stesse, e allo stesso tempo agli
altri e a quello che succede intorno a noi, ricercando lungo il sottile e delicato orlo di
questo confine: dove interrompiamo la presenza a noi stessi o agli altri? come lo
facciamo? Cosa ci porta via? Dove e perché ci capita di troncare le radici della nostra
autenticità?
Mettendoci in ascolto delle possibili risposte a queste domande, osserveremo e scopriremo come si
ricostruiscono i fili della fiducia nella nostra verità, lasciandola affiorare nei suoi modi sorprendenti e
misteriosi.
Gli strumenti che metterò al servizio del gruppo lungo questo viaggio insieme, sono quelli su cui ricerco da
sempre:
-
la danza spontanea, il movimento, i rituali simbolici, il movimento arboreo
-
la musica, le percussioni, in particolare il tamburo e la voce come strumenti di rivelazione ed
espressione del nostro paesaggio interiore
-
pratiche basate sull’ascolto, il silenzio, l’apertura della percezione
[email protected] Pag. 3 Drum Power * From community to coSmunity * Abitare l’incanto del mondo
Pratica di Lavoro Organico con Maia Cornacchia
Maia Cornacchia dal 1972 svolge attività di ricerca e formazione in Pratica di
Lavoro Organico: un esercizio di ascolto che si muove nel solco originario
di tradizioni diverse. Pratica perché, invece di muoversi nel territorio delle
risposte, si lascia portare dalle domande e si pone in ascolto dell’esperienza;
Lavoro perché, esplorando le possibilità percettive, tenta di abitare
consapevolmente il corpo, il silenzio e il mondo, incontrandone gli orli; Organico
perché fa spazio a un sentire che sa stare in relazione con la vita e lascia
affiorare un sapere organico capace di rinnovare la qualità delle nostre risposte.
Come docente di P.L.O. ha lavorato con attori, registi e drammaturghi (Scuola
d’Arte drammatica Paolo Grassi) animatori (Scuola di Animazione pedagogica e
sociale), insegnanti di ogni grado di scuola, studenti, educatori sociali e di Asilo
Nido, insegnanti di sostegno (Scuola Magistrale Ortofrenica), disabili, anziani,
volontari. Attualmente con Philo con l’Associazione Tai (che si occupa di
educazione al benessere e alla salute) presso cui opera in sedute individuali e di gruppo, con
l’Associazione A.S.P.I.C. Counseling e Cultura, con l’Associazione Gigi Ghirotti di Genova che assiste malati
terminali di tumore e aids, con la Scuola per conduttori di gruppo della Fondazione Adolescere di
Voghera, con il Centro di formazione e Scuola di Ecopsicologia Inventare il mondo di Osnago e con la
Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Milano Bicocca. Formatrice, counselor e analista a
orientamento filosofico, è socia fondatrice di SABOF (società di analisi biografica a orientamento filosofico).
Nella natura e nel silenzio, quando gli occhi ascoltano, le orecchie guardano e la pelle allarga le sue maglie,
il corpo in ascolto (presente, attento, aperto) si colloca lì dove è e può fare spazio al sapere organico.
È organico quel sapere che siamo e non che abbiamo, quel sapere che si manifesta nella continuamente
rinnovata vitalità delle nostre risposte e ci restituisce alla sensazione di essere una “piega del mondo”
(Sini), un “risvolto della carne del mondo” (Merleau-Ponty).
In questo laboratorio, rimanendo in ascolto del silenzio, alterneremo azioni
nella natura e rituali ispirati alla cultura degli Indiani d’America, ai gesti quotidiani, nel tentativo di sciogliere
gli automatismi e le costruzioni che ci impediscono di sentirci corpo vivente in un mondo vivente e di
rigenerarci nella sorpresa.
[email protected] Pag. 4 Drum Power * From community to coSmunity * L’essere arboreo - Entrare nel respiro degli alberi
con Diana Tedoldi
Gli alberi sono maestri antichi di vita.
Aprirsi alla relazione con gli alberi, attraverso il movimento, significa accedere al
loro reame silenzioso, fatto di densa presenza, di maestosa delicatezza, di
conoscenza sottile.
L’uomo e l’albero sono strettamente connessi da una fitta rete di analogie.
Entrambi hanno un tronco, una chioma, linfa e radici, che per l’uomo
rappresentano la sua storia, ma anche il suo radicamento nel mondo materiale e
concreto, la forza del corpo e del collegamento con la terra che ci nutre.
In inglese, “vivaio” si dice “nursery”, come per i bambini.
Come un albero, l’uomo si trova a metà fra la Terra e i Cieli, reami che
definiscono l’orizzonte immanente di ogni esperire, ed insieme regioni
simboliche in cui la trascendenza si fa possibile.
Ma l’analogia fra l’uomo in queste sue caratteristiche demoniche e
mercuriali (cioè legate alla sua posizione intermedia ed intermediaria fra
Sopra e Sotto) e l’albero si spinge fino alla costruzione di parallelismi
molto più fisici, rintracciabili in sistemi di pensiero anche molto lontani
fra loro, nel tempo e nello spazio.
Attraverso le esperienza di ascolto in movimento proposte nel corso di questo seminario intensivo, i
partecipanti scopriranno il proprio essere arboreo, il nostro lato che più di tutti risuona con la forza gentile
degli alberi, e potranno accedere alla conoscenza silenziosa che dorme nella nostra linfa, sentendo il suo
scorrere leggero e impalpabile, rotondo, fra noi e l’albero.
Il silenzio che si apre, ci permette di cogliere e osservare con molta chiarezza il movimento della nostra
vita, come ci stiamo muovendo attraverso le cose, i sentimenti, i pensieri e le persone che incontriamo
ogni giorno.
L’albero specchia il nostro andare in-contro alle cose, in-contro a lui, e ci offre una
testimonianza asciutta di cui possiamo far tesoro nel nostro percorso di conoscenza
personale.
Quando si entra nel respiro dell’albero, i pensieri irrequieti si pacificano, e si fa
spazio…da questo spazio di ascolto, è più facile lasciar andare il controllo, lasciar
andare il fare…entrare in un movimento trasparente dove non ci muoviamo più con la
volontà e la decisione, ma siamo mossi da un movimento ineffabile, che è insieme
dentro e fuori di noi, e come canali vuoti lasciamo che ci abiti, e ci sorprenda con la sua
bellezza e imprevedibilità, un movimento trasparente, rarefatto…un movimento che è
riposo, che è massaggio, che è piacere, leggerezza, libertà…senza nomi…
[email protected] Pag. 5 Drum Power * From community to coSmunity * Le pratiche proposte prevedono che parte dell’esperienza si svolga all’aperto, nei boschi, praticando con
gli alberi, a prescindere dalle condizioni meteorologiche, possibilmente senza scarpe:
- breathwork
-
pratiche di apertura dell’attenzione, della percezione e della sensorialità
-
andare verso l’essere arboreo dentro e fuori di noi:
•
ascolto allargato
•
sentire la corona dell’albero
•
entrare nel cuore dell’albero
•
entrare nel respiro dell’albero
•
sentire le linee di forza dell’albero
•
lasciarsi muovere
•
movimento arboreo
•
ascoltare il paesaggio sonoro, lasciar schiudere uno stato contemplativo spontaneo in
movimento
Il viaggio attraverso queste esperienze sarà facilitato dalla proposta di pratiche di ascolto del corpo e del
movimento, a terra e in relazione con l’albero. In particolare ci focalizzeremo su alcune chiavi capaci di
aprire il nostro corpo al sentire dell’albero, in reciproca e continua interdipendenza:
-
spingere (nella terra) – incontrare l’asse terra/cielo
-
allungare – cercare l’estensione delle nostre radici e dei nostri rami
-
ruotare (lungo il tronco) – incontrare il potere della spirale
-
aprire – in particolare, aprire lo spazio del cuore attraverso i rami-bracci, e aprire lo spazio della
pancia attraverso le gambe-radici
-
contrazione-espansione (solo in stagioni diverse dall’inverno)
-
la colonna in movimento fra terra e cielo
-
le leve (solo d’estate)
-
maturare, staccarsi dal ramo e tornare alla terra (solo nei mesi di Agosto, Settembre e fino a metà
ottobre)
Al termine di alcune pratiche, useremo alcuni strumenti musicali per continuare nel
suono le esperienze di movimento e ascolto, e sperimentare il delicato passaggio
dal sentire all’esprimere, cogliendo i frutti musicali delle nostre esperienze arboree.
Durante la notte ci sarà una pratica notturna nei boschi.
Si dormirà poi insieme nella sala, per chi lo desidera. Durante la notte sarà proposta
una pratica per sviluppare l’attenzione di sogno, e nutrire la nostra capacità di
lavorare consapevolmente sui sogni, continuando in uno stato di coscienza
differente il lavoro diurno sull’ascolto e la percezione.
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