Monastero S. Croce, Pignataro. La giornata pro orantibus. Ai bordi
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Monastero S. Croce, Pignataro. La giornata pro orantibus. Ai bordi
Monastero S. Croce, Pignataro. La giornata pro orantibus. Ai bordi del silenzio Cosa c’è dietro le grate? Se qualcuno entrasse qui con una telecamera, pronto a cogliere e filmare qualcosa di sensazionale per uno scoop, forse rimarrebbe un po’ deluso… Cosa vedrebbe? Delle Sorelle, svegliate dal suono di una campanella alle 5.30, che escono una dopo l’altra dalle loro celle e scendono le scale per recarsi in chiesa, dove insieme chiedono al Signore che apra loro le labbra (e gli occhi!) per iniziare la preghiera. Poi le troverebbe ancora insieme per la celebrazione della Santa Messa, per la colazione, poi Siediti ai bordi dell’aurora, le sorprenderebbe ognuna al proprio lavoro, impegnate nell’umile per te si leverà il sole. fatica quotidiana: chi in cucina, chi in lavanderia, chi in sagrestia, Siediti ai bordi della notte, chi in giardino… Insomma, nella nostra vita non c’è proprio per te brilleranno le stelle. niente di eccezionale… all’esterno… Quello che facciamo è Siediti ai bordi del torrente, incredibilmente semplice e ordinario; ma tutto, anche il gesto più per te canterà l’usignolo. piccolo e nascosto, può diventare qualcosa di grande e speciale… Siediti ai bordi del silenzio, Come? Dio ti parlerà. Siediti ai bordi del silenzio… Entra nella parte più intima di te , nella “clausura del cuore”, in quello “spazio sacro” dove nessuno (Vahira, poeta indiano) può entrare, solo Dio. È qui, nel campo del cuore, che si gioca la vera partita e si decide in quale porta fare “goal!”… Quello che conta non è quello che facciamo, ma PERCHÉ, PER CHI lo facciamo. … Dio ti parlerà. Si può affrontare la vita portando una Parola che illumini il cammino… guardarla più in profondità e riconoscere Dio che viene a visitare il quotidiano… e capire che tutto è dono suo: il nostro stare insieme come “Sorelle”, il pane fresco che ci arriva nel momento del bisogno… e anche la cosa meno bella che ci accade: è il colpo di scalpello dato dal “Grande Artista” per perfezionare l’opera delle sue mani… Siediti ai bordi del silenzio… È possibile accogliere e far risuonare nel cuore la voce degli uomini, riconoscendo nelle loro seti la sete di Dio… Così, come e con la Chiesa-Sposa che attende con desiderio il suo Sposo, preghiamo per tutti invocando: “Vieni, Signore Gesù!”. … Dio ti parlerà. E quale stupore quando si scopre che anche Dio ha la sua sete, e dice: “Vieni, uomo… ho sete di te!”. Sr. Chiara Francesca Sorella Povera I giovani della Sua parrocchia L'hanno appoggiata in questa impresa? Quelli più sensibili alla vita liturgica della parrocchia hanno dimostrato entusiasmo e interesse per uno strumento che certamente darà più solennità ai sacri riti e quindi rendere gloria a Dio. Altri mi hanno più volte chiesto come mai un organo a canne costasse tanto e perché secondo me ce ne fosse bisogno nella nostra chiesa. Sono state occasioni privilegiate di catechesi liturgica anche verso quelli più lontani dalla vita della parrocchia. I giovani poi sono stati coloro che hanno collaborato più di tutti nella partecipazione alle varie iniziative pro organo a canne. Quali difficoltà ha incontrato nella realizzazione? Se l’organo fosse piovuto dal cielo, come la manna nel deserto, nessuno si sarebbe posto il problema dell’entità della spesa e non avrebbero posto alcuna obiezione. Nel momento in cui si è interpellati personalmente, la reazione non poteva essere diversa. Fatto sta che l’organo a canne è nella nostra chiesa, e il 75% della spesa è stata recuperata. Il resto non tarderà a venire. Pensa che l'organo porterà con sé delle novità nella comunità? Più che novità interessi. Interessi di ordine artistico e culturale, oltre naturalmente a quelli liturgici. Avverto già un fermento nella comunità suscitato dallo strumento. Molti giovani chiedono informazioni e spesso durante il lavoro di montaggio e di intonazione mi hanno chiesto di poterlo vedere e ascoltare. Poi essendo uno strumento “caratterizzato”, susciterà molto interesse presso coloro che sono appassionati di musica. Sono previste delle rassegne organistiche, con musicisti da tutt’Italia. E’ in fase di progettazione un festival organistico internazionale che porterà a Vairano musicisti da tutta l’Europa. Penso che tutto questo oltre a dare lustro al territorio, sarà occasione di promozione artistica e culturale. Qual è il messaggio sotteso a questo coraggioso progetto? L’organo a canne è da una parte “dolcezza” e dall’altra “grido”; ha linguaggio di distensione e forza di uragano. Esprime l’uomo nelle sue tensioni e nelle sue ricerche. Ma soprattutto, con i suoi vari timbri, registri, indica il “molteplice” che si fa “unità”. Durante lo svolgimento dei sacri riti esso diventa l’interprete dei comuni sentimenti, dei più nobili e santi trasporti. Attraverso le sue armonie penetrano più facilmente nelle profondità dell’anima le mistiche operazioni dell’ azione sacra. L’augurio è che il grande organo Mascioni di Vairano Scalo, riempia di bella musica la nostra amata chiesa e sia come una voce convocante per sostenere l’anelito della nostra preghiera e della nostra speranza.