significato dell`Organo
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significato dell`Organo
Il significato dell’Organo nella liturgia liturgia Le brevi riflessioni qui proposte, derivanti dall’esperienza diretta come organista liturgico e direttore di coro, intendono far capire il significato dell’organo nella liturgia. La bellezza della pittura e l’armonia della musica tuttavia non si possono comprendere a fondo se non in relazione alla celebrazione dell’azione sacra per cui sono state composte. La pittura e la musica nella Chiesa, infatti, hanno una funzione essenzialmente “ministeriale” nel servizio divino. La medesima funzione è svolta dalla musica liturgica degli strumenti e in particolare dell’organo. Nei documenti del Concilio Vaticano II si afferma: “Si abbia in grande onore l’organo a canne, come strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere mirabile splendore ai Riti della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle realtà supreme” (Sacrosanctum Concilium, n. 120). L’uso dell’organo, inoltre, “per accompagnare il canto, può sostenere le voci, facilitare la partecipazione e rendere più profonda l’unità dell’assemblea” (Musicam Sacram, n. 64). L'organo, da sempre e con buona ragione, viene qualificato come il re degli strumenti musicali, perché riprende tutti i suoni della creazione e dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, dalla lode fino al lamento. Inoltre, trascendendo come ogni musica di qualità la sfera semplicemente umana, l’organo, rimanda al divino. La grande varietà dei timbri dell'organo, dal piano fino al fortissimo travolgente, ne fa uno strumento superiore a tutti gli altri. Esso è in grado di dare risonanza a tutti gli ambiti dell'esistenza umana. Le molteplici possibilità di questo strumento ci ricordano in qualche modo l'immensità e la magnificenza di Dio. Nella Bibbia, Il Salmo 150, parla di trombe e flauti, di arpe e cetre, di cembali e timpani: tutti questi strumenti musicali sono chiamati a dare il loro contributo alla lode del Dio trinitario. In un organo, le numerose canne e i registri devono formare un'unità, infatti la molteplicità dei suoni e la capacità di fonderli in armonia fanno di lui uno strumento dall’evidente carattere comunitario, simbolo dell’unità nella diversità. Se qua o là qualcosa si blocca, se una canna è stonata, questo in un primo momento è percettibile forse soltanto da un orecchio esercitato. Ma se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest'organo sono esposte a cambiamenti di temperatura e a fattori di affaticamento. È questa un'immagine della nostra comunità cristiana. Come nell’organo una mano esperta deve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta consonanza, così dobbiamo anche nella chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la comunione nella fede sempre di nuovo l’accordo nella lode di Dio e nell’amore fraterno. I grandi compositori con la loro musica volevano in definitiva, ciascuno a modo suo, glorificare Dio Johann Sebastian Bach, sul titolo di molte delle sue partiture ha scritto le lettere S. D. G.: Soli Deo Gloria – Solamente alla gloria di Dio. Anche Anton Bruckner metteva all'inizio le parole: "Dedicato al buon Dio". Tra breve, tramite il Cardinale celebrante, eleveremo a Dio Padre la seguente invocazione: “Come il suono delle diverse canne forma un’unica armonia, così concedi a noi, o Signore, oggi radunati in festa nella tua casa, di essere membra vive della tua Chiesa nell’amore vicendevole e nello spirito fraterno” (preghiera di Benedizione dell’organo) e potremo ascoltare il suono dell’organo. Concludo augurando a tutti i frequentatori di questa magnifico Santuario, mediante la grandiosità dell'edificio e attraverso la liturgia arricchita dall'armonia del nuovo organo e dal canto solenne, siano guidati alla gioia della fede. M.° Michele Tuoro