Divinis® è lieto di proporvi

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Divinis® è lieto di proporvi
Divinis® Bar à Vins è lieto di proporvi
“DI...VINO, MA NON SOLO…”
Martedì 23/9/2014
L’Aligotè in Borgogna
Bouzeron Aligoté 2010
Aubert et Pamela De Villaine ~ Bouzeron (F)
Bouzeron A.O.C. ~ Aligoté ~ 12,5° ~ Euro 16,50
Bourgogne Aligoté 2009
Emmanuel Rouget ~ Flagey-Échézeaux (F)
Bourgogne Aligoté A.O.C. ~ Aligoté ~ 12° ~ Euro 19,00
Bourgogne Aligoté 2009
Domaine Leroy ~ Vosne-Romanée (F)
Bourgogne Aligoté A.O.C. ~ Aligoté ~ 12,5° ~ Euro 90,00
Bourgogne Aligoté Vieilles Vignes 2011
Bruno Clavelier ~ Vosne-Romanée (F)
Bourgogne Aligoté A.O.C. ~ Aligoté ~ 12° ~ Euro 14,00
Bourgogne Aligoté Raisins Dorés 2010
Domaine Lafarge ~ Volnay (F)
Bourgogne Aligoté A.O.C. ~ Aligoté ~ 12,5° ~ Euro 17,00
Morey-Saint-Denis 1er cru Clos des Monts Luisants
Monopole Vieilles Vignes 2007
Domaine Ponsot ~ Morey-Saint-Denis (F)
Morey-Saint-Denis 1er cru A.O.C. ~ Aligoté ~ 14° ~ Euro 120,00
Esclusivamente in occasione della serata a chi desidera acquistare i vini per l’asporto, riserviamo uno sconto del 10%.
Le nostre iniziative sono dirette a favorire un consumo moderato e consapevole del vino. Qualità e non quantità.
Aligoté
L'altra uva bianca della Borgogna. É decisamente inferiore allo Chardonnay, ma nelle buone
annate, quando la maturità può compensarne la tipica acidità, l'Aligoté non manca di
estimatori. Ha origine quasi certamente in Borgogna, dove ne è documentata la presenza a fine
Settecento. La vite è vigorosa e da rese fortemente variabili a seconda della posizione della
vigna. Sulle migliori colline di Borgogna, nei terreni più poveri e negli anni più caldi, l'Aligoté
potrebbe produrre bianchi fini più energici di tanti Chardonnay, ma non renderebbe
altrettanto. Di solito è un vino spigoloso e brusco, privo di aromi netti e generalmente troppo
sottile per essere affinato in rovere. Nella Cote d'Or viene sostituito dalle due varietà più nobili,
Chardonnay e Pinot Noir, sicché nel 1988 ne restavano solo 500 ha. Oggi è relegato in larga
misura nei vigneti più alti e più bassi, dove produce vini leggeri di pronta maturazione che
possono riportare solo la denominazione Bourgogne Aligoté e vengono consumati con pasti
semplici o, tradizionalmente, mescolati con liquore di mirtillo nel kir. Solo il paese di
Bouzeron, dove se ne producono alcuni dei migliori, può vantare una propria denominazione
per l'Aligoté, ossia Bourgogne Aligoté-Bouzeron, con una resa massima per ettaro di 45 hl
contro i 60 consentiti per l'altro Aligoté. A Nord e a Sud della Côte d'Or gli impianti totali di
Aligoté sono rimasti relativamente stabili, con 500 ettari a Sud e 200 nella zona di Chablis,
dov'è usato per produrre il bianco per il consumo quotidiano. L'Aligoté è enormemente
popolare in Europa orientale; per esempio, nel 1993 in Bulgaria occupava 2.000 ha, ben più
che in Francia, e presumibilmente è apprezzato per l'elevata acidità naturale. È ancora più
importante in Romania, dove nel 1993, con 10.500 ha, risultava la quarta varietà più diffusa del
paese, usata per produrre soprattutto vini monovitigno nelle sue fertili pianure. Occupa decine
di migliaia di ettari ed è quindi importante anche in Russia, Ucraina, Moldova, Geòrgia,
Azebaijan e Kazakistan, dove serve soprattutto nel settore degli spumanti. Viene coltivato
anche in Cile e in misura molto limitata in California.
Informazioni tratte da “Guida ai Vitigni del Mondo”, Slow Food Editore
Da studi più recenti sembra si tratti di un incrocio tra “gouais blanc” (vitigno ancestrale che
sembra essere all’origine di molti vitigni moderni tra Francia e Germania) e “pinot noir”. Aveva
una grande diffusione in Borgogna, ma è stato poi relegato alle zone più alte o di pianura,
dove non può che esprimere le sue difficoltà. Le piante sono molto vigorose, legno duro e
pelle della buccia spessa, che, se non giunge ad una corretta maturazione, tende a trasmettere
al vino una rugosità piuttosto rustica. Inoltre le foglio della piante sono di grandi dimensioni
ed impedisco, se lasciate libere di crescere, una corretta esposizione e ventilazione dei
grappoli, con conseguenti problemi di maturazione e di muffe.
Aubert et Pamela De Villaine
Aubert De Villaine è giustamente noto per la sua posizione di cogerente del Domaine de la
Romanée-Conti, ma il suo lavoro e la sua sensibilità hanno portato nuova vita anche tra le
vigne della Côte-Chalonnaise. I De Villaine acquisiscono il domaine a Bouzéron nel 1971 e
investono le loro energie nel recupero qualitativo dell’Aligoté e del comune, privilegiando i
vigneti in pendio, con densità molto elevate, fino a 12000 piante per ettaro. Questa operazione
ha portato al riconoscimento della denominazione Bouzéron Aligoté nel 1997.
Un lavoro attento nella selezione in vigna, l’azienda è biologica certificata e sta applicando la
biodinamica, e anche in cantina, con vinificazioni attente in botti da 20/25 hl. (le migliori
secondo l’esperienza) e un uso ridottissimo dell’anidride solforosa.
Dal 2003 l’azienda è diretta da Pierre de Benoist, nipote di Aubert de Villaine, che prosegue il
lavoro nella medesima strada.
Leroy
Così come de Villaine, il Domaine Leroy non ha bisogno di molte presentazioni. Discendenti di
un commerciante di vini che con il suo ingresso negli anni ’40 del ‘900 nel Domaine de la
Romanée-Conti ha permesso il rinnovamento dell’azienda e la conquista delle posizioni attuali.
Parallelamente, la figlia Lalou, ha proseguito il lavoro dell’attività di famiglia che comprende la
produzione di vini dalle vigne di famiglia e l’acquisto di uve fa pochi e fedeli vignaioli. Questa
attività di commercio, ha come partner dei soci giapponesi. Questo fatto creò scompiglio in
Borgogna, perché si temeva che l’ingresso di questi soci in una società così vicina alla
Romanée-Conti avrebbe portato all’ingresso dei medesimi anche nell’assetto societario di
questa società prestigiosa. Cronaca a parte, Lalou, soprannominata Madame Pinot, è
considerata una degustatrice di assoluta sensibilità e una viticoltrice visionaria. È stata una delle
prime ad applicare la biodinamica nelle sue vigne, in concomitanza con un’attenzione
spasmodica alle rese per apportare ai vini la giusta concentrazione aromatica e strutturale.
C’è chi sostiene che Lalou è una pazza e che le sue vigne stiano tutte morendo, ma quello che
si assaggia quando si ha la fortuna di assaggiare uno dei suoi vini è qualcosa di più di un vino,
è un concentrato di vita e di emozioni. Ovviamente, ogni cosa ha il suo prezzo…
L’Aligoté che assaggiamo proviene dalle vigne di proprietà.
Lalou possiede personalmente anche una piccola azienda, il Domaine d’Auvenay, che conduce
con gli stessi crismi e che, se vi capita d’incontrarne una qualche bottiglia, suggerisco di non
lasciarsela scappare.
Emmanuel Rouget
Nipote di Henri Jayer, è l’erede materale e spirituale del grande innovatore della Borgogna
vinicola. Dotato di notevole sensibilità in cantina, è considerato uno dei vinificatori più attenti
del panorama attuale e il suo Échezeaux grand cru è considerato a ragione uno dei grandi vini
della regione. Di stampo estremamente classico e attento alla naturalezza, i suoi vini subiscono
una lavorazione attentissima e minimale e vengono imbottigliati senza filtrazione.
Bruno Clavelier
Il tesoro dell'azienda sono innanzitutto le vecchie vigne di famiglia. La maggior parte di esse
sono state ripiantate negli anni '30 e '40 del '900, dopo il disastro della fillossera. Le vigne, tutte
provenienti da selezioni massali, possiedono radici molto profonde e questo favorisce un
ampio contatto con gli elementi minerali del sottosuolo.
Lafarge
L’azienda familiare è stata creata all’inizio del diciannovesimo secolo ed è situata nel cuore del
villaggio. La proprietà si estende, ad oggi, a circa 12 ettari, cresciuti di generazione in
generazione. Ne 1949 Michel affianca il padre nella conduzione dell’attività e nel 1978 viene a
sua volta affiancato dal figlio Frédéric, che apporta un nuovo impulso nella conduzione della
vigna fino a convertire tutta l’azienda alla biodinamica a partire dal 2000. Questa è stata tra le
prime azienda di Borgogna a commercializzare i propri vini in bottiglia, insieme ad altri nomi
importanti come Ramonet. Parzialmente a partire dal 1934 e per intero dal 1960. Di stampo
tradizionalissimo, i vini si presentano austeri soprattutto in gioventù e guadagnano nel tempo.
Le ultime annate, forse per effetto dell’approccio di vigna (ma anche del meteo canicolare), si
presentano più mature e carnose. I vini rimangono comunque fortemente riconoscibili.
Frédéric ha fatto suo il motto del capo indiano Seattle: “non ereditiamo la terra dai nostri avi,
la trasmettiamo ai nostri eredi”.
Domaine Ponsot
È William Ponsot che nel 1872 acquista un domaine viticolo e vi si installa a Morey-SaintDenis. Le parcelle più importanti dell’azienda in quel momento sono nel Clos de la Roche e il
Clos des Monts-Luisants. Nei secoli l’azienda si ingrandisce con l’acquisizione di altre parcelle,
molto spesso situate in vigneti Grand Cru, costituendo un patrimonio, anche se non di
dimensioni impressionanti, sicuramente di qualità molto elevata. Dai primi anni ’30 del ‘900 i
vini vengono venduti in bottiglia con il nome dell’azienda in tutto il mondo.
La filosofia di vinificazione è particolarmente attenta al rispetto del lavoro fatto in vigna. Le uve
vengono raccolte quando si ritiene che sia giunta la corretta maturità fenolica. Quindi, dopo la
raccolta manuale delle uve, tutte le operazioni sono ridotte al minimo per ottenere il massimo
della naturalezza del vino. La maturazione è lunga, circa 24 mesi, e non vengono effettuate
filtrazioni. I vini vengono messi in bottiglia senza l’aggiunta di anidride solforosa. Il controllo
dell’ossidazione in momenti delicati come l’imbottigliamento è effettuato attraverso l’utilizzo di
azoto e anidride carbonica.
La vigna del Clos des Monts Luisants è stata piantata nel 1911, ha una densità di 12000 piante
per ettaro e le viti sono allevate ad alberello. Si tratta di un Clos di proprietà esclusiva del
Domaine Ponsot e il primo imbottigliamento risale al 1934. Siamo perciò di fronte ad un vino
con una storia lunga e ricca, tale da permettere all’azienda di potere immaginare una vita di 50
anni per questo vino. Caso veramente raro, siamo di fronte ad un Premier Cru di Borgogna la
cui uva non proviene dai nobili Chardonnay e Pinot Noir.
I commenti di Maurizio Landi
Chi ama la Borgogna non è esente dai colpi di fulmine, anzi li cerca! Ma rimane sempre fedele
alla Borgogna! E riassaggire una bella serie di Aligoté non fa che ridare alimento a queste
emozioni. Vini, ovviamente, di non grande complessità, ma da bere ogni giorno!
Il Bouzéron di De Villaine è leggero e delicato. L'annata è delicata per il Maconnais e il vino
non è un campione di struttura, ma è raffinato e molto persistente, con una piacevole nota di
acidità e mineralità nel finale.
L'Aligoté di Bruno Clavelier è più ricco e completo. Potente e complesso, possiede un allungo
di freschezza e mineralità straordinari.
Il Raisins Dorée di Lafarge è il primo Aligotè che io abbia mai assaggiato e continua ad
affascinarmi ancora. Forse il suo fascino risiede nella maturità delle uve. Pieno e ricco,
possiede un tocco di struttura in più che lo rende ancora più sinuoso.
L'Aligoté di Rouget è rustico e aristocratico. Frutto di una “intelligenza” particolare nella
vinificazione e il risultato è molto personale e articolato. Per chi ama le prove d'autore!
Il Morey-Saint-Denis di Ponsot sembra sovradimensionato e aver poco a vedere con l’Aligoté.
Qualcuno sospetta la presenza di Chardonnay. Rispetto alla precedente degustazione, il vino si
è mostrato in un eccesso di struttura che non gli dona fascino, ma solo pesantezza. Manca il
tocco di slancio che un vino di questa categoria richiede.
L'Aligoté di Leroy è indubbiamente di alta classe, ma un po' fine a se stessa. Una ricchezza di
questo tipo serve forse solo a giustificare un prezzo così elevato. Però è buono! E vorrei anche
vedere...
Indice di Gradimento dei Partecipanti alla Degustazione
Vino
2 Bourgogne Aligoté Vieilles Vignes 2011
3 Bourgogne Aligoté Raisins Dorés 2010
1 Bouzeron Aligoté 2010
Produttore
Totale
Clavelier 1 3 4 1 3 1 2 3 4 2 3 2 1 1 4 4 4 5 3 4
55
Lafarge
3 2 1 5 2 4 5 1 1 3 1 6 4 4 3 1 5 1 4 5
61
De Villaine 2 1 5 4 4 5 1 5 3 1 2 4 6 5 6 3 2 2 5 3
69
5 Morey-Saint-Denis 1er cru 2007
6 Bourgogne Aligoté 2009
4 Bourgogne Aligoté 2009
Ponsot
Leroy
Rouget
4 5 2 2 1 3 3 6 6 4 4 5 5 6 5 2 1 4 2 1
5 4 3 3 6 2 4 2 2 5 5 1 2 2 1 6 3 3 6 6
6 6 6 6 5 6 6 4 5 6 6 3 3 3 2 5 6 6 1 2
71
71
93