giustizia - Denis Nesci
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giustizia - Denis Nesci
Voti: 55 | Media: 2,87 | Letto: 123 RASSEGNA STAMPA | POLITICO 27/08/2008 - ALFANO, RIFORMA CON CHI CI STA 27 agosto 2008 IL TEMPO giustizia Alfano, riforma con chi ci sta Riuscire a mettere allo stesso tavolo un magistrato e il ministro della Giustizia Angelino Alfano, di questi tempi, non è cosa facile. Ci è riuscito, con qualche accortezza, il Meeting di Comunione e liberazione. Image: Angelino Alfano Anzitutto l'interlocutore. Non una persona qualsiasi, ma Giovanni Maria Pavarin, magistrato di sorveglianza del tribunale di Padova (con lui anche il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Franco Ionta). Quindi l'argomento. Nessuna chiacchierata sui massimi sistemi della giustizia, ma un tema preciso: la presentazione della mostra «Libertà va cercando, ch'è sì cara - Vigilando redimere». Un viaggio nella vita di chi, chiuso in carcere, ha riscoperto la possibilità di «essere buono», davvero. Un tema molto caro al popolo del Meeting tanto che, prima dell'incontro, il presidente della Compagnia delle Opere Bernard Scholz consegna al Guardasigilli una lettera aperta avanzando alcune proposte che potranno trovare spazio nella riforma della giustizia. Anzitutto il lavoro nelle carceri indicato come lo strumento fondamentale per abbassare la recidiva, quindi il ruolo dei Magistrati di sorveglianza e della Polizia Penitenziaria che deve recuperare «anche una funzione attiva e decisamente propulsiva sul terreno della rieducazione». Insomma la pena deve tornare a tendere, come previsto dall'articolo 27 della nostra Costituzione, alla rieducazione del condannato. Un obiettivo su cui Alfano si dice assolutamente d'accordo anche perché dovrà essere parte integrante di una riforma che, spiega, «segnerà lo spartiacque tra coloro che vogliono cambiare e coloro che vogliono mantenere le cose così come sono». «Non ci faremo scappare l'occasione — assicura — Cambieremo la giustizia perché la giustizia non va». E siccome «al centro di ogni processo c'è un uomo», saranno soprattutto i cittadini a beneficiare del lavoro del governo. Quanto alla possibilità di un dialogo costruttivo con opposizione e magistrati Alfano lascia aperto uno spiraglio. «Faremo la riforma dialogando e decidendo — prosegue — Dialogando perché scegliere senza dialogare potrebbe apparire come una dichiarazione di guerra unilaterale. Ma il parlare senza decidere è l'esatto contrario di quel buon governo di cui il Paese ha bisogno». Il Guardasigilli evita accuratamente di sbilanciarsi sui punti qualificanti della riforma («discuterò con la Lega dell'idea di elezione popolare dei pm») e qualche ora più tardi, partecipando alla manifestazione «VeDro» organizzata da Enrico Letta, assicura che il governo «presenterà un insieme di proposte, non c'è punto rinunciabile o irrinunciabile». Anche se poi annuncia che l'esecutivo punta a far approvare «dal Parlamento come primo collegato della Finanziaria la riforma della giustizia civile e di tirarlo fuori dalla Camera nei primi 10 giorni di ottobre», mentre già nelle prossime due settimane arriverà in Consiglio dei ministri il decreto per la copertura delle cosiddette Procure di frontiera. Un piccolo antipasto in attesa di quello che sarà. Un antipasto di cui fasicuramente parte l'idea del «braccialetto elettronico» per chi non ha commesso reati gravi rilanciata, tra timidi applausi, davanti alla platea del Meeting. E se a Rimini il Guardasigilli definisce l'indulto come un «fallimento», a Trento si dichiara affatto preoccupato da un possibile referendum sul lodo che porta il suo nome. L'ultimo pensiero, prima di salutare gli amici di Cl, va ai bambini sotto i tre anni che vivono in carcere. «Sono meno di 50 in tutta Italia — spiega — ritengo che sia ora di dire basta, perché non importa di chi siano figli, ma importa che siano bimbi e i bimbi non possono stare in carcere». L'idea è quella di confiscare beni dei mafiosi e adattarli a strutture «per farvi scontare la pena a mamme e figli». Anche il magistrato Pavarin applaude.