Progetto MAIA: Esprimere emozioni per
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Progetto MAIA: Esprimere emozioni per
DIVERSAMENTE ABILI Progetto MAIA: costo di rilevatori dei segnali provenienti dal movimento degli occhi o l’intercettamento di Affective Computing modifiche nell’espressione del volto, che possono invece rappresentare ad esempio per malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) in un certo periodo della loro vita gli unici movimenti residui hanno limitato il loro L’AFFECTIVE COMPUTING sviluppo e applicazione. Non è stato inoltre Affective Computing è la materia che si occupa ancora approfonditamente analizzata la di studiare l’interazione tra l’espressione delle possibilità di sfruttare il bio-feedback, sebbene si emozioni e l’elaboratore, o in altre parole trovino in letteratura interessanti riferimenti a analizza in che modo un elaboratore può strumentazione in grado di misurare segnali interpretare e/o influenzare il modo in cui la biologici che in parte possono essere controllati persona esprime il proprio stato d’animo. volontariamente. Un gruppo tra i più attivi e creativi di Affective Il problema di base è permettere ad un Computing è rappresentato da una sezione del elaboratore di utilizzare piccoli cambi di Media Lab presso il MIT (Massachusetts Institute espressione o alterazione di parametri biologici of Technology, http://affect.media.mit.edu/), con non necessariamente correlati al movimento cui collabora, fra gli altri, anche il Dipartimento come segnali assimilabili alla pressione di di Elettronica e Informazione del Politecnico di pulsanti, ma senza imbattersi in complicati Milano. (e costosi) dispositivi dedicati. Il tutto allo scopo di ampliare il più possibile le interazioni che PROGETTO MAIA l’utente può avere con l’elaboratore mantenendo MAIA, sviluppato presso l’Istituto Mario Negri sempre simile a se stessa l’interfaccia utente, in di Milano, è un progetto di ricerca a sfondo modo che in caso di patologia di tipo evolutivo essenzialmente informatico incentrato sullo il sistema possa – seguire» l’utente nel tempo, studio di tutte le metodologie mediante le quali senza costringerlo a passare da un metodo di un disabile motorio può interagire con un comunicazione all’altro. normale computer in assenza della possibilità di Per questa fase dell’attività di ricerca sono utilizzare i comuni sistemi (tastiera, mouse, state individuate ad oggi due tipologie di eventualmente monitor) allo scopo di rilevatori: una webcam (videocamera a comunicare con le altre persone bassissimo costo, collegabile ad un normale (www.maiaproject.org). Obiettivo del progetto è computer e già disponibile sul mercato) per il la predisposizione di software non commerciale riconoscimento a distanza (e quindi in forma e documentazione per dare una risposta al assolutamente non invasiva) di piccoli problema della comunicazione nella disabilità movimenti, e un impedenzimetro per la misura lontana da politiche di mercato (vedi R&P n. 21; del grado di sudorazione applicabile come un 39-41). anello ad un dito. La ricerca attivata per il progetto MAIA ha Utilizzando una webcam e grazie all’ausilio di finora previsto come strumenti di interazione librerie di software libero disponibili su Internet dei dispositivi semplificati, ma assimilabili a (si tratta del progetto OpenCV, Open Computer pulsanti e normali sensori di pressione, con Vision, di Intel, www.intel.com/research/mrl/ sensibilità diverse, per rilevare alcuni tra i più research/opencv/) è stato sviluppato un software semplici movimenti residui degli arti o del capo, per testare i segnali effettivamente rilevabili, venendo così incontro alle possibilità di e a seguito di questo sono ad oggi state un’ampia casistica di spasticità e distrofie (come sperimentate in laboratorio interazioni quali il peraltro la maggioranza dei software rilevamento del movimento oculare orizzontale, commerciali di questo tipo). Tuttavia, l’elevato del movimento labiale (solo il riconoscimento . Esprimere emozioni per comunicare con un computer R&P R&P 200 25 0 ;0 52;1 :2 12:4 1 0 -02- 4 03 0 241 DIVERSAMENTE ABILI Progetto MAIA: Affective Computing di bocca aperta/bocca chiusa) e il movimento delle sopracciglia, con una discreta precisione. Su questo tema è allo studio la possibilità di interpretare un eventuale linguaggio dei segni più complesso basato sul movimento degli arti che potrebbe venire in aiuto a persone con patologie molto differenti, come il già affrontato tema della spasticità. Relativamente al bio-feedback l’analisi è stata portata avanti sulla possibilità di rilevare l’influenza che il grado di sudorazione subisce in funzione dell’intensità delle emozioni provocate da pensieri su cui il soggetto può concentrarsi volontariamente (una specie di «macchina della verità» in cui il soggetto influenza volontariamente la misura, principale motivo tecnico per cui questo strumento non è particolarmente affidabile per identificare la buona fede dell’individuo). Per esemplificare il tipo di interazione ipotizzata è stato verificato come il pensiero volontario volto ad uno scenario rilassante provochi un pressoché immediato aumento dell’impedenza superficiale della pelle verosimilmente correlato con il calo del grado di sudorazione (che uno strumento può rilevare nel giro di qualche secondo), mentre un successivo pensiero verso uno scenario eccitante o stressante porti ad una immediata riduzione dell’impedenza per via dell’aumento del grado di sudorazione, facilmente identificabile con il medesimo strumento di misura. Sebbene alcuni dei limiti di questo tipo di comunicazione appaiano subito evidenti (prima di tutto l’influenza del fattore stanchezza molto elevato, nel senso che non è facile mantenere la concentrazione sui due «pensieri pilota» per lungo tempo), il fatto che in questo caso non sia richiesto alcun movimento fa sperare nella possibilità di utilizzare questa metodologia anche in caso di difficoltà di movimento veramente insuperabili, sempre che la patologia non abbia influenzato quella che potremmo chiamare «espressione» del sistema vegetativo. Ancora, le persone con SLA molto avanzata sembrano rappresentare un buon esempio di utenti che potrebbero trarne un beneficio. TECNICHE DI AFFECTIVE COMPUTING E CASI REALI Lo sviluppo di tecniche di Affective Computing per comunicare mediante l’elaboratore sta affiancando (come per le altre tecniche di comunicazione implementate) la ricerca di una soluzione di un caso reale preso a modello. L’intento è predisporre una serie più ampia possibile di sistemi costruiti sui case study affrontati per permettere ai nuovi potenziali utenti di partire in fase di personalizzazione da soluzioni già sperimentate per problemi simili. In questo caso si tratta di un malato di SLA i cui movimenti residui sono ad oggi l’apertura e chiusura della bocca (ma senza possibilità di parlare), il movimento di occhi, palpebre e sopracciglia. Non è possibile misurare variazioni volontarie di respirazione (ci sono sul mercato sensori che operano in questo senso quando la respirazione è autonoma), perché questa è assistita da un respiratore automatico. Potendo presumibilmente per un tempo non elevato contare sui movimenti volontari di bocca e sopracciglia, gli sforzi sono ad oggi diretti alla misura del movimento delle pupille per permettere la scelta delle lettere da scrivere mediante rotazione simulata di un anello rappresentato a video (come se fosse incassato e posto in orizzontale nella barra delle applicazioni) che, diviso in tanti settori quanti sono i comandi imprimibili, si muove ruotando a sinistra o a destra a seconda che l’utente guardi all’estremità sinistra o destra del monitor, ma senza perdere di vista lo stesso, perché il feedback che il sistema fornisce è solo visivo e piuttosto rapido. Per permettere la scelta del settore interessato è ad oggi utilizzato il movimento della bocca (che se aperta conferma il comando impartito, mentre se chiusa permette la rotazione dell’anello). Una volta scelte le lettere e terminate le parole un sintetizzatore funzionante nella lingua prescelta si occupa di trasdurre lo scritto in parlato. Risulta immediatamente chiaro come questo tipo di misura sia sensibile a «rumore» rappresentato da uno starnuto piuttosto che da uno sbattimento palpebrale involontario, o ancora dalla distrazione dell’utente che solo R&P R&P 200 25 0 ;0 52;1 :2 12:4 1 0 -02- 4 03 0 242 DIVERSAMENTE ABILI Progetto MAIA: Affective Computing spostando lo sguardo fuori dall’area del monitor per comunicare, ad esempio, con un parente potrebbe causare auto-inneschi del sistema di scelta automatico, «sporcando» quanto scritto fino a quel momento, ma è il prezzo da pagare per un sistema di comunicazione basato su espressioni che comunemente usiamo per il linguaggio non parlato con le altre persone, e va quindi accettato eventualmente predisponendo meccanismi per la disattivazione/riattivazione della tastiera virtuale, che sono attualmente in studio. Interessante è anche l’adozione di metodi di compensazione di un sistema di sensoristica rispetto ad un altro, una specie di feedback che l’utente potrebbe fornire in risposta ad un comportamento corretto o meno nell’interpretazione automatica dei comandi. Ipotizzando di utilizzare la misura di alcuni parametri biologici per misurare lo «stato d’animo» dell’utente durante la selezione di comandi da una tastiera virtuale gestita mediante espressioni facciali, nel senso del grado di «soddisfazione» nell’approvazione o disapprovazione del sistema di interpretazione dei gesti si potrebbe pensare di annullare una interpretazione sbagliata quando il grado di «stress» rilevato dall’utente sale di colpo (in risposta ad un errore di interpretazione). Tecniche di questo tipo sono state sperimentate in campi molto diversi come l’e-learning dove il software tende a «correggere il tiro» degli esercizi proposti o delle lezioni impartite in funzione del grado di attenzione del discente, misurato mediante rilevatori di parametri biologici, ma andrebbero probabilmente arricchite di sistemi più complessi che la semplice misura dell’impedenza superficiale della pelle. Sforzi di questo tipo sono stati avviati da anni da molti gruppi di ricerca, seppur usando elettroencefalografi o comunque strumenti di misura estremamente sofisticati e ancora non pronti probabilmente per una diffusione su larga scala se consideriamo i fattori «costo» e «invasività» degli strumenti come determinanti. Luca Clivio Unità di Informatica per la Ricerca Clinica, Laboratorio Ricerca Traslazionale e di Outcome in Oncologia, IRFMN Milano [email protected] Il menù di Ricerca & Pratica è sempre più ricco. Collegandovi al sito trovate nuove Da una parte gli approfondimenti con interviste, articoli, interventi sull’attualità; sezioni. dall’altra, i link a siti utili per la medicina generale e non solo. www.ricercaepratica.it