File "elpontesel_NS_Anno6Numero2Luglio2010" di 1,41 MB

Transcript

File "elpontesel_NS_Anno6Numero2Luglio2010" di 1,41 MB
N.S. Anno 6, Numero 2, Luglio 2010
NOTIZIARIO COMUNALE DI VATTARO E PIAN DEI PRADI
sommario
“Vattaro in notturna con Vigolana”
(Foto Stefano Pasqualini)
Saluto del sindaco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Elenco delle principali delibere di Giunta. . . . . . . . . . . . . . . . .4
Esito delle elezioni e nuovi assessori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Movimento della popolazione residente 2009. . . . . . . . . . . . . . 7
La voce della Minoranza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Mostra su “Gioco-geometria”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
La “Festa degli alberi” sul Doss da Bugo. . . . . . . . . . . . . . . . . 12
Inaugurata la nuova Coop a Vattaro. . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
La ProLoco informa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Oliva Giacomelli ha raggiunto il secolo. . . . . . . . . . . . . . . . . 16
La maestra Domenica Campregher in Maccani . . . . . . . . . . . . . 18
Emilio dei Bolleri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Racconto di caccia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
La guerra privata di Elvira. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
Rododendri e altri fiori di montagna. . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Prima Comunione dei nostri bambini . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
La banchéta su ‘n zima alla Costa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Calendario estate 2010. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
Poesie e filastrocche. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
Udienze di Sindaco e nuovi Assessori. . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Notiziario Comunale
di Vattaro e Pian dei Pradi
N.S. Anno 6, Numero 2,
Luglio 2010 (1)
Direzione, redazione, amministrazione,
Municipio di Vattaro
Tel. 0461 848433
Direttore: Alcide Giacomelli
Direttore Responsabile: Marco Fontana
Hanno collaborato a questo numero:
Ass.re Matteo Giacomelli, Michela Bertuzzi,
Roberta Casagranda, Lia Sadler,
Armando Bassi, Monica Campregher,
Dario Rizzi
Autorizzazione Tribunale di Ttrento
n. 685 dd.05.08.2005
NOTA: chiuso in tipografia il giorno 22 giugno 2010 ad ore 11.00
El Pontesel
2
Grafica e stampa:
Litografia Effe e Erre - Trento
Comunicazioni del Sindaco
il sindaco
Grazie!
È con questo “grazie di cuore”
che mi rivolgo a tutti i cittadini
e compaesani di Vattaro, a nome
mio personale e a nome del neo
– eletto Consiglio comunale, ringraziando per la fiducia accordataci nelle recenti consultazioni
elettorali del 16 maggio u.s.
Pubblicamente, avevo dichiarato che il voto non è solo un momento elettorale importante in
cui una Comunità sceglie i propri rappresentanti; nel mio caso
è stata ed è anche una pagella, un giudizio sul lavoro svolto,
sugli impegni portati a termine
e sulle proposte fatte. Per chi fa
politica è l’unico stimolo importante per cui ci si dedica e ci si
mette in gioco: la passione di lavorare per una Comunità, con la
volontà di portare avanti delle
idee condivise.
Nel presente numero del Notiziario comunale relativo alla nuova
Legislatura 2010 – 2015 troverete le nomine dei nuovi assessori e
dei consiglieri delegati, le ultime
delibere della precedente Legislatura e le prime della nuova, alcune novità editoriali e poi i tradizionali spazi dedicati alla memoria storica e alla Comunità di Vattaro.
In questo articolo iniziale ripropongo l’introduzione al programma di governo presentata al Consiglio comunale in data 31 maggio u.s.: “… l’amministrazione di
una piccola Comunità come la
nostra non può concentrarsi su
un singolo intervento, ma deve
contemplare tutto il territorio. La
nostra Comunità ha bisogni e attese diversificate, per questo ci
impegniamo ad affrontarli tutti
con pari impegno e dignità, così
come dimostrato durante la passata legislatura. Allo stesso modo
vanno coinvolte le realtà sociali e
associative: tutte a pari livello e
con pari dignità, così come è intenzione di questa riconfermata
Amministrazione aprire un dialogo con la minoranza in consiglio
comunale per riformare lo Statuto comunale e per “amministrare
insieme”, favorendo un atteggiamento di confronto ed evitando
il piano dello “scontro”.
Con questo spirito, con maggiore
maturità e rinnovato entusiasmo,
cercherò di essere all’altezza del
compito che mi avete assegnato.
Il Sindaco
dott. Devis Tamanini
3
El Pontesel
Elenco delle principali delibere
di Giunta e del Consiglio
con una breve descrizione
attività
amministrativa
delibera 20 del 3 marzo u.s.
• siConè incaricato
l’ing. Walter Sa-
•
•
•
dler di redigere la variante per
la messa in sicurezza di Via San
Martino, variante necessaria al
fine di mettere in sicurezza la
base del versante sul torrente Trambario, sotto la strada Via
San Martino;
Attraverso la delibera 21/2010 la
Giunta comunale ha approvato
il conto consuntivo 2009 del Comune di Vattaro;
Al fine di garantire la manutenzione delle canalette sul territorio comunale di Vattaro, è stato
deciso anche per l’anno 2010, di
affidare al sig. Giacomelli Camillo, nato a Vattaro il 28.01.1947 e
residente a Vattaro la manutenzione ordinaria delle strade comunali ed in particolare della
pulizia delle canalette e caditoie
nel corso dell’anno.
Nell’ambito della collaborazione
con le amministrazioni limitrofe,
è stata stipulata la convenzione
per la valorizzazione della miniera di Calceranica e dei sentieri e
paesaggi connessi. Con delibera
41/2010 è stato approvato il progetto di gestione anno 2010 previsto dall’accordo di programma tra la Provincia Autonoma di
Trento e i Comuni di Calceranica
al Lago, Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro per
la valorizzazione e promozione
della storia mineraria di Calceranica, dell’Altipiano della Vigolana e dell’alta Valsugana. La spesa
complessiva del progetto di gestione prevista per l’anno 2010
ammonta ad euro 95.171,00,
El Pontesel
•
dei quali euro 60.546,00 a carico della Provincia, euro 4.800,00
a carico dei quattro Comuni della Vigolana ed euro 29.825,00 a
carico del Comune di Calceranica, il quale prevede di accollarsi
anche la spesa per la manutenzione straordinaria della galleria prevista in euro 340.000,00.
La quota a carico del Comune di
Vattaro per l’anno in corso è pari
a Euro 2.000,00.
Con delibera 51/2010 si è approvata in linea tecnica e a tutti gli
effetti di legge la perizia lavori inerente le opere per la realizzazione delle scritte indicative e
dei murales sulla facciata nordest magazzino VV.FF. edificio
p.ed. 511 C.C. Vattaro – Via Dosso predisposta dall’Ufficio Tecnico Comunale e composta dagli elaborati elencati in premessa per un onere di spesa di complessivi € 4.320,06 e di affidare
i lavori e le forniture a trattativa
diretta alla ditta ARTEDECORO
di Laura Micheli di Bedollo (TN).
Principali delibere del Consiglio
comunale:
Con delibera 2/2010 il consiglio
comunale ha apportato la prima
variazione al bilancio del 2010: la
variazione al Bilancio dell’esercizio finanziario in corso, si rende
necessaria e indispensabile sia
per adeguare la parte corrente
del Bilancio alle nuove esigenze
contabili accertate ed emerse su
alcune Risorse dell’Entrata e Interventi della spesa, sia per conformare la parte straordinaria del
documento contabile ad alcune
•
4
esigenze e necessità contingenti riferite all’evolversi amministrativo e contabile di alcune spese
d’investimento già programmate. In particolare, le variazioni sugli interventi di parte corrente
della spesa per complessivi Euro
29.850,00 si riferiscono alle spese
del personale dell’ufficio tecnico comunale trasferito in comando presso il Comune di Pergine
Valsugana per Euro 26.850,00 e
conseguente assunzione di una
nuova dipendente, e per Euro
3.000,00 per spese sostituzione
temporanea dell’operaio comunale in seguito ad infortunio per
manutenzione strade comunali e parchi e servizi per la tutela
ambientale. Tali maggiori spese
per complessivi Euro 29.850,00
sono coperte per Euro 26.850,00
dal trasferimento da parte del
Comune di Pergine per il personale tecnico in comando e per
Euro 3.000,00 con minori spese
di Euro 2.500,00 per incarichi legali e notarili e per Euro 500,00
spese d’ufficio. Le maggiori spese di parte straordinaria per complessivi Euro 321.326,00 sono dovute alla Realizzazione di una
struttura multi servizi in frazione
Pian dei Pradi sulle p.f. 1044/1 e
1049/2 (comprensivo di acquisto terreni) per Euro 238.463,00
ed Euro 82.863,00 per i lavori di
installazione staccionate in legno lungo la strada della Malga Bue, finanziati rispettivamente con la concessione del contributo P.A.T. per Euro 205.658,00
come da nota di data 19.01.2010
e per Euro 32.805,00 con utiliz-
attività
amministrativa
•
•
•
zo Mutuo con il Bim del Brenta; con la concessione del contributo P.A.T. per Euro 37.500,00 di
cui alla nota protocollo 16578/4
di data 20.11.2009, con Euro
6.167,00 con contributo APE della P.A.T. con Euro 18.800,00 da
Entrate una tantum per canone
concessione pregressi e non ripetibili per uso pascoli, con Euro
20.396,00 con utilizzo Mutuo Bim
del Brenta;
Attraverso la delibera 3/2010 si
è prorogata la convenzione per
due anni con il Comune di Bosentino per la gestione associata dei cantieri comunali, ciò in
attesa di ampliare questa convenzione anche con altri Comuni della Vigolana;
Con delibera 4 del 29 marzo il
consiglio comunale ha deliberato due variazioni al regolamento comunale di polizia mortuaria e cimiteriale, al fine di favorire sempre di più la pratica della
cremazione delle salme e la collocazione delle ceneri nel cimitero comunale;
Con delibera 7 del 29 marzo u.s.
il consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo per la concessione in uso a trattativa diretta della ex malga Bue in loc. Doss
del Bue per la gestione mediante ristorante. Il consiglio comunale ha inoltre approvata e fatta
propria la proposta della Giunta comunale per la concessione
in uso, per dodici anni a trattativa diretta, a titolo oneroso al signor Massimo Ferrari la p.ed. 128
in C.C. Vattaro di mq 3.956, facente parte del patrimonio d’uso ci-
•
di Vigolo Vattaro, comune capofila; con delibera 8/2010 è stato
approvato lo schema di convenzione e dato mandato al sindaco
per sottoscriverlo;
vico e costituita dall’edificio della
ex malga Bue ristrutturato, composto da cantina, piano terra (lordi mq 296,36), I° piano (lordi mq
223) e da un’area adibita in parte
a parcheggio (44 posti macchina)
e in parte a pertinenza dell’immobile, ai fini di svolgimento
dell’attività di ristorante con prodotti di qualità e prevalentemente con cucina tradizionale, bar e
vendita prodotti, di valutare favorevolmente l’offerta di data
22.03.2010 prot. 1266 presentata
al Comune di Vattaro dal signor
Massimo Ferrari per l’attività di
gestione e la concessione in uso
di cui al punto precedente;
Come ormai tradizione, anche
per l’anno 2010 è stato istituito il
servizio di colonia diurna estiva
in collaborazione con il Comune
Il 31 maggio 2010 ha avuto
luogo il primo consiglio comunale della nuova Legislatura 2010 – 2015, in questo caso
le delibere sono soprattutto
adempimenti formali, a parte
la proposta degli indirizzi generali di governo:
Con delibera 13/2010 il Consiglio
comunale ha approvato a maggioranza (10 voti favorevoli e 5
voti contrari) il documento con le
linee programmatiche proposto
dal sindaco neoeletto, contenente gli indirizzi generali di governo.
•
5
El Pontesel
Ringraziamenti
e riflessione post-elettorale
attività
amministrativa
di Matteo Giacomelli
Ass.re alla Cultura, Sport, Ambiente ed Energie Rinnovabili
S
crivo questo breve articolo nelle vesti di Capogruppo
della lista civica “Tradizione
e Futuro” per esprimere un vivo
grazie ai nostri elettori. Le elezioni comunali del 16 maggio hanno riconfermato il nostro gruppo
a capo dell’Amministrazione Comunale di Vattaro.
La rinnovata Giunta Comunale è
composta da:
- Devis Tamanini, Sindaco di Vattaro
- Lino Boller, Vicesindaco e assessore a Lavori Pubblici, Foreste e
Scuola,
- Maria Furlani, assessore alle Politiche Giovanili, Sanità e Assistenza,
- Matteo Giacomelli, assessore
alla Cultura, Sport, Ambiente ed
Energie Rinnovabili,
- David Perazzoli, assessore
all’Edilizia Privata, Protezione
Civile, Associazioni di Volontariato e Turismo.
Sono stati eletti Consiglieri Comunali della nostra lista civica:
Michela Bertuzzi, Walter Furlani,
Lino Boller, Vicesindaco e ass.re a
Lavori Pubblici, Foreste e Scuola.
El Pontesel
Ognibeni Mirko, Valentina Maistri
ed Enzo Micheloni.
A nome di tutti i candidati della lista “Tradizione e Futuro”, rinnovo a
tutti i cittadini di Vattaro un sincero grazie, per averci sostenuto, dimostrando un forte orientamento
e nel contempo un apprezzamento per quanto abbiamo fatto in
questi anni di vita amministrativa.
Credo che l’interesse verso l’attività amministrativa sia segno di maturità; interessarsi della vita sociale
e politica del proprio paese significa vivere attivamente il proprio
territorio e la propria comunità.
Un grazie va ai candidati della nostra lista che non sono entrati in
Consiglio Comunale: Chiara Maestri, Mattia Giacomelli e Karin
Monte. Un ringraziamento particolare per Marco Ducati e Alessandro Micheloni, che non solo
hanno fatto parte dell’amministrazione comunale uscente, ma
hanno contribuito enormemente
nella gestione delle attività della
precedente amministrazione.
Maria Furlani, ass.re alle Politiche
Giovanili, Sanità e Assistenza.
6
Ringrazio i cittadini che hanno
contribuito con il loro voto alla
nostra riconferma, dando fiducia a noi e alle nostre idee: in questo modo hanno garantito a Vattaro una continuità amministrativa,
che per noi è fondamentale se vogliamo migliorare il nostro paese
concretizzando le nostre proposte.
Negli scorso mandato, infatti, abbiamo realizzato diverse opere e
servizi, ma abbiamo anche creato
i presupposti per nuove iniziative,
che ora sono in stato di avanzata
progettazione e che presto saranno messe in cantiere.
Noi crediamo che, per poter migliorare il nostro paese, sia necessario un dialogo continuo fra cittadini e amministratori, sia attraverso le udienze con sindaco e assessori, sia dialogando con i consiglieri comunali e gli uffici. Un contatto
diretto con la comunità dei cittadini, per noi significa poter capirne in
profondità le esigenze e i bisogni,
così da poter agire efficacemente e
rapidamente per soddisfarle.
Matteo Giacomelli, ass.re alla Cultura,
Sport, Ambiente ed Energie Rinnovabili.
David Perazzoli, ass.re all’Edilizia Privata, Protezione Civile, Associazioni di Volontariato e Turismo.
Movimento della
popolazione residente Anno 2009
a cura di Dario Rizzi – Ufficio Demografico
Movimento della popolazione residente
M
581
F
546
T
1127
5
4
9
5
4
9
1
5
4
1
9
6
-1
4
0
10
-1
19
5
0
24
19
8
0
27
38
13
0
51
21
1
1
23
17
2
19
38
1
3
42
Differenza tra iscritti e cancellati
1
8
9
INCREMENTO O DECREMENTO
0
8
8
581
554
1135
Popolazione al 01/01/2009
NATI VIVI
Nel comune
In altro Comune
All’estero
Totale Nati
MORTI
Nel Comune
In altro Comune
All’estero
Totale Morti
Differenza tra Nati e Morti
ISCRITTI
Provenienti da altri Comuni
Provenienti dall’Estero
Altri
Totale Iscritti
CANCELLATI
Per altri Comuni
Per l’estero
Altri
Totale Cancellati
Popolazione al 31/12/2009
Statistica della popolazione al 31/12/2009 suddivisa per sesso e stato civile
MASCHI
FEMMINE
Celibi Coniugati Divorziati Vedovi Tot. M Nubili Coniugati Divorziati Vedove Tot. F.
286
279
12
4
581
205
269
15
65
554
7
El Pontesel
attività
amministrativa
Movimento della popolazione straniera residente
ANNO 2009
Popolazione Straniera al 01/01/2009
Iscritti per nascita
Iscritti per trasferimento da altri comuni italiani
Iscritti per trasferimento dall’estero
TOTALE ISCRITTI
M
16
1
2
3
6
F
24
0
2
5
7
T
40
1
4
8
13
0
3
0
5
0
8
Cancellati per Morte
Cancellati per trasferimento ad altri comuni italiani
Cancellati per trasferimento all’estero
Acquisizione di cittadinanza italiana
Cancellati per irreperibilità
TOTALE CANCELLATI
0
3
Popolazione Straniera al 31/12/2009
Di cui stranieri minorenni (nati dopo 31.12.1991)
Stranieri nati in Italia
19 24 43
4 4 8
1 2 3
Numero di Famiglie con almeno uno straniero
Di cui famiglie con intestatario straniero
25
19
2 2
7 10
Cittadini Stranieri per Cittadinanza e Sesso al 31.12.2009
M
F
T
Austria
1
3
4
Paesi bassi
1
0
1
Polonia
0
1
1
Regno Unito
0
1
1
Romania
5
3
8
Albania
1
0
1
Moldova
2
4
6
Serbia, Repubblica di
0
1
1
Ucraina
4
6
10
Marocco
2
1
3
Nigeria
1
0
1
Brasile
0
3
3
Perù
0
1
1
Libano
2
0
2
TOTALE
19
24
43
El Pontesel
8
Nati nell’anno 2009
Cognome
Nome
ATTIOUI
IMRAN
CASAGRANDE
SIMONE
GIACOMELLI
RACHELE
MARTINELLI
MARTINO
MARTINELLI
TOMMASO
PELLEGRINI
LEONARDO
SHARROUF
ALICE
TAROLLI
VIRGINIA
VISINTAINER
SARA
Deceduti nel 2009
Cognome
Nome
ANDERMARCHER
FRANCESCA
BIASIONI
ELODIA
BOLLER
TULLIO
DUCATI
LINO
FACCHINI
CLARA
GIACOMELLI
MARIO
GIACOMELLI
TERESINA
TAMANINI
DANILO
UNTERHUBER
ULRICO
ZACCARELLI
WEINER
Matrimoni nel 2009
FIORONI / CATTANI
SASSUDELLI / MAESTRI
FRANCESCOTTI / BAUER
CONCI / BETTI
BOLLER / DUCATI
QUAGLIERINI / BERNARDINATTI
DE MARTIN PINTER / PEDRAZZA
La voce
della Minoranza
attività
amministrativa
Diciamo NO al progetto presentato dall’Amministrazione uscente per i seguenti motivi:
• per il notevole impatto ambientale e paesaggistico dovuto alla sua localizzazione nell’unica zona a
parco e a ridosso del più importante complesso storico-artistico del Comune di Vattaro (palazzo Bortolazzi);
• per l’oppressione visiva che la struttura prevista eserciterebbe sul palazzo sopra indicato, sull’adiacente
scuola dell’infanzia e sulla storica chiesetta di San Rocco;
• per l’invasività che l’edificio progettato avrebbe sul parco esistente e su Via Giardini, con notevole riduzione dell’area verde;
• perché la costruzione di quanto previsto comporterà per parecchi anni gravi disagi al centro storico ed
alle scuole attualmente esistenti;
• per il costo eccessivo riferito ad una soluzione non idonea a rispondere ai reali e futuri bisogni della popolazione e che per di più condizionerebbe i bilanci comunali per molto tempo;
• per il sottodimensionamento del complesso e la sua particolare ubicazione, che escludono sia eventuali futuri ampliamenti sia la possibilità di avere una palestra regolamentare a disposizione della scuola
e di tutti i cittadini;
• per la pericolosità intrinseca dovuta alla presenza del parcheggio seminterrato sotto le aule, della centrale termica prevista a biomassa collocata sotto il cortile dell’asilo, con conseguenti emissioni di fumi,
pericolo d’incendio, elevata rumorosità, incremento di traffico a ridosso dell’ingresso delle scuole e nella piazza;
• per la mancanza di idoneo e sicuro cortile compartimentato a servizio esclusivo degli alunni;
• per la mancanza di spazi riservati di accesso in sicurezza alle scuole e alle fermate dei mezzi per il trasporto degli alunni;
• per il disturbo che i bambini dell’asilo daranno a quelli della scuola primaria, passando dall’edificio per
raggiungere la mensa;
• per l’assoluta mancanza di riguardo ai reali utenti del complesso scolastico, bambini, insegnanti e
genitori;
• per la radicale assenza di una visione futura e intercomunale del nostro territorio, inteso come insieme di quattro paesi che possono collaborare assieme distribuendosi in modo equo servizi e risorse.
Per le motivazioni sopraindicate, i sottoscritti Consiglieri del Comune di Vattaro non intendono assumersi le responsabilità conseguenti – previste dall’art. 5 dello Statuto che recita “I Consiglieri sono responsabili dei voti che esprimono sulle proposte sottoposte alla deliberazione del Consiglio. Tuttavia, sono esenti da
responsabilità i Consiglieri che dal verbale risultino assenti o contrari” e, pertanto dichiarano il proprio voto
contrario al punto 5 dell’ordine del giorno, in modo specifico al “progetto centro civico-polo scolastico su Via
Giardini e parte del parco di Vattaro” del “documento programmatico”.
Chiediamo che le presenti motivazioni vengano trascritte a verbale nonché pubblicate sul prossimo Notiziario comunale.
Seguono le firme autografe dei singoli consiglieri della Minoranza
9
El Pontesel
Mostra su
“Gioco-geometria”
dalla Scuola
dell’Infanzia
della Maestra Luciana Ducati
Nota. La Mostra, proposta dalla Scuola dell’Infanzia nel periodo 20-26 maggio 2010 ed esposta nei locali della Sala consiliare, è la sintesi del progetto didattico che ha interessato, nel corso dell’anno scolastico
2009-2010, le tre classi dei bambini che frequentano la Scuola. È questa, in ordine di tempo, la seconda
mostra che la Scuola propone; la prima risale all’anno scolastico 2005-2006 ed era intitolata “Esplorando: indagine sui percorsi sensoriali”.
La Mostra attuale si riferisce ad una indagine condotta sul pensiero logico dei bambini nel campo della
geometria. Il lavoro in classe è stato affiancato da una ricerca pratica nell’ambiente naturale, per individuare le forme concrete e osservarle da vicino, per saperle poi riproporre in forma grafica. (ag)
Il nostro percorso comincia
da qui…
ognuno e lo identifichiamo con la
sua forma circolare.
Tracciare prima sul pavimento e
poi sulla carta tutti i cerchi piccoli e grandi percorsi e segnati con
il corpo: marce, danze, girotondi,
lotte, imparando a stare all’interno del cerchio, a non oltrepassare la linea di confine, a calibrare
le forze, la coordinazione, la padronanza di se stessi, l’autocontrollo.
Chiave di lettura. Questi giochi
sono esibizioni ludiche che abituano il bambino all’equilibrio
della mente, alla precisione, alla
Il Girotondo è sicuramente uno
dei modi più belli per affezionare i bambini alla Scuola; da sempre si va all’asilo per fare Girotondo, per stringersi la mano, imparare a cantare, girare, cascare tutti assieme.
Dal Girotondo tuttavia si possono
ricavare moltissime altre cose…
nascoste dentro il gioco stesso.
Come abbiamo fatto a fare Girotondo? Tutti si guardano in faccia!
Tutti si danno la mano! Seguiamo sul pavimento il percorso di
Uno scorcio della Mostra con bambini in visita.
El Pontesel
10
misurazione fisica, al controllo delle posizioni e alle disposizioni corrette nelle esecuzioni, alla percezione delle regole
che vengono utilizzate e applicate senza essere nominate, e
diventano parte integrante delle furbizie e delle strategie dei
bambini.
Partendo da qui, dalla voglia dei
bambini di esibirsi con il corpo in
diverse maniere, abbiamo utilizzato il “cerchio” come oggetto ludico
che fa da contenitore ai nostri giochi, inserendo una frase magica
per eseguire le acrobazie sportive:
“Se il cerchio c’è, la forza è con me!”
Il percorso in questione ci apriva a molteplici scelte didattiche;
dopo una riflessione su quali temi
privilegiare nel corso del corrente anno scolastico, abbiamo scelto la strada di sviluppare il progetto attorno alle figure geometriche, partendo dal cerchio,
per introdurre poi il quadrato e il
triangolo. Questo ambito logicomatematico era secondo noi da
sperimentare con i bambini, pur
mantenendo la struttura giocosa (ludica) del percorso, con frequenti confronti con il pensiero
logico.
dalla Scuola
dell’Infanzia
Il quadrato… il triangolo…
Il quadrato… il triangolo
I bambini manifestano un forte interesse per il personaggio di
“Arsenio Lupin”. Rimane ancora
lui la cornice del nostro percorso, che prosegue con le figure: Il
quadrato e il triangolo…
La geometria dei percorsi
Dopo la pausa delle vacanze di
Natale nei giochi dei bambini si
sono presentati dei personaggi ricorrenti: “le spie”. Cogliamo questo importante spunto affettivoemotivo e lo usiamo per introdurre la “geometria dei percorsi”.
Le spie si conoscono e si sperimentano attraverso: percorsi, cunicoli, labirinti, mappe… Successivamente abbiamo inserito il personaggio di Arsenio Lupin, ladro gentiluomo; anche lui
come tutte le spie, usando astuzia e intelligenza, supera ostacoli e trova espedienti originali per
sfuggire alla polizia.
Chiave di lettura. Imparare ad
Spaccato della Sala consiliare che dà la misura della Mostra e della sua qualità artistica.
orientarsi nello spazio dentro un
ambiente, all’interno di una zona
più o meno demarcata, costituisce uno degli obiettivi più importanti della Scuola dell’Infanzia. Questo si traduce nell’abilità
di sapersi recare in un luogo anche verso le stanze della Scuola,
nel sapersi orientare, nel trovare
Uno scorcio che consente di apprezzare da vicino gli aspetti grafico-pittorici .
e fissare punti di riferimento, nel
localizzare oggetti, nel collocarsi
con il corpo dentro spazi disponibili, riconoscendo le cose che si
trovano davanti- dietro – sopra
– sotto – ai margini – ai confini –
vicino – nel centro – alla periferia – sulla destra – sulla sinistra.
Le probabilità
Perché inserire la probabilità?
Per educare al pensiero probabilistico, per scoprire criteri utili per
effettuare delle scelte, per elaborare strategie per analizzare ed affrontare fenomeni certi o incerti,
causali.
La probabilità è stata introdotta in modo molto intuitivo, senza
dover affrontare calcoli, ma lavorando sul piano linguistico e della formazione mentale mettendo
in luce le differenze tra linguaggio mentale e il linguaggio specifico della disciplina termini come:
– possibile – probabile – certo –
impossibile .
11
El Pontesel
La tradizionale “Festa degli alberi”
sul Doss da Bugo
dalla Scuola
a cura di Alcide Giacomelli
I
l 3 giugno u.s. si è svolta l’annuale “Festa degli alberi” in località Prai Veci, sul Doss da
Bugo. La festa ha consentito ai
bambini di compiere una vera
escursione nella natura e di vivere qualche ora a contatto con
un ambiente naturale di prima
grandezza, dove l’aria è particolarmente buona e il paesaggio da
cartolina. I bambini della locale
Scuola Materna hanno raggiunto
la suggestiva cornice del Rifugio
Madonnina in pullmino, mentre
i bambini più grandi della Scuola
Elementare sono saliti a piedi lungo la strada del Lonzi e di Costa
Granèla. In tutto erano presenti alla festa più di cento bambini,
accompagnati dai loro insegnanti. Il cielo era estremamente terso
e azzurro quella mattina; dai prati del Rifugio la montagna appariva maestosa e vicina, ostentando
tutta la sua esuberante bellezza
di canaloni, crode, anfratti e cime.
La cerimonia d’inizio si è tenuta in
un prato poco discosto dalla Malga. Erano presenti il parroco don
Giorgio, l’Ispettore forestale Loris
Sperandio della stazione forestale di Levico, la guardia forestale
Mario Ducati e Maria Furlani per
conto del Comune, assessore alle
attività sociali di recente nomina.
Don Giorgio dopo un breve discorso sul significato della festa, ha benedetto le piantine che dovevano poi essere messe a dimora. È
toccato poi all’Ispettore Sperandio, che ha dialogato qualche minuto con i bambini, parlando del
2010 anno – ha sottolineato - dedicato alla bio-diversità, che comprende aria, acqua, animali e piante, del rispetto per la natura da
parte dell’uomo, adulto o bambino che sia; da ultimo ha letto una
significativa preghiera scritta dal
patrono dei forestali, tale Giovanni
Gualberto da Vallombrosa. L’assessora Maria Furlani ha rivolto, a sua
volta, un breve saluto ai presenti,
in cui si è presentata, ha suggerito
ai bambini il rispetto per la natura
e ha ringraziato chi l’ha preceduta.
È seguita la fase di “messa a dimora delle piantine” da parte dei
bambini, assistiti nella delicata
operazione dai forestali e dal personale presente.
C’è stato poi un momento di assoluta libertà sui prati del Madonnina, che ha culminato in un
Festa degli alberi 2010 in località Prai Vèci sul Doss del Bugo.
El Pontesel
12
I forestali aiutano i bambini nella messa
a dimora delle piantine.
pranzo succulento, dove l’appetito non è certo mancata a causa
dell’aria fresca e sottile del Corno.
Un tempo la festa degli alberi era
un giorno speciale atteso dagli
scolari, sia per la possibilità di trascorrere una giornata all’aperto, sia
per la degustazione insolita di un
fantastico panino con la mortadella, allora specialità rara e appetibile. La festa era anche occasione per
un’“educazione civica” supplementare, in cui i maestri, qualche giorno prima dell’evento, si prodigavano nel parlare dell’importanza degli alberi nella natura, del rispetto
e dell’amore che ogni bambino e
uomo deve alle piante e al bosco.
Il giorno della festa, nel bosco,
era il maestro anziano che teneva l’orazione principale, seguito
dall’Ispettore o da chi ne faceva
le veci. Nel tardo pomeriggio si
faceva ritorno a casa.
Speriamo che anche ai tempi nostri
la “Festa degli alberi”, più organizzata e più ricca, non sia un evento formale che si risolve nella ripetitività
e nella tradizione, ma lasci nei nostri bambini un ricordo forte e un
segno per il domani.
Inaugurata la nuova Coop
con sede in via Dante, 15
D
omenica 25 aprile, in una
giornata di sole e cielo sereno, si è inaugurata la nuova
Coop, che ora ha la sua sede prestigiosa in Via Dante 15, occupando interamente gli spazi a piano
terra. Il negozio, che si presenta
ben strutturato e moderno, copre
una superficie commerciale utile
di mq 299, su cui esporre le merci,
più mq 216 comprendenti gli uffici e il disbrigo.
Precedentemente la Famiglia Cooperativa, che vanta una storia più
che centenaria, essendo nata nel
lontano 1896, aveva sede nella seconda piazza del paese, denominata “piazzetta”; lì era nata ed era
progressivamente cresciuta negli
anni fino alle dimensioni attuali.
Il giorno dell’inaugurazione il parcheggio antistante il negozio era
associazionismo
a cura di Alcide Giacomelli
occupato dal buffet della società Aristo-3, incaricata di fornire i
pasti di mezzogiorno alle autorità presenti e ai numerosi ospiti
che stipavano la strada. Sul piazzale davanti al negozio si sono alternati vari oratori, coordinati da
Diego Nart dell’Ufficio stampa
della Federazione.
Il presidente cav. Rino Campolongo, prima gerente della cooperativa (dal 1959) e poi presidente (dal 1984), ha ringraziato
tutti coloro che hanno in qualche modo collaborato alla realizzazione dell’opera; ha poi ricordato brevemente l’iter di crescita della Famiglia Cooperativa:
da negozio di prodotti di prima
necessità del Dopoguerra, a supermercato. Nella crisi economico-finanziaria attuale, la Coop di
L’edificio originale della prima Cooperativa, nell’angolo est della piazzetta, con
annesso il burrificio (1951).
Il presidente cav. Rino Campolongo, affiancato dalle autorità, taglia il nastro che inaugura la nuova struttura.
13
El Pontesel
associazionismo
Vattaro – ha aggiunto – ha voluto fare uno sforzo e un salto
di qualità per garantirsi stabilità
economica e si è allargata coinvolgendo una decina di altri negozi sparsi sull’altipiano di Lavarone e Folgaria, tanto che ora la
Coop ha come ragione sociale
quella di “Famiglia Cooperativa
di Vattaro e altipiani”.
È stata la volta del sindaco di Vattaro, dott. Devis Tamanini, che
si è complimentato per la nuova Coop che coniuga – ha detto
- modernità e funzionalità; ha poi
invitato gli utenti ad esserne “fedeli” sostenitori, per garantire un
servizio che è stato e rimane prezioso.
È seguito l’avv. Alessandro Olivi, assessore provinciale al Commercio e l’assessore Franco Paniz-
za; entrambi si sono rallegrati per
l’iniziativa, che “è frutto di perseveranza, passione e dedizione”,
ha sottolineato Olivi; considerata in questi tempi di crisi “un sogno che celebra il protagonismo
della cooperazione”, ha precisato
Panizza. Il riferimento a don Lorenzo Guetti e alla cooperazione
a questo punto, è stato di prammatica, come anche l’invito a sostenere concretamente le “radici
comuni” della nostra storia sociale ed economica.
Anche Giorgio Fiorini, presidente del consorzio Sait e la vicepresidente della Federazione Mattarei hanno ribadito la relazione tra
i “piccoli negozi e il sistema di Cooperazione trentina”.
Quando tutti gli oratori hanno
concluso, è giunto da Bosentino
Inaugurazione della Nuova Coop. Intervento del sindaco, dott. Devis Tamanini.
El Pontesel
14
don Claudio Bazzetta, che ha benedetto il manufatto e le persone, rivolgendo ai presenti brevi
parole di saluto e di augurio.
Poi si è dato avvio a una parentesi di festa, attingendo al buffet.
La strada era letteralmente colma
di gente che transitava dal buffet
alla visita dei locali della nuova
cooperativa.
Nella storia della Coop di Vattaro, questa nuova opera aggiunge
prestigio e modernità alla Famiglia Cooperativa, nome sintetico
e significativo coniato un tempo
per sottolineare le relazioni umane e sociali che intercorrono tra
l’ente e i suoi associati. Si auspica che la “fedeltà” dei consumatori di Vattaro diventi prassi abituale, per garantire la continuità del
servizio e la sua crescita.
La ProLoco di Vattaro
informa
I
n data 17 marzo 2010 si è tenuta
presso la Sala consiliare del Comune l’annuale assemblea della ProLoco di Vattaro. All’ordine del
giorno c’era il rinnovo delle cariche
sociali e la programmazione delle
manifestazioni per l’anno 2010.
In merito al primo punto il direttivo
è stato così rinnovato:
Presidente: David Perazzoli; Vicepresidente: Cristina Sadler; Membri del
direttivo: Michela Bertuzzi, Monica Bassi, Serena Micheloni, Simone
Ducati, Matteo Giacomelli, Loris Tamanini, Denis Martinelli, Walter Furlani, Franco Parisi, Renzo Tonezzer, e
il sindaco Devis Tamanini membro
di diritto; segretaria: Karin Monte.
Nel corso dell’assemblea Luciano
Giacomelli è stato nominato socio
benemerito, per l’impegno profuso
negli anni a beneficio della ProLoco, specie quando ne era presidente, impegno che ha interessato anche l’ambito turistico e socio-culturale della nostra comunità.
Per quanto riguarda la programmazione delle manifestazioni per
l’anno 2010, la ProLoco può vantare un buon carnét che contiene un
nutrito numero di eventi. Voglio ri-
David Perazzoli confermato recentemente presidente della ProLoco.
associazionismo
di Michela Bertuzzi
Ricordo della Festa dell’estate, edizione 2009.
cordare qui in primis quelli già effettuati nello scorso anno in collaborazione con il Gruppo Alpini, cioè il Carnevale in Piazza San
Rocco; il tiro ai òvi di Pasquetta e la
giornata ecologica che ha interessato i bambini di Vattaro nella pulizia del nostro parco, delle strade
e dei boschi, per inculcare in loro la
necessità di mantenere puliti i nostri ambienti di vita.
Il primo evento in programma per
l’estate prossima sarà un concerto di
musica afro-reggae sul Doss da Bugo:
(NB: il reggae è un genere musicale
degli anni Sessanta che trae origine
dalla musica popolare giamaicana)
saranno due serata di buona musica avendo come cornice l’ambiente
naturale. Seguirà poi la partita di calcio-saponato al campetto del Parco
di Vattaro, manifestazione che negli
anni scorsi ha riscosso notevole successo di pubblico, con soddisfazione per gli organizzatori.
Da venerdì 13 a domenica 15
agosto si svolgerà la grande Festa
dell’Estate; è una manifestazione ormai consolidata negli anni, che co-
niuga divertimento e ottima cucina nostrana. La mattina di sabato
14 agosto si svolgerà la tradizionale “Sgalmeràda”, un percorso non
competitivo adatto alle persone di
tutte le età, una passeggiata di 9 km
nel suggestivo scenario di boschi e
prati, con degustazione, nei puntiristoro distribuiti lungo il percorso,
di prodotti gastronomici locali.
Non vogliamo qui dimenticare l’appuntamento estivo del giovedì col
cinema d’estate che ormai interessa
la nostra comunità da svariati anni:
il pomeriggio è riservato ai bambini
e la sera agli adulti.
Durante l’estate si terranno inoltre
diversi incontri musicali per allietare la nostra gente e i nostri ospiti:
matinée presso il Parco comunale;
concerti del Coro bandistico di Vigolo Vattaro e i celeberrimi “Suoni
delle Dolomiti”.
Vi aspettiamo numerosi alle nostre
manifestazioni, ricordando che siamo sempre disponibili a ricevere suggerimenti per migliorare la
qualità degli eventi e raccogliere
nuove idee per il prossimo futuro.
15
El Pontesel
tra cronaca,
storia e leggenda
Oliva Giacomelli (dei Nàndi)
ha raggiunto e superato il secolo di vita
a cura di Alcide Giacomelli
N
ella vasta sala a piano terra della Casa di soggiorno
S. Spirito di Pergine c’era
grande festa, sabato 24 aprile u.s.
Un’orchestrina sul fondo intratteneva gli ospiti con musiche appropriate; di tanto in tanto una cantante si inseriva nella band, esibendosi negli ultimi successi di
San Remo. Sulle pareti della grande sala, scritte multicolori inneggiavano alla “zia Oliva centenaria”.
La nostra zia Oliva – Oliva Giacomelli dei Nàndi – l’améda Oliva,
rimasta forse nubile per assistere
fratelli, nipoti e pronipoti, era assisa, per l’occasione, ad un tavolo posizionato di fianco all’orchestrina. Era attorniata dalla folta
schiera dei parenti di generazioni diverse, indaffarati nella distribuzione di torte di diversa qualità e fattura. Una bisbisnipotina di 10 anni, di terza generazione, si è accostata al microfono, e
con cipiglio professionale ha letto una commovente letterina piena di sentimento, di cose sagge e
di messaggi, scritta di suo pugno
e indirizzata a questa zia secolare. A questo punto è opportuno
riportare qui sotto il breve scritto,
integralmente.
All’alba di 100 anni fa la nostra
carissima zia Oliva è nata, credo, sprizzando gioia come ha fatto con noi in questi anni passati. All’età che adesso ho io, lei ha
perso la mamma, quindi ha dovuto aiutare a fare lei la mamma
con tutti quelli che erano bambini. Adesso la zia Oliva ha compiuto 100 anni, lei pèrò è rimasta ancora bambina: ha sofferto, ha gioito, ha visto il cambiamento dalla
guerra alla libertà, dalla crisi alla
felicità. Lei, non avendo le cose che
abbiamo noi oggi, si è fermata sulle cose più semplici e da lì è andata
avanti; noi nel mondo dovremmo
fare come lei. E così aiutando, ammirando la vita e apprezzando, saremo apprezzati e premiati dal Signore! NOI, CARA ZIA OLIVA TI STAREMO VICINI CON FELICITA’, COME
TU HAI FATTO CON NOI! Elisa Furlani (di anni 10)
Nel giorno del suo genetliaco, la zia Oliva al tavolo con la zia Lidia Boller di 98 anni.
El Pontesel
16
L’espressione ancora vivace della zia Oliva.
La zia Oliva, la festeggiata, ogni
tanto si lasciava attirare dai ritmi
musicali e allora batteva le mani
o le alzava seguendo chissà quali
fantasie musicali. Cento anni! Un
secolo! Mi sono avvicinato e, cercando di farla parlare nel rumore
assordante della sala, le ho chiesto: “Sa’ te pàrel Oliva, adess che
te g’hai zento ani?” Mi ha rivolto
una breve occhiata eloquente e
poi mi ha risposto: “Sat cossa che
te digo? L’era méio morir prima, no
star chi a dar briga no! At capì?” Il
messaggio è chiaro e la zia Oliva
è ancora molto lucida.
Sta ancora bene; l’unica cosa che
forse la angustia è l’ambiente, la
disciplina, la libertà “condizionata” che si vive lì dentro, lei abituata
alla vita semplice e libera della sua
casetta di Via Indipendenza a Vattaro, dove ha con- vissuto per più
di 50 anni con la cognata Lina…
E qui occorre tornare ai tempi in cui
la zia Oliva era ciarliera e raccontava volentieri, per filo e per segno
la sua vita. “Néven anca d’acordi –
ricordava Oliva, parlando della sua
tra cronaca,
storia e leggenda
Elisa Furlani, la bisbisnipote di Oliva Dei Nandi,che ha scritto la superletterina alla zia
centenaria.
convivenza con la cognata Lina. –
Ogni tant begàven, come suzéde n
tute le familie, ma po’ féven la paze.
Adess me cugnada, la Lina (Lina Micheloni dei Prussi, morta nel gennaio 2008) la è nada su per i boschi
del Paradiss a binar su brise – diceva scherzando Oliva. – Ela la è sempre stàda ‘mpasionada de fonghi e
de brise, sat…” Poi, parlava anche
della sua vita, presente e passata.
“Mi no me son mai sentùda de sposarme – raccontava. – Per primo
perché era la pù vecia della familia
e g’aveva sempre qualche matelót
da arlevar... En la me vita ho sempre fat la cenerentola, sat: meter le
man en l’aqua e lavar zo calzoti! Rispetada per quel, ma sempre soto! E
la roba pù bèla l’era quando se vedeva che le robe le neva meno male
e no gh’era disgrazie... Zercar, ensoma, che la barca la nessa avanti ala
meno pezo… A 30 ani – continuava
– son nada en Germania (nel 1940)
per guadagnarme ‘na lira, perché
ghe n’aveva 5 da mantegnir! Son restada fora per 4 ani calcàdi, e i soldi che ho guadagnà i è stadi apena
assà per comprar ‘na manzòta! Eco,
tuti i me guadagni ‘n do che i nàdi a
finir! La lira (il marco!) la era nada ‘n
tera e mi son restada con en pugn
de mosche… At capì?”
E qui finisce il resoconto di vita
della zia Oliva dei Nandi, una persona semplice, disponibile sempre in tante azioni caritative che
hanno costellato e caratterizzato
l’intera sua esistenza. È una personcina encomiabile, da proporre
come esempio di vita alle generazioni presenti. Le auguriamo tutto il bene possibile (anche adesso
che è ultrasecolare) come lo si può
augurare ad una persona semplice e buona che al mondo non ha
fatto altro che seminare del bene
a piene mani…Ciao, zia Oliva.
La zia Oliva fatta segno di felicitazioni, abbracci e omaggi floreali.
17
El Pontesel
tra cronaca,
storia e leggenda
La maestra Domenica Campregher
in Maccani è tornata alla Casa del Padre
a cura di Alcide Giacomelli
I
l giorno 6 maggio u.s. la maestra Domenica Campregher
in Maccani ha concluso il suo
cammino terreno ed è tornata
alla Casa del Padre.
Era nata a Vattaro il 24 agosto
1919, figlia di Domenico Campregher (1892-1919) e di Emma
Zamboni (dei Bavéti), conosciuta
a Vattaro e dintorni per la sua attività di levatrice. Domenica (in paese era chiamata semplicemente Minicòta) venne considerata
orfana di guerra perché il padre
Domenico, ferito sui campi della Galizia dove aveva combattuto
come la maggior parte dei Trentini, era tornato a casa debilitato e
aveva preso la terribile epidemia
Spagnola, che lo portò rapidamente alla tomba. In conseguenza di ciò Minicota venne considerata “orfana di guerra” e le fu assegnato un sussidio, una borsa di
studio che le consentì di compiere, in un collegio di Genova, tutto
l’iter scolastico, dalle elementari all’Abilitazione
Magistrale.
Quando esce è già diplomata e comincia a
fare scuola. Nel 1939-41
è in Alto Adige, a Prantago e Marlengo, nelle
Scuole rurali dell’ONAIR
(Opera nazionale Italia
redenta); nel 1941 è a
Cilla, nel Bleggio, e poi
a Lavarone Chiesa, dove
il Provveditorato le affida l’organizzazione e la
gestione dei corsi della Scuola postelementare che avrà la sua sede
nella frazione dei Gionghi. Minicota rimane ai
Gionghi per 2 anni. A
Lavarone conosce Gui- Domenica Campregher e Guido Maccani il giorno
do Maccani e si sposano del loro matrimonio (21 gennaio 1950).
il 21 gennaio 1950. Da
Lavarone va poi a Mezzolombardo, dove nascono i 4 fi- noscenza.
gli (Paolo, Claudio, Lucio e Mar- Minicota è stata una donna forzio); da Mezzolombardo va a temente impegnata sul versanValdagno per consentire ai figli te della famiglia e della scuola,
di frequentare l’università di Pa- dove era riconosciuta e stimata.
dova. Nel 1991 torna a Vattaro, Per la famiglia aveva però un’atdove ristruttura l’attuale casa di tenzione e una passione partiabitazione, che diventerà la sua colari che trasparivano sempre
dimora permanente. Questa per nei suoi discorsi quando si pargrandi linee la sua biografia es- lava con lei; anche per la scuola
deve aver nutrito molta passiosenziale.
Il 21 gennaio u.s. aveva solenne- ne e amore, se tuttora un grupmente festeggiato nella Parroc- po dei suoi vecchi scolari sono
chiale di San Martino, assieme al giunti da lontano per presenziamarito Guido, le nozze di diaman- re alla Messa di sessantesimo e al
te, 60 anni di vita insieme, in una funerale.
cerimonia quanto mai partecipa- Ora Minicota se n’è andata, ma
ta e commovente, in cui figli e ni- ha lasciato dietro di sé un segno
poti hanno avuto modo di espri- concreto della sua presenza e del
mere il loro affetto e la loro rico- suo amore. R.I.P.
Minicota come appariva negli ultimi tempi.
El Pontesel
18
Milio dei Bòleri emerito autista
della Società Atesina di Trento
A
Vattaro e dintorni Emilio
Boller (Milio dei Bòleri), per
la sua quasi trentennale attività di autista in quella che allora era chiamata Società automobilistica Atesina di Trento (la Saat),
è divenuto nel tempo esempio di
impegno e di dedizione, quasi un
mito che ancora oggi è sulla bocca di molti che lo ricordano e ne
parlano volentieri.
Milio, figlio di Adele Giacomelli
(dei Fàzi) e Federico Boller, classe
1914, sin da ragazzo si era scoperta una grande passione per macchine e motori, precisamente da
quando il padre, Federico, aveva
acquistato due camion di marca
Praga, a gomme piene, che funzionavano prima a benzina, quando
il motore era freddo, e poi a petrolio. Nella famiglia di Federico Boller i camion venivano usati a scopo commerciale, per il trasporto di
merci da Trento, per quello delle
farine dal mulino di proprietà sulla
Mandola, compresi i trasporti occasionali agricoli ed edilizi.
A vent’anni troviamo Milio autista in una ditta di trasporti a Trento. Lo ritroviamo, tra il 1935-1941,
in Eritrea, soldato in quello che allora era denominato, nel linguaggio altisonante dell’epoca, Impero coloniale italiano (espresso
dall’acronimo AOI = Africa orientale italiana), costituito da Etiopia, Eritrea, Somalia. Lì Milio, che
era dotato di un suo camion, svolgeva mansioni di autiere-attendente di un capitano di Capua.
Già a Trento lo avevano vestito con la divisa coloniale: pantaloni a sbuffo tipici dell’era fascista, e scarponi giganti. In Africa si era procurato una mascotte, una scimmietta portafortuna
tra cronaca,
storia e leggenda
di Alcide Giacomelli
di carattere irascibile, che lo accompagnava ovunque e, a modo
suo, era una fedele compagna di
viaggio. Milio trasportava truppe, materiali, posta e quant’altro,
andando ogni giorno avanti e indietro tra zone desertiche, radure e boscaglie. Quando scorgeva
una pozza d’acqua, fermava l’automezzo e si faceva il tè per tutti i
militari, che veniva poi sorbito insieme alle classiche gallette allora in voga.
La campagna d’Africa dell’Impero fascista durò dal 1936 al 1941,
poi l’autiere Milio dei Bòleri venne trasferito in terra d’Albania
(1942) per quella che in gergo
era chiamata Campagna di Grecia e di Albania; lì faceva la spola
tra la capitale Tirana, Scùtari e il
mare. Un giorno, mentre era sulla via del ritorno, la sua gip fu attaccata dai partigiani del Montenegro, i famigerati “partigiani
neri”, tristemente noti per la loro
crudeltà. Per prima cosa fecero
fuori i soldati che dalla gip tentavano di mitragliarli; Milio riuscì a sgattaiolare dall’abitacolo e
a nascondersi sotto l’automezzo;
venne poi ferito ad una gamba e
allora si cosparse di sangue, per
apparire più grave di quanto non
fosse. Fu catturato, disarmato,
privato delle scarpe e dei pantaloni e messo al muro. A questo
punto nacque una disputa nel
gruppo dei partigiani, perché il
comandante voleva lasciarlo libero, essendo Milio un soldato regolare dell’esercito italiano.
Evidentemente i partigiani montenegrini avevano il dente avvelenato nei confronti della milizia fascista, i Mas (dalle iniziali di
un motto del poeta D’Annunzio:
Milio Boler con i pantaloni a sbuffo
dell’era fascista.
“memènto audère semper” = ricordati di osare sempre). Alla fine
l’opinione del comandante prevalse e Milio fu rilasciato.
Dopo questo fatto d’arme, gli fu
concessa una licenza premio e
poté tornare per qualche tempo
nella sua Vattaro; era il 20 agosto
1943. Avrebbe dovuto rientrare
al suo battaglione il 9 settembre,
ma el rebaltón scoppiato proprio
l’8 settembre 1943 lo dissuase. Da
allora restò a casa sua e nessuno
lo cercò più.
Nel 1944 si sposò con Rita Bertoldi di Pedemonte; l’anno seguente nacque Franca, cui seguirono
gli altri figli.
Il 1947 segna il suo ingresso come
autista di linea nella Società automobilistica Atesina di Trento (allora Saat), e qui, bisogna dirlo, Milio trova una collocazione ideale
19
El Pontesel
tra cronaca,
storia e leggenda
Milio a bordo della sua corriera, una Fiat 126 di fine anni Quaranta.
la Fricca; d’estate era impegnato
in percorsi complementari in zone
del Trentino di interesse turistico,
come Asiago e Madonna di Campiglio. Suo inseparabile compagno
di viaggio e controllore fu, per molti anni, tale Sergio Sommadossi di
Villazzano, quando, allora, tra autista e bigliettaio si stabiliva spesso
una cordiale, fraterna amicizia.
Spesso Milio era impegnato in
percorsi extraregionali con gruppi vari. Anche gli iscritti all’ENAL
del Dopolaóro di Vattaro andarono spesso “con la corriera del Milio
Bòller” – come si diceva - a Venezia, Milano, Madonna di Campiglio e in altre località importanti.
Nei giorni di riposo, si poteva incontrare mentre scendeva lungo la via principale per una bre-
per la sua carriera lavorativa, dove
espresse al meglio la sua passione
e il suo impegno. Di carattere schivo e taciturno, ma corretto e sensibile nei confronti degli altri, incuteva rispetto e simpatia. La corriera che aveva in dotazione allora
era una Fiat 126, con guida a destra, che lui, in mancanza di garage apposito, (fu costruito più tardi a fianco del panificio Andreatta)
parcheggiava sul piazzale di casa
sua e, se possibile, infilava nei locali di piano terra. Nei freddi inverni di quegli anni, collocava sotto
il motore un fornelletto elettrico,
per garantire un immediato avviamento dell’automezzo.
La sua linea di percorrenza era la
Trento-Lavarone, lungo la statale erta e tortuosa del valico del-
El Pontesel
20
ve puntata al bar; da lontano si
notava il suo fisico alto e asciutto, l’ espressione affabile e l’inseparabile sigaretta inserita in
un bocchino di radica; scendeva con passo misurato e quando incontrava qualcuno salutava
con un breve cenno del capo, e in
quell’atto traspariva il suo sguardo mite e la sua naturale bonomia. Al bar beveva un bicchiere,
scambiava qualche parole e poi
ritornava sui suoi passi.
Nel 1974, dopo 27 anni di lavoro
nella Società Atesina si è ritirato a
vita privata nella sua bella casa di
Via Dante, lasciando nei compagni di lavoro un aura di simpatia
ed affetto che tuttora sussistono,
a quasi trent’anni dalla sua morte prematura, avvenuta nel 1981.
Un meraviglioso gallo forcello
N
egli anni Cinquanta, i fratelli Meneghini (Antonio
e il fratello GianBattista)
allora proprietari della Fornace
di Vigolo, erano anche appassionati cacciatori, tanto che le associazioni della Conca della Vigolana li avevano accolti volentieri tra i soci, anche perché contribuivano generosamente alle
spese per il ripopolamento, senza lesinare sul contributo. Spesso, quando andavano a fare una
battuta, si portavano appresso amici e parenti che, essendo
abituati alla città, godevano della nostro ambiente naturale ancora incontaminato e dalla fauna
per loro sconosciuta.
Una domenica di ottobre si accordarono per una escursione
sulle pendici della Marzola a caccia di cotorni (coturnici), che a
quei tempi in quelle zone erano
numerosi. Stabilirono di trovarsi
prima dell’alba presso il Maso Fosina, dove Richeto teneva anche
i cani da ferma. Dario Ducati, che
lavorava presso la Fornace, considerato cacciatore esperto, era il fiduciario dei Meneghini e spesso
li accompagnava in queste uscite venatorie, anche se nella riserva di Vigolo non poteva esercitare la caccia e doveva limitarsi solo
ad accompagnare.
Dario arrivò presso la Fosina prima di tutti; poco dopo giunse Meneghini accompagnato
racconti di caccia
di Armando Bassi
Dario Ducati mostra orgoglioso un raro esemplare di gallo cedrone.
dal fratello Felice, di circa sessant’anni, medico chirurgo presso un ospedale di Verona. Fecero una frugale colazione con
l’aggiunta di un grappino per affrontare i primi freddi di ottobre.
Scesi in cortile con zaini e fucili, sciolsero i cani dalla catena e
21
El Pontesel
racconto di caccia
uno lo mise al guinzaglio Richeto, il secondo fu affidato a Dario.
Si incamminarono poi tutti in direzione della Marzola.
Era una notte chiara di metà ottobre, in cielo una grande luna
rischiarava la vallata a giorno.
Lasciate le ultime case sulle pendici di Mala, si portarono in quota verso el Croz de le Bacarìe, nella zona dove Richeto giurava di
avere avvistato qualche “brigata” di cotorni. Infatti, fermatisi un
momento a riposare, udirono distintamente a breve distanza
l’inconfondibile richiamo delle
coturnici. I cani, fiutando la preda, erano in ansia e tiravano per
liberarsi dal guinzaglio.
Cominciava ad albeggiare, ma
non era possibile ancora cacciare
perché la visibilità era scarsa, tanto che Richeto raccomandava di
aspettare pazientemente ancora qualche decina di minuti prima di sciogliere i cani e iniziare la
battuta. L’atmosfera di attesa era
promettente e tutti i presenti, in
cuor loro, immaginavano un ricco
carniere.
All’improvviso, il cane custodito
da Dario, che continuava a dimenarsi, si liberò dal guinzaglio, partì di slanciò nella direzione dei cotorni e sparì alla loro vista nel buio
della vegetazione. Poco dopo i
cacciatori percepirono chiara-
El Pontesel
mente il battito d’ali degli uccelli che si allontanavano, librandosi
nell’aria a grande velocità.
Richeto era furibondo e inveiva contro Dario perché riteneva
che avesse volutamente liberato il cane, cane che dopo la scorribanda era ritornato scodinzolando. Dario a sua volta, mortificato per il contrattempo, tentava di giustificarsi, ma Richeto
era nero e non sentiva ragioni.
Sbollita la rabbia, avendo alla
fine capito che Dario non aveva
fatto a posta, Richeto cominciò
a ragionare sulla zona dove potevano essersi rifugiati i cotorni. Quando decisero di muoversi, il dottore che era già stanco
per la lunga inconsueta camminata, decise di fare una piccola
perlustrazione nella zona circostante per poi tornare indietro
verso casa con Dario. Salutò gli
amici che si avviarono verso gli
el Prà Picol, mentre loro cominciarono a battere la zona preventivata.
Era ormai giorno fatto, il sole era
già alto e il dottore era sempre
più stanco, tanto che invitò Dario a prendere la strada del ritorno. Dopo un centinaio di metri, il cane che continuava nella
cerca, dopo qualche incertezza puntò deciso verso una macchia di rododendri che spicca-
22
vano alla base di un grosso sasso. A qualche metro il cane si arrestò, preso dal fremito. Dario
che osservava con attenzione il
lavoro del cane, allertò il dottore additando con gesti espressivi il cane; lesto il dottore imbracciò il fucile mettendosi nella posizione migliore per sparare.
D’improvviso, dal cespuglio si
levò, con fragoroso battito d’ali,
un grosso forcello che fece una
ampia virata, come volesse esibire il suo meraviglioso piumaggio, attorno a Dario e al dottore che, col fucile puntato, non riusciva a sparare. Dario incredulo si mise a gridare: “El sbàra dotor, el sbàra dotor!” In un breve
lasso di tempo il gallo, completata la sua virata, si diresse verso
le Terre Rosse, sottraendosi alla
loro vista. Dario, non rendendosi conto di quanto era successo,
chiese al dottore come mai non
avesse sparato a una preda così
facile.
Il dottore era ancora assorto
nell’ammirare quello splendido
esemplare di forcello ora scomparso dietro il costone e andava esclamando: “Ma vòtu copàr
n’animàl sì bèlo, che xè ‘no spetacolo!!!” E mentre parlava, col fucile
tra le mani, rimase immobile, con
lo sguardo rapito nella sua meravigliosa visione…
La guerra privata di Elvira
Racconto storico
angolo
del racconto
di Monica Campregher
Trento, marzo 1940
Al fischio del capostazione, il lungo treno a vapore trainato da due
grosse locomotive e diretto al
Brennero, cominciò lentamente a
muoversi e ad acquistare velocità. Davanti agli occhi dei passeggeri sfilavano sempre più rapide
le case, le strade, le campagne.
Nel vagone Elvira, 19 anni e tanta nostalgia e timore per il futuro,
teneva gli occhi fissi sul paesaggio che fuggiva, e intanto pensava in cuor suo alla tranquilla quiete del paese di Vattaro e alla sua
avventura lavorativa che stava per
realizzarsi in terra di Germania.
Con lei nel vagone c’erano la Oliva dei Nandi, la Maria dei Grigori,
la Polda dei Brandei, la Paolina dei
Gionghi, la Pia e la Gina dei Iaconi,
la Gusta e il Faustino dei Giométi,
Milio e Carolina Tamanini di Vigolo. Lo zio Camillo, funzionario della Questura di Trento, aveva provveduto a trovarle un lavoro ben
remunerato all’estero, visto che in
loco non c’erano prospettive.
Dopo molte ore, il treno entrò
nella stazione di Erfurt, cittadina
della Turingia in prossimità della Cecoslovacchia; lì tutte le vattarotte scesero; Elvira invece continuò il viaggio fino al centro di
Groß Ballausen poiché, essendo
ancora minorenne, figurava sulle
carte come nipote di Milio Tamanini. Finì in una fattoria a 35 chilometri da Erfurt, dotata di una
grande stalla colma di mucche;
così oltre ad occuparsi di mungitura, Elvira doveva zappare estesi campi di patate, di cavoli, di fagioli, di barbabietole da zucchero, di semi oleosi. Il lavoro, a cotti-
mo, era molto pesante anche per
una ragazza giovane e forte come
lei. Vi rimase per quasi un anno.
Nel dicembre del 194, un vescovo italiano celebrò una messa nel
duomo di Erfurt per i lavoratori
italiani. In quell’occasione Elvira
si ritrovò con le compaesane; parlando con loro, venne a sapere
che lavoravano presso la Firma di
Libau, impegnate in attività di floricultura, un lavoro ben remunerato e sostenibile, non a cottimo.
Elvira, armatasi della solita grinta,
decise di presentarsi direttamente
all’ispettore (“Vedikin”) e chiese di
essere assunta, dichiarando e documentando il lavoro che aveva
già svolto. L’uomo ben impressionato dal portamento della ragazza
e dal suo coraggio (“Zuviel Arbeit,
zuviel Arbeit!” –esclamava mentre
Elvira raccontava della sua attuale
attività lavorativa), le promise che
quanto prima sarebbe andata a lavorare con lui (“Am nächsten Jahr
arbeitest du mit mir!”). E così fu: al
rientro dal congedo natalizio di 15
giorni, Elvira si trasferì direttamente nella nuova azienda.
Il primo giorno, Elvira assieme
a tutti i dipendenti allineati nel
piazzale della Libau, venne sottoposta ad una selezione, presenti
il padrone dell’azienda, il direttore, l’ispettore e il capo dei prigionieri, tale Herr Hunger. Lei venne
scelta come impiegata d’ufficio,
addetta ai fatturati e alla compilazione delle bolle di spedizione.
Gradualmente con il suo impegno e la sua precisione entrò nella completa fiducia di Herr Hunger, tanto che a volte lo sostituiva nel fare l’appello dei prigionie-
ri che venivano regolarmente utilizzati come manovalanza per attività agricole ed altro.
Elvira ricorda, come fosse ieri, le
schiere di prigionieri russi che
morivano come mosche poiché denutriti; di francesi, sempre
scherzosi e invitanti (“Voulez-vous
madamoiselle venir avec moi ce
soir pour une promenade?”); di inglesi, che offrivano spesso grosse
stecche di cioccolata che ricevevano da casa assieme alle casse
del managio (razioni alimentari).
Nel 1943 i bombardamenti sulla
Elvira Giacomell, la protagonista della
storia narrata, quando a 19 anni lavorava a Groß Ballausen nella Turingia (1940).
23
El Pontesel
angolo del
racconto
Il gruppetto delle Vattare che lavoravano a Libau (D)- Erfurt nel 1940-1943.
Germania si erano intensificati; Elvira e le colleghe si vedevano costrette a scendere spesso nei sotterranei assieme ai prigionieri. A
volte in quella ressa l’aria era così
pesante che preferivano uscire
all’aperto e distendersi nelle cunette tra i campi, mentre sopra gli
aerei da caccia le sorvolavano rapidi. Un altro ricordo importante
è l’odore impregnante di sapone
che stazionava nell’aria e che poi,
si scoprì, proveniva dai forni crematori del vicino campo di concentramento di Buchenwald.
El Pontesel
Nell’aria c’era sentore di un esito
disastroso della guerra e così maturò in Elvira la decisione di tornare a casa. Un giorno affidò ad
una collega di San Vito di Pergine
che rientrava in Italia, un messaggio per i genitori. Qualche tempo
dopo arrivò a Libau un telegramma da parte dello zio Camillo che
sollecitava il ritorno a Vattaro di
Elvira, perché la madre Amabile
era gravemente malata.
Elvira comunicò subito il suo desiderio di rientro per assistere la madre al padrone e al direttore, ma
24
loro non volevano lasciarla partire; solo Herr Hunger, che la considerava ormai come una figlia,
le suggerì di fare tutto il possibile per ritornare in Italia e, quando
fosse stata lì, di trovare una qualche soluzione per non tornare più
in Germania, perché – a suo dire –
la guerra era persa e la Turingia sarebbe finita nelle mani dei russi.
Il padrone di Libau, per consentire
ad Elvira di ritornare, la costrinse
a firmare un’impegnativa davanti alla polizia tedesca, quasi fosse
una lavoratrice militarizzata; così
finalmente poté tornare in patria.
Scaduti i primi 15 giorni, iniziò la
ricerca della polizia. Ogni santo
giorno i carabinieri di Vigolo venivano in perlustrazione presso
la casa dei Nardini di Via Indipendenza, e bisognava nascondersi bene perché, in caso di ritrovamento, Elvira sarebbe stata sottoposta alla corte marziale come “disertore” e magari deportata in un
campo di concentramento. Iniziò
per lei una vera e propria latitanza,
che durò circa un anno, da marzo 1944 a maggio del 1945: prima
a Borgo Valsugana, poi a Trento
presso lo zio Camillo, poi a Vigolo
e successivamente a Vattaro presso la famiglia dei Leoni.
Con la caduta della Germania e
l’arrivo degli americani il 5 maggio del 1945, si concluse l’odissea
di Elvira che smise di nascondersi e poté camminare per le strade
a fronte alta, senza paura di essere arrestata; così non si vide più
costretta a saltare dalla finestra,
a nascondersi nei boschi fino al
calar del sole o a rientrare a casa
nottetempo.
Rododendri
e altri fiori di montagna
N
on so quante volte in un
giorno scruto, dal mio poggiolo, le pendici scoscese del Corno che portano ancora, e chissà per quanti anni, i segni
del furioso incendio del 10 gennaio 2002. Provo dolore e nostalgia
al pensiero di come era verde un
tempo: c’erano mughi secolari che,
con i loro tronchi intrecciati e nascosti sotto il verde dei rami, ingannavano anche i boscaioli più esperti; sembrava di camminare su un’altalena e occorreva usare molta attenzione perché, sotto, nascondevano vuoti pericolosi. Quanti fiori
crescevano in quei luoghi: c’erano
le soldanelle dalla campanula frastagliata di colore vario, dal bianco
al viola al fucsia; le genzianelle, le
stelle alpine, gli anemoni bianchi e
gialli; i rododendri, le negritelle dal
forte aroma di cioccolata… Quanto tempo sarà necessario perché ricrescano lungo la Val Bianca, la Val
Gata e su per le crode dello Spilech, della Toresèla, sulle rocce della Madonna? Con una buona vista
si può scorgere anche da qui: è una
sorta di campaniletto alto e sottile
che si alza a destra della cima dello Spilech, per chi guarda, e dà l’impressione di una donna che sorregge con le braccia un’altra persona. Questa roccia me la fece notare, molti anni fa, mio nonno Abele,
affermando che da sempre la Madonna Addolorata aveva vegliato
su queste contrade sotto il Corno.
Quando i fiori non erano ancora protetti, ricordo che tornavamo
dalle escursioni in montagna, tra
metà giugno e luglio, con un grande mazzo di rododendri da portare
in Chiesa per adornare l’altare della Madonna; qualche rametto rimaneva in casa e per alcuni giorni
tra cronaca
storia e leggenda
di Lia Sadler
faceva bella mostra di sé anche sul
tavolo della cucina, a testimoniare,
se ce ne fosse stato bisogno, la nostra eroica impresa alpinistica.
Il loro colore varia secondo l’altitudine e il terreno dove crescono: più
elevata è la quota, più il rosso diventa intenso. Ricordi di gioventù
dei tempi passati, quando la montagna si doveva guadagnare e conquistare passo dopo passo, dalla
partenza da casa fino al ritorno!
I nostri anziani ci suggerivano di tenere sempre delle foglie di rododendro in tasca o nello zaino, perché sarebbe stato un utile antidoto
contro il veleno di serpi ed altro. Io
non posseggo sufficienti conoscenze botaniche per sostenere questa
tesi, ma credo che la sapienza dei
nostri vecchi ne sia una garanzia.
Nell’antichità il rododendro era chiamato Rosa alpina, e intorno alle macchie rosse dei rododendri aleggiavano favole e incantesimi. Ricordo
che nella mia gioventù si raccontava la storia di una fanciulla che cercava disperatamente un volto sorridente, perché intorno a lei c’erano
solo persone dal volto triste. Un giorno scorse in cima alla montagna un
volto gaio e sorridente, che restava
sempre tale: era una luna piena. La
fanciulla si mise in cammino e volle
salire sulla montagna per ammirare
da vicino quel volto, ma giunta sulla cima si accorse che l’adorata luna
era ancora lontanissima e irraggiungibile. Per la grande stanchezza e la
delusione, la fanciulla cadde a terra
morta, con gli occhi aperti e fissi sulla
luna. Ma intorno a lei, come per magia, spuntò una macchia di rododendri che la ricoprì interamente di fiori.
Tra le leggende dolomitiche c’è
quella di Laurino, re dei nani, che
sulle Dolomiti custodiva un giardino di rose incantate e scagliava
terribili maledizioni contro chi osava penetrare nella sua proprietà.
Solo la prodezza di un eroe riuscì
a rompere l’incantesimo; egli entrò
nel giardino proibito che era tutto
una distesa di rododendri. Alla vista del cavaliere le rose appassirono e il loro colore scomparve. Da
quel giorno i monti, pallidi di giorno, diventano rossi quando sono illuminati dagli ultimi raggi del sole
che declina.
Leggende a parte, dobbiamo essere riconoscenti a Dio per gli ampi e
suggestivi spazi naturali della nostra
terra e dei nostri monti che ci sono
concessi e che tuttora conservano
l’antico fascino dei tempi andati.
25
El Pontesel
Prima Comunione
dei nostri bambini
nel giorno di Pentecoste
dalla Parrocchia
di Serena Micheloni
Q
uando il coro parrocchiale ha intonato il solenne
alleluia d’inizio, i bambini, avvolti nelle loro bianche vesti, sono usciti processionalmente dalla porta della sacrestia tenendo stretto a sé il libro del
Vangelo, segno della loro fede.
Giunti in Chiesa lo hanno deposto sull’altare e si sono allineati, ordinatamente, a fianco del
celebrante. A questo punto Serena, la catechista che li ha seguiti, passo passo in quest’ultimo anno, ha fatto l’appello chiamandoli, uno ad uno, a questo
nuovo, importante incontro con
Gesù Eucaristia.
Tra l’altro la Messa di Prima Comunione ha coinciso con la solennità di Pentecoste, il che ha
aggiunto, se possibile, significato
e spessore alla Celebrazione.
Quest’anno il gruppetto degli 8
comunicandi era composto da 5
bambine e 3 bambini che sono:
Anna Patscheider, Elena Campolongo, Federica Micheloni, Giulia
Rizzi, Vanessa Micheloni e Davide
Giacomelli, Davide Maccani, Paolo Battaiola.
I bambini sono giunti al sacramento della Prima Comunione
dopo un cammino di formazione catechistica che li ha visti impegnati per tre anni consecutivi, tutti i mercoledì pomeriggio;
in quest’ultimo anno sono stati esaminati episodi evangelici e
parabole che, per il loro specifico contenuto, potessero contribuire a “gettare luce” sul grande Mistero Eucaristico del Giovedì Santo. Sono stati affrontati passi evangelici come: Le nozze di Cana; La moltiplicazione
I comunicandi con la catechista mostrano il pane con la Bibbia.
El Pontesel
26
dei pani e dei pesci; La parabola del Padre Misericordioso; La
Chiesa è; La domenica è; Perché i
cristiani partecipano alla Messa;
Le parti della Messa; Gesù Maria
Marta Lazzaro e la casa di Betania; Gesù e la samaritana al pozzo di Siloe; La manna del deserto; Il pane frutto del lavoro umano; La vita eterna: Gesù e la vedova di Naim; La Pasqua ebraica
e la Pasqua cristiana.
Come si può intuire c’è un filo
conduttore che unisce argomenti
ed episodi evangelici di cui sopra.
Dopo la breve riflessione al Vangelo, il celebrante ha invitato a
rinnovare le promesse battesimali; poi i bambini hanno letto, uno per volta, le loro intenzioni di preghiera, quindi hanno presentato e portato all’altare i loro doni: il pane e il vino;
la Bibbia e il libretto del catechismo, come promessa d’impegno nel cammino di fede; un
cestino di frutta, segno di generosità e bellezza di Dio Creatore
e della natura.
La Messa è poi proseguita secondo la liturgia, concelebrata anche
dai comunicandi a fianco del sacerdote. All’Agnus Dei i bambini sono scesi nell’assemblea per
porgere ai loro genitori il loro grazie e il “segno della pace”.
Alla Comunione i bambini hanno ricevuto, per la prima volta
nella loro giovane vita, il Corpo
reale di Cristo, sotto le specie del
pane e del vino. Dopo una pausa opportuna per consentire un
La banchéta
su ‘n zima
alla Costa
breve dialogo con Gesù Eucaristia, ogni bambino ha letto la
sua preghierina di ringraziamento, cui hanno fatto eco un papà
e una mamma, a nome di tutti
gli altri presenti nell’assemblea,
per rendere grazie al Signore dei
doni ricevuti, come famiglie di
credenti.
È seguita la solenne benedizione
da parte di don Giorgio e il canto
finale di Sequeri “Ti ringrazio mio
Signore non ho più paura…”
Ad ogni bambino, a ricordo di
questo giorno speciale, è stato consegnato un grande pane,
marcato dalla croce, da condividere nel corso del pranzo con
tutti gli invitati, e il libro del Vangelo. Finalmente, genitori e parenti si sono riappropriati, per
così dire, dei loro bambini che
oggi meritano, tra l’altro, anche un banchetto gioioso presso l’hotel, per sottolineare quello che un tempo si considerava
“Il giorno più bello”.
Foto d’assieme a fine Messa.
N
angoli di paese
a cura di Alcide Giacomelli
el secondo dopoguera la
nossa zènt, stufa de star
seràda ‘n casa a piànzer, la
s’ha ‘nventà en passatempo noo:
de primavéra, de istà, o ‘n dei primi mesi de autun, quando la temperatura la era ancora tèpida, i se
trovava tuti ‘nsèma zo ‘n strada
sule banchéte, somenàde qua e
là longa i colméi, su ‘n de ‘na bóra,
su ‘n de ‘n zocàt o ‘na caréga portàda da casa, a far filò, a respirar
aria bòna, per conversàr, rilasàrse
e desmentegàr le miserie. I se trovava la sera dopo zena, e pù che i
era, méio l’era, tuti con la smània
de savér e de contàr.
Una dele banchéte pù famose
l’era quela della Costa, zo ‘n fondo
alle scale dei Mèrli soto la Madonina de legn. Lì, praticamente, se
riuniva le familie de tut el colmèl:
dai Venùti, ai Prussi, ai Bianchi, ai
Merli, ai Pipéti, al Bèpi Schwoger.
L’era come en ricreatorio publico,
zo sula strada ‘n trà le case, con na
vòia mata de farse quatro risàde.
Quando scominziava a calàr le prime ombre i se molava fora pian
pianèl dala porta de casa, senza
dar en te l’òcio: l’era el Toni Prussia
e so fiol el Guerino, i matatòri de
le serate; po’ pian pian se molàva
su i Venuti, se tirava arènt i Pipeti,
La celebre banchéta dei Mèrli, luogo di incontro e di filò per molte generazioni del
rione della Costa.
27
El Pontesel
angoli di paese
se molàva zo i Mèrli e Schwoger. A
sto punto la combriccola la gh’era
tuta, al completo. El Toni, sentà zo
en del so solito posto, el scominziàva col cargàr la pipa o impizàva
‘l toscanèl, po’ el tacava a ghebàr
e a contàr de laoréri e de bosserlài, de quando i bosserlàiteri i era
a cóst e magari i ghe metèva l’ocio
sula cameriera… En del grupo
gh’era sempre i scaldàcòla, come
che se diseva alora ‘n gergo; l’era
personagi importanti anca lori en
del so picol, che i savéva al tempo
giust dirotàr el discorso su argomenti umoristici. Ogni tant esplodeva dele risàde, de not zo ‘ntrà
quele case, che pareva s-ciopetàde autentiche.
El Toni per l’enesima volta, dopo
en poc, el contava de come so
compare el Bepi Marino, che elo
‘l ciamàva “me compare stéca”, for
per el Bosserlài l’avessa binà ‘nsèma en viziét, sacranòn, miga tant
simpatico veh: quando i ghe portava via le balerìne el neva su tute
le furie; alora el ghe deva ‘na zatàda ala luminiera (alora no ghe
n’era corente eletrica, se sà!) el
coreva for dala porta dela locanda, el se binava ensèma ‘na cantinèla e po’ spazolàva tuti quei
che vegniva for dala porta… El
Toni el finiva sempre con il so solito episodio autobiografico: “Na
volta che’l n’aveva lassàdi denóltra a stroo, me compare Marino,
e gh’era anca mi se sa tra i quali, son vegnù for da l’ostaria criando: “Bèpi, sta fermo che son mi! E
quel maledéto el ma mesurà lo
stess la cantinèla zo per la schena… qual can dal porco…! Ma,
cossì la era en quei tempi!
El Pontesel
Po’ el discorso l’è sta dirotà sula
scola seràle, ‘ndò che ‘l Guerino,
lì presente de persona, l’era el pù
meio del corso. E chi, se sa, enésimo panegirico de l’interessato sula scola serale, sula maestra
zovena e bèla, che la ghé piase
a tuti – e zo ‘na risada come ‘l savéva far elo! – po’ ‘l Guerino el silaba, alzando en de e scandendo
bèn le parole: “ l’èi en età da sposarse”, co le so simpatie; po’ el sa
mess a descriver, con abondanza
de particolari, el giudizi de merito “espresso a voze alta dal diretor en persona”. “El diretor en persona – sillaba Guerino – el m’ha
dit a quatro oci lì davanti alla catedra: ‘Micheloni, elo el poderia
nàr a studiar quando che ‘l vòl
con quela testa che el g’ha…’ A
sto punto Guerino, ciapà da ‘n po’
de orgoglio el se vardava ‘intorno
aspetando i complimenti se sa…
Ma i pù i rideva soto ai bafi come
‘l so solit, tra batude e frizzi. “Sì sì
– el diseva qualchedun - te sarai
anca ‘na zima, ma no te sei bon
gnanca de trovarte ‘na morosa…!
E alora, cossa vot vegnir chi a contarne su che te sei ‘l pù brao de la
scola!” “Cossa – rispondeva piccato el Guerino, scandendo le parole con il solito dito alzato – voria
farve veder mi a voialtri sapienti
de Vatar de cossa che son bon mi,
quando me méto e che delicatezza che gaverìa co le done!” E ntant
l’aveva tirà for anca él ‘na pipota
e dopo averla cargàda el zercava
de ‘mpizàrla”.
A sto punto el discorso l’è sta dirotà sul coro parochiale. “Ti Toni –
l’ha dit uno che’l la saveva longa –
che l’è ani che te canti ‘n del coro
28
de la Césa, ormai te saverài el latin a memoria, me ‘magino?”. “Sacrato – l’ha rispondù prontamente el Toni – zerto che el so. Noi altri cantori el savén tuti oramai, a
menadé. Ogni tant, l’è vera, me
scampa for qualche sc-iopetàda:
sbaglio qualche parabola e me
ven for ‘na mèza bastiéma; alora
don Celestino el me ciama a l’ordine subit, ma con bona maniera sat, disendome la parola giusta…” “Ma – sotolinea el furbon
de prima – come faràl el Padreterno po’ a capir tuti quei spegàzi
che ogni tant te sbari fora, Toni?”
“El Padreterno – el dis el Toni con
voze sicura, sugàndose zo el sudor col so fazoletón ross, grando
come en panisèl – el Padreterno i
n’ha sempro dit ch’el capiss tute
le lengue, e alora mi penso che
no’l g’ha dificoltà a capir ‘na parola sbagliàda, tanto pù che el paroco el ghe sugerìss subit quela giusta…”
El filò el va sfaldàndose con argomenti diversi, come suzéde sempre quando se arvezina la fin: uno
‘l parla con gesti dele man del
“tempovalón” che gh’è capità a
doss a élo e a so fradèl su ‘n Prada, quando che estramént s’ha
rot la fum… N’ altro el parla de
le patate picole ma soarìde… en
terzo della guera… L’è ormai not
fonda, la banchéta pian pian la
se sgùda… I filandàri i se leva en
pè a fadiga con esclamazion del
tipo: “G’ho le gambe de fèr, madòno! No le ven pù drio ste ciavàde chive. L’ei nada la caora…!”
I se arlontàna, zopelàndo, zo per i
vicoi e i se perde en dela not strova. Anca per staséra el filò l’è finì.
29
El Pontesel
El Pontesel
30
31
El Pontesel
El Pontesel
32
poesie
e filastrocche
El capitél
La vita è sempre in avanti
Delicata poesia di Umberto Cattani che ci ricorda i
capitelli che un tempo contrassegnavano il nostro
territorio. Erano Cristi, Madonne e Santi, assemblati
per lo più con semplicità e fantasia, che stavano sui
crocicchi delle strade come segno devozionale benaugurante. (Da: Strenna Trentina 2010)
Suggestiva lirica di Nunzio Carmeni, docente critico letterario e poeta, per anni stimato preside del Liceo scientifico di Via Veneto a Trento, che contiene un messaggio
esistenziale di alto valore poetico ed umano.
Se né per ‘na stradela che so mi
e caminé con calma qualche ora
rivé a ‘n capitel quasi ‘n malora
con dentro, taià zo da chi sa chi,
Non frugare, fratello,
con la punta dell’attizzatoio
le ceneri del passato:
in ogni esistenza
c’è sempre qualcosa di sbagliato.
en Cristo su la crós, encolorì,
co le so piaghe e ‘l sangue che vèn fora
la testa su ‘na spala e subit sóra
la sòlita tabèla co l’INRI.
Datti pace se puoi:
quanto hai lasciato non torna
quanto hai carpito
è privo dei suoi incanti.
De soto, dent nel mur, encementada
a far come da altar, gh’è n’assedèla
de legn, mèza sbalèca e carolàda,
Nei giorni sempre più brevi
incurvàti ai grigiori
metti una goccia d’olio al tuo lumino:
la vita è sempre in avanti.
con su ‘n mazèt de fiori e ‘n scandorlòt
con en dedòt de òio e n’animèla
per farghe lum al Cristo ‘n te la not.
Nunzio Carmeni (1980)
Umberto Cattani
Me nòno Tita
Il nonno, che appare sulla strada de la Val dei Òveni che percorreva abitualmente, si affianca al nipote e gli ricorda le
storie di un tempo, che fanno riemergere intatti i ricordi dell’infanzia.
Sula strada de la Val dei Oveni
ho ‘ncontrà me nono:
en boca la so pipa alla kaiser,
el capel negro dale ale larghe,
la barba bianca e la fàlz en man.
El m’ha vardà coi oci che rideva,
e po’ impizà che l’abia la so pipa
sen nàdi den e dentro zopegando
en mez a quele ombrie dela valada.
Vezin al sito dela pora nona,
al vignalét dale fraghe rosse,
ancor ‘na volta el m’ha ‘ricordà
i posti rari de la me infanzia:
el muret bianco de le panelàte,
el pontàt, la roza, i pozi co’ le trote
e pu su el postesèl de le giàsene…
Nugole rosa le carezava ‘l Bèc
e se molava zo ‘na breza molesina
carga de destrani e insogni balordi
che adess se smìgola sediguàl lontan
e se perde drio la prima curva
de sta strada bianca de ricordi.
A.G.
33
El Pontesel
ORARI DI RICEVIMENTO SINDACO E ASSESSORI
ORARI DI RICEVIMENTO DI SINDACO E ASSESSORI
Tamanini Devis
Tutti i venerdì
dalle 10.00 alle 12.00
IV° venerdì del mese
a Pian dei Pradi c/o casa rossa
VICESINDACO
Assessore lavori pubblici,
foreste, scuola
Boller Lino
I°e III° giovedì del mese
dalle 18.30 alle 19.30
ASSESSORE
Politiche giovanili,
sanità, assistenza
Furlani Maria
I°e III° lunedì del mese
dalle 15.00 alle 16.00
ASSESSORE
Cultura, sport,
ambiente ed energie rinnovabili
Giacomelli Matteo
mercoledì
dalle 19.00 alle 20.00
SINDACO
ASSESSORE
Edilizia privata, protezione civile e
Perazzoli David
associazioni di volontariato,
turismo
II° e IV° martedì del mese
dalle 8.00 alle 9.00
NOTA: gli Uffici comunali sarebbero lieti se potessero ricevere le e-mail dei cittadini di Vattaro e Pian dei Pradi, per poterli informare tempestivamente in caso di eventi straordinari. Grazie
(NB: inviare le e-mail a Dario Rizzi)
L’attuale edificio comunale dopo l’intervento di restauro (2000). Un tempo era chiamato Villa BortolazziFogazzaro.
BANDUS….è ESTATE!!!!!
Spettacoli pomeridiani per bambini
ESTATE 2010:
VIAGGIANDO tra libri,
spettacoli e ….…gelati!!
14
21
28
04
11
18
luglio
luglio
luglio
agosto
agosto
agosto
- BOSENTINO – sala consiliare
- BOSENTINO –palazzetto comunale
– VATTARO – sala consiliare
– VATTARO – sala consiliare
- VIGOLO VATTARO
– VIGOLO VATTARO
Tutti gli spettacoli si terranno alle ore 17,00. ….e alla fine GELATI PER TUTTI I BAMBINI!!!!!
CALENDARIO LUDOBUS
GIORNI
Lunedì
28.06.2010
Lunedì
05.07.2010
Lunedì
12.07.2010
Lunedì
19.07.2010
Lunedì
26.07.2010
Lunedì
02.08.2010
Lunedì
09.08.2010
Lunedì
16.08.2010
COMUNE
LOCALITA’
VIGOLO VATTARO
presso il piazzale della scuola elementare
VATTARO
loc. Pian dei Pradi
VATTARO
presso il parco comunale
BOSENTINO
presso il parco comunale
CENTA S. NICOLO’
presso il piazzale 26 luglio 1988 – loc.
Campregheri
CENTA S. NICOLO’
presso il parco pubblico
BOSENTINO
presso il parco comunale
VIGOLO VATTARO
presso il piazzale della scuola elementare
Ogni vOlta che bruci i tuOi rifiuti
all’apertO, O nella stufa di casa,
infrangi la legge e liberi velenO
nell’aria.
Conferisci i rifiuti negli appositi contenitori o presso
il CRM. Fallo per te stesso, per le persone che ami,
per la tua terra e per tutti noi.