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N.S. Anno 6, Numero 2, Luglio 2010 NOTIZIARIO COMUNALE DI VATTARO E PIAN DEI PRADI sommario “Vattaro in notturna con Vigolana” (Foto Stefano Pasqualini) Saluto del sindaco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Elenco delle principali delibere di Giunta. . . . . . . . . . . . . . . . .4 Esito delle elezioni e nuovi assessori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Movimento della popolazione residente 2009. . . . . . . . . . . . . . 7 La voce della Minoranza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Mostra su “Gioco-geometria”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 La “Festa degli alberi” sul Doss da Bugo. . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Inaugurata la nuova Coop a Vattaro. . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 La ProLoco informa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Oliva Giacomelli ha raggiunto il secolo. . . . . . . . . . . . . . . . . 16 La maestra Domenica Campregher in Maccani . . . . . . . . . . . . . 18 Emilio dei Bolleri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Racconto di caccia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 La guerra privata di Elvira. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Rododendri e altri fiori di montagna. . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Prima Comunione dei nostri bambini . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 La banchéta su ‘n zima alla Costa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Calendario estate 2010. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Poesie e filastrocche. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Udienze di Sindaco e nuovi Assessori. . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Notiziario Comunale di Vattaro e Pian dei Pradi N.S. Anno 6, Numero 2, Luglio 2010 (1) Direzione, redazione, amministrazione, Municipio di Vattaro Tel. 0461 848433 Direttore: Alcide Giacomelli Direttore Responsabile: Marco Fontana Hanno collaborato a questo numero: Ass.re Matteo Giacomelli, Michela Bertuzzi, Roberta Casagranda, Lia Sadler, Armando Bassi, Monica Campregher, Dario Rizzi Autorizzazione Tribunale di Ttrento n. 685 dd.05.08.2005 NOTA: chiuso in tipografia il giorno 22 giugno 2010 ad ore 11.00 El Pontesel 2 Grafica e stampa: Litografia Effe e Erre - Trento Comunicazioni del Sindaco il sindaco Grazie! È con questo “grazie di cuore” che mi rivolgo a tutti i cittadini e compaesani di Vattaro, a nome mio personale e a nome del neo – eletto Consiglio comunale, ringraziando per la fiducia accordataci nelle recenti consultazioni elettorali del 16 maggio u.s. Pubblicamente, avevo dichiarato che il voto non è solo un momento elettorale importante in cui una Comunità sceglie i propri rappresentanti; nel mio caso è stata ed è anche una pagella, un giudizio sul lavoro svolto, sugli impegni portati a termine e sulle proposte fatte. Per chi fa politica è l’unico stimolo importante per cui ci si dedica e ci si mette in gioco: la passione di lavorare per una Comunità, con la volontà di portare avanti delle idee condivise. Nel presente numero del Notiziario comunale relativo alla nuova Legislatura 2010 – 2015 troverete le nomine dei nuovi assessori e dei consiglieri delegati, le ultime delibere della precedente Legislatura e le prime della nuova, alcune novità editoriali e poi i tradizionali spazi dedicati alla memoria storica e alla Comunità di Vattaro. In questo articolo iniziale ripropongo l’introduzione al programma di governo presentata al Consiglio comunale in data 31 maggio u.s.: “… l’amministrazione di una piccola Comunità come la nostra non può concentrarsi su un singolo intervento, ma deve contemplare tutto il territorio. La nostra Comunità ha bisogni e attese diversificate, per questo ci impegniamo ad affrontarli tutti con pari impegno e dignità, così come dimostrato durante la passata legislatura. Allo stesso modo vanno coinvolte le realtà sociali e associative: tutte a pari livello e con pari dignità, così come è intenzione di questa riconfermata Amministrazione aprire un dialogo con la minoranza in consiglio comunale per riformare lo Statuto comunale e per “amministrare insieme”, favorendo un atteggiamento di confronto ed evitando il piano dello “scontro”. Con questo spirito, con maggiore maturità e rinnovato entusiasmo, cercherò di essere all’altezza del compito che mi avete assegnato. Il Sindaco dott. Devis Tamanini 3 El Pontesel Elenco delle principali delibere di Giunta e del Consiglio con una breve descrizione attività amministrativa delibera 20 del 3 marzo u.s. • siConè incaricato l’ing. Walter Sa- • • • dler di redigere la variante per la messa in sicurezza di Via San Martino, variante necessaria al fine di mettere in sicurezza la base del versante sul torrente Trambario, sotto la strada Via San Martino; Attraverso la delibera 21/2010 la Giunta comunale ha approvato il conto consuntivo 2009 del Comune di Vattaro; Al fine di garantire la manutenzione delle canalette sul territorio comunale di Vattaro, è stato deciso anche per l’anno 2010, di affidare al sig. Giacomelli Camillo, nato a Vattaro il 28.01.1947 e residente a Vattaro la manutenzione ordinaria delle strade comunali ed in particolare della pulizia delle canalette e caditoie nel corso dell’anno. Nell’ambito della collaborazione con le amministrazioni limitrofe, è stata stipulata la convenzione per la valorizzazione della miniera di Calceranica e dei sentieri e paesaggi connessi. Con delibera 41/2010 è stato approvato il progetto di gestione anno 2010 previsto dall’accordo di programma tra la Provincia Autonoma di Trento e i Comuni di Calceranica al Lago, Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro per la valorizzazione e promozione della storia mineraria di Calceranica, dell’Altipiano della Vigolana e dell’alta Valsugana. La spesa complessiva del progetto di gestione prevista per l’anno 2010 ammonta ad euro 95.171,00, El Pontesel • dei quali euro 60.546,00 a carico della Provincia, euro 4.800,00 a carico dei quattro Comuni della Vigolana ed euro 29.825,00 a carico del Comune di Calceranica, il quale prevede di accollarsi anche la spesa per la manutenzione straordinaria della galleria prevista in euro 340.000,00. La quota a carico del Comune di Vattaro per l’anno in corso è pari a Euro 2.000,00. Con delibera 51/2010 si è approvata in linea tecnica e a tutti gli effetti di legge la perizia lavori inerente le opere per la realizzazione delle scritte indicative e dei murales sulla facciata nordest magazzino VV.FF. edificio p.ed. 511 C.C. Vattaro – Via Dosso predisposta dall’Ufficio Tecnico Comunale e composta dagli elaborati elencati in premessa per un onere di spesa di complessivi € 4.320,06 e di affidare i lavori e le forniture a trattativa diretta alla ditta ARTEDECORO di Laura Micheli di Bedollo (TN). Principali delibere del Consiglio comunale: Con delibera 2/2010 il consiglio comunale ha apportato la prima variazione al bilancio del 2010: la variazione al Bilancio dell’esercizio finanziario in corso, si rende necessaria e indispensabile sia per adeguare la parte corrente del Bilancio alle nuove esigenze contabili accertate ed emerse su alcune Risorse dell’Entrata e Interventi della spesa, sia per conformare la parte straordinaria del documento contabile ad alcune • 4 esigenze e necessità contingenti riferite all’evolversi amministrativo e contabile di alcune spese d’investimento già programmate. In particolare, le variazioni sugli interventi di parte corrente della spesa per complessivi Euro 29.850,00 si riferiscono alle spese del personale dell’ufficio tecnico comunale trasferito in comando presso il Comune di Pergine Valsugana per Euro 26.850,00 e conseguente assunzione di una nuova dipendente, e per Euro 3.000,00 per spese sostituzione temporanea dell’operaio comunale in seguito ad infortunio per manutenzione strade comunali e parchi e servizi per la tutela ambientale. Tali maggiori spese per complessivi Euro 29.850,00 sono coperte per Euro 26.850,00 dal trasferimento da parte del Comune di Pergine per il personale tecnico in comando e per Euro 3.000,00 con minori spese di Euro 2.500,00 per incarichi legali e notarili e per Euro 500,00 spese d’ufficio. Le maggiori spese di parte straordinaria per complessivi Euro 321.326,00 sono dovute alla Realizzazione di una struttura multi servizi in frazione Pian dei Pradi sulle p.f. 1044/1 e 1049/2 (comprensivo di acquisto terreni) per Euro 238.463,00 ed Euro 82.863,00 per i lavori di installazione staccionate in legno lungo la strada della Malga Bue, finanziati rispettivamente con la concessione del contributo P.A.T. per Euro 205.658,00 come da nota di data 19.01.2010 e per Euro 32.805,00 con utiliz- attività amministrativa • • • zo Mutuo con il Bim del Brenta; con la concessione del contributo P.A.T. per Euro 37.500,00 di cui alla nota protocollo 16578/4 di data 20.11.2009, con Euro 6.167,00 con contributo APE della P.A.T. con Euro 18.800,00 da Entrate una tantum per canone concessione pregressi e non ripetibili per uso pascoli, con Euro 20.396,00 con utilizzo Mutuo Bim del Brenta; Attraverso la delibera 3/2010 si è prorogata la convenzione per due anni con il Comune di Bosentino per la gestione associata dei cantieri comunali, ciò in attesa di ampliare questa convenzione anche con altri Comuni della Vigolana; Con delibera 4 del 29 marzo il consiglio comunale ha deliberato due variazioni al regolamento comunale di polizia mortuaria e cimiteriale, al fine di favorire sempre di più la pratica della cremazione delle salme e la collocazione delle ceneri nel cimitero comunale; Con delibera 7 del 29 marzo u.s. il consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo per la concessione in uso a trattativa diretta della ex malga Bue in loc. Doss del Bue per la gestione mediante ristorante. Il consiglio comunale ha inoltre approvata e fatta propria la proposta della Giunta comunale per la concessione in uso, per dodici anni a trattativa diretta, a titolo oneroso al signor Massimo Ferrari la p.ed. 128 in C.C. Vattaro di mq 3.956, facente parte del patrimonio d’uso ci- • di Vigolo Vattaro, comune capofila; con delibera 8/2010 è stato approvato lo schema di convenzione e dato mandato al sindaco per sottoscriverlo; vico e costituita dall’edificio della ex malga Bue ristrutturato, composto da cantina, piano terra (lordi mq 296,36), I° piano (lordi mq 223) e da un’area adibita in parte a parcheggio (44 posti macchina) e in parte a pertinenza dell’immobile, ai fini di svolgimento dell’attività di ristorante con prodotti di qualità e prevalentemente con cucina tradizionale, bar e vendita prodotti, di valutare favorevolmente l’offerta di data 22.03.2010 prot. 1266 presentata al Comune di Vattaro dal signor Massimo Ferrari per l’attività di gestione e la concessione in uso di cui al punto precedente; Come ormai tradizione, anche per l’anno 2010 è stato istituito il servizio di colonia diurna estiva in collaborazione con il Comune Il 31 maggio 2010 ha avuto luogo il primo consiglio comunale della nuova Legislatura 2010 – 2015, in questo caso le delibere sono soprattutto adempimenti formali, a parte la proposta degli indirizzi generali di governo: Con delibera 13/2010 il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza (10 voti favorevoli e 5 voti contrari) il documento con le linee programmatiche proposto dal sindaco neoeletto, contenente gli indirizzi generali di governo. • 5 El Pontesel Ringraziamenti e riflessione post-elettorale attività amministrativa di Matteo Giacomelli Ass.re alla Cultura, Sport, Ambiente ed Energie Rinnovabili S crivo questo breve articolo nelle vesti di Capogruppo della lista civica “Tradizione e Futuro” per esprimere un vivo grazie ai nostri elettori. Le elezioni comunali del 16 maggio hanno riconfermato il nostro gruppo a capo dell’Amministrazione Comunale di Vattaro. La rinnovata Giunta Comunale è composta da: - Devis Tamanini, Sindaco di Vattaro - Lino Boller, Vicesindaco e assessore a Lavori Pubblici, Foreste e Scuola, - Maria Furlani, assessore alle Politiche Giovanili, Sanità e Assistenza, - Matteo Giacomelli, assessore alla Cultura, Sport, Ambiente ed Energie Rinnovabili, - David Perazzoli, assessore all’Edilizia Privata, Protezione Civile, Associazioni di Volontariato e Turismo. Sono stati eletti Consiglieri Comunali della nostra lista civica: Michela Bertuzzi, Walter Furlani, Lino Boller, Vicesindaco e ass.re a Lavori Pubblici, Foreste e Scuola. El Pontesel Ognibeni Mirko, Valentina Maistri ed Enzo Micheloni. A nome di tutti i candidati della lista “Tradizione e Futuro”, rinnovo a tutti i cittadini di Vattaro un sincero grazie, per averci sostenuto, dimostrando un forte orientamento e nel contempo un apprezzamento per quanto abbiamo fatto in questi anni di vita amministrativa. Credo che l’interesse verso l’attività amministrativa sia segno di maturità; interessarsi della vita sociale e politica del proprio paese significa vivere attivamente il proprio territorio e la propria comunità. Un grazie va ai candidati della nostra lista che non sono entrati in Consiglio Comunale: Chiara Maestri, Mattia Giacomelli e Karin Monte. Un ringraziamento particolare per Marco Ducati e Alessandro Micheloni, che non solo hanno fatto parte dell’amministrazione comunale uscente, ma hanno contribuito enormemente nella gestione delle attività della precedente amministrazione. Maria Furlani, ass.re alle Politiche Giovanili, Sanità e Assistenza. 6 Ringrazio i cittadini che hanno contribuito con il loro voto alla nostra riconferma, dando fiducia a noi e alle nostre idee: in questo modo hanno garantito a Vattaro una continuità amministrativa, che per noi è fondamentale se vogliamo migliorare il nostro paese concretizzando le nostre proposte. Negli scorso mandato, infatti, abbiamo realizzato diverse opere e servizi, ma abbiamo anche creato i presupposti per nuove iniziative, che ora sono in stato di avanzata progettazione e che presto saranno messe in cantiere. Noi crediamo che, per poter migliorare il nostro paese, sia necessario un dialogo continuo fra cittadini e amministratori, sia attraverso le udienze con sindaco e assessori, sia dialogando con i consiglieri comunali e gli uffici. Un contatto diretto con la comunità dei cittadini, per noi significa poter capirne in profondità le esigenze e i bisogni, così da poter agire efficacemente e rapidamente per soddisfarle. Matteo Giacomelli, ass.re alla Cultura, Sport, Ambiente ed Energie Rinnovabili. David Perazzoli, ass.re all’Edilizia Privata, Protezione Civile, Associazioni di Volontariato e Turismo. Movimento della popolazione residente Anno 2009 a cura di Dario Rizzi – Ufficio Demografico Movimento della popolazione residente M 581 F 546 T 1127 5 4 9 5 4 9 1 5 4 1 9 6 -1 4 0 10 -1 19 5 0 24 19 8 0 27 38 13 0 51 21 1 1 23 17 2 19 38 1 3 42 Differenza tra iscritti e cancellati 1 8 9 INCREMENTO O DECREMENTO 0 8 8 581 554 1135 Popolazione al 01/01/2009 NATI VIVI Nel comune In altro Comune All’estero Totale Nati MORTI Nel Comune In altro Comune All’estero Totale Morti Differenza tra Nati e Morti ISCRITTI Provenienti da altri Comuni Provenienti dall’Estero Altri Totale Iscritti CANCELLATI Per altri Comuni Per l’estero Altri Totale Cancellati Popolazione al 31/12/2009 Statistica della popolazione al 31/12/2009 suddivisa per sesso e stato civile MASCHI FEMMINE Celibi Coniugati Divorziati Vedovi Tot. M Nubili Coniugati Divorziati Vedove Tot. F. 286 279 12 4 581 205 269 15 65 554 7 El Pontesel attività amministrativa Movimento della popolazione straniera residente ANNO 2009 Popolazione Straniera al 01/01/2009 Iscritti per nascita Iscritti per trasferimento da altri comuni italiani Iscritti per trasferimento dall’estero TOTALE ISCRITTI M 16 1 2 3 6 F 24 0 2 5 7 T 40 1 4 8 13 0 3 0 5 0 8 Cancellati per Morte Cancellati per trasferimento ad altri comuni italiani Cancellati per trasferimento all’estero Acquisizione di cittadinanza italiana Cancellati per irreperibilità TOTALE CANCELLATI 0 3 Popolazione Straniera al 31/12/2009 Di cui stranieri minorenni (nati dopo 31.12.1991) Stranieri nati in Italia 19 24 43 4 4 8 1 2 3 Numero di Famiglie con almeno uno straniero Di cui famiglie con intestatario straniero 25 19 2 2 7 10 Cittadini Stranieri per Cittadinanza e Sesso al 31.12.2009 M F T Austria 1 3 4 Paesi bassi 1 0 1 Polonia 0 1 1 Regno Unito 0 1 1 Romania 5 3 8 Albania 1 0 1 Moldova 2 4 6 Serbia, Repubblica di 0 1 1 Ucraina 4 6 10 Marocco 2 1 3 Nigeria 1 0 1 Brasile 0 3 3 Perù 0 1 1 Libano 2 0 2 TOTALE 19 24 43 El Pontesel 8 Nati nell’anno 2009 Cognome Nome ATTIOUI IMRAN CASAGRANDE SIMONE GIACOMELLI RACHELE MARTINELLI MARTINO MARTINELLI TOMMASO PELLEGRINI LEONARDO SHARROUF ALICE TAROLLI VIRGINIA VISINTAINER SARA Deceduti nel 2009 Cognome Nome ANDERMARCHER FRANCESCA BIASIONI ELODIA BOLLER TULLIO DUCATI LINO FACCHINI CLARA GIACOMELLI MARIO GIACOMELLI TERESINA TAMANINI DANILO UNTERHUBER ULRICO ZACCARELLI WEINER Matrimoni nel 2009 FIORONI / CATTANI SASSUDELLI / MAESTRI FRANCESCOTTI / BAUER CONCI / BETTI BOLLER / DUCATI QUAGLIERINI / BERNARDINATTI DE MARTIN PINTER / PEDRAZZA La voce della Minoranza attività amministrativa Diciamo NO al progetto presentato dall’Amministrazione uscente per i seguenti motivi: • per il notevole impatto ambientale e paesaggistico dovuto alla sua localizzazione nell’unica zona a parco e a ridosso del più importante complesso storico-artistico del Comune di Vattaro (palazzo Bortolazzi); • per l’oppressione visiva che la struttura prevista eserciterebbe sul palazzo sopra indicato, sull’adiacente scuola dell’infanzia e sulla storica chiesetta di San Rocco; • per l’invasività che l’edificio progettato avrebbe sul parco esistente e su Via Giardini, con notevole riduzione dell’area verde; • perché la costruzione di quanto previsto comporterà per parecchi anni gravi disagi al centro storico ed alle scuole attualmente esistenti; • per il costo eccessivo riferito ad una soluzione non idonea a rispondere ai reali e futuri bisogni della popolazione e che per di più condizionerebbe i bilanci comunali per molto tempo; • per il sottodimensionamento del complesso e la sua particolare ubicazione, che escludono sia eventuali futuri ampliamenti sia la possibilità di avere una palestra regolamentare a disposizione della scuola e di tutti i cittadini; • per la pericolosità intrinseca dovuta alla presenza del parcheggio seminterrato sotto le aule, della centrale termica prevista a biomassa collocata sotto il cortile dell’asilo, con conseguenti emissioni di fumi, pericolo d’incendio, elevata rumorosità, incremento di traffico a ridosso dell’ingresso delle scuole e nella piazza; • per la mancanza di idoneo e sicuro cortile compartimentato a servizio esclusivo degli alunni; • per la mancanza di spazi riservati di accesso in sicurezza alle scuole e alle fermate dei mezzi per il trasporto degli alunni; • per il disturbo che i bambini dell’asilo daranno a quelli della scuola primaria, passando dall’edificio per raggiungere la mensa; • per l’assoluta mancanza di riguardo ai reali utenti del complesso scolastico, bambini, insegnanti e genitori; • per la radicale assenza di una visione futura e intercomunale del nostro territorio, inteso come insieme di quattro paesi che possono collaborare assieme distribuendosi in modo equo servizi e risorse. Per le motivazioni sopraindicate, i sottoscritti Consiglieri del Comune di Vattaro non intendono assumersi le responsabilità conseguenti – previste dall’art. 5 dello Statuto che recita “I Consiglieri sono responsabili dei voti che esprimono sulle proposte sottoposte alla deliberazione del Consiglio. Tuttavia, sono esenti da responsabilità i Consiglieri che dal verbale risultino assenti o contrari” e, pertanto dichiarano il proprio voto contrario al punto 5 dell’ordine del giorno, in modo specifico al “progetto centro civico-polo scolastico su Via Giardini e parte del parco di Vattaro” del “documento programmatico”. Chiediamo che le presenti motivazioni vengano trascritte a verbale nonché pubblicate sul prossimo Notiziario comunale. Seguono le firme autografe dei singoli consiglieri della Minoranza 9 El Pontesel Mostra su “Gioco-geometria” dalla Scuola dell’Infanzia della Maestra Luciana Ducati Nota. La Mostra, proposta dalla Scuola dell’Infanzia nel periodo 20-26 maggio 2010 ed esposta nei locali della Sala consiliare, è la sintesi del progetto didattico che ha interessato, nel corso dell’anno scolastico 2009-2010, le tre classi dei bambini che frequentano la Scuola. È questa, in ordine di tempo, la seconda mostra che la Scuola propone; la prima risale all’anno scolastico 2005-2006 ed era intitolata “Esplorando: indagine sui percorsi sensoriali”. La Mostra attuale si riferisce ad una indagine condotta sul pensiero logico dei bambini nel campo della geometria. Il lavoro in classe è stato affiancato da una ricerca pratica nell’ambiente naturale, per individuare le forme concrete e osservarle da vicino, per saperle poi riproporre in forma grafica. (ag) Il nostro percorso comincia da qui… ognuno e lo identifichiamo con la sua forma circolare. Tracciare prima sul pavimento e poi sulla carta tutti i cerchi piccoli e grandi percorsi e segnati con il corpo: marce, danze, girotondi, lotte, imparando a stare all’interno del cerchio, a non oltrepassare la linea di confine, a calibrare le forze, la coordinazione, la padronanza di se stessi, l’autocontrollo. Chiave di lettura. Questi giochi sono esibizioni ludiche che abituano il bambino all’equilibrio della mente, alla precisione, alla Il Girotondo è sicuramente uno dei modi più belli per affezionare i bambini alla Scuola; da sempre si va all’asilo per fare Girotondo, per stringersi la mano, imparare a cantare, girare, cascare tutti assieme. Dal Girotondo tuttavia si possono ricavare moltissime altre cose… nascoste dentro il gioco stesso. Come abbiamo fatto a fare Girotondo? Tutti si guardano in faccia! Tutti si danno la mano! Seguiamo sul pavimento il percorso di Uno scorcio della Mostra con bambini in visita. El Pontesel 10 misurazione fisica, al controllo delle posizioni e alle disposizioni corrette nelle esecuzioni, alla percezione delle regole che vengono utilizzate e applicate senza essere nominate, e diventano parte integrante delle furbizie e delle strategie dei bambini. Partendo da qui, dalla voglia dei bambini di esibirsi con il corpo in diverse maniere, abbiamo utilizzato il “cerchio” come oggetto ludico che fa da contenitore ai nostri giochi, inserendo una frase magica per eseguire le acrobazie sportive: “Se il cerchio c’è, la forza è con me!” Il percorso in questione ci apriva a molteplici scelte didattiche; dopo una riflessione su quali temi privilegiare nel corso del corrente anno scolastico, abbiamo scelto la strada di sviluppare il progetto attorno alle figure geometriche, partendo dal cerchio, per introdurre poi il quadrato e il triangolo. Questo ambito logicomatematico era secondo noi da sperimentare con i bambini, pur mantenendo la struttura giocosa (ludica) del percorso, con frequenti confronti con il pensiero logico. dalla Scuola dell’Infanzia Il quadrato… il triangolo… Il quadrato… il triangolo I bambini manifestano un forte interesse per il personaggio di “Arsenio Lupin”. Rimane ancora lui la cornice del nostro percorso, che prosegue con le figure: Il quadrato e il triangolo… La geometria dei percorsi Dopo la pausa delle vacanze di Natale nei giochi dei bambini si sono presentati dei personaggi ricorrenti: “le spie”. Cogliamo questo importante spunto affettivoemotivo e lo usiamo per introdurre la “geometria dei percorsi”. Le spie si conoscono e si sperimentano attraverso: percorsi, cunicoli, labirinti, mappe… Successivamente abbiamo inserito il personaggio di Arsenio Lupin, ladro gentiluomo; anche lui come tutte le spie, usando astuzia e intelligenza, supera ostacoli e trova espedienti originali per sfuggire alla polizia. Chiave di lettura. Imparare ad Spaccato della Sala consiliare che dà la misura della Mostra e della sua qualità artistica. orientarsi nello spazio dentro un ambiente, all’interno di una zona più o meno demarcata, costituisce uno degli obiettivi più importanti della Scuola dell’Infanzia. Questo si traduce nell’abilità di sapersi recare in un luogo anche verso le stanze della Scuola, nel sapersi orientare, nel trovare Uno scorcio che consente di apprezzare da vicino gli aspetti grafico-pittorici . e fissare punti di riferimento, nel localizzare oggetti, nel collocarsi con il corpo dentro spazi disponibili, riconoscendo le cose che si trovano davanti- dietro – sopra – sotto – ai margini – ai confini – vicino – nel centro – alla periferia – sulla destra – sulla sinistra. Le probabilità Perché inserire la probabilità? Per educare al pensiero probabilistico, per scoprire criteri utili per effettuare delle scelte, per elaborare strategie per analizzare ed affrontare fenomeni certi o incerti, causali. La probabilità è stata introdotta in modo molto intuitivo, senza dover affrontare calcoli, ma lavorando sul piano linguistico e della formazione mentale mettendo in luce le differenze tra linguaggio mentale e il linguaggio specifico della disciplina termini come: – possibile – probabile – certo – impossibile . 11 El Pontesel La tradizionale “Festa degli alberi” sul Doss da Bugo dalla Scuola a cura di Alcide Giacomelli I l 3 giugno u.s. si è svolta l’annuale “Festa degli alberi” in località Prai Veci, sul Doss da Bugo. La festa ha consentito ai bambini di compiere una vera escursione nella natura e di vivere qualche ora a contatto con un ambiente naturale di prima grandezza, dove l’aria è particolarmente buona e il paesaggio da cartolina. I bambini della locale Scuola Materna hanno raggiunto la suggestiva cornice del Rifugio Madonnina in pullmino, mentre i bambini più grandi della Scuola Elementare sono saliti a piedi lungo la strada del Lonzi e di Costa Granèla. In tutto erano presenti alla festa più di cento bambini, accompagnati dai loro insegnanti. Il cielo era estremamente terso e azzurro quella mattina; dai prati del Rifugio la montagna appariva maestosa e vicina, ostentando tutta la sua esuberante bellezza di canaloni, crode, anfratti e cime. La cerimonia d’inizio si è tenuta in un prato poco discosto dalla Malga. Erano presenti il parroco don Giorgio, l’Ispettore forestale Loris Sperandio della stazione forestale di Levico, la guardia forestale Mario Ducati e Maria Furlani per conto del Comune, assessore alle attività sociali di recente nomina. Don Giorgio dopo un breve discorso sul significato della festa, ha benedetto le piantine che dovevano poi essere messe a dimora. È toccato poi all’Ispettore Sperandio, che ha dialogato qualche minuto con i bambini, parlando del 2010 anno – ha sottolineato - dedicato alla bio-diversità, che comprende aria, acqua, animali e piante, del rispetto per la natura da parte dell’uomo, adulto o bambino che sia; da ultimo ha letto una significativa preghiera scritta dal patrono dei forestali, tale Giovanni Gualberto da Vallombrosa. L’assessora Maria Furlani ha rivolto, a sua volta, un breve saluto ai presenti, in cui si è presentata, ha suggerito ai bambini il rispetto per la natura e ha ringraziato chi l’ha preceduta. È seguita la fase di “messa a dimora delle piantine” da parte dei bambini, assistiti nella delicata operazione dai forestali e dal personale presente. C’è stato poi un momento di assoluta libertà sui prati del Madonnina, che ha culminato in un Festa degli alberi 2010 in località Prai Vèci sul Doss del Bugo. El Pontesel 12 I forestali aiutano i bambini nella messa a dimora delle piantine. pranzo succulento, dove l’appetito non è certo mancata a causa dell’aria fresca e sottile del Corno. Un tempo la festa degli alberi era un giorno speciale atteso dagli scolari, sia per la possibilità di trascorrere una giornata all’aperto, sia per la degustazione insolita di un fantastico panino con la mortadella, allora specialità rara e appetibile. La festa era anche occasione per un’“educazione civica” supplementare, in cui i maestri, qualche giorno prima dell’evento, si prodigavano nel parlare dell’importanza degli alberi nella natura, del rispetto e dell’amore che ogni bambino e uomo deve alle piante e al bosco. Il giorno della festa, nel bosco, era il maestro anziano che teneva l’orazione principale, seguito dall’Ispettore o da chi ne faceva le veci. Nel tardo pomeriggio si faceva ritorno a casa. Speriamo che anche ai tempi nostri la “Festa degli alberi”, più organizzata e più ricca, non sia un evento formale che si risolve nella ripetitività e nella tradizione, ma lasci nei nostri bambini un ricordo forte e un segno per il domani. Inaugurata la nuova Coop con sede in via Dante, 15 D omenica 25 aprile, in una giornata di sole e cielo sereno, si è inaugurata la nuova Coop, che ora ha la sua sede prestigiosa in Via Dante 15, occupando interamente gli spazi a piano terra. Il negozio, che si presenta ben strutturato e moderno, copre una superficie commerciale utile di mq 299, su cui esporre le merci, più mq 216 comprendenti gli uffici e il disbrigo. Precedentemente la Famiglia Cooperativa, che vanta una storia più che centenaria, essendo nata nel lontano 1896, aveva sede nella seconda piazza del paese, denominata “piazzetta”; lì era nata ed era progressivamente cresciuta negli anni fino alle dimensioni attuali. Il giorno dell’inaugurazione il parcheggio antistante il negozio era associazionismo a cura di Alcide Giacomelli occupato dal buffet della società Aristo-3, incaricata di fornire i pasti di mezzogiorno alle autorità presenti e ai numerosi ospiti che stipavano la strada. Sul piazzale davanti al negozio si sono alternati vari oratori, coordinati da Diego Nart dell’Ufficio stampa della Federazione. Il presidente cav. Rino Campolongo, prima gerente della cooperativa (dal 1959) e poi presidente (dal 1984), ha ringraziato tutti coloro che hanno in qualche modo collaborato alla realizzazione dell’opera; ha poi ricordato brevemente l’iter di crescita della Famiglia Cooperativa: da negozio di prodotti di prima necessità del Dopoguerra, a supermercato. Nella crisi economico-finanziaria attuale, la Coop di L’edificio originale della prima Cooperativa, nell’angolo est della piazzetta, con annesso il burrificio (1951). Il presidente cav. Rino Campolongo, affiancato dalle autorità, taglia il nastro che inaugura la nuova struttura. 13 El Pontesel associazionismo Vattaro – ha aggiunto – ha voluto fare uno sforzo e un salto di qualità per garantirsi stabilità economica e si è allargata coinvolgendo una decina di altri negozi sparsi sull’altipiano di Lavarone e Folgaria, tanto che ora la Coop ha come ragione sociale quella di “Famiglia Cooperativa di Vattaro e altipiani”. È stata la volta del sindaco di Vattaro, dott. Devis Tamanini, che si è complimentato per la nuova Coop che coniuga – ha detto - modernità e funzionalità; ha poi invitato gli utenti ad esserne “fedeli” sostenitori, per garantire un servizio che è stato e rimane prezioso. È seguito l’avv. Alessandro Olivi, assessore provinciale al Commercio e l’assessore Franco Paniz- za; entrambi si sono rallegrati per l’iniziativa, che “è frutto di perseveranza, passione e dedizione”, ha sottolineato Olivi; considerata in questi tempi di crisi “un sogno che celebra il protagonismo della cooperazione”, ha precisato Panizza. Il riferimento a don Lorenzo Guetti e alla cooperazione a questo punto, è stato di prammatica, come anche l’invito a sostenere concretamente le “radici comuni” della nostra storia sociale ed economica. Anche Giorgio Fiorini, presidente del consorzio Sait e la vicepresidente della Federazione Mattarei hanno ribadito la relazione tra i “piccoli negozi e il sistema di Cooperazione trentina”. Quando tutti gli oratori hanno concluso, è giunto da Bosentino Inaugurazione della Nuova Coop. Intervento del sindaco, dott. Devis Tamanini. El Pontesel 14 don Claudio Bazzetta, che ha benedetto il manufatto e le persone, rivolgendo ai presenti brevi parole di saluto e di augurio. Poi si è dato avvio a una parentesi di festa, attingendo al buffet. La strada era letteralmente colma di gente che transitava dal buffet alla visita dei locali della nuova cooperativa. Nella storia della Coop di Vattaro, questa nuova opera aggiunge prestigio e modernità alla Famiglia Cooperativa, nome sintetico e significativo coniato un tempo per sottolineare le relazioni umane e sociali che intercorrono tra l’ente e i suoi associati. Si auspica che la “fedeltà” dei consumatori di Vattaro diventi prassi abituale, per garantire la continuità del servizio e la sua crescita. La ProLoco di Vattaro informa I n data 17 marzo 2010 si è tenuta presso la Sala consiliare del Comune l’annuale assemblea della ProLoco di Vattaro. All’ordine del giorno c’era il rinnovo delle cariche sociali e la programmazione delle manifestazioni per l’anno 2010. In merito al primo punto il direttivo è stato così rinnovato: Presidente: David Perazzoli; Vicepresidente: Cristina Sadler; Membri del direttivo: Michela Bertuzzi, Monica Bassi, Serena Micheloni, Simone Ducati, Matteo Giacomelli, Loris Tamanini, Denis Martinelli, Walter Furlani, Franco Parisi, Renzo Tonezzer, e il sindaco Devis Tamanini membro di diritto; segretaria: Karin Monte. Nel corso dell’assemblea Luciano Giacomelli è stato nominato socio benemerito, per l’impegno profuso negli anni a beneficio della ProLoco, specie quando ne era presidente, impegno che ha interessato anche l’ambito turistico e socio-culturale della nostra comunità. Per quanto riguarda la programmazione delle manifestazioni per l’anno 2010, la ProLoco può vantare un buon carnét che contiene un nutrito numero di eventi. Voglio ri- David Perazzoli confermato recentemente presidente della ProLoco. associazionismo di Michela Bertuzzi Ricordo della Festa dell’estate, edizione 2009. cordare qui in primis quelli già effettuati nello scorso anno in collaborazione con il Gruppo Alpini, cioè il Carnevale in Piazza San Rocco; il tiro ai òvi di Pasquetta e la giornata ecologica che ha interessato i bambini di Vattaro nella pulizia del nostro parco, delle strade e dei boschi, per inculcare in loro la necessità di mantenere puliti i nostri ambienti di vita. Il primo evento in programma per l’estate prossima sarà un concerto di musica afro-reggae sul Doss da Bugo: (NB: il reggae è un genere musicale degli anni Sessanta che trae origine dalla musica popolare giamaicana) saranno due serata di buona musica avendo come cornice l’ambiente naturale. Seguirà poi la partita di calcio-saponato al campetto del Parco di Vattaro, manifestazione che negli anni scorsi ha riscosso notevole successo di pubblico, con soddisfazione per gli organizzatori. Da venerdì 13 a domenica 15 agosto si svolgerà la grande Festa dell’Estate; è una manifestazione ormai consolidata negli anni, che co- niuga divertimento e ottima cucina nostrana. La mattina di sabato 14 agosto si svolgerà la tradizionale “Sgalmeràda”, un percorso non competitivo adatto alle persone di tutte le età, una passeggiata di 9 km nel suggestivo scenario di boschi e prati, con degustazione, nei puntiristoro distribuiti lungo il percorso, di prodotti gastronomici locali. Non vogliamo qui dimenticare l’appuntamento estivo del giovedì col cinema d’estate che ormai interessa la nostra comunità da svariati anni: il pomeriggio è riservato ai bambini e la sera agli adulti. Durante l’estate si terranno inoltre diversi incontri musicali per allietare la nostra gente e i nostri ospiti: matinée presso il Parco comunale; concerti del Coro bandistico di Vigolo Vattaro e i celeberrimi “Suoni delle Dolomiti”. Vi aspettiamo numerosi alle nostre manifestazioni, ricordando che siamo sempre disponibili a ricevere suggerimenti per migliorare la qualità degli eventi e raccogliere nuove idee per il prossimo futuro. 15 El Pontesel tra cronaca, storia e leggenda Oliva Giacomelli (dei Nàndi) ha raggiunto e superato il secolo di vita a cura di Alcide Giacomelli N ella vasta sala a piano terra della Casa di soggiorno S. Spirito di Pergine c’era grande festa, sabato 24 aprile u.s. Un’orchestrina sul fondo intratteneva gli ospiti con musiche appropriate; di tanto in tanto una cantante si inseriva nella band, esibendosi negli ultimi successi di San Remo. Sulle pareti della grande sala, scritte multicolori inneggiavano alla “zia Oliva centenaria”. La nostra zia Oliva – Oliva Giacomelli dei Nàndi – l’améda Oliva, rimasta forse nubile per assistere fratelli, nipoti e pronipoti, era assisa, per l’occasione, ad un tavolo posizionato di fianco all’orchestrina. Era attorniata dalla folta schiera dei parenti di generazioni diverse, indaffarati nella distribuzione di torte di diversa qualità e fattura. Una bisbisnipotina di 10 anni, di terza generazione, si è accostata al microfono, e con cipiglio professionale ha letto una commovente letterina piena di sentimento, di cose sagge e di messaggi, scritta di suo pugno e indirizzata a questa zia secolare. A questo punto è opportuno riportare qui sotto il breve scritto, integralmente. All’alba di 100 anni fa la nostra carissima zia Oliva è nata, credo, sprizzando gioia come ha fatto con noi in questi anni passati. All’età che adesso ho io, lei ha perso la mamma, quindi ha dovuto aiutare a fare lei la mamma con tutti quelli che erano bambini. Adesso la zia Oliva ha compiuto 100 anni, lei pèrò è rimasta ancora bambina: ha sofferto, ha gioito, ha visto il cambiamento dalla guerra alla libertà, dalla crisi alla felicità. Lei, non avendo le cose che abbiamo noi oggi, si è fermata sulle cose più semplici e da lì è andata avanti; noi nel mondo dovremmo fare come lei. E così aiutando, ammirando la vita e apprezzando, saremo apprezzati e premiati dal Signore! NOI, CARA ZIA OLIVA TI STAREMO VICINI CON FELICITA’, COME TU HAI FATTO CON NOI! Elisa Furlani (di anni 10) Nel giorno del suo genetliaco, la zia Oliva al tavolo con la zia Lidia Boller di 98 anni. El Pontesel 16 L’espressione ancora vivace della zia Oliva. La zia Oliva, la festeggiata, ogni tanto si lasciava attirare dai ritmi musicali e allora batteva le mani o le alzava seguendo chissà quali fantasie musicali. Cento anni! Un secolo! Mi sono avvicinato e, cercando di farla parlare nel rumore assordante della sala, le ho chiesto: “Sa’ te pàrel Oliva, adess che te g’hai zento ani?” Mi ha rivolto una breve occhiata eloquente e poi mi ha risposto: “Sat cossa che te digo? L’era méio morir prima, no star chi a dar briga no! At capì?” Il messaggio è chiaro e la zia Oliva è ancora molto lucida. Sta ancora bene; l’unica cosa che forse la angustia è l’ambiente, la disciplina, la libertà “condizionata” che si vive lì dentro, lei abituata alla vita semplice e libera della sua casetta di Via Indipendenza a Vattaro, dove ha con- vissuto per più di 50 anni con la cognata Lina… E qui occorre tornare ai tempi in cui la zia Oliva era ciarliera e raccontava volentieri, per filo e per segno la sua vita. “Néven anca d’acordi – ricordava Oliva, parlando della sua tra cronaca, storia e leggenda Elisa Furlani, la bisbisnipote di Oliva Dei Nandi,che ha scritto la superletterina alla zia centenaria. convivenza con la cognata Lina. – Ogni tant begàven, come suzéde n tute le familie, ma po’ féven la paze. Adess me cugnada, la Lina (Lina Micheloni dei Prussi, morta nel gennaio 2008) la è nada su per i boschi del Paradiss a binar su brise – diceva scherzando Oliva. – Ela la è sempre stàda ‘mpasionada de fonghi e de brise, sat…” Poi, parlava anche della sua vita, presente e passata. “Mi no me son mai sentùda de sposarme – raccontava. – Per primo perché era la pù vecia della familia e g’aveva sempre qualche matelót da arlevar... En la me vita ho sempre fat la cenerentola, sat: meter le man en l’aqua e lavar zo calzoti! Rispetada per quel, ma sempre soto! E la roba pù bèla l’era quando se vedeva che le robe le neva meno male e no gh’era disgrazie... Zercar, ensoma, che la barca la nessa avanti ala meno pezo… A 30 ani – continuava – son nada en Germania (nel 1940) per guadagnarme ‘na lira, perché ghe n’aveva 5 da mantegnir! Son restada fora per 4 ani calcàdi, e i soldi che ho guadagnà i è stadi apena assà per comprar ‘na manzòta! Eco, tuti i me guadagni ‘n do che i nàdi a finir! La lira (il marco!) la era nada ‘n tera e mi son restada con en pugn de mosche… At capì?” E qui finisce il resoconto di vita della zia Oliva dei Nandi, una persona semplice, disponibile sempre in tante azioni caritative che hanno costellato e caratterizzato l’intera sua esistenza. È una personcina encomiabile, da proporre come esempio di vita alle generazioni presenti. Le auguriamo tutto il bene possibile (anche adesso che è ultrasecolare) come lo si può augurare ad una persona semplice e buona che al mondo non ha fatto altro che seminare del bene a piene mani…Ciao, zia Oliva. La zia Oliva fatta segno di felicitazioni, abbracci e omaggi floreali. 17 El Pontesel tra cronaca, storia e leggenda La maestra Domenica Campregher in Maccani è tornata alla Casa del Padre a cura di Alcide Giacomelli I l giorno 6 maggio u.s. la maestra Domenica Campregher in Maccani ha concluso il suo cammino terreno ed è tornata alla Casa del Padre. Era nata a Vattaro il 24 agosto 1919, figlia di Domenico Campregher (1892-1919) e di Emma Zamboni (dei Bavéti), conosciuta a Vattaro e dintorni per la sua attività di levatrice. Domenica (in paese era chiamata semplicemente Minicòta) venne considerata orfana di guerra perché il padre Domenico, ferito sui campi della Galizia dove aveva combattuto come la maggior parte dei Trentini, era tornato a casa debilitato e aveva preso la terribile epidemia Spagnola, che lo portò rapidamente alla tomba. In conseguenza di ciò Minicota venne considerata “orfana di guerra” e le fu assegnato un sussidio, una borsa di studio che le consentì di compiere, in un collegio di Genova, tutto l’iter scolastico, dalle elementari all’Abilitazione Magistrale. Quando esce è già diplomata e comincia a fare scuola. Nel 1939-41 è in Alto Adige, a Prantago e Marlengo, nelle Scuole rurali dell’ONAIR (Opera nazionale Italia redenta); nel 1941 è a Cilla, nel Bleggio, e poi a Lavarone Chiesa, dove il Provveditorato le affida l’organizzazione e la gestione dei corsi della Scuola postelementare che avrà la sua sede nella frazione dei Gionghi. Minicota rimane ai Gionghi per 2 anni. A Lavarone conosce Gui- Domenica Campregher e Guido Maccani il giorno do Maccani e si sposano del loro matrimonio (21 gennaio 1950). il 21 gennaio 1950. Da Lavarone va poi a Mezzolombardo, dove nascono i 4 fi- noscenza. gli (Paolo, Claudio, Lucio e Mar- Minicota è stata una donna forzio); da Mezzolombardo va a temente impegnata sul versanValdagno per consentire ai figli te della famiglia e della scuola, di frequentare l’università di Pa- dove era riconosciuta e stimata. dova. Nel 1991 torna a Vattaro, Per la famiglia aveva però un’atdove ristruttura l’attuale casa di tenzione e una passione partiabitazione, che diventerà la sua colari che trasparivano sempre dimora permanente. Questa per nei suoi discorsi quando si pargrandi linee la sua biografia es- lava con lei; anche per la scuola deve aver nutrito molta passiosenziale. Il 21 gennaio u.s. aveva solenne- ne e amore, se tuttora un grupmente festeggiato nella Parroc- po dei suoi vecchi scolari sono chiale di San Martino, assieme al giunti da lontano per presenziamarito Guido, le nozze di diaman- re alla Messa di sessantesimo e al te, 60 anni di vita insieme, in una funerale. cerimonia quanto mai partecipa- Ora Minicota se n’è andata, ma ta e commovente, in cui figli e ni- ha lasciato dietro di sé un segno poti hanno avuto modo di espri- concreto della sua presenza e del mere il loro affetto e la loro rico- suo amore. R.I.P. Minicota come appariva negli ultimi tempi. El Pontesel 18 Milio dei Bòleri emerito autista della Società Atesina di Trento A Vattaro e dintorni Emilio Boller (Milio dei Bòleri), per la sua quasi trentennale attività di autista in quella che allora era chiamata Società automobilistica Atesina di Trento (la Saat), è divenuto nel tempo esempio di impegno e di dedizione, quasi un mito che ancora oggi è sulla bocca di molti che lo ricordano e ne parlano volentieri. Milio, figlio di Adele Giacomelli (dei Fàzi) e Federico Boller, classe 1914, sin da ragazzo si era scoperta una grande passione per macchine e motori, precisamente da quando il padre, Federico, aveva acquistato due camion di marca Praga, a gomme piene, che funzionavano prima a benzina, quando il motore era freddo, e poi a petrolio. Nella famiglia di Federico Boller i camion venivano usati a scopo commerciale, per il trasporto di merci da Trento, per quello delle farine dal mulino di proprietà sulla Mandola, compresi i trasporti occasionali agricoli ed edilizi. A vent’anni troviamo Milio autista in una ditta di trasporti a Trento. Lo ritroviamo, tra il 1935-1941, in Eritrea, soldato in quello che allora era denominato, nel linguaggio altisonante dell’epoca, Impero coloniale italiano (espresso dall’acronimo AOI = Africa orientale italiana), costituito da Etiopia, Eritrea, Somalia. Lì Milio, che era dotato di un suo camion, svolgeva mansioni di autiere-attendente di un capitano di Capua. Già a Trento lo avevano vestito con la divisa coloniale: pantaloni a sbuffo tipici dell’era fascista, e scarponi giganti. In Africa si era procurato una mascotte, una scimmietta portafortuna tra cronaca, storia e leggenda di Alcide Giacomelli di carattere irascibile, che lo accompagnava ovunque e, a modo suo, era una fedele compagna di viaggio. Milio trasportava truppe, materiali, posta e quant’altro, andando ogni giorno avanti e indietro tra zone desertiche, radure e boscaglie. Quando scorgeva una pozza d’acqua, fermava l’automezzo e si faceva il tè per tutti i militari, che veniva poi sorbito insieme alle classiche gallette allora in voga. La campagna d’Africa dell’Impero fascista durò dal 1936 al 1941, poi l’autiere Milio dei Bòleri venne trasferito in terra d’Albania (1942) per quella che in gergo era chiamata Campagna di Grecia e di Albania; lì faceva la spola tra la capitale Tirana, Scùtari e il mare. Un giorno, mentre era sulla via del ritorno, la sua gip fu attaccata dai partigiani del Montenegro, i famigerati “partigiani neri”, tristemente noti per la loro crudeltà. Per prima cosa fecero fuori i soldati che dalla gip tentavano di mitragliarli; Milio riuscì a sgattaiolare dall’abitacolo e a nascondersi sotto l’automezzo; venne poi ferito ad una gamba e allora si cosparse di sangue, per apparire più grave di quanto non fosse. Fu catturato, disarmato, privato delle scarpe e dei pantaloni e messo al muro. A questo punto nacque una disputa nel gruppo dei partigiani, perché il comandante voleva lasciarlo libero, essendo Milio un soldato regolare dell’esercito italiano. Evidentemente i partigiani montenegrini avevano il dente avvelenato nei confronti della milizia fascista, i Mas (dalle iniziali di un motto del poeta D’Annunzio: Milio Boler con i pantaloni a sbuffo dell’era fascista. “memènto audère semper” = ricordati di osare sempre). Alla fine l’opinione del comandante prevalse e Milio fu rilasciato. Dopo questo fatto d’arme, gli fu concessa una licenza premio e poté tornare per qualche tempo nella sua Vattaro; era il 20 agosto 1943. Avrebbe dovuto rientrare al suo battaglione il 9 settembre, ma el rebaltón scoppiato proprio l’8 settembre 1943 lo dissuase. Da allora restò a casa sua e nessuno lo cercò più. Nel 1944 si sposò con Rita Bertoldi di Pedemonte; l’anno seguente nacque Franca, cui seguirono gli altri figli. Il 1947 segna il suo ingresso come autista di linea nella Società automobilistica Atesina di Trento (allora Saat), e qui, bisogna dirlo, Milio trova una collocazione ideale 19 El Pontesel tra cronaca, storia e leggenda Milio a bordo della sua corriera, una Fiat 126 di fine anni Quaranta. la Fricca; d’estate era impegnato in percorsi complementari in zone del Trentino di interesse turistico, come Asiago e Madonna di Campiglio. Suo inseparabile compagno di viaggio e controllore fu, per molti anni, tale Sergio Sommadossi di Villazzano, quando, allora, tra autista e bigliettaio si stabiliva spesso una cordiale, fraterna amicizia. Spesso Milio era impegnato in percorsi extraregionali con gruppi vari. Anche gli iscritti all’ENAL del Dopolaóro di Vattaro andarono spesso “con la corriera del Milio Bòller” – come si diceva - a Venezia, Milano, Madonna di Campiglio e in altre località importanti. Nei giorni di riposo, si poteva incontrare mentre scendeva lungo la via principale per una bre- per la sua carriera lavorativa, dove espresse al meglio la sua passione e il suo impegno. Di carattere schivo e taciturno, ma corretto e sensibile nei confronti degli altri, incuteva rispetto e simpatia. La corriera che aveva in dotazione allora era una Fiat 126, con guida a destra, che lui, in mancanza di garage apposito, (fu costruito più tardi a fianco del panificio Andreatta) parcheggiava sul piazzale di casa sua e, se possibile, infilava nei locali di piano terra. Nei freddi inverni di quegli anni, collocava sotto il motore un fornelletto elettrico, per garantire un immediato avviamento dell’automezzo. La sua linea di percorrenza era la Trento-Lavarone, lungo la statale erta e tortuosa del valico del- El Pontesel 20 ve puntata al bar; da lontano si notava il suo fisico alto e asciutto, l’ espressione affabile e l’inseparabile sigaretta inserita in un bocchino di radica; scendeva con passo misurato e quando incontrava qualcuno salutava con un breve cenno del capo, e in quell’atto traspariva il suo sguardo mite e la sua naturale bonomia. Al bar beveva un bicchiere, scambiava qualche parole e poi ritornava sui suoi passi. Nel 1974, dopo 27 anni di lavoro nella Società Atesina si è ritirato a vita privata nella sua bella casa di Via Dante, lasciando nei compagni di lavoro un aura di simpatia ed affetto che tuttora sussistono, a quasi trent’anni dalla sua morte prematura, avvenuta nel 1981. Un meraviglioso gallo forcello N egli anni Cinquanta, i fratelli Meneghini (Antonio e il fratello GianBattista) allora proprietari della Fornace di Vigolo, erano anche appassionati cacciatori, tanto che le associazioni della Conca della Vigolana li avevano accolti volentieri tra i soci, anche perché contribuivano generosamente alle spese per il ripopolamento, senza lesinare sul contributo. Spesso, quando andavano a fare una battuta, si portavano appresso amici e parenti che, essendo abituati alla città, godevano della nostro ambiente naturale ancora incontaminato e dalla fauna per loro sconosciuta. Una domenica di ottobre si accordarono per una escursione sulle pendici della Marzola a caccia di cotorni (coturnici), che a quei tempi in quelle zone erano numerosi. Stabilirono di trovarsi prima dell’alba presso il Maso Fosina, dove Richeto teneva anche i cani da ferma. Dario Ducati, che lavorava presso la Fornace, considerato cacciatore esperto, era il fiduciario dei Meneghini e spesso li accompagnava in queste uscite venatorie, anche se nella riserva di Vigolo non poteva esercitare la caccia e doveva limitarsi solo ad accompagnare. Dario arrivò presso la Fosina prima di tutti; poco dopo giunse Meneghini accompagnato racconti di caccia di Armando Bassi Dario Ducati mostra orgoglioso un raro esemplare di gallo cedrone. dal fratello Felice, di circa sessant’anni, medico chirurgo presso un ospedale di Verona. Fecero una frugale colazione con l’aggiunta di un grappino per affrontare i primi freddi di ottobre. Scesi in cortile con zaini e fucili, sciolsero i cani dalla catena e 21 El Pontesel racconto di caccia uno lo mise al guinzaglio Richeto, il secondo fu affidato a Dario. Si incamminarono poi tutti in direzione della Marzola. Era una notte chiara di metà ottobre, in cielo una grande luna rischiarava la vallata a giorno. Lasciate le ultime case sulle pendici di Mala, si portarono in quota verso el Croz de le Bacarìe, nella zona dove Richeto giurava di avere avvistato qualche “brigata” di cotorni. Infatti, fermatisi un momento a riposare, udirono distintamente a breve distanza l’inconfondibile richiamo delle coturnici. I cani, fiutando la preda, erano in ansia e tiravano per liberarsi dal guinzaglio. Cominciava ad albeggiare, ma non era possibile ancora cacciare perché la visibilità era scarsa, tanto che Richeto raccomandava di aspettare pazientemente ancora qualche decina di minuti prima di sciogliere i cani e iniziare la battuta. L’atmosfera di attesa era promettente e tutti i presenti, in cuor loro, immaginavano un ricco carniere. All’improvviso, il cane custodito da Dario, che continuava a dimenarsi, si liberò dal guinzaglio, partì di slanciò nella direzione dei cotorni e sparì alla loro vista nel buio della vegetazione. Poco dopo i cacciatori percepirono chiara- El Pontesel mente il battito d’ali degli uccelli che si allontanavano, librandosi nell’aria a grande velocità. Richeto era furibondo e inveiva contro Dario perché riteneva che avesse volutamente liberato il cane, cane che dopo la scorribanda era ritornato scodinzolando. Dario a sua volta, mortificato per il contrattempo, tentava di giustificarsi, ma Richeto era nero e non sentiva ragioni. Sbollita la rabbia, avendo alla fine capito che Dario non aveva fatto a posta, Richeto cominciò a ragionare sulla zona dove potevano essersi rifugiati i cotorni. Quando decisero di muoversi, il dottore che era già stanco per la lunga inconsueta camminata, decise di fare una piccola perlustrazione nella zona circostante per poi tornare indietro verso casa con Dario. Salutò gli amici che si avviarono verso gli el Prà Picol, mentre loro cominciarono a battere la zona preventivata. Era ormai giorno fatto, il sole era già alto e il dottore era sempre più stanco, tanto che invitò Dario a prendere la strada del ritorno. Dopo un centinaio di metri, il cane che continuava nella cerca, dopo qualche incertezza puntò deciso verso una macchia di rododendri che spicca- 22 vano alla base di un grosso sasso. A qualche metro il cane si arrestò, preso dal fremito. Dario che osservava con attenzione il lavoro del cane, allertò il dottore additando con gesti espressivi il cane; lesto il dottore imbracciò il fucile mettendosi nella posizione migliore per sparare. D’improvviso, dal cespuglio si levò, con fragoroso battito d’ali, un grosso forcello che fece una ampia virata, come volesse esibire il suo meraviglioso piumaggio, attorno a Dario e al dottore che, col fucile puntato, non riusciva a sparare. Dario incredulo si mise a gridare: “El sbàra dotor, el sbàra dotor!” In un breve lasso di tempo il gallo, completata la sua virata, si diresse verso le Terre Rosse, sottraendosi alla loro vista. Dario, non rendendosi conto di quanto era successo, chiese al dottore come mai non avesse sparato a una preda così facile. Il dottore era ancora assorto nell’ammirare quello splendido esemplare di forcello ora scomparso dietro il costone e andava esclamando: “Ma vòtu copàr n’animàl sì bèlo, che xè ‘no spetacolo!!!” E mentre parlava, col fucile tra le mani, rimase immobile, con lo sguardo rapito nella sua meravigliosa visione… La guerra privata di Elvira Racconto storico angolo del racconto di Monica Campregher Trento, marzo 1940 Al fischio del capostazione, il lungo treno a vapore trainato da due grosse locomotive e diretto al Brennero, cominciò lentamente a muoversi e ad acquistare velocità. Davanti agli occhi dei passeggeri sfilavano sempre più rapide le case, le strade, le campagne. Nel vagone Elvira, 19 anni e tanta nostalgia e timore per il futuro, teneva gli occhi fissi sul paesaggio che fuggiva, e intanto pensava in cuor suo alla tranquilla quiete del paese di Vattaro e alla sua avventura lavorativa che stava per realizzarsi in terra di Germania. Con lei nel vagone c’erano la Oliva dei Nandi, la Maria dei Grigori, la Polda dei Brandei, la Paolina dei Gionghi, la Pia e la Gina dei Iaconi, la Gusta e il Faustino dei Giométi, Milio e Carolina Tamanini di Vigolo. Lo zio Camillo, funzionario della Questura di Trento, aveva provveduto a trovarle un lavoro ben remunerato all’estero, visto che in loco non c’erano prospettive. Dopo molte ore, il treno entrò nella stazione di Erfurt, cittadina della Turingia in prossimità della Cecoslovacchia; lì tutte le vattarotte scesero; Elvira invece continuò il viaggio fino al centro di Groß Ballausen poiché, essendo ancora minorenne, figurava sulle carte come nipote di Milio Tamanini. Finì in una fattoria a 35 chilometri da Erfurt, dotata di una grande stalla colma di mucche; così oltre ad occuparsi di mungitura, Elvira doveva zappare estesi campi di patate, di cavoli, di fagioli, di barbabietole da zucchero, di semi oleosi. Il lavoro, a cotti- mo, era molto pesante anche per una ragazza giovane e forte come lei. Vi rimase per quasi un anno. Nel dicembre del 194, un vescovo italiano celebrò una messa nel duomo di Erfurt per i lavoratori italiani. In quell’occasione Elvira si ritrovò con le compaesane; parlando con loro, venne a sapere che lavoravano presso la Firma di Libau, impegnate in attività di floricultura, un lavoro ben remunerato e sostenibile, non a cottimo. Elvira, armatasi della solita grinta, decise di presentarsi direttamente all’ispettore (“Vedikin”) e chiese di essere assunta, dichiarando e documentando il lavoro che aveva già svolto. L’uomo ben impressionato dal portamento della ragazza e dal suo coraggio (“Zuviel Arbeit, zuviel Arbeit!” –esclamava mentre Elvira raccontava della sua attuale attività lavorativa), le promise che quanto prima sarebbe andata a lavorare con lui (“Am nächsten Jahr arbeitest du mit mir!”). E così fu: al rientro dal congedo natalizio di 15 giorni, Elvira si trasferì direttamente nella nuova azienda. Il primo giorno, Elvira assieme a tutti i dipendenti allineati nel piazzale della Libau, venne sottoposta ad una selezione, presenti il padrone dell’azienda, il direttore, l’ispettore e il capo dei prigionieri, tale Herr Hunger. Lei venne scelta come impiegata d’ufficio, addetta ai fatturati e alla compilazione delle bolle di spedizione. Gradualmente con il suo impegno e la sua precisione entrò nella completa fiducia di Herr Hunger, tanto che a volte lo sostituiva nel fare l’appello dei prigionie- ri che venivano regolarmente utilizzati come manovalanza per attività agricole ed altro. Elvira ricorda, come fosse ieri, le schiere di prigionieri russi che morivano come mosche poiché denutriti; di francesi, sempre scherzosi e invitanti (“Voulez-vous madamoiselle venir avec moi ce soir pour une promenade?”); di inglesi, che offrivano spesso grosse stecche di cioccolata che ricevevano da casa assieme alle casse del managio (razioni alimentari). Nel 1943 i bombardamenti sulla Elvira Giacomell, la protagonista della storia narrata, quando a 19 anni lavorava a Groß Ballausen nella Turingia (1940). 23 El Pontesel angolo del racconto Il gruppetto delle Vattare che lavoravano a Libau (D)- Erfurt nel 1940-1943. Germania si erano intensificati; Elvira e le colleghe si vedevano costrette a scendere spesso nei sotterranei assieme ai prigionieri. A volte in quella ressa l’aria era così pesante che preferivano uscire all’aperto e distendersi nelle cunette tra i campi, mentre sopra gli aerei da caccia le sorvolavano rapidi. Un altro ricordo importante è l’odore impregnante di sapone che stazionava nell’aria e che poi, si scoprì, proveniva dai forni crematori del vicino campo di concentramento di Buchenwald. El Pontesel Nell’aria c’era sentore di un esito disastroso della guerra e così maturò in Elvira la decisione di tornare a casa. Un giorno affidò ad una collega di San Vito di Pergine che rientrava in Italia, un messaggio per i genitori. Qualche tempo dopo arrivò a Libau un telegramma da parte dello zio Camillo che sollecitava il ritorno a Vattaro di Elvira, perché la madre Amabile era gravemente malata. Elvira comunicò subito il suo desiderio di rientro per assistere la madre al padrone e al direttore, ma 24 loro non volevano lasciarla partire; solo Herr Hunger, che la considerava ormai come una figlia, le suggerì di fare tutto il possibile per ritornare in Italia e, quando fosse stata lì, di trovare una qualche soluzione per non tornare più in Germania, perché – a suo dire – la guerra era persa e la Turingia sarebbe finita nelle mani dei russi. Il padrone di Libau, per consentire ad Elvira di ritornare, la costrinse a firmare un’impegnativa davanti alla polizia tedesca, quasi fosse una lavoratrice militarizzata; così finalmente poté tornare in patria. Scaduti i primi 15 giorni, iniziò la ricerca della polizia. Ogni santo giorno i carabinieri di Vigolo venivano in perlustrazione presso la casa dei Nardini di Via Indipendenza, e bisognava nascondersi bene perché, in caso di ritrovamento, Elvira sarebbe stata sottoposta alla corte marziale come “disertore” e magari deportata in un campo di concentramento. Iniziò per lei una vera e propria latitanza, che durò circa un anno, da marzo 1944 a maggio del 1945: prima a Borgo Valsugana, poi a Trento presso lo zio Camillo, poi a Vigolo e successivamente a Vattaro presso la famiglia dei Leoni. Con la caduta della Germania e l’arrivo degli americani il 5 maggio del 1945, si concluse l’odissea di Elvira che smise di nascondersi e poté camminare per le strade a fronte alta, senza paura di essere arrestata; così non si vide più costretta a saltare dalla finestra, a nascondersi nei boschi fino al calar del sole o a rientrare a casa nottetempo. Rododendri e altri fiori di montagna N on so quante volte in un giorno scruto, dal mio poggiolo, le pendici scoscese del Corno che portano ancora, e chissà per quanti anni, i segni del furioso incendio del 10 gennaio 2002. Provo dolore e nostalgia al pensiero di come era verde un tempo: c’erano mughi secolari che, con i loro tronchi intrecciati e nascosti sotto il verde dei rami, ingannavano anche i boscaioli più esperti; sembrava di camminare su un’altalena e occorreva usare molta attenzione perché, sotto, nascondevano vuoti pericolosi. Quanti fiori crescevano in quei luoghi: c’erano le soldanelle dalla campanula frastagliata di colore vario, dal bianco al viola al fucsia; le genzianelle, le stelle alpine, gli anemoni bianchi e gialli; i rododendri, le negritelle dal forte aroma di cioccolata… Quanto tempo sarà necessario perché ricrescano lungo la Val Bianca, la Val Gata e su per le crode dello Spilech, della Toresèla, sulle rocce della Madonna? Con una buona vista si può scorgere anche da qui: è una sorta di campaniletto alto e sottile che si alza a destra della cima dello Spilech, per chi guarda, e dà l’impressione di una donna che sorregge con le braccia un’altra persona. Questa roccia me la fece notare, molti anni fa, mio nonno Abele, affermando che da sempre la Madonna Addolorata aveva vegliato su queste contrade sotto il Corno. Quando i fiori non erano ancora protetti, ricordo che tornavamo dalle escursioni in montagna, tra metà giugno e luglio, con un grande mazzo di rododendri da portare in Chiesa per adornare l’altare della Madonna; qualche rametto rimaneva in casa e per alcuni giorni tra cronaca storia e leggenda di Lia Sadler faceva bella mostra di sé anche sul tavolo della cucina, a testimoniare, se ce ne fosse stato bisogno, la nostra eroica impresa alpinistica. Il loro colore varia secondo l’altitudine e il terreno dove crescono: più elevata è la quota, più il rosso diventa intenso. Ricordi di gioventù dei tempi passati, quando la montagna si doveva guadagnare e conquistare passo dopo passo, dalla partenza da casa fino al ritorno! I nostri anziani ci suggerivano di tenere sempre delle foglie di rododendro in tasca o nello zaino, perché sarebbe stato un utile antidoto contro il veleno di serpi ed altro. Io non posseggo sufficienti conoscenze botaniche per sostenere questa tesi, ma credo che la sapienza dei nostri vecchi ne sia una garanzia. Nell’antichità il rododendro era chiamato Rosa alpina, e intorno alle macchie rosse dei rododendri aleggiavano favole e incantesimi. Ricordo che nella mia gioventù si raccontava la storia di una fanciulla che cercava disperatamente un volto sorridente, perché intorno a lei c’erano solo persone dal volto triste. Un giorno scorse in cima alla montagna un volto gaio e sorridente, che restava sempre tale: era una luna piena. La fanciulla si mise in cammino e volle salire sulla montagna per ammirare da vicino quel volto, ma giunta sulla cima si accorse che l’adorata luna era ancora lontanissima e irraggiungibile. Per la grande stanchezza e la delusione, la fanciulla cadde a terra morta, con gli occhi aperti e fissi sulla luna. Ma intorno a lei, come per magia, spuntò una macchia di rododendri che la ricoprì interamente di fiori. Tra le leggende dolomitiche c’è quella di Laurino, re dei nani, che sulle Dolomiti custodiva un giardino di rose incantate e scagliava terribili maledizioni contro chi osava penetrare nella sua proprietà. Solo la prodezza di un eroe riuscì a rompere l’incantesimo; egli entrò nel giardino proibito che era tutto una distesa di rododendri. Alla vista del cavaliere le rose appassirono e il loro colore scomparve. Da quel giorno i monti, pallidi di giorno, diventano rossi quando sono illuminati dagli ultimi raggi del sole che declina. Leggende a parte, dobbiamo essere riconoscenti a Dio per gli ampi e suggestivi spazi naturali della nostra terra e dei nostri monti che ci sono concessi e che tuttora conservano l’antico fascino dei tempi andati. 25 El Pontesel Prima Comunione dei nostri bambini nel giorno di Pentecoste dalla Parrocchia di Serena Micheloni Q uando il coro parrocchiale ha intonato il solenne alleluia d’inizio, i bambini, avvolti nelle loro bianche vesti, sono usciti processionalmente dalla porta della sacrestia tenendo stretto a sé il libro del Vangelo, segno della loro fede. Giunti in Chiesa lo hanno deposto sull’altare e si sono allineati, ordinatamente, a fianco del celebrante. A questo punto Serena, la catechista che li ha seguiti, passo passo in quest’ultimo anno, ha fatto l’appello chiamandoli, uno ad uno, a questo nuovo, importante incontro con Gesù Eucaristia. Tra l’altro la Messa di Prima Comunione ha coinciso con la solennità di Pentecoste, il che ha aggiunto, se possibile, significato e spessore alla Celebrazione. Quest’anno il gruppetto degli 8 comunicandi era composto da 5 bambine e 3 bambini che sono: Anna Patscheider, Elena Campolongo, Federica Micheloni, Giulia Rizzi, Vanessa Micheloni e Davide Giacomelli, Davide Maccani, Paolo Battaiola. I bambini sono giunti al sacramento della Prima Comunione dopo un cammino di formazione catechistica che li ha visti impegnati per tre anni consecutivi, tutti i mercoledì pomeriggio; in quest’ultimo anno sono stati esaminati episodi evangelici e parabole che, per il loro specifico contenuto, potessero contribuire a “gettare luce” sul grande Mistero Eucaristico del Giovedì Santo. Sono stati affrontati passi evangelici come: Le nozze di Cana; La moltiplicazione I comunicandi con la catechista mostrano il pane con la Bibbia. El Pontesel 26 dei pani e dei pesci; La parabola del Padre Misericordioso; La Chiesa è; La domenica è; Perché i cristiani partecipano alla Messa; Le parti della Messa; Gesù Maria Marta Lazzaro e la casa di Betania; Gesù e la samaritana al pozzo di Siloe; La manna del deserto; Il pane frutto del lavoro umano; La vita eterna: Gesù e la vedova di Naim; La Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana. Come si può intuire c’è un filo conduttore che unisce argomenti ed episodi evangelici di cui sopra. Dopo la breve riflessione al Vangelo, il celebrante ha invitato a rinnovare le promesse battesimali; poi i bambini hanno letto, uno per volta, le loro intenzioni di preghiera, quindi hanno presentato e portato all’altare i loro doni: il pane e il vino; la Bibbia e il libretto del catechismo, come promessa d’impegno nel cammino di fede; un cestino di frutta, segno di generosità e bellezza di Dio Creatore e della natura. La Messa è poi proseguita secondo la liturgia, concelebrata anche dai comunicandi a fianco del sacerdote. All’Agnus Dei i bambini sono scesi nell’assemblea per porgere ai loro genitori il loro grazie e il “segno della pace”. Alla Comunione i bambini hanno ricevuto, per la prima volta nella loro giovane vita, il Corpo reale di Cristo, sotto le specie del pane e del vino. Dopo una pausa opportuna per consentire un La banchéta su ‘n zima alla Costa breve dialogo con Gesù Eucaristia, ogni bambino ha letto la sua preghierina di ringraziamento, cui hanno fatto eco un papà e una mamma, a nome di tutti gli altri presenti nell’assemblea, per rendere grazie al Signore dei doni ricevuti, come famiglie di credenti. È seguita la solenne benedizione da parte di don Giorgio e il canto finale di Sequeri “Ti ringrazio mio Signore non ho più paura…” Ad ogni bambino, a ricordo di questo giorno speciale, è stato consegnato un grande pane, marcato dalla croce, da condividere nel corso del pranzo con tutti gli invitati, e il libro del Vangelo. Finalmente, genitori e parenti si sono riappropriati, per così dire, dei loro bambini che oggi meritano, tra l’altro, anche un banchetto gioioso presso l’hotel, per sottolineare quello che un tempo si considerava “Il giorno più bello”. Foto d’assieme a fine Messa. N angoli di paese a cura di Alcide Giacomelli el secondo dopoguera la nossa zènt, stufa de star seràda ‘n casa a piànzer, la s’ha ‘nventà en passatempo noo: de primavéra, de istà, o ‘n dei primi mesi de autun, quando la temperatura la era ancora tèpida, i se trovava tuti ‘nsèma zo ‘n strada sule banchéte, somenàde qua e là longa i colméi, su ‘n de ‘na bóra, su ‘n de ‘n zocàt o ‘na caréga portàda da casa, a far filò, a respirar aria bòna, per conversàr, rilasàrse e desmentegàr le miserie. I se trovava la sera dopo zena, e pù che i era, méio l’era, tuti con la smània de savér e de contàr. Una dele banchéte pù famose l’era quela della Costa, zo ‘n fondo alle scale dei Mèrli soto la Madonina de legn. Lì, praticamente, se riuniva le familie de tut el colmèl: dai Venùti, ai Prussi, ai Bianchi, ai Merli, ai Pipéti, al Bèpi Schwoger. L’era come en ricreatorio publico, zo sula strada ‘n trà le case, con na vòia mata de farse quatro risàde. Quando scominziava a calàr le prime ombre i se molava fora pian pianèl dala porta de casa, senza dar en te l’òcio: l’era el Toni Prussia e so fiol el Guerino, i matatòri de le serate; po’ pian pian se molàva su i Venuti, se tirava arènt i Pipeti, La celebre banchéta dei Mèrli, luogo di incontro e di filò per molte generazioni del rione della Costa. 27 El Pontesel angoli di paese se molàva zo i Mèrli e Schwoger. A sto punto la combriccola la gh’era tuta, al completo. El Toni, sentà zo en del so solito posto, el scominziàva col cargàr la pipa o impizàva ‘l toscanèl, po’ el tacava a ghebàr e a contàr de laoréri e de bosserlài, de quando i bosserlàiteri i era a cóst e magari i ghe metèva l’ocio sula cameriera… En del grupo gh’era sempre i scaldàcòla, come che se diseva alora ‘n gergo; l’era personagi importanti anca lori en del so picol, che i savéva al tempo giust dirotàr el discorso su argomenti umoristici. Ogni tant esplodeva dele risàde, de not zo ‘ntrà quele case, che pareva s-ciopetàde autentiche. El Toni per l’enesima volta, dopo en poc, el contava de come so compare el Bepi Marino, che elo ‘l ciamàva “me compare stéca”, for per el Bosserlài l’avessa binà ‘nsèma en viziét, sacranòn, miga tant simpatico veh: quando i ghe portava via le balerìne el neva su tute le furie; alora el ghe deva ‘na zatàda ala luminiera (alora no ghe n’era corente eletrica, se sà!) el coreva for dala porta dela locanda, el se binava ensèma ‘na cantinèla e po’ spazolàva tuti quei che vegniva for dala porta… El Toni el finiva sempre con il so solito episodio autobiografico: “Na volta che’l n’aveva lassàdi denóltra a stroo, me compare Marino, e gh’era anca mi se sa tra i quali, son vegnù for da l’ostaria criando: “Bèpi, sta fermo che son mi! E quel maledéto el ma mesurà lo stess la cantinèla zo per la schena… qual can dal porco…! Ma, cossì la era en quei tempi! El Pontesel Po’ el discorso l’è sta dirotà sula scola seràle, ‘ndò che ‘l Guerino, lì presente de persona, l’era el pù meio del corso. E chi, se sa, enésimo panegirico de l’interessato sula scola serale, sula maestra zovena e bèla, che la ghé piase a tuti – e zo ‘na risada come ‘l savéva far elo! – po’ ‘l Guerino el silaba, alzando en de e scandendo bèn le parole: “ l’èi en età da sposarse”, co le so simpatie; po’ el sa mess a descriver, con abondanza de particolari, el giudizi de merito “espresso a voze alta dal diretor en persona”. “El diretor en persona – sillaba Guerino – el m’ha dit a quatro oci lì davanti alla catedra: ‘Micheloni, elo el poderia nàr a studiar quando che ‘l vòl con quela testa che el g’ha…’ A sto punto Guerino, ciapà da ‘n po’ de orgoglio el se vardava ‘intorno aspetando i complimenti se sa… Ma i pù i rideva soto ai bafi come ‘l so solit, tra batude e frizzi. “Sì sì – el diseva qualchedun - te sarai anca ‘na zima, ma no te sei bon gnanca de trovarte ‘na morosa…! E alora, cossa vot vegnir chi a contarne su che te sei ‘l pù brao de la scola!” “Cossa – rispondeva piccato el Guerino, scandendo le parole con il solito dito alzato – voria farve veder mi a voialtri sapienti de Vatar de cossa che son bon mi, quando me méto e che delicatezza che gaverìa co le done!” E ntant l’aveva tirà for anca él ‘na pipota e dopo averla cargàda el zercava de ‘mpizàrla”. A sto punto el discorso l’è sta dirotà sul coro parochiale. “Ti Toni – l’ha dit uno che’l la saveva longa – che l’è ani che te canti ‘n del coro 28 de la Césa, ormai te saverài el latin a memoria, me ‘magino?”. “Sacrato – l’ha rispondù prontamente el Toni – zerto che el so. Noi altri cantori el savén tuti oramai, a menadé. Ogni tant, l’è vera, me scampa for qualche sc-iopetàda: sbaglio qualche parabola e me ven for ‘na mèza bastiéma; alora don Celestino el me ciama a l’ordine subit, ma con bona maniera sat, disendome la parola giusta…” “Ma – sotolinea el furbon de prima – come faràl el Padreterno po’ a capir tuti quei spegàzi che ogni tant te sbari fora, Toni?” “El Padreterno – el dis el Toni con voze sicura, sugàndose zo el sudor col so fazoletón ross, grando come en panisèl – el Padreterno i n’ha sempro dit ch’el capiss tute le lengue, e alora mi penso che no’l g’ha dificoltà a capir ‘na parola sbagliàda, tanto pù che el paroco el ghe sugerìss subit quela giusta…” El filò el va sfaldàndose con argomenti diversi, come suzéde sempre quando se arvezina la fin: uno ‘l parla con gesti dele man del “tempovalón” che gh’è capità a doss a élo e a so fradèl su ‘n Prada, quando che estramént s’ha rot la fum… N’ altro el parla de le patate picole ma soarìde… en terzo della guera… L’è ormai not fonda, la banchéta pian pian la se sgùda… I filandàri i se leva en pè a fadiga con esclamazion del tipo: “G’ho le gambe de fèr, madòno! No le ven pù drio ste ciavàde chive. L’ei nada la caora…!” I se arlontàna, zopelàndo, zo per i vicoi e i se perde en dela not strova. Anca per staséra el filò l’è finì. 29 El Pontesel El Pontesel 30 31 El Pontesel El Pontesel 32 poesie e filastrocche El capitél La vita è sempre in avanti Delicata poesia di Umberto Cattani che ci ricorda i capitelli che un tempo contrassegnavano il nostro territorio. Erano Cristi, Madonne e Santi, assemblati per lo più con semplicità e fantasia, che stavano sui crocicchi delle strade come segno devozionale benaugurante. (Da: Strenna Trentina 2010) Suggestiva lirica di Nunzio Carmeni, docente critico letterario e poeta, per anni stimato preside del Liceo scientifico di Via Veneto a Trento, che contiene un messaggio esistenziale di alto valore poetico ed umano. Se né per ‘na stradela che so mi e caminé con calma qualche ora rivé a ‘n capitel quasi ‘n malora con dentro, taià zo da chi sa chi, Non frugare, fratello, con la punta dell’attizzatoio le ceneri del passato: in ogni esistenza c’è sempre qualcosa di sbagliato. en Cristo su la crós, encolorì, co le so piaghe e ‘l sangue che vèn fora la testa su ‘na spala e subit sóra la sòlita tabèla co l’INRI. Datti pace se puoi: quanto hai lasciato non torna quanto hai carpito è privo dei suoi incanti. De soto, dent nel mur, encementada a far come da altar, gh’è n’assedèla de legn, mèza sbalèca e carolàda, Nei giorni sempre più brevi incurvàti ai grigiori metti una goccia d’olio al tuo lumino: la vita è sempre in avanti. con su ‘n mazèt de fiori e ‘n scandorlòt con en dedòt de òio e n’animèla per farghe lum al Cristo ‘n te la not. Nunzio Carmeni (1980) Umberto Cattani Me nòno Tita Il nonno, che appare sulla strada de la Val dei Òveni che percorreva abitualmente, si affianca al nipote e gli ricorda le storie di un tempo, che fanno riemergere intatti i ricordi dell’infanzia. Sula strada de la Val dei Oveni ho ‘ncontrà me nono: en boca la so pipa alla kaiser, el capel negro dale ale larghe, la barba bianca e la fàlz en man. El m’ha vardà coi oci che rideva, e po’ impizà che l’abia la so pipa sen nàdi den e dentro zopegando en mez a quele ombrie dela valada. Vezin al sito dela pora nona, al vignalét dale fraghe rosse, ancor ‘na volta el m’ha ‘ricordà i posti rari de la me infanzia: el muret bianco de le panelàte, el pontàt, la roza, i pozi co’ le trote e pu su el postesèl de le giàsene… Nugole rosa le carezava ‘l Bèc e se molava zo ‘na breza molesina carga de destrani e insogni balordi che adess se smìgola sediguàl lontan e se perde drio la prima curva de sta strada bianca de ricordi. A.G. 33 El Pontesel ORARI DI RICEVIMENTO SINDACO E ASSESSORI ORARI DI RICEVIMENTO DI SINDACO E ASSESSORI Tamanini Devis Tutti i venerdì dalle 10.00 alle 12.00 IV° venerdì del mese a Pian dei Pradi c/o casa rossa VICESINDACO Assessore lavori pubblici, foreste, scuola Boller Lino I°e III° giovedì del mese dalle 18.30 alle 19.30 ASSESSORE Politiche giovanili, sanità, assistenza Furlani Maria I°e III° lunedì del mese dalle 15.00 alle 16.00 ASSESSORE Cultura, sport, ambiente ed energie rinnovabili Giacomelli Matteo mercoledì dalle 19.00 alle 20.00 SINDACO ASSESSORE Edilizia privata, protezione civile e Perazzoli David associazioni di volontariato, turismo II° e IV° martedì del mese dalle 8.00 alle 9.00 NOTA: gli Uffici comunali sarebbero lieti se potessero ricevere le e-mail dei cittadini di Vattaro e Pian dei Pradi, per poterli informare tempestivamente in caso di eventi straordinari. Grazie (NB: inviare le e-mail a Dario Rizzi) L’attuale edificio comunale dopo l’intervento di restauro (2000). Un tempo era chiamato Villa BortolazziFogazzaro. BANDUS….è ESTATE!!!!! Spettacoli pomeridiani per bambini ESTATE 2010: VIAGGIANDO tra libri, spettacoli e ….…gelati!! 14 21 28 04 11 18 luglio luglio luglio agosto agosto agosto - BOSENTINO – sala consiliare - BOSENTINO –palazzetto comunale – VATTARO – sala consiliare – VATTARO – sala consiliare - VIGOLO VATTARO – VIGOLO VATTARO Tutti gli spettacoli si terranno alle ore 17,00. ….e alla fine GELATI PER TUTTI I BAMBINI!!!!! CALENDARIO LUDOBUS GIORNI Lunedì 28.06.2010 Lunedì 05.07.2010 Lunedì 12.07.2010 Lunedì 19.07.2010 Lunedì 26.07.2010 Lunedì 02.08.2010 Lunedì 09.08.2010 Lunedì 16.08.2010 COMUNE LOCALITA’ VIGOLO VATTARO presso il piazzale della scuola elementare VATTARO loc. Pian dei Pradi VATTARO presso il parco comunale BOSENTINO presso il parco comunale CENTA S. NICOLO’ presso il piazzale 26 luglio 1988 – loc. Campregheri CENTA S. NICOLO’ presso il parco pubblico BOSENTINO presso il parco comunale VIGOLO VATTARO presso il piazzale della scuola elementare Ogni vOlta che bruci i tuOi rifiuti all’apertO, O nella stufa di casa, infrangi la legge e liberi velenO nell’aria. Conferisci i rifiuti negli appositi contenitori o presso il CRM. Fallo per te stesso, per le persone che ami, per la tua terra e per tutti noi.