“sono una ragazza fortunata”
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“sono una ragazza fortunata”
Periodico bimestrale numero 6 - anno 5 Novembre - Dicembre 2013 La rivista del benessere globale “sono una ragazza fortunata” Salute Benessere Cultura Società Ambiente Fashion Design Sport 52 Sommario IN COPERTINA Giuliano Giuman ECCELLENZE ITALIANE Prof. Paolo Crepet L’INTERVISTA Ass. Stefano Vinti 6 8 6 10 SALUTE, BELLEZZA E BENESSERE Il sale da cucina 12 Narrare la favola del sè14 La crusca d'avena 16 Fitowell 18 Intervista al Dott. Clerici 22 Mangia! Per amore della Mamma... 26 Incontinenza urinaria 28 Intervista al Dott. Perelli 30 La ricetta 32 Celichia34 NaturalMente40 CULTURA E SOCIETÀ Eugenia Fantucci Il Punto di Vista Doris Lessing SPETTACOLO E INTRATTENIMENTO Casting e provini 42 44 46 48 SPAZIO APERTO DIRITTO E TUTELA DEL CITTADINO Imprese e credito50 TEATRO Mozart52 Due di noi 54 Penso che un sogno così... 56 TURISMO Kiruna58 Museo Banhof 60 SPORT Campionati Ju-Jitsu under 18 e under 21 Intervista a Silvia Tosti Franco Vannini ricorda... 62 64 66 EVENTI Accademia di Bevagna Le magiche visioni di Escher L'Apoxiomenio 2013 Mr. America Convegno "A ciascuno la sua vacanza" 68 72 76 78 80 REDAZIONALI PUBBLICITARI Farmacia Le Fornaci pag. 16 Eutonia pag. 39 Ju-Jitsu Massimo Bistocchi pag. 62 40 58 78 66 60 10 76 Wealth Planet magazine 3 Editoriale Direttore Editoriale Direttore Responsabile G.Laura Ascione Massimo Poggioni Invincibile tivu' Atto Unico” Siamo a Novembre e ancora una volta si rinnova, sempre più stanca, la speranza che l’avvento del nuovo anno ci porti qualcosa di diverso in una realtà sempre più insidiata dalle difficoltà e sommersa dai problemi che minano la nostra risorsa principale, i giovani e il loro futuro. E dal momento che la nostra realtà è un insieme di azioni individuali non possiamo fare altro che cercare di migliorare le cose usando volontà e ottimismo, logorati dal tempo ma pur sempre vincenti. Per fare ciò dobbiamo riappropriarci del nostro tempo per poterci ricaricare, perché questa non è una prova generale, ma la nostra vita e non possiamo perderci questo unico atto. Procrastiniamo continuamente le cose che ci stanno veramente a cuore con l’illusione che inizieremo a vivere come desideriamo dopo aver adempiuto alle incombenze che ci sembrano primarie ma a queste se ne aggiungeranno sempre altre e la vita che vorremmo diviene inafferrabile. Dovremmo trovare il tempo per parlare con le persone che amiamo, spesso sono la prima a non farlo, il tempo per fare del volontariato, per ridipingere di nuovi colori la trama dei rapporti umani che sono il primo nutrimento della nostra anima. Da ciò, tra i buoni propositi per il nuovo anno, cerchiamo di regalarci non solo progetti, ma anche scelte seguite dalle azioni. Per fare questo abbiamo ancora più bisogno di voi lettori, del vostro apprezzamento per il nostro lavoro, un segno di fiducia nel futuro, un modo solidale per rafforzare la nostra comune voce. Ancora grazie e Buone Feste da Me e da tutta la redazione Wealth Planet. Sulla scena i tre attori si dispongono sul red carpet del PD e come sempre vince il più “visto”. Non c'è nulla da fare contro la potenza e il magnetismo della tv, anche con l'entrata a gamba tesa del web, il vecchio e incontrastato “televisore” regna sovrano e decide a chi spianare un futuro, all'artista, al conduttore, al personaggio dell'anno o al politico. Parliamo dei candidati alla poltrona di segretario del Partito Democratico. Il giovane sindaco fiorentino si è aggiudicato il titolo di “onnipresente” e a Cuperlo il secondo posto. In ultimo un certo Civati che a quanto pare risulta il più “cliccato” dei tre dal polpolo della rete. Guardacaso sul podio è andato il più visto, tale Matteo Renzi, un dato che dovrebbe far riflettere sulle reali potenzialità delle primarie - è una vita che lo dico - che a parer mio non premiano il più competente ma semplicemente chi ha avuto più inviti nei salotti televisivi e più finanziamenti privati per le loro campagne, sapendo ben sfruttare le proprie capacità di frontman. Speriamo che anche questa volta la tv non abbia riproposto l'ennesima telenovela agli italiani. Buona visione a tutti. Periodico bimestrale Iscr. Trib. di Montepulciano n. 321 13/05/2009 GECOM S.p.A. Via Avv. Fulvio Croce,14 - 52100 Arezzo - Tel. 0575 411166 - www.gecom.biz Direttore Responsabile Massimo Poggioni Direttore Editoriale G. Laura Ascione Resp. Comunicazione Francesco Patiti Per la pubblicità Giammarco Paladino +39 339 1034842 Valter Troscia +39 327 9088631 Edito da Wealth Planet Perugia Presidente Massimo Patiti Coord. Sez. Cult. Scien. Ed.le Avv. Maria Siniscalco Stampa Tipografia Pontefelcino [email protected] Si ringraziano tutti i collaboratori Wealth Planet magazine 5 In copertina In copertina A chi non è mai capitato di guardare una scena o un oggetto attraverso un vetro, o di provare meraviglia per le deformazioni che esso a volte assume? Pittore e scultore, Giuliano Giuman, si affaccia all'uso di questo mezzo negli anni ottanta, fino a farlo diventare l'elemento prevalente nella sua produzione, fruttandogli così numerosi premi in rilevanti istituzioni internazionali come il Musèe Suisse du Vitrail. Le tue opere esposte hanno come protagonista assoluto il vetro. Fra sculture di grandi dimensioni e installazioni dai colori appassionati, si viene travolti da bagliori e riflessi energetici. La tua ultima personale si basa sul concetto di vetro come un virus, quindi qualcosa che contagia e si diffonde. Da dove nasce quest'idea? “Ho cominciato a lavorare il vetro nel 1985 un po' per gioco e poi è diventato il mio principale supporto di espressione. Quindi è stato veramente un virus, ho visto il mondo in trasparenza. Mi è sempre interessato tutto quello che ruotava attorno alla possibilità della trasparenza. Quando mi sono affacciato a questo modo il vetro contemporaneo non era molto conosciuto, quindi è stata tutta una cosa nuova, una ricerca pura. E questo, per me, è molto esaltante ancora oggi”. a cura di Mirina Hoxha Nato a Perugia il 13 febbraio 1944, inizia a dipingere nel 1964. Suo maestro è stato Gerardo Dottori. Dal 1972 al 1982 lavora sul tema dell’ombra. Oltre alla pittura, per la sua ricerca, ha utilizzato altre espressioni artistiche quali la fotografia, la musica, l’installazione e la performance, che in parte ancora oggi utilizza. Comincia nel 1982 a concentrare il suo lavoro sul rapporto tra pittura e musica. Nel 1985 scopre il vetro che diventerà il supporto privilegiato per esprimere la sua arte. Ha realizzato numerosi manifesti e tutte le scenografie di Umbria Jazz. Ha vinto molti importanti concorsi nazionali per edifici dello stato Italiano. Dal 2009 al 2012 è stato Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Ha tenuto circa oltre 100 mostre personali e 200 collettive in gallerie e musei di tutto il mondo è considerato tra i più grandi artisti del vetro al mondo. Tra le personali più recenti al Muséè Suisse du vitrail a Romont, all’ Aeroporto Kennedy di New York , l’antologica alla Rocca Paolina di Perugia, al Museo dell’Opera del Duomo a Prato e alla Casina delle Civette. Museo della vetrata italiana, nei Musei di Villa Torlonia di Roma. Tra le presenze in rassegne significative quali : la Quadriennale di Roma; la Biennale di San Paolo; la Biennale di Venezia; “Linee della ricerca in Italia” Palazzo delle Esposizioni, Roma; “Arte e Critica” Galleria Nazionale d’arte Moderna, Roma; “Aperto vetro” Museo Correr, Venezia; “Contemporary International Glass Painting” al Deutsches Glasmalarei-Museum Linnich; “Shattered: Contemporary Sculpture in Glass” Frederik Meijer, Grand Rapids; “Belmates Glas” Museum Ostbayern, Theuen; “Le stanze incantate” Palazzo Reale, Milano; “Pour un Art Video” Centre Pompidou, Parigi. Docente di “Tecnica della vetrata” all’Accademia di Brera. Vive e lavora a Perugia. 6 Wealth Planet magazine Leggendo mi ha colpito una tua dichiarazione in particolare: “Quando la temperatura passa gli 800° e si apre il forno, ti investe il calore bianco. Poi guardi i colori muoversi: sono momenti ipnotici ed emozionanti, difficilmente descrivibili”. Quali sensazioni ti provoca lavorare con questo medium? “Il vetro è un materiale altezzoso e bellissimo, anche troppo per alcuni aspetti. Però anche infido. C'è sempre una lotta fra l'artista e il materiale. Fare un acquerello è diverso dal lavorare con il vetro. Con la tela il materiale è fermo, mentre con il vetro è esso stesso che ti sfida. Puoi pensare di fare una cosa, e puoi farla per dieci volte di seguito, ma non saprai mai come uscirà fino a quando non apri il forno per vedere il risultato. Qualche volta è bello, qualche volta meno, e spesso si rivela diverso da come lo avevi pensato. Ogni lavoro ha una tensione propria e il materiale gioca un fattore determinante nel continuo gioco con l'artista”. 50 ANNI DI ARTE...! Cinquanta anni, non per commemorare o celebrare, ma per proporre ancora nuovi linguaggi e possibilità, attraverso il coraggio delle emozioni, delle sperimentazioni, della tecnologia applicata all’arte. Mai come ora, dal lontano Medioevo e Rinascimento, il vetro è protagonista come materia per raccontare e sperimentare linguaggi attuali, concettuali, contemporanei. C’è un interesse decisamente nuovo, rispetto all’idea tradizionale legata alla materia vetro. E questo è incoraggiante per me, che continuo a dedicarmi alla ricerca sul vetro da quasi trenta anni. BILANCIO DELLA CHIUSURA DEL 2013 Si è concluso il 2013 con una mostra ancora in corso negli Stati Uniti. Una grande mostra internazionale, al Fredrick Sculpture Park nel Michigan, che parla solo di vetro. Questa mostra è seguita ad una personale, nel Museo della vetrata italiana a Villa Torlonia, in cui 23 opere hanno dialogato con le vetrate liberty del Museo della Casina delle Civette. Quali sono i tuoi progetti per il nuovo anno? In futuro c’è ancora la voglia, quasi la necessità di cercare nuovi flussi per rinnovare le energie. La prima opera del 2014 ha per titolo Uno Zen: quindi, direi che al primo posto c’è la ricerca, come progetto! Nei suoi studi e nei tuoi lavori è sempre stata presente anche la musica. Da ricordare la tua collaborazione con l'Umbria Jazz, il più importante festival jazzistico italiano, per cui hai firmato numerosi manifesti. Quanto la musica ti è d'aiuto per far nascere un discorso creativo? “Provengo dal mondo della musica perché ho studiato al conservatorio e sono un musicista. Solo successivamente, nella mia vita, ho scelto la strada della pittura. Negli anni '80 sono stato fra i pochi a studiare il rapporto fra queste due arti. Infatti ho dipinto molti quadri a tema musicale. Non dipingevo ascoltando musica, ma analizzandola per poi trasferirla sulla tela. Oggi la musica è dentro di noi. È dentro di me in ogni momento. E il vetro che dipingo e poi fondo, contiene il decennale studio sulle ombre, contiene la musica e la pittura e, soprattutto, il colore…” Wealth Planet magazine 7 E I ccellenze taliane sbagliato, in quanto non porta a possibilità di crescita ma solo a delle chiusure. Bisogna essere meno giudici e offrire alle persone dei modelli e degli spunti di riflessione diversi per poter migliorare. Intervista al Prof. Paolo Crepet a cura di Mirina Hoxha “La crisi obbliga l'uomo a ritrovare la sua dimensione” Il nove ottobre scorso il Prof. Crepet, psicologo, psichiatra e sociologo di fama internazionale, su invito dell'associazione Nemetria, ha tenuto una conferenza per i giovani nella città di Foligno. La Sala del Palazzo Trinci è stata gremita non solo dai più giovani ma anche da genitori, insegnanti e nonni. Il Prof. Crepet, per più di un'ora, ha tenuto alta la concentrazione toccando nel modo più giusto, semplice e diretto temi e argomenti che costellano il percorso della vita di ciascuno. Wealth Planet Magazine ha colto l'occasione per porre alcune domande al Prof. Crepet. invece sotto la guida di un maestro potrebbe fare molto. Un maestro, è quello che consiglia una scelta o un percorso senza soffocare la vitalità del giovane. Questa figura può essere rappresentata benissimo sia da un'insegnate o un professore ma anche dagli stessi genitori e dai nonni. Professore, cosa l'ha spinta a specializzarsi in psichiatria piuttosto che in un'altra branca della medicina? Era l'inizio degli anni '70 quando ho capito che ne ero rimasto affascinato. Inizialmente mi sono avvicinato per curiosità, inconsciamente forse mi ha attirato il fatto che fosse una branca della medicina, vicina però ad una forma creativa. In un mondo dove è possibile comunicare attraverso la tecnologia; in un'epoca dove sembrava che le chat potessero risolvere i problemi di molti, per quale ragione la maggior parte delle persone soffre di solitudine? La solitudine non è una malattia: paradossalmente chi soffre di solitudine non è mai solo. Non bisogna affiancare la parola disturbo e sventura a quello di solitudine ma bisogna imparare a vederla come un momento in cui abbiamo un'ulteriore possibilità di crescita. La solitudine è necessaria per poter avere dei momenti di pensiero solitario in cui riflettere, trarre delle conclusioni, fare delle scelte e comprenderne delle altre. Credo che per ognuno di noi sarebbe difficile se non impossibile riflettere in un luogo affollato dove c'è rumore. Abbiamo letto il Suo libro: “ L'autorità perduta” e ne siamo rimasti affascinati sin dal titolo, è superfluo chiederLe cosa l'ha spinta a scriverlo? Inizialmente ho sentito una necessità, un bisogno di parlare che credo che sia molto diffuso tra le persone. La consapevolezza, maturata negli anni per poter sostenere che in questo momento ci sia bisogno di persone magistrali che possano indicare la strada. Per magistrali intendo il vero senso della parola “magister”, insegnante, maestro. Ultimamente, in particolar modo, c'è un aumento del “fai da te”, senza renderci conto che ognuno di noi, da solo, può fare poco, Per Lei, questo in cui viviamo, è un mondo a misura d'uomo? È un mondo grande che può essere a misura d'uomo, dipende solo da quello che una persona cerca. Ci sono giovani per cui il più grande desiderio che hanno è quello di andare in una certa località balneare piuttosto che in un'altra, di fare shopping in determinanti negozi piuttosto che in altri. Il pensiero che questi sono gli unici desideri che i giovani hanno la considero una cosa terribile. Un errore che commetto spesso anch'io è quello di giudicare. Invece giudicare questi giovani è sbagliato: considerare una scelta sbagliata porta noi a sbagliare perché il concetto di sbagliato è di per sé 8 Wealth Planet magazine E I ccellenze In “ L'autorità perduta” Lei parla di una serie di soggetti che hanno perso “autorità” fra cui: genitori, scuola, università, politica etc... Quale sarà il ruolo più difficile da riconquistare? E quello più semplice da recuperare? Sono tutte delle autorità che navigano in un momento molto difficile. Non sono ovviamente allo stesso livello: il mondo dell'università dipende dalla scuola e quello della scuola in gran numero dalla famiglia. Bisogna andare a monte del problema e non fermarsi al sintomo. In primis è necessario consigliare alle famiglie di creare un zoccolo duro fatto di regole e di una fondamentale certezza: quella di avere una famiglia che non deve aiutare a risolvere tutto e fare da paravento alle difficoltà della vita, ma di una famiglia che accompagna nel percorso il proprio figlio consigliandolo non assillandolo, insegnandogli ogni giorno e senza ripetere fino allo sfinimento delle regole datate e non filtrate dall'esperienza. Dando però allo stesso tempo degli spazi in cui i giovani possano esprimere sé stessi. Un consiglio che mi sento di dare alle famiglie è quello di togliere, un bambino o un ragazzo cresce meglio quando usa la propria testa e la propria creatività. Negli ultimi anni stanno aumentando i casi di omicidi e suicidi per le più svariate motivazioni, soprattutto fra i giovani... Prof. Crepet ma abbiamo più bisogno di psicologi o di psichiatri? Non credo che sia vero che siano aumentati i suicidi e gli omicidi. Secondo le statistiche il numero degli omicidi è diminuito, basti pensare a come era questo paese negli anni settanta. I casi di persone con tendenze suicide ci sono sempre stati e ci sono purtroppo tutt'ora. Il modo migliore per aiutare le persone che soffrono questo disturbo è quello di trasmettere la vita. Queste persone sono circondate da individui che non vivono, di conseguenza non vengono contaminati dalla vita reale ma da una sorta di sopravvivenza collettiva. La causa principale è che che siamo impoveriti di idee che danno entusiasmo e voglia di vivere, e non di denaro. I media spesso trasmettono notizie non positive e incoraggianti, secondo lei c'è una volontà di non far conoscere le cose belle che avvengono e che possono dare speranza e forza ai più giovani? A mio avviso sì, c'è per esempio un ragazzo italiano che sta mettendo a punto una stampante in tre D e nessuno ne parla. Nella maggior parte della giornata vengono trattati argomenti politici di basso livello come tacchi a spillo e la tinta di capelli di una parlamentare piuttosto che di un'altra. I ragazzi che valgono hanno difficoltà a far sentire la loro voce ed è su questo che ci dobbiamo concentrare, sulla forza di questi ragazzi per poter trasmettere la stessa tenacia agli altri giovani. taliane Alcuni giorni fa nella maggior parte delle testate nazionali c'era in prima pagina una notizia che riguardava l' “emigrazione“ degli studenti italiani in Albania più precisamente nella facoltà di medicina... È da molto tempo che sostengo che tra qualche anno ci faremo curare da cardiologi laureati in altri paesi, per esempio Romania, Albania, etc e non in Italia dove abbiamo gli Atenei più antichi del mondo che purtroppo in questo momento sono in difficoltà. Il fatto più preoccupante è che questi ragazzi vengono accompagnati dai genitori; ciò significa che è una società perduta: se vogliamo fare un paragone storico-sociale possiamo dire che corrisponde in pieno al declino dell'Impero Romano. Gli articoli dei giornali non erano accompagnati da una ferocia critica, infatti la notizia veniva trattata come un fatto di gossip. Il problema è che tutti parlano di valori, poi la maggior parte delle volte queste persone sono quelle che cercano la via più breve per i propri figli e che li prendono per mano portandoli a studiare all'estero dove a volte tutto è molto più facile e meno impegnativo. La nostra rivista si occupa di Bellezza e Benessere. Da cosa sono rappresentate per Lei la Bellezza ed il Benessere? La Bellezza ed il Benessere non hanno a che vedere con l'estetica; la bellezza di una persona è legata al suo fascino. Il più grande cuoco creativo italiano è una persona in carne, ha conosciuto il mondo, ha una creatività che io, pur riconoscendo di essere creativo, di fronte a lui mi vergogno. Vi faccio un esempio: quando gli portano una portata inizialmente la giudica esteticamente e poi giudica se è buona o meno. Il bello e la bellezza è legata a due fattori quello oggettivo del bello, dove regna l'armonia dei colori, e in seguito l'aspetto soggettivo, il buono. Come facciamo noi quando giudichiamo una persona, inizialmente guardiamo la parte esteriore e il più delle volte ci fermiamo su quello avendo purtroppo dei modelli di bellezza sbagliati. Una persona non per forza deve essere magra per essere considerata bella/o ma dovremmo forse concentrarci su altri aspetti come per esempio il modo che ha di rapportarsi con le altre persone, il modo con cui affronta la vita e la forza che ha nel trasmettere la voglia di vivere. In sintesi credo che è la vita che ci rende belli! Un Suo augurio e un Suo consiglio... Un augurio che do a voi a ai vostri lettori è quello di vivere, di accettare la vita non in maniera passiva ma di costellare il percorso di esperienze proprie e non di preconcetti. Un consiglio che mi sento di darvi e che do molto spesso, è quello di fare le cose difficili, di fare consapevolmente le scelte meno comode che però con il tempo daranno più soddisfazioni o perlomeno avremmo la soddisfazione di avere preso da soli delle decisioni e di aver saputo imparare dalle stesse. Wealth Planet magazine 9 L’intervista L’intervista Intervista all'Assessore della Regione Umbria Stefano Vinti Politica della casa, edilizia sovvenzionata ed agevolata, programmazione delle opere pubbliche ed interventi diretti, normativa in materia di lavori pubblici, infrastrutture tecnologiche immateriali, mitigazione del rischio sismico e geologico, sicurezza nei cantieri e sicurezza stradale. a cura di Mirina Hoxha Ci accoglie nel suo ufficio, una scrivania, un tavolo per le riunioni e un mobile grande, pieno di libri. Non è inusuale trovare scrivanie piene di documenti nell'ufficio di un politico, ciò che colpisce dell'ufficio del Dottor Vinti sono proprio i suoi libri. Tanti libri che non sono lì per riempire un mobile, ma dalla loro collocazione intellettualmente disordinata capiamo che vengono continuamente sfogliati e con ciò capiamo che ci troviamo di fronte non solo ad un politico ma anche ad un amante della cultura! Valorizzare la bellezza dei nostri territori per raggiungere il benessere dei nostri cittadini! Assessore lei inizia a fare politica per passione, giovanissimo, all'età di 19 anni con le lotte studentesche per continuare un percorso politico in ascesa sempre coerente e a difesa dei più bisognosi. Il suo assessorato si distingue per il suo continuo impegno nei riguardi di tutte le famiglie in particolar modo quelle in difficoltà; ne è un esempio il bando promosso in collaborazione con l'ATER i primi di novembre e che terminerà il 20 gennaio. Ci racconti meglio come e quando ha capito che promuovere questo bando sarebbe stata una delle strategie migliori per iniziare ad aiutare le famiglie bisognose? La correggo, ho iniziato a fare politica a 16 anni quando frequentavo l'istituto per geometri di Perugia, che in quel periodo era particolarmente movimentato nella lotta politica. Ho iniziato così, insieme a mio fratello Paolo a partecipare nella vita politica della città. La prima volta che ho assunto la carica di Consigliere regionale avevo 43 anni e alle spalle quasi trent'anni fatti di volantini, manifestazioni e riunioni. Il bando promosso lo scorso novembre per le famiglie sfrattate è un esempio concreto di come tentiamo di trovare una soluzione avendo di fronte due problemi. Ci siamo resi conto che avevamo troppe case senza inquilini e troppi inquilini senza casa, la maggior parte per sfratti a causa della crisi. Dopo un'attenta valutazione abbiamo potuto constatare che in 10 Wealth Planet magazine Umbria abbiamo dai sette agli otto mila appartamenti non venduti o sfitti e dalle sette mila ai dieci mila di famiglie che hanno diritto ad una casa (attualmente di queste famiglie ne sono in lista di attesa cinque mila). Il bando è stato diviso in due parti: la prima parte che è scaduto il 22 dicembre riguarda chi desidera affittare una casa e avrà alla fine di questi tre anni un rimborso sino a 7.600 euro. Mentre la seconda parte del bando riguarda le famiglie che hanno bisogno di una casa, le richieste in questo caso possono essere fatte fino il 20 gennaio del 2014. Il tutto può essere riscontrato presso il sito della Regione Umbria. Inoltre vorrei precisare che la Regione Umbria sino ad oggi ha stanziato un milione e mezzo di euro per poter far fronte a questa enorme difficoltà. I nostri soci da anni si occupano statutariamente per il perseguimento del benessere psicofisico del bambino, dell'adulto e dell'anziano; ciò premesso, quali sono le iniziative che il suo assessorato si impegna a realizzare per il 2014? Nel 2013 la Regione Umbria ha a consentito alle giovani coppie di avere una casa attraverso vari bonus fra cui: 30 mila euro a fondo perduto, 20 mila euro (ai single, primi in Italia), 30 mila euro alle famiglie monoparentali. Così abbiamo potuto assicurare a 200 famiglie di avere una casa. Per il prossimo anno il nostro obiettivo principale è quello di continuare ad aiutare le famiglie per quanto riguarda in particolar modo la casa, in secondo luogo di continuare ad assicurare istruzione e salute, non solo con le parole ma con i fatti, salvaguardando il loro carattere pubblico. Parlando di persone bisognose, in particolar modo degli anziani che soffrono maggiormente la crisi, avendo bisogno di cure che aumentano costantemente ed in più si aggiunge il fatto che la famiglia che assiste un malato ha la sensazione di trovarsi in una terra eccezionalmente straniera. Cosa consiglia a chi si trova in tale situazione di difficoltà? In Italia abbiamo dato vita ad una nuova figura: quella della badante, sconosciuta nel resto d’Europa. Ognuno di noi è libero di assumere una badante in casa ma la cosa preoccupante è che questa figura è nata da due fattori: il primo è l' assenza quasi totale dello Stato nella assistenza dell'anziano ed il secondo la privatizzazione della sanità. Un consiglio che mi sento di dare è quello di riorganizzarci per poter rivendicare un'assistenza pubblica garantita, per gli anziani e non solo. Riprendendo un momento della storia romana, di cui Lei è cultore e appassionato: ci sono stati dei momenti in cui la capito che “ il dado era stato tratto” e lei non poteva fare più niente oppure ci sono stati dei momenti in cui invece, ha potuto cambiare almeno “la rotta del dado”...ma il dado può essere ancora tratto? Giulio Cesare è stato un genio politico, che ha traghettato Roma dalla Repubblica, dominata dall'oligarchia senatoria parassitaria, alla prima fase dell'Impero Romano. Non ho vissuto vicende di tale importanza ma ci sono stati dei momenti in cui ho sperato che il dado fosse stato tratto, come quando il movimento No Global è stato un protagonista politico e culturale a livello mondiale La rotta del dado rappresenta il cambiamento: riuscire a passare dal capitalismo finanziario speculativo di stampo liberista al volere del popolo credo che questo sarà un bel cambiamento di rotta. C'è ancora la possibilità di “trarre il dado” solo se riusciamo attraverso un cambiamento a modificare questa fase di restringimento della libertà che si palesa con il fatto che le decisioni sono prese da organismi non eletti e a-democratici. Volevo aggiungere, che neanche a me i Bruti sono mancati! I barbari di oggi sono i liberisti e in particolar modo i banchieri speculativi che sono riusciti a spezzare l'ordine definito dopo la Seconda Guerra Mondiale, ordine che era più progressista e democratico dell’equilibrio politico europeo di oggi. Riprendendo il titolo di un suo libro: “Compagni di strada cercasi”, le chiediamo: quanti compagni ha incontrato strada facendo e quanti questa strada l'hanno abbandonata? La strada che percorriamo è quella del cambiamento radicale e la forza del cambiamento si scontra con la debolezza umana, che porta a volte a rinunciare al percorso, a scegliere strade meno impegnative. Percorrere il cammino del cambiamento è difficile perciò ci sono continui abbandoni e nuove entrate, la coerenza è una strada in salita, faticosa. Istituzioni, sport e cultura, tutto appare alquanto sfilacciato, è possibile creare nuove sinergie con nuovi soggetti che non siano continuamente in debito di ossigeno? Il cambiamento e il protagonismo di nuovi soggetti danno sempre una nuova ventata di aria nuova. Questa che stiamo vivendo è una situazione che non mette le persone al centro di un progetto compiuto. Per quanto riguarda le istituzioni stiamo andando sempre più vicino ad un modello di presidenzialismo, per quanto riguarda lo sport esso è sempre più privatizzato e infine la cultura non incentiva più lo spirito critico. La nostra rivista si occupa di Bellezza e Benessere, un suo consiglio e un suo augurio... Vi consiglio di creare uno spazio dedicato al diritto all'attività motoria e di valorizzare la nostra terra, il suo ambiente, il suo paesaggio, la sua cultura, i suoi talenti. Invece vorrei fare un augurio a noi tutti affinché lo Stato un giorno potesse riuscire a comprendere che per garantire la bellezza ed il benessere occorrono investimenti pubblici. Con quale periodo della storia romana paragonerebbe il momento storico-politico che stiamo attraversando? Lo paragonerei alla crisi del III/IV sec. d.C. quando avvenne la caduta dell'Impero Romano per opera dei barbari. Chi sono i barbari di oggi? Wealth Planet magazine 11 Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere Il sale da cucina: un big killer sulla nostra tavola Non si tratta solo del sale messo nell’acqua per la pasta o nell’insalata: il problema è quello che finisce nei cibi trasformati e pronti all’uso, compresi alcuni alimenti “insospettabili” come i biscotti e le merendine. Le minestre liofilizzate, quelle in scatola o surgelate già pronte all’uso, le salse e i dadi per brodo rappresentano una fonte elevata di sale. Purtroppo i cibi proposti dall’industria della ristorazione, per assecondare le richieste di gusto del consumatore o per necessità tecnologiche contengono parecchio sale. Anche il pane, essendo un prodotto trasformato, è una delle principali fonti di sale, in quanto, rispetto ad altri prodotti con più alto contenuto di sale, come i formaggi e gli insaccati, è presente tutti i giorni sulla tavola ed è consumato dagli adulti e dai bambini. Nel 2009 i rappresentanti delle Associazioni dei panificatori sia artigianali che industriali hanno accolto favorevolmente l’iniziativa promossa dal Ministero della Salute di ridurre il contenuto di sale nel pane, impegnandosi a sostenere iniziative orientate a favorire comportamenti salutari da parte dei consumatori e a ridurre del 15 per cento entro il 2011 il contenuto del sale nel pane. a cura della Dott.ssa Maria Luisa Bacosi Biologo Nutrizionista La promozione e la protezione della nostra salute attraverso modifiche degli stili alimentari è il leitmotive che ogni giorno ci arriva dai giornali e dalla televisione. Nonostante gli ammonimenti di nutrizionisti, cardiologi, internisti, diabetologi la strada per una condotta nutrizionale corretta è ancora molto lontana. Tra le scorrette abitudini alimentari figura l’uso eccessivo del sale da cucina. Il cloruro di sodio è nel mirino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 1995. In Italia recentemente sono stati pubblicati alcuni dati dello studio Minisal: l’apporto quotidiano di cloruro di sodio risulta di 10,9 grammi negli uomini e di 8,5 grammi nelle donne. I suggerimenti dell’OMS e dell’INRAN (Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione) sono quelli di non superare i 5 grammi di sale al giorno che per dare un’idea più chiara è la quantità contenuta all’incirca in un cucchiaino da tè. Inoltre il nostro paese risulta spezzato: il Sud ha valori più alti di apporto di sale rispetto a quelli del Nord. Oltre ad aumentare la pressione sanguigna, compromettendo la salute del sistema cardiovascolare e renale, il sale in eccesso è un cofattore predisponente al tumore dello stomaco e delle prime vie digestive. Uno studio di quest’anno pubblicato sulla rivista British Medical Journal ha provato a quantificare l’effetto del sale sulla pressione arteriosa. Una riduzione di 4,4 grammi al giorno, mediamente, ridurrebbe la massima di 4,2 millimetri di mercurio e la minima di 2. La rivista The Lancet non aveva esitato a piazzare il sale fra i big killer al pari di fumo e colesterolo. Anche sulla rivista Nature è stato pubblicato quest’anno il lavoro di un’equipe dell’Università di Harvard e del Massachusetts Istitute of Technology che facendo degli studi in vitro ha suggerito un possibile legame fra eccessivo consumo di sale e malattie autoimmuni, come diabete e sclerosi multipla. Il sapore e le proprietà biologiche del sale comune sono legate principalmente al sodio e ogni grammo di sale contiene circa 0,4 grammi di sodio. In condizioni normali il nostro organismo elimina giornalmente da 0,1 a 0,6 grammi di sodio e questa quantità va reintegrata con la dieta. Quindi è facile capire che non sarebbe necessaria l'aggiunta di sale ai cibi, in quanto il sodio contenuto in natura negli alimenti è sufficiente a coprire le necessità dell'organismo. Come si può nella pratica quotidiana 12 Wealth Planet magazine E’ proprio il caso di affermare: quanto è salata la nostra tavola ! diminuire l’assunzione del sale ? E’ molto importante distinguere l’apporto discrezionale del sale, che è sotto il controllo del consumatore, da quello non discrezionale, che è dato dal poco sale contenuto “naturalmente” negli alimenti più quello molto più abbondante aggiunto nei processi industriali. Quest’ultimo rappresenta oggi più della metà, forse 2/3 del consumo individuale totale. Senza arrivare alla decisione dell’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg che nel 2010 che fece togliere la saliera dai tavoli dei ristoranti, convincendo anche 21 industrie alimentari a diminuire il contenuto di sodio dalle loro preparazioni, con un po’ di attenzione e poche regole, possiamo dimezzare l’uso del sale quotidiano. Ridurre la quantità di sale che si consuma giornalmente non è difficile, soprattutto se la riduzione avviene gradualmente. Infatti il nostro palato si adatta facilmente, ed è quindi possibile rieducarlo a cibi meno salati. Se mangiare con poco sale è inizialmente deprimente, entro pochi mesi, o addirittura settimane, questi stessi cibi appariranno saporiti al punto giusto, mentre sembreranno troppo salati quelli conditi nel modo precedente. Il succo di limone e l'aceto permettono di dimezzare l'aggiunta di sale e di ottenere cibi ugualmente saporiti, agendo come esaltatori di sapidità; le spezie e le erbe aromatiche anch’esse contribuiscono a dare gusto alle pietanze, conferendo uno specifico aroma al cibo migliorandone le qualità organolettiche, dando un tocco di personalità al piatto. Un’indagine condotta in Francia dalla rivista Process Alimentaire ha analizzato oltre trecento prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati: i cibi che risultano avere più sale sono quelli confezionati, come la pizza e i ravioli. Questa situazione è sovrapponibile a quella italiana. Ma perché ci piacciono tanto i cibi salati? Forse la spiegazione, di natura evoluzionistica, sta nel fatto che per migliaia di anni il sale era un bene assai prezioso e costoso. Oggi le aziende vendono di più se i loro prodotti contengono oltre al sale, anche lo zucchero e i grassi. Che fine ha fatto quel mucchietto di tessuto nervoso che chiamiamo cervello ? Il sermoncino sul corretto modo di nutrirsi arriva ogni giorno da specialisti più o meno qualificati. I profeti del benessere nascono come i funghi dopo una giornata di pioggia. Promettono risultati miracolosi nel senso che solo un miracolo può permettere alla maggior parte dei comuni mortali di raggiungere risultati perfetti in poco tempo. Dottoressa mi faccia perdere sette chili in sette giorni! E giù ipercontrollo su calorie, girovita, peso che al massimo dura dieci giorni. E poi di nuovo alla ricerca di altri accanimenti salutistici. Le privazioni che i profeti della scienza della nutrizione ci infliggono non producono altro se non depressione, fallimento, bulimia, anoressia. Ma cosa vogliono le persone che si rivolgono ad un nutrizionista? Dialogare e trovare una prescrizione dietetica giusta per loro, o avere solo un regime imposto come verità indiscutibile? Non è invece importante trovare un giusto accordo tra i propri bisogni e desideri, tra prevenzione e soddisfazione, conoscenza di sé stessi e dei propri limiti ? e-mail: [email protected] Wealth Planet magazine 13 Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere Narrare la favola del sé a cura della Dott.ssa Barbara Bertocci Psicologa, Psicoterapeuta, Vice Presidente Associazione per i Diritti degli Anziani (A.D.A.) Raccontare è un’arte antica quanto l’umanità. Ha radici profonde ma allo stesso tempo è così attuale e contemporanea che non se ne può fare a meno, ogni giorno ed in qualunque luogo. La narrazione di storie tiene insieme le persone, le diverte, le commuove, le fa immaginare, pensare. Esporre le proprie storie regala un sacco di emozioni, non solo a chi guarda e ascolta, ma anche a chi racconta. Da tempo psicologi, antropologi e sociologi attribuiscono alla narrazione un’importanza fondamentale, sia a livello individuale che culturale. Esiste infatti un pensiero narrativo che dà forma e senso alla realtà ed al proprio agire, che permette di comunicare agli altri i significati colti nell’esperienza e di mettere in relazione passato, presente e futuro. Le storie assolvono a vari compiti: riconoscere le emozioni e le esperienze, proprie e altrui; arricchire lo spazio mentale; migliorare l’apprendimento cognitivo; conoscere la vita nelle sue varie possibilità e nei suoi possibili sviluppi; apprendere valori e disvalori; imparare le regole della vita relazionale e sociale, apprendere l’esercizio delle funzioni genitoriali; incrementare il piacere ed il divertimento ed aumentare la condivisione tra generazioni. Le storie sono quindi importanti a tutte le età e costituiscono una grande fonte di benessere psicofisico. Molti psicoterapeuti individuano nell’attività del narrarsi il fulcro del processo terapeutico. Lo stesso Hillmann afferma che "l’intera attività terapeutica è in fondo questa sorta di esercizio immaginativo che recupera la tradizione orale del narrare storie: la terapia ridà storia alla vita". Scrivere una storia ha un forte potere terapeutico: nella vicenda narrata è raffigurato per immagini il nostro stato d’animo, la nostra condizione fisica e la rete delle nostre relazioni. Nelle storie, inoltre, c’è la traccia degli eventi passati che ci hanno segnato, della situazione presente e degli sviluppi futuri. Le storie che raccontiamo raffigurano tutto il nostro panorama interiore: i personaggi di varie storie possono essere simili, come pure lo sviluppo della vicenda, ma nello stile narrativo e nella dinamica degli eventi esprimiamo tutta quella particolarità che è solo nostra, che raffigura la nostra storia e il nostro modo di viverla, e soprattutto che indica delle chiavi di soluzione verso il lieto fine che valgono solo per noi e che sono specifiche della nostra situazione. Ciò che distingue la fiaba da altre forme di espressione creativa è la sua struttura particolare, che la rende adatta ad essere utilizzata per la risoluzione di problemi. La fiaba inizia sempre rappresentando un 14 Wealth Planet magazine equilibrio che di lì a poco andrà a cambiare (“C’ era una volta un vecchio re che aveva tre figli …”, “C’era una volta una principessa in età da marito …”, “C’era una volta una famiglia molto povera . ”). In seguito si entra nella “fase di crisi” in cui diventa chiaro chi è il protagonista, quale impresa deve compiere, chi sono i nemici che lo ostacoleranno e chi gli amici che verranno in suo aiuto. In questo momento succede tutto: si definiscono gli equilibri tra risorse e difficoltà, i pericoli da evitare e le opportunità da cogliere, si elabora la strategia di soluzione e si trovano le chiavi di volta per il successo. Infine la fiaba termina con il classico: “ E vissero tutti felici e contenti …” che è una frase di rito che in realtà sottintende la creazione di un nuovo equilibrio, diverso e migliore di quello iniziale. In base a queste riflessioni ho desiderio di proporvi una piccola fiaba ideata e scritta da me che, a mio parere, può fornire spunti di riflessione sull’intreccio delle relazioni che si instaurano nel mondo umano e fa luce su emozioni e sentimenti che spesso si provano quando ci si trova a contatto con gli altri. Margaret: una zappa speciale Tanto tempo fa, in una bella fattoria tra le montagne della Baviera, viveva Margaret, una zappa bellissima fatta di legno pregiato e di metallo prezioso. Proprio per questo suo aspetto così elegante spesso si sentiva superiore agli altri attrezzi e li criticava tutti. Lei si sentiva la regina del territorio in quanto era soprattutto grazie al suo aiuto che si potevano piantare gli ortaggi e fare efficientemente buche anche nei terreni più aridi. Inoltre, spesso denigrava gli attrezzi che erano più a contatto con gli animali dicendo che erano sporchi e pieni di mosche. Ovviamente gli altri se la prendevano per questi suoi brutti commenti e la giudicavano molto antipatica. Margaret quindi stava spesso sola e non riceveva mai visite nella splendida abitazione costruita appositamente per lei in legno di abete. Era da tempo che non aveva più i genitori e a suo fianco non aveva né un amico, né un fidanzato. Gli anni passavano e la sua vita continuava a trascorrere in solitudine. Lei non si interrogava mai su questa situazione pensando che tutto ciò che le accadeva fosse solamente il frutto dell’invidia altrui perché era bella e aveva tanta voglia di lavorare. Col passare del tempo, però, il contadino, che stava sempre più invecchiando, la sera trovava difficoltà a riportarla nella sua casina e così la lasciava spesso in giro in ogni angolo della fattoria. Lei si sentiva umiliata da quella situazione e, anche se era lasciata vicino agli altri attrezzi, non parlava e guardava tutti con diffidenza. Allo stesso modo gli altri la prendevano un po’ in giro e, quando erano in gruppo, non la coinvolgevano ma anzi ridevano di lei. Così trascorsero le stagioni tra continue umiliazioni senza che si verificasse nessun cambiamento né da parte sua né da parte dei “colleghi”. In un giorno di pioggia la quiete di quel luogo in aperta campagna fu sconvolta da un episodio ancora più grave. Margaret era stata investita dal trattore e il contadino, che pure l’aveva lasciata in mezzo alla strada, invece di soccorrerla, le mandava degli accidenti perché si trovava fuori posto e focalizzava la sua attenzione sul vedere che danni aveva subito il suo mezzo agricolo. Vista quella scena tutti gli attrezzi si precipitarono a soccorrerla. La pala si offrì di fare da barella e Margaret fu accolta in casa degli attrezzi della stalla su un morbido fieno. La zappa capì che il forcone, la pala e gli altri strumenti da lavoro non erano poi così ostili a lei come credeva. Parlando con i compagni aveva scoperto la loro intelligenza e aveva capito che aveva sbagliato a giudicarli prima di conoscerli. Anche gli altri cambiarono idea su di lei. In fondo la sua esagerata bellezza e la sua austerità non compromettevano la sua voglia di vivere ed il suo buon carattere. Dopo quell’incidente Margaret era sicuramente meno bella (le era stato messo un tutore permanente per la sua schiena/manico) ma era molto molto più felice di prima perché aveva trovato degli amici veri di cui si poteva fidare. BIBLIOGRAFIA Bettelhein B. (1977), Il mondo incantato: uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli, Milano Demetrio D. (1996), Raccontarsi. L'autobiografia come cura di sé, Milano, Raffaello Cortina, 1996 Hillmann J., (1984), Le storie che curano, Raffaello Cortina, Milan Wealth Planet magazine 15 Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere La crusca d'avena a cura del Dott. Giulio Lattanzi Farmacista, nutrizionista La crusca è una sorta di involucro fibroso che ricopre i semi del frumento e degli altri cereali; fino ai primi anni '70 la crusca veniva considerata un prodotto di scarto, da destinare principalmente all'alimentazione del bestiame. La crusca d’avena fece il suo ingresso nella letteratura medica solo in seguito alla pubblicazione di studi americani che provarono l’azione di questo cereale nella riduzione del colesterolo. Nel 1980 vi fu un boom del suo consumo, tanto che il New York Times arrivò a parlare di una “Oat-branmania”, la crusca-mania durò il tempo del clamore provocato dalla stampa, ma da allora seppur lentamente l’avena, così come il farro e l’orzo, si è affermata in cucina. La crusca, che si ottiene per raffinazione, cioè separandola dalla farina, è una fibra alimentare che apporta molti benefici, il valore delle fibre dipende dal tipo di crusca: quella di frumento ne contiene circa il 50%, quella d’avena il 20%, quella d’orzo il 5% e quella di riso il 30%, per cui la crusca di frumento è da preferire, non solo perché contiene più fibre, ma anche perché è capace di assorbire l’acqua in quantità maggiore rispetto agli altri tipi. Le fibre solubili hanno un’elevata capacità di assorbimento, superiore a venti volte il loro volume d’acqua; quando la crusca viene consumata durante un pasto, una volta che arriva nello stomaco, si riempie d’acqua e crea una patina gelatinosa che ricopre le pareti dello stomaco, si gonfia e restituisce un rapido senso di sazietà. La sazietà è fondamentale per la riuscita di un regime dietetico, dato ché a decretarne il fallimento il più delle volte è la fame nervosa che vanifica sforzi e sacrifici. La patina, inoltre, grazie alla sua elevata viscosità, rallenta l'assorbimento dei grassi e degli zuccheri, ovvero riduce l'apporto calorico del pasto. E’ logico e deducibile che l’avena diventa una sorta di integratore naturale che introdotto in una dieta sana seguita con regolarità, restituisce subito i primi benefici. Nello stomaco, appena ingerita, la crusca d’avena si mescola al bolo alimentare, se durante il pasto si beve, le fibre solubili della crusca si saturano d’acqua e riempono lo stomaco provocando automaticamente la sensazione 16 Wealth Planet magazine di sazietà. Il bolo intestinale arriva dopo aver subito la tripla azione dei succhi gastrici, della bile e dei succhi pancreatici, quindi le sostanze nutritive sono ormai state suddivise negli elementi di base, ovvero in proteine e in amminoacidi, mentre i lipidi in acidi grassi e i glucidi in glucosio; a questo punto gli elementi di base sono pronti a essere assorbiti dalle pareti intestinali per poi essere trasferiti nel sangue, ed è proprio in questo momento chiave della digestione che la crusca d’avena entra in azione; le fibre, ormai mescolate agli alimenti scomposti, si fissano a quelli che le circondano impedendo il trasferimento nel sangue e trasportandole nel colon per finire nelle evacuazioni insieme al loro contenuto calorico generando così una perdita di calorie, di colesterolo e di zuccheri. Le fibre solubili della crusca d’avena sono i beta-glucani, fondamentali per combattere i chili di troppo. Assumendo con il cibo un paio di cucchiai di crusca d’avena al giorno si elimina il problema della fame nervosa e si attenua la sensazione di fame. Le sue fibre solubili, infatti, hanno un’elevata capacità di assorbimento che le permette di assimilare acqua in abbondanza, da venti a quaranta volte il suo peso. Tra le proprietà meno evidenti, ma più efficaci della crusca è quella di saper espletar un'azione ammorbidente, massificante e omogeneizzante delle feci, incrementando la motilità del colon e riducendo la pressione sulle pareti intestinali. Tale proprietà risulta particolarmente benefica nella prevenzione della diverticolosi e del tumore al colon in quanto la fibra facilita l'eliminazione dei residui tossici introdotti con gli alimenti. L'effetto lassativo è tanto più pronunciato quanto più la crusca è ricca di componenti insolubili. Contrasta l'iperalimentazione: rigonfiandosi a livello gastrico provoca un anticipato senso di sazietà che impedisce l'ingestione di quantità eccessive di cibo. La fibra ha un apporto calorico limitato, praticamente nullo se si considera il ridotto assorbimento intestinale dei nutrienti a cui viene associata. La crusca è pertanto utile per modulare l'assorbimento dei nutrienti: grazie alla sua capacità di ridurre l'assorbimento di grassi e colesterolo, la crusca è particolarmente importante nell'alimentazione di chi soffre di ipercolesterolemia o di un elevato tasso di trigliceridi nel sangue. Inoltre, modulando la curva glicemica, contribuisce ad evitare eccessivi rialzi della glicemia ed è pertanto indicata nella prevenzione del diabete senile. L'integrazione di crusca, nell'ordine di 8-24 g al giorno (1-3 cucchiai), accompagnata ad almeno due litri di liquidi, è pertanto indicata in caso di stitichezza, colon irritabile, malattia diverticolare, diabete, dislipidemie, sovrappeso e obesità. Inizialmente l'assunzione di crusca si accompagna ad effetti indesiderati come distensione e flatulenza eccessiva, tali problemi tendono comunque a regredire nel giro di 4-6 settimane. Per contrastare questi spiacevoli disturbi è necessario un graduale incremento delle dosi ed una suddivisione delle stesse in diversi periodi della giornata. Poi per dilettarci in cucina, vi consiglio un modo veloce, semplice e gustoso per assaporare il nostro prezioso alimento : Gallette di crusca d'avena Ingredienti per 1: 2 cucchiai di crusca di avena,2 cucchiai di formaggio magro a 0% di grassi per amalgamare acqua. Preparazione: mescolare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta morbida e liscia. Scaldare una padella a fuoco medio e versare il composto, poi cuocere per circa 5 minuti girandola con una spatola, utilizzarla come qualsiasi piadina o al posto del pane.© Pane di crusca d'avena Ingredienti e preparazione per 2: mescolare per un minuto con l'aiuto del frullatore: 3 cucchiai di crusca d'avena, 1 yogurt a 0% di grassi, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 3 uova. Condire con sale, peperoncino ed erbe (ad esempio, puoi usare un misto di origano e alloro). Versare in una ciotola, senza lasciar riposare, e cuocere per 3 o 4 minuti nel forno a microonde. Togliere dal forno e fare raffreddare.© Farmacia C. “Le Fornaci“ Via F.lli Briziarelli n°17 - 06055 Marsciano - Tel. 075 8749453 [email protected] farmacia le fornaci farmacia fornaci Wealth Planet magazine 17 Salute, Bellezza e Benessere a cura di Alessandro Riganelli e Dott. Giulio Lattanzi farmacista, nutrizionista Cari lettori, da questo numero della prestigiosa rivista Wealth Planet e per qualche mese mi dedicherò totalmente alla descrizione ed informazione su prodotti di origine vegetale ad alto contenuto proteico prodotti dall’Azienda Fitowell di Alessandro Riganelli. Mi sono avvicinato ed ho sposato immediatamente questo progetto in quanto tutto il mio concetto di benessere fonda le basi sull’importanza di assunzione di vitamine, proteine, oligominerali e carboidrati in base alle effettive esigenze del Nostro organismo; tutto il Nostro benessere ed il mantenimento dell’omeostasi deriva dalla formula H= N / c , dove H stà per Health, e proviene dal rapporto tra nutrienti quali vitamine, fibre minerali, fitochimici e divise le calorie ( c ) di qualsiasi origine. Questo importante concetto, mi ha sempre indotto a pensare, che il settanta per cento delle patologie possano essere curate a tavola grazie ad un’adeguata nutrizione abbinando ovviamente un’ attività fisica; pensate che sono sufficienti trenta minuti di attività al giorno per ridurre il 40% di probabilità di contrarre tumori, Alzheimer e malattie cardiovascolari. Il consumo eccessivo di carne è associato alla comparsa di problemi cardiovascolari e di alcune forme di cancro. Diete ricche di grassi saturi, sono correlate allo sviluppo di diabete di tipo 2 e ad alti livelli di colesterolo nel sangue. L’alimentazione attuale tende ad essere povera di grassi omega 3 e ricca di omega 6; questo squilibrio può essere causa di alcuni problemi di saluti, tra cui arteriosclerosi, malattie cardiache, artrite, depressione e cancro. Storicamente l’utilizzo dei legumi è stato associato a periodi di carestia o, più in generale, ai ceti sociali più poveri. Anche per questa ragione, negli ultimi decenni, il loro consumo si è ridotto, a favore di un maggior uso di alimenti, di origine animale, ma tutto ciò è quanto di più sbagliato, tanti prodotti di origine vegetale sono particolarmente ricchi di proteine e soprattutto non hanno o apportano dopo consumo, tutte le sostanze dannose presenti invece nella carne. 18 Considerate che se debbo apportare cento calorie ad un paziente posso indurlo a mangiare 30 grammi di carne bovina , apportando cosi 6 grammi di proteine e 22 mg di colesterolo, ma se debbo farlo crescere ed appagarlo alimentarmente posso dargli cento calorie con 357 gr di broccoli , che oltre a saziarlo gli danno un apporto di 11 gr di proteine e zero gr di colesterolo. Questi concetti fondamentali debbono farVi o ricordare o comprendere che animali forti e robusti in natura, come gorilla, scimpanzé , rinoceronti ed elefanti hanno costruito le loro fibre muscolari e la loro struttura corporea con frutta e verdura fresca e non mangiando carne. Da qui torna il progetto Fitowell, dalla necessità di apportare al proprio organismo, quante più proteine salubri senza ricorrere ad un uso smodato della carne e dei suoi derivati. Pensiamo ad un prodotto come i fagioli azuki, i valori nutrizionali medi per 100 grammi sono Calorie: 324 kcal – Energia: 1373 kJ – Proteine: 23,6 g – Carboidrati: 51,7 g – Grassi: 2,5 g . Questi valori nutrizionali devono essere considerati medi in quanto possono subire delle oscillazioni imputabili a numerosi fattori come, le condizioni e le tecniche di coltivazione, la metodologia di conservazione del prodotto e la provenienza del prodotto, ma tutto questo è superato grazie alla qualità dell’Azienda Fitowell. Questa realtà si attiene ad un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, riducendo la fertilizzazione chimica e limitando l’uso dei diserbanti chimici grazie a pratiche di lavorazione dei terreni e di rotazione delle cultivar. L’analisi dei terreni e i controlli tecnici dei macchinari per l’uso razionale dei fitofarmaci, effettuati periodicamente all’interno dell’azienda, assicurano prodotti di grande qualità con il minimo Facebook “f” Logo C MYK / .ai Facebook “f” Logo C MYK / .ai Wealth Planet magazine PP 01.indd 4 19/12/2013 1.24.16 Salute, Bellezza e Benessere Non dimentichiamoci che produrre 1 kg di manzo in sistemi di allevamento particolarmente intensivi, equivale a produrre gas serra, responsabile del riscaldamento globale in quantità pari a 36,4 chili di CO2 che equivale a quella emessa mediamente, da un’automobile che percorre 250 km; inoltre i cento grammi di carne di manzo si sognano lontanamente l’apporto nutrizionale dei Fagioli in quanto , per la carne di manzo, i valori nutrizionali medi per 100 gr sono: Poi per dilettarci in cucina, vi consiglio un modo veloce, semplice e gustoso per assaporare questo prezioso frutto. Calorie: 40 kcal – Energia: 586kJ – Proteine: 20,3 g – Carboidrati: 0.0 g – Grassi: 8.1 g I fagioli erano conosciuti e coltivati fin dall’antichità, i fagioli Azuki sono piccoli, di color rosso scuro e c'è chi per questo, impropriamente, li chiama la soia rossa anche se con il più noto legume non hanno nulla a che vedere. Un altro soprannome degli Azuki è "Il re dei fagioli", decisamente più azzeccato considerando le ottime proprietà nutrizionali di questo alimento. Innanzitutto gli Azuki contengono minerali ed oligoelementi come potassio, zinco, molibdeno e ferro. Quest'ultimo è particolarmente prezioso per chi soffre di anemia e per tutte le persone che, per qualche motivo, ne sono potenzialmente in carenza, come ad esempio vegetariani e vegani. Questi piccoli fagioli sono buoni, facilmente digeribili, poveri di grassi e inoltre contengono isoflavoni, sostanze in grado di mantenere in buona salute il nostro sistema immunitario, il cervello e le ossa, sono una buona fonte di magnesio, potassio, acido folico,ferro, rame, zinco, manganese, fibre, e vitamine del gruppo B tra cui B6, B2, B1, B3 ; sono particolarmente diuretici, ricchissimi di fibra insolubile e solubile, tra cui due fibre probiotiche, l’inulina e la pectina, in più rispetto ad altri legumi hanno un contenuto di zinco molto elevato (5mg x 100g). 20 Wealth Planet magazine La zuppa di farro e fagioli azuki: Ingredienti: Fagioli azuki 200 gr, farro 250 gr , aglio 3 spicchi, 1 carota, sedano 1 costa, 1 cipolla rossa , olio oliva, peperoncino, salvia . ( pentola a pressione ). Preparazione: Mondate la carota e tagliatela a tocchetti piuttosto piccoli, tritate la cipolla e riducete in dadolata fine anche il sedano; poneteli nella pentola a pressione con 2 spicchi di aglio e 3 cucchiai di olio e fate cuocere per circa 5 minuti fino a che la cipolla si sarà intenerita. Aggiungete i fagioli azuki freschi e fate tostare per altri 5 minuti, aggiungete le foglie di salvia a piacere, regolate con peperoncino e aggiungete 1l di acqua , portate a bollore e poi chiudete la pentola a pressione con il suo coperchio; dal fischio della pressione calcolate 30 minuti abbassando il fuoco al minimo. Trascorso questo tempo aprite la pentola, facendo attenzione a che la pressione si sia esaurita e controllate la cottura dei fagioli che dovranno essere teneri; prelevate circa un terzo dei azuki in una ciotola e filtrate i restanti attraverso un colino. Tenete da parte il brodo di cottura che vi servirà per il farro e versate i fagioli e le verdure nel mixer e azionate fino a ridurre in purea; tenete da parte in caldo. Ora procedete a preparare il farro facendolo tostare circa 3 minuti in una casseruola con il restante aglio e olio a fuoco dolce. Aggiungete tre mestoli del brodo di cottura dei vegetali e fate cuocere aggiungendo un mestolo di brodo alla volta per il tempo indicato dalla confezione (circa 15-18 minuti). A fine cottura aggiungete la purea di azuki e vegetali e fate amalgamare bene aggiungendo ancora poco brodo se dovesse risultare troppo spessa; in ultimo aggiungete anche i fagioli interi che avete tenuto da parte prima di passare gli altri. A piacere servite con un filo di olio di oliva extravergine a crudo. © Salute, Bellezza e Benessere Intervista al Dottor Graziano Clerici a cura di M.P. Il dr Clerici ci accoglie nel suo studio medico, che già all’ingresso non fa sicuramente pensare ad un freddo ambiente sanitario dove rimanere in attesa di odiose terapie o di notizie allarmanti sul proprio stato di salute, al contrario abbiamo avuto la sensazione di trovarci in un caldo salotto raffinatamente arredato, da dove si accede al resto degli ambienti operativi, che, pur essendo dotati di macchinari modernissimi di ultima generazione, ci fanno sentire a nostro agio. 22 Wealth Planet magazine Salute, Bellezza e Benessere Dottore, prima di tutto mi tolga una curiosità: ma questa scelta nell’arredo e nella tipologia del suo studio, così inconsueta nell’ambito medico, dipende solo dai suoi gusti personali o rientra in una sua visione particolare dell’attività professionale? Nel progettare e realizzare la mia struttura, l’intento è stato quello di creare un ambiente il più possibile confortevole e rilassante, che innanzitutto accolga bene chi vi entra e soprattutto che distenda le pazienti in attesa di “belle” notizie, perché fortunatamente il mio lavoro riguarda ciò che di più “bello” ed emozionante esiste e cioè la procreazione. Quando si ricevono informazioni positive sul proprio nascituro se ti circonda qualcosa di bello tutto è amplificato, ma anche se le notizie non sono positive un ambiente caldo e confortevole può, forse in minima parte, alleviare il dolore e la preoccupazione. Inoltre non nascondo anche la mia volontà di strutturare questo ambiente in modo a me congeniale sia per gusto che per funzionalità (non passano inosservati i numerosi monitor, computer ed apparecchiature elettroniche che testimoniano la passione e l’abilità del dottore nell’utilizzare la tecnologia) visto che dopo l’ospedale questo è il posto dove trascorro più tempo. Dr Clerici dalle sue parole, ma soprattutto dal tono della sua voce, colgo una grande passione nella sua professione, è così? E cosa l’ha spinto a sceglierla? In realtà è stato un insieme di fattori concomitanti. Per quanto riguarda la scelta della facoltà di medicina posso dire che probabilmente era l’unico campo di studio che poteva combinare bene la mia ansia di conoscenza, di capire come “funziona” il mondo anche nelle sue parti più piccole, con quell’affascinate scambio tra energia e materia che bene ci spiega la biochimica, e la passione che ho sempre avuto per la filosofia, la quale a differenza della scienza cerca di spiegare in mille modi diversi ma comunque rispettabili i misteri dell’esistenza, cercando di dare un “senso” al tutto. Sono nato in una famiglia semplice, in una piccola realtà rurale, che ho sempre amato molto, ma dentro di me ho sempre avuto il desiderio di riuscire, con impegno e dedizione, a fare qualcosa di “grande” ed “importante”, non per mera soddisfazione personale da sbandierare o per qualche sterile altro fine, ma per cercare di essere utile al mondo, per renderlo possibilmente più giusto ma anche più gradevole e “bello”. E cosa c’è di più entusiasmante e potenzialmente positivo della scienza medica? Per non parlare poi della branca dell’ostetricia di cui ho deciso più tardi di occuparmi. Quando mi dovevo laureare e stavo realizzando la mia tesi sulla diagnosi prenatale, mi si è aperto un mondo, si è andata sempre più delineando la mia “strada professionale” che è andata sempre più verso la medicina prenatale, la quale ha delle potenzialità infinite di innovatività nella diagnosi e nella terapia fetale. Di sicuro fondamentale è stato il mio “cercato” incontro col prof. Di Renzo, che non ringrazierò mai abbastanza per le enormi e continue opportunità che mi ha dato di imparare tutto quello che oggi so e posso fare, permettendo di confrontarmi direttamente con le più importanti realtà scientifiche internazionali all’avanguardia nel settore e spronandomi ad andare sempre più avanti senza paure o rilassatezze, ma con il continuo pungolo dello spirito da ricercatore. Per me la ricerca è linfa vitale, perché se non cercassi continuamente di migliorarmi e non avessi sempre qualche nuova idea e progettualità in mente mi sentirei finito. In tutti questi anni, dentro di me è nata e si è consumata una specie di sfida e operare in un settore dove il risultato può essere la prevenzione o la cura dell’handicap rappresenta una spinta incredibilmente forte a fare sempre di più e meglio. Professionista come lei, con l’amore evidente per questo tipo di professione, ci si nasce o ci si diventa? Penso che con la spinta verso ciò che rende più positiva l’esistenza e con l’aspirazione a fare “bene” ci si nasca, ma poi certamente molto dipende dagli eventi della vita e dai sentieri che decidiamo di percorrere. Ad esempio ho sempre pensato che per me fosse stato importante un incontro della mia infanzia, quando il primo giorno di scuola media dovevamo decidere in quale banco sederci ed io scelsi proprio quello scartato da tutti gli altri, accanto ad un ragazzino disabile con cui poi sono diventato amico in quegli anni. Quella situazione e quel bambino mi hanno arricchito in tanti sensi, offrendomi emozioni, stimoli e motivi di riflessione molto importanti, che probabilmente ancora oggi influenzano, non solo la mia sfera personale, ma anche la mia attività professionale. Mi sono sempre chiesto come possa esistere un’ingiustizia così grande come quella della disabilità sin dalla nascita, che crea già all’inizio degli enormi svantaggi per coloro che affetti da handicap devono necessariamente “faticare” molto di più degli altri lungo il sentiero dell’esistenza. Fino a quando potrò cercherò di apportare il mio aiuto in tali situazioni, infatti nel campo della medicina prenatale Wealth Planet magazine 23 Salute, Bellezza e Benessere oggi è possibile non solo diagnosticare, cioè individuare eventuali patologie materno-fetali e malformazioni fetali, ma anche dare un notevole contributo alle terapie fetali e prevenire o curare situazioni che procurerebbero gravi danni alla salute del nascituro o addirittura la sua morte. Pensi che oggi posso intervenire all’interno dell’utero materno senza aprirlo con un approccio di microchirurgia intrauterina, per evitare ad esempio le terribili conseguenze di una patologia che affligge alcuni tipi di gravidanza gemellare chiamata “twin to twin transfusion syndrome”, o per chi è affetta da isoimmunizzazione materno fetale per cui c’ è bisogno di continue trasfusioni fetali intrauterine, o per quelle madri che hanno pochissimo liquido amniotico e se non fossero sottoposte ad amnio infusioni ripetute potrebbero avere un bambino con gravi difetti fisici o addirittura perderlo. Dr Clerici cosa si sentirebbe di comunicare ai lettori di WealthPlanet? E’ chiaro che la medicina non è e non sarà mai un rimedio onnipotente in grado di risolvere qualsiasi problema di salute e purtroppo patologie e handicap continueranno ad esistere tra la popolazione umana, visto che non tutto si può prevenire o curare ma anche che non tutto dipende da come si nasce o da fattori evitabili o rimediabili. A riguardo possiamo dire che la società ha fatto grandi passi avanti nel far rispettare i diritti di coloro che sono costretti a sopportare tali fardelli, rendendo migliore la loro esistenza, che ha pari dignità rispetto a qualsiasi altra. La ricerca scientifica e la tecnologia, che per me ha un enorme fascino, possono e devono essere sfruttate in tutte le loro prerogative come in questo entusiasmante campo della medicina. Dopo anni e anni di sacrifici, di studio e di ricerca mi è sempre più chiaro che l’adeguato utilizzo della tecnologia è una delle grandi sfide per il medico del futuro e che poter e saper usare apparecchiature tecnologicamente molto sofisticate, come quelle di cui mi sono dotato, permette di fare cose prima impensabili. Oggi possiamo visualizzare gli organi interni del feto, ad esempio il cervello, come se ci muovessimo attorno o addirittura dentro di essi osservandoli da tutte 24 Wealth Planet magazine le prospettive e sezionandoli; possiamo anche ricevere online immagini di pazienti non fisicamente presenti e fare una diagnosi, un po’ come chi opera chirurgicamente con un robot comandato da mani esperte di un chirurgo distante chilometri e chilometri dai suoi pazienti. Certo tutto questo non si improvvisa, perché apparecchiature di questo livello non rappresentano una semplice macchina che va accesa e spenta con un pulsante, dotata di qualche sonda, ma al contrario è un universo infinito con innumerevoli potenzialità, che vanno sempre di più approfondite, studiate e sperimentate con un immenso sforzo di tempo e sacrificio. Tutto questo non mi ha mai spaventato o frenato anzi ha sempre più alimentato il mio entusiasmo ed impegno messo nel lavoro, ripagandomi con tante soddisfazioni: cosa può esserci di più appagante di vedere la foto di un bambino i cui genitori vogliono mostrarti per farti sentire partecipe della sua crescita, della gioia che ha portato nelle loro famiglie, dopo forse mesi di sofferenze ed ansie, come se in parte anch’io meritassi di godere insieme a loro di quella felicità? Dr Clerici la ringrazio molto per questo incontro così piacevole, in cui le sue parole forti e positive non possono che dare speranza nel futuro e in quella professione medica tante volte demonizzata senza tenere presente tutti coloro che come lei dedicano anima e corpo al loro lavoro. Grazie molto e riguardo a quest’ultima sua considerazione purtroppo devo ammettere che spesso rimango deluso nell’ascoltare certi commenti ed opinioni di persone che non hanno la minima idea di quanto sacrificio concreto e stress psicologico ed emotivo siamo obbligati a sostenere. Anche per questo vorrei concludere ringraziando coloro che in questo cammino mi hanno sempre supportato, aiutato, spronato e cioè il professor Di Renzo, colui che sin dall’inizio ha avuto estrema fiducia in me senza conoscermi personalmente e credendo sempre nei nostri progetti, e sicuramente la mia famiglia a cui non ho potuto dedicare il tempo sufficiente, ma che è stata sempre al centro del mio mondo e dei miei pensieri, perché se qualcosa di buono ho fatto è stato per loro e grazie a loro, cioè grazie alla consapevolezza di averli accanto a me. CAPELLI BELLI, SANI E FORTI SCEGLI I PROdOTTI GIUSTI La prima linea di prodotti professionale, specifica ed efficace per tutti e adatta ad ogni tipo di problema. Chiedi al tuo farmacista. shop.lucadefazio.com ANALISI DEL CAPELLO GRATUITA PRENOTA SUBITO LA TUA CONSULENZA PERSONALIZZATA Salute, Bellezza e Benessere “Dottore, cosa devo far mangiare a mio figlio?” I pediatri, per la loro professione, sono chiamati a rispondere a domande su vari argomenti riguardanti lo stato di salute, la prevenzione, lo sviluppo di un bambino. Se le domande sono di solito semplici, complicate sono spesso le risposte. La variabilità della struttura fisiologica di ogni individuo, le diverse esperienze di vita derivanti da ambiente, cultura, educazione, ampia disponibilità della qualità degli alimenti e molto altro, creano abitudini differenziate, per i diversi rapporti che ciascuno sviluppa nei confronti dei cibi. Si crea quella che potremmo chiamare “personalità alimentare”. Sarebbe, pertanto, laborioso fornire indicazioni che siano in grado di armonizzarsi con la complessità dei caratteri di un singolo bambino, si tende allora a proporre schemi di comportamenti uniformi, in ipotesi validi per tutti, impostati su vari criteri, derivanti da opinioni, deduzioni, estrapolazioni o associazioni di idee, in altri termini da convinzioni non sempre giustificate da conoscenze scientifiche valide. Certamente alcune indicazioni si fondano su nozioni ben definite, quali quelle relative al fabbisogno di vitamine, di minerali, di proteine ecc. Il problema nasce dal tentativo della traduzione in schemi, forse anche giustificabili qualora si tratti dei pasti scolastici o di un collegio. Nella vita comune la realtà è più dispersiva. Facciamo qualche esempio; L’uovo è un ottimo alimento per la composizione delle sue proteine e per altri requisiti; ma contiene colesterolo. Allora quale risposta si può dare ad una madre che chiede quante uova può dare al figlio? L’indicazione più comune è uno, massimo due, la settimana. Ma se la madre dice che il bambino ama le uova e chiede se può aumentare a tre volte? Dovremmo confessare di non avere una risposta valida. Mancano fonti sufficientemente documentate in grado di indicare quale differenza potrebbe realmente esserci per un bambino mangiare tre uova la settimana anziché uno o due; del resto, 26 Wealth Planet magazine Salute, Bellezza e Benessere Mangia! Per amore di mamma... a cura del Prof. Adriano Falorni - Pediatra i fattori coinvolti sarebbero molteplici e molti di essi nemmeno ben definiti. La risposta deriverebbe quindi solo da opinioni, di valore piuttosto scarso in un serio contesto scientifico; anche se nei fatti è sulla forza delle opinioni o delle convinzioni che nascono e muoiono le mode in tema di alimentazione. Prendiamo come altro esempio il latte vaccino. Da qualche decennio è diventato il bersaglio di tanti strali per le molteplici colpe attribuitegli, non sempre a torto. Il latte è accusato fra l’altro di essere una delle cause di allergie alimentari e questo trova sostegno nell’esperienza clinica. Poi è venuta l’ipotesi di qualche bello spirito che in passato gli ha attribuito la colpa di provocare, nientemeno, il diabete insulino-dipendente del bambino, avanzando la proposta di ridurne l’uso, o di impiegare latte modificato, con le relative promozioni commerciali. Analogo è oggi il tentativo di diffondere la teoria, tutt’altro che convalidata, secondo la quale l’eccesso di proteine del latte vaccino favorirebbe lo sviluppo dell’obesità nel piccolo bambino. Forse in passato si esagerava un po’ quando gli si attribuiva il titolo di alimento completo; però è sempre stato considerato, ed a ragione, un alimento principe per il suo valore nutritivo. Il latte e i suoi derivati contengono fattori importanti, fra i quali ad esempio il calcio, ma il loro contenuto in grassi li rende poco indicati per la prevenzione nel problema di grande attualità qual è la sindrome metabolica. In altri termini, in un’immagine grafica, le loro composizioni li tengono lontani dalla base nella piramide che indica le preferenze da dare ai vari alimenti. Allora, si può dare il latte o il formaggio ad un bambino? Se non ci sono controindicazioni mediche: certamente; ma quanto? Non c’è dubbio che quella del pediatra sia una professione complicata! Dispiace deludere qualche madre che da questo articolo forse si aspettava informazioni più dettagliate sulla spesa da fare per dare da mangiare al proprio figlio. In realtà non appare necessario apportare un ulteriore contributo alle indicazioni delle società scientifiche, delle varie riviste, di internet, nonché della televisione, pubblicitaria o no. Senza dubbio quanto proposto da fonti serie è da considerare valido e giustificato. Si tratta solo, in omaggio al rispetto della variabilità individuale dei diversi bambini, di applicarlo con buon senso. Certo, se si chiede cosa s'intende per buon senso sorgono forti difficoltà. Si può solo tentare di dare un paio di indicazioni di carattere generale, con la speranza di fornire in qualche modo un contributo. La “personalità alimentare” di un adulto, largamente deriva dall’esperienza di vita, dalla quale nel tempo risultano in parte soffocati i meccanismi spontanei regolatori della funzione nutritiva. Nel bambino il “vissuto” è più breve; restano, pertanto, ancora più efficaci le pulsioni della natura, dell’evoluzione, della selezione naturale o di Chi le ha usate come mezzo per attrezzarlo dei meccanismi regolatori di una funzione fondamentale qual è la realizzazione dello stato di nutrizione. Sarebbe quindi corretto portare maggiore rispetto ai segnali forniti dalle sue scelte, evitando nella giusta misura di mortificare eccessivamente quanto egli tende a preferire sia nei cibi, sia nel modo di alimentarsi. Naturalmente si può solo affidare alla sensibilità e all’intelligenza dei genitori trovare questa giusta misura. L’altro aspetto, da richiamare all’attenzione, riguarda che già naturalmente il cibo costituisce di per sé un mezzo di esplorazione e di conoscenza del mondo nel quale il bambino si trova a vivere dopo la nascita. Fin dall’inizio quest'aspetto incide fortemente sui suoi futuri comportamenti. Basta pensare al ruolo attribuito al movimento della testa quando si vuole esprimere un diniego; se questo è forte, nutriamo più fiducia in quel gesto, che non nella parola anche se chiara. Quel gesto, infatti, si fa derivare dal movimento del lattante quando, raggiunta la sazietà, egli si discosta dal seno materno. Poiché ne deriva sempre una risposta, esso diviene valido mezzo di comunicazione della propria volontà. Tanta parte dei nostri gesti, delle espressioni mimiche o di linguaggio attingono ai rapporti con il cibo. Il problema sta nell'eccessiva tendenza ad esasperare questo ruolo. Quante madri, offrendo il cibo al figlio, resistono alla tentazione di invocare “mangia per amore di mamma”! Cosa il figlio trova allora immerso in quel cucchiaio? Addirittura l’amore della madre! E se quella minestra non piace? Quali implicazioni psicologiche affettive ne derivano? Il figlio si trova costretto a mandar giù qualcosa anche se sgradito per non rifiutare l’amore della madre. Per contro, nell’eventuale rifiuto, la madre, nel suo intimo, vede respinto il gesto d’amore da parte del figlio! Questo è solo un esempio di tutti i significati che siamo capaci di attribuire al cibo al di fuori della sua vera funzione fisiologica. In questo modo esso diviene comunicazione d'amore, oggetto di premio, di festeggiamento, di relazione, di puro appagamento edonistico, di evasione o di relax, di appartenenza di gruppo, di categoria o di censo, di corteggiamento, di vanità e così via. Tutto ciò arricchisce i diversi cibi di valenze che niente hanno a che fare con i loro reali valori biologici. Per comprendere cosa ne deriva proviamo a valutare ove, in una scala delle preferenze di un elenco di prodotti dell’arte culinaria, collocheremmo le lasagne al forno e la minestra di pasta e fagioli. Certamente molto in alto le prime e assai più in basso la seconda. Eppure questa ultima è celebrata come eccellente esempio della dieta mediterranea, fra l’altro per l’elevato livello nutritivo degli aminoacidi derivante dalla combinazione delle proteine del grano e dei legumi; ma, se pur considerata gradevole dal punto di vista gustativo, a quale madre verrebbe in mente di offrire al proprio figlio un piatto di pasta e fagioli il giorno del suo compleanno? Forse riflettendoci sopra, possiamo renderci conto di come riusciamo a complicare l’impostazione di una corretta alimentazione Wealth Planet magazine 27 Salute, Bellezza e Benessere L'incontinenza urinaria: ancora se ne parla poco, ma le soluzioni esistono! a cura della Dott.ssa Claudia Bruscia Specialista in urologia Quella dell'incontinenza urinaria è una problematica che può colpire sia i maschi che le femmine, a tutte le età anche se per motivi diversi. Si tratta di una involontaria perdita di urina al di fuori dell'atto della minzione, che provoca un peggioramento della qualità della vita, causando disagio ed emarginazione. Questa condizione è quasi sempre il risultato di una sottostante condizione medica curabile, che però talvolta viene sottostimata dai medici e anche sottaciuta dal paziente per la vergogna e l' imbarazzo che ne provoca: tutto ciò ritarda la diagnosi e posticipa un'eventuale terapia. Esistono vari tipi di incontinenza urinaria: le 2 forme più importanti sono quella da sforzo e quella da urgenza che possono anche coesistere in diversa misura. Attualmente esistono diversi approcci terapeutici che prevedono oltre che l'impiego di presidi farmacologici e chirurgici anche l'utilizzo di terapie riabilitative non invasive e prive di effetti collaterali. Fra i vari tipi di tecniche riabilitative del piano pelvi-perineale ricordo gli esercizi di Kegel associati ad elettrostimolazione e biofeedback. Gli obiettivi della riabilitazione del pavimento pelvico sono: - aumentare la consapevolezza e la percezione di questa regione anatomica e della sua attività muscolare - rinforzare e mantenere tonica la muscolatura perineale - migliorare il controllo degli sfinteri e della continenza -aumentare la capacità di rilassamento della muscolatura Mantenere l'integrità e una buona funzionalità del pavimento serve a prevenire e correggere alcuni disturbi uro-ginecologici e ano-rettali. La riabilitazione del pavimento pelvico risulta utile infatti nelle forme iniziali di prolasso urogenitale, nell'incontinenza urinaria (maschile e femminile), nel dolore pelvi-perineale cronico, prima e dopo 28 Wealth Planet magazine la chirurgia pelvica e nel post-partum; è anche prevenzione nella donna gravida e nel puerperio. Rimangono poi, nei casi in cui non sia possibile effettuare una riabilitazione, le terapie farmacologiche e chirurgiche, sicuramente non meno efficaci anche se non scevre di effetti collaterali e possibili complicanze. Il progetto che sto portando avanti da quando ho iniziato a svolgere la mia professione, è quello di promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione, perché purtroppo ancora oggi l'incontinenza urinaria risulta per molti un tabù o una condizione irrisolvibile. Credo infatti fondamentale dare informazioni adeguate che propongano soluzioni e alternative terapeutiche alle quali possano aderire gruppi di pazienti. Mi piacerebbe mettere la parola fine a quel pensiero comune che va per la maggiore e che anche la pubblicità incoraggia secondo cui l'unica soluzione dell'incontinenza sia una buona marca di assorbenti. Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere Intervista al Dottor Emilio Perelli a cura di M.P. Il dottor Emilio Perelli e’ medico di medicina generale presso il Comune di Deruta ma opera anche nel settore della medicina dello sport. E’ autorizzato al rilascio di certificazioni per attività sportiva agonistica ed è anche specializzato in gastroenterologia. Nel suo studio, convenzionato con l’A.S.L per la medicina generale, riceve dal lunedì al venerdì e si effettuano consulenze cardiologiche, ortopediche, fisiatriche, oculistiche, otorinolaringoiatriche, urologiche, endocrinologiche, neuropsichiatriche e dermatologiche. Lei è un professionista di chiara fama, come è nata questa passione per la medicina? Durante la mia adolescenza nacque in me una forte esigenza di aiutare il prossimo. In quei anni l’Italia fu scossa da una grande tragedia, il terremoto del Friuli e fu in quel lontano 1976 che recandomi in quella terra con un’organizzazione umanitaria per aiutare i terremotati, mi resi conto che la cosa mi gratificava molto. Era bello poter aiutare quella povera gente che non 30 Wealth Planet magazine aveva più niente. Il mio era un’ aiuto morale fatto di ascolto e di condivisione. Fu un’esperienza molto forte che condizionò il resto della mia vita. Qualche anno dopo mi iscrissi a Medicina, consapevole del fatto che dentro di me era nata una grande passione: fare il Medico cioè aiutare il prossimo a tempo pieno: la missione del Medico. Questo riuscii a farlo molto tempo dopo. Fine anni settanta iscriversi a Medicina era ancora molto facile, non c’era ancora il numero chiuso e ricordo che all’anno di corso 1979 eravamo circa 1500 iscritti. Era praticamente impossibile riuscire a seguire le lezioni seduto e bisognava arrivare ore in anticipo. I corsi furono sdoppiati ed i professori furono costretti ad adottare metodi un po’ spartani per fare selezione. Già al terso anno eravamo meno della metà ad essere in regola con gli esami. Mi sono laureato nel 1985 e l’anno dopo ho iniziato la specializzazione in Gastroenterologia. Ma questo non mi ha permesso comunque di inserirmi nel mondo del lavoro. Frequentare l’ospedale e la corsia rappresentava un grande privilegio ma voleva anche dire affrontare grandi sacrifici perché la specializzazione non era ancora retribuita ed i concorsi per l’accesso al lavoro erano pochi e accessibili solo per i più titolati. Indispensabile fu l’aiuto economico e morale dei miei genitori. In effetti mio padre sarebbe stato più contento che io avessi studiato Farmacia, ne avevamo una di famiglia e mio fratello più grande, pur essendo farmacista non mostrava grande interesse a proseguire questa strada. Mi fu sempre consigliato di fare quello che più mi piaceva. Alla prima specializzazione seguì una seconda in medicina dello sport e contemporaneamente iniziai ad interessarmi alla medicina generale. Anche l’accesso alla medicina di base sembrava impossibile: graduatorie, punteggi, sostituzioni, guardia medica. Poi un giorno un vecchio amico di mio padre, medico di base a Deruta, prossimo alla pensione mi chiese se volevo aiutarlo. Accettai ed iniziai ad affiancarmi a lui gratuitamente con la promessa che un giorno avrei preso il suo posto. Era il 1992 ma solo nel 1996 riuscii a prenderlo!!! Grazie alle mie specializzazioni ed alla libera professione ero però in grado di mantenermi. In breve tempo riuscii a diventare medico massimalista e dal 2001 ho ottenuto dalla Regione l’autorizzazione al rilascio di certificati medico sportivi per l’agonismo delle varie discipline sportive. Dott. Perelli può farci una panoramica dei vari ambiti scientifici in cui Lei opera? Come dicevo prima, la mia prima occupazione è la tutela della salute dei miei mutuati. La medicina generale, in questi ultimi anni è cambiata molto, si è enormemente burocratizzata ma anche informatizzata, i medici si sono riuniti in gruppi e danno alla popolazione un servizio h24 comprendendo anche la continuità assistenziale della guardia medica. In questa ottica il medico ha necessariamente bisogno di alcune figure professionali ormai indispensabili come la segretaria, l’infermiera ed i vari consulenti sia specialistici sia fiscali. Il medico in questo senso è un manager di sé stesso e del suo studio soprattutto se svolge, come il sottoscritto anche la libera professione. Le varie collaborazioni, mi permettono però di svolgere la mia attività di medico nel senso vero della parola. Infatti a differenza di altri miei colleghi che non si avvalgono di queste collaborazioni, riesco a svolgere la mia professione libero dalla varie scartoffie burocratiche. Il paziente resta al centro della mia attività professionale ed io resto per lui un punto di riferimento per ogni sua necessità medica. Lei opera anche nel settore della Medicina dello Sport che ormai è diventata una pietra miliare per quanto riguarda il mondo sportivo…cosa vorrebbe suggerire agli atleti giovani e meno giovani e a quelli sedentari? Io consiglio a tutti di fare un po’ di sport, sia ai più giovani che a quelli meno giovani, perché lo sport è salute, nei giovani permette una crescita sana ed armonica sia da un punto di vista fisico che psichico, nei meno giovani è un elisir di lunga vita perché è un antidoto per molte malattie cerebro-cardio vascolari nonché un ottimo lubrificante per le articolazioni ed i nostri neuroni. E’ importante, in questo senso, aver fatto una visita medico sportiva che ci autorizzi a svolgere l’attività sportiva a noi più consona. Io dico sempre che ogni fisico ha lo sport che più gli si addice a seconda delle proprie peculiarità psicofisiche. La persona fortemente ansiosa ed introversa sarà più adatta a sport di fatica individuali mentre invece quella più eclettica e sicura di sé potrà con più successo fare uno sport di squadra. Solo pochi sono poi a parer mio gli individui veramente in grado di fare l’agonismo ad alti livelli. Lei è poi specializzato anche in gastroenterologia…nel corso degli anni ha notato delle variazioni nello sportivo rispetto al soggetto sedentario, come per esempio l’aumento di alcune malattie e la diminuzione di altre, che colpiscono maggiormente l’apparato digestivo? Nello sportivo come nel resto della popolazione c’è stato in generale un forte aumento delle malattie gastroenteriche. Basti pensare alla gastrite o alla colite da stress. Nell’atleta queste problematiche poi, spesso sono di più difficile risoluzione perché, come detto prima, la stessa disciplina sportiva può essere causa di tali patologie psicosomatiche. Sempre più frequente è allora la presenza dello psicologo nello staff di alcuni clubs sportivi di varie discipline. Il ruolo del gastroenterologo è poi di fondamentale importanza in chi soffre di alcune patologie croniche come la colite ulcerosa, l’esofagite da reflusso o l’epatite cronica e vuole svolgere attività sportiva. Un professionista come Lei in ambito medico, nella lettura di referti, ecc ha una chiave di lettura esclusivamente scientifica oppure? Il paziente o l’atleta che sia deve essere in primis ascoltato, guardato e poi valutato a 360° ed il maggior nemico è la fretta. Psicologia e Medicina dello sport da anni vanno a braccetto…e se noi alla Psicologia ed alla Medicina aggiungessimo la Dietologia? La Dietologia è stata una delle mie prime passioni e devo dire che negli anni tuttora è forse la disciplina che più mi appassiona. Nella dietologia moderna non esiste più il concetto di dieta ma si parla solo ed esclusivamente di STILE DI VITA. In questo senso quindi, per rispondere alla domanda, le tre discipline vanno sicuramente d’accordo. Un grande atleta non può fare a meno di una dieta adeguata così come per una persona in sovrappeso la sola dieta non basta ma serve assolutamente una adeguata attività fisica. E l’aspetto psicologico è assolutamente indispensabile per riuscire sia nella prima che nella seconda disciplina. I consigli per il benessere tutti dovremmo conoscerli…non fumare, non bere, mangiare sano, fare la giusta attività motoria… Lei cosa consiglierebbe a chi crede di saper già molto? Che non si finisce mai di imparare, e quindi di rivolgersi per ogni problema alla giusta figura professionale perché l’errore che più spesso viene fatto è quello del “fai da te”! Mai diete “fai da te”, mai autocertificazioni per accedere in palestra, mai auto medicazioni per problemi clinici di cui non sappiamo talvolta né la causa né le conseguenza, mai auto sottovalutazioni di sintomi che potrebbero essere prodromici di situazioni ben più gravi…e così via. Il bricolage nella salute, seppur tanto pubblicizzato nel web o in televisione, non è assolutamente possibile ed anzi talvolta è estremamente rischioso. Un augurio “medico” per tutti i lettori di Wealth Planet Magazine… Il mio augurio si rifà a quello che dicevano gli antichi latini:”Mens sana in corpore sano” Ma per ottenere questo AUGURO ai lettori di incontrare il MEDICO giusto!!!! Wealth Planet magazine 31 Pasta con radicchio, gorgonzola e noci La Ricetta Procedimento: Lavate il radicchio e tagliatelo a listarelle. Soffriggete in padella con un po' d'olio la cipolla tritata. Unitevi il radicchio e continuate la cottura regolando di sale. Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua salata. Unite il gorgonzola a tocchetti al radicchio e fatelo sciogliere aggiungendo un po' d'acqua di cottura della pasta. Scolate la pasta al dente e fatela saltare qualche minuto in padella con il radicchio e il gorgonzola. Unite le noci tritate e servite ben caldo. 32 Wealth Planet magazine Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere a cura della Dott.ssa Elena Chini Medico Chirurgo e Specialista Neurologo in formazione presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Siena Un'importante malattia sociale La celiachia (dal greco KOILIA, cavità, ventre) è una malattia autoimmune dell' apparato digerente che danneggia l’ intestino tenue ed interferisce con l’ assorbimento delle sostanze nutrienti presenti negli alimenti. Può verificarsi negli individui di tutte le età geneticamente predisposti ed è legata ad un’ intolleranza permanente alla gliadina, una proteina del glutine contenuta nel grano ed altri cereali comuni come orzo e segala ( presenti in pane, pasta, biscotti..) ma che può ritrovarsi in tracce anche nei prodotti di uso comune come i farmaci, integratori, burro cacao ed altri. Quando le persone affette da celiachia assumono alimenti o usano prodotti che contengono glutine si scatena una reazione infiammatoria mediata dal loro sistema immunitario che danneggia o distrugge i villi intestinali, piccole protuberanze della mucosa intestinale responsabili dell’ assorbimento delle sostanze nutritive. Descritta già nell’ antichità da Areteo di Cappadocia nel II secolo, la celiachia rappresenta una patologia diffusa in tutto il mondo, mentre prima si riteneva interessasse quasi esclusivamente l’ infanzia. Colpisce negli Stati Uniti circa un individuo su 1750 ed anche in Italia è riconosciuta come malattia sociale e vengono stimati all'incirca 400.000 casi, spesso presenti in diversi membri della stessa famiglia. Di fronte a questi numeri si è sviluppata negli ultimi anni una sensibilizzazione sempre crescente verso questo disturbo tanto che il 26 maggio è stato designato come "giornata internazionale della celiachia”. Come già accennato, tra le cause della celiachia rientrano sia fattori ambientali sia fattori genetici. I fattori ambientali sono rappresentati dall’ assunzione di glutine nella dieta mentre recenti studi genetici condotti su familiari di pazienti celiaci hanno individuato 34 Wealth Planet magazine una prevalenza dell'intolleranza pari al 10% tra i familiari di primo grado. Il risvolto pratico di tale risultato è che per ogni nuovo paziente celiaco diagnosticato, sarà opportuno consigliare l'esecuzione di test di screening sui familiari di primo grado che, indipendentemente da sesso, età e quadro clinico, hanno un rischio del 10% di essere a loro volta affetti da celiachia. Inoltre un recente studio italiano ha dimostrato una profonda relazione tra l'infezione da un comune virus chiamato rotavirus e la celiachia: a differenza degli individui sani, i celiaci possiedono degli anticorpi per una specifica proteina presente in questo virus che captano la sua presenza sulle cellule dei villi intestinali e l'attaccano per neutralizzarla con conseguente danno ed infiammazione della parete intestinale. Questa scoperta ha aperto nuovi orizzonti nella prevenzione della malattia celiaca anche grazie alla sintesi di un vaccino specifico per l'età pediatrica attualmente in fase sperimentale. La celiachia è particolarmente frequente nel sesso femminile ed in soggetti affetti da altre malattie genetiche, come ad esempio la sindrome di Down e la sindrome di Turner, una malattia che incide sullo sviluppo femminile. Isintomi variano da persona a persona in quanto possono colpire l’apparato digerente oppure altre parti dell’organismo. In genere i disturbi collegati al tratto digerente sono più frequenti nei neonati e nei bambini piccoli e possono comprendere diarrea cronica con emissione di feci pallide, maleodoranti e oleose, vomito, gonfiore e costipazione, irritabilità, dimagrimento. Il cattivo assorbimento delle sostanze nutritive nel bambino può anche causare proprio in quel periodo in cui la nutrizione è più importante per la crescita difficoltà di sviluppo nei neonati, ritardi nella crescita e bassa statura, ritardi nella pubertà e difetti dello smalto dentale nei denti definitivi. Il quadro clinico può essere più eterogeneo nell’ adulto dove diminuisce l’incidenza dei sintomi gastrointestinali ma possono associarsi variabilmente altri problemi come anemia sideropenia da mancanza di ferro apparentemente inspiegabile, affaticamento, dolori ossei o articolari, artrite, osteoporosi da ridotto assorbimento di calcio, depressione o ansia, convulsioni, assenza di mestruazioni, sterilità o aborti ricorrenti, stomatite aftosa della cavità orale ed una eruzione cutanea pruriginosa chiamata”dermatite erpetiforme”. Va inoltre considerato che la celiachia si associa ad un aumentato rischio di sviluppare altre malattie in cui il sistema immunitario attacca le cellule e i tessuti sani dell’organismo come il diabete mellito di tipi 1, malattie autoimmuni della tiroide e del fegato, l’ artrite reumatoide e per alcune neoplasie gastriche. Questo rischio diminuisce fino a livelli riscontrabili nella popolazione in generale, grazie ad una alimentazione appropriata. È anche possibile essere affetti da celiachia ma non soffrire di alcun sintomo. Molti adulti con la malattia, accusano solo un po' di stanchezza o anemia; più tempo passa prima della diagnosi e della cura, maggiori sono le possibilità che si presentino complicazioni sul lungo periodo. Le diagnosi di celiachia sono in rapido aumento, perché i medici sono più consapevoli dell’estrema varietà dei sintomi della malattia e ora hanno a disposizione tecniche di analisi più affidabili. La diagnosi può essere fatta attraverso la ricerca nel sangue di determinati autoanticorpi antitransglutaminasi tissutale o antiendomisio (proteine che reagiscono contro le cellule o i tessuti dell’organismo) che nei soggetti affetti da celiachia presentano livelli più alti del normale. Se i risultati delle analisi sono negativi, ma si sospetta ancora la presenza della celiachia, potrebbero essere necessarie ulteriori analisi. Prima di sottoporsi alle analisi i pazienti dovrebbero continuare a seguire una dieta che includa alimenti contenenti glutine, come pane e pasta, altrimenti i risulati potrebbero essere negativi anche se si è celiaci a tutti gli effetti. Se le analisi del sangue e i sintomi fanno propendere per la diagnosi di celiachia, viene eseguita una gastroscopia con biopsia dell’intestino tenue per confermare la diagnosi. Al momento della diagnosi, possono essere opportuni ulteriori indagini per identificare eventuali complicanze associate come la carenza di ferro, di acido folico, di vitamina 12 e l’ ipocalcemia (bassi livelli di calcio, spesso causata da ridotti livelli di vitamina D). Test di funzionalità tiroidea possono essere richiesti durante gli esami del sangue per identificare l'ipotiroidismo, che si presenta con maggior frequenza nelle persone con malattia celiaca. Vista l’ aumentata incidenza di osteoporosi nei pazienti celiaci può essere opportuno eseguire anche indagini per misurare la densità ossea come ad esempio la mineralometria ossea computerizzata, per identificare il rischio di frattura e la necessità di assumere farmaci che proteggano le ossa. Al momento la dieta senza glutine rappresenta l'unica terapia disponibile; deve venire impostata in modo rigoroso poiché bastano minime quantità per impedire il miglioramento e deve essere seguita scrupolosamente per tutta la vita. Tuttavia nella maggior parte dei casi consente la risoluzione di tutti i sintomi e la prevenzione delle complicanze prima descritte. Al momento della diagnosi viene in genere consigliata ai pazienti celiaci una consulenza da parte di un nutrizionista per impostare una dieta idonea basata su alimenti sicuri ed equilibrata nonostante le limitazioni, per imparare a leggere le etichette degli alimenti ed identificare quali contengono glutine e per poter compiere scelte informate al supermercato o quando mangiano fuori casa.In molti paesi i prodotti senza glutine sono disponibili su prescrizione medica e possono essere rimborsati dall'assicurazione sanitaria. Si consiglia al paziente celiaco di rivolgersi ad un gastroenterologo per una visita di controllo una volta all'anno e di ripetere con regolarità la ricerca degli anticorpi specifici per celiachia e analisi di laboratorio come emocromo, ferritinemia, albumina ed elettroliti sierici che permetteranno al medico di valutare le condizioni del paziente. La prognosi è generalmente buona. La mortalità dei celiaci diagnosticati in età pediatrica e che seguono una rigorosa dieta priva di glutine è infatti analoga a quella della popolazione generale. A seconda dell’età al momento della diagnosi, alcuni problemi però non miglioreranno, come ad esempio la bassa statura e i difetti nello smalto dentale. Infine una piccola minoranza di pazienti risultano affetti da malattia refrattaria, il che significa che non migliorano, nonostante una dieta priva di glutine. Ciò probabilmente avviene perché la malattia è presente da così tanto tempo che l'intestino non è più in grado di guarire con la sola dieta o perché il paziente non aderisce completamente alla dieta o perché consuma inavvertitamente alimenti contaminati da glutine. Se le cause alternative sono state eliminate, può essere considerata la somministrazione di steroidi o immunosoppressori. Al momento vari trattamenti alternativi sono in fase di studio nel tentavo di ridurre la necessità di seguire una dieta ferrea; tuttavia sono ancora in fase di sviluppo e non si prevede che possano essere a disposizione in breve tempo. Wealth Planet magazine 35 VISO Pulizia del Viso Trattamenti Antietà Trattamento filler Radiofrequenza CORPO Aromaterapia Massaggi Trattamenti Sauna Tailandese Lettini Hammam su Letto a Vapore ESTETICA Cera Epilatoria Luce Pulsata Manicure e Pedicure Smalto Semipermanente Via Fosse Ardeatine, 8 - Ellera di Corciano - Perugia - Tel. 075 5170398 - cell. 338 9739824 - [email protected] www.eutonia.it Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere Naturalmente a cura del Dott. Rosario Tortora Se passando davanti alla farmacia del vostro paese o quartiere, o entrandovi per acquistare qualche prodotto, vi soffermate a guardare in maniera un po’ più attenta ciò che essa espone in vetrina o su banchi e scaffali interni, vi accorgerete che i prodotti in mostra sono sensibilmente variati rispetto a qualche anno fa. Una volta l’offerta quasi esclusiva della farmacia era rappresentata dalle specialità medicinali. Da un po’ di tempo non è più così, vetrine e scaffali pullulano dei prodotti più variegati dai cosmetici ai dietetici dagli integratori alimentari più disparati ai prodotti omeopatici o fitofarmaci. Questi ultimi a nostro parere meritano un approfondimento particolare, infatti spesso gli “utenti” del farmaco si dividono in due categorie-correnti di pensiero: quella che ritiene che tutto ciò che è naturale fa solo bene e tutto ciò che è chimico sia in qualche modo dannoso, e quella che al contrario ritiene utili ed efficaci solo i farmaci di sintesi, quelli “tradizionali” per intenderci e considera tutto il resto inutile, una speculazione di mercato. Chi ha ragione? “In medio stat virtus” dicevano i nostri antenati ed effettivamente a nostro modesto avviso anche stavolta la virtù, in questo caso la verità, è nel mezzo. Con questo intendiamo dire che certamente il progresso in campo farmacologico ha contribuito a curare malattie prima mortali, allungando la vita media e migliorando sensibilmente la qualità della vita stessa. Basti pensare agli antibiotici, ai farmaci per le patologie cardiovascolari, ai progressi che negli ultimi anni si stanno facendo nel campo oncologico con la chemioterapia ecc. Negare, come fa qualcuno l’importanza e l’influenza positiva che queste sostanze hanno sulla vita di noi tutti è un atteggiamento incomprensibile che alla luce dei fatti definirei antistorico. Tuttavia considerare utile solo ciò che l’uomo ha scoperto nel campo farmacologico negli ultimi cento anni, “buttando via” ciò che aveva imparato nei millenni precedenti mi sembra un atteggiamento altrettanto illogico. In particolare la fitoterapia, vale a dire le terapie condotte con principi attivi ricavati dalle piante, merita un approfondimento importante, dal momento che è una pratica che correttamente utilizzata gode di assoluta validazione scientifica, lungi dalle pratiche esoteriche e stregonesche alla stregua delle quali i più integralisti fans della chimica la relegano nelle loro discussioni... A tale scopo provo a sintetizzare un po’ la sua lunghissima storia, senza sconfinare troppo sul tecnico sperando di essere esaustivo e al tempo stesso facilmente comprensibile. 40 Wealth Planet magazine Le piante rappresentano non solo i più importanti produttori naturali di cibo, legno, fibre ed olii, ma anche la più ricca fonte di sostanze medicinali. L’utilizzazione delle piante risale ad almeno 10.000 anni orsono, quando fu gradualmente adottata l’agricoltura e le migliorate condizioni climatiche consentirono all’uomo di abbandonare la vita nomade.Si dovette però attendere i filosofi greci perché dal semplice utilizzo delle piante si passasse al loro studio. Successivamente sono stati proprio gli Italiani a riprendere lo studio delle piante medicinali nei cosiddetti “Orti dei Semplici” a Pisa, Padova e Firenze intorno alla metà del XVI secolo. Una tale tradizione lascerebbe pensare che ancora oggi il nostro paese occupi una posizione di avanguardia nell’ utilizzazione delle piante medicinali, purtroppo non è così, attualmente la botanica farmaceutica in Italia rappresenta un settore molto poco valorizzato, specialmente se paragonato al livello raggiunto negli altri paesi. Oserei dire che esiste oramai un deficit culturale in materia e a testimonianza di ciò, basti considerare che in Italia non è previsto un insegnamento di botanica per gli studenti di medicina, che pur esisteva, e che la federazione dei farmacisti, ha declassato l’unico corso di botanica tenuto nelle facoltà di farmacia ad esame complementare privo di qualunque importanza specifica nei vari piani di studi. Per dare un’ idea di quanto sarebbe importante recuperare il terreno perduto basta far riferimento ad un’indagine compiuta alcuni anni orsono, da due ricercatori dell’Università di Siena, i quali hanno indicato che circa un terzo, delle migliaia di specialità medicinali per uso umano in commercio in Italia, contengono prodotti del mondo vegetale. D’altronde l’utilizzo che in natura fanno gli animali delle piante non solo ai fini alimentari ma anche per curare i disturbi e le malattie più disparate è un fatto evidente che è noto a tutti gli attenti osservatori della natura.. Una antica leggenda narra che Esculapio, mitologico dio della medicina, avesse imparato l’arte del curare dopo aver visto che una pecora, ormai ridotta in fin di vita, riprese forza e vigore dopo essersi sforzata di mangiare un’erba selvatica. A prescindere dalla mitologia, è risaputo che gli animali utilizzino piante ed erbe per curarsi o semplicemente per migliorare alcune funzioni fisiologiche, lo fanno seguendo un istinto naturale che probabilmente l’uomo ha smarrito nel corso dei millenni. L’uomo ha iniziato a curare i propri malanni servendosi delle erbe spontanee. Tutti i popoli, di tutte le epoche, hanno usufruito dei principi attivi naturali per curare malattie e disturbi fisici che li affliggevano, ottenendo dei risultati importanti. Ci sono tracce di tali pratiche già 1500 anni prima di Cristo presso la civiltà egizia e Ippocrate era noto nella sua epoca per utilizzare le piante come cura medica efficace. Oggi, le “piante medicinali” sono definite dall’OMS come organismi vegetali che contengono dei principi attivi in grado di curare e lenire disturbi e malattie negli esseri umani e animali. La fitoterapia (dal Greco, phytón e therapéia ovvero la cura con le piante), nonostante le sue origini molto antiche, non viene però riconosciuta ufficialmente come terapia medica ma come medicina alternativa o complementare, da affiancare alle cure canoniche e riconosciute come scientifiche. In Inghilterra, e per ora solo lì, è nata una categoria professionale riconosciuta a livello nazionale e istituzionale: è nato inoltre un corso universitario per diventare, alla fine degli anni di studio, fitoterapeuti professionisti, titolo che viene riconosciuto dalla legge dello stato inglese. Soffermarci in questa sede ad analizzare i motivi che hanno portato a questo stato di cose, sarebbe piuttosto complesso e probabilmente non di grande interesse per il lettore. E’ evidente che gli interessi economici di varie categorie sia professionali che imprenditoriali, coinvolte a vario titolo nel “mercato della salute”, hanno ricoperto un ruolo fondamentale nel privilegiare la ricerca, la sperimentazione e successivamente l’adozione ai fini terapeutici di sostanze ottenute per sintesi chimiche a discapito di quelle presenti naturalmente nel mondo vegetale. Senza voler colpevolizzare nessuna categoria, è evidente che dal punto di vista commerciale, uno dei non trascurabili vantaggi dell’uso di sostanze di sintesi è quello che esse sono brevettabili e quindi sfruttabili ai fini commerciali in maniera molto più redditizia di sostanze che essendo disponibili in natura, quindi non “create” da qualcuno, non lo sono! Questo ovviamente non ci deve meravigliare o peggio ancora scandalizzare più di tanto, specie se consideriamo che nel nostro paese (e non solo) la ricerca in campo farmaceutico, così come in tanti altri settori, è fatta soprattutto dalle società private, le quali, ovviamente, hanno poi la necessità di rifarsi dei costi di ricerca. Grazie al brevetto le sostanze farmacologicamente attive, una volta commercializzate consentono alle suddette società di rifarsi dei costi di ricerca sostenuti, con i dovuti enormi interessi… Ma questa è un’altra storia! In natura ci sono molte specie di piante ed erbe che contengono sostanze che hanno le potenzialità giuste per curare tantissime malattie, il difficile sta nel sapere cosa è in grado di curare effettivamente, a che dosaggio va utilizzato ecc….(nel prossimo numero la spiegazione dei principi attivi comuni a moltissime piante, come si ricavano questi principi e la risposta alla domanda più importante: servono? ) Wealth Planet magazine 41 Cultura e Società Eugenia Tantucci a cura di Lina Lo Giudice Sergi Presidente Accademia Italiana di Poesia, Sociologa, Psicologa sociale, Direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione, Giurista, Provveditore agli studi e Rettore dell'Università di Castel S.Angelo dell'UNLA Libri, lettura, conoscenza, educazione, scuola, cultura, diritti, doveri, Natura, Bellezza, Arte... E ancora libri, lettura, pensiero... Questo è il percorso che Eugenia Tantucci, Signora dei libri e della lettura, ha indicato, seguendolo essa stessa, per più di mezzo secolo, ai suoi studenti e ai suoi amici, fedeli estimatori ed ammiratori, elegante e leggera come una farfalla, forte e determinata, come una leonessa. La sua instancabile opera educativa era volta ad un'educazione che "renda liberi": siamo stati condizionati per la sopravvivenza sul pianeta --diceva-per rendere il sistema produttivo-economico sempre più efficiente, ma abbiamo dimenticato la solidarietà tra gli uomini e il rispetto della Natura. La solidarietà non scaturisce dalle leggi, ma dal cuore degli uomini. Amare il prossimo non è facile, con tutte le imperfezioni, le inadeguatezze, le diversità fondamentali, che caratterizzano il nostro prossimo. Solo gli Artisti, che vivono tra di noi, ma sono guardati come provenienti da mondi diversi, proprio perché visionari, sentono il loro lavoro come "servizio" per limitare,ridurre,l'egoismo e l'egocentrismo che sempre più invade i nostri cuori e farlo confluire verso l'amore universale il piacere di vivere, l'emozione unica dell'esistere. E' questa 42 Wealth Planet magazine l'unica educazione che possa rendere liberi,ma ha bisogno di Artisti,di Bellezza. Senza l'Arte,senza la Bellezza,senza l'immaginazione educata,il mondo sta per essere sommerso dalla stupidità anestetizzata e dall'indifferenza verso l'altro. Il libro,creato dall'artista,è rimasto la sola difesa dei diritti e dei doveri del singolo e di tutti. l'immaginazione etico-estetica va educata con l'arte,la poesia,la letteratura,la filosofia,la musica,cominciando dalla Lettura. Leggere è un po' come sognare, e, in pari tempo,lottare,affrontando i problemi della società,della politica,della scienza,imparando a distinguere l'informazione dalla "conoscenza", l'opinione dal "giudizio", la comunicazione,dalla "comprensione". il libro, la lettura,sono state le armi con cui Eugenia ha combattuto l'indifferenza,l'ipocrisia delle istituzioni e l'ignoranza della povera gente,le armi con le quali ha vinto tutte le battaglie per la cultura, l'arte e l'ambiente e sono le armi che consegna a noi, perché, nel suo nome, possiamo continuare la lotta. Ed è nel suo nome che il 10 dicembre 2013 abbiamo assegnato il premio internazionale letterario "Eugenia Tantucci" a Rita El Khayat, medico-psichiatra, antropologa e scrittrice,strenua combattente per i diritti delle donne magrebine. à Cultura e Società Diritti umani a cura dell' Avv. Oreste Bisazza Terracini Anche quest’anno, la giornata dedicata ai diritti umani ha visto promosse in Italia molte manifestazioni di sostegno alla maggiore incisività della politica del Paese nei confronti dei diritti dell’uomo. Una in particolare, tenuta a Roma nella sede della Lega italiana dei diritti dell’uomo, ha dibattuto temi di profonda attualità che valeva la pena fossero approfonditi e fatti oggetto di proposte ed impegno da parte di tutti coloro che, singolarmente od associati, si rendano conto dell’importanza del tema e si sentano coinvolti nel processo di sviluppo civile da dedicare al progresso dei rapporti tra gli uomini per renderli sempre maggiormente uguali nella vita consorziata. Il nostro è un paese democratico nel quale viene prestata sinceramente attenzione al fenomeno, molto però è il cammino ancora da percorrere per raggiungere il livello al quale sono giunti finora altri stati con noi facenti parete della Unione Europea. A parte le considerazioni da fare in ordine al problema dei migranti che deve trovare una urgente sistemazione la quale consenta a coloro i quali assaltano le nostre coste per restare o per transitare in altri stati di essere maggiormente assistiti, all’esito di una selezione che ne disciplini in miglior modo l’ingresso, il tema dei diritti umani tocca estremamente da vicino alcuni aspetti della nostra società, ed elencarli tutti non è impresa da poco. Basti pensare ai fenomeni che toccano più da vicino gli italiani. Fenomeni legati alla politica ed alla amministrazione, a partire dalla incontenibile pressione fiscale che, per incapacità e arroganza di coloro che hanno gestito il governo, hanno portato il cittadino a vedere intaccati in modo ingiusto i propri risparmi, la propria proprietà, il frutto del proprio lavoro (quando il cittadino il lavoro abbia, non l’abbia perduto, lo possa riavere) Proprietà e lavoro, entrambi garantiti dalla nostra Costituzione. Il tema della scuola che merita una riforma che garantisca diversamente l’accesso alla istruzione e la preparazione al lavoro, non sottraendo ai giovani il diritto di restare nel proprio paese, inseriti in un contesto sociale ed economico che loro competa per il solo fatto di essere cittadini. Il problema delle carceri, sovraffollate e non sempre rispettose delle personalità umane. 44 Wealth Planet magazine La criminalità, sia micro che macro, dalla violenza della quale il cittadino ha diritto di essere protetto in modo molto più sostanziale di quanto oggi non avvenga. Tanti sono, sotto il profilo della convivenza nel consorzio civile, i problemi che si dovrebbero risolvere nel nostro Paese affinché lo stesso potesse offrire ai suoi componenti una umanità di vita, basata sul superiore rispetto dei diritti umani, che oggi sono notevolmente disattesi. Basti pensare alla spropositata durata dei processi, all’incertezza del diritto che ha portato al discredito della giustizia. Le poche righe di questo breve intervento non ci consentono un’analisi ed un approfondimento della questione sulla quale potremmo eventualmente tornare, qualora i lettori lo sollecitassero, esaminando un argomento alla volta. Parlarne, o meglio in questo caso scriverne, è servito però per sottolineare che, pur aderendo alla lotta per l’elevazione del rispetto dei diritti umani nel mondo, là dove essi sono conculcati e compressi, dobbiamo essere vigili, presenti ed attivi per sostenere anche i nostri, apparentemente meno importanti, diritti di cittadini di vivere una vita sociale maggiormente serena: il che è anch’esso un diritto dell’uomo. Siano queste mie poche righe di stimolo per i lettori ad esprimere le loro opinioni ed a porgere le loro domande alle quali, puntualmente, risponderò. à Cultura e Società Doris Lessing Al Borgo PIZZERIA - Birreria - Ristorante - BAR a cura della Redazione Wealth Planet “Usate quell’energia finché ce l’avete, perché se ne andrà, scivola via come l’acqua nel tubo di scarico del lavandino”. E’ con queste parole che Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura nel 2007 si rivolgeva ai più giovani. La scrittrice è venuta a mancare all'età di 94 anni. L'Accademia di Stoccolma la definì "cantrice dell'esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa". Il primo romanzo della Lessing “L’erba che canta”, ambientato nel Zimbabwe dove peraltro era cresciuta, venne pubblicato nel 1950. L'ultimo romanzo “Alfred ed Emily” venne pubblicato nel 2008. Lo stesso anno riguardo al Nobel disse: ”Un maledetto disastro. Tutto quel che faccio è dare interviste e passare il tempo a farmi fotografare. La mia scrittura si è fermata, non ho più energia”. Le sue opere sono caratterizzate da due fili conduttori: la condizione femminile e l'impegno politico. La scrittrice fu iscritta per alcuni anni al partito comunista negli anni ’50, ed è rimasta sempre dalla parte degli ‘sconfitti’, ma non amava essere considerata una femminista. Al New York Times disse: “Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne?”. Alla fine degli anni ’70 nella sua scrittura c’è stato spazio anche per cinque romanzi di fantascienza in cui prevalgono questa volta i temi come l’ecologia, la guerra nucleare, armi atomiche e un nuovo colonialismo. à 46 Wealth Planet magazine Vieni a trovarci in via Enzo Ferrari n.5, presso l'OUTLET VILLAGE VALDICHIANA, uscita Valdichiana dell'autostrada A1. Per info e prenotazioni chiamare lo 0575/641153 - 329/1404292 Spettacolo e Intrattenimento Casting e provini Ciodue Italia SpA azienda leader commercio di nella produzione materiale ed il Antincendio e Antinfortunistico che da OLTRE 70 ANNI guida il mercato consulenziale della Sicurezza nei Luoghi di Lavoro e della Formazione come CFA - Centro di Formazione Berlin Music Video Awards non solo per chi dirige, produce e crea video. Nella primavera del 2014 si terrà a Berlino 2^ edizione del BMVA, Festival unico nel suo genere. La scorsa e prima edizione ha portato 3000 visitatori all’evento mentre circa 215.000 sono state le visite online ai reportage video sul sito web. Anche quest’anno l’evento si estenderà su varie giornate piene di esibizioni in diretta, visioni di video musicali, incontri di network per musicisti ed esperti cineasti, un concorso per VJ, cerimonie di premiazione e feste post-evento. All’edizione del 2013 hanno preso parte ospiti illustri e tra le nomination vi erano video di Thom Yorke dei Radiohead, Sigur Ros e la band Justice. Dettagli più approfonditi e nomi celebri verranno svelati nei prossimi mesi. CATEGORIE E VOTAZIONI Il Berlin Music Video Awards offre una piattaforma, non solo per chi dirige, produce e crea video ma anche per chi è interessato al settore. La partecipazione è aperta a chiunque, senza limiti o requisiti richiesti.Le categorie in gara sono: - Best Concept, - Best Animation, - Best Live Act, - Best LoFi, - Best Photography, - Best Art Director, - Most Trashy, - Best Special Effects, - Best Editor, - Best Director and Best Production, - Best Song - e come novità di quest’anno Most Bizarre, Best Queer Act e Best Choreography. I vincitori saranno scelti tramite voto online su DailyMotion e una giuria di professionisti del settore. PREMI I premi saranno trofei personalizzati ai vincitori di ogni categoria e 1000 euro in contanti per il vincitore assoluto. Inoltre, offerti dagli sponsor per ogni vincitore, ci saranno premi specifici per aiutare l’attività degli artisti. Per maggiori informazioni fare riferimento al sito ufficiale. www.berlinmva.com 48 Wealth Planet magazine Accreditato a livello nazionale Per consulenze ed opportunità di lavoro contattare la filiale di Perugia Concorso per cantautrici (compositrici o autrici): Donne d'Autorew L’Associazione di Volontariato ONLUS "PROGETTO DONNA" di Lecce, presenta la 1^Edizione del Concorso "DONNE d'AUTORE". Luogo e data di svolgimento: Lecce, Teatro Paisiello Data: 12 Aprile 2014 La direzione artistica è affidata alla Dott.ssa Krizia Murrone, supportata da un qualificato Comitato di Garanzia composto da operatori del settore e critici musicali (scelti fra musicisti, autori, Giornalisti e addetti ai lavori). La Presidenza della giuria della finale è affidata al M° Guido Maria Ferilli (autore e compositore del famoso successo internazionale “Un amore così grande”). Non è prevista alcuna quota di iscrizione. Sono ammesse a partecipare cantautrici (compositrici o autrici) che abbiano compiuto il 18° anno (se minorenni accompagnate da almeno un genitore o suo delegato). Nel caso la concorrente faccia parte di un gruppo affiancherà al proprio nome quello del gruppo di appartenenza. Per maggiori informazioni: [email protected] E' possibile consultare l'annuncio completo su www.castingeprovini.com CIODUE ITALIA SpA FILIALE DI PERUGIA Via Michelangelo Iorio, 8 06128 Perugia Tel. 075 5007461 Fax 075 5058959 [email protected] www.antincendio-sicurezza.it Spazio aperto - Diritto e Tutela del Cittadino IMPRESE E CREDITO a cura dell’Avvocato Pier Paolo Poggioni Esperto in Diritto di Impresa, Docente Universitario E’ del tutto evidente che un paese come il nostro che ha basato, e basa, la propria operatività sul credito, sia destinato ad un futuro ancora più grigio – se non nero – rispetto al presente, qualora continui l’attuale – e pregresso - black out nei rapporti cittadini/imprese con gli Istituti Bancari. La Banca d’Italia ci informa che versiamo in una situazione inedita sotto il profilo della contrazione del credito. Infatti, vi è stato calo record in tal senso a famiglie e imprese. A ottobre i prestiti delle banche al settore privato hanno infatti visto una contrazione su base annua del 3,7% dopo il -3,5% di settembre, segnando “la maggior flessione storica”. In particolare , i prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,3% nei dodici mesi (-1,1% a settembre) mentre quelli alle società non finanziarie sono crollati del 4,9% (-4,2% a settembre), e ciò rappresenta una flessione mai vista nel nostro paese. Viceversa, le sofferenze bancarie hanno segnato una sostanziale invarianza con un tasso di crescita sui dodici mesi pari al 22,9%, come nel mese precedente. Pertanto, permangono le problematiche irrisolte che inibiscono la crescita come, quindi, il credito, ciò che non viene soddisfatto della Pubblica amministrazione e la non competitività del costo del lavoro. Bankitalia, poi, rileva che ad ottobre scorso risultavano in crescita i depositi bancari dopo la discesa di settembre. I depositi del settore privato sono infatti cresciuti del 5,4% su base annua, in rialzo dal 3,6% di settembre. Quanto precede denuncia la tendenza alla allocazione del denaro rispetto alla sua destinazione produttiva e ciò conferma la stagnazione delle idee e della correlata volontà di attuarle. Paradossali sono stati – e sono – gli effetti del finanziamento della Banca Centrale Europea alle banche. Gran parte della liquidità aggiuntiva è stata utilizzata per ridurre il debito, sottraendola alla destinazione creditizia. Una parte significativa della riduzione della leva finanziaria è, comunque, imputabile al nuovo contesto normativo a cui le banche si stanno adeguando per rispettare i più rigorosi requisiti, attuali e prospettici, di capitale e di liquidità imposti da Basilea III. 50 Wealth Planet magazine Stante l’attuale situazione normativa, si assiste, quindi, ad un ridimensionamento del ruolo di finanziatore dell’economia del settore bancario, almeno nelle forme tradizionali di intermediazione creditizia. E’ del tutto evidente che, in questo contesto, l’economia reale è seriamente a rischio sopravvivenza. E’ pertanto del tutto necessario e indilazionabile che nuove forme di intermediazione finanziaria possano soddisfare le esigenze di credito dell’economia. Ciò può richiedere di incentivare nuove forme alternative di credito basate sul mercato, in particolare per quanto riguarda il finanziamento degli investimenti a lungo termine delle PMI. Alcune recenti ed interessanti iniziative in Italia hanno optato per soluzioni che vanno dall’emissione di Bond Territoriali, in cui a fronte di una data raccolta le banche si impegnano a restituire alle imprese del territorio un multiplo della stessa, allo sviluppo di convenzioni di raccolta/reimpiego (depositi a tempo). Osserviamo, poi, che vengono introdotte le prime emissioni di obbligazioni (minibond), direttamente da PMI. E’ stato giustamente rilevato, tuttavia, che ciò che difetta è la definizione di politiche coerenti finalizzate al decollo di forme di finanziamento di mercato per le PMI. E’ da condividere, quindi, che sarebbe probabilmente opportuno, almeno in una fase transitoria di riduzione della leva finanziaria, valutare se una più soddisfacente allocazione di risorse pubbliche non possa essere indirizzata ad introdurre nuovi regimi di garanzia agevolata dei prestiti, potenziando ed attivando anche nuove forme di intervento di organismi sovranazionali come la BEI (Banca Europea Investimenti) ed il FEI (Fondo Europeo Investimenti) . Info: [email protected] Generali Italia S.p.A. - Ag. Principale di Perugia Rapp.Procuratori: Chiavatti G.F. - Barbero S. - Polpetti o Polpettini S. Via Sicilia 7 - 06128 Perugia - Tel. 075/5056235 - Fax 075/5053820 [email protected] MOZART L’evoluzione del genio tra sonate e fantasia Teatro Cucinelli || 15 Febbraio ore 21 Mozart: l’evoluzione del genio tra sonate e fantasia, Massimiliano Ferrati pianoforte Ferrati, regolarmente premiato nei piu prestigiosi concorsi internazionali, propone una raffinata antologia mozartiana che sapientemente restituisce aspetti diversi della complessita del genio salisburghese. Muovendo dalle due sonate estreme del catalogo (la prima, KV 279, composta nell’angusta Salisburgo, l’ultima, K 576, all’apice del successo), il programma incastona la celebre Fantasia in re min. K 397, pagina che suggella l’incontro di Mozart con il passato (Bach e Haendel in primis), per concludersi con il “dittico” costituito dalle opp. K 457 e 475, ideale ponte, anche per la scelta di un “profetico” do minore, verso il futuro beethoveniano. Ferrati, regolarmente premiato nei piu prestigiosi concorsi internazionali, propone una raffinata antologia mozartiana che sapientemente restituisce aspetti diversi della complessita del genio salisburghese. Muovendo dalle due sonate estreme del catalogo (la prima, KV 279, composta nell’angusta Salisburgo, l’ultima, K 576, all’apice del successo), il programma incastona la celebre Fantasia in re min. K 397, pagina che suggella l’incontro di Mozart con il passato (Bach e Haendel in primis), per concludersi con il “dittico” costituito dalle opp. K 457 e 475, ideale ponte, anche per la scelta di un “profetico” do minore, verso il futuro beethoveniano. Botteghino regionale (tutti i giorni feriali dalle 16 alle 19) - 075 57542222 - Botteghino Teatro Cucinelli (il giorno dello spettacolo dalle ore 16) - 075 6970890 - E' inoltre possibile acquistare i biglietti on-line dai siti: www.teatrostabile.umbria.it - www.teatrocucinelli.it 52 Wealth Planet magazine à 1 2 3 4 5 6 7 8 9 * 0# Spazio aperto - Teatro Due di noi Di Michael Frayn Martedì 18 febbraio - Teatro degli illuminati Città di Castello regia di Leo Muscato Roberto Toni per ErreTiTeatro30 In collaborazione con LeArt’ Teatro con Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi Due di noi fu rappresentata per la prima volta a Londra nel 1970. Era l'esordio teatrale di Michael Frayn, autore allora sconosciuto che solo una decina d'anni dopo sarebbe diventato famoso in tutto il mondo. La commedia è composta da tre atti unici, concepiti per essere recitati da un'unica coppia d'attori che raccontano tre emblematiche e paradossali situazioni matrimoniali. Per la prima volta in coppia Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi, interpretano efficacemente i protagonisti cogliendone le sfumature, gli sguardi, i gesti, le parole, evidenziando con umorismo e tagliante sarcasmo l’universo, le mancanze, le tensioni, il logorio dei rapporti coniugali. Grazie a un diabolico meccanismo di entrate, uscite e travestimenti, i due brillanti attori si trovano a interpretare ben cinque ruoli diversi, dando vita a un vorticoso crescendo di equivoci, fino al paradosso finale. Uno spettacolo che sorprende, diverte, ma fa anche riflettere. à 54 Wealth Planet magazine Spazio aperto - Teatro Penso che un sogno così... Dal 22 al 26 gennaio - Teatro Morlacchi di Perugia Nuovo Teatro con Beppe Fiorello Dopo il successo televisivo della fiction Volare Giuseppe Fiorello presta volto e voce a Domenico Modugno in questo attesissimo spettacolo che lo vedrà sul palcoscenico insieme a cinque musicisti. “Sarà un semplice omaggio personale e affettuoso a un ragazzo del Sud che come me ha inseguito sogni e passioni, il cinema e la musica, ma non sarà soltanto un viaggio nella vita di Mimì (Modugno),sarà anche l'occasione per raccontare fatti, storie e personaggi di un tempo passato felice …” à Giuseppe Fiorello 56 Wealth Planet magazine Spazio aperto - Teatro Turismo KIRUNA Viaggio all’estremo nord della Svezia Spazio aperto - Turismo L'hotel, infatti, mette a disposizione anche stanze 'calde' dove soggiornare per il resto della vacanza. Se volete avere un'idea dei prezzi delle camere di ghiaccio, si va dai 370 ai 700 euro a notte a seconda della stagione. Nel periodo invernale in Lapponia il sole non raggiunge mai l'orizzonte, le giornate sono buie e si può facilmente assistere all'aurora boreale. E’ un'esperienza unica da provare almeno una volta nella vita. Annesso all'hotel c'è anche un Ice Bar dove gli ospiti dell'hotel e i turisti di passaggio possono fermarsi a prendere un aperitivo e scaldarsi con una vodka o un cocktail ad alta gradazione alcolica. Fa sempre parte della struttura la Ice Church, una chiesetta fatta completamente di ghiaccio. Coppie da tutto il mondo vengono a Jukkasjärvi per celebrare il loro matrimonio in modo originale. Naturalmente l'Ice Hotel è un temporary hotel in quanto si scioglie con l'arrivo della primavera. Per raggiungere Kiruna non ci sono voli diretti dall’ Italia, ma non è affatto difficile arrivarci: basta atterrare a Stoccolma e quindi prendere un volo interno o in alternativa prendere, sempre a Stoccolma, un treno notturno. Una volta arrivati a Kiruna il mezzo migliore per spostarsi è senza dubbio una bella slitta trainata dagli husky! Da non perdete il tradizionale “Festival della Neve”, che ha luogo ogni anno alla fine di gennaio. Neve e ghiaccio sono i protagonisti assoluti di questa manifestazione molto conosciuta e apprezzata in tutta Europa: fra le molte attività contemplate all’ interno del festival figurano la tradizionale corsa delle renne, la gara delle sculture di ghiaccio, il torneo di acrobazie di snowboard e tante altre à attività sportive praticate su superfici ghiacciate. Aurora boreale a Kiruna a cura di Giuseppina Ascione Per gli amanti della natura selvaggia e delle vacanze zaino in spalla una cittadina come Kiruna in Svezia può essere un’ ottima meta di viaggio. E’ la località più settentrionale di tutta la Svezia: si trova infatti in Lapponia, oltre il Circolo polare artico. Sorge immersa in un ambiente naturale a dir poco stupefacente. La natura è selvaggia e del tutto incontaminata e la sua ottima posizione regala ai viaggiatori che si avventurano in queste terre paesaggi a dir poco spettacolari. Tante le attrattive e i divertimenti all’ aria aperta così come le strutture ricettive infatti riapre per la stagione invernale l'hotel di ghiaccio più grande del mondo. L'Ice Hotel di Jukkasjärvi che è stato il primo hotel di questo tipo a essere costruito più di 20 anni fa. Le 49 stanze, la reception, i letti e tutto quanto sono fatti interamente di ghiaccio e il loro design viene affidato ogni inverno a famosi architetti e artisti provenienti da tutto il mondo. Si consiglia di trascorrere una sola notte in una delle stanze di ghiaccio, benché all'interno la temperatura oscilli tra i -8°C e i -5°C mentre fuori raggiunge picchi di -40°C. 58 Wealth Planet magazine Una stanza dell''Ice Hotel Wealth Planet magazine 59 Spazio aperto - Turismo Il museo, con 13000 metri quadri di superficie espositiva, è la terza struttura della Nationalgalerie e, oltre alla mostra permanente, ospita le prestigiose collezioni Friedrich Christian Flick, Marx e Marzona. Elemento portante del museo è la collezione lasciata in eredità alla città di Berlino dal collezionista Erich Marx, il quale raccolse alcuni dei capolavori dei grandi artisti attivi intorno alla metà del Novecento. Concepito soprattutto come vetrina per la dimensione multimediale dell’arte contemporanea internazionale, il museo è attento anche a forme d’arte quali cinema, video, design e fotografia, con installazioni di Nam June Paik e opere sperimentali di artisti come Sol Lewitt, Marcel Duchamp, Sigmar Polke e Jason Rhoades. à Museo Banhof a cura di Giuseppina Ascione Il Hamburger Bahnhof Museum für Gegenwart, museo d’arte contemporanea, è il più importante tra gli spazi espositivi berlinesi dedicati unicamente all’arte contemporanea dal 1950 a oggi. Spazio aperto - Sport Favolosa medaglia d’oro di Jessica Scricciolo (G.S. Ju-Jitsu Perugia) ai Campionati Mondiali di Ju-Jitsu U18&U21 appena conclusi a Bucarest. All’importante competizione hanno partecipato circa 500 atleti provenienti da ben 30 paesi. Nella prima giornata di gara la diciannovenne perugina, Campionessa Europea U21 in carica, si è cimentata nella sua specialità, il Fighting System (combattimento ove vengono utilizzate tecniche di percussione, di lotta in piedi e a terra). Purtroppo, perdendo di misura la semifinale contro la plurimedagliata avversaria danese, ha visto sfumare la possibilità di ottenere l’oro, ma nella finalina si è prontamente riscattata, aggiudicandosi il match e il bronzo. Smaltita la delusione per l’occasione sfumata, l’Azzurra si è cimentata in seguito anche nella specialità Ne-waza (lotta a terra). Approdata in finale dopo tre incontri vinti con autorevolezza (due prima del limite per resa dell’avversaria), si è imposta largamente sulla rivale Israeliana, ricevendo un caloroso applauso da tutto il pubblico presente. Una splendida medaglia d’oro per Jessica che si è dimostrata un’autentica campionessa e atleta eclettica. Al termine della competizione la Nazionale del D.G. Maestro Massimo Bistocchi si è aggiudicata 2 medaglie d’oro, 3 di argento e 7 di bronzo, risultato che la pone al 6° posto su 30 nazioni partecipanti. Al notevole palmares hanno dato il loro prezioso contributo altri due atleti perugini: Andrea Calzoni (G.S. Ju-Jitsu Perugia, 16 anni, classe Aspirant, categoria 55 kg Fighting System), Campione Europeo U18 in carica, ha conquistato il terzo posto dopo avere perso di misura una semifinale al cardiopalma con l’antagonista russo. Anche per lui un pizzico di rammarico, ma la stoffa del Campione c’è, saprà rifarsi in futuro; Alice Bartoccetti (Club La Dolce Arte San Martino in Campo - Perugia, 19 anni, classe Junior, categoria 62 kg Fighting System), nella finale per il terzo posto si è imposta sulla collega di Nazionale Alessandra Cerbini (G.S. Ju-Jitsu Perugia, 20 anni). Campionati Mondiali U18 e U21 di Bucarest Jessica Scricciolo vince un oro e un bronzo 62 Wealth Planet magazine Anche se non sono saliti sul podio, da segnalare l’impegno profuso dagli altri atleti umbri convocati per l’occasione: Gabriele Bazzucchi, Alessio Scricciolo, Nicole Mugnani del G.S. Ju-Jitsu Perugia, Xenia Biagini e Sonia Giombini del Club La Dolce Arte. Il M. Bistocchi si è calorosamente complimentato con Jessica, da lui appena nominata “capitano” del Team Italia U18 e U21. Ha elogiato gli altri atleti medagliati e tutto lo staff per l’ottimo lavoro svolto: segno che la squadra Azzurra, nonostante il livello tecnico delle competizioni sia in continuo crescendo, cercherà di recitare sempre un ruolo da protagonista. Il prossimo impegno è fissato per maggio 2014 a Lund, in Svezia, ove si disputeranno i Campionati Europei di à categoria. Corsi di Ju-Jitsu Fighting System e Difesa Personale PALASPORT EVANGELISTI Lunedì - Mercoledì - Venerdì Corso bambini e ragazzi 6 - 12 anni: ore 18:30 - 19:30 Corso esordienti e adulti 12-99 anni: ore 19:45 21:15 Palasport Evangelisti Pian di Massiano Perugia Tel. 335.6069678 e-mail: [email protected] www.ju-jitsu.it Wealth Planet magazine 63 Spazio aperto - Sport Spazio aperto - Sport La parola al Capitano Silvia Tosti Intervistiamo Silvia Tosti, giocatrice di pallavolo femminile di serie B1 nazionale della Wealth Planet targata Gecom Security Ormai tutti ti conosciamo come “il fenomeno”, come è nata la passione per la pallavolo? Con la pallavolo ho avuto il classico colpo di fulmine, da quando ho iniziato non l'ho mai più abbandonata. La mia è una passione nata qualche anno fa e credo che durerà per sempre. Sono nata in una città con una grande tradizione pallavolistica e mi sono appassionata al volley anche grazie ai grandi campioni che sono passati dalle mie parti. Quali sono i momenti della tua carriera che ti hanno segnata maggiormente? Ogni annata ha lasciato qualcosa di speciale ma il sapore della vittoria è un gusto che non si assapora così spesso e quando lo assaggi ti rimane impresso. Mi è successo per ben 3 volte di vincere un campionato di B1 (di cui 2 insieme a Cristina Cruciani e come si dice non c'è 2 senza …). Credo non ci sia niente che possa lasciare il segno come un'emozione del genere. Qual è il tuo sogno nel cassetto? Sono troppo scaramantica per dire adesso quale sia il mio sogno nel cassetto ma credo che non ci voglia molto a capirlo… spero solo di poter sfruttare al meglio l'occasione che abbiamo per poterlo realizzare. L'anno scorso si sono sfiorati i play off, qual'è l'obiettivo dello spogliatoio per il nuovo anno? 64 Wealth Planet magazine Il nostro obiettivo quest'anno è quello di fare bene, di affrontare al massimo ogni gara, di essere umili, di divertirci e far divertire chi ci segue. Siamo un gruppo unito fatto di persone fantastiche sia dal punto di vista tecnico che umano e sono sicura che riusciremo a dimostrare il nostro valore. Noi ci occupiamo di Bellezza e Benessere, cosa rappresentano Bellezza e Benessere per Silvia Tosti? Bellezza e benessere rappresentano per me la salute del corpo e un corpo sano è alla base del nostro lavoro quindi un binomio fondamentale. Avete realizzato un calendario, ci puoi raccontare qualche aneddoto dietro le quinte? Quella del calendario è stata un'idea nata per scherzo quest'estate, alla fine ci siamo messe in gioco e lo abbiamo realizzato davvero e devo dire che non è venuto poi così male. Ci siamo divertite molto durante gli scatti anche se eravamo tutte un po' impacciate soprattutto nella scelta delle pose ma è stato bello essere modelle per un giorno. Un augurio e un invito ai lettori di Wealth Planet... Invito tutti i lettori di Wealth Planet a seguire la nostra squadra e colgo l'occasione per augurare a tutti un buon 2014! à Wealth Planet magazine 65 Spazio aperto - Sport Spazio aperto - Sport Franco Vannini ricorda... La città come popolazione e tifoseria mi ha dato molto ed è per questo che ho scelto di vivere a Perugia. Invece alcuni personaggi delle società non mi hanno dato delle possibilità, forse anche per delle colpe mie fra cui quella di non avere saputo valutare bene. Ad oggi posso dire che a livello societario non ho avuto quello che ho dato. a cura di M. P. Quali sono oggi i suoi rimorsi e i suoi rimpianti, oltre a quello del '79? Sono dell'idea che è meglio avere dei rimorsi che dei rimpianti. Spesso guardandomi indietro mi rendo conto di avere fatto degli errori per quanto riguardo la mia attività ed il mio percorso. Considero gli errori commessi frutto della mia giovinezza e al modo di pensare in quel momento. Però sono rimasto sempre sicuro di una scelta fatta tanti anni fa: quella di venir a giocare con il Perugia. Questo perché mi sono sempre sentito più a mio agio in realtà più famigliari anche se ciò mi ha portato a rinunciare ad altre occasioni. Wealth Planet Magazine incontra per i veri appassionati del calcio, lo storico e indimenticabile giocatore del Perugia dei miracoli: Franco Vannini Chi è Franco Vannini oggi? Purtroppo sono un pensionato di 66 anni compiuti da poco, che vive nella gioia della famiglia, dei nipoti e dello sport. Da poco ho iniziato a praticare il golf, è uno sport che mi permette di muovermi in aria aperta anche perché sport più impegnativi non li posso praticare per via dell'incidente. Quella giornata di ritorno Perugia- Inter ha segnato per sempre la sua carriera a soli 31 anni... come la vive oggi? Cerco di non pensarci, non tanto all'incidente quanto alle conseguenze che ha provocato nella mia vita. Mi sono trovato impreparato ad affrontare la vita del dopo calcio. Ho fatto l'allenatore forse ancora con la mentalità da giocatore, e purtroppo ad oggi posso dire che non ho avuto molta fortuna e costanza. Mi sono reso conto che non erano le mie aspettative e che non ero pronto a coprire il ruolo da allenatore, mi sono visto più idoneo a lavorare nel campo dirigenziale. 66 Wealth Planet magazine La sua amicizia con Renato Curi, vi chiamavano l'articolo iL, è passata alla storia, che ricordi ha di quella amicizia? Venivamo dal Como entrambi e la nostra amicizia è continuata anche a Perugia. Ci sono molti aneddoti che si intersecano nella nostra vita come per esempio il fatto che la figlia di Renato è nata lo stesso giorno mio. Ricordo Renato come un ragazzo molto maturo nonostante fosse più piccolo di me, aveva perso il padre da piccolo e perciò aveva dovuto crescere prima. Lo ricordo come un ragazzo di compagnia, buono e simpatico. Purtroppo le sue qualità sportive si sono viste solo per pochi anni. Come persona non verrà sicuramente dimenticata! Le ha dedicato tutta la sua vita al calcio e ala Perugia, questa città l'ha ricompensata adeguatamente? La mia vita è stata imperniata nel calcio, partendo sin da piccolo nell'oratorio e finendo col fare l'allenatore. Lei è stato per lungo tempo non solo il testimonial, ma anche il responsabile della scuola calcio di Perugia, cosa si sente di consigliare alle famiglie e ai piccoli calciatori del domani ? Negli ultimi anni come possiamo tutti vedere è nato un modo diverso di approcciarsi al calcio. Con la differenza che mentre prima si giocava per strada, negli oratori e nei campetti improvvisati, oggi la famiglia guida la scelta “sportiva” del bambino indirizzandola nella maggior parte delle volte verso i propri desideri. Ogni ragazzo frequentando la scuola di calcio con impegno e dedizione riuscirà ad avere delle soddisfazioni ma bisogna tenere conto che ci sono casi in cui c'è un innata predisposizione al gioco. Chi un giorno potrà riuscire ad intraprendere la carriera da giocatore si distingue perché ha determinate caratteristiche, come per esempio quella di saper inventare ogni volta nuove occasioni e nuovi stili di gioco. I genitori si devono rendere conto che gli allenatori delle giovanili fanno di tutto per migliorare il ragazzo e purtroppo, contando il risultato è difficile mandarli tutti avanti. Mi auguro inoltre che le famiglie facciano fare alle società e agli allenatori il loro mestiere. Raramente in una serie C si vede un pubblico come quello che del R. Curi, come vede questo ritorno della città al calcio? A Perugia c'è stata ed è bello che ci sia ancora una grande passione per il calcio. Si percepisce uno sottofondo di passione che con il raggiungimento della serie B poterebbe essere il massimo anche per la città stessa. Bisogna ricordare che c'è un presidente che mette soprattutto un grande impegno economico, che ad oggi c'è una squadra che vice più che perde. Penso che questi siano dei buoni presupposti. Bisogna fare però un passo alla volta, costruire piano piano e tutto può succedere. Il Perugia ha visto delle situazioni disastrose che qualsiasi altra società sarebbe sparita mentre il Perugia proprio per questo amore per il cacio è riuscita più volte a ricominciare e a fare degli ottimi campionati. Senza che ci svela il nome, c'è secondo lei nella squadra di quest'anno un giocatore che sta facendo o farà la differenza? Fuori discussione ad oggi è Fabinho che ha le qualità fisiche e tecniche che lo portano, quando è in forma a trascinare la strada. Ciò non toglie il fatto che ci deve essere un contorno importante che è però difficile da creare. È compito della società cercare di capire i punti deboli per poter migliorare. Bisogna ricordare che anche quest'anno il Perugia è partito da zero, è stata cambiata più della metà della squadra. Tutta la città ci crede molto in questa squadra e nella possibilità che il Perugia ritorni in B... lei consiglierebbe all'allenatore, e ai giocatori? L'allenatore lo ha dimostrato l'anno scorso di avere una mentalità vincente, di aver capito ciò che la società e la città vuole. Chi viene a giocare a Perugia ha una grande responsabilità per cui deve avere personalità e passione. Bisogna giocare al cento percento tutte le partite. La squadra deve dare il massimo e non può permettersi di avere alti e bassi. La nostra rivista si occupa di bellezza e benessere, cosa sono la bellezza ed il benessere per Franco Vannini? Il benessere fisico più che quello economico fa apprezzare meglio la vita. È importante prendersi cura del proprio corpo quando uno è giovane per evitare di ritrovarsi con dei disturbi quando si è in là con l'età. Il benessere economico ti permette di avere delle gioie effimere, ma per godere la vita è necessario essere in salute. La bellezza viene valuta in base ai gusti, e spesso è necessario che venga accompagnata dalla cultura e dal modo di fare e porsi. Un suo consiglio e un suo augurio... Vi consiglio di stare attenti ai cambiamenti della vita, di cercare i personaggi e le situazioni di qualche anno fa per far ritornare sempre alla memoria storie e far riflettere le persone. Vi auguro di essere sempre interessanti in modo tale che le persone vi continuino a seguire sempre con à curiosità. Wealth Planet magazine 67 Spazio aperto - Eventi Secondo la tradizione e la memoria. E' nata... a cura della Redazione Wealth Planet L’etimologia è greca ed è Akadémeia, il bosco sacro all’eroe Academo, dove Platone insegnava la vita e il pensiero. Si parla di IV-III sec. a.C., ossia 2.400 anni fa. Qui iniziò la civiltà dell’Occidente, nascita e consolidamento della filosofia, della poesia dell’arte e della democrazia. Oggi, due millenni e mezzo dopo, le Accademie esistono ancora, e anche se l’aggettivo “accademico” non gode di molta stima e fortuna, quale sinonimo di vecchio e di passatiste, esse svolgono funzioni autorevoli, in Italia e nel mondo di incontrovertibile autorevolezza. Un’Accademia non è che un’associazione permanente di studiosi, formata al fine di attendere a studi scientifici, letterari, artistici, musicali e archivistici a promuoverne l’incremento. Una definizione semplice. Dunque, poiché Accademia è parola gemella di Associazione, alla fine del 2012 tredici cittadini residenti, o originari, di Bevagna, forti di un amore profondo per la propria città, consapevoli che la storia, l’arte, i costumi della Piccola Patria non solo sono poco praticati ma sono un patrimonio immenso da esplorare e da portare alla luce, decisero, su impulso di Arnaldo Picuti, avvocato umanista e cultore di storia e di storie, di andare da un notaio, di sesso femminile, e fondarono l’Accademia di Bevagna; un brand semplice, un marchio fecondo di futuro. Nella sua monumentale Storia delle Accademie d’Italia M. Maylender cita più volte Bevagna. L’Accademia è la Properziana, che prendeva il nome dalla querelle o quaestio sul luogo di nascita del sommo poeta elegiaco umbro. La Properziana non è stata la sola Accademia della cittadina della Valle Umbra. Ve n’è stata una seconda che si chiamava Accademia dei Caliginosi, 68 Wealth Planet magazine per la fama di borgo molto nebbioso di Mevania romana. Properziana e dei Caliginosi, quindi, le due antiche accademie della piccola città della Valle Spoletana. Città leggiadra e bagnata da fiumi immortali, che alla fine dell’Ottocento aveva un illustre Ginnasio, protrattosi fino all’immediato secondo dopoguerra. Diretto dal professor Basilio Bartolini, piccolo di statura e raffinato d’ingegno, grecista e latinista di vaglia. Tredici Bevanati, dunque, han dato vita a un’Accademia che si prefigge di contribuire alla crescita culturale della città, senza sicumere, in punta di piedi, scavando e ricercando, scrivendo queste pagine dove allineare voci da Dizionario, facendo stupire della ricchezza di temi, volti, personaggi, storie religiose e civili, economiche e agronomiche, geologiche e archeologiche; e così via lungo una classificazione pressoché infinita di voci e di lemmi. E un’impresa di cultura non poteva, fin dalla nascita, non optare per uno strumento di comunicazione e di formazione, di ricerca e di divulgazione. Nasce oggi il “Grande Dizionario di Bevagna”, un semestrale – in corso di stampa il primo numero – che intende, iniziando dalla forma grafica tradizionale, in severo bianco e nero, in un formato ampio e leggibile, continuare quanto a Bevagna è stato sempre fatto in campo culturale. Forse non è inutile nominare il manipolo dei fondatori: Francesco Antonini, Adalgisa Crisanti, Roberto Colacicchi, Anna Rita Falsacappa, Marta Gaburri, Mario Lolli, Giovanni Mariotti, Arnaldo Picuti, Giovanni Picuti, Maria Romana Picuti, Anton Carlo Ponti, Alfredo Properzi, Roberto Segatori. L’Accademia di Bevagna è aperta a nuovi soci. SUSA S.p.A. via Jury Gagarin, 39 - 06036 Ellera (PG) Tel. 075 518421 - Fax 075 5178400 www.susa.it - www.susatrasporti.eu - [email protected] Il tuo referente di fiducia per la fornitura di arredamento e macchine per ufficio. Arredamento Ufficio Fotocopiatori Multifunzioni Stampanti Computer Scanner Plotter L.I.M. www.multicopia.it Spazio aperto - Eventi Spazio aperto - Eventi “LE MAGICHE VISIONI DI ESCHER” a cura di Francesco Patiti Reggio Emilia ci ha ricevuto con un bellissimo sole. Le strade ricolme di cittadini in festa, in occasione del Santo Patrono, San Prospero, le bancarelle che si susseguono nel dedalo di stradine medievali che costituiscono il centro della città, sono state indispensabili per creare un feeling con il luogo e con la mostra che saremmo dovuti andare a vedere per condividere con i lettori di WP le emozioni che essa stessa trasmette. Palazzo Magnani, tipica sede di eventi di questo tipo per Reggio Emilia, ci accoglie caldamente così come il personale addetto alla reception dei visitatori. “L’ENIGMA ESCHER – Paradossi grafici tra arte e geometria” è la mostra che presenta la produzione dell’incisore e grafico olandese, dai suoi esordi alla maturità, raccogliendo ben 130 opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali tra i quali la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Fondazione Wolfsoniana di Genova, oltre che da importanti collezioni private. Maurits Cornelis Escher è un nostro vecchio “amico”, come tutti siamo stati colpiti dai suoi paradossi grafici e affascinati dalle sue “magiche visioni” (titolo di un bellissimo volume sul maestro edito da Taschen per la cura della versione italiana di Rossella Botti) e da li ad occuparci dettagliatamente delle sue stampe e della sua filosofia il passo è stato davvero breve. Non ci pare azzardata nemmeno la riflessione, in altra sede effettuata, sulla semiotica interpretativa riferita ad immagini provenienti da un autore modello “matematico” (p. es. i “frattali”) applicata al lavoro di Escher che mirabilmente si pone in osmosi con le geometrie (autore) per riflettere sulla realtà. Nessun artista come Escher ha reso visivamente quello che solo gli occhi della mente possono vedere. Per capire ed apprezzare il lavoro, l’arte, di Escher è importantissimo conoscerne l’evoluzione nel suo divenire ed uno dei principali meriti di questa mostra è appunto quello 72 Wealth Planet magazine di accompagnare per mano il visitatore nel percorso storico artistico del maestro fino ad arrivare alle sue più belle opere. Escher rappresenta un positivo “tranello” nel panorama della creatività umana: la sua originalità, svincolata dalle contaminazioni storico/artistiche lo renderebbero una cattedrale nel deserto. Il tranello sta nel poterlo credere “unico”. Invece, per fortuna, il suo genio trova nel corso della storia dell’arte, un suo sostanziarsi come ponte tra la cultura artistica medievale e quella surrealistica attraverso elementi del futurismo (si pensi all’aeropittura) “passando per i capolavori di Bosh e di Piranesi”. Escher consapevole del suo genio, non era certo uno sprovveduto, inoltre, era un profondo conoscitore dell’arte. Interessantissima la sezione di confronto con ispiratori, coevi e prosecutori dell’ opera di Escher che oltre ad aver definito un’area concettuale di intervento ha paradigmaticamente declinato concetti provenienti dal passato o, addirittura dalle scienze esatte, attraverso le sue convinzioni. Moltissime le opere originali in mostra in un caleidoscopico vortice di emozioni e sensazioni; spazi e figure si intersecano creando a loro volta figure e spazi. Assolutamente geniale l’animazione giapponese (non originalissimo perché datato 2006 e già visto in altre iniziative che riguardano Escher) sulle opere del Maestro perché è un ottimo incipit per visitare il prosieguo della mostra con il giusto stato d’animo. Oppure, di contro, un ottimo finale per rimettere insieme e, dare, se possibile, un senso, a tutte le mirabolanti figure fin lì gustate. La collocazione della sala video è davvero intelligente anche se non adeguatamente oscurata. I capolavori si susseguono con precisa collocazione cronologica e contestuale: da Tropea, Santa Severina del 1931, Cielo ed acqua del 1938, Metamorfosi II del 1940 (vero e proprio capolavoro della xilografia), Trasfere del 1945, Su e giù del 1947, Mani che disegnano, del 1948, Relatività del 1953, Convesso e concavo del 1955, Belvedere del 1958, Pesce del 1963, Nastro di Mobius del 1963 e molte altre. Superfluo elencarle tutte, indispensabile, invece, comprendere il significato dei capolavori, ammesso e non concesso che l’autore desiderasse davvero che se ne fosse compreso il significato: “I miei uccellini, pesciolini e ranocchi, non si possono descrivere: vogliono solamente essere considerati, chiedono una modalità di pensiero, che ho scoperto appartenere solo a poche persone. E’ un genere di filosofia spicciola che non ha nulla a che fare con la letteratura, un piacere nel disporre le forme e nel dare un significato a ciascuna parte del piano. Ha molto più a che fare con la musica che con la letteratura” (lettera a Hein’s Gravesande 14 marzo 1940). Impossibile, qui non far correre la mente ai lavori di Kandinsky, continuamente alla ricerca di una osmosi con la musica, della relazione suono/colore, anche attraverso le forme geometriche di cui, spesso, pervadeva le sue opere. Un parallelo ovviamente non basato sulla tecnica e sulla natura artistica dei due, ma sulla trasversalità dei sentimenti. Fondamentale il lungo periodo nel quale Escher ha vissuto in Italia sia per il suo coinvolgimento emotivo, ne sono testimonianza i numerosi paesaggi prospettici di quel periodo, sia per quello che riguarda la sua capacità di intersecare le forme dell’esistente con le sue visioni. Mirabili le sue interpretazioni di strutture architettoniche italiane in particolare l’interno di San Pietro a Roma: “Per quanto riguarda l’architettura, nei miei quadri ho subito molto l’influenza delle strutture dell’Italia meridionale , nelle quali spesso si possono riconoscere influssi normanni, romanici, saraceni e moreschi...I miei quadri esprimono nostalgia per l’assolato Sud!”. (Diario costiera amalfitana 1969) “Mi piacerebbe molto esprimere la mia mania per le metamorfosi e per l’associazione in un film animato, sono convinto che in futuro il film animato diventerà un’espressione artistica di grande valore... Spesso sogno film che vorrei fare; quale sorprendente metamorfosi si potrebbe allora osservare!” (lettera a Hein’s Gravesande 1940). L’ossessione di Escher tra matematica, geometrie e arte in movimento occupa spazi e da forma a forme generate dal movimento delle forme stesse nello spazio. In “Metamorfosi” i quadrati (forma geometrica) formati dall’intersezione della parola “METAMORPHOSE” danno origine nel piano, nello spazio, ad un pavimento, che si trasforma in ambienti animali, architettonici, paesaggistici fino a tornare ad essere scacchiera (quindi ancora forma geometrica) e quindi intersezione della parola stessa. A nostro avviso questa è una delle opere più affascinanti di Escher. Non di meno in Ciclo del 1938 la figura umana in “movimento” genera lo spazio geometrico delle strutture che, nel suo ciclo, appunto, torna a dare vita alla figura umana. Ancora la stampa di figure impossibili da concretizzare nella realtà ma che gli occhi della mente possono vedere e che il mago della spazialità nella superfice piana, riesce a rendere visibili in un realistico inganno ottico (non sfugga, tuttavia, al visitatore il bellissimo tentativo di plastico realizzato con i mattoncini Lego di una figura paradossale di Escher). Non sono estranee ad Escher le teorie della percezione della Gestalt sulle quali dal punto di vista contenutistico possono anche essere mosse critiche ma che, dal punto di vista dello sviluppo dello studio della percezione umana hanno rappresentato nel secolo scorso un grande passo in avanti. Le opere di Escher così particolari e originali, nel corso del tempo non sono passate inosservate, nè dal mondo della pubblicità, nè da quello del loro utilizzo per creare, soprattutto dopo la rivoluzione sessantottina, nuove immagini che rispecchiassero la necessità del nuovo o che, con eloquenza, rappresentassero le visoni psichedeliche, talvolta generate dal consumo di sostanze stupefacenti. Anche il mercato discografico ha utilizzato opere di Escher per copertine di dischi o per promuovere gruppi musicali. La mostra ne da soddisfacente conto con una sezione interamente dedicata. Tuttavia il maestro non ha mai gradito questi accostamenti ritenendosi estraneo ad ogni forma di commistione. Le sue visioni erano/sono solo il frutto della sua odissea mentale tra le figure le forme e lo spazio, il tutto in movimento. Come al solito, i nostri lettori lo sanno bene, le questioni tecniche intorno all’arte ci interessano solo fino ad un certo punto, non a caso abbiamo sottaciuto tutte le vicende sulle tecniche ed i materiali di incisione usate dal nostro, mentre, ritenendo la fruizione e la conoscenza dell’arte un ulteriore metodo per completare il quadro di benessere da creare intorno a noi, ci soffermiamo sulle emozioni. Reggio Emilia ci ha regalato, anzi ci ha confermato la passione per il fare i conti con i paradossi, le estremizzazioni, le forzature, le contraddizioni che può essere esaltante e non solo prodromo alla schizofrenia (P.Watzlawick). Anzi come ci piace spesso Wealth Planet magazine 73 Spazio aperto - Eventi ripetere, nel dialogo con se stessi, le magiche visioni di Escher stimolano la riflessione sulla relatività della realtà e della nostra capacità di relazionarci con essa. Non a caso anche l’autore ha sempre palesato nel corso della vita un “costante altalenarsi di stati d ‘animo però sempre risolti con la soddisfazione dell’essere riuscito a fare un tentativo nel senso da lui voluto. Un tentativo che, per noi innamorati della sua opera, ci è sempre sembrato un successo! Informazioni sulla mostra Promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e della Fondazione Cassa Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, con il contributo di Landi Renzo spa, CCPL Reggio Emilia, Schiatti Class, Media Partner Radio LatteMiele, IBS Italcuscinetti. Mostra inserita tra gli eventi dell’ International Year of Cristallography 2014. www.iycr2014.org Mostra a cura di Marco Bussagli, Federico Giudiceandrea, Luigi Grasselli Coordinatore scientifico Pier Giorgio Odifreddi Orari Dal martedì al giovedì 10.00-13.00 /15.00-19.00 Venerdì, sabato e festivi 10.00-19.00 LA BIGLIETTERIA CHIUDE ALLE 18.00 Per prenotazioni classi di studenti e gruppi Tel. 0522 444446 – 454437. Il lunedì pomeriggio (15-18.30); dal martedì al venerdì mattino (10-13) e pomeriggio (15-18.30). 74 Wealth Planet magazine Spazio aperto - Eventi Spazio aperto - Eventi L’APOXIOMENO2013 a cura di Orazio Anania Lunedì 30 settembre, al Circolo degli Ufficiali di Torino, con il patrocinano del Comune di Torino, dell’Associazione Benemerita del Coni “Fair Play”, dell’International police association, dell’Accademia Leonardo da Vinci e del Corpo dei vigili del Fuoco Volontari, si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Apoxiomeno, giunto alla sua 17° edizione: “Cultura, cinema, televisione, letteratura e sport in divisa”, il riconoscimento attribuito a personaggi dello sport, dello spettacolo e della cultura italiana ed internazionale che con la loro attività professionale hanno dato lustro alle forze dell’ordine. La serata di gala, promossa dall’Associazione Divertiamocicorrendo e dagli Amici del Giornale, è stata presentatada Elia Tarantino e Maria Aparacida Rizzo. Il prestigioso riconoscimento, la statuetta d’argento con l'effigie dell’Apoxiomeno, realizzata dallo scultore Carlo Badii che ricorda la più celebre statua di Lisippo che rappresenta l’atleta greco che alla fine delle gare si deterge con lo strigile dagli olii che lo rendevano più virile, in questa edizione è stato consegnato a DANILO AMERIO, cantautore e compositore di fama internazionale, che regala brani di grande successo a chi sa valorizzare i temi sociali portati nelle sue canzoni. Autore sontuoso di brani come “ Gente di Mare “Donna con te”, “Quelli come noi”, “Bisogno d’amore”. E di “Signor tenente” canzone sincera, non banale, che racconta temi drammaticamente autentici Il Premio è stato consegnato anche a FABRIZIO MANDIA, finanziere, emblema del Kendo agonistico Italiano, pluricampione a livello internazionale, punta di diamante della nostra Nazionale. Un “Maestro di vita” per umiltà, sacrificio e determinazione a JACK O’HALLORAN, prima: pugile di fama mondiale dei pesi massimi; dopo: attore caratterista e scrittore impegnato di vero successo. Con il suo romanzo “Legacy Family” tratta temi scottanti quali quello della mafia di origine siciliana e il presunto complotto per l’assassinio di John F. Kennedy a Dallas. 76 Wealth Planet magazine L'ambito premio è stato consegnato anche RENATO POZZETTO, artista poliedrico e versatile. Protagonista in teatro, alla radio, in televisione e al cinema. Dallo stile e classe inconfondibili uniti a una sapiente ironia, testimone vero di una antica cultura cabarettistica, semplice ma al tempo stesso originale e poetica, consumata nel celebre duetto con Cochi Ponzoni. Da attore, celebre è l’”improbabile” e divertente binomio con il collega della Polizia romana, Enrico Montesano, nel film “Piedipiatti”. Non tralascia di impegnarsi in campagne a sfondo sociale e umanitario come quella governativa contro il fumo. Prestigiosa la presenza dell’attore holliwoodiano Jack O'Halloran, conosciuto come "l'irlandese", sin da quando era pugile professionista; combatté nella categoria dei pesi massimi dal 1966 al 1974, e rimase imbattuto per i suoi primi 16 incontri professionistici. Fu sconfitto da George Foreman e Ken Norton, che sarebbero in seguito diventati campioni di pesi massimi. Nel 1973 O'Halloran andò vicino ad ottenere un incontro contro Mohammed Alì. Si è ritirato nel 1974 con un record personale di 34 successi di cui 21 per KO e 2 sconfitte. Da attore O'Halloran ebbe un primo ruolo fondamentale quale ex carcerato nel film “Marlowe, il poliziotto privato” del 1975, con Robert Mitchum nei panni dell'investigatore Philip Marlowe. Poi la consacrazione con “Superman” dove interpretò il pericoloso membro muto del trio di supercattivi kriptoniani relegati nella Zona fantasma da Jor-El (Marlon Brando) in Superman (1978), e inavvertitamente liberati dallo stesso Uomo d'acciaio(Christopher HYPERLINK ) in Superman II (1980). Ha inoltre lavorato con John HYPERLINK (John Guillermin Guillermin) per la realizzazione del film King Kong(1976), dove ha interpretato la parte di Joe Perko, nel film con Tom Hancs “La retata” e recentemente in “Welcome HYPERLINK”. Il suo primo libro “Family Legacy” è la storia di un giovane, Jack Pagano, che crede che il padre sia morto in guerra nel secondo conflitto mondiale, ma che scopre in seguito essere vivo e vegeto ed è a capo di una potente famiglia di mafia italiana con matrice siciliana: lui è Albert Anastasia, alias Umberto Anastasio. Libro divertente che basa il suo racconto sulla storia di personaggi reali che erano attivi nel mondo della criminalità e della politica del decennio 1950/60, fino all’assassinio di John F. Kennedy avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963. Da questa storia sarà tratta la sceneggiatura del film omonimo che per la sua prima parte sarà girato in Sicilia nel prossimo 2014. Sicilia che l’attore americano ha visitato nei giorni precedenti al Premio per cercare location idonea alla sua sceneggiatura. Durante la sua permanenza siciliana Jack ha girato diverse scene del film di Ilacqua “John Fox”. Wealth Planet magazine 77 Spazio aperto - Eventi Nella splendida cornice del centralissimo ristorante vegetariano “Il Margutta” di Tina Vannini, in via Margutta, si è svolta la presentazione del thriller d’autore “Mr. America” di Leonardo Ferrari Carissimi che ha come protagonisti Marco Cocci e Anna Favella. Il film in uscita il 7 novembre in varie sale italiane, rappresenta una riuscita fusione di cinema e arte. In questo lungometraggio sono rappresentate le opere del chiacchierato Marco Tamburro, artista che ha curato anche il manifesto del film. L’arte come il cinema emoziona, e quale connubio più potente che unire insieme questi due mondi? Ebbene se lo spettatore può sensibilizzarsi nel vedere i dipinti raffigurati nei fotogrammi più salienti del film, può ancor di più appassionarsi nel guardare dal vivo le opere in sala! Infatti, nei principali cinema dove sarà proiettato “Mr. America”, saranno esposte le tele di Marco Tamburro. “Mr. America” si sofferma sui possibili effetti nefasti che il celeberrimo Andy Warhol ha determinato sulle vite di chi, a vari livelli, si è avvicinato a lui. oltre il cast, il produttore Claudio Bucci e il regista Leonardo Ferrari Carissimi, molti personaggi di spettacolo intervenuti anche per ammirare le opere di Marco Tamburro esposte in questa occasione nel locale. Gli ospiti sono stati deliziati da un cocktail ispirato alla Pop Art di Warhol: come l’artista utilizzò i barattoli di latta di una nota zuppa come protagonisti di alcuni suoi quadri, così anche Tina Vannini, proprietaria del ristorante, ha fatto degustare zuppe biologiche in barattoli di latta per richiamare l’atmosfera artistica. Presenti Dario Salvatori, il notaio Giovanni Pocaterra, gli attori Alex Partexano, Fabrizio Bucci, Mario Zamma, Gabriella Germano, Mirella Panfili, Steffan Jinny, Mirka Viola, Eleonora Vallone, Adriana Russo, Rita Carlini, Elisabetta Rocchetti, Emanuela Tittocchia, Stefania Barca, Marina Pennafina, Antonella Salvucci, lo chef Alessandro Circiello, Leopoldo Mastelloni, i produttori cinematografici Pietro Innocenzi e Pierfrancesco Aiello, il regista Giorgio Molteni, i principi Guglielmo Marconi e Fulvio Rocco, il marchese Ferrajoli, la duchessa Silvana Augero, il direttore d’orchestra Gerardo Di Lella, il conduttore radiofonico e scrittore Stefano Piccirillo, Roberta Beta, Giada Di Miceli, Nadia Bengala, Marcia Sedoc, Angelo Nizzo, l’editore Giò Di Giorgio, Don Santino Spartà, i politici Luca Danese, Luca Aubert e Antonio Paris, la giornalista Simona Decina, Antonello De Pierro e naturalmente chi è legato all’arte, come il pittore Massimo Catalani e Lorenzo Zichichi, accolti dalla sociologa televisiva Deborah Bettega. a cura di M. H. Intervista a Giacomo Dicara a cura di P.M. IL FILM IN CUI IL CINEMA SI UNISCE ALL’ARTE Il film Mr. America” presentato nella via degli artisti al ristorante “Il Margutta” a Roma: dove l’arte si gode anche grazie al piacere del cibo 78 Wealth Planet magazine Ci sono conseguenze talmente potenti che non si fermano alla distruzione delle vite degli artisti (molti sono morti suicidi o a causa dell’uso di droghe), ma ricadono anche sui loro discendenti simboleggiando il peso e l’influenza che la sua opera ancora rappresenta nel mondo dell’arte e nelle generazioni di artisti a lui successivi. “Mr America” rappresenta la spirale negativa di molti artisti, abbagliati dalla temporanea celebrità che prometteva Warhol, quasi una maledizione che per alcuni è stata decisamente fatale. Il film si sviluppa su distinti piani temporali che s’intrecciano vorticosamente finché ogni significato viene pian piano alla luce grazie ai dettagli della psicologia dei personaggi. Gli atti brutali ed ossessivi, che sono stati subiti nell’ infanzia da Penny ed Andy nel film, generano una rovinosa relazione familiare che sarà il fulcro della storia e del suo tragico epilogo. Presenti alla serata, Un film come “Mr. America” sperimenta un coinvolgimento totale dello spettatore: l’unione dell’ arte con il cinema solleva non solo aspetti culturalmente diversi, ma promuove anche l’ambiziosa intenzione di avvicinare e attirare un pubblico eterogeneo, variegato, accrescendo e completando, in tal modo, queste due realtà artistiche, a volte differenti, altre, necessariamente imprescindibili. Wealth Planet magazine 79 Spazio aperto - Eventi Spazio aperto - Eventi CONVEGNO A ciascuno la sua vacanza Durante l'incontro le Associazioni per disabili presenti nella Regione Umbria e non solo, verranno messe a conoscenza della possibilità per tutti coloro che hanno esigenze specifiche di poter usufruire di vacanze in strutture che siano certificate alla ricezione di persone con tali esigenze. Intervengono: Ciò è possibile da oggi per effetto di un accordo tra la Village4all di cui Le allego una esauriente descrizione e il Network Gruppo InfoVacanze di Marcon (VE) che ha nel territorio nazionale circa 60 Agenzie Viaggi in grado di poter consigliare tutti coloro che hanno esigenze specifiche. Roberto Agirmo Essendo tale possibilità una novità e ritenendo che per una persona affetta da handicap ogni atto della vita quotidiana può assumere una valenza riabilitativa, nella misura in cui restituisce o sostituisce una funzione deficitaria, riteniamo giusto amplificare attraverso ed unitamente alle Istituzioni Pubbliche tale opportunità. Roberto Vitali Al meeting verranno invitate non solo le associazioni per disabili ma anche le Associazioni che rappresentano le strutture, che potrebbero anche valutare adeguamenti strutturali futuri, le Ass. che rappresentano i professionisti preposti agli adeguamenti, le Associazioni di rappresentanza di medici in particolari i riabilitativi. Roberto Bertini 80 Wealth Planet magazine Presidente Network GIV Presidente Village 4All Assessore al turismo della Provincia di Perugia Wealth Planet magazine 81 Visione naturale di benessere. Coltivazioni Biologiche, Cultura e Tradizione, Ricerca e Innovazione, Trasformazione e Produzione L’EVOLUZIONE DELLA FITOTERAPIA www.aboca.com