consigli ai genitori

Transcript

consigli ai genitori
Via Carlo Boggio, 12 – 12100 Cuneo CN
Tel. +39 0171 450 111 fa x +39 0171 450743
e-mail: [email protected] - www.aslcn1.it
P.I. /Cod. Fisc. 01128930045
CONSIGLI AI GENITORI
Come comportarsi per aiutare il bambino a parlare?
Come parlare al bambino
1. Ritmo lento:
Parlare con voce normale (non alzare il volume, a meno che il bambino non abbia le orecchie un po‟ chiuse per
raffreddori frequenti), ma rallentare le parole per permettere al bambino di sentirle bene e pronunciarle in modo
chiaro. (Non sillabare le parole, ma semplicemente dirle chiare a con calma)
Conversare con il bambino a faccia a faccia.
Portarsi al livello del bambino sedendosi sul pavimento o su una sedia bassa per mantenere vivo il contatto dello
sguardo e l‟attenzione della mimica facciale.
Richiedere al bambino di guardarci sovente in viso mentre gli parliamo.
2.
3.
Ridurre la lunghezza delle frasi
Rivolgersi al bambino con frasi complete, ma semplici. Non fare discorsi troppo lunghi
Accompagnare le parole con gesti, espressioni facciali, linguaggio del corpo.
Utilizzare giochi semplici in cui si ripetano semplici parole che il bambino può man mano memorizzare
Es: “cucù settete” nascondendo la propria faccia dietro un panno per poi farla riapparire togliendolo e dicendo
una parola “routine” (es.: ciao, eccomi qua).
(Canzoncine sono contesti di gioco molto efficaci per questo obiettivo).
4.
5.
Variare in modo accentuato l’intonazione e l’intensità vocale.
Enfatizzare specifiche parole e suoni poiché un modo di parlare melodico attrae l‟attenzione del bambino e
aumenta la probabilità di imitazione.
6.
Ridurre la televisione
Ridurre il tempo passato davanti alla televisione. I programmi televisivi, anche se vi sono “le parole”, non
stimolano il linguaggio, ciò che attrae e su cui il bambino si sofferma è la parte visiva.
Sostituire il tempo sottratto alla televisione con giochi costruttivi e racconto di storie…. Ecc…
7.
Storie e giochi
Partendo da libretti semplici, prendere il bambino in braccio e raccontargli (non leggergli) brevi storielle o
descrivergli figure di libretti. Non denominare solo , ma anche proporre brevi frasi. Es: la bimba corre…. La bimba
va dalla mamma….
Organizzare giochi che supportino l‟intelligenza “simbolica”: insegnargli a giocare a semplici giochi via via
arricchiti.
Es: “macchinine” prima vanno e vengono, poi si portano ad aggiustare o a far benzina, poi se c‟è l‟incidente, si
porta il signore all‟ospedale, ecc…
“bambole” prima si mette a nanna e si sveglia…., poi si lava e le si prepara da mangiare, la si porta a
passeggio, ecc…
Supportare i giochi con brevi suoni che sviluppano il linguaggio (es: brum, ai, via, vai; nanna, we-we , am, …)
Come far parlare il bambino
1.
Non fare finta di non capirlo.
Il bambino “non è pigro”, se indica e non dice la parola è perché non gli è facile parlare, bisogna quindi aiutarlo.
Via Carlo Boggio, 12 – 12100 Cuneo CN
Tel. +39 0171 450 111 fa x +39 0171 450743
e-mail: [email protected] - www.aslcn1.it
P.I. /Cod. Fisc. 01128930045
Se capiamo che cosa vuole lo aiutiamo facendogli vedere che lo abbiamo capito e proponendogli la frase “ah,
vuoi la palla?” “ecco la palla”…. “giochiamo con la palla”. Proponendogli più volte la parola palla riuscirà a
memorizzarla e, pian piano, ad utilizzarla.
2.
Riformulazione e Espansione.
Se il bambino dice una parola che capiamo, ma scorretta, gliela riproponiamo corretta, in più contesti
Es: “mimma”- “la bimba”, “sì, è la bimba”, “è brava la bimba?”….
Ripetere le frasi del bambino aggiungendo uno o due elementi salienti.
Se il bambino dice “auto”, l‟adulto può dire “l‟auto della mamma” oppure “l‟auto veloce”
(Utilizzare frasi semplici legate all‟esperienza quotidiana del bambino.)
3.
Ripetizione
Non chiedere troppe volte al bambino di ripetere le parole, ma creare contesti di gioco in cui il bambino debba
dire la parola più volte.
Es: “quando mi dici palla te la tiro”
Es: “fai la macchinina che corre: brum…., via,….”
Es: “accendi il fuoco per preparare la pappa: ccccc….
Cominciare con giochi semplici e accattivanti
4. Proporre giochi che facilitino i movimenti preparatori al linguaggio.
Soffiare, fare pernacchie, alzare e abbassare la lingua, leccare le labbra (mettendo, per es, del cibo preferito da
raccogliere), schioccare la lingua, fare le guance ciccione….
Dopo i due anni e mezzo eliminare l‟uso del ciuccio o del biberon o il succhiare il dito.
Cosa fare quando non è chiaro cosa fa o cosa dice il bambino?
Fare domande con alternative per chiarire i messaggi quando il significato inteso non
è chiaro,
1.
Chiedere “hai detto „guarda papà‟ oppure „fermo papà‟?”. Ciò permette al bambino di comunicare il messaggio
e anche di sentire un modello chiaro delle parole che intendeva dire.
2.
Chiedere al bambino di mostrare ciò che sta cercando di dire.
In questo modo spesso il messaggio può essere compreso e si offre un‟opportunità di modellare il linguaggio
richiesto.
3.
Essere informati sugli argomenti di cui il bambino può parlare,
Essere al corrente delle esperienze precedenti e fare attenzione ai suoi interessi in modo che i messaggi possano
essere supportati da informazioni e indicatori contestuali.
4.
Capire i sentimenti di un bambino che è frustrato nel non essere compreso.
Può essere utile assumersi la responsabilità della non-comprensione.
L‟adulto può dire: “Mamma non ti ha sentito: dimmi di nuovo” oppure “Mi dispiace, non so cosa vuol dire.
Proviamo un‟altra volta”.