Acqua: ipertesto per l`esame di stato

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Acqua: ipertesto per l`esame di stato
Anno scolastico
2008/2009
Tesina d’esame:
alunno S.M.
classe 3°
scuola ospedaliera
secondaria di I° grado
Torino
LA BOLIVIA
LE GUERRE
dell’ACQUA
L’EAU
SUR LA
TERRE
AMERICAN
NATIONAL
PARK
I POETI E
L’ACQUA
L’ACQUA
NELLA
SCIENZA
LA
CENTRALE
IDROELETTRICA
L’ACQUA
NELL’ARTE
L’ACQUA
NELLA
MUSICA
LA BOLIVIA
La Bolivia è uno Stato dell'America meridionale, situato nel centro del
subcontinente, senza sbocchi al mare. Secondo il censimento svolto nel 2001,
contava 8.274.325 abitanti, mentre, secondo stime più recenti (2005), la
popolazione avrebbe raggiunto quota 8.857.870 unità. In base alla nuova
costituzione del Paese, adottata il 25 gennaio del 2009, la capitale è unicamente
Sucre, mentre precedentemente oltre alla capitale costituzionale, sempre Sucre,
era riconosciuta come capitale amministrativa, La Paz, dove ha tutt'ora sede il
Governo. La città più popolata è Santa Cruz de la Sierra, con circa 1,5 milioni di
abitanti. Confina a nord e ad est con il Brasile, a sud con Argentina e Paraguay e
ad ovest Perù e Cile.
PARTE FISICA
Si distinguono due grandi aree geografiche:
•
•
le terre orientali tropicali, i due terzi del paese, divise tra bacino
amazzonico e l'area del Chaco.
le Ande, un terzo del paese, nella parte occidentale, costituite sia dalla
cordigliera come dall'altipiano.
Due terzi del territorio boliviano sono bassipiani tropicali, tributari del Rio delle
Amazzoni e del Rio de la Plata. Questa enorme estensione di più di 700.000 km²,
è coperto da foreste tropicali pluviali, umide, monsoniche e secche.
Inoltre, la Bolivia possiede la foresta tropicale secca più estesa al mondo nella
regione del Chaco. Circa 250.000 km² sono savane alluvionali, pantani e savane
secche. Esistono inoltre grandi laghi amazzonici, i più estesi della regione.
Il bacino idrografico più importante è quello del fiume Mamoré. Data la
morfologia del territorio e l'ampio spazio latitudinale occupato, la Bolivia
possiede una delle maggiori diversità climatiche della Terra, ciò che permette un
ampissimo spettro di specie coltivabili, sia tipiche di climi continentali e
temperati, come la patata o l'avena, di climi mediterranei, come la vite e l'olivo, e
climi tropicali, come il cacao e il banano. Nell’altipiano andino propriamente
detto le precipitazioni non superano i 500 mm annui nella fascia umida del settore
nord e la temperatura media annua è inferiore ai 10 °C. Il settore meridionale è
più secco e tendente alla formazione desertica. Le terre tropicali dell'oriente
boliviano hanno due climi principali. A nord del parallelo 18ºS, il clima è
propriamente amazzonico, con breve stagione secca e temperatura variabili tra i
22 e 26 °C di media e precipitazioni tra i 1.000 e 3.000 mm/anno. Il settore a sud
del parallelo 18ºS ha un clima più mite e secco, con temperature medie tra i 20 e
22 °C e precipitazioni tra i 500 e 1.000 mm/anno. In questo settore si hanno le
maggiori escursioni termiche del tropico boliviano, con massime superiori ai 35
°C e minime anche inferiori allo 0 °C. Il settore più piovoso, e tra quelli con le
maggiori precipitazioni del bacino amazzonico, è la fascia preandina, 180-700m
slm, tra i dipartimenti di Santa Cruz, Cochabamba, Beni e La Paz. Le
precipitazione vanno da 2.500 a 5.000 mm anno, ma in alcuni settori superano i
6.000mm annui.
ECONOMIA
Secondo i dati della tradizionale statistica mondiale, la Bolivia ha uno dei redditi
pro-capite tra i più bassi del continente. Questo dato contrasta con la grande
ricchezza di risorse naturali e la scarsa densità della popolazione, che potrebbe far
pensare ad una maggior disponibilità economica per gli abitanti. Le ragioni sono
evidentemente da individuarsi nell'arretratezza del sistema produttivo e sociale.
Punti di forza: Abbondanza di risorse naturali (minerali, petrolio, gas, foreste,
terra, acqua, ecc). Punti di debolezza: Corruzione. Mercato delle materie prime
vulnerabile alla fluttuazione dei prezzi. Economia informale. Contrabbando.
Struttura educativa inadeguata.
L'agricoltura ha subito notevoli trasformazioni negli ultimi decenni,
principalmente dopo la riforma agraria del 1953. Da un'attività quasi
esclusivamente di sussistenza, si è trasformata in uno dei motori economici più
importanti del paese. Le attività agricole si sono sviluppate soprattutto nelle terre
orientali tropicali. In queste regioni parte delle foreste originarie sono state
rimosse per far spazio alle coltivazioni.
Attualmente la Bolivia è uno dei principali esportatori mondiali di soya, molta
della quale di origine transgenica. Esporta inoltre sorgo, zucchero, cotone,
girasole, sesamo ed altre oleaginose. La maggior parte di questi prodotti verranno
poi destinati dagli importatori per l'alimentazione animale. Nelle aree tropicali si
coltiva anche il riso, la coca, la manioca, il mais, il banano (e la sua variante ricca
in amidi, commestibile dopo cottura, nota come platano) e moltissimi altri
prodotti. Dalle foreste si estraggono il caucciù e la noce del Brasile, di cui la
Bolivia è, nonostante il nome, il principale esportatore mondiale.
Nelle aree andine l'agricoltura è principalmente di sussistenza e/o destinata al
commercio interno: vi si coltivano ortaggi, patate, un tubero chiamato oca, mais,
orzo, grano e la quinoa.
L'allevamento più diffuso è quello dei bovini, sia nelle estese savane tropicali,
come nei pascoli andini. Numerosi anche gli ovini, caprini e suini. Molto
importante l'allevamento di volatili (polli) che vengono anche esportati ad alcuni
paesi limitrofi. L'allevamento dei camelidi, come il lama e la vigogna, è frequente
in isolate aree andine. L'ittiocoltura viene praticata principalmente nell'area del
lago Titicaca, con specie introdotte, come le trote. In fase di sperimentazione
l'allevamento nelle aree tropicali di un grosso pesce frugivoro.
Di una certa rilevanza la pesca nei bacini idrografici dei bassipiani tropicali, sia
nel rio Pilcomayo, affluente del Rio della Plata, come nei tributari del Rio delle
Amazzoni.
Le attività industriali sono incipienti e Bolivia continua ad essere un importatore
netto di prodotti finiti, molti dei quali entrano nel paese di contrabbando.
Nonostante le difficoltà strutturali della Bolivia, con una scadente rete stradale e
ferroviaria, in questi ultimi anni, dato anche il basso costo della manodopera e le
irrilevanti garanzie sociali per i lavoratori, sono aumentate notevolmente le
attività manifatturiere. Nella città di El Alto si sono sviluppate le industrie tessili e
di altre manifatture principalmente destinate all'esportazione. La città di Santa
Cruz de la Sierra ha una fiorente industria alimentare, tessile e di materiali per la
costruzione. Una delle più importanti attività industriali nazionali è la produzione
della birra. Due le raffinerie di petrolio, a Santa Cruz de la Sierra e Cochabamba.
Numerosi i cementifici. Negli ultimi anni hanno acquistato peso la trasformazione
di materie prime di origine forestale per l'esportazione, come il legno pregiato
(mogano e cedro principalmente) e la noce del Brasile.
PARTE POLITICA
La Bolivia è divisa in 9 dipartimenti (departamentos). Ogni dipartimento si divide
in province per un totale di 112 su tutto il territorio nazionale. A sua volta ogni
provincia si divide in municipi, attualmente sono presenti 327 municipi. A sua
volta ogni municipio si divide in cantoni, attualmente sono presenti 989 cantoni.
A sua volta ogni cantone si divide in vice-cantoni, attualmente sono presenti 2998
vice-cantoni.
POPOLAZIONE
Secondo l'ultimo censimento del 2001 dell'Istituto Nazionale di Statistica (INE),
la popolazione indigena rappresenta circa il 49,95% della popolazione totale.
Percentuale che arriva al 73,20% se consideriamo le sole zone rurali.
Secondo il CIA World Factbook 2006, la popolazione boliviana è costituita dai
seguenti gruppi etnici: quechua 30%, aymara 25%, meticci 30%, europei 15%.
RELIGIONE
L'articolo terzo della Costituzione boliviana riconosce e sostiene la libertà di
culto.
La maggior parte della popolazione è cattolica (75%) ma sono in forte crescita
culti genericamente definiti protestanti e movimenti cristiani detti sette, molto
popolari nei quartieri periferici delle città. Si stanno riproponendo con forza anche
gruppi che fanno riferimento a rituali religiosi ancestrali preispanici.
Molte scuole ed università sono di proprietà di gruppi religiosi di vario
orientamento, cattolici, Bahai, la setta Moon coreana, ecc
Tra i più importanti avvenimenti religiosi degli ultimi decenni, si possono
menzionare la visita di Giovanni Paolo II, nel 1988, e la nomina a cardinale, il
primo boliviano, di monsignor Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz.
L’ACQUA
LA PIOGGIA NEL PINETO
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell’aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s’ode voce del mare.
Or s’ode su tutta la fronda
crosciare
l’argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell’aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l’erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c’intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.
Gabriele D’annunzio
TEMPORALE
Un bubbolio lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare,
tra il nero un casolare,
un'ala di gabbiano.
Giovanni Pascoli
ACQUAZZONE
Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sporco;
e il tuono brontolò con voce d’orco.
Si cacciò avanti, lungo lo stradone,
carta, foglie e uccelli il polverone.
Si udirono richiami disperati,
tonfi d’imposte e d’usci sbattacchiati.
Si vider donne lottare in un prato
Con gli angeli impauriti del bucato.
Poi seminò la pioggia a piene mani
tetti e vie di danzanti tulipani;
tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa
in un polverio d’acqua luminosa.
Corrado Govoni
ARSENIO
I turbini sollevano la polvere
sui tetti, a mulinelli, e sugli spiazzi
deserti, ove i cavalli incappucciati
annusano la terra, fermi innanzi
ai vetri luccicanti degli alberghi.
Sul corso, in faccia al mare, tu discendi
in questo giorno
or piovorno ora acceso, in cui par scatti
a sconvolgerne l'ore
uguali, strette in trama, un ritornello
di castagnette.
È il segno d'un'altra orbita: tu seguilo.
Discendi all' orizzonte che sovrasta
una tromba di piombo, alta sui gorghi,
più d'essi vagabonda: salso nembo
vorticante, soffiato dal ribelle
elemento alle nubi; fa che il passo
su la ghiaia ti scricchioli e t'inciampi
il viluppo dell'alghe: quell'istante
è forse, molto atteso, che ti scampi
dal finire il tuo viaggio, anello d'una
catena, immoto andare, oh troppo noto
delirio, Arsenio, d'immobilità...
Ascolta tra i palmizi il getto tremulo
dei violini, spento quando rotola
il tuono con un fremer di lamiera
percossa; la tempesta è dolce quando
sgorga bianca la stella di Canicola
nel cielo azzurro e lunge par la sera
ch'è prossima: se il fulmine la incide
dirama come un albero prezioso
entro la luce che s'arròsa: e il timpano
degli tzigani è il rombo silenzioso.
Discendi in mezzo al buio che precipita
e muta il mezzogiorno in una notte
di globi accesi, dondolanti a riva, e fuori, dove un'ombra sola tiene
mare e cielo, dai gozzi sparsi palpita
1'acetilene finché goccia trepido
il cielo, fuma il suolo che s'abbevera,
tutto d'accanto ti sciaborda, sbattono
le tende molli, un frùscio immenso rade
la terra, giù s'afflosciano stridendo
le lanterne di carta sulle strade.
Così sperso tra i vimini e le stuoie
grondanti, giunco tu che le radici
con sé trascina, viscide, non mai
svelte, tremi di vita e ti protendi
a un vuoto risonante di lamenti
soffocati, la tesa ti ringhiotte
dell'onda antica che ti volge; e ancora
tutto che ti riprende, strada portico
mura specchi ti figge in una sola
ghiacciata moltitudine di morti,
e se un gesto ti sfiora, una parola
ti cade accanto, quello è forse, Arsenio,
nell'ora che si scioglie, il cenno d'una
vita strozzata per te sorta, e il vento
la porta con la cenere degli astri.
Eugenio Montale
IL PLEUT
Guillaume Apollinaire
TRADUZIONE:
PIOVE
Piovono voci di donne come fossero morte anche nel ricordo
Anche voi piovete meravigliosi incontri della mia vita o goccioline
E quelle nuvole impennate incominciano a nitrire un intero universo di città auricolari
Senti se piove mentre il rimpianto e lo sdegno piangono una musica antica
Ascolta cadere i legami che li tengono in alto e in basso
DANGER POUR L’EAU
SUR LA TERRE
L’eau couvre deux tiers de notre planète, la terre et les astronautes l’ont définie
« la planète bleue », parce que, vue de l’espace, se distingue des autres planètes
par sa couleur bleue.
L’eau entre dans la composition de notre corps pour le 65% et est l’element
fondamental pour la vie.
Actuellement, la Terre est menacé de pollution par :
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« marées noires » qui sont des grandes quantités de pétrole, déversées
accidentellement en mer par les pétrolieres, qui asphyxient les
poissons, les oiseaux, la végétation marine comme les algues, et aussi
défigurent les cotes.
déchets urbains et les eaux usées jetés en mer. Pour faire face à ce
problème, les villes cotières s’équipent avec des stations de depuration
des eaux.
les fleuves qui apportent en mer tous les poullants absorbés dans
leurs parcours.
les algues qui sont dévelloppées démesurément, pour la modificatione
de l’équilibre marine, qui absorbent toutes l’oxygène de l’eau et
détruisent toutes autres formes de vie.
Autres problèmes pour la santé de la Terre sont : la déforestation, le recul des
glaciers, l’erosion du littoral, la disparition d’espèces végétales et animales. Il y a
un véritable « mal de la Terre ».
Plusieurs milliers d’espèces animales, par exemple l’ours polaire, la tigre d’Inde,
le panda, risquent de disparaitre par la détérioration de leur habitat naturel. La
disparation d’une espèce a des répercussions sur l’équilibre de toute la nature.
Pour rèduire les émission des gaz, considérée responsable du réchauffement de la
planète, 126 pays ont ratifié le « protocole de Kyoto » qui est entré en vigueur le
26 février 2005.
Le 22 avril, c’est le jour de la fete de la Terre, moment pour soutenir les initiatives
en matière de sauvegarde de l’environnement ; journèe célébrée par 500 millions
de personnes dans 184 pays.
Chaque homme peut aider et protéger la nature avec de petits gestes, comme
utiliser des ampoules « basse consommation ».
BEAUCOUP DE CHOSES PEUVENT ETRE CHANGER AVEC
DE PETITS EFFORTS.
Pour exemple, préférer la douche au bain ou quand l’on se brosse les dents, il
est préférable de se rincer avec un verre à dents.
Pour utiliser bien la lave-linge:
• laver à la température la plus basse possible.
• adopter les boules de caoutchouc recyclé, glissées avec le linge dans le
tambour de l’appareil qui sont très efficaces.
• Préférer le modèle de classe A ou A+
AMERICAN
NATIONALS PARKS
National parks are large areas rich in wildlife and spectacular landscapes. They
are forty, they are in the USA and attract millions of tourist every year.
In the national park work the rangers, them offices are: care for the parks and its
visitors, and charge an entry fee to pay for facilities. Lots of people requires some
basic rules: treat the parks with respect, stay on the trail, don’t leave rubbish,
don’t pick the flowers, don’t feed the animals, don’t light fires, make no
unnecessery noise.
The national park preserve the wildlife and the variety of landscapes.
The first national park was opened about 140 years ago.
Visitors can help protect national park. People can do is to treat the parks, the
plants and animals with respect.
The most important parks are:
• YELLOSTONE NATIONAL PARK was the first in the world, it
lies mainly in the state of Wyoming, Idaho and Montana. The park is
covering for 80% with vast forest. There are the most of animals:
bears, deers, bisons, antelopes, elks. The principal attraction is the
geysers; the most famous is Old Faithful. The geyser erupt hot water
and steam. A famous italian cartoon, “Yoghy e Bubu” is set in the
park.
• GRAND CANYON NATIONAL PARK, in the north-east of
Arizona, offres one of the spectacular landscapes in the world. In the
desert canyon are deep gorges with very steep sides. The Colorado
River has cut the rocks and has formed a canyon 354 km long, 16 km
across.
• YOSEMITE NATIONAL PARK, lies mainly in east central
California. There are exciting scenery: steep cliffs, granite rocks and
waterfalls, as the Yosemite Falls.
An other important waterfalls is the Niagara Falls, between Canada and the USA.
The falls are 12,000 years old. There are two waterfalls on the american side and
one on the canadian side.
They are the second largest falls in the world, after the Victoria Falls and they are
an important source of hydroelectric power.
LE GUERRE
DELL’ACQUA
L'acqua dovrebbe essere considerata un diritto universale. Non può essere
privatizzata. Non può essere mercificata. Dovrebbe rimanere pubblica. Ma ormai
è diventata un grosso business. Non importa che 11 milioni di persone già oggi
rischiano di morire a causa della siccità in Africa orientale.
Il 22 marzo 2006, per volontà delle Nazioni Unite, si è celebrata in tutto il mondo
la «Giornata Mondiale dell'Acqua», in chiusura del quarto World Water Forum,
svoltosi a Città del Messico. Per l'occasione è stato presentato il secondo rapporto
sullo sviluppo mondiale delle risorse idriche dal titolo “Acqua: una responsabilità
comune”.
Il World Water Forum per una settimana ha riunito quasi diecimila persone e i
rappresentanti di 130 diversi Paesi per parlare di «azioni locali e sfide globali»
intorno a quello che è stato definito «il problema dell'oro blu». Nella capitale
latino-americana sono giunti uomini di Stato, tecnici e scienziati, esponenti di
organizzazioni non governative, rappresentanti di popolazioni locali. Notevole la
posta in gioco: verificare i risultati di una strategia che da dieci anni tenta di
risolvere il problema dell'acqua e proporne, eventualmente, un'altra.
Qual è «il problema dell'oro blu» e quale è la ormai decennale strategia che ha
cercato di risolverlo ? Quasi 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare e
sufficiente (almeno 20 litri al giorno) all'acqua potabile; 3,25 miliardi di persone
non hanno servizi igienici in casa. Il problema principale è la sete. Di acqua
potabile disponibile al mondo ce n'è in quantità sufficiente per tutti. Ma è mal
distribuita, soprattutto dagli uomini: ne viene consumata tantissima in agricoltura
e troppo spesso stenta a raggiungere le città e i villaggi, in particolare nei Paesi in
via di sviluppo.
La strategia, supportata dalle grandi organizzazioni finanziarie internazionali è
privatizzare: conferire all'acqua un valore economico e metterla sul mercato. Solo
così - sostengono i neo-liberisti - si possono drenare le risorse necessarie per
risolvere il problema del liquido non a caso definito «oro blu». E così, l'acqua
potabile disponibile ha cambiato statuto. Da diritto universale dell'uomo, è stato
declassato prima a bisogno e poi a merce. E così, il controllo delle acque potabili
disponibili in molti Paesi è stato assunto da aziende private. Troppi Paesi,
soprattutto tra quelli in via di sviluppo, sono stati costretti a fare propria la
strategia dell'«acqua uguale merce» e a privatizzare la gestione dell'«oro blu».
È stato, insomma, un fallimento: in questi ultimi due o tre lustri, il numero di
persone che non hanno accesso all'acqua potabile, con tutti gli effetti drammatici,
e a volte tragici, che ne conseguono, è aumentato. Mentre, nel contempo, l'acqua è
diventata un ulteriore fattore di ingiustizia sociale in un mondo che non è mai
stato così ricco e non è mai stato così disuguale.
Nell'ultima edizione del “Rapporto sullo Sviluppo Mondiale dell'Acqua”,
pubblicato in occasione del Quarto Forum Mondiale sull'Acqua, l'ONU ha
illustrato, ancora una volta, una situazione a dir poco drammatica: più di un
miliardo di persone non hanno ancora accesso all’acqua potabile pulita e più di
due miliardi e mezzo di persone non dispongono di alcuna infrastruttura sanitaria.
Di conseguenza, ogni anno muoiono circa 1,6 milioni di persone. Metà dei flussi
d'acqua sono fortemente contaminati da sostanze inquinanti, che ripetutamente e
rapidamente distruggono l'ecosistema d'acqua dolce.
“Far soldi sulla sete - la domanda globale di acqua potabile attrae imprese grandi
e piccole” è il titolo di un articolo di prima pagina della sezione economica del
“New York Times” del 10 agosto 2006. “Quello dell'acqua è un settore in cui la
crescita appare ora illimitata”, gli esperti stimano che il 15-20% dei sistemi idrici
che gestiscono acqua potabile e acque reflue sono di proprietà o affidati ad
operatori privati.
Nel Paese più povero e forse più coraggioso del Sud America, un altro consorzio
multinazionale per la privatizzazione dell'acqua ha chiuso i battenti. Le
organizzazioni di quartiere della città boliviana di El Alto hanno indetto uno
sciopero generale a tempo indeterminato, esigendo che la società del gigante
francese Suez - restituisse immediatamente il sistema idrico cittadino al controllo
pubblico. I cittadini hanno marciato in massa sulla capitale per festeggiare la loro
vittoria e avanzare richieste analoghe per le forniture di elettricità e gas.
Gli eventi di El Alto seguono la “Guerra dell'Acqua”, una pietra miliare nelle lotte
dei movimenti sociali, scoppiata nel 2000 nella terza città più grande della
Bolivia: Cochabamba. A El Alto (800 mila abitanti), dove la povertà è dilagante,
la gente è insoddisfatta per la mancanza di servizio in alcune zone periferiche, e
per i costi elevati. Un nuovo allacciamento alla rete idrica può costare fino a 445
dollari americani (secondo i dati delle Nazioni Unite, il 34% degli 8,6 milioni di
boliviani vivono con meno di 2 dollari al giorno, e il salario minimo è di circa 66
dollari al mese). Suez dice di aver ottemperato, superandoli, tutti i suoi obblighi
contrattuali (che escludono certe aree della città), di aver sempre prestato molta
attenzione alle richieste della popolazione di El Alto (soprattutto quella non
raggiunta dal servizio) e di essersi sempre preoccupata di venir incontro ai bisogni
dei clienti che vivono sotto la soglia di povertà.
Jim Shultz, che ha contribuito a far conoscere al mondo la Guerra dell'Acqua di
Cochabamba, sottolinea un fattore chiave che accomuna entrambe le battaglie: la
gente non ha mai avuto voce in capitolo nella privatizzazione, che è stata loro
imposta da un governo sottoposto a pressioni internazionali. La Banca Mondiale,
nel suo zelo privatizzatore, ha fatto pressioni al governo boliviano perché offrisse
in concessione ai privati i servizi idrici di Cochabamba ed El Alto. Nonostante si
cerchi di negare l'esistenza di tali pressioni, una relazione scritta della Banca
Mondiale afferma che: “Il presidente boliviano ha deciso di privatizzare i servizi
idrici e fognari di La Paz e Cochabamba, ottemperando a una delle condizioni
imposte dalla Banca Mondiale per prorogare i termini del credito. La Banca
Mondiale ha fornito quasi un quarto dei 68 milioni di dollari necessari per i primi
cinque anni del progetto”.
La mercificazione dell'acqua segue molte strade. Una è la concessione a privati
dello sfruttamento di sorgenti, pozzi, acquedotti e canali. In Messico, le riforme
per aprire questo tipo di mercato trovano qualche resistenza perché la
Costituzione stabilisce che la gestione dell'acqua è riservata allo stato. Ciò
significa che, almeno in teoria, questa non è una merce come le altre e che può
essere oggetto di concessioni solo per un tempo limitato. Le difficoltà legali si
aggirano grazie a una parola magica: “decentralizzazione”. Magica e ingannevole
giacché nei fatti “decentralizzare” ha voluto dire consegnare i sistemi idraulici ai
governi locali con l'unico obiettivo di aprire il passo alle privatizzazioni.
L'altra via della mercificazione è quella del consumo d'acqua in bottiglia, che
dappertutto è una truffa colossale, visto che da nessuna parte gli imbottigliatori
usano acqua di fonte, ma pongono il proprio sigillo all'acqua della rete pubblica. Il
Messico è sempre stato un gran consumatore di bibite a base di cola e ora è il
secondo consumatore pro capite d'acqua imbottigliata, preceduto solamente
dall'Italia. La Coca Cola possiede qui una rete di 17 imprese d'imbottigliamento,
seguita dalla Pepsi con solo 6. Il risultato è che un litro d'acqua in bottiglia costa
adesso come un litro di benzina.
Le autorità giustificarono la privatizzazione con il cattivo stato del servizio (ma
questo non migliorò). Gli unici effetti visibili furono il repentino aumento delle
tariffe e la sospensione della fornitura nei casi di morosità, una pratica fino allora
quasi sconosciuta. Secondo la compagnia, quello era l'unico modo per frenare il
consumo stimolando il risparmio e limitando così lo sperpero. L'impresa passò,
malgrado ciò, per molteplici disavventure finanziarie accumulando debiti.
Un pozzo d'acqua vale oggi più che un pozzo di petrolio. I problemi dell'acqua
possono avere gravi ripercussioni geopolitiche. Nel caso del Messico, si è
recentemente aggravata una vecchia disputa con gli Stati Uniti per il controllo dei
fiumi e delle acque sotterranee lungo la frontiera. La regione si trova alle soglie di
un grave disastro ambientale. La maggiore falda acquifera del vicino nord, con
circa mezzo milione di chilometri quadrati rende possibile l'irrigazione di circa
6,5 milioni di ettari coltivati a mais, sorgo, soia e grano - è contaminata da
pesticidi, fertilizzanti e scorie nucleari.
Uno dei punti ardenti del conflitto riguarda lo sfruttamento del fiume Colorado,
che sbocca nel Golfo di California - in territorio messicano - ridotto ad un
modesto torrente d'acqua fangosa e tossica. Ciò è dovuto al fatto che dal lato
americano si trova la maggiore concentrazione d'industrie, insediamenti umani e
attività agricole del mondo intero. Il sistema del Colorado rifornisce, infatti, gran
parte delle zone metropolitane di Los Angeles, San Diego e Phoenix, sostentando
inoltre gran parte della produzione invernale di verdura. Nel lontano 1944, i due
Paesi sottoscrissero un “Trattato Internazionale delle Acque” che regolava il
flusso dei fiumi di frontiera stabilendo che ogni anno gli Stati Uniti devono
destinare al Messico 850 milioni di metri cubi del Colorado, mentre a sua volta il
Messico si impegna a inviare al vicino del nord 431 milioni di metri cubi del
Bravo, l'altro gran fiume della regione.
Negli ultimi anni, con la scusa del ritardo con cui il Messico invia la propria
quota, gli USA hanno deciso di rivestire di cemento il Canal Todo Americano, un
affluente del Colorado la cui gestione non è purtroppo contemplata nel Trattato
del 1944. Dato che quelle acque ricaricano una falda condivisa tra le due nazioni,
il governo degli Stati Uniti avrà adesso la possibilità di captare non solo le acque
di superficie del Colorado, ma anche quelle sotterranee.
La battaglia per salvare un fiume, un acquedotto o una sorgente può avere
conseguenze impreviste. Prendiamo il caso di una diga in progetto, La Parota, sul
fiume Papagayo, nello stato del Guerrero. Se dovesse costruirsi, questa avrebbe
una superficie tre volte maggiore della sottostante baia di Acapulco ed
inonderebbe 24 villaggi oltre ad un numero ancora non precisato di terre agricole.
Da anni, ed in particolare negli ultimi mesi, i 25 mila campesinos coinvolti si
trovano sul piede di guerra.
Finora, la lotta dei campesinos di Guerrero è stata pacifica, ma di fronte alla
repressione selettiva ed al tentativo da parte del CFE di dividere le comunità
comprandone i leader, potrebbe prendere un'altra piega. Un'altra guerra dell'acqua
si svolge tra gli indigeni mazahua della regione del fiume Cutzamala e la
Commissione Nazionale dell'Acqua (CNA). Il sistema Cutzamala soddisfa, una
parte importante del fabbisogno di Città del Messico. Lo stato stanzia ogni anno la
somma di 1.600 milioni di pesos (circa 100 milioni di euro) per trasportare alla
zona metropolitana 19 mila litri d'acqua il secondo provenienti da Cutzamala.
La cosa assurda è che, mentre diverse comunità mazahua soffrono della mancanza
d'acqua potabile, circa il 38% dell'acqua spedita a Città del Messico si disperde a
causa del cattivo stato dei tubi. Durante la stagione delle piogge del 2003, la diga
Villa Vittoria, una delle sette che alimentano il Sistema Cutzamala, straripò
danneggiando le colture e le comunità mazahua. Allo scopo di risanare la regione
del Cutzamala, i comandanti richiedevano che il governo si impegnasse a piantare
almeno 20 milioni d'alberi nei prossimi mesi. Questi sono riusciti a sollevare
un'onda di simpatia nazionale che ha impedito che si scatenasse un'ondata
repressiva contro il movimento e ha obbligato il governo a trattare. Un mese
dopo, il Ministero degli Interni e le comunità mazahua hanno firmato un accordo
che, oltre ai risarcimenti richiesti, prevedeva la riforestazione e il risanamento del
medio ambiente. Di fronte all'assenza dei funzionari della CNA, le comandanti
mazahua dichiararono che la lotta continuava e che eventuali inadempienze
sarebbero sfociate in nuove mobilitazioni (la guerra è tuttora in corso).
Dal Punjab alla Turchia, dove nel 1989 l'allora primo ministro minacciò di
tagliare la fornitura d’acqua alla Siria se non avesse espulso il Partito dei
Lavoratori del Kurdistan; dal Medioriente, in cui l'apartheid dell’acqua a danno
dei palestinesi alimenta il conflitto con Israele, fino al conflitto per le acque del
Nilo tra Egitto ed Etiopia e all' “idro-jihad” lanciata dalle popolazioni nomadi del
Tigri e dell’Eufrate contro il gigantesco progetto fluviale di Saddam Hussein.
Tutte guerre che si consumano in assenza di un quadro giuridico internazionale in
grado di risolverle, mentre, nel frattempo, il paradigma del mercato spinge la
liberalizzazione del commercio dell'acqua come ricetta per superare la crisi idrica.
Tra gli effetti più evidenti della privatizzazione, ci sono l'aumento delle tariffe e la
mancanza di garanzie di qualità. A Casablanca, il prezzo dell'acqua si è triplicato,
nel Regno Unito le bollette si sono gonfiate del 67% tra l'inizio e la metà degli
anni Novanta. In India, l'acqua è venduta a 2 dollari al litro, quasi il doppio del
minimo salariale locale. A Johannesburg la qualità dell'acqua si è abbassata di
pari passo con l'innalzamento dei prezzi.
Eppure è ancora possibile fermare questo processo. Lo dimostrano casi come
quello di Cochabamba, regione divenuta il simbolo della lotta per il diritto
all'acqua (qui, nel 2000, un imponente movimento ha bloccato la città per giorni
per protestare contro la privatizzazione e, nonostante la repressione poliziesca, ha
costretto l'azienda Bechtel a lasciare la Bolivia).
Le Guerre dell'Acqua si combattono anche da noi, nel “belpaese”.
Proprio di recente, da Latina, è partito un forte appello contro la privatizzazione
del servizio idrico. Dal Comitato Provinciale di Difesa Acqua pubblica di Latina
si è alzata una voce di protesta: “Bollette triplicate dal 2001, ovvero dall'inizio
della gestione di Acqualatina. In gran parte del territorio pontino il costo
dell'acqua è triplicato a fronte di una qualità sempre più scadente della stessa; a
maggio 2005, per esempio, si sono riscontrati tassi di arsenico a Cisterna di oltre
200 microgrammi/l. Oltre il 70% dell’ acqua si disperde o non arriva a
fatturazione.
I cittadini quotidianamente subiscono la malagestione di Acqualatina, e chi prova
a protestare o non riesce a pagare per morosità è minacciato, con telefonate e
lettere, di cessazione dell'erogazione del servizio idrico. In una situazione così
rovente ed impegnativa, spartirsi centinaia di migliaia di euro in poltrone politiche
di rito, senza neanche porsi il problema delle ragioni di tanto dissenso sociale, è
davvero una prassi politica irresponsabile e cieca. Lo scorso 4 Novembre c'è stata
un'assemblea pubblica convocata dal Comitato Spontaneo di Lotta contro
Acqualatina che sosterrà i Comuni che non hanno ratificato il contratto di gestione
con la società.
È noto che, per quanto le acque minerali siano di proprietà pubblica - in Italia
delle regioni - sono le imprese private che tirano grassi e sicuri profitti dalla loro
mercificazione/vendita. Il business delle acque minerali in bottiglia è diventato
uno dei settori più lucrativi e in espansione al mondo, dominato fino a poco tempo
fa dalla Nestlé (proprietaria, fra gli altri, dei marchi del gruppo italiano San
Pellegrino) e dalla Danone. Oramai sono tallonate da altre due «gentili sorelle
dell'acqua» che sono la Cocacola e la Pepsicola. Sta ora diventando altresì noto
che le imprese private di distribuzione dell'acqua, e quelle a capitale misto
pubblico-privato sempre più numerose nel settore dei servizi idrici, si stanno
impadronendo della proprietà e/o del controllo dell'acqua potabile attraverso il
mondo.Le francesi Suez-Ondeo e Vivendi-Veolia, da sole, gestiscono la
distribuzione dell'acqua per più di 250 milioni di persone, senza contare quelle
servite dalle società di cui posseggono delle partecipazioni azionarie. La banca
privata svizzera Pictet prevede che nel 2015 le imprese private forniranno l'acqua
potabile a circa 1 miliardo e 750 milioni di «consumatori». In questo contesto,
non sorprende di constatare che le imprese di gestione dell'acqua sono sempre più
comprate e vendute sul mercato delle imprese come si vendono e si comprano
delle imprese di scarpe o di frigoriferi.
In Italia, potrebbe presto avvenire la trasformazione delle industrie italiane, che
già operano sui mercati azionari europei e internazionali, in industrie a
sfruttamento. Il recente accordo di conferma sull'esclusione dei servizi idrici dai
processi di privatizzazione - sotto riserva di conoscere il contenuto del decreto
sulla moratoria che dovrebbe essere emesso a giorni - così come la volontà
espressa da più di 50.000 cittadini italiani che hanno già firmato, dal 13 gennaio
ad oggi, la proposta di legge di iniziativa popolare sull'acqua bene comune,
costituiscono due elementi significativi della nuova fase politica italiana aperta
del governo Prodi.
Attualmente, più di 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua e 2,6
miliardi mancano di servizi sanitari, il che determina conseguenze disastrose sulle
condizioni igieniche e sanitarie di queste popolazioni. Nel mondo, 4.500 bambini
muoiono ogni giorno per le conseguenze legate al mancato accesso all'acqua
potabile.
CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE
LE ACQUE MINERALI
CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE NATURALI
IL CICLO DELL’ACQUA
ACQUE PER USI
INDUSTRIALI
INQUINAMETO
DELLE ACQUE
L’ACQUA
ACQUE DI RIFIUTO
DISSALAZIONE DELL’ACQUA
COMPOSIZIONE
L’ACQUA E LA VITA
PURIFICAZIONE DELL’ACQUA
L’ACQUA
Composto chimico formato da idrogeno e ossigeno che si combinano nella
proporzione di due ad uno, per dar luogo a una sostanza che, in natura, si trova
allo stato solido (ghiaccio, neve), liquido e aeriforme (vapore). La formula H2O si
riscontra soltanto allo stato di vapore.
IL CICLO DELL’ACQUA
Il ciclo ideologico rappresenta l’insieme di tutti i fenomeni legati all’acqua nel
suo naturale movimento sulla superficie terrestre. Nel termine ciclo è insita l'idea
di un meccanismo di ricircolo. Ad ogni ciclo la molecola d’acqua viene
sottoposta ad almeno due cambiamenti di stato: da vapore a liquido o solido e
nuovamente a vapore.
Tutti i processi di formazione e di trasporto del vapore sono attivati dall’energia
solare.
L'acqua evapora, sotto l'azione della radiazione solare, a partire dal terreno, dalla
vegetazione e dagli specchi d'acqua, per poi essere trasportata, sotto forma di nubi
di vapor d'acqua, dal movimento dell'atmosfera.
Le nubi, in particolari condizioni di temperatura e pressione, tendono quindi a
ricondensarsi precipitando nuovamente al suolo o sugli specchi d'acqua sotto
forma di piccole goccioline d'acqua o cristalli di neve.
Se la precipitazione è solida tenderà ad accumularsi sulla superficie, se invece la
precipitazione è liquida i suoli possono trattenere temporaneamente tutta o parte
della precipitazione.
L'acqua infiltrata al suolo verrà in parte richiamata dalle radici delle piante e
rilasciata in atmosfera sotto forma di traspirazione, in parte drenata dal terreno, ed
in parte andrà a ricaricare le falde sottostanti.
CARATTERISTICHE FISICO-CHIMICHE
L’acqua è un liquido inodore, insapore, incolore.
Ognuno dei due atomi di idrogeno presenta una parziale carica positiva e quello di
ossigeno una parziale carica negativa. Ne consegue che ogni atomo di idrogeno
nell’acqua può essere attratto dall’ossigeno di una molecola vicina. L’acqua fonde
a 0 oC e bolle a 100 Oc.
Allo stato solido, quindi sotto forma di ghiaccio, questo elemento è meno denso
rispetto a quando si trova allo stato liquido e, oltretutto, rimane in superficie
(l’aumento di volume dell’acqua congelando è di circa l’8%). Quando il ghiaccio
comincia a fondere, la rottura dei legami idrogeno comporta la contrazione
dell’acqua, fenomeno che si manifesta tra 0 e 4 oC; a 4 oC l’acqua presenta la sua
densità massima. Come altri liquidi, può esistere in condizione di soprafusione,
cioè può trovarsi allo stato liquido anche a una temperatura minore del punto di
fusione, e può essere raffreddata fino a -25 °C senza congelare. L'acqua soprafusa
è fortemente instabile dal punto di vista fisico. Le proprietà dell'acqua vengono
spesso sfruttate per tarare strumenti di misura della temperatura, del volume e
della massa.
Ottimo solvente, l’acqua reagisce con i metalli alcalini a freddo, con altri a caldo;
si combina con gli ossidi formando gli idrossidi e con le anidridi per dare acidi.
La sua presenza è indispensabile in molte reazioni.
CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE NATURALI
La composizione chimica di queste acque dipende dai terreni da cui provengono:
sono acide, se contengono acidi umici, acido carbonico, borico, solfidrico
eccetera; dure, per la presenza di sali di calcio e magnesio. La durezza ha molta
importanza per gli usi industriali: in base a essa le acque si classificano in dolci,
dure e durissime.
Un terreno speciale è il mare che contiene in media il 3.5% di sali, di cui la
maggioranza è costituita dal cloruro di sodio.
LE ACQUE MINERALI
Le acque minerali in commercio si differenziano per diverse caratteristiche. Per
saperle basta saper leggere e interpretare l’etichetta. Il dato più importante da
osservare è il residuo fisso a 180°. Questo indica la qualità di sali minerali che
rimangono sul fondo di un recipiente quando si scalda l’acqua a 180°, facendola
evaporare. In base al loro contenuti di sali, le acque si dividono in “minimamente
minerali”, “oligominerali”, “medio minerali” e “minerali”. Meno sali contiene più
l’acqua è leggera e quindi adatta ad un uso quotidiano come acqua da tavola. Un
acqua a basso contenuto di NA+ favorisce la diuresi.
Più l’acqua è priva di sali più è leggera e diuretica e facilita il processo d
depurazione dell’organismo. Se invece il residuo fisso supera i 1.500 mg per litro
l’acqua è “medicamentosa” e il suo usa va subordinato al parere medico.
Le acque minerali si differenziano anche in base al gusto:
a)acque minerali gassate o medio gassate, che si presentano con effervescenza
naturale o per addizionamento di gas;
b) acque minerali piatte, cioè non effervescenti né contenenti gas.
ACQUE PER USI INDUSTRIALI
A seconda degli impieghi, devono possedere requisiti fisico-chimici particolari.
ACQUE DI RIFIUTO
Sono quelle provenienti dallo scarico di abitazioni, officine, industrie. Le acque
nere o luride contenenti deiezioni umane di solito sono mescolate a quelle
bianche; non possono essere immesse direttamente nei corsi d’acqua, ma devono
essere depurate ricorrendo all’azione di batteri che agiscono soltanto in presenza
di aria.
L’ACQUA E LA VITA
L'acqua costituisce una frazione compresa tra il 50 e il 90 % del peso corporeo
degli organismi viventi, Il protoplasma cellulare, in cui l'acqua rappresenta
l'elemento disperdente; grassi, carboidrati, proteine, sali e altre sostanze chimiche
vengono disciolte e trasportate in soluzione acquosa.
L’acqua è presente in tutte le sostanze esistenti in natura sulla crosta terrestre ed è
il composto predominante di qualsiasi tipo di materia vivente. Sulla terra essa è
presente in tre stati in quantità di 45.000 miliardi di metri cubi di cui 3.000.000
mc. sono rappresentati da acqua dolce. La quantità complessiva d’acqua presente
non varia.
È la sostanza che in maggiore quantità entra ed esce dal corpo dell’uomo: un
uomo adulto assume circa 3 litri di acqua al giorno attraverso i cibi, l’acqua
bevuta, è parte di esse deriva dalle reazioni metaboliche che si svolgono
nell’organismo. L’acqua raramente scende al disotto del 50% del peso di un
organismo, se ciò succede deve reintegrare l’acqua al suo interno al più presto.
L'acqua nel nostro corpo si trova così distribuita:
•
•
•
•
•
•
acqua intracellulare, rappresenta il 40%
acqua extracellulare, circa il 20%
acqua plasmatica
acqua interstiziale e linfa
acqua del tessuto connettivo e osseo
liquidi transcellulari, prodotti dalle ghiandole esocrine e dalle mucose .
L'acqua non è ugualmente distribuita in tutti i tessuti. Con l'avanzare dell'età il
tenore idrico dell'organismo diminuisce per colpa dell’abbassamento della
capacità di ritenzione degli stessi tessuti.
Il volume dei liquidi varia anche al contenuto dei grassi: gli obesi hanno un minor
contenuto d'acqua rispetto ai magri; l'organismo femminile ne contiene meno
rispetto a quello maschile.
Quando l'acqua introdotta e quella che si forma nell'organismo equivale in
quantità a quella eliminata (urine, sudore, polmoni e pelle), l'individuo è in
equilibrio idrico.
Le vie di eliminazione sono rappresentate da urine, feci, il sudore e l'aria espirata.
Se l'equilibrio è alterato si manifestano i sintomi di un'intossicazione da acqua, se
le entrate superano le uscite, o di una disidratazione nel caso opposto.
L'intossicazione è caratterizzata da: disfunzioni gastrointestinali, debolezza
muscolare, irregolarità del battito cardiaco, disorientamento anche fino al coma.
Più grave e più comune è invece la disidratazione i cui sintomi sono: secchezza
orale, aumento dell'emoconcentrazione, astenia, cefalea, irritabilità, insonnia,
difficoltà di concentrazione per arrivare ad ipertermia, astenia profonda e collasso.
L’acqua può essere però anche considerata un potenziale veicolo di malattie. Le
malattie più comuni sono: tifo, colera, salmonellosi ed epatite. Esistono tre forme
di epatite fra queste solo la prima, la A può essere trasmessa attraverso l’acqua. In
situazioni di carenza di acqua è frequente il rischi di epidemie di queste malattie.
Il controllo delle infezioni delle malattie trasmissibili con l’acqua si basa
sull’adozione di semplici misure igieniche e su un efficace smaltimento dei
liquami fecali.
Un aumento dell’attenzione agli aspetti della salute e della forma fisica hanno
contribuito all’incremento dei consumi di acque imbottigliate dal commercio.
Carenza di igiene, ma anche carenze idriche per alcune zone del paese, hanno
fatto si che un numero sempre maggiore di cittadini si rivolgesse alla acque
minerali per le loro caratteristiche fondamentali: purezza batteriologica e
proprietà salutari. Una funzione d’uso particolare è soddisfatta dalle acque
salutistiche consumate per specifici problemi di dieta o curativo-terapeutici.
COMPOSIZIONE
Poiché l'acqua ha un elevato potere solvente, raramente può essere trovata in
natura allo stato puro.
L'acqua discioglie le sostanze minerali presenti nelle rocce e nel suolo,
arricchendosi di composti chimici. L'acqua di superficie spesso contiene sostanze
inquinanti di origine industriale, agricola e domestica. Nell'acqua potabile sono
normalmente presenti quantità rilevanti di fluoruri.
Nell'acqua marina, oltre al cloruro di sodio, sono contenuti numerosi altri sali. Il
continuo apporto d'acqua dolce, nei mari e negli oceani, viene equilibrato dal
processo di evaporazione che mantiene pressoché costante la concentrazione dei
sali.
PURIFICAZIONE DELL’ACQUA
Per le acque destinate all'uso domestico o industriale si rendono necessari processi
di purificazione e potabilizzazione. Le sostanze in sospensione vengono
generalmente eliminate mediante vagliatura o sedimentazione. L'odore e il gusto
sgradevoli possono essere ridotti usando sostanze assorbenti, mentre l'aggiunta di
cloro e l'irraggiamento selettivo contribuiscono a ridurre l'eventuale carica
batterica.
I trattamenti di potabilizzazione consistono in:
• correzioni, attraverso la sedimentazione, la filtrazione e
l’addolcimento. Quando l’acqua contiene una quantità significativa di
calcio e di magnesio, è denominata acqua pura. L’addolcimento
dell’acqua è una tecnica che favorisce la rimozione degli ioni di calcio
e di magnesio.
• disinfezioni, consiste nella distruzione di tutti i microrganismi, essa
avviene mediante l’aggiunta di sostanze battericide quali il cloro e
l’ozono.
DISSALAZIONE DELL’ACQUA
Nelle zone aride o semiaride, sono stati sviluppati diversi metodi per ricavare a un
costo accettabile acqua dolce dall'acqua di mare o dalle acque salmastre.
Le tecniche più usate, l'evaporazione a effetto multiplo, la distillazione per
compressione di vapore e l'evaporazione istantanea, si basano sull'evaporazione
dell'acqua e sulla successiva condensazione del vapore ottenuto. Il terzo metodo,
che è il più usato, consiste nell'immettere acqua di mare riscaldata in serbatoi in
forte depressione, in cui essa vaporizza quasi immediatamente. Il vapore viene
estratto e condensato, producendo acqua dissalata.
Un altro metodo consiste nel congelare l'acqua di mare: i cristalli di ghiaccio
vengono separati dall'acqua satura di cloruro di sodio, lavati dal sale e sciolti in
modo da ottenere acqua dolce.
Il problema principale della dissalazione delle acque è costituito dai costi.
Ricordiamo che l’acqua è potabile se contiene meno di 500 parti per milione
(ppm) di sali.
INQUINAMENTO DELLE ACQUE
La contaminazione dell’acqua è causata dall’immissione di sostanze quali prodotti
chimici e scarichi industriali e urbani, che ne alterano la qualità
compromettendone gli abituali usi.
I principali inquinanti idrici sono: le acque di scarico, i fertilizzanti e tutte le
sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche, i
pesticidi e sostanze chimiche organiche, il petrolio e i suoi derivati, metalli, sali
minerali e composti chimici inorganici; sabbie e detriti, sostanze o scorie
radioattive. Le sostanze contaminanti contenute nell’acqua inquinata possono
provocare innumerevoli danni alla salute dell’uomo e all’equilibrio degli
ecosistemi. Tra gli inquinanti più nocivi per l’uomo vi sono alcuni metalli pesanti,
come il mercurio, l’arsenico, il piombo e il cromo.
Gli ecosistemi lacustri sono particolarmente sensibili all’inquinamento.
L’eccessivo apporto di fertilizzanti dilavati dai terreni agricoli può avviare un
processo di eutrofizzazione (crescita smodata della flora acquatica che consumano
l’ossigeno disciolto nell’acqua). Sul fondo del bacino si accumulano sedimenti di
varia natura e nelle acque avvengono reazioni chimiche che mutano l’equilibrio e
la composizione dell’ecosistema. Un’altra fonte di inquinamento idrico è
costituita dalle cosiddette piogge acide, che hanno già provocato la scomparsa di
ogni forma di vita.
Finora l’obiettivo primario dei programmi di smaltimento degli scarichi urbani è
stato quello di ridurre la concentrazione delle sostanze inquinanti e dannose. Da
qualche tempo, tuttavia, una maggiore attenzione viene rivolta anche al delicato
problema del trattamento e dello smaltimento dei fanghi che si producono nei
processi di depurazione.
Gli scarichi industriali contengono una grande varietà di inquinanti. Il loro
impatto sull’ambiente è complesso: le sostanze tossiche rinforzano
reciprocamente i propri effetti dannosi e quindi il danno complessivo risulta
maggiore della somma dei singoli effetti. La concentrazione di inquinanti può
essere ridotta limitandone la produzione all’origine.
I fertilizzanti chimici e i liquami prodotti dagli allevamenti sono ricchi di sostanze
organiche che vanno a riversarsi nelle falde acquifere o nei corpi idrici
superficiali. Spesso i liquami di origine animale vengono scaricati a volte
direttamente sul terreno e da qui sono trasportati dall’acqua piovana nei fiumi, nei
laghi e nelle falde sotterranee. In questo caso, per limitare l’impatto degli
inquinanti si possono adottare semplici soluzioni, come l’uso di bacini di
decantazione o di vasche per la depurazione dei liquami.
LA CENTRALE
IDROELETTRICA
Per centrale idroelettrica si intende una serie di opere di ingegneria idraulica
posizionate in una certa successione, accoppiate ad una serie di macchinari idonei
allo scopo di ottenere la produzione di energia elettrica da masse di acqua in
movimento. È un impianto, quindi, che sfrutta l’energia cinetica di questo
importante elemento. I due più importanti tipi di centrali idroelettriche sono: la
centrale a serbatoio (detta anche centrale a bacino) e la centrale fluviale.
Le centrali idroelettriche hanno la peculiarità di poter essere attivate e disattivate
in pochi minuti con l'immediata apertura delle saracinesche idrauliche, dando
quindi la possibilità di coprire facilmente gli improvvisi picchi di richiesta che si
possono verificare. Al contrario, gran parte delle centrali termoelettriche e
nucleari hanno tempi di attivazione più lunghi, necessari per il riscaldamento
dell'acqua e sono pertanto una tipologia di impianti di tipo "sempre acceso" (o "di
base").
L'energia prodotta dalle centrali idroelettriche è da classificarsi a tutti gli effetti
come energia rinnovabile in quanto, almeno in teoria, l'acqua può essere
riutilizzata infinite volte per lo stesso scopo senza depauperamento.
•
CENTRALE A SERBATOIO
Questo tipo di centrale è quasi sempre situata nelle zone montuose, dove si
possono creare serbatoi d’acqua ad alta quota. Naturalmente più è elevata la
capacita del serbatoio e più è elevato il dislivello tra questo e la centrale maggiore
sarà la potenza dell’impianto.
Il serbatoio d’acqua viene situato in genere dove è presente una conca naturale, la
valle, ed è importante che sia ad alta quota. Qui verrà poi costruita dall’uomo una
diga artificiale in cemento armato, in quanto dovrà sostenere la potenza
dell’acqua. Qui si formerà così un lago artificiale che servirà per far funzionare la
centrale.
In questo tipo di centrali idroelettriche è presente un bacino di raccolta a valle:
l'acqua che ha generato energia elettrica durante il giorno passando nelle turbine
può essere riportata dal bacino di valle al bacino di monte durante le ore di minor
richiesta di energia (ad esempio di notte), mediante pompaggio, utilizzando per
questa operazione l'energia elettrica in eccesso (e a basso costo) prodotta dalle
centrali di tipo "sempre acceso" e non diversamente accumulabile. In altre parole
il bacino di monte viene "ricaricato" durante la notte e le masse d'acqua riportate a
monte possono quindi essere riutilizzate nelle ore di maggiore richiesta
energetica.
Il serbatoio è collegato con la centrale grazie a due tipi di condotte: il canale di
derivazione, grosso tubo collocato all’interno della montagna che risulta in lieve
pendenza e la condotta forzata che invece scende in forte pendenza, collegherà il
serbatoio con la centrale.
La centrale invece è suddivisa su due livelli: il primo formato dalle turbine e il
secondo dagli alternatori.
Questo tipo di centrale entra in funzione di giorno, visto che la richiesta è
maggiore. L’acqua che si è precedentemente fermata nel serbatoio ad alta quota
passa nel canale di derivazione fino a raggiungere la condotta forzata. Da qui
l’acqua inizia a scendere più velocemente per la maggiore pressione che viene
esercitata da quella che sta sopra. Alla fine della condotta forzata vi è l’ugello,
una specie di strozzatura che trasforma la pressione in velocità. Il getto d’acqua
servirà per muovere la turbina, essa fa muovere anche l’alternatore che produce
energia elettrica, passata poi al trasformatore.
Turbina pelton, tipica della centrale a serbatoio
• CENTRALE FLUVIALE
Questo tipo di centrale sfrutta le portate d’acqua dei fiumi. Anche in questo caso
si costruisce una diga per ottenere il fondamentale dislivello di almeno 10 metri.
Solitamente all’interno della diga vi sono posti gli alternatori. Sopra la diga
vengono costruiti in genere ponti per treni e automobili in modo da permettere la
comunicazione tra le due rive.
In Italia non sono molto diffuse, soprattutto per la scarsa lunghezza dei fiumi;
negli Stati Uniti e in Russia invece vi sono dighe molto lunghe con molti
alternatori.
La diga viene costruita in calcestruzzo in modo perpendicolare rispetto al corso
del fiume, è dotata di numerose aperture (le paratoie) che vengono aperte quando
il fiume è in piena.
La centrale è formata come quella della centrale a serbatoio, mentre il
funzionamento è leggermente diverso: l’acqua presente nella diga passa in una
condotta a spirale che termina con diversi ugelli. I getti d’acqua fanno ruotare le
turbine, quindi l’alternatore, che porterà energia elettrica al trasformatore.
Turbina kaplan, tipica della centrale fluviale
• ALTRI TIPI DI CENTRALE
L’ultimo tipo di centrale è la centrale a marea. L’unica esistente al mondo è
situata in Francia, nella regione della Bretagna, dove viene sfruttata l’alta marea,
molto tipica di queste zone. Questa centrale si trova sul fiume Rance, ma non è
molto conveniente per via della sua poca funzionalità giornaliera, di sole 4 ore.
La centrale è formata da una diga nei pressi della foce. Grazie a questa quando vi
è l’alta marea l’acqua si accumula nelle pareti interne. Quando l’acqua inizia a
ritirarsi e si raggiunge un dislivello sufficiente si aprono le saracinesche e l’acqua
defluisce attraverso i 24 collettori. Ogni collettore è formato da una turbina
Kaplan a bulbo, che produce corrente elettrica.
• PROBLEMI AMBIENTALI
Problemi ambientali possono essere costituiti dal fatto che gli sbarramenti (dighe)
bloccano il trasporto solido dei fiumi (sabbie e ghiaie) alterando l'equilibrio tra
l'apporto solido e l'attività erosiva nel corso d'acqua a valle (erosione del letto del
fiume e, talvolta, "taglio dei meandri" per la maggiore velocità) fino al mare dove,
per il diminuito o nullo apporto solido si assiste al fenomeno dell'erosione delle
coste. Grandi bacini idroelettrici inoltre possono in alcuni casi avere impatti
ambientali e socio-economici di diversa entità o gravità sulle zone circostanti
(modifica del paesaggio e distruzione di habitat naturali, spostamenti di
popolazione, perdita di aree agricole, ecc.) e lo studio di fattibilità deve essere
particolarmente accurato soprattutto per quanto concerne l'analisi puntuale della
geologia dei versanti e delle "spalle" su cui si attesterà la diga non tralasciando
alcun particolare. Solo così si potranno evitare tragedie quali quella che
nell'autunno del 1963 sconvolse la valle del Vajont (cancellando la cittadina di
Longarone e d altri due centri del fondovalle con oltre tremila vittime).
L’ACQUA NELL’ARTE
ACQUA, DA CHE MONDO E MONDO ELEMENTO INDISPENSABILE
ALLA VITA, FONTE DI ISPIRAZIONE PER MERAVIGLIOSE E
INESTIMABILI OPERE D’ARTE.
RINASCIMENTO
La qualità trasparente dell’acqua diviene, in questo periodo metafora della
purezza. Non è raro perciò trovare la raffigurazione di ampolle colme d’acqua
nelle scene dell’Annunciazione, come quella di Filippo Lippi. Questo oggetto
allude alla natura immacolata di Maria.
Ha più o meno uguale significato l’inarrivabile bicchiere d’acqua che Antonello
da Messina colloca fra le mani di Santa Lucia nella Pala di San Cassiano.
TITOLO: Pala di San Cassiano
AUTORE: Antonello da Messina
TECNICA: olio su tavola
DIMENSIONI: cm. 115x65 (parte centrale), cm. 55.9x35 (parte sinistra), cm.
56.8x 35.6 (parte destra)
DATAZIONE: 1475-1476
COLLOCAZIONE: Vienna, Kunsthistorisches Museum
L’oggetto allude alla promessa di verginità (e quindi di purezza) che la futura
santa rivolse al Signore. Il bicchiere trasparente e pieno d’acqua, però, rimanda
anche al nome della santa, indubbiamente connesso con l’idea stessa di luce e,
quindi di purezza. In tal senso, il simbolismo della purezza cui rimanda l’acqua è
talora sostituito dalla presenza del vetro.
Nel corso del Rinascimento frequenti sono anche le rappresentazioni di soggetti
sacri e profani in cui l’uso del tema in oggetto sottende a una complessa rete di
significati simbolici.
Conviene ricordare oggetti come le due acquasantiere, scolpite da Antonio
Federighi per il duomo di Siena, da considerarsi veri e propri trattati sulle
proprietà purificatrici e simboliche dell’acqua in senso cristiano. La vasca, nella
quale il fedele immerge la mano, accoglie pesci di marmo che guizzano e
rimandano al significato del termine greco ictus, ossia “pesce”.
SEICENTO
La Chiesa accorda all’iconografia dell’acqua nel corso del Seicento non solo
concetti di purificazione e redenzione, ma il tema viene abilmente sfruttato anche
per esigenze di carattere propagandistico, come del resto era accaduto in passato.
La questione protestante e il recupero che la Chiesa aveva tentato sembra imporre
l’enfatizzazione di antichi simboli, come l’acqua, attraverso i quali confortare il
popolo di credenti sul proprio operato e trasmettere una rinnovata fiducia nei
confronti dei propri rappresentanti.
Non è un caso, quindi, che i grandi pontificati del secolo siano stati caratterizzati
dalla costruzione di nuove, monumentali fontane.
Un esempio è la realizzazione della Fontana dei Fiumi di Gian Lorenzo Bernini
voluta fortemente da papa Innocenzo X.
Forte dello storico legame esistente tra l’acqua e la piazza, trasformata in un lago
artificiale, Bernini immagina una vasca ellittica sormontata da una complessa
struttura a forma di scoglio che doveva sostenere l’obelisco egizio rinvenuto nel
circo di Massenzio.
Il monumento nasconde un complesso simbolismo, che ha come protagoniste le
personificazioni dei quattro principali fiumi della Terra: il Danubio, il Nilo, il
Gange e il Rio della Plata. Possenti e maestosi, questi alludono ai quattro angoli
del mondo, la parte più significativa dell’intero universo, sul quale è discesa la
Grazia divina, che si riversa come l’acqua su tutti i Continenti.
L’opera, però, può essere letta anche facendo il percorso inverso, partendo dal
basso, e, in questo caso, i simboli del monumento guideranno nell’ascesa che
dalle tenebre porta alla luce per raggiungere infine la Grazia divina posta in cima
all’obelisco.
TITOLO: Fontana dei Quattro Fiumi
AUTORE: Gian Lorenzo Bernini
DATAZIONE: 1651
COLLOCAZIONE: Roma, piazza Navona
Il tema dell’acqua nel Seicento, in ogni caso, non è appannaggio soltanto della
dimensione monumentale o di quella paesaggistica, le cui radici affondano nel
secolo precedente, ma diventa soggetto in molti dipinti dedicati alla quotidianità.
Essa diviene così un elemento frequente in tele di grandi artisti che ritraggono
momenti della vita di tutti i giorni.
Nell’Acquaiolo di Siviglia, ad esempio, colpisce il desiderio di descrivere
minuziosamente il mondo degli umili. Con grande professionalità, l’acquaiolo
osserva il bicchiere di vetro che il giovane sulla sinistra tiene tra le mani e pare
attento a valutare come versare l’acqua nel recipiente senza farla cadere per terra.
D’altra parte, per il piccolo avventore, è arrivato il proprio turno e sul volto si
leggono le tracce di una leggera tensione per l’attesa che, adesso, sta per
concludersi.
La scena fotografa non solo quali dovevano essere gli atteggiamenti psicologi
degli uomini di allora, ma l’effetto che l’acqua produce sul comportamento delle
persone che hanno sete, in un’epoca in cui non esistevano le bottiglie della grande
distribuzione.
TITOLO: Acquaiolo di Siviglia
AUTORE: Diego Velàzquez
TECNICA: olio su tela
DIMENSIONI: cm. 105x80
DATAZIONE: 1602
COLLOCAZIONE: Londra, Victoria and Albert Museum
Anche il tema della Natura morta, con le fiasche d’acqua di vetro o di terracotta,
rientra nel grande filone che privilegia questo soggetto pittorico, anticipato, allo
scadere del secolo precedente, da opere come la Cena in Emmaus.
Qui, accanto alla bottiglia del vino, c’è la piccola brocca dell’acqua, evidente
rimando all’Eucarestia, come del resto tutti gli altri elementi che compaiono sulla
tavola imbandita.
TITOLO: Cena in Emmaus
AUTORE: Caravaggio
TECNICA: olio su tela
DIMENSIONI: cm. 141X196,2
DATAZIONE: 1602
COLLOCAZIONE: Londra
Al contrario, un chiaro simbolo di purezza è il bacile colmo d’acqua che compare
in primo piano nella tragica scena dell’opera La morte della Vergine. È quella
un’acqua purificatrice con cui dovrebbero lavarsi tutti i peccatori.
TITOLO: La morte della Vergine
AUTORE: Caravaggio
TECNICA: olio su tela
DIMENSIONI: cm. 369x245
DATAZIONE: 1604
COLLOCAZIONE: Parigi, Louvre
Nel Narciso, Caravaggio si concentra nel rendere la capacità riflettente dell’acqua
e il fascino che scaturisce dalla doppia immagine. Ciò suggerisce anche un altro
aspetto del complesso simbolismo di questo elemento: quello dell’illusione e
dell’inconsistenza della realtà cui l’acqua allude per metafora.
TITOLO: Narciso
AUTORE: Caravaggio
TECNICA: olio su tela
DIMENSIONI: cm. 112x92
DATAZIONE: 1597-1599
COLLOCAZIONE: Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica
SETTECENTO
L’interesse settecentesco per i giochi d’acqua e per le sorprese quasi
scenografiche delle fontane, torna e si amplia nel XVII secolo.
La maestosa fontana che divide, disegnandolo, il giardino della Reggia di Caserta
è, in questo senso, assolutamente eloquente.
La strada fiume, scorrendo al centro del giardino, convoglia le acque del vicino
Acquedotto Carolino proprio nella dimora reale, divenendo il fulcro ideale per
una serie di racconti figurati sull’acqua.
TITOLO: parco della Reggia di Caserta
AUTORE: Luigi e Carlo Vanvitelli
COLLOCAZIONE: Caserta
Qualche cosa di simile era già stato realizzato a San Pietroburgo per volere di
Pietro il Grande. La dimora dello zar ha come tema dominante quello dell’acqua
che si compiace dell’artificio da cui nasce meraviglia. La visita al parco trasmette
allo spettatore la sensazione di addentarsi in un’atmosfera fantastica, dove si è
quasi abbracciati da una miriade di riflessi iridescenti prodotti dagli zampilli
d’acqua della cascata centrale.
L’Italia non fu da meno, come dimostra l’articolato programma iconografico
ideato dall’architetto Francesco Nicoletti per la stanza dell’Organo di Villa
Pamphilj a Roma, dove il tema dell’acqua come filo conduttore diveniva un
pretesto per un viaggio nell’architettura, nella scultura, nella pittura e nella
musica.
Tale particolare declinazione del tema dell’acqua, ebbe vasta trattazione anche da
un punto di vista strettamente pittorico, sicché gli artisti ritrassero queste
residenze ponendo particolare attenzione proprio alla rappresentazione degli
innumerevoli giochi d’acqua.
Anche nel Settecento il tema dell’acqua compare in tutta una serie di dipinti
domestici realizzati da pittori d’eccellenza francesi.
Nelle loro opere, infatti, il tema dell’acqua, non è solo presente nelle nature
morte, ma compare come elemento prioritario anche nelle scene di vita quotidiana
della gente comune, e, in particolare, delle classi meno agiate.
Ad esempio le mani immerse nell’acqua de La lavandaia del 1733, è un elemento
che permette al pittore di raccontare la semplice vita di tutti i giorni con quella
serena perfezione che caratterizza gran parte delle sue opere.
TITOLO: La lavandaia
AUTORE: Jean-Baptiste-Siméon Chardin
DATAZIONE: 1735
COLLOCAZIONE: San Pietroburgo, museo dell’Ermitage
OTTOCENTO
Nell’ottocento l’uomo davanti agli spettacoli della natura non è solo sconcertato e
ansioso, ma anche meravigliato.
Questo sentimento, frutto dell’osservazione della natura, questa nuova capacità di
mettersi in ascolto del mondo circostante, sortì straordinari effetti anche per la
declinazione del tema iconografico dell’acqua, che in quanto elemento della
natura tra i meno governabili, fonte primaria di vita, ma anche causa di
distruzione, diviene protagonista di suggestive rappresentazioni.
Mentre nuove metodologie scientifiche permettevano di ordinare in modo
tassonomico e lucido la realtà esterna, si levava potente la voce di intellettuali che
parevano voler inneggiare alla natura come minaccia che incombe
quotidianamente sull’uomo.
Si tratta di due opposte posizioni che spesso convivono in uno stesso artista, come
in Joseph Mallord William Turner.
Così, La valorosa Téméraire, la storica nave da guerra reduce dalla battaglia di
Trafalgar, è un opera che dimostra in modo eloquente, come ad attrarre
l’attenzione del pittore inglese non sia la semplice registrazione del dato reale,
oggettivo, quanto piuttosto le implicazioni simboliche e drammatiche di una
natura ingovernabile.
TITOLO: La valorosa Téméraire
AUTORE: Joseph Mallord William Turner
TECNICA: olio su tela
DIMENSIONI: cm. 90,7x 102,6
DATAZIONE: 1838-1839
COLLOCAZIONE: Londra, National Gallery
Turner privilegia l’acqua del mare e soprattutto quella del fiume come tema
principale dei suoi dipinti.
Dall’altra parte dell’oceano, sulle rive del fiume Hudson si riuniva, intorno al
pittore Thomas Cole, una libera scuola di pittori. Questa libera scuola di pittori
elesse i paesaggi selvaggi e incontaminati, solcati da potenti corsi d’acqua, a
soggetto privilegiato delle proprie creazioni artistiche.
Un esempio è l’opera di Frederick Edwin Church, Veduta delle cascate del
Niagara, dove l’acqua diviene l’assoluta protagonista.
TITOLO: Veduta delle cascate del Niagara
AUTORE: Frederick Edwin Church
DATAZIONE: 1857
NOVECENTO
“Quando uscite a dipingere, cercate di dimenticare quali oggetti avete davanti, un
albero, un campo... Pensate soltanto, qui c’è un piccolo sprazzo di blu, qui ce una
lunga macchia rosa, qui una striscia di giallo, e dipingeteli proprio così come vi
appaiono, l’esatto colore, l’esatta forma, finché non vi restituiscono l’immagine
genuina della scena che avete innanzi agli occhi.”
Con queste parole, Claude Monet, rivela quale fosse il suo atteggiamento di fronte
alla natura e, quindi, anche nei confronti dell’acqua, che, per la sua rapida
capacità di variare forma e colore, costituiva una vera sfida per l’occhio
impressionista dell’artista e la sua capacità di fissarne gli effetti pittorici sulla tela.
Odilon Redon, invece, trae ispirazione da soggetti poetici e letterari, con l’ausilio
di una particolare tecnica pittorica, dette vita a una poetica sensibile e visionaria
in cui il tema dell’acqua, per le sue specifiche caratteristiche fisiche e per la sua
dimensione impenetrabile e oscura, diveniva una sorta di metafora del mistero.
TITOLO: Ofelia
AUTORE: Odilon Redon
DATAZIONE: 1905-1906
L’ACQUA NELLA
MUSICA
La musicalità è un carattere innato dell’acqua in ogni sua espressione naturale:
sotto forma di pioggia, leggera o impetuosa, ruscello, torrente, fiume in piena,
fonte, onda del mare, l’acqua si muove secondo armonie che musicisti e poeti
hanno ripreso e descritto con il linguaggio artistico. Nella musica classica, grandi
compositori descrivono con melodia lo scorrere impetuoso o calmo di grandi
fiumi. In questi componimenti, la musica fluisce e si forma grazie a note
armoniose come l’acqua, che scorre e da piccola pozza si trasforma in un grande
ed importante fiume.
L’acqua, per il navigante, è simile al mistero di una partitura musicale per un
musicista: essa deve essere osservata, scoperta, interpretata e attualizzata.
Per l’uomo, l’acqua è metafora della musica stessa, linguaggio universale.
Il dominio sull’acqua, così come quello della composizione musicale, è fatto e si
basa sull’intelligenza e sulla tecnica, che a loro volta si basano sull’osservazione
della natura.
L’acqua, quindi, è il filo conduttore di tutte le cose: acqua fonte di vita, acqua
generatrice, acqua causa di morte, acqua fonte di ispirazione poetica, acqua fonte
di ispirazione filosofica, acqua come medicamento, acqua fonte di speranza,
acqua magica e acqua nella musica e nella danza.
L’acqua è un elemento fondamentale per la vita dell’uomo. Molto spesso è
proprio l’acqua ad essere il tema principali di molti componimenti musicali.
“IL cantico delle Creature” di Francesco D’Assisi
… Laudato sii, mio signore, per sora acqua,
la quale è molto utile, e umile, e preziosa e casta.
“The Weast Land” di T.S. Eliot
… Se vi fosse acqua
E niente roccia
Se vi fosse roccia
E anche acqua
E acqua
Una sorgente
Una pozza fra la roccia
Se soltanto vi fosse suono d’acqua
Non la cicala
E l’erba secca che canta
Ma suono d’acqua sopra una roccia
Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini
Drip drop drip drop drop drop drop
Ma non c’è acqua.
“Le Stagioni” (dell’acqua) di Giuseppe Conte
L'acqua assomiglia all'anima
dell'uomo. E'irrequieta, non ha
posa. Si spande per le vie che scendono
verso l'origine di ogni cosa.
E poi si muta l'acqua, è
dolce sino agli estuari vola nelle nubi in cielo
dorme nelle stalattiti
specchia il sole nel velo
che fa sulle corolle
di crochi e margherite
ogni mattino.
L'acqua è eterna
non ha Destino.
Questa che vedi nel bicchiere
l'acqua - luce delle fontane
l'acqua nera delle tempeste
il fango delle frane
il torbido degli stagni
il dondolio delle onde
il tendere verso la luna
delle maree, la quieta
risacca lungo le spiagge sabbiose.
Come una cometa
di ghiacci sulla sua orbita
va l'anima, ritorna al regno delle acque.
Oh innocente! Oh sempre
in movimento e mutevole
Madre delle correnti
marine e dei cavalloni
dei gusci e delle alghe
grembo su cui la luna nelle veglie notturne
scende e si culla
Oh innocente,
profonda e quieta, Giocatrice
dolce tra le palme delle sponde
tra le sabbie delle colline
tra le isole di roccia e
rovine e le isolegiardino
specchio di alte vele, e dei
voli degli ibis.
Acqua della fine
Acqua del principio
l'anima ti attraversa
forse su una nave o naufraga
tra venti immani, o forse
a nuoto, a nuoto
e lenta, come un loto,
una zatterada.
“Acque” di Francesco Guccini
(…) E l’acqua passa e gira
e colora e poi stinge,
cos’è che mi respinge e m’attira;
acqua come sudore,
acqua fetida e chiara,
amara senza gusto né colore.
Ma l’acqua gira e passa…
E mormora e urla, sussurra, ti parla e ti schianta,
evapora in nuvole cupe rigonfie di nero diventa di terra, di vento, di sangue e
pensiero.
Ma a volte vorresti mangiarla sentirtici dentro,
un sasso che l’apre, che affonda e sparisce e non sente,
vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che è il centro
di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente.
Acque del mondo intorno
di pozzanghere e pianto
di me che canto al limite del giorno,
fra il buio e la paura
del tempo e del destino
freddo assassino della notte scura
Ma l’acqua gira e passa…
Anche nella musica classica possiamo trovare dei riferimenti sull’acqua…
HAENDEL
Haendel nel ‘700 le aveva combinate un po’ grosse con il re d’Inghilterra Giorgio
I non rispettando alcuni accordi contrattuali e doveva riconquistarsi la sua fiducia
in qualche modo. Il compositore, così mondano, aveva necessariamente bisogno
di “certi” appoggi per continuare la sua opera. Fu così che sul Tamigi il 17 luglio
1717 si tenne una festa sul fiume e il re si trovò sulla chiatta che lo doveva portare
a Chelsea un organico di notevoli dimensioni e grande effetto. La cronaca narra
come il re, talmente affascinato dalla musica, volle riascoltarla dell’inizio alla fine
per ben tre volte. Ed il bello è che è molto più lunga come vastità di movimenti da
quei dieci che oggi ripropongono per brevità le orchestre moderne e
contemporanee.
Tutti gli strumenti in uso nell’orchestra barocca furono portati sul vascello,
eccetto il clavicembalo, perché non era possibile che stesse sulla chiatta. La
strumentazione è diversa secondo i movimenti, ma gli strumenti necessari per
eseguire integralmente l’opera sono un flauto trasverso, due oboi, un fagotto, due
corni, due trombe, archi e continuo: questa strumentazione riesce a produrre il
suono necessario all’aperto.
Parte della musica è stata conservata in una partitura contemporanea scritta per
un’orchestra più piccola; tale versione non è adatta all’esecuzione all’aperto,
perché il suono degli strumenti ad arco non produce abbastanza suono all’aria
libera. La musica in ognuna delle suite non ha in sé un ordine definito. Quando le
suite venivano suonate per il re, la musica lenta e a basso volume veniva suonata
quando la chiatta dell’orchestra e quella del re erano vicine, mentre la musica di
carattere allegro veniva suonata quando le due chiatte erano più separate.
LISZT
Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano e inserita nella lista UNESCO del
patrimonio mondiale, con l’impressionante concentrazione di fontane, ninfei,
grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte
emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco.
Nel XVIII secolo la mancata manutenzione provocò la decadenza del complesso,
che si aggravò con il passaggio di proprietà alla Casa d'Asburgo. Il giardino fu
pian piano abbandonato, i giochi idraulici, non più utilizzati, andarono in rovina e
la collezione di statue antiche, risalente all'epoca del Cardinal Ippolito, fu
smembrata e trasferita altrove.
Questo stato di degrado proseguì ininterrotto fino alla metà del XIX secolo,
quando il cardinale Gustav von Hohelohe, ottenuta la villa dai duchi di Modena
nel 1851, avviò una serie di lavori per sottrarre il complesso alla rovina. La villa
ricominciò così ad essere punto di riferimento culturale, e il cardinale ospitò
spesso, tra il 1867 e il 1882, il musicista Franz Liszt (1811 - 1886), che proprio
qui compose Giochi d'acqua a Villa d'Este, per pianoforte, e tenne, nel 1879, uno
dei suoi ultimi concerti.
Allo scoppio della prima guerra mondiale la villa entrò a far parte delle proprietà
dello Stato Italiano, fu aperta al pubblico e interamente restaurata negli anni 192030. Un altro radicale restauro fu eseguito, subito dopo la seconda guerra
mondiale, per riparare i danni provocati dal bombardamento del 1944. A causa
delle condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli, i restauri si sono da allora
susseguiti quasi ininterrottamente nell’ultimo ventennio (fra questi va segnalato
almeno il recente ripristino delle Fontane dell’Organo e del “Canto degli
Uccelli”).