La Dea Ana
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La Dea Ana
La Dea Ana Si chiamano "pro Ana" e rappresentano uno dei nodi di intreccio tra web, psicologia e psicopatologia. Sono blog difficili a trovarsi e ad entrarci, ma, una volta superato lo scoglio, si scivola in un mondo parallelo, fatto di immagini di leggerezza o di magrezza estrema, di pensieri ripetitivamente concentrati sul conteggio delle calorie, sull'esercizio fisico, sul peso e sul corpo. È un'immersione entro logiche che sembrano ricalcare, in parte, "miti normali": la magrezza, la bellezza, l'estetica a ogni costo. Non a caso, chi gestisce blog e siti non sempre si ritiene una persona che soffra di un disturbo, ma piuttosto, un individuo che ha liberamente scelto uno "stile di vita" anoressico; eppure traspare di continuo, dalle pagine web dei siti collegati all'Anoressia, una dimensione di sofferenza, tristezza, esasperazione. I blog e i siti pro Ana sono luoghi virtuali caratterizzati da un estetica e un linguaggio tutto loro, ricco di elementi distintivi utili a sentirsi "cornmunity" una delle usanze è denominare Ana (AnorexiA), l'anoressia e Mia (BuiliMia) la bulimia. Un modo di rendere innocue e trasgressive, nel contempo, le patologie alimentari, che vengono trattate come personaggi, semidivinità o, semplicemente, amiche. La diffusione dei pro Ana (o pro Mia per le bulimiche) è nata negli Stati Uniti e si calcola che oggi in America siano quasi 11 milioni le persone (99% donne tra i 12 e 40 anni) influenzate dal movimento e dall'ostentazione di un certo modo di apparire. In Italia sarebbero 500.000 le ragazze portatrici del disturbo e tra queste crescono continuamente le fila di quelle che decidono di partecipare a blog a favore dell'anoressia e della bulimia, raccontando i risultati raggiunti. Hanno i loro criteri, i loro miti, le loro martiri (ragazze morte per anoressia). Le frasi che si possono leggere sono scioccanti, se non si ha mai avuto l'occasione di parlare nella realtà con un'adolescente ossessionata dalla linea, perché si piomba velocemente dentro vortici di pensieri che raramente vengono rivelati con tale intensità e sincerità. I saluti alla 'fine delle e mail o dei messaggi recitano come un motto frasi del tipo "nel nome di Ana" o "Ana ti amo" o "Ana Love". Nell'esaltazione dell'anoressia, intesa come un rigoroso e perfetto stile di vita, si dispensano consigli e suggerimenti su come diventare anoressiche e bulimiche doc. Le immagini proposte sui siti vogliono essere di "thinspitation", ovvero visioni di perfezione legate alla bellezza e alla magrezza, alla leggerezza. Si possono ammirare figure di farfalle (animale - totem delle ragazze che sentono il bisogno di rompere la crisalide e mostrare il loro trionfo di bellezza e colori), fiori, petali di rosa, piume, ballerine colte nel momento in cui i loro piedi si librano in un aggraziato volo, ma anche immagini un po' gotiche, oscure, a testimonianza di un umore che a volte è malinconico, ma anche trasognato, irreale, come se fosse coperto da una nebbia bianca e luminosa che rende magico e trasparente il paesaggio interiore. Situazioni estreme Alcune situazioni, invece, giungono all'estremo e vengono mostrate foto di persone che di bello hanno solo i vestiti perché al posto del corpo ci sono scheletri. Altre volte, sono mostrati corpi nudi, con immagini che sembrano tratte da manuali di medicina (persone di spalle, con il viso nascosto, che si sottopongono a visite e misurazioni) e forse lo sono. Entrare nel mondo "più ristretto" sembra impossibile, ma in verità è semplicissimo, sembra esclusivo, ma non ci vuole molto. I forum sono tutti privati: vuol dire solo che bisogna inserire un messaggio di "richiesta di aiuto" per perdere peso, dimostrando di essere un'anoressica "principiante", ma già in possesso di informazioni ossessive su dieta e fitness e il gioco è fatto. Per accedere, ad esempio, si può contattare la proprietaria fornendo il proprio "curriculum" altezza, peso, indice di massa corporea, esperienze fatte, eventuali psicoterapie e ricoveri. A discrezione, la proprietaria accetterà se ammettere la nuova adepta alla cerchia ristretta, dove potrà ottenere suggerimenti di vita semplici e truci allo stesso tempo. Per trovare informazioni, però, se non si vuole diventare necessariamente amiche o far parte di un gruppo, basta girare un po' per i blog autorizzati,che sono comunque carichi di suggestioni e consigli: "Non ti preoccupare, ecco cosa devi fare quando ti viene fame: pena qualcosa di schifoso, tipo pulire il water o la lettiera del gatto" ... Ci sono ragazzine che studiano escamotage per scovare ed entrare nei vari gruppi e gridano i motivi della ricerca forsennata: "devo farcela, devo trovare il sito pro-ana per perdere gli ultirni 3 kg". Difficile arrivare all'obiettivo, se si è già molto magre; nessun adulto, nessun dottore prescrive loro le "diete perfette" che vorrebbero, dunque tra loro trovano modo di perfezionarsi a vicenda, preparando cibi, bevande, intrugli che si possono rivelare efficaci nel far perdere peso. Ma cosa si cerca in realtà? Perché si cercano siti di ragazzine di soli 12-13 anni che dispensano idee su alimentazione ed esercizi o dove si descrivono ampie tipologie di comportamenti a rischio, dallo shopping esasperato, alla sessualità promiscua, dai giri in centro per gli acquisti di Natale alla disperazione per una dieta troppo rigida? E perché si apre un blog dove postare un'immagine nella quale ci si è fatte una foto mentre si stava vomitando? Le ragazze Pro Ana sanno benissimo di esser disapprovate e tale attenzione negativa, la condanna sociale, le rende apparentemente fiere della loro diversità, poiché si sentono accomunate, come un'elite esoterica di iniziate che le "non iniziate" criticano solo perché non capiscono, o peggio, non riescono a essere magre. Di certo, non è solo provocazione o moda. Sotto c'è un'emozione che viene espressa ed esibita trovando una sua tracciabilità nel blog. "lo voglio il dimagrimento!!", "lo voglio sentirmi le ossa!", "Voglio i vestiti larghi!" sono le moderne grida che svelano la forma che ha preso il male di vivere, sapientemente mescolato con ideali sociali ampiamente promossi e condivisi. Queste parole vengono, talvolta, bandite e oscurate, dimenticando però, nel contempo, che non si può prorogare l'offerta di necessari aiuti. Appare dunque, quanto meno, paradossale, la rabbia e la disapprovazione cui solitamente le persona con convinzioni estreme va incontro, se solo pensiamo un momento all'immensa e generalizzata responsabilità sociale che esiste attorno a problemi che alimentano un immenso e proficuo commercio di apparecchiature, creme, diete, alimenti, centri, chirurgia. Va detto, infine, che molta della condanna potrebbe derivare dalla sensazione dall'aver perso il controllo su ragazze che rifiutano di intender se stesse come "pazienti". Come dire che, con i siti, si appropriano di una definizione che inquieta, forse perché ci sembra lecito chiamare una persona anoressica fintanto che sia il mondo "normale" a attribuire l'etichetta, mentre, l'anoressica "auto proclamante" sembra compiere una sorta di abuso nei confronti del mondo medico e psicologico. Come dire che, come nel libro di Philip Dick Follia per sette clan, oggi c'è qualcuno che dandosi da solo la sua diagnosi, "occupa abusivamente il posto che avremmo dovuto darle noi"! Va detto anche che da sempre artisti, filosofi, ricercatori sono associati all'idea di poter tollerare disturbi psicologici, ragion per cui chi sta male può farne un presunto marchio di originalità. Forse, in fondo, anche i segni tribali di appartenenza che queste ragazze replicano, sono icone del nostro tempo: molte immagini di thinspration rappresentano indossatrici, ballerine, attrici, cantanti, personaggi pubblici che fungono da modelli di identificazione senza che nessuno trovi molto da ridire, alla luce del sole, per poi scandalizzarsi quando li ritrova nel blog ... Questo luogo di "privatissime esibizioni" potrebbe essere in verità uno specchio deformante o forse uno strano microscopio che produce caricaturali gigantografie dell'attuale concezione dominante della bellezza perfetta, facendola assomigliare (tra consigli su diete e plastiche) a una sinistra e mortifera truffa mentale e commerciale, che mostra, dal web, tutta la sua carica di ossessionante esasperazione.