Scheda paese libano Quadro macroeconomico

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Agosto 2014
Scheda paese libano
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Beirut
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Quadro Generale
Il Libano e' un Paese a medio reddito, che si estende su una superficie di 10.452 kmq, con una popolazione stimata di 4,9 milioni di abitanti (stime EIU/FMI per il 2013) ed un reddito procapite di 13.236 dollari (Fonte dati: statistiche EIU maggio 2014).
L’85% della popolazione è concentrata nelle città (la meta’ nella
sola capitale).
Il settore agricolo in Libano contribuisce per il 5% circa alla formazione del PIL ed occupa il 10% circa della forza lavoro del
Paese (Fonti: Banca Audi e IDAL—Investment Development Authority Lebanon). La produzione agricola è peraltro insufficiente a
soddisfare il fabbisogno interno, che viene coperto attraverso l’importazione di un notevole quantitativo di prodotti agricoli. Nel
2013 le esportazioni agricole sono risultate in aumento del 5,8%
rispetto all’anno precedente. In notevole incremento è risultato
l’export dei prodotti che hanno beneficiato del programma Agri
Plus, lanciato dallo stesso IDAL (in particolare patate, mele ed
agrumi) per sostenere la produzione locale. La maggioranza delle
esportazioni agricole sono state dirette verso Siria, Paesi del Golfo, Giordania ed Iraq.
Le risorse naturali attualmente sfruttate sono scarse, ma in base alle ultime prospezioni effettuate è stata confermata l'esistenza di consistenti giacimenti di idrocarburi al largo delle coste libanesi. Nel febbraio 2013 è stata
lanciata la gara di prequalificazione delle società interessate allo sfruttamento degli idrocarburi, il 18 aprile 2013sono stati resi noti i nominativi delle società selezionate (12 operatori tra cui l’ENI e 34 che potranno operare in
consorzio con un operatore, tra cui l’ Edison) ed il 2 maggio è stato annunciato l’imminente lancio dei bandi di
gara per l’assegnazione delle licenze. Tale provvedimento è stato peraltro rimandato molte volte e a tutt’oggi i due
decreti per la definizione dei blocchi off-shore (n.10) e per l’ “Exploration and Production Agreement” non sono
stati approvati dal nuovo Governo.
Il settore industriale contribuisce con il 7,5% alla formazione del PIL (Fonte: dati IDAL) ed impiega il 25% circa della forza lavoro del Paese. L’industria dei prodotti alimentari contribuisce per il 26% alla formazione del PIL
industriale, seguita da quella metallurgica (12%). Le esportazioni industriali sono costituite da prodotti di gioielleria (perle e pietre preziose) e da metalli di base, macchinari e strumenti elettrici. Nel 2013 l’export industriale è
risultato pari a circa 3,76 miliardi di dollari ( Fonte: dati IDAL).
Il settore dei servizi (banche, commercio, turismo, trasporti, assicurazioni, ecc.) che produce il 78% circa della
ricchezza del Paese (Fonte dati: Banca Mondiale) ha continuato a risentire della crisi siriana, in particolare il
comparto del turismo ha registrato un notevole calo delle presenze nel 2012 e nel 2013 ( - 17,5% rispetto al
2011 ed un ulteriore calo del 6,7% nel 2013, secondo l’Ufficio Studi dell’Audi Bank).
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Il Libano gode di un sistema bancario solido ed in continua espansione, che costituisce la vera colonna vertebrale
dell'economia anche alla luce della sua ormai comprovata "resistenza” alle pur ricorrenti crisi interne, ed internazionali, le cui ripercussioni sono rimaste pertanto limitate grazie sia alla contenuta esposizione del settore ai noti
subprimes ed alla supervisione operata dalla Banca Centrale, che alla solida base dei depositi delle banche libanesi.
Il sistema si fonda in gran parte sulle rimesse della "diaspora libanese” (a fronte di una popolazione stimata di 4,9
milioni di abitanti, vivono all'estero circa 15 milioni di libanesi, in larga misura impegnati nel commercio e nella
finanza, fattore che rappresenta una importante fonte d'investimenti e di rimesse per il Libano ed il suo sistema
bancario). La Banca Mondiale ha stimato per il 2013 che le rimesse della diaspora siano state pari a circa 7,2 miliardi di dollari, in lieve diminuzione rispetto alle iniziali previsioni (7,6 miliardi di dollari).
Il settore bancario ha continuato a registrare nel 2013 una forte crescita ( +9% dei depositi e +9% del credito al
settore privato).
Il settore delle costruzioni, che rappresenta un altro dei pilastri dell’economia del Paese, continua a registrare flessioni. I permessi di costruzione sono diminuiti nel 2013 del 10,9% rispetto al 2012, mentre il valore delle transazioni immobiliari ha registrato una flessione del 7,2%. Una lieve ripresa è stata peraltro osservata nel primo trimestre del 2014.
Lo stato delle infrastrutture risulta essere, nel complesso, discreto, ma il loro miglioramento rappresenta una priorità per il Libano, confermata nella Dichiarazione programmatica del dimissionario Governo Mikati. Più in particolare: la produzione di energia elettrica nel Paese avviene solo in misura del 10% circa attraverso fonti rinnovabili
mentre la restante produzione nazionale è rappresentata da energia idroelettrica e l’attuale capacità produttiva è
pari a 1.875 MW a fronte di una potenza richiesta, stimata di circa 2.300 MW. Il restante fabbisogno è coperto
con l’acquisto di energia. Il settore delle infrastrutture elettriche permane quindi una delle principale sfide del
Libano. In tale contesto è stato approvato dal Consiglio dei Ministri uscente, nel settembre 2011, una versione
emendata del piano elettrico nazionale, varato nel luglio 2010 dal Governo Hariri. La revisione operata prevede
un aumento della produzione elettrica di 700 MW nel periodo 2011-2014 ed uno stanziamento pari a 1,18 miliardi di dollari per finanziare la produzione, la trasmissione e la distribuzione.
Il settore delle telecomunicazioni ha fatto registrare una buona crescita negli ultimi anni grazie ad alcuni interventi nel segmento della telefonia volti all’incremento delle sue capacità. La compagnia di telefonia fissa Ogero è di
proprietà statale, mentre la gestione delle reti di telefonia mobile è attualmente affidata a due soli operatori privati
(ALFA e MTC) ma con forte partecipazione statale. Il sostanziale regime di duopolio rende i prezzi particolarmente elevati. Il settore richiede tuttavia ulteriori, nuovi interventi migliorativi per garantire competitività del servizio
ed un’adeguata tecnologia, soprattutto per quanto riguarda reti e Internet. In tale contesto sono attualmente in
corso i lavori di completamento del cavo sottomarino IMEWE che collega il Libano a Cipro. Il Ministero delle
Telecomunicazioni ha inoltre concluso un accordo con l’Autorità cipriota per le Telecomunicazioni per la posa di
un nuovo cavo sottomarino soprannominato “Sistema Europa”. Il nuovo Ministro delle Telecomunicazioni ha di
recente annunciato una notevole riduzione delle tariffe telefoniche ed altre misure di riforma del settore, tra le
quali l’applicazione della legge 431 relativa alla privatizzazione del settore, manifestando l’intento di renderla operativa in particolare per quanto concerne la creazione della Società Liban Telecom, che dovrebbe raggruppare le
attività controllate dallo stato.
Il settore dei trasporti, con particolare riferimento alle reti stradali ed autostradali, ha registrato un certo miglioramento su tutto il territorio libanese, con particolare attenzione ai due assi principali relativi all’area di Beirut
(verso Nord e verso Sud) e alla frontiera Libano-Siria.
Il problema principale delle aree urbane (con particolare riferimento a Beirut) rimane legato alla carenza di mezzi
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fase di realizzazione interventi di ampliamento dei porti di Beirut, di Tripoli e dei porti turistici di Jounieh e Tiro.
Sono inoltre previsti una serie di interventi migliorativi dell'aeroporto internazionale di Beirut al fine di aumentarne gradualmente la capacità (attualmente pari a circa 6 milioni di passeggeri all'anno) a 16 milioni di passeggeri
nel 2035.
Per quanto riguarda il settore idrico-fognario, se ne evidenzia una generale inadeguatezza dovuta principalmente
alla dispersione incontrollata nell'ambiente di reflui civili e industriali, nonché la necessità di un potenziamento
delle reti per l'approvvigionamento idrico e la relativa distribuzione di acqua potabile. La legge 221/2000 – che
trasferisce le responsabilità gestionali ed operative ai "Water Establishment” (WE), autorità settoriali situate nel
territorio, peraltro ridotte a 4 dalle precedenti 21 - rappresenta un passo essenziale verso la ristrutturazione di un
settore che presenta molte criticità ed ha consentito l'avvio di alcuni interventi pilota di partecipazione di privati
nella gestione di alcuni servizi (con particolare riferimento alla gestione e manutenzione degli impianti di depurazione e di assistenza tecnica ai WE oltreche’ investimenti per la costruzione di infrastrutture). Il Ministro uscente
dell’Energia e delle Risorse Idriche, ha annunciato a fine aprile che per il 2013 é previsto l’adeguamente e/o realizzazione di dieci dighe. Molto attive, nel settore idrico e del trattamento delle acque reflue, sono la nostra Cooperazione allo Sviluppo e la Banca Mondiale, attraverso il finanziamento di progetti di grande importanza per il Paese.
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Situazione economico-finanziaria
2013 Nel 2013 l'economia libanese e' stata caratterizzata da una crescita contenuta del PIL (0,9% secondo la Banca Mondiale e 1,3% secondo l’EIU Economist Intelligence Unit), dall'aggravamento del deficit commerciale (17,3 miliardi di
dollari), in aumento del 2,9% rispetto al 2012, secondo i dati diffusi dalle Dogane libanesi, mentre il deficit della bilancia dei pagamenti, grazie al consistente afflusso di capitali (7,2 miliardi a titolo di rimesse della diaspora libanese)
è risultato pari a 1,13 miliardi di dollari in lieve miglioramento rispetto al 2012.
Il rallentamento della crescita economica, che nel periodo 2007/2010 si era attestata su una media dell’8%, è da attribuirsi sostanzialmente all’instabilità regionale causata dalla cosiddetta “primavera araba” ed in particolare alla critica
situazione venutasi a creare in Siria che ha influito pesantemente sul turismo e sull’export di merci via strada attraverso
la Siria.
% Crescita PIL
Prodotto Interno Lordo
50
45
Milioni di dollari
40
34
35
43
45
10
8
30
30
25
37
40
22
6
25
4
20
15
2
10
0
5
2006 2007 2008 2009 2010
0
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
%Crescita PIL
Fonte dati: Economic Intelligence Unit 5/2014
2011 2012 2013
2013
0,6
7,5
9,3
8,5
7
3
1,4
1,3
Fonte dati: Economic Intelligence Unit 5/2014
Nel 2013 il tasso d’inflazione si è attestato sul 5,6% (Fonte: dati Economist Intelligence Unit maggio 2014).
Politica Monetaria
Le consistenti riserve della Banca Centrale (36,37 miliardi di dollari in valuta straniera e 12,03 miliardi di dollari in
oro a metà maggio 2014 secondo i dati diffusi dalla Banca del Libano ed elaborati dall’Ufficio Studi del Credit Libanais), rappresentano una garanzia per il Paese e per il suo sistema finanziario. Il rinnovo, per la terza volta consecutiva,
del mandato al Governatore della Banca Centrale, Riad Salameh, ha rinsaldato ulteriormente la fiducia nella solidità
del sistema bancario libanese e nelle Autorità di vigilanza. A fine 2013 il tasso di dollarizzazione dei depositi risultava
essere al 66,10% contro il 64,8% del 2012 ed il 65,9% del 2011 (Fonte dati: Banca Audi).
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Bilancia Commerciale
Secondo i dati diffusi dalle dogane libanesi, nel 2013 il deficit commerciale del Libano é stato pari a 17,3 miliardi
di dollari, in aumento del 2,9% rispetto al 2012. Le importazioni si sono attestate sui 21,2 miliardi di dollari e le
esportazioni sono risultate in calo del 13,8%, per un ammontare di 3,9 miliardi di dollari (Fonte dati: Dogane
libanesi). I prodotti petroliferi raffinati hanno rappresentato, nel periodo considerato, la principale voce delle
importazioni libanesi, seguiti da macchinari, prodotti chimici, mezzi di trasporto, metalli ed articoli in metallo,
prodotti alimentari, perle e pietre preziose e prodotti ortofrutticoli. L'export e' stato invece rappresentato prevalentemente da perle e pietre preziose, prodotti minerari, metalli di base ed articoli in metallo, macchinari e prodotti
alimentari.Nei primi mesi del 2014 (genn/maggio) si é registrato un lieve calo delle importazioni rispetto al corrispondente periodo del 2013 (8,7 miliardi di dollari contro i 9,2 miliardi di dollari dei primi 5 mesi del 2013).
Bilancia dei Pagamenti
La bilancia dei pagamenti ha registrato, nel 2013, un deficit di 1,13 miliardi di dollari contro un passivo di 1,5
miliardi di dollari del 2012 (Fonti dati: Banca del Libano).
Borsa di Beirut
L’approvazione nel 2011 della nuova legge sui mercati di capitale e privatizzazione della Borsa di Beirut, la creazione di un'Autorità di vigilanza, rappresentano un utile strumento propulsivo degli investimenti. Secondo il Governatore della Banca del Libano, promuovere lo sviluppo del mercato azionario, tuttora di scarso rilievo, rappresenta una priorità per il Paese.
Finanza Pubblica
Il deficit di bilancio ha raggiunto nel 2013 i 4,2 miliardi di dollari contro i 3,9 miliardi di dollari dell’anno precedente. (Fonte dati: Ufficio Studi Credit Libanais). Anche il debito pubblico è risultato in aumento raggiungendo,
alla fine di dicembre 2013, i 63,46 miliardi di dollari contro i 57,7 miliardi di dollari del dicembre 2012 (Fonte
dati: ABL/ Byblos Bank), registrando un incremento del 10%. Il rapporto debito/PIL si è attestato nel 2013, secondo il Governatore della Banca del Libano, intorno al 143%. Il Fondo Monetario Internazionale, nel rapporto
WEFS dell’ottobre 2013, lo stimava al 143,1%.
Investimenti Diretti Esteri
Gli ultimi dati UNCTAD disponibili indicano che l’instabilità regionale e le ricadute della crisi siriana sul tessuto
socio-economico del Paese hanno pesato notevolmente sui flussi finanziari a titolo di IDE. Nel 2013 il Libano ha
attratto 2,83 miliardi di dollari di investimenti diretti esteri contro i 3,78 miliardi di dollari del 2012.
Clima microeconomico: classificazione del Libano secondo le Agenzie Internazionali
Il Rapporto "Global Competitiveness " del World Economic Forum” pone il Libano al 91^ posto tra 144 paesi in
temini di competitività globale e libertà economica; anche il "2012 Index Economic Freedom" (un indicatore teso
a misurare la liberta' economica in 179 Paesi, pubblicato dall'Heritage Foundation) lo pone al 91^ posto a livello
mondiale, mentre il rapporto “Doing Business 2014” della Banca Mondiale gli attribuisce il 111^posto su una base di 189 paesi. Il Paese risulta ben posizionato in termini di liberta' commerciale, ma meno brillante in termini di
liberta' d'investimento in ragione di un certo livello di corruzione e di arbitrarieta' nel rilascio delle licenze e dell'elevato costo che richiede la fase di avvio dell'attivita'.
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Politica Economica
Politica economica
Per quanto riguarda gli aspetti di politica economica, gli obiettivi prioritari contenuti nella Dichiarazione Programmatica del premier uscente, Najb Mikati, si riassumevano nella necessita' improrogabile di dare attuazione al piano
elettrico nazionale, di riformare il settore delle telecomunicazioni, di predisporre un piano di potenziamento dei
servizi sociali in campo sanitario e previdenziale, a sostegno delle fasce piu' povere della popolazione, di potenziare
la rete infrastrutturale del paese, in particolare per quanto attiene alle vie di comunicazione ed a ridurre il debito
estero.
1. Già dal settembre 2011, l’Assemblea nazionale aveva approvato il disegno di legge di iniziativa governativa che
prevedeva uno stanziamento in tranche annuali (2011-2014) a favore del Dicastero competente di 1,18 miliardi
di dollari, finalizzato a un incremento di 700 MW della produzione di energia elettrica, sufficiente a coprire l'attuale deficit dell'offerta rispetto alla domanda. Contestualmente all’approvazione del disegno di legge, il Consiglio dei
ministri- con una delibera ad hoc – ha previsto la formazione di una Commissione interministeriale presieduta dal
Premier per emendare la legge 462 (che ha finora disciplinato il settore elettrico), la creazione di una Autorita' di
Regolamentazione dell'Energia e la designazione di un nuovo Consiglio di Amministrazione per EDL (Electricite'
du Liban).
In tale contesto sono state bandite alcune gare d’appalto e nel febbraio 2013 il Ministro dell’Energia e delle Risorse Idriche uscente, Gebran Bassil, ha firmato un contratto per 348 milioni di dollari per la realizzazione delle
nuove centrali elettriche di Jiyeh e Zouk da parte del consorzio tedesco-danese Man Diesel-BWSW ( tempo di
realizzazione previsto: 15-18 mesi, capacità di produzione 272MW). Successivamente, il 13 aprile 2013, il Ministro
dell’Energia ha firmato un altro contratto di 472 milioni di dollari per la realizzazione della centrale Elettrica di
Deir Amar 2 da parte del consorzio tra la società greca J&P Avax e l’americana General Electric, per una capacità di 450 MW.
2. Con riferimento alla questione delle risorse di idrocarburi off-shore, sin dal suo insediamento il Governo Mikati aveva mostrato di voler procedere con decisione per avviare le attività di prospezione, per quanto la questione
fosse notevolmente complicata dalla controversia con Israele, data la mancata definizione dei confini marittimi
tra i due Stati e l’esistenza di una porzione di Zona Economica Esclusiva (850 km2) su cui entrambi avanzano
pretese. In tale contesto il Consiglio dei Ministri aveva approvato il 7 novembre 2012 il decreto istitutivo della
“Petroleum Administration of the Lebanese Republic ”un'autorita' incaricata della supervisione delle attivita' di
esplorazione e sfruttamento delle risorse di idrocarburi off-shore. Sulla scia di dichiarazioni analoghe rilasciate da
membri del Governo, il Premier uscente, Najib Mikati, dopo aver rilevato che le risorse su cui il Libano puo' contare si estendono ben oltre l'area di 850 km quadrati la cui sovranita' e' disputata, aveva minimizzato il rischio che la
controversia sui confini potesse frenare l'avvio delle attivita' di esplorazione, potendo queste aver luogo, per il
momento, nella porzione di zona economica esclusiva indiscutibilmente libanese. Sulla base di tale orientamento, nel febbraio del 2013 è stata bandita la gara di prequalificazione, il 18 aprile sono stati annunciati i nomi delle
12+34 società che si sono prequalificate ed il 2 maggio ha avuto inizio la procedura di predisposizione dei bandi di
gara per l’assegnazione dei lotti di esplorazione-sfruttamento off-shore.
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La mancata approvazione dei due atti con cui il Governo dovrebbe adottare la ripartizione in dieci blocchi dell'area
di interesse e lo schema di "Exploration and Production Agreement" (EPA), predisposti dalla LPA ed approvati dal
Ministero dell'Energia rallenta di fatto tutto il processo ed ha gia' determinato piu’ volte il rinvio del termine previsto per la presentazione delle offerte da parte delle compagnie prequalificate, organizzate in consorzi, inizialmente
previsto a ottobre 2013, poi slittato piu’ volte e da ultimo fissato al 14 agosto 2014. Le compagnie presenteranno
le offerte in questione riguardo a blocchi specifici, dunque la mancata ripartizione dell'area ha un effetto diretto
sulla procedura di gara. E’ indubbio che lo sfruttamento delle risorse di idrocarburi inciderà in maniera determinante sull’economia del Libano e potrà trasformarne sensibilmente la struttura.
3. Durante il suo mandato, l’Esecutivo Mikati ha altresi’ affrontato la controversa questione relativa all’approvazione di un piano di aumenti salariali per i lavoratori dipendenti, che sin dall’ autunno 2011 era stata al centro del
dibattito politico e aveva dato adito a diverse minacce di sciopero generale. Superando la diversita’ di vedute che si
registrava sul tema in seno allo stesso Consiglio dei Ministri, il Premier Mikati ha spinto per l’approvazione di un
piano che di fatto si limita a dare ufficialita’ all’accordo che, proprio grazie alla sua mediazione, era stato raggiunto
nel dicembre 2011 attraverso negoziati diretti tra il principale sindacato libanese (la Confederazione Generale dei
lavoratori libanesi, CGTL) e le associazioni dei datori di lavoro. Il piano fissava il salario minimo a 675.000 Lire
Libanesi e prevedeva limitati aumenti salariali scaglionati per fasce a seconda del livello di retribuzione mensile,
nonché un lieve aumento dei bonus riconosciuti ai lavoratori quale contributo per le spese di trasporto. Tale intesa
non si è a tutt’oggi concretizzata. Il suo impatto sul bilancio dello stato é stimato in 1,5 miliardi di dollari e non vi è
copertura finanziaria. Una delle ipotesi a suo tempo prospettata dal Governatore della Banca del Libano si basava
su uno scaglionamento degli aumenti salariali su un periodo di 5 anni, ma tuttora non e’ stata trovata una soluzione poiché da un lato sussiste il problema della copertura e dall’altro permane l’esigenza di non disconoscere l’intesa a suo tempo raggiunta con le Organizzazioni sindacali (CGTL).
E’ verosimile che una soluzione di compromesso debba comunque essere presa in considerazione, individuando al
contempo le modalita' piu' opportune per incrementare le entrate dello Stato, senza penalizzare le categorie meno
abbienti (come in effetti avverrebbe con l'aumento dell'IVA, pure da tempo auspicato dal Fondo Monetario Internazionale), ma incidendo sui redditi piu' elevati (ad esempio con l'aumento degli interessi sulle rendite finanziarie)
e contrastando la generalizzata tendenza all'evasione fiscale.