vespa: la storia

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BIBLIOTECA DELL’AUTO E DELLA MOTO D’EPOCA
Club Auto d’Epoca Scalea & Motoretrò (C.A.E.S.M.)
VESPA: LA STORIA
La “Vespa” nacque per mano della Piaggio, dopo che la stessa casa, fondata nel 1884
a Genova col suo primo cantiere a Sestri Ponente, aveva iniziato con la produzione
di materiale di arredamento navale. Successivamente, nel 1901, con un nuovo
stabilimento costruito a finale ligure iniziò la produzione di materiale ferroviario, alla
quale, alcuni anni dopo, con l’affermarsi dell’aviazione si affiancò quella di materiale
aeronautico. L'azienda genovese, costruì un secondo stabilimento a Pisa, dove si
producevano esclusivamente aeroplani per uso militare, largamente impiegati
dall’esercito italiano nel primo conflitto mondiale.
Nel 1924, la Piaggio rilevò gli impianti di una piccola officina automobilistica per
ospitarvi la produzione di motori d’aereo da 300 a 1500 CV, di eliche a passo
variabile e successivamente di aerei completi di progettazione autonoma.
Nel secondo conflitto mondiale la casa genovese contribuì al grande sforzo bellico italiano, fornendo
all’aviazione gli aereoplani e divenendo, allo stesso tempo, obbiettivo primario di bombardamenti e razzie da
parte degli alleati.
Al fine di salvare ciò che rimaneva in seguito ai bombardamenti alleati, gli impianti furono trasferiti a Biella.
A tal punto emergeva l’esigenza di riconversione postbellica dell’azienda.
Fù proprio a Biella, negli uffici studi della Piaggio, che nacque il progetto Vespa, allorquando, Enrico Piaggio,
titolare dell’azienda, insieme all’ingegner Carbonero, progettista dei motori aeronautici, cominciò ad
esaminare le proposte di attività dalle quali far ripartire la riconversione industriale.
Fu proprio la proposta dell’ingegner Corradino D’Ascanio quella accolta: piccolo veicolo a due ruote
semplice, economico e di nuova concezione.
Non và dimenticato che D’Ascanio era l' ingegnere aeronautico precursore degli studi che avrebbero poi
portato all'ideazione dell'elicottero.
La scelta progettuale dell’ingegnere D’Ascanio ricadde su di un veicolo a due
ruote originalissimo e semplicissimo: difatti, la Vespa avrebbe assommato in
sé tutte le caratteristiche che un veicolo a due ruote avrebbe dovuto possedere
secondo un automobilista, potendosi considerare un’auto a due ruote, difatti,
la differenza tra lo scooter (inteso come monopattino a due ruote
motorizzato) e la motocicletta risiede proprio nel telaio e nella dimensione
delle ruote. Il telaio dello scooter ha una conformazione a piattaforma sulla
quale si trova il guidatore, in piedi o seduto, mentre nelle motociclette il
guidatore si trova sempre a cavalcioni sul telaio.
Nel 1944 venne presentato “Paperino”, prototipo di quella che sarebbe divenuta da lì a poco la “mitica”
Vespa: la struttura era costituita da una scocca in lamiera stampata, i cui elementi erano saldati artiginalmente;
il blocco motore – trasmissione fungeva anche da forcellone oscillante ed
era coperto da un cofano in alluminio asportabile; entrambe le ruote, da 8
pollici, avevano il cerchio in lamiera stampata ed erano applicate a sbalzo,
fissate al mozzo con quattro viti; il serbatoio del carburante, sistemato
all’interno della scocca, era protetto dagli urti, mentre sul lato sinistro, in
posizione simmetrica rispetto al cofano motore era posto un bagagliaio di
discreta capacità. Una novità importante era quella rappresentata dalla
possibilità di portarsi appresso una ruota di scorta, fissata ad apposito
supporto.
Nel 46, dopo che in data 23 aprile la Piaggio e C. S.p.A. – deposita presso
Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, modelli e marche del Ministero dell’Industria e del commercio di
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Firenze - il brevetto per motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con
parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica, la vespa viene, dapprima presentata al prestigioso
Circolo del Golf di Roma, alla presenza del generale americano Stone in rappresentanza del governo militare
alleato, e poi presentata al grande pubblico alla Fiera di Milano dell'aprile 1946, dove suscita grande stupore
con il modello ’98 che è il più significativo di tutta la produzione Vespa, dato che si tratta del primo ad essere
commercializzato.
Il modello 98 rappresenta una versione che, fin dall'inizio, mette in luce quelle caratteristiche peculiari che si
manterranno pressochè immutate per tutti i primi cinquant'anni della
storia della Vespa: scocca portante, motore laterale, trasmissione
finale diretta e ruote intercambiabili. Prima di allora era stata vista
esclusivamente da una ristretta cerchia di persone al Golf Club di
Roma, soltanto un mese prima. La Piaggio presenta il nuovo scooter
come "motoleggera utilitaria" per rassicurare la clientela sulla
protettività della scocca in lamiera.
Negli anni la Vespa, con i molteplici famosi modelli, come la 90 ss, la
125 Primavera, la 50 R, la 50 Special, ecc., si è imposta sia in Italia
che nei paesi Europei, dove la concorrenza spietata come quella
inglese, tedesca e francese aveva fortemente creduto nella diffusione
dello scooter.
La produzione negli anni si è avuta anche da parte di industrie
licenziatarie (come la A.C.M.A. in Francia o altre in Asia).
La soluzione iniziale della struttura portante in metallo riguarda
infatti anche i modelli di ultima generazione come la Vespa ET2 con
motore da 50 cc. a due tempi e la ET4 con motore da 125 cc. Una
introduzione del motore a quattro tempi riguardò la prima Vespa
dotata di trasmissione automatica, mentre rimane in produzione (seppur rinnovato) il leggendario modello PX
nelle classiche tre cilindrate 125, 150 e 200.
Fonte
http://www.vcomevespa.it/storiavespa.htm
http://www.spaziomotori.it/Vespa.htm
http://www.vespaclubroma.it/vcr/index.php?option=com_content&task=view&id=98&Itemid=53
RUOTECLASSICHE, Speciale Scooter, Vespa, Lambretta e le Altre, Editoriale Domus 2008
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