24 gennaio 2009 - Il Giornale dell`Altopiano
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24 gennaio 2009 - Il Giornale dell`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 286 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 24 GENNAIO 2009 Durante le feste neve, sole e tanta gente Sorridono soddisfatti gli operatori turistici Per il bilancio definitivo si attende la fine della stagione, ma in generale quasi tutti parlano di un inverno speciale Asiago Formula nuova per “Fiocchi di luce” pagine 6 e 7 Regole per il volo degli aeromodelli Gallio Camporovere pagina 10 Tutti d’accordo sul nuovo P.A.T. Parlano i dimissionari “Difficili i rapporti con il Sindaco” Il Kaberlaba rivuole la seggiovia Maria ha fatto 100 Grande festa in paese pagina 9 Cesuna Inaugurata la nuova sede dei Forestali Progetti per il rilancio dello storico comprensorio pagina 8 pagina 3 INSERTO “Asiago 7 Comuni News” Il Consorzio turistico comunica con il territorio pagina 6 pag. 19 Al museo “Le Carceri” l’omaggio a Forte Sceran pagina 13 pag. 3 pag.914-15 pag. Grafica Altopiano Gesù è nato nella Capanna del Bostel ARTE SCI NORDICO Giacomo Leoni ai Mondiali Special Olympics Rotzo 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 2 Un piede d’oro, una faccia da bravo ragazzo e un cuore colmo di ragione Grazie Kakà! Il tuo no ci rincuora Nell’indecente e Provengo da una famiglia di sportivi, sportivi veri, mio padre per primo lo era. Gli sportivi veri sono appassionati di sport, lo vivono, si emozionano di fronte a tutto ciò che è attività sportiva, gustandosi e provando curiosità per ogni disciplina; sono coloro che guardano volentieri lo sport giovanile, come quello di massimo livello, che sono mossi da vero spirito sportivo e lo applicano sempre, che apprezzano il gesto atletico, nel farlo come nel vederlo fare. Ci sono molti sportivi, e sinceramente sono in genere “i parenti poveri”, “i figli di un dio minore”, insomma coloro che praticano discipline dilettantistiche, minori. I più numerosi però sono, purtroppo, coloro che si autodefiniscono sportivi, ma non lo sono proprio per niente, almeno nell’essenza del significato di tale definizione e di questi, con l’esperienza, ho imparato a diffidare! La loro “passione” non ha niente a che spartire con quella vera, ed avrebbero bisogno di praticare veramente qualche sport, perché sport è anche educazione. Perché questa premessa? Perché personalmente sono indignata, offesa, nauseata. Perché lo sport per eccellenza in Italia, il calcio, non mi sembra più tale, e questo mi offende. Cosa mi provoca tale malessere è presto detto. Pochi giorni fa sentivo distrattamente la radio, fino a che una notizia mi ha imposto di ascoltare attentamente, suggerendomi una riflessione. Inizialmente credevo di non aver capito bene la cifra, poi è stata ripetuta e mi sono fatta convinta, 12 milioni di euro, e scusate se mi ripeto, 12 milioni di euro, saranno pagati ad un giocatore X dalla squadra Y, a stagione!!! Beh, qualcuno potrebbe rispondermi, qual è la novità, nel calcio girano tanti soldi, è da un pezzo che girano…..appunto rispondo, il guaio è che, con mio sommo fastidio, tutto ciò continua e va anzi sempre peggio. Ma come fanno i tanti operai che faticano per guadagnare poco più di mille euro al mese a continuare a pagare l’abbonamento annuale per andare a vedere quei giocatori e quelle società sportive che dissipano capitali in tutti i modi? Perché questo pubblico non si sveglia e non diserta? Solo così si potrebbe ridimensionare un sistema elefantiaco che fa impressione. Un impero dell’effimero, solo che purtroppo l’effimero è fatto di miliardi di euro. Non sono ingenua, non vivo lontano dal mondo, leggo ancora di calcio, a volte lo guardo, quando gioca la nazionale mi dispiace se perde, ma continuo a guardare, perché mi piace il gesto atletico, mi appassiona vedere la tecnica di un bravo giocatore, a prescindere dal colore della sua maglia e non smetto di pensare che è uno sport, che la gente che lo pratica in fin dei conti, per quanto si impegni, si alleni, sudi, fa un gioco, gioca tutta la vita, e per farlo si diverte. Questo è il presupposto da cui partire: è nauseabondo pensare agli ingaggi di allenatori, giocatori, se poi li paragoniamo agli stipendi di lavoratori che hanno grandi responsabilità, che hanno un lavoro duro oppure che hanno nelle proprie mani la vita della gente, che salvano vite. Dirò cose ovvie, ma non dirle sarebbe anche peggio, se tacessi mi sembrerebbe di essere assuefatta a tutto, di subire in modo passivo cose davvero ingiuste. Purtroppo il business è talmente forte che non c’è nemmeno più chi si indigna, chi propone una sorta di boicottaggio a tutto questo immane spreco! Ho fatto sport agonisticamente una vita, poi sono stata anche dietro le quinte, e so quanto è difficile, penoso, da sempre, per chi pratica in Italia una disciplina minore, e purtroppo in Italia soprattutto, sono tutte discipline minori, raccogliere i contributi per permettere alle squadre giovanili di partecipare alle competizioni, per vestire con una divisa sociale i ragazzini che iniziano l’attività o che prendono parte ai Giochi della Gioventù. Ecco, di fronte a tutto questo io, non solo come sportiva, mi sento ancora più offesa. Sentiamo parlare di milioni di euro e poi, chi fa sport, con quello sano spirito sportivo che temo nel calcio non abbia più nessuno, non riesce a racimolare neanche poche decine di euro per disputare il minimo dell’attività richiesta dalle varie federazioni! E’ possibile? Nel calcio glorioso che, grazie ai racconti di mio padre, ho conosciuto, i professionisti di allora, anni 40 – 50, non smettevano mai offensivo giro plurimiliardario del calcio, un barlume di umanità di divertirsi, non erano i divi che vediamo oggi, ma era gente che lavorava e veniva pagata il giusto, senza sprechi, perché le possibilità e la mentalità non lo permettevano; bene, anche quella gente semplice è riuscita a fare grandi cose, e sicuramente l’ha avuta più dura, perché chi di loro è riuscito a fare un palleggio con le scarpette di oggi, con un pallone attuale, è rimasto sbalordito e non ha potuto fare a meno di commentare: “..se avessimo avuto queste cose ai nostri tempi…avremmo fatto scintille”. Ma quei signori le hanno fatte comunque lo stesso le scintille, erano veramente seri professionisti che mai si sono persi in capricci, in gesti di cattivo gusto, eppure erano ragazzi anche loro. Chi li seguiva con passione affollava gli stadi, ma gli stadi erano luogo dove si potevano anche portare i bambini, la famiglia, la morosa; non si conosceva il fanatismo, la violenza non poteva regnare, c’era tanta gente semplice, ma non stupida. Forse anche perché reduce da 20 anni di fascismo, che a tutti i costi aveva voluto omologare tutto e tutti, la gente non era più disposta a farsi dire cosa doveva dire e fare, ognuno ragionava con la propria testa e allo stadio non si formavano gruppi incontrollabili, non era il luogo dove sfogare le proprie frustrazioni ed insoddisfazioni. Allo stadio non si andava per invidiare un ragazzo che, senza neanche capire perché, è diventato oggetto di desiderio e ricco in modo imponderabile! Purtroppo quel calcio glorioso, quello sport, è scomparso, svanito sotto uno spesso e puzzolente strato di business! Con la pena nel cuore mi chiedo: ci sarà rimedio? Ho scritto queste righe mesi fa, sono rimaste in un file, nel computer, chiuse lì, quasi che portarle alla luce fosse un oltraggio ad un mondo ormai imperante, che non si può scalfire; quasi a vergognarsi di pensieri che, agli occhi dei più, di coloro che pensano come massa, possono sembrare stupide ingenuità. Consapevole di tutto ciò, sono tuttavia profondamente convinta delle mie parole, non mi correggo su nulla. Mi rincuora un po’ la notizia di questi giorni che il fenomeno rosso-nero Kakà, ha rifiutato la …. offerta (non so come definirla, perché ogni aggettivo è poca cosa a confronto a tale quantità di denaro) messa sul piatto da un fantomatico (perché sembra quasi finto!) sceicco per averlo al Manchester City. Kakà sarà anche un fenomeno dal piede d’oro, ma credo sia comunque inopportuno sparare certe cifre. Dirò di più, trovo questa offerta, sarò rara, umanamente offensiva, per una serie di perché: siamo in un periodo di crisi; milioni di persone devono vivere con meno di 1 dollaro al giorno; stiamo assistendo all’ennesima folle guerra che ha seminato oltre purtroppo a morte, ulteriore miseria in un territorio dove già non mancava. Un essere umano per quanto bravo, bello, abile, non può assurgere ad oggetto prezioso da acquistare ed esibire. A Kakà, per cambiare squadra, venivano offerti 15 milioni di euro, al posto di 9 milioni. Tra tantissi- mo e di più (si fatica anche solo a pensarle concrete certe cifre), penso che la differenza sia poca cosa; certo, stiamo parlando di 6 milioni di euro e proprio perché il mondo calcistico sta andando verso un di più che sembra non aver limite, popolato di uomini per i quali l’ingordigia è ormai una dote, perché altrimenti si è, per usare un eufemismo, poco furbi (ma se vi viene un’altra parola, quella più esplicita, và benissimo), ero convinta che quel bravo ragazzo di Kakà, perché così fino ad ora mi appariva, avrebbe comunque accettato, in barba alla sua immagine, a quello che dice di sé stesso, ai suoi tifosi del Milan, e all’etica che sembrava rispettare. Il suo rifiuto mi fa piacere. Date le cifre, è un piccolo segno, ma è pur sempre un segno, e il giocatore emerge come una persona capace di rispettare i suoi principi. Insomma finalmente un’immagine positiva dopo tante porcherie di ogni tipo, che sicuramente non verranno spazzate via, anzi, alcune verranno di certo rivedute, corrette e riproposte, ma un flash di luce oggi c’è stato ed è qualcosa che mi rincuora e che mi fa pensare un po’ più positivo. Se vogliamo mettere una punta di dubbio, forse non ha accettato per motivi, che a noi, poveri osservatori, sfuggono o non è dato a sapere, ma almeno per oggi, voglio vedere in questo rifiuto, il motivo per poter dire che c’è qualche giocatore capace di azioni che lo rendono un po’ più campione come uomo e almeno in parte un buon esempio, speriamo anche per tanti suoi compagni di campo! Stefania Simi Sapor d’acqua natìa I mutamenti culturali di Alessia Marcuzzi E’ durata lo spazio che intercorre tra un sogno e il suo brusco risveglio. Dopo aver appreso la notizia della presenza di un surfista rinato, del non vedente Gerri, di un rom ex clandestino, della “pasionaria” hostess dell’Alitalia, di uno stacanovista e del fornaio, dello sciupafemmine napoletano e della ragazza della periferia Zen di Palermo c’eravamo quasi interessati dell’obiettivo di Endemol, la società organizzatrice del Grande Fratello: cogliere l’occasione per riflettere sui mutamenti e le contraddizioni della nostra società. Ma è bastata la prima serata per capire come quell’obiettivo dichiarato sia simile ai titoli dei convegni affissi nelle locandine per calamitare il maggior pubblico possibile. Salvo poi, varcata la sala, avvertire l’improvvisazione del relatore che, messo alle strette, va ripescando vecchie e usurate idee non sviluppando il tema affidatogli. Così per 99 giorni – più di una quaresima raddoppiata senza la possibilità di una Risurrezione – la trama sarà quella inaugurata al tramonto della prima giornata dalla ragazza lombarda che, seppur intenzionata, non riesce a rendere credibili lineamenti così prosperosi. Non servirebbero dottorati di ricerca o creative intuizioni se uno volesse anticipare tutti e scrivere in anticipo il finale di questa love story che vorrebbero essere l’emblema di una società che fa i conti con l’integrazione, la precarietà e la realtà della sofferenza. Studiando ad arte delle idee imprudenti che inducono i telespettatori a non riflettere sulla serietà dell’attimo presente. Cercando rifugio nell’irrealtà. Mentre nel Palastudio di Cinecittà si brindava all’inizio di quest’ennesima e annoiata lezione – dove l’unica aderenza con la realtà è l’obbligo di fare la raccolta differenziata e rispettare il divieto di usare bottigliette di plastica – Riccardo, postino in un piccolo comune della pedemontana, usciva nell’orto a raccogliere delle verdure da cucinare poi per cena. Due anni fa le comprava al mercato: da qualche mese, spinto dall’inflazione, ha ripreso in mano la zappa, le sementi e l’inafiattoio e si è re-inventato il suo orticello appena dietro casa. Per risparmiare qualche soldo in famiglia. Pure Paolo, ex giramondo convinto, ha deciso di rimettere mano e tempo a quel vecchio casolare abbarbicato sulla montagna per trascorrerci poi le vacanze estive. Senza problemi di prenotazioni, di ingorghi stradali e di aumenti da temere. E i suoi bambini quest’inverno li stava già preparando: panino nello zainetto perché in rifugio costa troppo. C o m e loro, altri stanno riscoprendo le cose piccole: una passeggiata lungo il sentiero, un pezzo di polenta abbrustolita, la pizza da portare a casa. Il maglione da mettere per diverse stagioni, l’andare in piazza a piedi, il risparmiare sulle luci, su internet, sulle chiamate. Qualcuno vive ancora nel benessere reale. Altri, per smania d’imitazione, scelgono quello virtuale: indebitati fino all’osso per non sfigurare nella lista dei partenti per Oltreoceano, per non mancare con il SUV nel centro paese, per non fallire nelle ultimissime chiamate di stilisti, architetti e illusionisti. A tanto arriva il prezzo di un’esteriorità da tenere in piedi a tutti i costi. In tempi passati – quando la guerra, l’emigrazione e la ricerca del lavoro erano questione di fame o di miseria tra le mura domestiche - la vecchia massaia, messa al muro dalle fatiche dell’esistenza e forte di una sapienza raccolta facendo il bucato con le comari, soleva ripetere che “bisogna fare di necessità virtù”. L’aveva capito in anticipo lei il dramma della crisi. E nel dramma la bellezza di riscoprire le cose semplici. Costretti o convinti dai “mutamenti” della società. Quelli veri: che non offrono 200.000 euro per spogliarsi. Ma un’occasione per essere più uomini. don Marco Pozza www.sullastradadiemmaus.net 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 3 Kaberlaba come ai tempi d’oro ATTUALITA’ Nonostante una maggiore oculatezza nelle spese, la gente ha affollato piste e locali. L’abbondante neve di quest’anno invoglia a fare nuovi investimenti, ma serve l’appoggio di enti e associazioni di categoria. Un tuffo indietro negli anni, ai cosiddetti tempi d’oro, quando frotte di sciatori affollavano le piste . Questa è la sensazione che si è avuta durante le festività natalizie al Kaberlaba, come se qualcuno, con un tocco di bacchetta magica avesse fatto fare un balzo a ritroso nel tempo, fino a 25 – 30 anni fa. Ma se magia c’è stata, a farla è bastata una semplice parola: neve. Quella caduta dal cielo, in abbondanza, al momento giusto, e mantenuta poi dalla temperatura ideale. Il ponte dell’8 dicembre ha offerto da subito un assaggio di quel che sarebbero state le imminenti feste natalizie, con turisti e sciatori arrivati molto numerosi. Ma nonostante le più rosee previsioni suggerite da quell’anticipo di stagione, gli operatori del posto non si aspettavano un afflusso tale, anche per il timore degli effetti della tanto chiacchierata crisi. Forse proprio per questo la soddisfazione di vedere parcheggi e strade piene di auto, lunghe file agli impianti di risalita, collinette piene di gente con bob e slitte, locali affollati, è stata ancora maggiore. Una inaspettata boccata d’ossigeno, un incentivo a guardare al futuro con più ottimismo. Ma sempre con i piedi ben appoggiati per terra. Con la speranza che siano mantenute le intenzioni di aiuto e collaborazione espresse da Regione, Comune, Albergatori e Commercianti per dare una spinta al rilancio di questa zona, rimasta l’unico polo sciistico in territorio del comune di Asiago. Con la consapevolezza che la neve caduta spontanea quest’anno sia stata un dono del Cielo. E senza l’illusione che una tale fortuna possa facilmente ripetersi. Nel progetto di rilancio anche la riapertura della seggiovia Il Consorzio Kaberlaba nel quale si sono uniti i proprietari degli impianti sciistici, già da tempo si è attivato per cercare aiuti economici che possano garantire il proseguo dell’attività con un minimo di tranquillità. Un investimento importante è stato fatto acquistando cannoni e pompe per l’innevamento artificiale, ma è necessario investire ancora per portare a termine i lavori. Serve l’acqua, per la quale si è impegnato il Comune di Asiago. Si vorrebbe far tornare in funzione la seggiovia, ferma ormai da un ventennio, e anche per questo è necessario l’interessamento del Comune per riuscire ad accedere a importanti contributi regionali. E in Regione c’è chi si è detto disposto ad appoggiare il progetto, che farebbe tornare in vita quello che per decenni, ancor prima della seconda guerra mondiale, è stato il simbolo della zona, tanto amata dai turisti sia d’inverno che d’estate. Necessitano poi alcuni servizi: un bus navetta, parcheggi più adeguati, una buona asfaltatura della strada (particolarmente disastrata) un marciapiede o un sentiero che dal centro di Asiago porti in zona, senza i pericoli e l’inquinamento della strada. “Non servono progetti mega – commenta Vittorio Rigoni dell’Albergo Miramonti – come quello ipotizzato recentemente da un gruppo di imprenditori, e che ha di fatto rallentato i nostri piani di lavoro, più misurati: il Kaberlaba è facilmente gestibile proprio perché si tratta di una realtà piccola, contenuta. Servono soldi per portare a termine i lavori progettati, servirebbe l’interessamento di enti e categorie economiche per ottimizzare i servizi e valorizzare questa zona, poco distante dal paese, con tante opportunità da offrire”. Parlando della stagione in corso, per quanto riguarda il proprio albergo, Rigoni aggiunge “Noi siamo direttamente sulle piste, lavoriamo anche con il bar e il noleggio, finora la stagione è andata bene, di gente ce n’è stata, anche se la crisi si nota da come le persone stanno attente alle spese. Abbiamo ricevuto numerose richieste per il perio- do di carnevale, speriamo che il lavoro non si concentri solo in quel periodo”. “Il buon andamento di questo periodo – commenta Paolo Rigoni del vicino Orthal – è dovuto solo alla grazia ricevuta con l’arrivo della neve naturale, ma certe fortune capitano raramente. Personalmente siamo contenti, ci troviamo in una posizione strategica e il lavoro non è mancato. Ci conforta inoltre il forte interesMassimo Rigoni samento dell’attuale giunta comunale per far arrivare importanti contri- Maurizio Rossetto. “Il locale buti regionali”. “Stagioni è di proprietà della mia famicome queste – gli fa eco il fra- glia, ma lo gestiamo direttatello Massimo – ti fanno ve- mente solo da 3 anni, senza nir voglia di fare migliorie e aver in precedenza avuto alinvestimenti, ma non risolvo- cuna esperienza nel settore. no il problema di fondo. Vor- Abbiamo dovuto fare parecremmo che enti e associazioni chi lavori di ristrutturazione, di categoria non si dimenti- affrontare due annate senza cassero che se non ci fosse il neve e con la crisi incombenKaberlaba i turisti sarebbero te, per cui la situazione per noi costretti a spostarsi verso gli non è così rosea come la staimpianti degli altri comuni, gione attuale può indurre a ben più distanti”. Dirigendoci pensare. A Natale si lavora un po’ più in alto incontriamo sempre e comunque, ma per il Vittorio Dal Sasso del Risto- resto debbo dire che qui gli rante Casa Rossa. “Erano 25 sciatori non arrivano. Però ci – 30 anni che non si vedeva stiamo creando un nostro giro tanta gente – commenta - a e guardiamo avanti, con conlavorare tantissimo sono stati vinzione, programmando nuosoprattutto gli impianti di ri- vi lavori e soprattutto, alla salita. Una flessione si è no- luce di quella che risulta estata, la crisi si percepisce per- sere la nostra realtà , cercanché la gente è più oculata nelle do di trovare un nostro spazio spese, e di questo ne risente e distinguerci nelle offerte alla un po’ la ristorazione. I clien- clientela”. Lasciata la Baitina, ti abituali non sono mancati, giungiamo al piazzale dove terma abbiamo lavorato molto mina la strada, di fronte al Risoprattutto con la pizzeria e il storante Mini Bar. Volgendo lo bar, a essere molto richieste sguardo un po’ più in alto, sono pietanze veloci ed eco- verso la cima del monte a quonomiche: toast, panini ta 1.242, si scorge l’arrivo bruschette, ma anche un piat- della seggiovia, con la baita che ti di pasta, salsicce, formag- ospitava bar e tavola calda, gio fuso, preferiti perché oltre cadente da tempo. Ma entriaa spendere meno si sta seduti mo al “Mini” da 14 mesi gea tavola per poco tempo. Il stito da Massimo Spallino e proseguo di stagione lascia Elisa Mosele. “L’inverno scorben sperare, richieste ce ne so – commenta Massimo – la sono”. Continuando la salita gente arrivava qui soprattutpassiamo davanti al Bellevue, to per curiosità verso la nuoprotagonista negli ultimi anni va gestione, ma quest’anno di alterne vicende ed attual- abbiamo avuto una conferma mente chiuso, sembrava do- importante, con il lavoro che vesse aprire con nuova gestio- è aumentato del 160%! Purne prima di Natale, ma i pro- troppo le piste non passano getti non si sono poi più proprio qui sotto, come concretizzati. Arrivando alla accadeva fino a due decenni Baitina sentiamo il parere di fa, ma la neve porta ugual- Vittorio Dal Sasso mente lavoro, la gente arriva fin qui magari anche solo per vedere quanta ce n’è, o per prendere il sole, che nelle ore più calde della giornata ha permesso anche di pranzare all’aperto, sul terrazzo”. Uno sguardo allo splendido panorama che si può ammirare da quassù e via verso il ritorno, prossima tappa è l’Albergo pizzeria Kaberlaba, di fianco allo stop delle “quattro strade”. “Erano anni che non si lavorava così – esordisce Nadia Frigo – e la grande differenza l’ha fatta la neve naturale, l’innevamento artificiale delle piste da noi non porta lavoro, qui vengono soprattutto le famiglie che si godono la neve giocando e slittando sulle collinette qui attorno. L’impressione è stata anche quella che la gente non badasse a spese, anche se il nostro comunque è un locale economico. Passate le feste si lavora solo la domenica, ma noi ci accontentiamo, la gestione familiare ce lo permette.” Ci spostiamo alla Baita, poco distante. “Le feste sono andate benissimo – conferma Agostino Crepaldi - dopo due annate che per la mancanza di neve turisticamente si sono rivelate un disastro, è stato come tornare almeno a dieci anni fa, ai tempi in cui si lavorava bene. Se manca la neve il lavoro si riduce ai pochi giorni, di fine e inizio anno. E del resto bisognerebbe offrire qualcosa in più alla gente, manca ad esempio un servizio di trasporto navetta dal centro di Asiago, succede che chi non ha disponibilità dell’auto rinuncia a prenotare”. Ultima tappa all’ Albergo da Barba, per una chiacchierata con Daniela Mosele che assieme alla sorella Michela e ai ri- spettivi mariti si occupa della gestione del locale di famiglia. “Noi non viviamo la realtà degli impianti di risalita, la nostra clientela è fatta di fondisti d’inverno, che ci siamo creati negli anni grazie a papà Giacomo, ex olimpionico di sci da fondo, e amanti della mountain bike d’estate. Organizziamo poi bellissime passeggiate con le ciaspole e tanto abbiamo fatto per i bambini, creando il Villaggio degli Gnomi. Quest’anno le richieste sono state tantissime, il lavoro è stato buono ma impegnativo e dai ritmi molto veloci, perché la tendenza è sempre più quella dei tre giorni di vacanza. Ma quello che ci dà maggiore soddisfazione è il fatto che riusciamo a trasmettere il nostro amore per questi luoghi, e la gente nel lasciare l’albergo ce lo dice e ci ringrazia per questo”. Silvana Bortoli Massimo Spallino 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it Festività natalizie, la neve fa sorridere commercianti e operatori turistici Ma la bianca coltre e le temperature tipicamente invernali hanno portato lavoro anche in altri settori di Silvana Bortoli Una stagione coi fiocchi, una valanga di gente, per definire questa prima parte di inverno i termini più usati sono quelli legati proprio alla neve, indiscussa protagonista e artefice del buonumore di commercianti, esercenti, titolari di attività. Perché, per una volta tanto, sembra che a lamentarsi non sia nessuno, anzi! O meglio una lamentela comune c’è ed è praticamente condivisa da tutti: si accusano i media di fare “terrorismo” con le previsioni del tempo (il riferimento è in particolare alle notizie diramate nei giorni prima della Befana), di parlare sempre e solo di Cortina, di nominare l’altopiano solo per dire che vi fa un gelo che più gelo non si può. Tra titoli e notizie sentite, mi è rimasto impresso il modo con cui una giornalista di un TG ha annunciato, tutto d’un fiato, “Gelo record, sull’altopiano di Asiago con i meno ventitrè di Marcesìna pienone da tutto esaurito a Cortina…”, nemmeno una piccolissima pausa tra i nostri... brividi di freddo e lo splendore della “perla” delle Dolomiti. Ma non stiamo qui a disquisire su un tema che ancora una volta potrebbe aprire discussioni sui motivi di tali preferenze, sulla capacità o meno di sapersi promuovere, ecc… Parliamo di questa nostra stagione dai risultati tanto graditi quanto inattesi. Cifre e bilanci sono da rinviare a fine stagione, ma curiosando qua e là qualche dato interessante emerge già. Il grande movimento di turisti, iniziato già con il lungo week end dell’8 dicembre, è stato accolto Giovanni Dal Sasso Stefano, Simone e Chiara come un segnale positivo, ma anche con stupore, visto il bombardamento di notizie sulla crisi economica, tanto che c’è chi pensa che ci sia stata una sorta di reazione da parte della gente, proprio per contrastare il periodo nero che in molti prospettano. Per tastare il polso della situazione bastava vedere il traffico intenso di certe giornate, tantissime le auto in movimento, ma anche quelle che son state fermate dal freddo: una particolarità del periodo è stata sicuramente quella di veder passare in continuazione carri attrezzi che trasportavano macchine in avaria. Dice di non aver mai visto una stagione del genere Giovanni Dal Sasso della Carrozzeria Asiago “Il nostro carro soccorso ACI – commenta- era sempre in movimento, con una media di 15 – 20 soccorsi al giorno. Il gelo ha lasciato in panne moltissime vetture, soprattutto a causa del gasolio che si congelava o delle batterie che saltavano. Noi siamo reperibili 24 ore su 24 e non abbiamo mai lavorato così tanto, in modo particolare dal 26 dicembre al 5 gennaio”. Se di macchine ne sono rimaste in panne tante vuole dire che ce n’erano tantissime in circolazione, e lo confermano anche al distributore Agip di Via Verdi ad Asiago. “Ci è sembrato di tornare a sei anni fa, quando abbiamo rilevato il distributore – dice Chiara Cunico – ma allora eravamo solo in due, durante le recenti feste ci siamo trovati qui in cinque-sei, e nonostante l’impianto recentemente rinnovato che permette di soddisfare velocemente tanta gente, in certi momenti ci è mancato poco che ci facessimo prendere dal panico, faticando a far fronte a tutte le auto in attesa di far rifornimento. E’ stata comunque una bella esperienza”. “Per noi ha significato un incremento del lavoro del 40% – commenta a sua volta Simone De Marchi – e quello che vorrei sottolineare è come, facendo quattro chiacchiere con i clienti, la gente si sia detta soddisfatta della neve, delle condizioni delle strade, di ciò che ha trovato. Gli apprezzamenti sono stati veramente molti”. “Siamo partiti bene in buon anticipo – dice Mauro Panozzo della Bottega del Gusto – quello dell’8 dicembre è stato un ponte meraviglioso. Di lavoro ce n’è stato tanto fino all’Epifania, ma tanta gente si è vista anche nel successivo fine settimana, nel globale si prospetta un’ottima stagione. Siamo soddisfatti perché oltretutto siamo riusciti a organizzarci bene, accontentando tutti i clienti, e riuscendo a farlo con cortesia, fondamentale nel nostro lavoro e per tutti i settori legati al turismo”. Non è riuscito invece a accontentare tutti, si fa per dire, Paolo Rigon della Tana diAsiago, ma solo perché in certi momenti il locale era così affollato che non era più possibile far entrare altra gente. “Qualcuno – racconta - passate le feste, mi ha detto “finalmente possiamo venire a gustarci qualcosa”. Sono contento, ma purtroppo si è trattato di un periodo troppo breve, come sempre c’è troppo sbalzo fra i giorni del pienone e quelli successivi”. Intanto il tempo è cambiato, e mentre si avvicina febbraio in tanti si augurano che la pioggia dei giorni scorsi non faccia terminare bruscamente quest’inverno speciale. Mauro Panozzo Paolo Rigon 4 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 5 ASIAGO L’urbanistica si sa è un tema di grande attualità sull’Altopiano. Ed è altrettanto accertato che sarà tra i temi più importanti nella tornata elettorale del giugno prossimo. Molti, amministratori, osservatori, semplici cittadini, ritengono che si è giunti ad un momento decisivo in cui si stabilirà lo sviluppo a medio e lungo termine dell’Altopiano, in pratica in questo periodo si deciderà come sarà l’Altopiano del futuro. Molte amministrazioni stanno già prendendo posizioni sullo sviluppo edilizio.A Roana l’amministrazione, con un emendamento del primo cittadino Mario Porto, sta cercando di assicurarsi gli introiti futuri dati dalla perequazione.AGallio con l’approvazione del PAT sono stati più che dimezzati i volumi di edificato previsti dal PRG con il pieno appoggio anche della minoranza consigliare. Ad Asiago in questi giorni il sindaco Andrea Gios sta presentando il documento preliminare del PAT alle associazioni , alle categorie e alla cittadinanza. Un documento in cui si stila grosso modo le linea guida per lo sviluppo prossimo futuro di Asiago sia in senso urbanistico sia in senso infrastrutturale. “Due sono i principi che guidano il PAT asiaghese – ha spiegato Gios – La sostenibilità e la restituibilità; ovvero che quanto si intende sviluppare sia sostenibile sotto il profilo economico ed ambientale nonché il territorio coinvolto nello sviluppo possa essere restituito alle future generazioni. Questi due principi escludono ulteriori espansioni edilizi ma lasciano spazio ad altre forme di imprenditoria e di investimento.” Un documento condiviso in buona parte dalle categorie che, con un documento congiunto firmato da Commercianti, Industriali ed Artigiani suggeriscono di non escluderli da progetti futuri ma piuttosto a coinvolgerli in quanto “essendo parte integrante del territorio e vivendo lo stesso territorio condividono le necessità di salvaguardarlo; una tutela che però non deve solo voler mantenere lo status quo ma che accetta lo sviluppo ragionato e calcolato.” Nella questione urbanistica altopianese si inserisce anche la Federazione Provinciale Coldiretti di Vicenza con una lettera inviata al Presidente della Regione Giancarlo Galan, all’assessore regionale all’Urbanistica Renzo Marangon e a tutti i consiglieri regionali per fare delle considerazioni sulla pianificazione e sulla programmazione urbanistico dell’Altopiano. Un richiamo perché la tutela dell’ambiente montano sia identificata con la tutela delle aziende agricole che con il territorio sono in “azione simbiotica”. “Sull’Altopiano operano 230 aziende agricole ed è vitale per queste aziende che il loro strumento di lavoro, il territorio, sia tutelato. E’ ora di dire basta alla continua distruzione del territorio a causa della speculazione edilizia; in Altopiano abbiamo esempi di aziende agricole che in passato avevano scelto di allontanare il proprio centro aziendale dai centri abitati ma a distanza di qualche anno si sono visti ricircondare da zone abitate che li mettono nuovamente in difficoltà nello svolgere il proprio lavoro – si legge nella lettera – Noi crediamo che la speculazione edilizia che i Comuni stanno attuando per reperire risorse finanziarie sia un arma a doppio taglio che non può andare avanti all’infinito.” “E’ evidente che l’eccessiva urbanizzazione va a ridurre la qualità del territorio che poi è l’unico motivo di attrazione del turismo – conclude la Col diretti provinciale – E’ evidente che se non saremo in grado di preservare il territorio che i nostri padri ci hanno lasciato anche la maggior fonte di reddito del nostro Altopiano ne risentirà in modo grave ed i turisti si orienteranno verso altre località che meglio di noi stanno operando per mantenere ciò che di più prezioso hanno, ossia il loro territorio e la naturalità dei luoghi.” Gerardo Rigoni “Creiamo insieme la felicità dei nostri figli”, tavola rotonda sulle problematiche dei giovani dell’Altopiano Il 28 gennaio l’incontro con Gabriella Coi, psicologa dell’Ulls 3, organizzato dal Comitato dei Genitori dell’Istituto di Istruzione Superiore di Asiago. Una presenza attiva e importante nel mondo della scuola locale è rappresentata dal Comitato dei Genitori, organismo dell’Istituto di Istruzione Superiore che permette ai genitori di incontrarsi, conoscersi e confrontarsi, favorendo la discussione e, in modo particolare, offrendo la possibilità di scambiarsi opinioni, evidenziare problemi, elaborare proposte da sottoporre poi agli altri organismi scolastici. Un’opportunità per esprimere liberamente il proprio pensiero, contribuendo attivamente a collaborare e cooperare con la scuola, una concreta possibilità di miglioramento che consente di dare un contributo nelle scelte decisionali, rappresentando la scuola sul territorio. Molto soddisfatto di questo organismo è il prof. Alfredo Paiola, dall’inizio del corrente anno scolastico nuovo preside dell’Istituto di Istruzione Superiore, sempre presente alle riunioni del comitato, e pronto a ribadire la sua disponibilità e collaborazione per quanto viene proposto. “Mi ha fatto molto piacere – commenta - trovare qui a scuola un comitato genitori funzionante, che si impegna a collaborare con la scuola per il bene dei ra- gazzi. Il rapporto scuola – famiglia rende meno difficile ottenere risultati educativi e oltre a stimolarci a fare meglio, ci offre una risorsa in più, che da la possibilità di allargare il ventaglio delle attenzioni da dare ai ragazzi, dedicando impegno ai loro veri bisogni. E’ importante sapere che ci sono genitori disponibili, molto apprezzabile che ci sia un dibattito sulle varie problematiche, e trovo assai positivo il programma delle attività di quest’anno”. Il Comitato si riunisce ogni primo mercoledì del mese con i rappresentati di classe, e gli incontri sono aperti a tutti i genitori. Tra le attività svolte, anche l’organizzazione di incontri su vari temi che riguardano la vita dei ragazzi, rivolti sia ai genitori che agli studenti. Il valore e l’importanza di tali incontri derivano anche dal fatto che vengono invitate a relazionare figure di vario genere operanti sul nostro territorio e dunque direttamente a contatto con la realtà altopianese. Come nella tavola rotonda organizzata lo scorso dicembre con gli esperti ULSS, del Sert e il Comando dei Carabinieri di Asiago, sul tema “I nostri giovani: crescere insieme nel nostro territorio”. Gli esperti del sociale e delle forze del- l’ordine intervenuti hanno offerto ai genitori degli insegnamenti volti a leggere e riconoscere segnali di possibile pericolo negli atteggiamenti, a volte del tutto trascurati, dei nostri figli e nelle persone che frequentano. Nel contempo sono state fatte in parte rientrare paure e preoccupazioni, evidenziando come la situazione non sia poi così preoccupante come a volte si è portati a pensare. E’ stato spiegato come operano i vari organismi sul territorio, come si cerchi di prevenire, si lavori sulle segnalazioni, sottolineando l’importanza dei genitori di attivarsi e segnalare quando c’è il sentore di qualcosa di poco chiaro. E’ stato posto poi l’accento sui modelli negativi offerti dalla società moderna, che soprattutto attraverso la televisione e una pubblicità poco educativa, spinge a pensare che per crescere, emergere, distinguersi, acquisire forza e sicurezza, sia necessario assumere un qualcosa in più, sia anche un semplice alimento per la prima colazione. I dati risultati da un questionario proposto ai ragazzi, pur con il dubbio che ciò che affermano non corrisponda completamente a ciò che in realtà pensano, hanno evidenziato come essi abbia- no una buona opinione sugli adulti con i quali dicono di avere buoni rapporti. Anche prossimi incontri avranno come tema le problematiche dei giovani dell’Altopiano, in particolare mercoledì 28 gennaio si terrà una tavola rotonda sul tema “Creiamo insieme la felicità dei nostri figli”, a cura della dottoressa Gabriella Coi, psicologa e responsabile dell’Unità Organizzativa età evolutiva e riabilitazione psico-sociale dell’Ulls 3". L’incontro si ter- rà alle ore 20.30 nell’aula magna dell’Istituto tecnico commerciale di Via Matteotti ed oltre ai genitori degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore, è aperto anche ai genitori dei ragazzi delle scuole medie. Tra gli appuntamenti previsti successivamente anche quello, ancora in via di definizione, con gli agenti della Polizia Postale che parleranno agli studenti di internet, spiegando come può diventare uno strumento pericoloso se lo si utilizza sen- za conoscere i tranelli in cui ci si può imbattere e come tutelarsi per non andare incontro a pericoli o rischiare denunce. Tornando al Comitato dei Genitori, chi volesse rimanere in contatto diretto, ricevendo prontamente e – mail informative su incontri e iniziative, può mandare il proprio indirizzo a Sergio Stella ([email protected]) o Antonella Corà ([email protected]). Silvana Bortoli 8 Sabato 24 gennaio 2009 ASIAGO Torna, per la terza edizione, “Asiago, fiocchi di luce” spettacolo piromusicale (che prevede cioè fuochi d’artificio al tempo di musica) organizzato dal Comune di Asiago e dalla Pro loco Asiago-Sasso in programma nei giorni 2021-22 febbraio. Quest’anno la manifestazione cambia formula: non si tratta più di un concorso, come negli anni scorsi, bensì di un evento itinerante. “Asiago, fiocchi di luce” si inserisce nell’ambito delle manifestazioni per i 100 anni di turismo, per questo sono stati scelti tre luoghi simbolo dello sviluppo turistico locale, come il Laghetto Lumera, icona del turismo climatico, la piana del Bellocchio che fu teatro di indimenticabili competizioni di salto sugli sci, e l’aeroporto Romeo Sartori. Luoghi a tutt’oggi strategici per il turismo asiaghese, dotati di molte potenzialità che in parte attendono ancora di essere sfruttate appieno. Al Laghetto Lumera si svolgerà la prima serata, venerdì 20 febbraio, (inizio 21.30) con esibizioni l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 6 “Asiago…fiocchi di luce”, spettacoli itineranti nei luoghi simbolo dello sviluppo turistico fiaccolata sulla neve dei maestri della Scuola Sci Asiago. Domenica 22 febbraio, alle 22, all’aeroporto Romeo Sartori, gran serata conclusiva dello spettacolo piromusicale e di Asiago... Fiocchi di Luce 2009. Nel corso di ogni serata si terranno inoltre letture di brani tratti dalle storiche guide turistiche di Asiago e verranno proiettate immagini storiche sullo sfondo degli alberi. Il programma potrà subire variazioni in caso di pioggia, forte vento o nebbia, con rinvio delle serate a data da destinarsi. L’evento è organizzato con la collaborazione di Regione Veneto e Provincia di Vicenza, il contributo di Camera di Commercio di Vicenza e di vari sponsor. Porte aperte al Regina Margherita Tre giorni per vedere e vivere la scuola. La scuola materna e asilo nido integrato Regina Margherita ha pensato ad una nuova formula per far conoscere il proprio ambiente e le proprie attività ai piccoli che quest’anno dovranno iscriversi. Le porte resteranno aperte non per una, bensì per tre giornate. In particolare per la materna giovedì 5 febbraio (accoglienza alle 9.30) per i piccoli, accompagnati dai genitori, è previsto, dalle 10 alle 11, un laboratorio di psicomotricità per cui è necessario presentarsi in tuta e scarpe da ginnastica. Venerdì 6 febbraio, dalle 10 alle 10.30 ci sarà laboratorio di inglese con Linda, mentre dalle 10.30 alle 11 ci sarà il laboratorio manipolativo con lavoretti con la pasta di sale. Per sabato 7 febbraio è stata organizzata una mattinata ricca di sorprese con la presentazione della scuola e delle insegnanti, la proiezione di un filmato sulla giornata tipo e i laboratori proposti durante l’anno, gioco libero in salone e un piccolo rinfresco. Sabato 7 febbraio, dalle 10 alle 12, sarà aperto anche l’asilo nido integrato. Nelle giornate aperte verranno consegnati i moduli per l’iscrizione che si può effettuare fino a venerdì 27 febbraio 2009 presso la segreteria della scuola aperta da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30. artistiche e suggestive performance, prima dello spettacolo piromusicale. Sabato, sempre alle 21.30, ci si ritroverà invece in località Bellocchio, dove i fuochi d’artificio saranno preceduti dall’esibizione dal trampolino degli allievi della Scuola di salto con gli sci di Asiago e Gallio e dalla spettacolare E senza i nostri genitori? L’estate 2008 è stata un periodo di grandi lavori e cambiamenti per la scuola d’infanzia e asilo nido “Regina margherita”. I lavori di restauro sono iniziati ai primi di giugno; l’edificio è stato ampliato, sono stati rifatti i solai, l’impianto elettrico e quello idraulico, il tetto, rifatti gli intonaci della scuola d’infanzia e le tinte di tutte le aule e il salone… Ai primi di settembre, quando noi insegnati siamo rientrate, la scuola era ancora un cantiere: il nostro primo pensiero è stato: “non ce la fa- ranno mai a ripulire tutto; come faremo ad accogliere i bambini l’11 settembre?” Ma è proprio nel momento del bisogno, come spesso accade, che i genitori della nostra scuola si rimboccano le maniche, rimanendo fino a tarda notte e adattandosi ad ogni tipo di lavoro. Si sono improvvisati elettricisti, imbianchini, falegnami…e soprattutto “donne delle pulizie” senza nessun risparmio di energie. Giovedì 11 settembre 2008 alle ore 9.00 la nostra scuola era pulita, luminosa, colorata, pronta ad ac- cogliere i nostri pesciolini. Noi insegnanti, insieme al personale ed al consiglio amministrativo, ringrazio amo di cuore tutti questi genitori e possiamo veramente dire…senza di voi non ce l’avremmo mai fatta! Le insegnanti del Regina Margherita Il Consorzio Turistico comunica con il territorio Con questo numero del Giornale dell’Altopiano i lettori hanno trovato allegata una nuova pubblicazione: Asiago 7 Comuni News. Si tratta di un utile notiziario dedicato al tema del turismo altopianese, realizzato dallo staff del Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni. Una parte dei contenuti potrà interessare solo gli addetti ai lavori, ma è ormai un dato di fatto che l’economia dell’intero territorio sia basata sul turi- smo, coinvolgendo tutta la popolazione dei Sette Comuni. I progetti e le iniziative dei consorzi turistici del Veneto sono mirati ovviamente all’esterno dei singoli territori di competenza; per questo, a chi vive “dentro” l’Altopiano e agli altri ambiti turistici veneti può risultare difficile conoscere gli interventi in Italia e all’estero di questi indispensabili organismi. Quindi, attraverso il notiziario distribuito assieme al no- stro giornale, il Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni comunica all’intero territorio. Ogni utile contributo da parte degli Altopianesi sarà ben accetto. Chi desiderasse esprimere opinioni o proporre idee, potrà utilizzare il coupon sul retro di Asiago 7 Comuni News o contattare il Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni all’indirizzo e-mail [email protected] oppure telefonando al numero 0424 464137. 35° Premio della Bontà S. Antonio di Padova L’Arciconfraternita di S. Antonio di Padova con sede nella Scoletta del Santo – Piazza del Santo, 11 – 35123 Padova, indice il 35° Premio della Bontà S. Antonio di Padova in memoria di “A.Alfano d’Andrea”, concorso letterario nazionale per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, sul tema “Francesco, va’, ripara la mia casa!”. Scadenza per l’invio degli elaborati: 15 marzo 2009. Bando ed informazioni su http:// www.arciconfraternitasantantonio.org o al n. 049/8755235. 8 Sabato 24 gennaio 2009 ASIAGO l’Altopiano 7 Pista per gli aeromodelli in contrada Morar un’ordinanza del sindaco detta le regole Il Rotary aiuta i ragazzi nella scelta delle professioni Venerdì 16 gennaio presso l’Hotel Des Alpes, sede del Rotary Club Asiago Altopiano dei Sette Comuni, si è tenuto per la prima volta l’incontro per l’iniziativa “A colloquio con le professioni”. L’attività, promossa dal Rotary di Asiago, si propone di mettere in contatto i giovani che dovranno scegliere un indirizzo di studi al termine del quinquennio con professionisti che rivestono i ruoli che rientrano nei desideri degli studenti. Le richieste degli studenti si sono rivolte a professionisti nel campo dell’architettura, della medicina, della legge, della matematica, della carriera www.giornalealtopiano.it militare. Protagonisti della serata sono stati i ragazzi della quarta superiore sia della sezione di Liceo Scientifico che di quella di Ragioneria dell’Istituto Superiore di Asiago (diretto dal prof. Alfredo Paiola), una quindicina in tutto, che hanno saputo approfittare di un’occasione rara: avere a disposizione un professionista affermato che ha risposto alle domande che i giovani oggi si fanno riguardo alle loro professioni future. Durante la serata si è avuta la netta sensazione che questi giovani avessero la necessità di sentire qualcuno fuori dalla propria famiglia con il quale potersi confrontare sulle op- portunità future nel mondo del lavoro. Non solo un punto di vista di un adulto o di un docente universitario, dunque, ma anche quello di chi si confronta quotidianamente con la realtà, un’opinione a volte disincantata sui miti che influenzano i giovani ma che poi si rilevano dei bluff. Il Rotary intende proseguire questo service anche nei prossimi anni, nella visione che la classe dirigente futura non nasce spontaneamente, ma viene costruita attraverso lo studio ed i contatti con persone disposte ad ascoltare, capaci di motivare con l’esempio, che desiderano per i giovani la crescita professionale, culturale e civile. Recentemente il Comune di Asiago ha emanato una nuova ordinanza: “Regolamentazione dell’attività di volo aeromodelli presso zona di volo in loc. Morar”. Questa, visti gli esposti del vicinato, prende a riferimento l’articolo 659 del Codice Penale sul “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” e la legge quadro sull’inquinamento acustico per arrivare a regolamentare l’attività di volo. Tra i vari divieti emergono quelli di non sorvolare case, campi da gioco come il campo da calcio esistente, strade, parcheggi e luoghi di lavoro come il lavoro nei campi durante il taglio del fieno. Vieta inoltre di volare in vicinanza di elettrodotti, cavi telefonici e simili. Naturalmente obbliga a utilizzare silenziatori per cilindrate superiori a 2,5 cc e vieta l’utilizzo di modelli rumorosi. Nell’incontro di presentazione dell’ordinanza da parte del Co- mandante avvenuto nella sede della Polizia Locale alla presenza del Presidente del Club Aeromodellistico 7 Comuni e del sottoscritto, si è anche convenuto che in concomitanza di funzioni religiose nel vicinissimo cimitero, sia immediatamente sospesa l’attività di volo in segno di rispetto del lutto dei concittadini. In quell’incontro è stato inoltre stabilito che i piloti, posizionati all’inizio della pista a ridosso della strada di accesso al campo di volo (Via Arturo Toscanini), portino i loro aeromodelli verso il torrente Ghelpak e il volo avvenga esclusivamente sopra i campi oltre il torrente. Gli orari da rispettare saranno i seguenti 9.00/13.00 – 15.30/ 19.30 (17.30 da novembre a marzo). In un recente articolo “Cantata per i bambini morti di mafia” sulle piccole e grandi ingiustizie, si era accennato alla necessità di regole e rispetto. Nel rispetto dei vivi e dei morti, è stato finalmente regolamentato l’uso della pista di volo degli aeromodelli. Niente di più che “giustizia”, ottenuta grazie alla sensibilità del Sindaco. Gianni Bordin Certificazione Emas per Asiago Corsi di inglese a Totnes per giovani studenti asiaghesi Nell’ambito del progetto denominato “I giovani di Asiago incontrano l’Europa”, anche quest’anno gli allievi frequentanti la quarta superiore di Asiago potranno partecipare ad un periodo di studio di due settimane comprensivo di corsi intensivi d’inglese dal 28 giugno all’11 luglio 2009. Il progetto “I giovani di Asiago incontrano l’Europa”, prevede l’attuazione di una serie di iniziative tese a rafforzare lo spirito di cittadinanza europea, a sviluppare la comunicazione fra persone di origine, lingua e costumi diversi ma pur sempre appartenenti ad un’unica grande entità Europea oltre ad incentivare i nostri giovani alla mobilità, per contribuire ad una formazione sul piano umano e professionale aperta a tutte le possibilità che lo scambio di esperienze può offrire e creando, al contempo, occasioni di amicizia tese a favorire i contatti fra giovani coetanei, per migliorare la loro competenza linguistica e la conoscenza delle altre culture. La scuola prescelta è la Totnes European School, situata a Totnes, ridente località del Devon, nel Sud Ovest dell’Inghilterra. L’Amministrazione Comunale interverrà con una borsa di studio pari ad • 773,40 a studente per la copertura delle spese di alloggio in famiglia e corso intensivo di inglese per i ragazzi residenti ad Asiago. Si tratta di una importante opportunità offerta dal Comune di Asiago per migliorare ed approfondire la conoscenza della lingua inglese in modo dinamico e divertente, conoscenza indispensabile per qualsiasi figura professionale e per un più agevole inserimento lavorativo. Requisito essenziale per accedere a tale opportunità era la frequenza, nell’anno scolastico 2008-2009, del quarto anno in un Istituto di Istruzione Secondaria Superiore. Le borse di studio della “Reggenza 7 Comuni” La scuola media statale “Reggenza 7 Comuni”, grazie al finanziamento della Cassa Rurale e Artigiana di Roana, ha assegnato una borsa di studio, pari a 75 euro ciascuno, agli alunni meritevoli (anno scolastico di riferimento 2006/07). Ecco i nominativi dei destinatari: Per la sede di Asiago, Rachele Mantese, Giulia Cuffolo, Jessica Muraro, Federica Rela, Martina Mosele, Anxehela Habibi, Giulio Rigoni, Francesco Milardi, Valentina Isidoris, Gianluca Bortoli, Ludovica Rodeghiero, Francesca Frigo. Per la sede di Gallio, Nicole Baù, Martina Baù, Andrea Lombardo, Matteo Cherubin, Giacomo Troisi. Per la sede di Mezzaselva, Deborah Fabris, Ilaria Vellar, Matteo Casentini. Per la sede di Cesuna, Maura Panozzo, Laura Frigo, Giulia Pesavento. Nella seduta del 24 novembre 2008 il Comitato Ecolabel – Ecoaudit ha registrato Emas il Comune di Asiago. Questo traguardo giunge a coronamento di un periodo piuttosto impegnativo nel quale ogni dipendente ed ogni amministratore è stato chiamato a contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Nel marzo 2005 il Comune di Asiago insieme ai comuni di Conco, Foza, Gallio, Lusiana, Recoaro Terme, Roana, Valstagna ha aderito al progetto “Certificazione EMAS d’area” promosso dalla Comunità Montana Spettabile Reggenza dei sette comuni. Il progetto prevedeva, tra i suoi obiettivi principali, lo sviluppo da parte delle amministrazioni comunali coinvolte, di modelli di gestione ambientale territoriale rispondenti ai requisiti del Regolamento CE 761/ 2001 (EMAS). L’organizzazione che volontariamente decide di aderire al Regolamento EMAS deve dimostrare, attraverso il superamento di verifiche e controlli annuali da parte di un ente terzo, di aver adottato un sistema organizzativo, conforme ai requisiti contenuti nel regolamento stesso, che le permetta da un lato di ridurre e monitorare i propri impatti ambientali e dall’altro di raggiungere gli obiettivi di miglioramento ambientale che essa stessa si è posta. Con Asiago oggi tutti i comuni aderenti al progetto hanno ottenuto la Registrazione EMAS. 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 8 Biennale dei cuchi: quest’anno la 9^ edizione ROANA Si stanno riaccendendo i motori per la tradizionale kermesse rappresentata dalla Biennale dei cuchi. L’evento ha oramai raggiunto una organizzazione ben affinata, costituita da un concorso diretto ai maestri cucari di tutto il mondo e da un’esposizione delle opere nel Palazzo Municipale sede dell’Aministrazione roanese, qui il presidente della giuria leggerà il verbale della commissione giudicatrice e dichiarerà aperta la Biennale 2009. Dal 1 giugno al 30 settembre 2009 la mostra verrà allestita nelle sale del Museo dei Cuchi di Cesuna. Da secoli, ogni 25 aprile a Dal 25 aprile al 17 maggio si riproporrà l’evento iniziato per la prima volta nel 1993. Tra i vari patrocinatori della manifestazione figurano il Comune di Roana, La Regione Veneto e la Com. Montana Altop. 7 C. Canove si tiene la tradizionale Sagra. L’abbinamento tra la festa popolare e l’esposizione si è rivelato fin dall’inizio una felice combinazione, in quanto a ogni successivo appuntamento si sono visti aumentare gradualmente i partecipanti tradizionale sagra altopianese che, nell’edizione del 2007, ha visto la partecipazione di oltre 180 artisti provenienti da tutto il mondo. La manifestazione ha raggiunto un prestigio e una notorietà di settore tali da disporre di una partecipazione artistica ai più alti livelli mondiali. Anche quest’anno si produrrà l’Annullo Filatelico Speciale, con grande soddi- sfazione dei numerosi appassionati di filatelia. La Biennale, oltre a ravvivare la secolare Sagra di San Marco, ha il merito di rivalutare l’antica arte dei “maestri cucari”, un’arte che si perde nella notte dei tempi, con radici nella cultura popolare, anche in q u e l l a dell’Altopiano di Asiago 7 Comuni. Nello specifico questa edizione, la nona, è dedicata a Flavio Pegoraro di Nove, artista recentemente Cesuna, nuova sede per il Corpo Forestale Inaugurata a Cesuna la nuova sede del Corpo Forestale dello Stato. Il Comando stazione è ora ubicato presso le ex scuole elementari in via Busibollo, nelle vicinanze della chiesa parrocchiale. All’inaugurazione, avvenuta con il tradizionale taglio del nastro, era presente il comandante del coordinamento distrettuale C.F.S. di Asiago Isidoro Furlan, unitamente alle autorità delle amministrazioni di Cogollo del Cengio, Caltrano e Roana, territori ove esercitano competenza i forestali durante i quotidiani controlli. “Non posso che esprimere il mio compiacimento per questa nuova sede – ha affermato l’ispettore capo responsabile del comando Lucio Plebs – la precedente ormai versava in condizioni poco ottimali, ed inoltre non era servita di un sufficiente parcheggio del quale possiamo invece disporre ora”. Nonostante il cambio di sede, rimane invariato il giorno di apertura al pubblico, fissato per il venerdì mattina. D. Finco scomparso le cui opre sono presenti nelle più prestigiose collezioni italiane e estere. Il regolamento prevede l’assegnazione di 1000 euro al 1° classificato, 600 al 2° e 400 al 3°, altri premi saranno attribuiti ai figuli a seconda delle loro particolari e peculiari caratteristiche. “Ben vengano questi eventi – afferma il sindaco Mario Porto - finora le 8 edizioni precedenti hanno contribuito egregiamente a pubbliciz- zare anche in nostro territorio. Un plauso vada attribuito ai coniugi Valente responsabili del Museo e ai soci della omonima Associazione, che con impegno e passione coltivano questa antica tradizione. Quella dei cuchi è un’arte vecchia come il mondo, piena di tenerezza e di semplicità, simbolo di amore e di fertilità. Il fischietto in terracotta poi, è sempre stato un “trastullo-pegno d’amore” per i nostri padri sull’Altopiano, fin dalla notte dei ricordi. Questo è folclore ma pure storia della nostra vita!” Daniel Finco Escursioni con la motoslitta a Cesuna Una nuova opportunità per il turismo invernale è ora presente nel territorio di Cesuna, ben una decina di motoslitte sono a disposizione di quanti vogliono provare l’ebbrezza di un giro alla guida dei mezzi a motore sui pendii innevati del Monte Zovetto. L’attività è stata resa operativa grazie alla delibera co- munale che ha concesso l’uso di un’area ben delimitata. Due i percorsi programmati: il primo di circa 4 km circoscritti da fettucce e bandierine segnaletiche, ad uno alternativo più ampio che spazia su stupende zone panoramiche e comprende il ristoro presso un attrezzato rifugio. Per i più piccini è possibile il noleggio di motoslitte “baby” di minor cilindrata, la cui guida è ammessa secondo normativa con l’uso di caschetto protettivo e con la supervisione del personale sul circuito delimitato. Neve permettendo, si potranno effettuare le gite nelle giornate di sabato, domenica e festivi. Info: 346 5011812 8 l’Altopiano Sabato 24 gennaio 2009 www.giornalealtopiano.it 9 “Nel firmamento brilla una stella: quella del 90, la classe più bella!” ROANA Un giorno in più di baldoria per la tradizionale festa della maggiore età. Balli, canti e baccano “Nel firmamento brilla una stella:quella del 90, la classe più bella!” E’ con questo esordio che gli ormai collaudati maggiorenni del 1990 hanno portato la festa a Treschè Conca, per uno degli appuntamenti annuali più attesi in paese. Luca, Massimo, Emanuele, Marco, Manuel, Elisa, Sara e Maristella; questi sono i nomi dei nostri coscritti, tra i quali figurano un organista, un aspirante avvocato e un cuoco. Quest’anno, i nuovi maggiorenni hanno deciso di rompere la tradizione: non più tre giorni (e notti) di canti e balli, bensì quattro. Già a partire da giovedì 15, infatti, la classe del ’90 si è data appuntamento al bar Tre Garofani con la musica di Dj Bucci, per poi prose- guire il venerdì sera a “La Quinta” e il sabato in Baita Azzurra con il grup- po dei “Sino”. Nonostante tutte le quattro serate abbiano riscosso un inat- Giovanna, testimone di un secolo della nostra storia Camporovere ha festeggiato il 9 gennaio scorso i 100 anni di Giovanna Muraro. Per lei la Pro Loco ha organizzato una festa semplice ma molto sentita e partecipata, grazie anche alla collaborazione della Parrocchia e dell’amministrazione comunale, che è stata ben lieta di dare il proprio patrocinio a questa felice e rara ricorrenza, testimoniando la propria vicinanza alla longeva signora. Giovanna è parsa assaporare ogni momento della festa a lei dedicata con la consueta energia e il suo invidiabile spirito, felice e distesa. Dopo la messa e prima di passare ai brindisi nei locali della parrocchia dove era stato allestito un buffet, a Giovanna, assieme a un 100 anni di differenza: Giovanna Muraro con in braccio Riccardo Sergio Costa, ultimo nato a Camporovere Foto Paolo Basso La sua “lunga giovinezza”, come l’ha definita il sindaco Porto, è stata festeggiata nel giorno del suo 100° compleanno. Giovanna con i figli, i nipoti e i pronipoti mazzo di fiori è stato fatto dono di una formella in ceramica incorniciata, dipinta a mano e raffigurante il Municipio del Comune di Roana. Elvio Schivo, assessore ai servizi sociali, si è fatto portavoce delle parole di augurio del sindaco, riportate anche su una pergamena consegnata poi alla signora. “Pensando ai suoi 100 anni – ha scritto tra l’altro Mario Porto – proviamo emozione, perché attraverso le vicende tristi e felici di un secolo della nostra storia, vivendo in anni in cui erano richieste fatiche e sacrifici per vivere e far crescere dignitosamente la famiglia. Oggi lei è ricambiata dall’amore e dalle cure dei suoi cari e può trasmettere ai giovani un prezioso patrimonio di tradizioni e di valori, da sempre alla base della nostra comunità. Lei è per tutti noi un esempio di vita e noi le siamo intorno in un abbraccio, ripromettendoci di fare tesoro della sia testimonianza di vita. La sua “lunga giovinezza” è per la nostra comunità motivo di orgoglio, che vogliamo attestarle con affetto”. Giovanna, attorniata dai familiari, dai paesani, dai rappresentanti del suo comune, ha accettato di buon grado gli auguri di tutti i presenti, ringraziando con gioia. S.B. teso successo, l’ultima è stata sicuramente la più coinvolgente per tutti: come ogni anno, presso la trattoria “Al Cacciatore”, adulti e bambini si sono ritrovati insieme a festeggiare la classe, trasportati dall’allegria dei ragazzi del ’90 e dalla musica del trio “Nuovi Gabbiani”. “Tutte le nostre aspettative si sono realizzate, siamo molto soddisfatti”, confessa una di loro, Sara. “Ci siamo impegnati tanto per realizzare al meglio la nostra festa, incontrandoci già a partire dal maggio scorso per organizzarla. Il nostro scopo era soprattutto quello di coinvolgere tutto il paese nelle nostre serate e di far divertire chiunque fosse presente, anche se non sempre era una cosa facile visto che noi coscritti giravamo per Treschè già dalla mattina; tuttavia, cercavamo di essere attivi al massimo anche nei momenti in cui la troppa festa ci aveva messo un po’ KO!” Gli otto coscritti hanno avuto al loro fianco ben cinque accompagnatori durante la loro “tournée” paesana, tra cui un fisarmonicista e l’autista del tradizionale carretto a tema. Alla classe del 90, che come si è visto ha voluto fare le cose in grande, ora non resta che passare il testimone al ’91: saranno in grado i nuovi coscritti di eguagliare il successo dei predecessori? Per saperlo servirà aspettare un altro anno...noi intanto attendiamo fiduciosi! Giulia Panozzo 8 Sabato 24 gennaio 2009 GALLIO “Abbiamo voluto dare il più possibile tutela al nostro territorio, unico bene vero datoci dal Padre Eterno che, dopo tanti anni di sviluppo, rischia di essere danneggiato”. Il sindaco di Gallio Antonella Stella, nella conferenza stampa di presentazione ha sintetizzato così la filosofia che sta alla base del nuovo Piano di Assetto Territoriale recentemente approvato dalla Regione (il primo in Altopiano, il 17° nel Veneto). All’incontro, con una buona partecipazione da parte dei cittadini, è intervenuto anche l’assessore regionale alle politiche del territorio Renzo Marangon. Con l’approvazione del documento che getta le linee guida per lo sviluppo territoriale nei prossimi anni, l’amministrazione guidata da Antonella Stella raggiunge uno dei traguardi più importanti prefissati per questa legislatura. “E’ l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 10 La tutela del territorio, primo obiettivo del PAT Il documento di pianificazione territoriale presentato in Municipio. Renzo Marangon: “Uno strumento di autogoverno. Con la nuova legge è la comunità a decidere del proprio futuro” stato un parto lungo e faticoso – ha affermato il sindaco - Ci stiamo lavorando su da quasi 4 anni. Tante cose sono state affinate strada facendo insieme ai tecnici regionali, con i quali siamo in copianificazione. Ci sono stati diversi intoppi, ma tutto è finito bene e siamo soddisfatti”. Ora il PAT, approvato a livello tecnico, dovrà avere un’ulteriore approvazione dalla Giunta Regionale (probabilmente già nei prossimi giorni), infine verrà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto e diverrà effettivo dopo 15 giorni dalla pubblicazione. Come già anticipato sul numero precedente del nostro giornale, i contenuti fondamentali del piano sono: riduzione della cubatura presente nel vecchio PRG (da 365.000 mc a 180.000 mc), con conseguente diminuzione del volume edificabile nelle lottizzazioni già presenti nel vecchio PRG; nessuna aggiunta di nuove lottizzazioni rispetto alle 5 già esistenti nel vecchio PRG, che verranno r i d i m e n s i o n a t e volumetricamente; recupero degli edifici esistenti attraverso la concessione di un premio cubatura; indicazione di tipologie precise per i nuovi edifici: potranno essere al massimo mono-bi-trifamiliari, dell’altezza massima di due piani più sottotetto, cercando così di riportare ad una tipologia di intervento più consona al territorio altopianese; un particolare riguardo per la frazione di Stoccareddo e le contrade, dove, nei limiti del rispetto dell’ambiente, sarà favorito lo sviluppo edilizio, per mantenerne la vitalità; introduzione della perequazione, del credito, della compensazione urbanistica. Molte delle modifiche che sono state introdotte con il PAT verranno effettivamente messe in pratica con il PI, il Piano degli Interventi, che verrà fatto e verrà approvato direttamente dal Comune e per il quale amministrazione si sta già adoperando per affidare l’incarico di redazione. “Il PAT – ha ribadito l’assessore Marangon- è lo strumento di governo del territorio previsto dalla riforma delle norme urbanistiche regionali: non un semplice cambio di nome rispetto ai vecchi piani regolatori, ma una radicale trasformazione del modo in cui ciascuna comunità individua il proprio futuro. Il PAT è ,infatti, una straordinaria espressione di autogoverno, che proprio per questo si fon- da sulla responsabilità e responsabilizzazione non solo degli amministratori, ma di tutta la comunità locale, chiamata ad indicare, partecipare e condividere direttamente percorsi del proprio sviluppo. Nello stesso tempo – ha concluso Marangon - la stesura del Piano viene fatta in maniera copianificata tra regione e comune non secondo una gerarchia istituzionale, ma in collaborazione”. Stefania Longhini Pino Rossi: “Un buon progetto - Ma Lettera di Munari, Franco e Pernechele si poteva far meglio sulla prima casa” “Ecco perché abbiamo abbandonato” “Come abbiamo più volte ribadito, anche attraverso le lettere aperte inviate alla cittadinanza galliese, condividiamo in pieno le linee generali del PAT approvato dall’attuale amministrazione comunale.” Con questa dichiarazione di Pino Rossi, uno dei leader della lista d’opposizione “Noi di Gallio”, il sindaco di Gallio Antonella Stella ed il suo gruppo incassa l’approvazione anche della minoranza consigliare sul PAT definitivo appena presentato alla cittadinanza. Un PAT quello di Gallio che taglia il 50% dell’edificato previsto dal PRG, che non prevede alcuna nuova lottizzazione, che impone costruzioni consone al territorio non più grandi di una trifamiliare di due piani più il sottotetto. “Pur non essendo stati coinvolti nella stesura del PAT, crediamo che le linee guida siano fondamentali per garantire un futuro al paese ed in particolare apprezziamo l’attenzione data alle contrade e frazioni che necessitano di agevolazioni se vogliamo che non si spopolino del tutto – continua Rossi – Anzi noi avremmo suggerito di bloccare qualsiasi possibilità di ampliamento di aree edificabili ed invece facilitare di più chi vorrebbe realizzare la prima casa.” “Il paese ha biso- gno di modernità, di innovazione, di progettualità – conclude Rossi - Dopo aver giustamente tagliato l’edificabilità, il PAT non introduce nelle linee guida proponimenti per il futuro, per il turismo, per i giovani, per assicurare un futuro ai galliesi”. Concetti che potranno essere approfonditi nei piani d’intervento che sono poi la parte esecutiva del PAT. Il PAT infatti da delle indicazioni generali sono poi i piani d’intervento, votati di volta in volta in consiglio comunale, che detteranno le azioni specifiche. Proprio per questo l’assessore regionale all’Urbanistica Renzo Marangon ha sottolineato la sua importanza, ma anche la responsabilità dell’amministrazione comunale “Con il PAT si da ai Comuni il potere decisionale sul proprio territorio, non si possono più fare promesse e poi dire che è stata la Regione a toglierle. Qui si richiede una responsabilizzazione degli amministratori ma anche una partecipazione attiva della popolazione sia come parte proponente sia come parte controllante”. In poche parole d’ora in poi il nostro destino del territorio è nelle mani di chi lo abita. Gerardo Rigoni In un momento così importante per la pianificazione dello sviluppo di Gallio, potrebbe sembrare fuori luogo e di scarsa rilevanza questo nostro chiarimento, ma come consiglieri che hanno “abbandonato” questa amministrazione lo riteniamo necessario. Sono stati quattro anni di duro lavoro, lo confermiamo perché c’eravamo anche noi sempre presenti. Particolari pressioni non ne abbiamo subite, né intimidazioni. C’era ovviamente il peso di dover prendere decisioni così difficili e importanti per il futuro del paese e dei suoi abitanti Perché al di là degli aspetti tecnici che rendono difficoltosa la predisposizione di un P.A.T. bisogna tener conto che ogni nostra decisione può influire sulla vita dei cittadini. E questo può aver portato a diversità di opinioni, a discussioni, ripensamenti, a tensioni, ma mai a litigi. A queste difficoltà va sicuramente aggiunta la tensione provocata dall’attentato al Sindaco, con conseguenti dimissioni e successivo ritiro delle dimissioni. Noi siamo sempre stati d’accordo sui principi fondamentali che caratterizzano questo PAT e crediamo di aver dato il nostro contributo per la sua realizzazione, fino all’adozione in consiglio comunale (cui hanno partecipato due di noi dimessisi poi il 29/ 04/08 e il 17/07/08). No vogliamo assolutamente accampare meriti, ma neanche accettare, come spesso è successo, che ci vengano attribuiti motivi di difficoltà, di ritardo o litigi. Il nostro contributo alla vita amministrativa di questo paese è sempre stato improntato al sacrificio personale e allo spirito di servizio nei confronti della collettività, cui abbiamo sempre cercato di rapportarci, senza la pretesa di essere elogiati o ringraziati per il nostro impegno, né tanto meno di essere ricordati nella storia del Paese. Siamo usciti in punta di piedi e abbiamo ritenuto doveroso replicare solo quando costretti. Ormai però dopo i vari tentativi di associare le nostre dimissioni ai più svariati motivi, a stanchezza, a malattie, a paura, a pressioni, al PAT, e chissà a cos’altro, crediamo che tutti abbiano intuito le vere motivazioni, pur senza conoscerne i particolari. Semplicemente difficoltà nei rapporti con il Sindaco, difficoltà a svolgere i nostri incarichi senza intralci, eccessivo senso critico, ma non autocritico del primo cittadino, con la pericolosa tendenza quindi a non mettersi mai in discussione, cosa indispensabile quando si ricopre un incarico pubblico. Difficoltà per cui ci assumiamo la no- stra parte di responsabilità, almeno per non aver saputo cambiare le cose. Avremmo potuto continuare, infondo mancava poco più di un anno, ma non abbiamo visto nel Sindaco nessun tentativo di cambiare il suo comportamento, per venire incontro alle nostre esigenze, per rispettare gli impegni presi, per non ferire la nostra dignità, per dare autorevolezza al ruolo che ricoprivamo, per non vanificare la nostra voglia di impegnarci per il Paese. Non abbiamo quindi abbandonato, sono venuti meno gli stimoli e le condizioni per continuare. Bruno Franco Ugo Pernechele Loretta Munari 8 Sabato 24 gennaio 2009 LUSIANA Infiltrazioni d’acqua hanno reso necessaria la sistemazione del tetto della chiesa di Vitarolo. In questi giorni la ditta Zampese ha sistemato le impalcature per l’esecuzione dei lavori. L’oratorio è dedicato alla Madonna della Salute e al martire San Vitale. L’edificio sacro venne eretto nel 1578, due anni dopo la cessazione della famosa peste, detta di San Carlo. La data è rozzamente scolpita nell’arco sovrastante il piccolo altare di marmo dal quale sorride la Madonna. Adornano l’interno, semplicissimo, due tele dei Da Ponte raffiguranti una Fuga l’Altopiano www.giornalealtopiano.it Vitarolo, raccolta di offerte per sistemare la chiesa in Egitto, l’altra la flagellazione. Nella piccola sacristia è conservata ancora l’antica statua della Madonna, ricoperta di vesti secondo l’uso del tempo. All’interno è appeso un quadro di S. Rocco, offerto dalle mamme della contrada nel 1901, quando una terribile pertosse, o tosse canina, minacciava l’esistenza delle loro creature. A causa di tale tosse, in brevissimo tempo morirono ben 13 bambini della parrocchia. Davanti al- Nella foto, l’antica chiesa di San Vitale a Vitarolo l’oratorio e alla casa della famiglia Passuello Berti è stato costruito un pronao e il piccolo campanile merlato. All’oratorio di San Vitale giungono le proces- sioni solenni, in particolare quella serale del Venerdì Santo per la cui occasione la chiesa viene illuminata. Secondo gli storici (Eugenio Ronzani – Lusiana cenni storici 1960) la contrada Vitarolo fu fondata da un popolo danese sceso in Italia all’epoca del Sacro Romano Impero. Data l’importanza nella storia dell’oratorio, un gruppo di persone ha avviato una raccolta di offerte per poter eseguire i lavori di sistemazione della chiesa. Egidio Zampese 11 Il club biancorosso “M. Ronzani” ha premiato i presepi più belli Il club biancorosso “Mario Ronzani” ha organizzato un concorso dedicato ai presepi: ai vincitori è stato consegnato un attestato e una maglietta biancorossa. Il primo premio è stato vinto dalla 5.a classe elementare dell’Istituto comprensivo “Padre Pozza” di Lusiana che ha dimostrato creatività e originalità nell’insieme. Secondo premio per i fratelli Fabio e Sara Villanova. Terzo classificato il presepe di Federico Scarsella. E.Z. Nella foto, un alunno ritira uno dei premi. Lusiana, è aperta la caccia al cinghiale La sezione cacciatori di Lusiana, con l’appoggio delle Guardie venatorie della Provincia, ha organizzato alcune battute al cinghiale nella zona a sud di Lusiana. La proliferazione di questi animali sta infatti creando seri problemi alle contrade a nord di Laverda dove i voraci animali selvatici scavano solchi nei terreni alla ricerca di radici e la loro azione devastante ha fatto crollare anche qualche muretto di alcuni orti di contrada Sasso. Una prima battuta ha visto le doppiette di Tiziano e di Maurizio Corradin andare a bersaglio abbattendo due esemplari di cinghiale. Una seconda battuta invece non ha fruttato alcuna preda perché gli animali si sono nascosti nelle folte siepi di rovi che costellano la zona incolta e abbandonata. Probabilmente verrà organizzata una terza battuta con l’ausilio dei cani per arginare i danni causati da questi animali liberati qualche decennio fa nella zona del Brenta, ma ora emigrati in altre zone dove hanno trovato un habitat ideale. E.Z. Nella foto, Tiziano e Maurizio Corradin con i cinghiali abbattuti nella vallata di Laverda di Lusiana. Concerto di cori a Santa Caterina Cerimonia in ricordo dei lusianesi caduti in Russia Domenica 25 gennaio al santuario della Madonna del Lazzaretto di frazione Piazza-Campana si svolgerà la cerimonia in ricordo dell’epica battaglia di Nicolajewka. Il programma prevede la messa alle 11 celebrata dall’arciprete don Valentino Grigiante. Alle 12, davanti al tempio e davanti al monumento ai caduti di tutte le guerre, dopo l’alzabandiera si svolgerà il discorso del sindaco Virgilio Boscardin. La cerimonia è sempre seguita da un folto pubblico perché ricorda una epica tragedia delle truppe ita- liane nel suolo russo dove hanno perso la vita anche parecchi lusianesi.All’interno del tempio è conservata un’urna contenente della terra raccolta nel cimitero di Tambow dove si ritiene siano sepolti alcuni dei lusianesi morti in Russia. In particolare il sasso che raffigura il monumento ai caduti è stato donato dal cavatore Fioravante Pizzato e sono state inserite nel marmo schegge di residuati bellici e reticolati raccolti nei campi di battaglia. E.Z. Nozze d’oro per tre Tre coppie, attorniate da parenti e amici, hanno festeggiato le nozze d’oro in chiesa a Santa Caterina di Lusiana. Le coppie erano composte da Felicita Pozza e Antonio Galvan; Bertilla Dalle Nogare e Giovanni Lunardon; Lina Galvan e Fausto Dalle Nogare. Durante la messa, officiata dal parroco don Giovanni Crivellaro, è stata cantata l’Ave Maria di Schubert. All’uscita della chiesa, come per i matrimoni nuovi, sui festeggiati è stato gettato il riso. E.Z. Nella foto, le tre coppie che hanno festeggiato il 50° di matrimonio. Nella chiesa di Santa Caterina si è svolto un applaudito concerto che ha visto esibirsi sull’altare il coro “Brigata Cadore- congedati”, diretto da Michele Segato e attualmente composto da 35 elementi, esclusivamente coristi durante il servizio militare di leva nella Brigata alpina Cadore, e il coro “L’Eco delle Valli” di Lusiana diretto da Andrea Pinaroli, composto da 25 elementi. Entrambi i gruppi canori hanno interpretato, raccogliendo applausi, brani natalizi e cante alpine. Il coro “L’Eco delle Valli”, che ha iniziato l’attività nel 2005, in collaborazione con “I boce della fontanella” e la parrocchia del Covalo, sarà in scena anche alle 20,30 di venerdì 30 gen- naio per una serata di canti intitolata “Il Natale continua…” che si svolgerà nella chiesa parrocchiale di San Donato al Covolo di Lusiana. E.Z. I cori della Brigata Cadore e l’”Eco delle Valli”” in chiesa a Santa Caterina 8 l’Altopiano Sabato 24 gennaio 2009 www.giornalealtopiano.it 12 Cento anni di turismo ad Asiago il periodo magico degli anni Sessanta Nella storia del turismo ad Asiago, rispolverata negli ultimi mesi grazie all’iniziativa studiata dall’assessore Roberto Rigoni per ricordare quanto nell’ultimo secolo, con inventiva, impegno e spirito d’iniziativa, si è saputo fare in un settore strategico e fondamentale per la nostra economia, gli anni Sessanta rappresentano forse il capitolo più importante. Negli anni ruggenti, che l’Italia visse tra boom economico e contestazione, il capoluogo dei Sette Comuni gettò infatti le basi per essere una cittadina moderna, ricca, una capitale del turismo e, soprattutto, un posto in cui si può vivere bene. Il turismo, come sappiamo, visse in quel periodo anni di grande fermento: la domenica, al Kaberlaba, arrivavano centinaia di pullman di sciatori. La tradi- zione sportiva di Asiago venne consolidata dagli arrivi, in ritiro, del Milan di Rocco campione del mondo nel ’63, della Nazionale italiana che preparava i Mondiali del ’66, del Cagliari dello scudetto del ’70. Asiago, località alla moda, accoglieva allora il bel mondo dello spettacolo, c’erano personaggi come Totò e Mina: il massimo per quei tempi. Nel ’64 qui nacque il Festivalbar, grazie all’intuizione di Vittorio Salvetti e alla sensibilità di due professori, Marco Stefani, sindaco di Asiago dal 60 al 70, e Nereo Stella, che gestì in quegli anni l’Azienda di soggiorno. Ad Asiago esplose il fenomeno Lucio Battisti. In televisione andavano in onda servizi dal dancing Millepini dove i ragazzi ballavano lo shake. I protagonisti Marco Stefani, un sindaco instancabile Per vent’anni è stato uno dei protagonisti dello sviluppo turistico ed economico di Asiago, prima come presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo e consigliere comunale e poi come sindaco. Marco Stefani è una di quelle persone che si sono spese per amore della propria terra. Alpino, catturato dopo l’8 settembre del ’43, rientrò dalla dura prigionia in Germania e in Polonia con una croce al merito di guerra e con la voglia di fare qualcosa di utile per Asiago. Si laureò in Lettere a Padova e cominciò un cammino che lo portò ad essere, per tutti gli anni Cinquanta, presidente dell’allora Azienda autonoma di soggiorno e turismo, quindi sindaco, segretario della Democrazia Cristiana, presidente della Banca Popolare dei Sette Comuni, vice presidente della squadra di hockey su ghiaccio, consigliere dei Vicentini nel mondo, e altre cose ancora. E tutto questo senza mai abbandonare l’insegnamento. All’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Marco Stefani fu commissario prefettizio da ottobre 1949 fino a novembre 1950: presidente da novembre 1950 a novembre 1954; ancora presidente da marzo 1955 a marzo 1959. A quei tempi c’era un unico ufficio Aast per presidente, impiegata e biglietteria delle corriere. La promozione del turismo si faceva lì. Lì se ne studiavano le strategie. “Si fa tutto in economia, senza grandi piani” diceva Stefani. “Chiamare, agevolare, ricevere, trattenere il turista” questa era per lui la definizione di turismo. Molti sono gli avvenimenti da ricordare negli anni 50: nel 1955 Totò è presidente della giuria della selezione italiana di Miss Universo; ci furono gare di sci di vario genere; un raduno motoalpinistico; un rally per giornalisti. Riunioni “quasi interminabili” con i sodalizi sportivi (Usa sci, Usa hockey, Usa circolo pattinatori, ass. calcio). C’è il sogno (poi rea- lizzato) di una seggiovia al posto della vecchia slittovia del Kaberlaba. Molte le manifestazioni, organizzate solo da presidente (Stefani), impiegato e fattorino. C’è il progetto di una palazzina del turismo, proposta da Marco Stefani in consiglio comunale nel 1958. L’anno successivo il Comune contrae un prestito di 14 milioni 750 mila per la costruzione dello stadio Millepini (verrà estinto alla fine del 1973). Da sindaco, eletto il 6 novembre 1960, fu protagonista di numerose battaglie, a cominciare da quelle per far arrivare sull’Altopiano le scuole superiori. Grazie al suo impegno, dapprima aprirono l’istituto tecnico industriale e quello professionale per il commercio, successivamente il liceo scientifico e l’istituto tecnico commerciale. Venne anche costruita la palestra delle scuole medie, la prima del genere ad Asiago. Si battè per il lavoro: in quegli anni vennero create le premesse per la zona artigianale, si progettò il Consorzio tra i caseifici dell’Altopiano, si tentò la strada dell’allevamento intensivo dei polli. Decine i viaggi a Roma che il professor Stefani intraprese per ottenere finanziamenti per rinnovare e allargare la strada del Costo – la principale via del turismo di oggi! - , e così pure per affrontare una grande emergenza di quegli anni: la carenza di acqua potabile. Tra il ’62 e il ’63 vi fu anche una epidemia di tifo a causa della precarietà delle fonti di montagna. Marco Stefani lavorò a lungo per costruire l’acquedotto che oggi sale da Oliero per rifornire i paesi dell’Altopiano. Sul piano culturale, vi furono numerose iniziative per recuperare le radici dell’antica lingua cimbra. Venne ampliato e dotato di nuovi strumenti l’Osservatorio astrofisico dell’Università di Padova; si costruì una nuova ala dell’ospedale; fu creato il campo da golf; si sviluppò l’aeroporto; furono asfaltate strade importanti come quella per Lavarone, per le contrade e per le piste da sci; fu abbellito il centro, pavimentando in porfido le piazze, i marciapiedi e i giardini pubblici. Arrivò, dopo tante insistenze, un distaccamento dei vigili del fuoco. Gran mediatore, calmo, equilibrato, Marco Stefani “aveva saputo interpretare i segni dei tempi e aveva indirizzato il partito su una nuova via” scrissero i suoi amici democristiani a proposito della sua segreteria. Sebbene la Dc avesse ancora i numeri per governare con una giunta monocolore, nel giugno 1975 Stefani aprì la strada al centrosinistra dicendo che “sarebbe anacronistico che la Dc gestisse da sola il potere e non chiamasse al servizio della comunità anche altre forze politiche”. Marco Stefani morì pochi giorni dopo, a soli 54 anni. Un malore lo strappò all’improvviso alla sua famiglia e ad Asiago. Una folla imponente partecipò ai suoi funerali. Nell’orazione dal municipio, il sindaco di allora, Nereo Stella, disse: “La sua instancabile attività, la sua adamantina onestà, l’intelligente ed appassionata applicazione nel reggere la cosa pubblica sono il testamento spirituale che ci lascia. Il suo esempio ci aiuti ad operare ogni giorno per diventare migliori”. Pagina a cura di Stefania Longhini si ringrazia Giovanni Stefani per aver fornito notizie e materiale Quando Asiago era di moda in tv Piccola cronistoria di un periodo forse irripetibile 1960. Il premio Kaberlaba d’oro va nel tg nazionale (allora era unico). Tra i presenti, Jula De Palma, Nilla Pizzi, Gino Latilla, Tony Renis. Il 6 novembre Stefani viene eletto sindaco di Asiago. 1961 Il premio Kaberlaba è ancora l’avvenimento clou del turismo asiaghese. Servizio nel Tg Rai con Milva e Lelio Luttazzi. 1963. In agosto c’è in ritiro il Milan e anche qui Asiago finisce al telegiornale: i giocatori ritratti (ovviamente in bianco e nero) mentre giocano a ping pong, si allenano (anche sotto la pioggia), passeggiano in centro, firmano autografi: ci sono Luis Carniglia, Mario David, Josè Altafini, un giovanissimo Gianni Rivera. In dicembre il Tg Rai dedica un servizio al turismo invernale: attrezzature da sci, bambini che imparano a sciare, gente che pattina, slitte ippotrainate, aeroporto. 1964. Nasce ad Asiago il Festivalbar, grazie all’impresario padovano Vittorio Salvetti (nato nel 1937). La prima edizione prevede 10 dischi in 4.000 juke-box (diventati una realtà concreta dai primi anni Sessanta anche in Italia). Finale ad Asiago: vince Bobby Solo (“Credi a me”). Il 29 luglio al Tg Rai un servizio sul più grande telescopio d’Italia in officina, costruito per l’osservatorio di Asiago. 1965. In primo piano ancora il Festivalbar. I juke-box in Italia sono già 15 mila. Vince Petula Clark con “Ciao ciao”, versione italiana di “Downtown”. E’ il primo grande successo popolare del Festivalbar. 1966. Nel Tg Rai va in onda un servizio da Asiago su atterraggio di aerei sulla neve e su una gara notturna di snowcruiser. All’hotel Mirapini (oggi un condominio) va in ritiro la nazionale italiana di calcio in vista degli sfortunati Mondiali d’Inghilterra (e in vista della disastrosa sconfitta con la Corea). In tv si vedono Luigi Meroni che legge il giornale, Aristide Guarnieri gioca a biliardo, Burgnich, Riva, Domenghini. Il Festivalbar emigra a Salice Terme, dove vince il “baschetto d’oro” Caterina Caselli con “Perdono”, secondo Little Tony con “Riderà”. Ma Asiago va sempre di moda, tanto che la tv, sia nel 1966 che nel 1967, mostra giovani che ballano lo shake nel locale del Millepini. Nel 1968 si organizzano collegamenti aerei con Venezia per gli sciatori, intanto il Festivalbar torna ad Asiago. Un nuovo hotel, il Linta, sarà la sede della prima finale televisiva: un’ora e mezza sul secondo canale. Tra i concorrenti, Adamo, Aznavour, Aphrodite’s Child, i Ribelli con Demetrio Stratos che cantano “Pugni chiusi”. Fa un “saltino” al Linta anche Celentano. Vince il “Discoverde” un ragazzo di Poggio Bustone che lavora come autore alla casa discografica Ricordi e ha inciso un disco-prova, “Prigioniero del Mondo”: si chiama Lucio Battisti. Che diventa un “fenomeno”, passa tra i big e stravince con “Acqua azzurra acqua chiara”. Tra i giovani vince tale Romina Power, solista con “Acqua di mare”. Nel 1970 primi atti amministrativi per l’autostrada Valdastico, avvicinerà l’Altopiano alle grandi città di pianura. In tv altri servizi sugli sciatori che arrivano ad Asiago con l’aereo. Al Festivalbar (confermato ad Asiago fino al 1974) vince ancora Battisti con “Fiori rosa fiori di pesco”, tra i gruppi si confermano Camaleonti e Dik Dik. Primi tra gli stranieri gli Aphrodite’s Child di Demis Roussos con “It’s five o’clock”. Il Cagliari vince lo scudetto (stagione 1969/70). Era stato in ritiro all’albergo Paradiso di Asiago, la squadra, con il leader Gigi Riva, ricevuta in municipio con tutti gli onori dal sindaco Stefani. Nel 1970 nasce anche il premio filatelico, in giugno diventa sindaco Nereo Stella. 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 13 Foto di Bruno Slaviero La natività al Bostel, un momento magico e suggestivo Il mistero della natività da sempre suscita emozioni e riflessioni e sono tanti i modi e i luoghi in cui, nel periodo natalizio, si ripropone la rievocazione della nascita di Gesù, non tanto a scopo di spettacolo, quanto per creare occasioni particolari di incontro, di preghiera e di meditazione. Davvero speciali sono stati i momenti vissuti in questo Natale, all’archeopercorso del Bostel dove Archeidos, società che gestisce il sito preistorico, con la collaborazione del Comune di Rotzo, di un nutrito e valido gruppo di volontari e della Parrocchia ha dato vita, il 26 dicembre e il 4 gennaio, ad un suggestivo presepio vivente. Una prima edizione di questa iniziativa si era tenuta l’anno scorso e aveva attirato numerosi visitatori, riscuotendo consensi. Sulla base della prima esperienza, si è cercato di dare all’evento una migliore organizzazione, aggiungendo nuovi personaggi. Lo splendido scenario naturale che si gode al Bostel, il cielo limpido e stellato, la neve tutto intorno hanno dato un tocco magico al quadro che si presentava ai visitatori con le capanne (in tutto 9, costruite lungo il percorso) e una quindicina di figuranti in costume, il tutto illumina- to dalla luce soffusa delle fiaccole. In sottofondo una musica di cornamusa suonata dal vivo dal professor Paolo Bressan, mentre veniva proposta anche la lettura di brani di letteratura in tema. “Un presepio vivente al Bostel – sottolinea Carlo Bressan di Archeidos – riveste un profondo significato anche storico, la data, in cui questo villaggio veniva abbandonato nel primo L’albero di Natale muore sempre due volte C’è una vena di tristezza in questa immagine, mostra una fine indecorosa, l’irriconoscenza umana verso la natura e tutto quanto ci circonda, l’impotenza di chi non può manifestare il proprio disappunto e spiegare cosa sarebbe giusto e cosa no. E’ solo una punta di abe- te, magari un cimale senza radici tolto ad un albero ad uso e consumo del periodo dedicato alle feste di fine anno, ma ora che la Befana ha chiuso il ciclo di luci e regali, il vegetale è diventato ingombrante, inutile, pertanto eliminabile. Abbandonato vicino al cassonetto delle im- mondizie come l’imballaggio di una lavatrice, non potrà nemmeno rigenerarsi nell’humus del sottobosco, l’inceneritore di pianura lancerà nell’aria i suoi odori di resina, dopo una leggera folata di vento di lui non resterà nulla. Per tre settimane è stato l’albero di Natale, rapito al bosco e risvegliato dal letargo invernale ha goduto l’innaturale tepore casalingo, coccolato e vestito a festa, illuminato giorno e notte ha protetto coi suoi rami bassi i doni di qualche bambino. Ha salutato infine il nuovo anno, silenzioso e sobrio dal suo angolo, chiedendosi come mai in quel luogo senza sole e senza nuvole, nessuno venisse mai a regalargli un po’ d’acqua. Qualcuno poi decise di spogliarlo degli addobbi, e una sera, con la complicità delle tenebre, è stato abbandonato vicino a questo grosso contenitore verde in uno spiazzo buio. Ora il freddo gli sembrerà più pungente, ben più di quando fu tolto dal bosco, sarà la solitudine, sarà la tristezza di sentirsi morire per la seconda volta. Ultimo atto: gli si avvicina un randagio, l’annusa curioso, alzando la zampa posteriore gli regala un po’ di calore che ha il sapore della cicuta. Ora tutto è compiuto. D. Finco secolo avanti cristo, coincide storicamente con il periodo in cui avvenne la nascita di Gesù. Il Bostel, con la rappresentazione della Natività, diventa dunque luogo in cui la storia di ieri e di oggi si uniscono”. “Per l’allestimento del presepio vivente – conclude Bressan – un grazie particolare va soprattutto a tutti i volontari, validissimi e insostituibili nella loro opera. Ringraziamo anche il Comitato per il presepe vivente di Asiago che ci ha prestato alcuni costumi utilizzati nella rappresentazione, con il quale è nata una significativa collaborazione”. Stefania Longhini 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 14 Giovanni Forte Sceran al Museo “Le Carceri scorci di meraviglioso paesaggio in una mostra E’ stata inaugurata il 3 di gennaio, presso il Museo “Le Carceri” di Asiago, una mostra antologica dedicata a un artista locale: Giovanni Forte Sceran, pittore e intagliatore. La mostra rimarrà aperta fino al 16 di aprile, nei fine settimana e nei festivi, dalle 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 19, ed è stata organizzata e curata, su incarico dell’Assessorato alla cultura di Asiago, da Antonio e Roberto Busellato. L’esposizione, allestita per la prima volta intorno a un unico artista, ha voluto essere un omaggio a un importante nome altopianese e alla sua arte, ma anche a una terra e ai suoi abitanti: l’Altopiano di Asiago e gli altopianesi. Sin dalla cerimonia di apertura si è potuto notare l’interesse di tutto il paese verso la mostra che ritrae l’Altopiano en plein air: il Museo “Le Carceri” gremiva di gente, non se ne era mai vista tanta tra le mura della vecchia prigione, tutta curiosa di individuare nei dipinti una parte di sé. La cerimonia si inaugurazione è stata condotta a regola d’arte, con gli interventi del Sindaco di Asiago Andrea Gios, del Preseidente della Comunità Montana Giancarlo Bortoli per la parte storiografica e della critica d’arte Maria Ferraguti per la parte artistica. Giovanni Forte Sceran, nato nel 1916 a Bolzano Vicentino, dove la famiglia si era rifugiata profuga durate la guerra, vide la sua terra natia solamente al termine del conflitto, ma il suo impatto con le nostre montagne fu talmente forte da indurlo a farne il soggetto dei propri dipinti oltre che la passione scatenante la sua arte stessa. Per l’artista diventò fondamentale il contatto diretto con il proprio paesaggio, tanto da indurlo alla pittura a stretto contatto con esso, definita, appunto, en plein air. La sua predilezione per gli spazi aperti ha fatto sì che, a poco a poco, l’artista ritraesse con sfumature impercettibili alla memoria visiva, dei luoghi che oggi sono riconoscibili a chi li abita e li vive, tanto da sentirsi quasi presenti al momento della stesura del colore. Sempre fedele alla natura, sua unica maestra, Giovanni Forte Sceran, di personalità schivo e riservato, ha lasciato alla propria comunità un valore inestimabile, non tanto materiale quanto artistico e morale, una serie di meravigliosi momenti immortalati dalle sue abili mani. Forte Sceran è stato anche un bravissimo intagliatore e, all’interno della mostra così come nella Sala Consigliare del Comune di Asiago, lo si può ben constatare. Entrando al Museo “Le Carceri”, ci si sente subito immersi nell’ambiente famigliare della montagna; una colonna sonora fatta degli eccezionali suoni della natura altopianese accompagna la proiezione di alcune foto autentiche che ripercorrono la vita dell’artista che è un po’ simbolo di quella di ognuno di noi: i boschi, le montagne, gli affetti. Oltre cento quadri ritraggono abilmente una realtà al- Giovanni Forte Sceran, nato a Bolzano Vicentino, dove la sua famiglia, profuga8 da Sabato 24 2009 Grande Guerra, vide per la prima volta il suo Asiago, si era rifugiata nelgennaio corso della altopiano solamente al termine del conflitto sentendo già da quel momento uno strettissimo legame con la sua terra. Durante la sua infanzia, passando molto tempo con il padre; accompagnandolo a caccia e seguendo i suoi insegnamenti, cominciò a conoscere la natura e i segreti del bosco. Dopo le elementari, frequentò la scuola di arti e mestieri, appassionandosi sempre più, istintivamente, al disegno. All’età di 13 anni dovette però rinunciare alla prospettiva di proseguire gli studi d’arte per dedicarsi, in aiuto al padre, al lavoro nel laboratorio e negozio di scarpe di famiglia. Alla pittura da allora vennero riservati i momenti liberi, in cui Giovanni Forte con gli sci ai piedi, due tele e una cassetta di colori, in spalla saliva in montagna ed immergersi nella natura. Il contatto diretto con il paesaggio per lui era vitale e quindi dipinse quasi sempre le sue montagne dal vero, come si dice, en plein air. La natura era la sua unica maestra; la sua ricerca era autentica, vera, attaccata alla sacralità della propria terra, che ha voluto raccontare perdendosi nella nostalgia del passato ed immergendosi nella massa scura dei suoi boschi. Il lavoro di Giovanni Forte Sceran venne ampiamente riconosciuto e documentato, negli anni, attraverso cataloghi, monografie, mostre e premi. Una serie di suoi stupendi bassorilievi, che egli ha donato alla comunità asiaghese, fa bella mostra di sé nella sala consiliare del municipio di Asiago. l’Altopiano ri” di Asiago fino al 16 aprile: a che rievoca la nostra identità trettanto magica quanto concreta. In fondo al lato sinistro, si scorgono degli alberi e delle foglie che sembrano portarci all’aria aperta. All’interno delle stanzette e nel corridoio principale, invece, sono disposti dei mobili intagliati da Giovanni Forte Sceran, che, dal canto loro, ci conducono nel tepore e nella familiarità della sua casa. Si tratta di un allestimento tra i migliori degli ultimi anni, curato con maestria nella selezione e nei particolari. La mostra si suddivide in sette tematiche tutte altopianesi: i ritratti e la famiglia, le stagioni (neve, animali e caccia), i luoghi (paesi, contrade e montagne), il legno (boschi, roccoli e casare), la pietra (case, malghe, cave e confini), i prati (pascoli e orti), e la memoria (segni della guerra e della storia) Al piano terra, nel salone centrale del museo, è presentata una selezione di oggetti appartenuti all’artista; le opere a intaglio e a sbalzo, realizzate con infinita pazien- za su mobili e oggetti, raccontano il suo continuo colloquio con la natura. Importante novità che completa la meticolosa organizzazione dell’esposizione da parte dell’Assessorato alla Cultura di Asiago è l’introduzione di una figura qualificata che possa contribuire a rendere la Mostra un mezzo di comunicazione socio-culturale e di attività educativa, rivolto a un turismo scolastico e pubblico, attraverso visite guidate e percorsi didattici preparati per fasce d’età e cicli d’istruzione: si tratta dell’operatrice museale Lucia Spolverini. Una mostra tra le migliori mai organizzate dal Comune di Asiago in collaborazione con i fratelli Busellato: anche grazie al contributo degli eredi, è stato infatti possibile sviluppare un progetto di mostra a tutto tondo che interessa la vita e la crescita artistica di Forte Sceran, attraverso le sue opere, meravigliosi scorci di realtà, ma anche evocativi ricordi. Martina Rossi www.giornalealtopiano.it 15 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 16 ENEGO Maria e Nino, da mezzo secolo insieme Maria Caregnato e Antonio Caregnato, da tutti conosciuto come Nino, il 7 gennaio scorso hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio. Il clima della giornata, li ha riportati proprio a quel freddo e nevoso 7 gennaio del 1959. Come allora, e a specchio dei protagonisti, i festeggiamenti sono stati semplici, modesti, ma molto sentiti, fra i soli familiari, che oggi a differenza di ieri sono rappresentati dai quattro figli, le tre nuore, il genero e una cospicua schiera di nipoti, nove per l’esattezza. Il rito, è stato celebrato presso la cappellina dell’asilo di Fosse, come 50 anni fa, quando la chiesa della contrada eneghese, non era stata ancora edificata. Dopo la cerimonia, i figli hanno organizzato un rinfresco nel “famoso” bar Marietta, il bar gestito da oltre cinquant’anni dalla mamma, e che prima di lei, sempre in linea femminile, era stato gestito dalla zia Marietta, che l’aveva adottata quando, ancora molto piccola, era rimasta orfana. Prima di zia Marietta, lo aveva in gestione una sua parente, famosa come Moma, ed infatti ancora oggi molti eneghesi conoscono il bar di Fosse, ultimo rimasto, in una contrada che purtroppo si sta spopolando, come il bar “dea Moma”. Donne molto attive, indipendenti, ed infatti Maria ha sempre gestito con passione il suo bar, senza tuttavia mai trascurare la sua famiglia che dal ’59 in poi si è andata ingrandendo, impegnandola a fondo; dall’anno del matrimonio al ’73 infatti, sono nati i 4 figli, ma nulla è ancora riuscito a distoglierla dalla sua attività e dai suoi clienti. I figli raccontano che non si ricordano nessun pasto fatto con la mamma seduta a tavola con loro, dall’inizio alla fine, perché il bar era sempre aperto, e se entrava un cliente non si doveva farlo aspettare, per nessun motivo. Come le coppie di oggi, ognuno con il suo lavoro, così anche Maria e Nino, quest’ultimo infatti aveva il suo lavoro, Nino da giovanissimo ha lavorato nei boschi di Marcesina come boschiero, poi ha preso pochi capi di bestiame ed ha iniziato l’attività di allevatore e coltivatore, attività che d’estate l’ha sempre riportato nelle alte valli, nella casara di Val Brutta e quindi in quella di famiglia della Val dei Brentoni. Lassù, d’estate, Nino ci saliva anche con i 4 figli, il più piccolo, Manuele, iniziò a seguire il papà che aveva appena due anni, la mamma glielo affidò perché era stato poco bene ed aveva bisogno di cambiare aria; malgrado però l’impegno degli animali e quello non indifferente dei 4 pargoli, Nino se la cavava senza problemi e i figli serbano ancora dei ricordi bellissimi di quei periodi lontani dal paese. Lontani, ma pur sempre vicini alla mamma, che ogni mattina faceva arrivare loro, attraverso il camion della raccolta latte, il pane fresco e non di rado i gelati, che come ricorda la figlia Maria Rosa, - arrivavano alle 11.00 di mattina, per di più sciolti … non erano il massimo, ma ci facevano comunque tanto piacere!Sicuramente ricordi per tutti bellissimi, la vita libera all’aria aperta, i lavori al fianco del padre, una passione che è andata crescendo e che negli anni ha portato i 3 fratelli: Giacomo, Gian Luigi e Manuele a raccogliere l’eredità del lavoro del padre, curando ed ampliando ciò che già c’era, dando vita ad una moderna azienda agrico- la. Giacomo ancora oggi in estate sale in Marcesina, per l’alpeggio, e fino ad un paio di anni fa non mancava di accompagnarlo il padre Nino. Oggi Nino, anche per motivi di salute, fa una vita più tranquilla, Maria invece non si è ancora decisa ad appendere le chiavi del bar al chiodo, perché come giustamente sostiene, è un modo validissimo per tenersi in contatto con tanta gente, scambiare due chiacchiere, mantenersi in attività,….. ma sì… dopotutto è solo una giovanotta di appena 78 anni. Cara Maria non molli e a lei e consorte i più affettuosi auguri e un “in bocca al lupo” per i prossimi, numerosi traguardi! Stefania Simi Il “Menù Asiago 7 Comuni” valorizza i prodotti della nostra terra Sulla scia dell’iniziativa partita da Padova per rilanciare l’agricoltura del territorio, nasce anche ad Asiago un “menù a chilometri zero” che propone esclusivamente prodotti locali e di stagione che devono percorrere solo una breve distanza prima di giungere sulla tavola del locale. Riccardo Cunico del ristorante Al Maddarello, ha preparato un elenco di produttori e prodotti alimentari locali, dai formaggi ai salumi, dai funghi alle marmellate, dalle patate e prodotti dell’orto alla carne secca. Ne è nato il “ Menù Asiago 7 Comuni” dove oltre ai prodotti rinomati e conosciuti in tutto il mondo, ne vengono proposti altri di cui anche a livello locale po- chi conoscono l’esistenza. Si possono così scoprire e gustare il tartufo nero di Lusiana, le verze di Foza, i fagioli di Mezzaselva. E se d’inverno particolarmente usati sono i formaggi e i salumi, l’estate darà modo di proporre e valorizzare le erbe spontanee del nostro territorio. Una bella iniziativa che aiuta a valorizzare il lavoro non solo di grandi aziende, ma anche di piccoli produttori, offrendo nel contempo al consumatore la garanzia di gustare prodotti freschi e genuini, dalla provenienza sicura. S.B. 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 17 Ezio: passeggiando con Snoopy si scatena la fantasia e nascono originali motivetti Per Ezio Pesavento, dipendente Ulss dal fisico possente e l’espressione serena e rassicurante, la prima esperienza con i Rispaar è stata in qualità di tecnico audio e luci, a fianco di Alessandro Pretto. Successivamente è stato proprio l’amico a favorire una sua partecipazione più “visibile”, invitandolo a salire sul palco per cimentarsi nell’accompagnamento musicale, conoscendo la sua grande passione per gli strumenti. Il basso, il mandolino, la chitarra, il trombone, la tromba, l’ocarina, ad Ezio piace provare, variare, inventare. “Sono autodidatta – racconta - le uniche lezioni che ho preso sono quelle per suonare la tromba, proprio dal mio amico Sandro, diplomato al Conservatorio in questo strumento. Suono diversi strumenti, senza grandi pretese, ma divertendomi molto. Ho fatto parte del gruppo “I mandolinisti asiaghesi” e quando capitava andavo anche a suonare a matrimoni e feste, dove mi chiamavano per accompagnare altri musicisti. Con i Rispaar ho iniziato a suonare e poi anche cantare in gruppo in medley di ar- tisti vari”. Ma è nel “Locale dei Locali”, spettacolo che ha rappresentato una svolta negli show del gruppo, che si è rivelato in modo sorprendente il vero talento di Ezio, quello di “cantastorie”. “Vien xò, vien xò da quel figàro….” ha avuto un impatto strepitoso sul pubblico: Ezio, nel cantare la simpatica storiella da lui scritta e messa in musica, passava da una voce e un personaggio all’altro, con un cambio di tono e di espressione e l’aggiunta di qualche accessorio, in un crescendo di consensi. “Le canzoni nascono da una situazione, da un fatto, da una frase, soprattutto l’Altopiano Sabato 24 gennaio 2009 L’Altopiano srl - Società unipersonale Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit Hanno collaborato: don Marco Pozza, Daniel Finco, Ilario De Guio, Serena Baù, Sergio Bonato, Stefano Rigoni, Giulia Panozzo, Virginia Gianello, Aurora Carli Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova quando ci troviamo tra noi, nella nostra sede, se succede qualcosa, anche una sciocchezza, invento una storia e la metto in musica, tanto per ridere e creare allegria, in un modo assai semplice. Qualche volta, oltre a canzoncine spiritose, caratterizzate anche da molti doppi sensi, ma mai volgari, ne scrivo qualcuna di più seria. E’ il caso di quella proposta nell’ultimo spettacolo “Tele digo da Bertigo”, che ne riassumeva la morale, parlando della televisione e di come possa condizionarci. Una grande soddisfazione l’ho provata quando Sandro Pretto ha scelto la mia “Canson dell’albero” per insegnarla ai suoi alunni della scuola media, facendogliela cantare al concerto di Natale. E’ stato molto bello sentirla interpretata dai ragazzi. Le mie canzoni sono tutte in dialetto, e cerco di inserirvi parole e modi di dire di una volta, oggi non più in uso, lo faccio intenzionalmente proprio per far conoscere o ricordare dei termini che stiamo perdendo”. Ezio ha una sua oasi ispiratrice: la sua creatività viene favorita in modo particolare durante le sue passeggiate, che, racconta, possono essere spontanee o … obbligate. “Quelle obbligate sono quando esco con Snoopy, il mio cagnolino. Camminiamo insieme, ma … ognuno nel proprio mondo, lui ha il suo e io il mio, una specie di rifugio tranquillo e solitario, che mi stimola a pensare, che favorisce un’idea, mi fa venire in mente dei motivetti che poi esprimo a voce alta, tanto che il mio cane mi guarda perplesso. Spesso penso che l’ideale sarebbe portare un registratore in modo da imprimervi immediatamente ciò che mi viene in mente, perché succede che una volta rientrato non lo ricordo più allo stesso modo!” Parlando con Ezio si coglie in modo netto questa sua passione, con cui grazie ai Rispaar, ha potuto far divertire in modo genuino tanta gente. “E’ proprio questo che apprezzo particolarmente del nostro gruppo – dice Ezio – la possibilità di proporsi ed esprimersi. Io sono per le idee originali, non classiche, a volte mi succede di proporre cose un po’ troppo fantasiose, strampalate o azzardate, allora mi dicono “stai calmo!”, ma è proprio parlandone insieme che sketch e spettacoli prendono forma: uno propone una cosa, poi c’è chi aggiunge, o taglia, ognuno ci mette del suo fino a concretizzare le idee”. Alla fine della nostra chiacchierata Ezio ci svela il progetto a cui sta lavorando: un cd di canzoni scritte da lui, dove suona vari strumenti e canta, tutto da solo. Anzi, proprio tutto da solo no, visto che in alcuni brani lo accompagna nel canto Erika, sua figlia, che ha una voce bellissima e fa parte di un gruppo musicale. Nel cd, realizzato nello studio di registrazione di Sandro Pretto, saranno inserite le canzoni composte per gli spettacoli dei Rispaar e altre. Un lavoro che comporta tempi lunghi di preparazione, ma che quando sarà portato a termine ci impegniamo a presentare in anteprima! Silvana Bortoli “Elegia per non dimenticare” Torna, per la “Giornata della Memoria 2009”, martedì 27 gennaio, con ingresso libero, alle ore 21.00 presso la Sala del Grillo Parlante di Asiago “Elegia per non dimenticare”, spettacolo proposto, in collaborazione con il Comune di Asiago, dalla compagnia teatrale “Il Fiasco”. Si tratta della replica della rappresentazione presentata lo scorso anno, che rievoca episodi che ripercorrono l’olocausto, attraverso letture tratte da testimonianze sugli orrori dello sterminio. Un appuntamento con il teatro che in questa occasione non si propone come momento di divertimento, ma di cultura, e conoscenza. Agli spettatori dopo la proiezione di un filmato piuttosto crudo e duro, con collage di immagini che si commentano da sole e che racchiudono vari aspetti e significati sul tema, verrà presentata una lettura drammatizzata di poesie e brani, imperniata su testimonianze di persone sopravvissute all’olocausto, sull’esperienza della Rosa Bianca (gruppo studentesco contrapposto al regime nazista), sul Diario di Anna Frank, su lettere ritrovate e scritte da bambini che raccontano come trascorrevano le giornate, con la recitazione di testi di autori celebri come Primo Levi e altri. Sono previsti due intermezzi musicali durante i quali ver- ranno cantate due canzoni, tra cui Auschwitz di Francesco Guccini. Un appuntamento teatrale che vuol essere anche momento educativo, per questo la mattina dello stesso giorno “Elegia per non dimenticare” sarà proposto anche ai giovani studenti di 3^ media e 1^ superiore, proprio per sensibilizzare i giovani verso un tema così importante come lo è la giornata della memoria, perché ciò che è stato l’olocausto non venga dimenticato. S.B. 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 18 L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale RUBRICHE Di cosa è responsabile l’albergatore per il furto che avviene in una camera del suo hotel? Ad esempio, se in camera un cliente lascia incustoditi gioielli o grosse somme in contanti, il titolare alberghiero dovrà farsene carico qualsiasi sia il loro valore? Innanzitutto è bene sapere che sono totalmente nulle le dichiarazioni tendenti a escludere o limitare preventivamente la responsabilità dell’albergatore. Spesso infatti nelle camere d’albergo si trovano cartelli che recitano: “la Direzione declina ogni responsabilità per il furto di beni non consegnati in custodia” oppure “la Direzione dell’hotel non risponde di eventuali furti di oggetti lasciati nelle camere”; questi avvisi non hanno nessuna validità dal punto di vista giuridico. Ciò chiarito, la responsabilità dell’albergatore viene disciplinata nel nostro ordinamento dagli articoli dal 1783 al 1786 del codice civile e si basa, es- Furto in Hotel - Il cliente può pretendere un risarcimento? senzialmente, sulla distinzione tra cose semplicemente portate in albergo dal cliente, ma non consegnate alla struttura (art. 1783 c.c.) e cose consegnate all’albergatore (art. 1784 c.c.). Nel primo caso, sull’albergatore incombe un obbligo di custodia “indiretta” delle cose, delle quali il cliente conserva la detenzione; nel secondo caso, invece, si parla di obbligo di custodia “diretta”, in quanto nascente da uno specifico deposito delle cose nelle mani dell’albergatore. Nel caso di cose semplicemente portate in albergo dal cliente (ovvero oggetti tenuti in camera o lasciati nei locali dell’hotel e nelle sue pertinenze -giardino, piscina, garage-) senza una specifica richiesta di custodia, la responsabilità dell’albergatore viene limitata al valore dell’oggetto deteriorato, distrutto o sottratto sino all’equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell’alloggio per giornata com- prensivo di vitto, se pattuito. Per fare un esempio, se il costo della camera per notte è di euro 50, l’albergatore dovrà risarcire il valore del bene sino alla somma massima di euro 5.000,00. In tal caso, la responsabilità sorge dal semplice fatto dell’introduzione delle cose in albergo e l’obbligo di custodia inerisce direttamente il contratto di albergo avendo carattere accessorio dell’obbligo principale della prestazione dell’alloggio da parte dell’albergatore, che è tenuto anche a garantire la sicurezza delle cose appartenenti alla clientela. Quando, invece, le cose sono state consegnate in custodia all’albergatore o quest’ultimo ha rifiutato di ricevere cose che aveva l’obbligo di accettare (carte di credito, traveller’s cheques, danaro contante e oggetti di valore), la responsabilità dell’albergatore è illimitata e deriva dalla consegna delle cose stesse in custodia median- te un contratto di deposito distinto da quello di albergo, ma ad esso collegato. In questo caso, tuttavia, occorrerà di particolare importanza sarà il valutare se il cliente abbia dato una descrizione precisa degli oggetti al momento della consegna in custodia. Infatti, se ad esempio il cliente aveva consegnato un porta-gioie chiuso senza specificarne il contenuto, difficilmente potrà poi pretendere il rimborso dei gioielli che, a suo dire, vi erano contenuti. La consegna, inoltre, al fine della responsabilità illimitata nei confronti del cliente, deve avvenire in un contesto e con modalità che ne dimostrino inequivocabilmente la finalità di custodia, sebbene non si arrivi a richiedere una specifica dichiarazione in tal senso. L’albergatore può rifiutare legittimamente di ricevere gli oggetti che il cliente chiede di consegnarli in custodia solamente qualora si tratti di oggetti peri- colosi, o di cose che, tenuto conto delle caratteristiche dell’albergo, abbiano un valore eccessivo o siano particolarmente ingombranti. L’albergatore può liberarsi da entrambi i tipi di responsabilità provando che il deterioramento, la distruzione o la sottrazione sono dovuti esclusivamente al cliente, alle persone che lo accompagnano o che gli rendono visita; a forza maggiore (ad esempio alluvione), o alla natura della cosa (ad esempio autoesplosione). L’albergatore non sarà responsabile, inoltre, se il cliente denuncia il fatto con un ritardo ingiustificato o nel caso di animali vivi o di veicoli lasciati nei paraggi dell’albergo e non affidati a qualche addetto. Si tratta di ipotesi tassative. Per concludere un paio di annotazioni. La legge n. 316/1978 che ha introdotto tali norme nel nostro codice civile è frutto degli accordi sottoscritti a Parigi dagli Stati membri del Con- Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” siglio d’Europa. Le norme descritte pertanto varranno anche nei seguenti Stati: Belgio, Germania, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Lussemburgo, Danimarca e Portogallo. Le disposizioni sul deposito alberghiero, inoltre, si applicano a tutte le strutture ricettive, ad esclusione di case ed appartamenti per vacanze. Si noti, infine, che l’art. 1786 del codice civile estende la responsabilità in esame anche a situazioni similari quali i ristoranti, le trattorie, le pensioni, i saloni di parrucchiere, i campeggi ed i teatri. LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA L’autostima: un concetto articolato che merita alcuni chiarimenti per comprendere la sua complessità Sapete cosa disse Eleanor Roosevelt (attivissima first lady moglie del presidente americano Franklin Roosevelt) nei primi anni del novecento? Che nessuno può farti sentire inferiore…senza il tuo consenso. Parole sante! È una frase provocatoria ma piena di forza; in più, ha a che fare con l’autostima, argomento di questo articolo. L’autostima è una grandezza così vaga e imprecisa perché molti libercoli usa e getta che trovate in libreria ne hanno estratto solo gli aspetti commerciali per fare cassa. D’altro canto, e mi metto nei panni del lettore medio, perché non tentare una scorciatoia verso la conquista dell’amor proprio portandosi a casa un vademecum per lo spirito? Ciò che critico è semplicemente il fato che molte definizioni di autostima sono poco utili e scorrette e non si basano su ragionamenti validi dal punto di vista scientifico, un po’ come succede con molti altri concetti psicologici di cui leggiamo nelle riviste “da parrucchiera”. Non è un’ossessione, la mia; piuttosto, un tentativo donchisciottesco di metter ordine tra i concetti psicologici per sfatare dei miti e stimolare i lettori ad un’ottica più rispettosa e cosciente della disciplina di cui mi occupo (ovvero la psicologia scientifica che è soggetta alle stesse regole della medicina occidentale). Allora, cos’è l’autostima? Innanzitutto vi dico cosa non è, mi pare più facile. Quando sentite qualcuno dire: “Io non ho autostima, io non valgo, mi sento inferiore agli altri”, fermatelo subito. Non esiste un essere umano che ha un valore inferiore ad un altro, perché siamo tutti sulla stessa barca. Pertanto, è sbagliato valutare sé stessi e gli altri in modo assoluto e pregiudiziale; i giudizi sommari che abbracciano l’intera persona sono concetti inutili e distruttivi; nessuno è incapace e inferiore in ogni suo tratto e capacità. Da dove proviene quindi l’autostima? Vediamone le varie componenti suddividendola in quattro aree. Quando pensiamo a noi stessi, attiviamo i nostri centri della memoria che ci portano (attraverso meccanismi a volte bizzarri e ancora poco conosciuti) alla consapevolezza autobiografica (quello che siamo stati, che conosciamo, che rappresentiamo) e al concetto di sé. Questa parte, che potete vedere nello schema che ho alleato, rappresenta il nostro sapere identitario, cioè la coscienza di sé. Non c’è aspetto valutativo; questa parte di noi è formata dalle rappresentazioni di noi come persone, capaci e incapaci, con i nostri ruoli, le nostre competenze, i nostri pensieri: è l’autocoscienza e la somma delle informazioni che possiamo comunicare agli altri quando ci chiedono: “Chi sei tu?”. Comprensibilmente, quest’area del Sé cresce e matura con le esperienze e con l’età. Rimane però una parte solida, come una struttura stabile che aggiunge mattoni su mattoni e si rafforza nel tempo (basti confrontare un adolescente con un settantenne per comprendere la diversità del concetto del sé). Accanto a questa fondamentale area psichica, abbiamo la valutazione del Sé. Essa si situa dal lato valutativo (sempre nello schema, lato destro) e si costruisce in base ai giudizi e ai “voti” che ci siamo dati e che ci hanno attribuito gli altri nel corso della vita. Attenzione: non c’è un unico voto alla fine dell’anno scolastico! Le valutazioni sono innumerevoli (gli esami non finiscono mai…) e si basano sui giudi- zi riguardo alle specifiche attività, comportamenti, situazioni in cui ci siamo imbattuti. Per fare un esempio, potremmo giudicarci dei pessimi cuochi ma degli ottimi cantanti, oppure sentirci dire di essere degli ottimi genitori ma dei pessimi amanti…e via dicendo. Le critiche costruttive sono circostanziate e contingenti. Pertanto la nostra “pagella” ha numerosissime voci e due colonne, ovvero il nostro giudizio e quello degli altri. Se mi avete seguito finora, potete capire che se qualcuno vi dice che “non valete niente” o che “siete un disastro”, sta emettendo un giudizio sommario da cui dobbiamo difenderci rifiutandolo totalmente, eventualmente chiedendo su quale comportamento o situazione specifica si basa la valutazione. Inoltre, il giudizio altrui è sempre secondario al giudizio che noi diamo di noi stessi. Così facendo, nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso. Rimangono due aree da esplorare che si situano simmetricamente sui due fronti della consapevolezza (neutra) e del giudizio (valutativo positivo o negativo). A sinistra troviamo le idee riguardo al nostro modo di affrontare le sfide e gli atteggiamenti personali nei confronti di situazioni stressanti e a rischio. In pratica: cosa sappiamo di noi quando siamo di fronte ad un problema? Come reagiamo? Siamo dei vincenti o dei perdenti? Qual è il nostro stile di fronteggiamento? È la nostra consapevolezza della vulnerabilità personale, dei nostri limiti. Ci sono persone che sanno di essere in grado di affrontare le sfide, mentre altri credono di essere dei perdenti. La differenza è abissale, ma si basa soprattutto sulle esperienze passate più che su di un giudizio estemporaneo e previsionale. Ovviamente, per accrescere quest’area psichica e renderla più solida, non resta che fare esperienza e allenarsi a mettersi in discussione, fino al successo. Solitamente, chi è determinato non si ferma al primo insuccesso ma persevera almeno fino al raggiungimento di un risultato parziale. Ciò è molto importante e sembra essere l’atteggiamento psicologicamente più costruttivo: così facendo accresciamo una consapevolezza positiva e la fiducia nei propri mezzi; ciò è fondamentale e va stimolato soprattutto nei ragazzi. A destra, simmetricamente, abbiamo la parte valutativa che completa il nostro quadro: è la famosa autoefficacia, di cui ho già parlato in altri contesti, che rappresenta la nostra previsione di successo e l’intimo senso di farcela. Com’è intuibile, l’autoefficacia è sempre un giudizio sulle nostre possibilità, ovviamente basato anche sul ricordo di come ci siamo comportati in passato. Eppure, non è solo questo. Quando entriamo nella sfera della valutazione, subentrano aspetti emotivi molto forti che possono “viziare” il nostro giudizio (e quello degli altri) e renderlo totalmente soggettivo e parziale; delle volte addirittura lo rende irrazionale e ingiusto (ad esempio quando siamo ipercritici con noi stessi). In questo caso dobbiamo ristrutturare il nostro modo di pensare allargando la visione allo schema intero cercando di fare attribuzioni corrette e oggettive, evitando le sentenze sommarie e ragionando in termini più neutri dal punto di vista emotivo e cognitivo. L’autostima è la somma di tutte queste parti che interagiscono continuamente tra loro e che contribuiscono al senso di benessere o di malessere quando ci guardiamo allo specchio. In terapia è un compito che si affronta spessissimo e che garantisce davvero maggior soddisfazione personale e determinazione positiva nei confronti di se stessi e degli altri. Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 19 Giacomo Leoni ai Mondiali Special Olympics negli U.S.A La manifestazione è in programma in Idaho (USA) dal 7 al 13 febbraio. L’atleta del Team Rari Nantes Marostica gareggerà nello sci nordico sui 3 e i 5 Km Pagina a cura di Stefania Longhini “Mi chiamo Giacomo Leoni, e faccio parte del Team Special Olympics a.s.d. Rari Nantes Marostica. Sono un ragazzo bravo, gentile, cavaliere e tanto cocciuto. Sono un bravo e bel ragazzo di 21 anni che vorrebbe trovare una ragazza da coccolare e portare fuori a cena come un cavaliere. Vesto alla moda e mi piace divertirmi in discoteca. Mi piace fare sport e spero che in America vinco! Sono tanto contento di andare in America da solo e non ho paura anche se non conosco tanta gente che viene con me. I miei fratelli sono tutti molto sportivi e forti, ma fino ad ora solo io vado a fare i mondiali di uno sport”. Inizia così la presentazione di se stesso che Giacomo Leoni, figlio di Edoardo e Itala, attuali gestori del Prunno di Asiago, ha scritto per il sito di Special Olimpics, programma educativo che, ovunque nel mondo e ad ogni livello (locale, nazionale ed internazionale), propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con ritardo mentale e per ogni grado di abilità. Residente a Breganze, Giacomo lavora in una ditta metalmeccanica e, grazie appunto all’iscrizione al team Special Olympics, svolge un’intensa attività sportiva. “Special Olympics – dice mi ha cambiato la vita perché ho imparato a nuota- re, sciare e giocare a tennis. Ho viaggiato molto per fare le gare. Ho conosciuto tante belle persone e ho capito che per fare bene bisogna allenarsi ed impegnarsi”. E l’impegno da parte sua certo non manca. Impegno che, coniugato con una certa attitudine, gli ha permesso di raggiungere notevoli risultati tanto da essere, appunto, convocato nella rappresentativa azzurra che parteciperà ai Campionati Mondiali invernali Special Olympics in programma dal 7 al 13 febbraio 2009 in Idaho (USA). Giacomo sarà impegnato in particolare nelle prove di sci nordico sui 3 chilometri, nei quali detiene dall’anno scorso il titolo italiano, riconfermato quest’anno, e sui 5 chilometri, specialità in cui agli assoluti si è classi- Ama lo sport, ma non solo Sportivo, entusiasta della vita, con tante passioni e tanti sogni nel cassetto. Così ci appare Giacomo Leoni dal suo profilo pubblicato sul web. Ne avrebbe da insegnare ai ragazzi della sua età…Di se stesso racconta: “Nel tempo libero ascolto la musica, guardo la tv, faccio una passeggiata, mi trovo con gli amici al bar e con gli scout, insieme parliamo di calcio, musica e ragazze. I miei primi 3 desideri sono: trovare una fidanzata, guidare una macchina tutta mia, avere una piscina tutta mia per fare allenamento per le braccia. Mi piacerebbe poi incontrare Alex Del Piero , Avril Lavigne e Chuck Norris. Con Del Piero mi piacerebbe giocare un po’ a calcio. Ad Avril Lavigne vorrei dire che è bella, canta bene e conosco tutte le sue canzoni. Con Chuck Norris andrei a fare un giro nella sua macchina e gli direi che e’ fortissimo e bravo. Il viaggio più lungo che ho fatto è stato in Australia con la mia famiglia. Mi piacerebbe un giorno andare anche a Dallas in America e in Colombia dove vive mio zio e anche a New York . La sfida più grande che ho vinto è aver fatto gli esami di maturità e aver trovato un lavoro che mi piace”. ficato secondo l’anno scorso e terzo quest’anno. In piena sintonia con il giuramento di Special Olympics “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”, Giacomo, in merito alla prossima avventura americana, afferma: “Dai Giochi Mondiali Invernali in Idaho mi aspetto di conoscere tante persone, parlare in inglese e vincere almeno una gara”. Cos’è e cosa si propone Special Olympics “Trent’anni fa dicevano che non eravate in grado di correre i 100mt. Oggi, voi correte la maratona. Trent’anni fa, dicevano che dovevate rimanere chiusi negli istituti. Oggi siete di fronte alle televisioni di tutti il mondo. Trent’anni fa, dicevano che non potevate dare un valido contributo all’umanità. Oggi, voi riunite sullo stesso terreno dello sport nazioni che sono in guerra...” Eunice Kennedy Shriver Giugno’99 North Carolina Lo Special Olympics International nasce nel 1968 negli Stati Uniti per volontà di Eunice Kennedy Shriver, sostenitrice per più di 3 decenni del miglioramento delle persone con ritardo mentale, in occasione dei Primi Giochi Internazionali tenutisi a Chicago, Illinois. Qualche anno prima (1960) Eunice Kennedy, organizzò una giornata di gioco e sport esclusivamente per ragazzi disabili e si accorse immediatamente che questi ra- gazzi erano molto più capaci nelle attività fisiche di quanto molti esperti ritenessero. Nei primi anni lo S.O. fu finanziato dalla Fondazione Kennedy e da vari enti. Attualmente la Fondazione Kennedy non sostiene più economicamente il S.O.I. ma continua a condividerne i principi e ad estenderli in tutto il mondo. Nel Dicembre 1971 la Commissione Olimpica degli Stati Uniti conferisce l’approvazione ufficiale a Special Olympics di usare il nome “Olympics”, l’unica organizzazione ad essere autorizzata ad utilizzare questo nome. In un protocollo d’intesa firmato il 15/02/1988 la Commissione Olimpica Internazionale ratifica una convenzione nella quale riconosce ufficialmente il S.O.I. ed accetta di collaborare con esso come rappresentante degli interessi degli atleti con handicap mentale. Il riconoscimento del C.I.O. comporta che le gare, gli allenamenti si conducano secondo i più alti ideali del movimento olimpico internazionale, e di proteggere e di vigilare sull’uso del termine “olimpico”, preservandolo da abusi. Special Olympics è attualmente presente in 165 paesi. La missione di questa organizzazione è di promuovere gli allenamenti e la pratica dello sport olimpico per individui con difficoltà mentali, dando loro continue opportunità di sviluppo fisico e psichico, facendo loro dimostrare coraggio, capacità, e creando sempre nuovi motivi per gioire insieme alle proprie famiglie, ai propri amici e a tutta la comunità. Il fine ultimo di Special Olympics è quello di dare, alle persone con ritardo mentale, la possibilità di diventare cittadini utili alla società e quindi accettati, apprezzati, e rispettati dall’intera comunità. La convinzione dello Special Olympics è che il programma sportivo e le competizioni che propone aiutino le persone con ritardo mentale a migliorarsi fisicamente e crescere mentalmente, socialmente e spiritualmente. 8 l’Altopiano Sabato 24 gennaio 2009 www.giornalealtopiano.it 20 Dodici risultati utili consecutivi SPORT Non si ferma la corsa dell’Asiago Striscia record degli ultimi 5 anni per l’Emisfero - Non accadeva dalla stagione 2003/2004 Non c’è che dire: questo Asiago sta facendo faville, spopolando di avversaria in avversaria, costringendo tutti a “lasciare punti” quando c’è di fronte il team targato Emisfero! Da oltre un mese, dopo quel 7 a 0 subito pesantemente a Brunico nell’unica serata-no della stagione (assieme all’altra trasferta pusterese di fine ottobre) di Daniel Bellissimo, lo schiacciasassi giallorosso non incasella uno zero nel tabellino delle dodici giornate disputate. Anche se, di tanto in tanto, s’inceppa, va in confusione, si complica la vita da solo, appare ingenuo ed impacciato, ebbene ... nonostante tutto questo cocktail di fresca e giovane energia, di prorompente ed a volte pazza vitalità e, perché negarlo, anche di qualità tecniche e caratteriali interessanti e vivaci è diventato la squadra del momento ed è, perché nasconderlo, lo spauracchio di tutte le avversarie che adesso affrontano questo Asiago col massimo rispetto. E sì, perché questa squadra ha avuto il grande merito (coinciso, guarda caso, con l’arrivo nello spogliatoio di “Lucky” Luciano Aquino) di dare una svolta repentina, orgogliosa, grintosa ad una stagione che sembrava destinata a ricalcare quelle due grigie, spente e deludenti (almeno sul piano dei risultati e dei riscontri) che l’avevano preceduta. Una brusca sterzata che ha colto tutti alla sprovvista, iniziata con quello che poter sembrare un fatto sporadico, momentaneo ma che poi, via via, è andato sempre più consolidandosi, assumendo i contorni di un vero e proprio fenomeno. Un fenomeno che ha riportato molta gente allo stadio, ha riavvicinato i tifosi; e questo comprova che, di fatto, al di là di questioni e di problematiche economiche legate ai bilanci, la gente ed i tifosi si appassionano ad una squadra quanto è quantomeno competitiva, orgogliosa, grintosa, determinata, indomita, meglio ancora se vincente, e si entusiasmano ancor più se, magari, questo accade con quel pizzico (chiamatelo così se vi pare) di pathos e di sofferenza che ti fa stare in tensione, come una corda di violino, fino allo scadere, alla sirena finale di ogni partita, momento che sancisce l’urlo liberatorio e Foto Paolo Basso “TIELLE PHOTO” l’applauso finale caloroso e convinto. Eh sì, signori miei, questo è l’Asiago di adesso, che induce i media a reiterare titoloni a nove colonne e ad esaltarne le gesta ed i risultati, che ha riportato il tema hockey (da qualche stagione sopito, quasi carbonaro e clandestino) al ruolo di argomento di discussione e di conversazio- ne in piazza e nei bar. Non sarà facile continuare su questa strada, almeno su quella dei risultati ma siamo certi che questi ragazzi continueranno a dare il massimo per farlo; importantissima, per ricalarci nell’attualità, la trasferta di martedì in casa del Valpusteria, accreditata e “feroce” concorrente per quel quarto posto che vale la post season, ultimo atto prima della sosta. Poi vedremo se e quanto inciderà, in positivo o in negativo, la pausa dedicata agli impegni della Nazionale quando si ritornerà in campo per l’ultimo rush finale, sette partite per i playoff. Certo l’auspicio può essere solo quello di continuare a vedere una squadra che diverte, che ti fa imprecare, che ti prende dentro e ti fa partecipare alle partite I risultati delle ultime due settimane 08-01-09 : RENON - ASIAGO 13-01-09 : ASIAGO - ALLEGHE 15-01-09 : FASSA – ASIAGO 17-01-09 : ASIAGO – BOLZANO 20-01-09 : ASIAGO - CORTINA 2-3 (o.t.) 6-3 3-2 (d.t.r.) rinviata al 17/2/09 4-3 Prossimo appuntamento, prima della pausa, martedì 27 gennaio per Valpusteria – ASIAGO La classifica dopo la 7^ giornata del master round Renon 33, Cortina 30, Bolzano 29**, Asiago 27*, Valpusteria 24, Alleghe 22, Fassa 12*, Pontebba 10 (* una ** due partite in meno) CONTINENTAL CUP Rouen. E’ finita con tre squadre a pari punti, 6, la Final four di Continental Cup di scena nello scorso week end a Rouen; peccato per il Bolzano che si classifica terzo solo per la differenza reti negli scontri diretti, preceduto dai vincitori, gli slovacchi del MHC Martin, e dai padroni di casa Dragons de Rouen, mentre sono rimasti a quota 0 i bielorussi del Keramin Minsk. I premi di miglior giocatore del torneo per ruolo sono andati allo slovacco Vlastimil Lakosil (portiere), al bolzanino Christian Borgatello (difensore) ed al francese Marc-André Thinel (attaccante). Questi i risultati della tre Christian giorni di Final four: Borgatello 16-1-09: Martin - Minsk 5/1 Rouen - Bolzano 1/3 17-1-09: Bolzano - Martin 3-7 Minsk - Rouen 4/6 18-1-09: Minsk - Bolzano 1/7 Rouen - Martin 5/4 con apprensione ma con orgoglio ed entusiasmo; l’obiettivo di entrare nei play off, che non molto tempo fa poteva sembrare una chimera, oggi è sicuramente un sogno possibile, realizzabile, alla portata. E’ così che chiudo, auspicando che il sogno giallorosso possa continuare. FORZA ASIAGO !!! Cesare Pivotto NAZIONALE Sono state rese note nei giorni scorsi le preconvocazioni azzurre per il raduno di preparazione che si terrà a Bressanone dal 28 gennaio al 3 febbraio e per la successiva partecipazione al Torneo di Qualificazione Olimpica che si disputerà a Riga dal 5 al 9 febbraio. Fra i preconvocati in azzurro solo un asiaghese, il difensore Trevor Johnson. Il Blue Team, agli ordini di Rick Cornacchia, disputerà a Canazei un’amichevole contro il Giappone il 31 gennaio; a Riga gli azzurri esordiranno contro l’Ucraina il 5 febbraio (ore 16), il giorno successivo (ore 16) affronteranno l’Ungheria e l’8 febbraio (ore 17) concluderanno il programma contro la Lettonia. Rick Cornacchia 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 Hockey Inline SPORT Anno nuovo, aria nuova si era scritto nel precedente numero, pensando forse che le difficoltà emerse nel doppio confronto (campionato e Supercoppa) con l’Edera Trieste fossero solo una situazione dettata da un paio di serate storte. Ma non era proprio così, visto che il mese di gennaio, un po’ come era accaduto anche nella passata stagione (fino a febbraio), ha evidenziato una flessione generale che ha portato la Rigoni di Asiago Vipers ad incappare pure nella prima, brutta sconfitta in campionato, proprio nel derby con i Diavoli Vicenza. Un ko (4-2) figlio di una prestazione sconcertante, soprattutto in un primo tempo disastroso in cui la formazione asiaghese ha sbagliato tutto ed anche di più, facendosi travolgere da errori ed avversari (40 dopo neanche 9’). Troppe davvero le amnesie e troppi pure i giocatori fuori giri in questa fase, inclusa la prima linea, fino a poco più di un mese fa immarcabile. Troppo brutti per essere veri, i veri Vipers, quelli che ormai hanno abituato tutti fin troppo bene e quelli che, ovviamente, quando non si esprimono sui loro livelli espongono il fianco alle critiche, anche feroci. « Abbiamo giocato 30’ indecorosi. Dicono sempre che siamo la squadra da battere, ma ultimamente sono troppi quelli che ci riescono. Siamo in un momento negativo, soprattutto a livello mentale. In settimana urge affrontare la si- Gennaio nero per gli Asiago Vipers Dopo la Supercoppa perso anche il derby. tuazione ». Così tuonò il presidente Fabio Forte nell’immediato dopo gara con il Vicenza. E in settimana il “pres” si è rivolto alla squadra per fare un po’ di chiarezza. « Ho detto ai ragazzi che il derby con il Vicenza è stata la peggior partita che abbia mai visto giocare dai Vipers in tutta la mia vita e che dobbiamo assolutamente “sistemare la testa”. Detto questo, ho fatto presente a tutti che venerdì prossimo (30 gennaio) si chiudono le liste per i trasferimenti e che se qualcuno sente l’esigenza di provare nuove esperienze oppure si sente poco considerato può farsi avanti e dirlo apertamente. Chi decide di restare, però, idealmente sottoscrive un patto con una società come la nostra che punta alla vittoria finale e quindi, una volta superata la linea di confine, non si torna indietro. Si lavora tutti insieme per l’obiettivo comune, accettando scelte e direttive. Venerdì (oggi per chi legge) avrò un meeting con Roberto (Varotto) per delineare il roster definitivo da qui al termine della stagione ». Un organico che non dovrebbe avere nessun volto nuovo, anche se il presidente culla ancora il sogno americano, ovvero quello di poter schierare la coppia d’oro composta da CJ Yoder e Brian Yingling, finora arruolabile solo in occasione della Champions. « Mi piacerebbe averli con noi per l’ultima parte della regular season e per i playoff. Vedre- mo, l’operazione implica una serie di valutazioni e, naturalmente, anche costi non indifferenti ». Nessuna vera new entry, ma, come negli ultimi anni, potrebbero comunque esserci problemi di abbondanza e di conseguenza si creerebbe la necessità, seppur dolorosa, di dover rinunciare a qualcuno. « Parlerò in questi giorni con tutti i giocatori, anche con quelli attualmente impegnati nel campionato di hockey su ghiaccio. Tutti avremo così il modo ed il tempo di fare le necessarie valutazioni ». Il mercato tiene banco in quest’ultima settimana, ma il presente dice che ci sono da rimettere insieme “i cocci di un vaso che fino a poco tempo fa era un’opera d’arte perfetta”, come aveva detto l’allenatore Roberto Varotto dopo il derby. « Il calendario – dice Forte – non ci aiuta in questo senso: Arezzo in casa e poi le trasferte di Milano e Roma (contro il Civitavecchia). Adesso come adesso c’è il rischio di non rag- Sci nordico Che forti i baby del 6 campanili Hanno preso il via le gare circoscrizionali del Gran Prix Lattebusche di Sci nordico che vedono impegnati i piccoli atleti iscritti ai nostri sci club. Nella prima gara svoltasi alla Golf Arena il 23 dicembre, nella categoria baby maschile, lo Sci Club 6 Campanili ha piazzato ben 4 atleti nei primi 4 posti. Nella foto vediamo l’intero podio costituito da: 1) Alessandro Strazzabosco (il primo da sinistra), 2) Leonardo Cuffolo (il primo da destra), 3) Giovanni Cera. Il quarto classificato è stato Federico Mosele. Lo sci club 2A è stato invece protagonista assoluto nella categoria cuccioli femminile con ben sei atlete nei primi sette posti, per la precisione: 1) Giorgia Parini, 2) Marta Cantele, 3) Alice Pozza, 4) Giulia Panozzo, 6) Valentina Ava e 7) Veronica Rossi. Al 5° posto Rebecca Baù dell’Unione Sportiva Asiago Sci. Nella categoria Baby femminile Serena Cera del 2°, seguita da Aglaia Longhini dell’USA e da Marianna Gheno del CS Bassano. Nei cuccioli due atleti del CS Bassano nei primi due posti Christian Ronzani e Tobia Gheno (rispettivamente primo e secondo) seguiti da Sebastiano dalle Ave dell’Unione Sportiva Asiago. granellare molti punti e se così fosse tutto si complicherebbe maledettamente. Ecco perché dobbiamo reagire subito, perché siamo pienamente in corsa per il primo posto in regular season e vogliamo provare ad ottenerlo. Come ho già detto, il problema principale è un calo a livello mentale, perché negli ultimi 10’ della sfida con il Vicenza abbiamo comunque dimostrato di avere ancora gambe. Dobbiamo, però, toglierci di dosso quella presunzione di pensare che anche non giocando al 100% le cose vengano da sé. Non è così. Contro di noi tutti ci mettono qualcosa in più e se noi non facciamo altrettanto diventiamo vulnera- bili, supponenti, irritanti ». Insomma, da qui a fine mese, si vedrà se la “piccola crisi”, come è stata definita sul sito internet dei Vipers, sarà superata o meno. Chi, invece, sembra aver ripreso quota dopo un amaro ritorno in pista (pari-beffa a Forte dei Marmi) è la formazione di Serie A2, che si è insediata, seppur in coabitazione con il Mestre, al secondo posto alle spalle del fuggitivo Monleale. I ragazzi di Marobin, infatti, hanno inanellato due vittorie ai danni di Padova (2-8 nel recupero della terza giornata) e Modena (10-2). All’orizzonte c’è la trasferta di Cittadella. In Serie B nulla di nuovo, con gli Asiago Vipers a dominare il girone “C” con quattro lunghezze di vantaggio sul Verona ed una qualificazione alla fase promozione che è vicina ad essere raggiunta anche a livello matematico. Ancora alla ricerca di continuità, invece, gli Asiago Black Vipers. Stefano Angonese Foto di Marco Guariglia ERRATACORRIGE Le foto di Hockey Inline pubblicate sul numero 285 del 10 gennaio sono di Luca Forte e non di Marco Guariglia come erroneamente indicato ci scusiamo con l’autore delle foto e con i lettori. 8 Sabato 24 gennaio 2009 SNOW BOARD La Scuola Sci Kaberlaba dall’inizio del 2009 può contare su una figura di rilievo per l’insegnamento dello snow board, che rende particolarmente orgoglioso il direttore Mario Dal Pozzo: si tratta della giovane maladense Isabella Dal Balcon, olimpionica nel 2002 a Salt Lake City e a Torino 2006. Un’opportunità importante per coloro che vogliono avvicinarsi a questa disciplina sportiva che nell’ultimo decennio ha preso particolarmente piede tra i più giovani. Dopo aver deciso di smettere l’attività agonistica, la Dal Balcon ha preso casa ad Asiago, mettendo a disposizione la propria esperienza e la propria passione per la tavola L’olimpionica di snow board Isabella Dal Balcon in forza alla Scuola Sci Kaberlaba da neve e offrire quegli insegnamenti necessari a praticare in sicurezza lo sport, spesso accusato di essere pericoloso e guardato con diffidenza dagli sciatori tradizionali. “Questo sport – commenta Isabella Dal Balcon - mette le persone in contatto immediato con i propri limiti, chi li sa rispettare, vivendo in armonia con le proprie caratteristiche e senza voler esagerare, ne trae il massimo, chi invece pretende di osare troppo viene subito bloccato. Coloro che hanno cominciato a praticare lo Gran Venerdì 16 Gennaio, presso il Ristorante Due Mori di Camporovere, si è svolto il Gran Galà Nerazzurro, organizzato per festeggiare il primo anniversario della nascita dell’Inter Club Altopiano . Conduttrice della serata, la meravigliosa Giulia Panozzo, presentatrice debuttante ma straordinariamente spontanea e professionale da sembrare veterana del mestiere; ad accompagnarla alla consolle, il giovane ma esperto Dj Glamn, al secolo Andrea Dalle Ave, degno di nota non solo per la sua abilità ma anche per la sua fede interista in tema con la serata. Il Gran Galà si è rivelato un vero successo, grazie anche agli ospiti intervenuti, quali Davide Fontolan, ex stella nerazzurra; Filippo Fracaro, giovane asiaghese attualmente in forza agli Allievi Nazionali dell’Inter e infine Donato Caragnano, allenatore nel set- l’Altopiano snow board, soprattutto nei primi anni, lo hanno fatto spesso da autodidatti, anche per carenza di maestri, ma una buona scuola è fondamentale. I ragazzi sono portati a saltare, ma non hanno il senso del pericolo, in particolare i più piccoli. Anche per questo nella fase iniziale il maestro è ottimale, per un approccio sicuro che possa far star bene e divertirsi, e allo stesso tempo aiuti a imparare a conoscersi. Lo sviluppo della persona attraverso lo snow board risulta formativo puntando soprattutto a una crescita personale in gruppo, piuttosto che individuale.” Quante lezioni sono necessarie per avere una certa padronanza con lo snow board, e a che età si può iniziare? “Per imparare e avere una base solida l’ideale è fare il ciclo di lezioni comprese in un corso, si può iniziare già dai cinque anni”. Nei programmi più immediati di Isabella e dei suoi colleghi, quello di creare un’area da destinare si surfisti della neve, dove poter divertirsi con salti e altri numeri, pur in Galà tore giovanile Inter Campus. Durante la cena, l’intervento di Davide è stato particolarmente coinvolgente: l’ex giocatore ha infatti reso partecipi tutti i presenti con aneddoti riguardanti il “dietro le quinte” delle partite della nostra squadra del cuore, lasciando tutti piacevolmente sorpresi dalla sua dote naturale di intrattenitore; altresì lui è rimasto a bocca aperta di fronte all’eccellente memoria del nostro storico ufficiale, Michele Rossi (Kelle), che gli ha ricordato, oltre alle classiche formazioni, anche momenti personali di Davide, che lo stesso giocatore aveva rimosso. Un po’ più timido è stato l’intervento della nostra “speranza” Filippo, non ancora abituato alle luci della ribalta: ha risposto ad alcune domande poste dalla curiosità di qualche partecipante sulle basi di come si vive da adolescente, lontano da casa, in un mondo fra sport, educazione e convivenza con altri compagni di squadra. Nonostante non sia sempre facile condurre questo tipo di vita così diversa da quella di un normale coetaneo, siamo sicuri nella riuscita del suo intento e il nostro Club dà a Filippo il massimo appoggio per arrivare a questo. Per ciò che riguarda l’intervento di Mister Caragnano, abbiamo voluto che fosse circondato dai più piccoli, proprio per rispecchiare il suo impegno nel settore delle giovani promesse. Infatti, Donato, dopo molte esperienze in società calcistiche dilettantistiche, da qualche anno allena nella Scuola Calcio Inter, nella quale figurano addirittura i figli di parecchi giocatori della prima squadra, del calibro di Materazzi, Stankovic, Julio Cesar e Toldo. Mister Donato ha esposto quella che è l’organizzazione e l’attenzione che riserva l’Inter proprio a www.giornalealtopiano.it 22 Isabella Dal Balcon e Mario Dal Pozzo in un momento di relax tutta sicurezza per se stessi e gli altri. Ma vista la sua esperienza agonistica, ipotizza anche la formazione di atleti da indirizzare verso gare? “Se dovesse emergere il fuoriclasse ci si po- trà pensare, ma il mio obiettivo principale è quello di far crescere e divertire coloro che hanno voglia di cimentarsi con lo snow board”. Silvana Bortoli Nerazzurro settori meno nominati ma, a loro detta, altrettanto preziosi. Alcuni allenatori presenti in sala, incuriositi, hanno fatto tesoro di qualche consiglio concesso personalmente dallo stesso istruttore. Il momento più sentito della serata è stato quello riservato alla consegna della tessera onoraria a Giulio Rossi, figlio del nostro Caro Paolo (Barabba), scomparso di recente dopo una vita da grande tifoso dell’Inter. E’stato ricordato, non senza un po’ di malinconia, il primo incontro con il Presidente dell’Inter Club, Vasco Sambugaro, che già dal primo istante ha potuto appurare la sua vera passione per la Beneamata. A consegnare la tessera al giovane Giulio, proprio uno dei beniamini del papà, Davide Fontolan, commosso anche lui dall’intensità del momento. In questa occasione è stata annunciata l’intenzione di istituire un memorial in onore del nostro “Barabba”, che sarà organizzato in collaborazione tra Inter Club e il nostro socio Cesare Panozzo e sponsorizzato dal Gruppo Bianchi. Il primo torneo di calcio si svolgerà quest’estate in quel di Treschè Conca, dove è già garantita la presenza di squadre di prestigio. La serata si è conclusa con una ricca lotteria, sempre all’insegna della simpatica partecipazione di Davide, e con la performance dell’esilarante Kelle, che ha elencato a memoria nei minimi dettagli la rosa attuale dell’Internazionale. Tra i pareri di coloro che sono stati direttamente coinvolti nell’organizzazione della serata, c’è quello entusiasta di Giulia Panozzo: “Sicuramente il Gran Galà mi rimarrà nel cuore, non solo perché è stata la mia prima esperienza a diretto contatto con il pubblico, ma soprattutto per l’atmosfera familiare e carica di feeling. Un ringraziamento particolare, dopo questa sera, va al Presidente,Vasco Sambugaro, che mi ha dato la possibilità e la fiducia per provare questa nuova esperienza”. Emanuela Dalla Bona, segretaria del Club, precisa inoltre: “Sono davvero soddisfatta della buona riuscita della serata, per la quale ci siamo impegnati molto; sono stata contenta degli ospiti e della loro interazione con il pubblico. Ringrazio particolarmente, a nome del Club, il dirigente dell’Inter e nostro amico Maurizio Bilato, tramite il quale ci è stato mandato un gradito dono, la maglia autografata dal capitano Zanetti.” Anche il Presidente Vasco Sambugaro condivide l’opinione di Emanuela riguardo il buon esito del Gran Galà: “Non poteva esserci un primo anniversario migliore; desidero ringraziare in particolar modo Emanuela, che nonostante la difficoltà dell’organizzazione ha saputo raggiungere questo nostro obiettivo, ma anche i presidenti degli altri Inter Club presenti alla serata, che mi hanno fatto sentire la loro ampia solidarietà nei confronti miei e del Club.” Infine, il Vicepresidente Alessio Franquilli ha sostenuto che, nonostante alcuni problemi passati a livello consiliare, intorno a sé vede un Club più forte che mai. Il caso vuole che, a un anno esatto dalla nascita dell’Inter Club Altopiano, il numero dei partecipanti al Gran Galà fosse identico a quello dei primi membri, quei 64 nerazzurri riuniti al Caffè Garibaldi il 16 gennaio 2008. Ora, con i suoi 140 iscritti, il nostro Inter Club può vantare di essere uno dei più numerosi della provincia, con prospettive sempre più grandi per il futuro. 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 23 CALCIO Anno nuovo, Asiago Calcio Altopiano nuovo? Sembrerebbe proprio di sì a giudicare dai risultati raccolti nelle prime due uscite del 2009. Due trasferte, quattro punti raggranellati, tre dei quali pesantissimi contro una diretta concorrente per la salvezza. E c’è pure una gara da recuperare. Insomma, i ragazzi del presidente Rossi potrebbero davvero aver voltato pagina nel cammino verso l’obiettivo stagionale, la permanenza nella seconda categoria. « C’è sempre stata piena fiducia in questo gruppo e nel suo tecnico – afferma il d.s. giallorosso Federico Longhini – e quindi sapevamo che prima o poi il vento sarebbe cambiato. Domenica è arrivata una vittoria preziosa, al termine di una buona prova collettiva, anche sotto l’aspetto caratteriale, visto che praticamente per tutta la ripresa abbiamo giocato in dieci. Il gruppo ha dimo- strato di esserci e di crederci, anche se è giusto mantenere un basso profilo. Come non ci sono stati allarmismi in apertura di campionato quando le cose non andavano bene, anche adesso è corretto usare lo stesso metro e non cedere a facili entusiasmi. La strada verso la salvezza è ancora lunga, ma stiamo lavorando bene e sono convinto che faremo un bel girone di ritorno, magari come quello della passata stagione, quando la squadra “sbocciò” al momento giusto, sprintando verso la promozione ». Lavoro, sacrificio, gruppo, tutte parole chiave per tracciare il futuro dei giallorossi, che, dopo un avvio stentato complice anche una serie di infortuni, hanno saputo fare quadrato, insieme a tecnico e società. « All’inizio è stata davvero dura – ammette l’allenatore Rudy Baù – ma piano piano ci siamo rimessi in carreggiata. Ad essere onesti ci manca più di qualche punto nella tabella di marcia; abbiamo raccolto meno di quanto meri- Con un campo sintetico, calcio anche d’inverno Realizzare un campo da calcio con l’erba sintetica in modo da permettere alle quattro squadre altopianesi di poter giocare “in casa” piuttosto di dover emigrare in pianura quando inizia a nevicare. La proposta, lanciata dal presidente del Canove Calcio Fabio Rebeschini, è emersa durante il convegno “Calcio quale futuro?” tenutosi recentemente ad Asiago. «Prendendo per esempio il campionato di quest’anno, già alla fine di novembre, il Canove Calcio si è trovato nella necessità di giocare lontano dal pubblico amico per l’impraticabilità del campo dovuto dalla neve - ha detto Rebeschini - Se si riuscisse a creare un campo in sintetico le varie squadre altopianesi potrebbero utilizzarlo per disputare le partite casalinghe. Anche perché non è solo la trasferta in pianura per giocare le partite casalinghe, che già incide pesantemente sul bilancio, ma ci dobbiamo spostare anche per gli allenamenti che sono ulteriori costi ma anche crea disagio ai nostri giocatori che, non essendo professionisti, non vivono certo con il calcio». Attualmente ci sono quattro squadre di calcio presenti sull’Altopiano, il Canove, l’Asiago, il Gallio ed il Lusiana - Conco, quest’ultima, proprio perché posta ad un altitudine più bassa, che soffre meno il problema dell’impraticabilità del campo per neve e gelo. Squadre che potrebbero trovare una sinergia sia nella gestione del campo sia nel suo utilizzo sgravando le compagini altopianesi da costi aggiuntivi. «Una proposta che ci trova totalmente d’accordo” dichiara il vicepresidente dell’Asiago Federico Longhini che sottolinea un però «bisogna trovare dove attuarlo e anche i fondi necessari». G.R. tavamo, ma la cosa più importante è che il gruppo si sia ricompattato e che adesso abbia fiducia e soprattutto lavori duramente e con continuità. Anche in questo periodo dell’anno, tutt’altro che agevole per chi vive in Altopiano, riusciamo a svolgere quattro sedute di allenamento a settimana, sfidando il gelo, in particolare quando andiamo a correre. I ragazzi stanno compiendo sacrifici notevoli, ma stanno as- similando quello che ho sempre cercato di trasmettere loro: per poter lottare contro qualsiasi avversario, soprattutto contro quelli più dotati tecnicamente, devi avere fiato e gambe, essere pronto fisicamente per poterli contrastare. E in questo momento stiamo mettendo da parte le “scorte” per non essere “in riserva” ora, ma anche nel prosieguo del torneo. Ora come ora non dobbiamo temere nessuno. Sono convinto che continuando così il lavoro pagherà ». Tutti insieme verso il traguardo salvezza, dunque, con un gruppo unito, che domenica ci ha davvero messo qualcosa in più per poter dedicare il successo all’amico e compagno Marco Tosetto, recentemente colpito dalla scomparsa del papà. Capitolo recuperi. Il mal- tempo che ha caratterizzato questo scorcio d’inverno ha lasciato dietro di sé una lunghissima scia di incontri rinviati in tutti i campionati dilettantistici della regione. Il Comitato Veneto della F.I.G.C. ha provveduto alla diffusione delle date dei recuperi in questione. Per le nostre compagini si inizia con l’Asiago (seconda categoria girone “E”) impegnato con il Careciupan. La partita, inizialmente prevista per mercoledì 28 gennaio, potrebbe essere posticipata di una settimana (4 febbraio) sul campo di Zanè, anche se al momento manca la comunicazione ufficiale. Mercoledì 11 febbraio sarà la volta del Lusiana Conco (2a categoria girone “F”) che ospiterà il Campese. Infine domenica 22 febbraio gli incontri Canove-S.Fortunato (1a categoria girone “C”), Lusiana Conco-Colceresa MPM (2a categoria girone “F”) e Gallio-Palladiana Vigardolo (3a categoria Bassano). Stefano Angonese CLASSIFICHE E PROSSIMI IMPEGNI. Prima categoria Girone “C” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): S. Vito di Leguzzano ** punti 28, S. Fortunato * e Azzurra Sandrigo 26, Scledum * e Pove 25, S. Eusebio * 24, Elleesse * 23, Canove * 21, Dueville * e Summania * 19, Breganze * 18, Travettore * 16, Cassola S. Marco * e Mussolente * 13, Angarano Azzurra * 11, Poleo Aste ** 9. * partite in meno - Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30) Elleesse-Canove; 1 febbraio (ore 14.30) Poleo Aste-Canove. Seconda categoria Girone “E” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): Alto Astico Posina ** punti 29, Lugo Calvene ** 28, Orsiana * 25, Malo *** e Costabissara ** 22, Careciupan ***, Torre Valli ** e S. Vitale Castelnovo * 20, S. Giorgio Perlena * 19, Valdastico ** e S. Tomio ** 16, Cà Trenta *** e Montecchio Precalcino ** 15, Asiago * 14, Concordia ** 13, Cosfara * 10. * partite in meno Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30 – campo di Santorso) Asiago-Valdastico; 1 febbraio (ore 14.30) Costabissara-Asiago. Seconda categoria Girone “F” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): Cartigliano * punti 35, S. Anna * 34, Carmenta * 32, Campese *** e Giovanile Ezzelina 27, Juventina Laghi * 24, Vallonara 23, Bp ‘93 * 22, S. Croce Bassano * 21, Campolongo * 17, Lusiana Conco ** e S. Vito Bassano * 16, Junior Valbrenta **, Spf ed Arsenal Cusinati 11, Colceresa MPM * 6. * partite in meno Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30) Lusiana Conco-Carmenta; 1 febbraio (ore 14.30) Arsenal Cusinati-Lusiana Conco. Terza categoria Girone “Bassano” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): Union 98 Borso * punti 39, Quinto Vicentino * ed Eurocalcio * 36, Cusinati * 31, Longa 90 * 29, Real Stroppari * 22, Fellette *** e Pedemontana * 19, Palladiana Vigardolo * 17, Gallio * 16, Aurora S. Giuseppe ** 15, Colceresa * 14, Marchesane ** 13, Villaggio S. Lazzaro ** 8, S. Pietro Rosà * 7, Fortitudo Bassano ** 6. * partite in meno Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30) Eurocalcio-Gallio; 1 febbraio (ore 14.30) Longa 90Gallio. Nota: le partite delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo. V O L L E Y Formazioni del Volley Cesuna promosse a pieni voti al ritorno dalle insidiose trasferte dello scorso turno di campionato. Tocca alla Holz Volley Cesuna, seconda divisione femminile, la prima delicata sfida: di fronte il San Paolo di Vicenza, una squadra ostica che ha già fatto vedere il proprio valore nelle partite contro le topscorer. In effetti la partita si presenta subito insidiosa, con il Cesuna che solo nel finale del set riesce a trovare lo sprint per chiudere il conto 21-25. Portato a casa il primo, le ragazze subiscono la ripresa delle giovani avversarie che sfruttano un rilassamento generale nelle “Tigers” e impattano il conto dei set portandosi sull’uno a uno. Risvegliatesi dal torpore le nostre riprendono pian piano il controllo dell’incontro trascinate da un’indomita Chiara Costa, opposto, e dopo aver agguantato il 3° set per i capelli, chiudono senza indugi anche il 4°, entrambi per 2025. Il risultato finale 1 a 3, oltre a consolidare la 5^ posizione in classifica, recupera la consolidata compattezza di squadra che più volte si è dimostrata determinante: è questo il biglietto da visita che l’Holz presen- 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 P.G.S. CESUNA: 2^ DIVISIONE A SEGNO Costa e Rebeschini in grande spolvero terà sabato 24 quando al Palazzetto di Roana alle 16,30 l’ospite atteso sarà il Rizzato Inox Cogollo: la prima della classe a punteggio pieno! Una sfida così merita un pubblico d’eccezione! Non è da meno il CesunaCaseificio Pennar, seconda divisione maschile, che nella partita di sabato 17 a Dueville sfida il Povolaro; entrambe le squadre, separate da un solo punto, lottano per l’accesso agli ormai prossimi play-off. Parte bene il Cesuna che però, proprio quando pregusta il sapore della vittoria, si vede superare dagli avversari che chiudono il primo set 25-23. Ma se dev’essere bolgia, bolgia sia! Nonostante il Povolaro conduca sfruttando il fattore campo i successivi set, il Cesuna gli fa sentire il fiato sul collo e, grazie ad un fruttuoso turno in battuta di Marco Gloder, recupera 5 punti sul 24-21 e va a vincere 24-26. La vittoria del parziale coincide anche con la progressiva crescita della squadra e con il centrale Christian Rebeschini che acquisisce punto su punto maggior determinazione. Che non sarebbe stata una passeggiata lo si sapeva ed il Povolaro lo ricorda costantemente recuperando ogni palla possibile. Anche i successivi set sono giocati allo spasimo con il risultato che si fa tondo solo all’ultima palla: 23-25 e ancora 24-26 nell’interminabile 4° set che deve purtroppo segnare l’infortunio di Rebeschini. 1 a 3 il finale, dopo quasi due ore di gioco, e tutti a rendere onore al centralone, icona della caparbietà. Il risultato positivo consente al Caseificio Pennar di tenere a distanza il Nove, prossimo avversario sabato 24 alle 20,30 a Roana, e diretto inseguitore nell’ingresso ai play-off. La classifica ora recita Fulgor Thiene a 21, Santa Croce Bassano a 19, Cesuna a 15, Nove 12, Povolaro 11 punti e le altre a seguire. Prosegue bene intanto il cammino del Volley Cesuna U20 nel campionato Open A.I.C.S. che, sfruttando lo stop del Molina Volley impegnato contro la prima, si insedia solitario in seconda posizione a 20 punti contro i 18 del Molina; lo Sporting Alto Vicentino è comunque irraggiungibile con i suoi 27 punti, pur con una partita in più. La partita di sabato scorso contro il Montebello è stata vinta senza particolari problemi 3 a 0, con parziali di 2515, 25-21 e 25-15, anche se si deve registrare l’opaca prova del Cesuna che si è adeguata al gioco delle av- versarie. Nel campionato AICS U14, ironia della sorte, a far notizia questa volta è la prima sconfitta, alla nona di andata, patita dall’Happy Hippo Volley Cesuna nella trasferta di Arzignano contro la pri- ma della classe; nonostante una buona prestazione complessiva lascia alla avversarie tutta la posta in palio: 3 a 0 il finale con parziali di 2522, 25-22 e 25-13. Ora il Cesuna, complice una parti- ta ancora da recuperare, perde momentaneamente il contatto con la testa della classifica ritrovandosi 4^ a 17 punti pur con le avversarie a stretto giro di gomito. La Sportivi Ghiaccio Asiago ha il suo … asso nella manica Antonio Panfili “argento” a Pinerolo Soddisfazioni per il pattinaggio di figura asiaghese ai recenti Campionati Italiani Assoluti disputati prima delle Festività natalizie; Antonio Panfili, atleta della Sportivi Ghiaccio Asiago (la società che ha già festeggiato lo scorso anno i suoi 25 anni d’attività ed ha confermato nella carica l’ormai storico presidente Pino Barolo), ha infatti conquistato a Pinerolo l’argento nella categoria Juvenile. Antonio ha però dalla sua una particolarità. Egli infatti è nato a Venezia il 27 novem- bre 1993 e vive a Noale; attualmente frequentala seconda Liceo Scientifico e per portare avanti questa sua passione sportiva deve quindi affrontare ogni settimana il disagio di salire fin quassù, accompagnato da papà e con la sorella Roberta (due anni più grande di lui, anch’essa atleta del pattinaggio di figura che raccoglie buoni risultati nella categoria Junior free), per gli allenamenti sul ghiaccio dell’Odegar, pista ormai chiaramente insufficiente per far fronte alle richieste delle molteplici attività sportive legate al ghiaccio. Antonio ha iniziato la sua attività col pattinaggio artistico nel 1990 ad Asiago (i genitori hanno un appartamento a Roana) ed ama tanto questo sport per il quale continua a sostenere così tanti sacrifici; per poter sostenere gli allenamenti (agli ordini della maestra Marina Barolo), due-tre volte la settimana esce di scuola, un panino da consumare in macchina e via verso Asiago (viaggi di andata e poi di ritorno che sfrutta anche per studiare) e nei fine settimana, ovviamente, ancora in viaggio per partecipare alle manifestazioni in calendario. Il 2008 è stato per lui un anno ricco di soddisfazioni, a partire dall’ultima, il già citato argento ai Campionati Italiani Assoluti di Pinerolo; ma per lui ci sono anche i successi nel Trofeo dell’Amicizia a Merano, nei Campionati Italiani UISP di Torino e nella 20^ Coppa Europa UISP 2008, nonché altri due argenti nella 1^ Gara Nazionale di Bolzano e nella “Skate Celje 2008”, gara internazionale disputata in Slovenia. Prossimo appuntamento di prestigio per il pattinatore “asiaghese” l’European Criterium di Belgrado che si disputerà dall’11 al 15 febbraio prossimi. (ulteriori notizie sul sito www.sportivighiaccioasiago.it). Cesare Pivotto 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 25 Bollette doppie e errori delle società di servizi, ma i cittadini devono solo pagare, pagare e pagare? Gentile redazione, vorremmo evidenziare gli svariati errori e conseguenti disagi da noi subiti da parte della società di gestione dei servizi idrico e rifiuti (ovviamente comprovati). Come titolari di attività commerciale, ci siamo visti duplicare magicamente la stessa fattura e quindi raddoppiare l’importo, ovvero risultava avessimo due realtà produttive, invece dell’unica da noi gestita. Chiarito il disguido, successivamente (per lo stesso anno, periodo e locale) ci sono arrivate due fatture per il servizio rifiuti, e per gli anni precedenti, sempre servizio rifiuti, un addebito di 700 euro, da noi già anticipati. Ricapitolando, abbiamo ricevuto un importo pari a 1400 euro in più per il suddetto servizio, non dovuti! L’evidente errore è stato chiarito, però ci hanno detto che prima si paga e poi si riceve il rimborso. Perché dobbiamo pagare soldi in più per poi sperare nel rimborso?? E se non avessimo colto l’evidente errore…?La società ci garantisce che l’avrebbe trovato, ma a noi rimane qualche dubbio. Rimaniamo veramente con l’amaro in bocca. Vorremmo che, chi di competenza, ci desse le motivazioni dei frequenti errori. Invitiamo gli utenti ad esaminare sempre meticolosamente queste fatture (c’è scritto anche nelle stesse) e a chiedere sempre chiarimenti…superfluo dirlo? E poi, come ultima cosa, ci chiediamo: perché dobbiamo pagare cos cari questi servizi?? Sia nel pubblico che nel privato le somme sono lievitate notevolmente, fino a quanto potranno crescere? Esiste un tetto, un limite oppure vige la “legge di mercato”? Il servizio idrico, il servizio rifiuti, non sono un prodotto, un bene di lusso, ma un diritto del cittadino che sicuramente va pagato, il giu- sto però!! Chi tutela noi cittadini da questa “evoluzione” dei costi? Chi vigila sull’operato di queste società? Una legge ha permesso questo, si è passati dalla tassa alla tariffa e un proporzionato aumento era quindi prevedibile, e ci è stato anche spiegato, ma rimaniamo comunque frustrati!! Alla fine abbiamo tratto le nostre conclusioni: dobbiamo accettare mestamente quello che la legge consente..PAGARE; PAGARE E PAGARE. Con la possibilità forse di esprimere il nostro disappunto. L.M.Rossi Angelo Cadorna e Stefano Merican Lo chiamavano Angelo Cadorna, ma il suo cognome era Baù, come quello di quasi tutti gli abitanti di Stoccareddo, un paese del Comune di Gallio, che si trova sopra le rupi che accompagnano la sponda destra della Valsugana verso sud, dove il fiume Brenta incontra la grande pianura veneta. Era nato nel 1878 ed aveva partecipato alla Grande Guerra. L’età lo aveva preservato dalla trincea, ma l’attaccamento alla divisa era così forte che non riuscì mai a toglierselo dalla pelle; per questo fu soprannominato Cadorna. Si racconta che si mettesse spesso alla testa dei ragazzi del paese e li obbligasse a marciare fino al Sasso di Asiago, e ritorno, come se si trattasse di un plotone di reclute. I tempi erano grami e in montagna erano in pochi a possedere le vacche da latte. Per far fronte al duro inverno dell’Altopiano ci volevano calorie, ed il maiale rappresentò una fonte insostituibile di cibo per l’intera nazione. Si acquistava d’inverno, quando aveva pochi mesi di vita, per ingrassarlo e trasformarlo in salumi un anno dopo. L’antica fiera franca, di Santa Caterina di Lusiana, che cade il 25 novembre, rappresentava una tappa obbligatoria per qualsiasi tipo di acquisto o scambio di animali e cose. I pastori, scesi dai pascoli alpestri portavano agnelli, castrati, pecore, capre, asini, cavalli. I contadini salivano dalla pianura con carri di merce varia e tutti gli animali da cortile. Tutti portavano o acquistavano qualcosa, ma il vero re della fiera era il maiale e la gente si assiepava attorno a quei recinti improvvisati, dove una dozzina di rosei porcellini si rincorreva sotto lo sguardo vigile di un’enorme scrofa. I maschi costavano di più delle femmine, perché c’era sempre il rischio che la femmina andasse in calore nel periodo in cui doveva essere trasformata in salumi, e questo contrattempo avrebbe resa la carne immangiabile. La contrada in cui si svolge la fiera è spalmata sulla linea di confine fra i Comuni di Lusiana e Conco e sembra inserita nel fondo di un imbuto, fra le pendici della collina, che sorge a sud e le toglie il sole per tutto l’inverno, e quelle della montagna, che si erge dalla parte opposta fino al crinale dove inizia l’Altopiano. Stranamente nessuno sembra accorgersi del freddo pungente che scende puntualmente sulla valle il giorno in cui si festeggia la Santa di Siena. Basilio Mandra, un pittoresco personaggio che ci abitava, la definiva “Vallata infame”. È pur vero che da quelle parti, a fine novembre, il freddo si fa sentire, ma le trippe calde, servite nelle osterie, ed il vinbrulè, riscaldano gli animi e i piedi di mercanti e clienti, oggi, come li riscaldavano allora. Partivano dalla montagna e dalla pianura, con ogni mezzo, per andare a S.Caterina. Angelo Cadorna partì da Stoccareddo a pomeriggio inoltrato, col carretto ed il possente cavallo prestatogli dal nipote Amedeo. Dietro al carro c’era una gabbia fatta apposta per il maialino. Angelo aveva il portafogli ben fornito, ed era in compagnia del fratello Stefano, soprannominato Merican, per via dei dieci anni trascorsi negli Stati Uniti, come emigrante. Arrivarono a destinazione quando la luce del giorno si stava spegnendo. Passarono in rassegna gli espositori per trovare quello che cercavano, e le osterie per onorare la tradizione e fare il pieno di antidoto contro il gelo della notte. L’abbondante libagione e gli astuti mercanti fecero il resto e verso le otto i due fratelli, euforici ed incuranti del freddo, caricarono uno splendido maialino sul carro e presero la strada del ritorno. Angelo era rimasto impressionato dal superbo stallone che aveva visto in uno dei recinti improvvisati. Il suo scalpitare indomito e quei nitriti possenti, che risuonavano nella valle, sembravano ribadire a tutti che era lui l’animale più ambito della fiera. Sognava ad occhi aperti quel cavallo e col fratello non parlava d’altro. La strada pianeggiante, che da Campomezzavia conduce a contrada Sasso, sembrava un tranquillo corso d’acqua. I pascoli che l’accompagnano erano ricoperti da uno strato di brina che brillava al chiarore della luna. Il cavallo conosceva bene quella via e procedeva spedito verso casa senza bisogno d’incitamenti. Il viaggio di ritorno, complice il vino e la grappa, si rivelò più gradevole del previsto e i due fratelli attraversarono la Val Chiama, incuranti della temperatura, che d’inverno rende quella zona una delle più fredde dell’Altopiano. A Stoccareddo furono accolti con sollievo dalle mogli, che erano sorelle, e che conoscendoli si preoccupavano ogniqualvolta i due si mettevano in viaggio. Sembrava che tutto fosse andato per il meglio ma Valentina, la moglie di Angelo, era meticolosa e quella che doveva essere una notte di meritato riposo, per l’indomito guerriero, si trasformò in una veglia movimentata per l’intera famiglia. Ormai avevano trascorso mezzo secolo insieme, ma nonostante il suo pas- sato da paladino della disciplina, non era mai riuscito a metterla sull’attenti. Da giovane si recava spesso a Valstagna per rifornirsi di tabacco, come tanti altri uomini e donne dell’Altopiano, che cercavano di guadagnarsi il pane col contrabbando. Fu proprio durante un viaggio in Valsugana che vide una bella ragazza fra i rami di un albero. Si avvicinò e le chiese un po’ di ciliegie. Lei capì, da come la guardava, che quella era una scusa banale, ma decise di coglierne qualcuna per lui. Angelo si avvicinò al tronco con le mani unite ed aperte, in attesa che i frutti cadessero dall’alto, ma quelli erano tempi duri e non c’erano i soldi per le scarpe né per gli indumenti intimi. “El se fassa in là!”, disse lei, accompagnando l’ordine con un eloquente gesto della mano, e gettò le ciliegie sull’erba, il più lontano possibile dall’albero. Quello fu l’inizio di un grande amore, destinato a superare indenne le due guerre e la crisi del 29. La loro camera stava al primo piano, appena sopra la cucina. Al secondo piano c’erano altre due camere; quella del figlio Luigi e della nuora, e quella dei nipoti, le figlie Assunta e Maria erano emigrate in Francia. Il dialogo ebbe inizio subito e dal piano di sopra si sentiva benissimo che il tono era poco amichevole. “Imbriagon” diceva lei, cercando di tenere la voce all’interno della camera. “Moleghe!” rispondeva lui senza curarsi troppo del volume. “Bon da gnente” lo incalzava lei. “A te copo” rispondeva lui con tono minaccioso. Non era la prima volta che i due discutevano vivacemente durante la notte ed i nipoti ci avevano fatto l’abitudine. Quella notte però gli animi non accennavano a calmarsi e Valentina aveva le sue buone ragioni per essere contrariata. Il maialino, che il marito aveva portato a casa, era una femmina, con tutte le conseguenze del caso. Né lui, né suo cognato si erano accorti dell’inganno, perché erano troppo impegnati a bere. Quel “Bon da gnente” era ripetuto in modo ossessionante e visto che il “A te copo” che seguiva, non riusciva a farla desistere, Angelo aggiunse dell’altro alla minaccia. Un nitrito prolungato con relativo scalciamento sulla spalliera del letto; tanto per imitare lo stallone che aveva visto in fiera. I nipoti ebbero l’impressione che la situazione potesse precipitare da un momento all’altro e chiamarono rinforzi. Luigi dovette scendere diverse volte per sedare gli animi. La notte movimentata ebbe fine e la nuova alba, che sorgeva dietro l’imperiosa sagoma del monte Grappa, riportò la luce sulle guglie della Valsugana e l’armonia in casa dei Baù. Renzo Cappozzo 8 l’Altopiano Sabato 24 gennaio 2009 A Maria e Bortolo della Rotonda Sposi da 50 anni www.giornalealtopiano.it 26 Quattro generazioni di donne Per il nostro anniversario Quel sì ha coronato un sogno e siamo partiti insieme lungo la strada del destino. La stagione intensa dell’amore e i nostri germogli da curare. Abbiamo gioito, sofferto e pianto. Nei giorni della delusione ci siamo immersi nel silenzio per non sciupare il sentimento. Oggi lo specchio del tempo ci mostra qualche capello bianco e sul volto una piega che non c’era. I sogni non svaniscono con gli anni e se un giorno potessi ricominciare, ti vorrei al mio fianco per ripartire. Renzo Cappozzo La piccola Sofia di 9 mesi con mamma Giorgia, nonna Laura e bisnonna Maria Rosa (4 generazioni). La foto risale all’agosto scorso ed è stata scattata in occasione del Battesimo di Sofia. Cercasi casa ad uso residenziale Il grazie di Alice, Elena e Damiano A Diego Pernechele Tanti auguri per i tuoi 15 anni da parte di mamma, papà, Michelle, Eddy, Valentina, Linda, zio Fabio e nonno Mario. Asiago. Il 17 dicembre scorso è nata ad Asiago Alice, figlia di Damiano Cattelan (il protagonista del racconto di Renzo Cappozzo pubblicato sul numero scorso de “L’Altopiano”) e di Elena Lunardi (sorella di Michele, l’apprezzatissimo fisarmonicista asiaghese), sposi dal 21 luglio 2007 ed ai quali Babbo Natale ha sicuramente portato il più bel dono della loro vita. Tutti insieme vogliono esprimere riconoscenza e ringraziare pubblicamente tutto il personale del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Asiago, diretto dal prof. Rolli, per le cure, l’assistenza, la competenza, l’amorevolezza e la sensibilità con cui hanno seguito, sia sul piano fisico che psicologico, la non sempre facile gravidanza di Elena e poi la nascita di Alice. Un’altra bella storia di “buona sanità” a testimonianza dell’importanza di far sopravvivere, sostenere e valorizzare quelle irrinunciabili ed indispensabili realtà, come quella del nosocomio asiaghese, “piccole” ma, forse proprio per questo, capaci ancora di offrire non solo perizia, tecnica e qualità ma anche quell’altruismo, quella generosità e quell’umanità a misura d’uomo tanto importanti ed apprezzate. C.P. 50° di matrimonio Ai genitori Agnese e Sergio Marini vivissimi auguri per il loro 50° anniversario di matrimonio dalle figlie Lorena, Daniela, Luisa, Romina, dai generi e dai nipoti Guendalina, Marika, Giulia, Federica, Marco, Sara e Giada. Domenica 25 gennaio ASIAGO: Q8 – Località Mosele FOZA: TOTAL – Via Lazzaretti, 24 Domenica 1 febbraio ASIAGO: ESSO, Via Verdi, 62 ENEGO: SHELL, Via Roma Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Dalle ore 8.45 di sabato 24 alle ore 8.45 di sabato 31 gennaio ASIAGO – Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato Dalle ore 8.45 di sabato 31 gennaio alle ore 8.45 di sabato 7 febbraio CANOVE – Farmacia del dr. Leonardo Bosio – Via Roma 33/a CONCO – Farmacia della dr.ssa Monica Federici – Piazza S. Marco 23 “ Coppia ben referenziata con bambino cerca appartamento/casa di ampia metratura ad uso residenziale per motivi di lavoro per 18-24 mesi da giungo-luglio 2009. Necessario contratto in regola e residenza. Se utile al proprietario garanzia per iscritto di termine locazione. Tel. 3283182833 Muneghina” Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. Cercasi lavoro Signora di Asiago, seria e capace, cerca lavoro come collaboratrice domestica e/o aiuto a persone anziane. Per contatti: 346 – 0883183. * VENDO * Peugeot 307 HDI – SW : - Vernice Metallizzata; ABS - 4 freni a disco; Cerchi in lega; ESP; 4 Air-Bag; Autoradio con lettore CD; Gomme al 70%; Fendinebbia; Clima automatico; Computer di bordo; Tagliandata Peugeout; Km 100.000; • 7.500,00 trattabili. INFO:347 54.95.624 MPORTANTE DITTA VICENTINA CERCA PERSONALE IDRAULICO CON ESPERIENZA DA INSERIRE NELL'ORGANICO DELLA MANUTENZIONE DELL'OSPEDALE DI ASIAGO. GLI INTERESSATI CONTATTINO IL N. 348/2735741 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano Almanacco per 15 giorni Da sabato 24 gennaio a venerdì 6 febbraio 2009 Il 24 gennaio è il 24° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 341 giorni alla fine dell’anno. Sabato 24 S. Francesco Domenica 25 Convers. S. Paolo Lunedì 26 S. Tito Martedì 27 S. Angela Mercoledì 28 S. Tommaso Giovedì 29 S. Valerio Venerdì 30 S. Martina Sabato 31 S. Giovanni Domenica 1 febbraio S. Verdiana Lunedì 2 Pres. del Signore Santa Agata Martedì 3 S. Biagio Mercoledì 4 S. Gilberto Giovedì 5 S. Agata Venerdì 6 S. Teodoro Un santo per volta: Santa Agata (Catania, 235? - 5 febbraio 251). Nacque nei primi decenni del III secolo da una ricca e nobile famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l’occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell’editto di persecuzione dell’imperatore Decio, l’accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la catturassero e la conducessero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato, perciò costui imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede. Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie, ma la giovane dopo una visione fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata. Un forte terremoto in quei giorni scosse Catania, allora il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. È il 251. Nel XIII secolo nella sola diocesi di Milano si contavano ben 26 chiese a lei intitolate. Celebrazioni e ricorrenze per la sua festa avvengono un po’ in tutta Italia, perfino a San Marino, ma è Catania il centro più folcloristico e religioso del suo culto, le feste sono due il 5 febbraio e il 17 agosto, con caratteristiche processioni con il prezioso busto della santa, custodito nel Duomo. Eventi a breve scadenza. L’AIFO si appresta a celebrare, il prossimo 25 gennaio 2009, la 56a Giornata mondiale dei malati di lebbra. Sono 254.525 i nuovi casi di lebbra registrati nel mondo nel 2007, pari a circa 700 casi al giorno. Attualmente circa 10 milioni di persone hanno ARIETE Accettando una critica giusta potrete mostrare la vostra brillante intelligenza, che si realizza anche nel sapere ascoltare ciò che gli altri hanno da dirvi. In amore le quotazioni del vostro fascino sono in rialzo: puntate perciò con sicurezza alla costruzione di un nuovo rapporto o al recupero di quello esistente, se per caso fosse in stallo o in crisi. TORO Farete bene ad alzare la guardia nella spesa, rinunciando a qualche lusso in nome di un migliore equilibrio dei conti, sui quali basare una maggiore tranquillità. In amore, se avete la prova che il rapporto merita qualche sacrificio, agite con la massima generosità. In caso contrario, invece prendete tempo per un’attenta riflessione. GEMELLI Non mancano le novità uraniane, sostenute da Saturno nel vostro segno, attualmente in perfetta opposizione a Urano. Sia nel lavoro che nell’amore, e quindi finalmente è il momento delle grandi decisioni, che potrete prendere tenendo nel giusto conto le indicazioni che il destino via ha già fornito e sfruttando al massimo le possibilità che si presentano. CANCRO In attesa di maggiori elementi di giudizio, potete rinviare una iniziativa impegnativa, anche se siete sollecitati da qualcuno che non conosce la vostra capacità di resistenza a ciò che non vi convince. Nell’amore, per esempio, se mancano i fatti non cedete con troppa facilità. Nel lavoro e nelle opere potete invece concedervi una maggiore flessibilità. LEONE Non mancano le sollecitazioni, sia d’amore che di lavoro, tra le quali occorre selezionare con attenzione, scartando le illusioni romantiche, che ancora talvolta vi assalgono. Per chi vuole uscire da una situazione che ormai ha fatto il suo tempo, è arrivato il momento di parlar chiaro. Nel lavoro farete bene a impegnarvi in vista di nuovi positivi sviluppi. VERGINE Contando sull’aspetto molto stimolante di Venere, potrete porre le premesse di un progetto che ha ottime prospettive di successo. Se si tratta d’amore, e avete appena incontrato l’anima gemella, la vita segnata dalla malattia, benché da essa si possa guarire. La giornata mondiale dei malati di lebbra è un appuntamento internazionale, istituito da Raoul Follereau nel 1954 e riconosciuto ufficialmente dall’ONU. La giornata gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica italiana, a testimonianza del suo rilievo internazionale e dell’attualità dei problemi che essa pone all’attenzione della società. Anche il Papa ha pronunciato negli scorsi anni, in occasione della Giornata Mondiale, parole di solidarietà e di sostegno verso i malati di lebbra di tutto il mondo, esprimendo l’auspicio che la malattia sia definitivamente sconfitta e rivolgendo un saluto personale all’AIFO. I più importanti mezzi di informazione italiani danno rilievo alla Giornata mondiale come evento che dà voce agli Ultimi. L’importanza dell’evento è quest’anno sottolineata dalla concessione del Patrocinio da parte del Segretariato Sociale RAI. La ricorrenza assume quest’anno un valore ancora più elevato alla luce dell’importante dichiarazione dell’UNHRC, approvata il 18 giugno 2008, con la quale si riconoscono ufficialmente a livello internazionale i diritti umani dei malati di lebbra e dei loro familiari e si sollecitano gli Stati ad intraprendere le dovute iniziative atte a tutelarli e promuoverli. La giornata rientra nell’ampia campagna internazionale contro la diffusione della lebbra che si prefigge di: 1) informare sulla curabilità della malattia, sì da toglierle l’alone di paura che ancora l’accompagna e che causa l’emarginazione dei malati; 2) favorire la riabilitazione delle persone guarite, in modo che possano reinserirsi attivamente nella società; 3)sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza delle donazioni, al fine di poter offrire cure tempestive che evitino danni irreversibili. 4) coinvolgere la società civile nei confronti dei problemi relativi allo sviluppo socio-sanitario dei Paesi a basso reddito. Alla scadenza del 25 gennaio oltre 4000 volontari dell’AIFO distribuiranno nelle piazze italiane il “Miele della Solidarietà”, vasetti di miele proveniente dai circuiti del Commercio Equo e Solidale, in collaborazione con Agesci e Commercio Alternativo. La 56a Giornata mondiale dei malati di lebbra sarà in particolare dedicata al’India, il paese che registra il più alto numero di nuovi casi ogni anno. Successe “oggi” 3 febbraio 1957, nasce Carosello. La prima puntata del “Carosello” (nome ideato da Marcello Severati, musica di Raffaele Gervasio, sigla di Luciano Emmer e disegni di cominciate pure a pensare a un futuro impegnativo in comune. Se invece siete già in coppia da tempo, non sono esclusi piacevoli sviluppi del rapporto. BILANCIA Una piacevole conversazione potrebbe diventare qualche cosa di più e offrirvi l’occasione per comprendere una realtà che credete di conoscere bene ma che invece e probabilmente più complessa di quello che sembra. Se si tratta d’amore, avrete la possibilità di acquistare maggiore consapevolezza di veri problemi del rapporto e di adeguarsi di conseguenza. SCORPIONE Sognare, talvolta, non è evadere, ma aprirsi a una diversa visione della vita di tutti i giorni. Nel vostro caso potrebbe significare anche un cambiamento nel versante degli affetti: se avete appena fatto un incontro potrebbe infatti esservi richiesta una decisione coraggiosa, in grado di portare con sé nuove prospettive di lavoro o di residenza, da valutare con realismo. SAGITTARIO In attesa di cambiamenti positivi, ma di certo impegnativi, potete dedicarvi a spianare la strada al destino, eliminando ogni possibile ostacolo ai cambiamenti, specie nell’amore. Nei progetti di lavoro potete prendere in esame ogni proposta, purché provenga da persone di cui conoscete l’esperienza e l’affidabilità. CAPRICORNO Il superamento di un ostacolo è ormai impossibile grazie al vostro coraggio e alla vostra capacità di inserirvi con originalità in sempre nuove imprese, non soltanto d’amore, anche se in questo periodo non vi mancano certo le occasioni per godere di piacevoli novità. Nel lavoro potete accettare nuove proposte se sono davvero convenienti. ACQUARIO Un progetto al quale tenete richiede una più attenta valutazione del rapporto tra cosi e ricavi. Lo stesso rapporto può essere calcolato anche nella sfera affettiva, specie nell’amore, se non volete sprecare tempo ed energie, occorre valutare realisticamente se al vostro impegno corrisponde quello del partner: se è così, non è il momento di mollare. PESCI Se l’amore occupa un posto privilegiato nei vostri interessi, non vi mancano le occasioni per ottenere qualche piacevole conferma. Sia un nuovo incontro, sia una rivalutazione di quello che avete, se siete in coppia, possono darvi le gioie che sognate, a condizione di saper rinunciare alle illusioni, specie se avete già patito qualche delusione. www.giornalealtopiano.it 27 Gianni Polidori, Nietta Vespignani, Flora Festa) andò in onda alle 20.50 del 3 febbraio 1957 sulla rete RAI e continuò per circa 20 anni. In realtà la data di partenza fu fissata al 1 gennaio 1957, ma ci fu un piccolo ritardo. Il Carosello segnò di fatto la nascita dello “spot” pubblicitario televisivo e fece la fortuna di molti marchi commerciali e di molti attori (ed anche personaggi di cartoni animati) che interpretavano le scenette pubblicitarie. I registi invece preferivano rimanere anonimi. Il Carosello entrò, negli anni ’50 e’60, nelle case degli italiani dettando anche nuovi costumi sociali: per esempio, i bambini piccoli dovevano rigorosamente andare a letto dopo il Carosello. La società SACIS (società di produzione e censore della RAI) impose le regole delle scenette: tutte in bianco e nero, tutte in 35 millimetri, durata 2 minuti e 15 secondi e solo gli ultimi 35 secondi potevano fare richiamo al prodotto da pubblicizzare. Il 1 gennaio 1976 andò in onda l’ultima puntata (per volere della Commissione parlamentare di vigilanza della Rai che voleva ridurre la pubblicità nelle ore di punta) che vide l’addio del programma per voce di Raffaella Carrà. Dai 3 milioni di spettatori della prima puntata (dato che gli abbonati, nel 1957, erano circa 3 milioni) ai 19 milioni dell’ultima. In tutto circa 42.000 scenette, anche se molto cambiate nel corso degli anni (per esempio la durata degli ultimi spot era di circa 1 minuto). Ricette stagionali Frittata con i carciofi. Ingredienti per 2 persone: 4 carciofi, 1 limone, 250 ml circa di brodo vegetale, 3-4 rametti di prezzemolo, 2 spicchi d’aglio, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale fino, 4 uova, 30 g di Parmigiano Reggiano, 1 cucchiaino di birra, pepe. Preparazione: Lavare i carciofi, togliere le foglie dure più esterne fino ad ottenere i cuori formati solo da foglie chiare e tenere, tagliare le punte. Tagliarli a metà, eliminare il fieno, tagliarli a spicchi e metterli in acqua acidulata con due spicchi di limone. E’ possibile utilizzare anche i primi 5-6 centimetri del gambo. Togliere la parte esterna più coriacea con un pelapatate e tagliarli ad anelli. Mettere anch’essi nell’acqua acidulata. Scaldare il brodo. Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la mezzaluna su un tagliere. In una padella far imbiondire l’aglio nell’olio, quindi toglierlo. Lasciar raffreddare per qualche istante l’olio fuori dal fuoco, unire i carciofi ben scolati e farli saltare a fuoco vivo per un paio di minuti. Abbassare il fuoco, aggiungere un mestolo di brodo, un cucchiaio di prezzemolo tritato, salare e lasciar proseguire la cottura per 10-15 minuti circa. Se il fondo di cottura dovesse asciugarsi troppo aggiungere altro brodo vegetale. Nel frattempo rompere le uova in una terrina e sbatterle con una forchetta, miscelandole assieme al Parmigiano grattugiato, un cucchiaino di birra, un pizzico di sale ed una grattugiata di pepe. Quando i carciofi si saranno cotti, versare l’uovo. Lasciar cuocere la frittata da un lato controllandola con una paletta, quindi girarla e cuocerla dal secondo lato. Sarà pronta quando avrà assunto un bel color dorato/bruno. Proverbi legati a questo periodo dell’anno: - Febbraio, febbraiello, cortino e bugiardello. - Febbraio febbraietto, corto e maledetto. - Il gran freddo di Gennaio, il maltempo di Febbraio. -Febbraio umido, buona annata. - Chi vuole un buon erbaio semini in Febbraio (ovviamente vale nei paesi di pianura). -Febbraio nevoso, estate gioioso. - Febbraio, il sole in ogni ombraio. - Se febbraio avesse tutti i giorni di gennaio, farebbe gelare il vino nelle botti. - Curte e male cavate, febbrare curte peggiore de tutte. - La neve di febbraio è come lo strutto di Carnevale. A spasso con Nat I Nat-pensieri di Niccolò Caimi Anche oggi Nat fiuta avidamente ogni pianta e anfratto. Legge il suo quotidiano del mattino. ______________ Albero sulla collina. Accoglie. Protegge. Dà frutti. Vorrei essere un albero per chi amo _______________ Nell’auto dietro, una testa bionda. Freno improvvisamente, mi guarda. Riprovo, sorride. Al semaforo svolta. 8 Sabato 24 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28