24 gennaio 2009 - Il Giornale dell`Altopiano

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24 gennaio 2009 - Il Giornale dell`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 286 - ANNO XI - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 24 GENNAIO 2009
Durante le feste neve, sole e tanta gente
Sorridono soddisfatti gli operatori turistici
Per il bilancio definitivo si attende la fine della stagione, ma in generale quasi tutti parlano di un inverno speciale
Asiago
Formula nuova per
“Fiocchi di luce”
pagine 6 e 7
Regole
per il volo
degli
aeromodelli
Gallio
Camporovere
pagina 10
Tutti d’accordo sul nuovo P.A.T.
Parlano i dimissionari
“Difficili i rapporti con il Sindaco”
Il Kaberlaba rivuole la seggiovia
Maria ha fatto 100
Grande festa in paese
pagina 9
Cesuna
Inaugurata la nuova
sede dei Forestali
Progetti per il rilancio dello storico comprensorio
pagina 8
pagina 3
INSERTO
“Asiago 7
Comuni News”
Il Consorzio
turistico
comunica con
il territorio
pagina 6
pag. 19
Al museo
“Le Carceri”
l’omaggio a
Forte Sceran
pagina 13
pag. 3
pag.914-15
pag.
Grafica Altopiano
Gesù è
nato nella
Capanna
del Bostel
ARTE
SCI NORDICO
Giacomo Leoni ai
Mondiali Special
Olympics
Rotzo
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Un piede d’oro, una faccia da bravo ragazzo e un cuore colmo di ragione
Grazie Kakà! Il tuo no ci rincuora
Nell’indecente e
Provengo da una famiglia di
sportivi, sportivi veri, mio padre per primo lo era.
Gli sportivi veri sono appassionati di sport, lo vivono, si emozionano di fronte a tutto ciò che
è attività sportiva, gustandosi
e provando curiosità per ogni
disciplina; sono coloro che
guardano volentieri lo sport
giovanile, come quello di massimo livello, che sono mossi da
vero spirito sportivo e lo applicano sempre, che apprezzano il
gesto atletico, nel farlo come nel
vederlo fare. Ci sono molti sportivi, e sinceramente sono in genere “i parenti poveri”, “i figli
di un dio minore”, insomma coloro che praticano discipline dilettantistiche, minori.
I più numerosi però sono, purtroppo, coloro che si
autodefiniscono sportivi, ma
non lo sono proprio per niente,
almeno nell’essenza del significato di tale definizione e di
questi, con l’esperienza, ho imparato a diffidare! La loro “passione” non ha niente a che spartire con quella vera, ed avrebbero bisogno di praticare veramente qualche sport, perché
sport è anche educazione.
Perché questa premessa? Perché personalmente sono indignata, offesa, nauseata.
Perché lo sport per eccellenza
in Italia, il calcio, non mi sembra più tale, e questo mi offende. Cosa mi provoca tale malessere è presto detto. Pochi
giorni fa sentivo distrattamente la radio, fino a che una notizia mi ha imposto di ascoltare
attentamente, suggerendomi
una riflessione.
Inizialmente credevo di non
aver capito bene la cifra, poi è
stata ripetuta e mi sono fatta
convinta, 12 milioni di euro, e
scusate se mi ripeto, 12 milioni
di euro, saranno pagati ad un
giocatore X dalla squadra Y, a
stagione!!! Beh, qualcuno potrebbe rispondermi, qual è la
novità, nel calcio girano tanti
soldi, è da un pezzo che
girano…..appunto rispondo, il
guaio è che, con mio sommo fastidio, tutto ciò continua e va
anzi sempre peggio.
Ma come fanno i tanti operai
che faticano per guadagnare
poco più di mille euro al mese a
continuare a pagare l’abbonamento annuale per andare a
vedere quei giocatori e quelle
società sportive che dissipano
capitali in tutti i modi?
Perché questo pubblico non si
sveglia e non diserta? Solo così
si potrebbe ridimensionare un
sistema elefantiaco che fa impressione. Un impero dell’effimero, solo che purtroppo l’effimero è fatto di miliardi di euro.
Non sono ingenua, non vivo
lontano dal mondo, leggo ancora di calcio, a volte lo guardo,
quando gioca la nazionale mi
dispiace se perde, ma continuo
a guardare, perché mi piace il
gesto atletico, mi appassiona
vedere la tecnica di un bravo
giocatore, a prescindere dal colore della sua maglia e non smetto di pensare che è uno sport,
che la gente che lo pratica in fin
dei conti, per quanto si impegni, si alleni, sudi, fa un gioco,
gioca tutta la vita, e per farlo si
diverte.
Questo è il presupposto da cui
partire: è nauseabondo pensare agli ingaggi di allenatori, giocatori, se poi li paragoniamo agli
stipendi di lavoratori che hanno grandi responsabilità, che
hanno un lavoro duro oppure
che hanno nelle proprie mani la
vita della gente, che salvano
vite.
Dirò cose ovvie, ma non dirle
sarebbe anche peggio, se tacessi mi sembrerebbe di essere assuefatta a tutto, di subire in
modo passivo cose davvero ingiuste.
Purtroppo il business è talmente forte che non c’è nemmeno
più chi si indigna, chi propone
una sorta di boicottaggio a tutto questo immane spreco!
Ho fatto sport agonisticamente
una vita, poi sono stata anche
dietro le quinte, e so quanto è
difficile, penoso, da sempre, per
chi pratica in Italia una disciplina minore, e purtroppo in Italia
soprattutto, sono tutte discipline minori, raccogliere i contributi per permettere alle squadre
giovanili di partecipare alle competizioni, per vestire con una
divisa sociale i ragazzini che iniziano l’attività o che prendono
parte ai Giochi della Gioventù.
Ecco, di fronte a tutto questo
io, non solo come sportiva, mi
sento ancora più offesa.
Sentiamo parlare di milioni di
euro e poi, chi fa sport, con quello sano spirito sportivo che
temo nel calcio non abbia più
nessuno, non riesce a racimolare neanche poche decine di euro
per disputare il minimo dell’attività richiesta dalle varie federazioni! E’ possibile?
Nel calcio glorioso che, grazie ai
racconti di mio padre, ho conosciuto, i professionisti di allora,
anni 40 – 50, non smettevano mai
offensivo giro plurimiliardario del calcio, un barlume di umanità
di divertirsi, non erano i divi che
vediamo oggi, ma era gente che
lavorava e veniva pagata il giusto, senza sprechi, perché le possibilità e la mentalità non lo permettevano; bene, anche quella
gente semplice è riuscita a fare
grandi cose, e sicuramente l’ha
avuta più dura, perché chi di loro
è riuscito a fare un palleggio con
le scarpette di oggi, con un pallone attuale, è rimasto sbalordito
e non ha potuto fare a meno di
commentare: “..se avessimo avuto queste cose ai nostri
tempi…avremmo fatto scintille”.
Ma quei signori le hanno fatte
comunque lo stesso le scintille,
erano veramente seri professionisti che mai si sono persi in capricci, in gesti di cattivo gusto,
eppure erano ragazzi anche loro.
Chi li seguiva con passione affollava gli stadi, ma gli stadi erano luogo dove si potevano anche portare i bambini, la famiglia,
la morosa; non si conosceva il
fanatismo, la violenza non poteva regnare, c’era tanta gente semplice, ma non stupida. Forse anche perché reduce da 20 anni di
fascismo, che a tutti i costi aveva
voluto omologare tutto e tutti, la
gente non era più disposta a farsi dire cosa doveva dire e fare,
ognuno ragionava con la propria
testa e allo stadio non si formavano gruppi incontrollabili, non
era il luogo dove sfogare le proprie
frustrazioni
ed
insoddisfazioni.
Allo stadio non si andava per
invidiare un ragazzo che, senza
neanche capire perché, è diventato oggetto di desiderio e ricco
in modo imponderabile!
Purtroppo quel calcio glorioso,
quello sport, è scomparso, svanito sotto uno spesso e puzzolente strato di business! Con la
pena nel cuore mi chiedo: ci sarà
rimedio?
Ho scritto queste righe mesi fa,
sono rimaste in un file, nel computer, chiuse lì, quasi che portarle alla luce fosse un oltraggio ad
un mondo ormai imperante, che
non si può scalfire; quasi a vergognarsi di pensieri che, agli
occhi dei più, di coloro che pensano come massa, possono
sembrare stupide ingenuità.
Consapevole di tutto ciò, sono
tuttavia profondamente convinta delle mie parole, non mi correggo su nulla. Mi rincuora un
po’ la notizia di questi giorni che
il fenomeno rosso-nero Kakà, ha
rifiutato la …. offerta (non so
come definirla, perché ogni aggettivo è poca cosa a confronto a tale quantità di denaro)
messa sul piatto da un
fantomatico (perché sembra
quasi finto!) sceicco per averlo
al Manchester City. Kakà sarà
anche un fenomeno dal piede
d’oro, ma credo sia comunque
inopportuno sparare certe cifre.
Dirò di più, trovo questa offerta, sarò rara, umanamente offensiva, per una serie di perché:
siamo in un periodo di crisi; milioni di persone devono vivere
con meno di 1 dollaro al giorno; stiamo assistendo all’ennesima folle guerra che ha seminato oltre purtroppo a morte,
ulteriore miseria in un territorio
dove già non mancava.
Un essere umano per quanto
bravo, bello, abile, non può assurgere ad oggetto prezioso da
acquistare ed esibire. A Kakà,
per cambiare squadra, venivano offerti 15 milioni di euro, al
posto di 9 milioni. Tra tantissi-
mo e di più (si fatica anche solo
a pensarle concrete certe cifre),
penso che la differenza sia poca
cosa; certo, stiamo parlando di 6
milioni di euro e proprio perché il
mondo calcistico sta andando
verso un di più che sembra non
aver limite, popolato di uomini per
i quali l’ingordigia è ormai una
dote, perché altrimenti si è, per
usare un eufemismo, poco furbi
(ma se vi viene un’altra parola,
quella più esplicita, và benissimo), ero convinta che quel bravo ragazzo di Kakà, perché così
fino ad ora mi appariva, avrebbe
comunque accettato, in barba alla
sua immagine, a quello che dice
di sé stesso, ai suoi tifosi del
Milan, e all’etica che sembrava
rispettare. Il suo rifiuto mi fa piacere. Date le cifre, è un piccolo
segno, ma è pur sempre un segno, e il giocatore emerge come
una persona capace di rispettare
i suoi principi. Insomma finalmente un’immagine positiva dopo
tante porcherie di ogni tipo, che
sicuramente non verranno spazzate via, anzi, alcune verranno di
certo rivedute, corrette e
riproposte, ma un flash di luce
oggi c’è stato ed è qualcosa
che mi rincuora e che mi fa
pensare un po’ più positivo.
Se vogliamo mettere una punta di dubbio, forse non ha accettato per motivi, che a noi,
poveri osservatori, sfuggono
o non è dato a sapere, ma almeno per oggi, voglio vedere
in questo rifiuto, il motivo per
poter dire che c’è qualche giocatore capace di azioni che lo
rendono un po’ più campione
come uomo e almeno in parte
un buon esempio, speriamo
anche per tanti suoi compagni di campo!
Stefania Simi
Sapor d’acqua natìa
I mutamenti culturali
di Alessia Marcuzzi
E’ durata lo spazio che intercorre tra un sogno e il suo brusco
risveglio. Dopo aver appreso la
notizia della presenza di un
surfista rinato, del non vedente Gerri, di un rom ex clandestino, della “pasionaria” hostess
dell’Alitalia,
di
uno
stacanovista e del fornaio, dello sciupafemmine napoletano e
della ragazza della periferia Zen
di Palermo c’eravamo quasi interessati dell’obiettivo di
Endemol, la società organizzatrice del Grande Fratello: cogliere l’occasione per riflettere
sui mutamenti e le contraddizioni della nostra società. Ma è
bastata la prima serata per capire come quell’obiettivo dichiarato sia simile ai titoli dei
convegni affissi nelle locandine per calamitare il maggior
pubblico possibile. Salvo poi,
varcata la sala, avvertire
l’improvvisazione del relatore
che, messo alle strette, va
ripescando vecchie e usurate
idee non sviluppando il tema
affidatogli. Così per 99 giorni –
più di una quaresima raddoppiata senza la possibilità di una
Risurrezione – la trama sarà
quella inaugurata al tramonto
della prima giornata dalla ragazza lombarda che, seppur intenzionata, non riesce a rendere
credibili lineamenti così prosperosi. Non servirebbero dottorati di ricerca o creative
intuizioni se uno volesse anticipare tutti e
scrivere in anticipo il
finale di questa love
story che vorrebbero essere l’emblema
di una società che fa
i conti con l’integrazione, la precarietà e
la realtà della sofferenza. Studiando ad
arte delle idee imprudenti che inducono
i telespettatori a
non riflettere sulla
serietà dell’attimo presente.
Cercando rifugio nell’irrealtà.
Mentre nel Palastudio di
Cinecittà si brindava all’inizio di
quest’ennesima e annoiata lezione – dove l’unica aderenza
con la realtà è l’obbligo di fare
la raccolta differenziata e rispettare il divieto di usare bottigliette
di plastica – Riccardo, postino
in un piccolo comune della
pedemontana, usciva nell’orto
a raccogliere delle verdure da
cucinare poi per cena. Due anni
fa le comprava al mercato: da
qualche mese, spinto dall’inflazione, ha ripreso in mano la zappa, le sementi e l’inafiattoio e si
è re-inventato il suo orticello
appena dietro casa. Per risparmiare qualche soldo in famiglia.
Pure Paolo, ex giramondo convinto, ha deciso di rimettere
mano e tempo a quel vecchio
casolare abbarbicato sulla montagna per trascorrerci poi le vacanze estive. Senza problemi di
prenotazioni, di ingorghi stradali e di aumenti da temere. E i suoi
bambini quest’inverno li stava
già preparando: panino nello
zainetto perché
in rifugio costa troppo.
C o m e
loro, altri
stanno
riscoprendo
le cose piccole: una passeggiata lungo il sentiero, un pezzo di
polenta abbrustolita, la pizza da
portare a casa. Il maglione da
mettere per diverse stagioni,
l’andare in piazza a piedi, il risparmiare sulle luci, su internet,
sulle chiamate. Qualcuno vive
ancora nel benessere reale. Altri, per smania d’imitazione, scelgono quello virtuale: indebitati
fino all’osso per non sfigurare
nella lista dei partenti per
Oltreoceano, per non mancare
con il SUV nel centro paese, per
non fallire nelle ultimissime
chiamate di stilisti, architetti e
illusionisti. A tanto arriva il prezzo di un’esteriorità da tenere in
piedi a tutti i costi. In tempi passati – quando la guerra, l’emigrazione e la ricerca del lavoro
erano questione di fame o di miseria tra le mura domestiche
- la vecchia massaia, messa
al muro dalle fatiche dell’esistenza e forte di una
sapienza raccolta facendo
il bucato con le comari,
soleva ripetere che “bisogna fare di necessità virtù”. L’aveva capito in anticipo lei il dramma della crisi. E nel dramma la bellezza di riscoprire le
cose semplici. Costretti
o convinti dai “mutamenti” della società.
Quelli veri: che non offrono 200.000 euro per
spogliarsi.
Ma un’occasione per
essere più uomini.
don Marco Pozza
www.sullastradadiemmaus.net
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
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Kaberlaba come ai tempi d’oro
ATTUALITA’
Nonostante una maggiore oculatezza nelle spese, la gente ha affollato piste e locali. L’abbondante neve
di quest’anno invoglia a fare nuovi investimenti, ma serve l’appoggio di enti e associazioni di categoria.
Un tuffo indietro negli anni, ai cosiddetti tempi d’oro, quando
frotte di sciatori affollavano le piste . Questa è la sensazione
che si è avuta durante le festività natalizie al Kaberlaba, come
se qualcuno, con un tocco di bacchetta magica avesse fatto
fare un balzo a ritroso nel tempo, fino a 25 – 30 anni fa. Ma se
magia c’è stata, a farla è bastata una semplice parola: neve.
Quella caduta dal cielo, in abbondanza, al momento giusto, e
mantenuta poi dalla temperatura ideale. Il ponte dell’8 dicembre ha offerto da subito un assaggio di quel che sarebbero
state le imminenti feste natalizie, con turisti e sciatori arrivati
molto numerosi. Ma nonostante le più rosee previsioni suggerite da quell’anticipo di stagione, gli operatori del posto
non si aspettavano un afflusso tale, anche per il timore degli effetti della tanto chiacchierata crisi. Forse proprio per
questo la soddisfazione di vedere parcheggi e strade piene
di auto, lunghe file agli impianti di risalita, collinette piene di
gente con bob e slitte, locali affollati, è stata ancora maggiore. Una inaspettata boccata d’ossigeno, un incentivo a
guardare al futuro con più ottimismo. Ma sempre con i piedi ben appoggiati per terra. Con la speranza che siano mantenute le intenzioni di aiuto e collaborazione espresse da Regione, Comune, Albergatori e Commercianti per dare una
spinta al rilancio di questa zona, rimasta l’unico polo sciistico
in territorio del comune di Asiago. Con la consapevolezza
che la neve caduta spontanea quest’anno sia stata un dono
del Cielo. E senza l’illusione che una tale fortuna possa facilmente ripetersi.
Nel progetto di rilancio anche la riapertura della seggiovia
Il Consorzio Kaberlaba nel
quale si sono uniti i proprietari degli impianti sciistici, già
da tempo si è attivato per cercare aiuti economici che possano garantire il proseguo dell’attività con un minimo di
tranquillità. Un investimento
importante è stato fatto acquistando cannoni e pompe per
l’innevamento artificiale, ma
è necessario investire ancora
per portare a termine i lavori.
Serve l’acqua, per la quale si
è impegnato il Comune di
Asiago. Si vorrebbe far tornare in funzione la seggiovia,
ferma ormai da un ventennio,
e anche per questo è necessario l’interessamento del Comune per riuscire ad accedere a importanti contributi regionali. E in Regione c’è chi
si è detto disposto ad appoggiare il progetto, che farebbe
tornare in vita quello che per
decenni, ancor prima della
seconda guerra mondiale, è
stato il simbolo della zona,
tanto amata dai turisti sia d’inverno che d’estate. Necessitano poi alcuni servizi: un bus
navetta, parcheggi più adeguati, una buona asfaltatura della
strada (particolarmente
disastrata) un marciapiede o
un sentiero che dal centro di
Asiago porti in zona, senza i
pericoli e l’inquinamento della strada. “Non servono progetti mega – commenta Vittorio Rigoni dell’Albergo
Miramonti – come quello
ipotizzato recentemente da un
gruppo di imprenditori, e che
ha di fatto rallentato i nostri
piani di lavoro, più misurati:
il Kaberlaba è facilmente
gestibile proprio perché si
tratta di una realtà piccola,
contenuta. Servono soldi per
portare a termine i lavori progettati, servirebbe l’interessamento di enti e categorie economiche per ottimizzare i servizi e valorizzare questa zona,
poco distante dal paese, con
tante opportunità da offrire”.
Parlando della stagione in corso, per quanto riguarda il proprio albergo, Rigoni aggiunge
“Noi siamo direttamente sulle piste, lavoriamo anche con
il bar e il noleggio, finora la
stagione è andata bene, di
gente ce n’è stata, anche se
la crisi si nota da come le
persone stanno attente alle
spese. Abbiamo ricevuto numerose richieste per il perio-
do di carnevale, speriamo che il lavoro
non si concentri solo
in quel periodo”. “Il
buon andamento di
questo periodo – commenta Paolo Rigoni del
vicino Orthal – è dovuto solo alla grazia
ricevuta con l’arrivo
della neve naturale,
ma certe fortune capitano raramente. Personalmente siamo contenti, ci troviamo in
una posizione strategica e il lavoro non è
mancato. Ci conforta
inoltre il forte interesMassimo Rigoni
samento dell’attuale
giunta comunale per
far arrivare importanti contri- Maurizio Rossetto. “Il locale
buti regionali”. “Stagioni è di proprietà della mia famicome queste – gli fa eco il fra- glia, ma lo gestiamo direttatello Massimo – ti fanno ve- mente solo da 3 anni, senza
nir voglia di fare migliorie e aver in precedenza avuto alinvestimenti, ma non risolvo- cuna esperienza nel settore.
no il problema di fondo. Vor- Abbiamo dovuto fare parecremmo che enti e associazioni chi lavori di ristrutturazione,
di categoria non si dimenti- affrontare due annate senza
cassero che se non ci fosse il neve e con la crisi incombenKaberlaba i turisti sarebbero te, per cui la situazione per noi
costretti a spostarsi verso gli non è così rosea come la staimpianti degli altri comuni, gione attuale può indurre a
ben più distanti”. Dirigendoci pensare. A Natale si lavora
un po’ più in alto incontriamo sempre e comunque, ma per il
Vittorio Dal Sasso del Risto- resto debbo dire che qui gli
rante Casa Rossa. “Erano 25 sciatori non arrivano. Però ci
– 30 anni che non si vedeva stiamo creando un nostro giro
tanta gente – commenta - a e guardiamo avanti, con conlavorare tantissimo sono stati vinzione, programmando nuosoprattutto gli impianti di ri- vi lavori e soprattutto, alla
salita. Una flessione si è no- luce di quella che risulta estata, la crisi si percepisce per- sere la nostra realtà , cercanché la gente è più oculata nelle do di trovare un nostro spazio
spese, e di questo ne risente e distinguerci nelle offerte alla
un po’ la ristorazione. I clien- clientela”. Lasciata la Baitina,
ti abituali non sono mancati, giungiamo al piazzale dove terma abbiamo lavorato molto mina la strada, di fronte al Risoprattutto con la pizzeria e il storante Mini Bar. Volgendo lo
bar, a essere molto richieste sguardo un po’ più in alto,
sono pietanze veloci ed eco- verso la cima del monte a quonomiche: toast, panini ta 1.242, si scorge l’arrivo
bruschette, ma anche un piat- della seggiovia, con la baita che
ti di pasta, salsicce, formag- ospitava bar e tavola calda,
gio fuso, preferiti perché oltre cadente da tempo. Ma entriaa spendere meno si sta seduti mo al “Mini” da 14 mesi gea tavola per poco tempo. Il stito da Massimo Spallino e
proseguo di stagione lascia Elisa Mosele. “L’inverno scorben sperare, richieste ce ne so – commenta Massimo – la
sono”. Continuando la salita gente arrivava qui soprattutpassiamo davanti al Bellevue, to per curiosità verso la nuoprotagonista negli ultimi anni va gestione, ma quest’anno
di alterne vicende ed attual- abbiamo avuto una conferma
mente chiuso, sembrava do- importante, con il lavoro che
vesse aprire con nuova gestio- è aumentato del 160%! Purne prima di Natale, ma i pro- troppo le piste non passano
getti non si sono poi più proprio qui sotto, come
concretizzati. Arrivando alla accadeva fino a due decenni
Baitina sentiamo il parere di fa, ma la neve porta ugual-
Vittorio Dal Sasso
mente lavoro, la gente arriva
fin qui magari anche solo per
vedere quanta ce n’è, o per
prendere il sole, che nelle ore
più calde della giornata ha
permesso
anche di pranzare all’aperto, sul terrazzo”. Uno sguardo allo splendido panorama
che si può ammirare da quassù e via verso il ritorno, prossima tappa è l’Albergo pizzeria Kaberlaba, di fianco allo
stop delle “quattro strade”.
“Erano anni che non si lavorava così – esordisce Nadia
Frigo – e la grande differenza l’ha fatta la neve naturale, l’innevamento artificiale
delle piste da noi non porta
lavoro, qui vengono soprattutto le famiglie che si godono la neve giocando e slittando sulle collinette qui attorno. L’impressione è stata anche quella che la gente non
badasse a spese, anche se il
nostro comunque è un locale
economico. Passate le feste si
lavora solo la domenica, ma
noi ci accontentiamo, la gestione familiare ce lo permette.” Ci spostiamo alla Baita,
poco distante.
“Le feste sono andate benissimo – conferma Agostino
Crepaldi - dopo due annate
che per la mancanza di neve
turisticamente si sono rivelate un disastro, è stato come
tornare almeno a dieci anni
fa, ai tempi in cui si lavorava
bene. Se manca la neve il lavoro si riduce ai pochi giorni,
di fine e inizio anno. E del
resto bisognerebbe offrire
qualcosa in più alla gente,
manca ad esempio un servizio di trasporto navetta dal
centro di Asiago, succede che
chi non ha disponibilità dell’auto rinuncia a prenotare”.
Ultima tappa all’ Albergo da
Barba, per una chiacchierata
con Daniela Mosele che assieme alla sorella Michela e ai ri-
spettivi mariti si occupa della
gestione del locale di famiglia.
“Noi non viviamo la realtà
degli impianti di risalita, la
nostra clientela è fatta di
fondisti d’inverno, che ci siamo creati negli anni grazie a
papà Giacomo, ex olimpionico
di sci da fondo, e amanti della mountain bike d’estate.
Organizziamo poi bellissime
passeggiate con le ciaspole e
tanto abbiamo fatto per i bambini, creando il Villaggio degli Gnomi. Quest’anno le richieste sono state tantissime,
il lavoro è stato buono ma impegnativo e dai ritmi molto
veloci, perché la tendenza è
sempre più quella dei tre giorni di vacanza. Ma quello che
ci dà maggiore soddisfazione
è il fatto che riusciamo a trasmettere il nostro amore per
questi luoghi, e la gente nel
lasciare l’albergo ce lo dice e
ci ringrazia per questo”.
Silvana Bortoli
Massimo Spallino
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
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Festività natalizie, la neve fa sorridere
commercianti e operatori turistici
Ma la bianca coltre e le temperature tipicamente invernali hanno portato lavoro anche in altri settori
di Silvana Bortoli
Una stagione coi fiocchi,
una valanga di gente, per
definire questa prima parte di
inverno i termini più usati
sono quelli legati proprio alla
neve, indiscussa protagonista
e artefice del buonumore di
commercianti, esercenti, titolari di attività. Perché, per
una volta tanto, sembra che
a lamentarsi non sia nessuno, anzi! O meglio una lamentela comune c’è ed è praticamente condivisa da tutti: si
accusano i media di fare “terrorismo” con le previsioni del
tempo (il riferimento è in particolare alle notizie diramate nei
giorni prima della Befana), di
parlare sempre e solo di Cortina, di nominare l’altopiano
solo per dire che vi fa un gelo
che più gelo non si può. Tra
titoli e notizie sentite, mi è rimasto impresso il modo con
cui una giornalista di un TG
ha annunciato, tutto d’un fiato, “Gelo record, sull’altopiano
di Asiago con i meno ventitrè
di Marcesìna pienone da tutto
esaurito a Cortina…”, nemmeno una piccolissima pausa
tra i nostri... brividi di freddo e
lo splendore della “perla” delle Dolomiti. Ma non stiamo
qui a disquisire su un tema che
ancora una volta potrebbe
aprire discussioni sui motivi di
tali preferenze, sulla capacità
o meno di sapersi promuovere, ecc… Parliamo di questa
nostra stagione dai risultati tanto graditi quanto inattesi. Cifre e bilanci sono da rinviare a
fine stagione, ma curiosando
qua e là qualche dato interessante emerge già. Il grande
movimento di turisti, iniziato già
con il lungo week end dell’8
dicembre, è stato accolto
Giovanni Dal Sasso
Stefano, Simone e Chiara
come un segnale positivo, ma
anche con stupore, visto il bombardamento di notizie sulla crisi
economica, tanto che c’è chi
pensa che ci sia stata una sorta di reazione da parte della
gente, proprio per contrastare
il periodo nero che in molti prospettano. Per tastare il polso
della situazione bastava vedere il traffico intenso di certe
giornate, tantissime le auto in
movimento, ma anche quelle
che son state fermate dal freddo: una particolarità del periodo è stata sicuramente quella
di veder passare in continuazione carri attrezzi che trasportavano macchine in avaria.
Dice di non aver mai visto una
stagione del genere Giovanni
Dal Sasso della Carrozzeria
Asiago “Il nostro carro soccorso ACI – commenta- era
sempre in movimento, con una
media di 15 – 20 soccorsi al
giorno. Il gelo ha lasciato in
panne moltissime vetture, soprattutto a causa del gasolio
che si congelava o delle batterie che saltavano. Noi siamo reperibili 24 ore su 24 e
non abbiamo mai lavorato così
tanto, in modo particolare dal
26 dicembre al 5 gennaio”. Se
di macchine ne sono rimaste
in panne tante vuole dire che
ce n’erano tantissime in circolazione, e lo confermano anche al distributore Agip di Via
Verdi ad Asiago. “Ci è sembrato di tornare a sei anni fa,
quando abbiamo rilevato il distributore – dice Chiara
Cunico – ma allora eravamo
solo in due, durante le recenti
feste ci siamo trovati qui in cinque-sei, e nonostante l’impianto recentemente rinnovato che
permette di soddisfare velocemente tanta gente, in certi
momenti ci è mancato poco
che ci facessimo prendere dal
panico, faticando a far fronte
a tutte le auto in attesa di far
rifornimento. E’ stata comunque una bella esperienza”.
“Per noi ha significato un incremento del lavoro del 40%
– commenta a sua volta
Simone De Marchi – e quello
che vorrei sottolineare è come,
facendo quattro chiacchiere
con i clienti, la gente si sia detta soddisfatta della neve, delle
condizioni delle strade, di ciò
che ha trovato. Gli apprezzamenti sono stati veramente
molti”. “Siamo partiti bene in
buon anticipo – dice Mauro
Panozzo della Bottega del
Gusto – quello dell’8 dicembre è stato un ponte meraviglioso. Di lavoro ce n’è stato
tanto fino all’Epifania, ma tanta gente si è vista anche nel
successivo fine settimana, nel
globale si prospetta un’ottima
stagione. Siamo soddisfatti
perché oltretutto siamo riusciti a organizzarci bene, accontentando tutti i clienti, e riuscendo a farlo con cortesia,
fondamentale nel nostro lavoro e per tutti i settori legati al
turismo”. Non è riuscito invece a accontentare tutti, si fa
per dire, Paolo Rigon della Tana
diAsiago, ma solo perché in certi
momenti il locale era così affollato che non era più possibile far
entrare altra gente. “Qualcuno
– racconta - passate le feste,
mi ha detto “finalmente possiamo venire a gustarci qualcosa”.
Sono contento, ma purtroppo si
è trattato di un periodo troppo
breve, come sempre c’è troppo
sbalzo fra i giorni del pienone e
quelli successivi”. Intanto il tempo è cambiato, e mentre si avvicina febbraio in tanti si augurano che la pioggia dei giorni scorsi non faccia terminare bruscamente quest’inverno speciale.
Mauro Panozzo
Paolo Rigon
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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ASIAGO
L’urbanistica si sa è un tema
di
grande
attualità
sull’Altopiano. Ed è altrettanto accertato che sarà tra
i temi più importanti nella tornata elettorale del giugno
prossimo. Molti, amministratori, osservatori, semplici cittadini, ritengono che si è
giunti ad un momento decisivo in cui si stabilirà lo sviluppo a medio e lungo termine dell’Altopiano, in pratica
in questo periodo si deciderà come sarà l’Altopiano del
futuro.
Molte amministrazioni stanno già prendendo posizioni sullo
sviluppo edilizio.A Roana l’amministrazione, con un emendamento del primo cittadino Mario Porto, sta cercando di assicurarsi gli introiti futuri dati dalla
perequazione.AGallio con l’approvazione del PAT sono stati
più che dimezzati i volumi di edificato previsti dal PRG con il pieno appoggio anche della minoranza consigliare.
Ad Asiago in questi giorni il sindaco Andrea Gios sta presentando il documento preliminare del
PAT alle associazioni , alle categorie e alla cittadinanza. Un
documento in cui si stila grosso modo le linea guida per lo
sviluppo prossimo futuro di
Asiago sia in senso urbanistico sia in senso infrastrutturale.
“Due sono i principi che guidano il PAT asiaghese – ha
spiegato Gios – La sostenibilità
e la restituibilità; ovvero che
quanto si intende sviluppare sia
sostenibile sotto il profilo economico ed ambientale nonché
il territorio coinvolto nello sviluppo possa essere restituito
alle future generazioni. Questi
due principi escludono ulteriori espansioni edilizi ma lasciano spazio ad altre forme di
imprenditoria e di investimento.” Un documento condiviso
in buona parte dalle categorie
che, con un documento congiunto firmato da Commercianti, Industriali ed Artigiani
suggeriscono di non escluderli
da progetti futuri ma piuttosto
a coinvolgerli in quanto “essendo parte integrante del territorio e vivendo lo stesso territorio condividono le necessità di salvaguardarlo; una tutela che però non deve solo voler mantenere lo status quo ma
che accetta lo sviluppo ragionato e calcolato.”
Nella questione urbanistica
altopianese si inserisce anche
la Federazione Provinciale
Coldiretti di Vicenza con una
lettera inviata al Presidente
della Regione Giancarlo Galan,
all’assessore regionale all’Urbanistica Renzo Marangon e
a tutti i consiglieri regionali per
fare delle considerazioni sulla
pianificazione e sulla programmazione urbanistico
dell’Altopiano. Un richiamo
perché la tutela dell’ambiente montano sia identificata
con la tutela delle aziende
agricole che con il territorio
sono in “azione simbiotica”.
“Sull’Altopiano operano 230
aziende agricole ed è vitale
per queste aziende che il loro
strumento di lavoro, il territorio, sia tutelato. E’ ora di
dire basta alla continua distruzione del territorio a causa della speculazione edilizia;
in Altopiano abbiamo esempi di aziende agricole che in
passato avevano scelto di allontanare il proprio centro
aziendale dai centri abitati ma
a distanza di qualche anno si
sono visti ricircondare da
zone abitate che li mettono
nuovamente in difficoltà nello svolgere il proprio lavoro
– si legge nella lettera – Noi
crediamo che la speculazione edilizia che i Comuni stanno attuando per reperire risorse finanziarie sia un arma
a doppio taglio che non può
andare avanti all’infinito.”
“E’ evidente che l’eccessiva
urbanizzazione va a ridurre la
qualità del territorio che poi
è l’unico motivo di attrazione del turismo – conclude la
Col diretti provinciale – E’ evidente che se non saremo in
grado di preservare il territorio che i nostri padri ci hanno lasciato anche la maggior
fonte di reddito del nostro
Altopiano ne risentirà in
modo grave ed i turisti si
orienteranno verso altre località che meglio di noi stanno operando per mantenere
ciò che di più prezioso hanno, ossia il loro territorio e la
naturalità dei luoghi.”
Gerardo Rigoni
“Creiamo insieme la felicità dei nostri figli”, tavola rotonda
sulle problematiche dei giovani dell’Altopiano
Il 28 gennaio l’incontro con Gabriella Coi, psicologa dell’Ulls 3, organizzato dal Comitato dei Genitori dell’Istituto di Istruzione Superiore di Asiago.
Una presenza attiva e importante nel mondo della
scuola locale è rappresentata dal Comitato dei Genitori,
organismo dell’Istituto di
Istruzione Superiore che
permette ai genitori di incontrarsi, conoscersi e confrontarsi, favorendo la discussione e, in modo particolare,
offrendo la possibilità di
scambiarsi
opinioni,
evidenziare problemi, elaborare proposte da sottoporre
poi agli altri organismi scolastici. Un’opportunità per
esprimere liberamente il proprio pensiero, contribuendo
attivamente a collaborare e
cooperare con la scuola, una
concreta possibilità di miglioramento che consente di
dare un contributo nelle scelte decisionali, rappresentando la scuola sul territorio.
Molto soddisfatto di questo
organismo è il prof. Alfredo
Paiola, dall’inizio del corrente anno scolastico nuovo
preside dell’Istituto di Istruzione Superiore, sempre presente alle riunioni del comitato, e pronto a ribadire la
sua disponibilità e collaborazione per quanto viene proposto. “Mi ha fatto molto
piacere – commenta - trovare qui a scuola un comitato genitori funzionante, che
si impegna a collaborare con
la scuola per il bene dei ra-
gazzi. Il rapporto scuola –
famiglia rende meno difficile
ottenere risultati educativi e
oltre a stimolarci a fare meglio, ci offre una risorsa in più,
che da la possibilità di allargare il ventaglio delle attenzioni da dare ai ragazzi, dedicando impegno ai loro veri
bisogni. E’ importante sapere che ci sono genitori disponibili, molto apprezzabile che
ci sia un dibattito sulle varie
problematiche, e trovo assai
positivo il programma delle
attività di quest’anno”. Il Comitato si riunisce ogni primo
mercoledì del mese con i rappresentati di classe, e gli incontri sono aperti a tutti i genitori. Tra le attività svolte,
anche l’organizzazione di incontri su vari temi che riguardano la vita dei ragazzi, rivolti sia ai genitori che agli studenti. Il valore e l’importanza di tali incontri derivano
anche dal fatto che vengono
invitate a relazionare figure di
vario genere operanti sul nostro territorio e dunque direttamente a contatto con la realtà altopianese. Come nella
tavola rotonda organizzata lo
scorso dicembre con gli
esperti ULSS, del Sert e il
Comando dei Carabinieri di
Asiago, sul tema “I nostri giovani: crescere insieme nel
nostro territorio”. Gli esperti
del sociale e delle forze del-
l’ordine intervenuti hanno offerto ai genitori degli insegnamenti volti a leggere e riconoscere segnali di possibile
pericolo negli atteggiamenti,
a volte del tutto trascurati, dei
nostri figli e nelle persone che
frequentano. Nel contempo
sono state fatte in parte rientrare paure e preoccupazioni, evidenziando come la situazione non sia poi così preoccupante come a volte si è
portati a pensare. E’ stato
spiegato come operano i vari
organismi sul territorio, come
si cerchi di prevenire, si lavori sulle segnalazioni, sottolineando l’importanza dei genitori di attivarsi e segnalare
quando c’è il sentore di qualcosa di poco chiaro. E’ stato
posto poi l’accento sui modelli negativi offerti dalla società moderna, che soprattutto attraverso la televisione e
una pubblicità poco
educativa, spinge a pensare
che per crescere, emergere,
distinguersi, acquisire forza e
sicurezza, sia necessario assumere un qualcosa in più, sia
anche un semplice alimento
per la prima colazione. I dati
risultati da un questionario
proposto ai ragazzi, pur con
il dubbio che ciò che affermano non corrisponda completamente a ciò che in realtà
pensano,
hanno
evidenziato come essi abbia-
no una buona opinione sugli
adulti con i quali dicono di
avere buoni rapporti. Anche
prossimi incontri avranno
come tema le problematiche
dei giovani dell’Altopiano, in
particolare mercoledì 28
gennaio si terrà una tavola
rotonda sul tema “Creiamo
insieme la felicità dei nostri
figli”, a cura della dottoressa
Gabriella Coi, psicologa e
responsabile dell’Unità
Organizzativa età evolutiva e
riabilitazione psico-sociale
dell’Ulls 3". L’incontro si ter-
rà alle ore 20.30 nell’aula
magna dell’Istituto tecnico
commerciale di Via Matteotti
ed oltre ai genitori degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore, è aperto anche
ai genitori dei ragazzi delle
scuole medie. Tra gli appuntamenti previsti successivamente anche quello, ancora
in via di definizione, con gli
agenti della Polizia Postale
che parleranno agli studenti
di internet, spiegando come
può diventare uno strumento
pericoloso se lo si utilizza sen-
za conoscere i tranelli in cui
ci si può imbattere e come
tutelarsi per non andare incontro a pericoli o rischiare
denunce. Tornando al Comitato dei Genitori, chi volesse
rimanere in contatto diretto,
ricevendo prontamente e –
mail informative su incontri e
iniziative, può mandare il proprio indirizzo a Sergio Stella
([email protected]) o
Antonella
Corà
([email protected]).
Silvana Bortoli
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Sabato 24 gennaio 2009
ASIAGO
Torna, per la terza edizione,
“Asiago, fiocchi di luce” spettacolo piromusicale (che prevede cioè fuochi d’artificio al
tempo di musica) organizzato dal Comune di Asiago e
dalla Pro loco Asiago-Sasso
in programma nei giorni 2021-22 febbraio. Quest’anno
la manifestazione cambia formula: non si tratta più di un
concorso, come negli anni
scorsi, bensì di un evento
itinerante. “Asiago, fiocchi di
luce” si inserisce nell’ambito
delle manifestazioni per i 100
anni di turismo, per questo
sono stati scelti tre luoghi simbolo dello sviluppo turistico locale, come il Laghetto
Lumera, icona del turismo
climatico, la piana del
Bellocchio che fu teatro di
indimenticabili competizioni di
salto sugli sci, e l’aeroporto
Romeo Sartori. Luoghi a tutt’oggi strategici per il turismo
asiaghese, dotati di molte
potenzialità che in parte attendono ancora di essere
sfruttate appieno. Al Laghetto
Lumera si svolgerà la prima
serata, venerdì 20 febbraio,
(inizio 21.30) con esibizioni
l’Altopiano
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“Asiago…fiocchi di luce”, spettacoli itineranti
nei luoghi simbolo dello sviluppo turistico
fiaccolata sulla neve dei maestri della Scuola Sci Asiago.
Domenica 22 febbraio, alle
22, all’aeroporto Romeo
Sartori, gran serata conclusiva dello spettacolo
piromusicale e di Asiago...
Fiocchi di Luce 2009. Nel
corso di ogni serata si terranno inoltre letture di brani tratti
dalle storiche guide turistiche
di Asiago e verranno proiettate immagini storiche sullo
sfondo degli alberi.
Il programma potrà subire
variazioni in caso di pioggia,
forte vento o nebbia, con rinvio delle serate a data da destinarsi. L’evento è organizzato con la collaborazione di
Regione Veneto e Provincia
di Vicenza, il contributo di
Camera di Commercio di
Vicenza e di vari sponsor.
Porte aperte al Regina Margherita
Tre giorni per vedere e vivere la scuola. La scuola materna e asilo nido integrato Regina
Margherita ha pensato ad una nuova formula per far conoscere il proprio ambiente e le
proprie attività ai piccoli che quest’anno dovranno iscriversi. Le porte resteranno aperte non
per una, bensì per tre giornate. In particolare per la materna giovedì 5 febbraio (accoglienza
alle 9.30) per i piccoli, accompagnati dai genitori, è previsto, dalle 10 alle 11, un laboratorio di
psicomotricità per cui è necessario presentarsi in tuta e scarpe da ginnastica. Venerdì 6
febbraio, dalle 10 alle 10.30 ci sarà laboratorio di inglese con Linda, mentre dalle 10.30 alle 11
ci sarà il laboratorio manipolativo con lavoretti con la pasta di sale. Per sabato 7 febbraio è
stata organizzata una mattinata ricca di sorprese con la presentazione della scuola e delle
insegnanti, la proiezione di un filmato sulla giornata tipo e i laboratori proposti durante l’anno,
gioco libero in salone e un piccolo rinfresco. Sabato 7 febbraio, dalle 10 alle 12, sarà aperto
anche l’asilo nido integrato. Nelle giornate aperte verranno consegnati i moduli per l’iscrizione che si può effettuare fino a venerdì 27 febbraio 2009 presso la segreteria della scuola
aperta da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30.
artistiche e suggestive performance, prima dello spettacolo piromusicale. Sabato,
sempre alle 21.30, ci si ritroverà invece in località
Bellocchio, dove i fuochi
d’artificio saranno preceduti
dall’esibizione dal trampolino
degli allievi della Scuola di
salto con gli sci di Asiago e
Gallio e dalla spettacolare
E senza i nostri genitori?
L’estate 2008 è stata un periodo di grandi lavori e cambiamenti per la scuola d’infanzia e asilo nido “Regina
margherita”. I lavori di restauro sono iniziati ai primi di
giugno; l’edificio è stato ampliato, sono stati rifatti i solai,
l’impianto elettrico e quello
idraulico, il tetto, rifatti gli intonaci della scuola d’infanzia
e le tinte di tutte le aule e il
salone…
Ai primi di settembre, quando noi insegnati siamo rientrate, la scuola era ancora un
cantiere: il nostro primo pensiero è stato: “non ce la fa-
ranno mai a ripulire tutto;
come faremo ad accogliere i
bambini l’11 settembre?”
Ma è proprio nel momento
del bisogno, come spesso
accade, che i genitori della
nostra scuola si rimboccano
le maniche, rimanendo fino a
tarda notte e adattandosi ad
ogni tipo di lavoro. Si sono
improvvisati elettricisti, imbianchini, falegnami…e soprattutto “donne delle pulizie”
senza nessun risparmio di
energie. Giovedì 11 settembre 2008 alle ore 9.00 la nostra scuola era pulita, luminosa, colorata, pronta ad ac-
cogliere i nostri pesciolini.
Noi insegnanti, insieme al
personale ed al consiglio
amministrativo, ringrazio amo
di cuore tutti questi genitori
e possiamo veramente
dire…senza di voi non ce
l’avremmo mai fatta!
Le insegnanti del Regina
Margherita
Il Consorzio Turistico comunica con il territorio
Con questo numero del Giornale dell’Altopiano i lettori
hanno trovato allegata una
nuova pubblicazione: Asiago
7 Comuni News.
Si tratta di un utile notiziario
dedicato al tema del turismo
altopianese, realizzato dallo
staff del Consorzio Turistico
Asiago 7 Comuni. Una parte dei contenuti potrà interessare solo gli addetti ai lavori,
ma è ormai un dato di fatto
che l’economia dell’intero
territorio sia basata sul turi-
smo, coinvolgendo tutta la
popolazione dei Sette Comuni. I progetti e le iniziative dei
consorzi turistici del Veneto
sono mirati ovviamente all’esterno dei singoli territori
di competenza; per questo, a
chi vive “dentro” l’Altopiano
e agli altri ambiti turistici
veneti può risultare difficile
conoscere gli interventi in Italia e all’estero di questi indispensabili organismi.
Quindi, attraverso il notiziario distribuito assieme al no-
stro giornale, il Consorzio
Turistico Asiago 7 Comuni
comunica all’intero territorio.
Ogni utile contributo da parte degli Altopianesi sarà ben
accetto. Chi desiderasse
esprimere opinioni o proporre idee, potrà utilizzare il
coupon sul retro di Asiago 7
Comuni News o contattare
il Consorzio Turistico Asiago
7 Comuni all’indirizzo e-mail
[email protected] oppure telefonando al numero
0424 464137.
35° Premio della Bontà S. Antonio di Padova
L’Arciconfraternita di S.
Antonio di Padova con sede
nella Scoletta del Santo –
Piazza del Santo, 11 – 35123
Padova, indice il 35° Premio
della Bontà S. Antonio di
Padova in memoria di
“A.Alfano d’Andrea”, concorso letterario nazionale per
gli alunni delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, sul tema “Francesco, va’,
ripara la mia casa!”. Scadenza per l’invio degli elaborati:
15 marzo 2009. Bando ed
informazioni su http://
www.arciconfraternitasantantonio.org
o al n. 049/8755235.
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Sabato 24 gennaio 2009
ASIAGO
l’Altopiano
7
Pista per gli aeromodelli in contrada Morar
un’ordinanza del sindaco detta le regole
Il Rotary aiuta i ragazzi
nella scelta delle professioni
Venerdì 16 gennaio presso
l’Hotel Des Alpes, sede del
Rotary Club Asiago
Altopiano dei Sette Comuni, si è tenuto per la prima
volta l’incontro per l’iniziativa “A colloquio con le
professioni”. L’attività,
promossa dal Rotary di
Asiago, si propone di mettere in contatto i giovani
che dovranno scegliere un
indirizzo di studi al termine
del quinquennio con professionisti che rivestono i ruoli
che rientrano nei desideri
degli studenti. Le richieste
degli studenti si sono rivolte a professionisti nel campo dell’architettura, della
medicina, della legge, della
matematica, della carriera
www.giornalealtopiano.it
militare.
Protagonisti della serata sono
stati i ragazzi della quarta
superiore sia della sezione di
Liceo Scientifico che di quella di Ragioneria dell’Istituto
Superiore di Asiago (diretto
dal prof. Alfredo Paiola), una
quindicina in tutto, che hanno saputo approfittare di
un’occasione rara: avere a
disposizione un professionista
affermato che ha risposto alle
domande che i giovani oggi
si fanno riguardo alle loro
professioni future. Durante
la serata si è avuta la netta
sensazione che questi giovani avessero la necessità di
sentire qualcuno fuori dalla
propria famiglia con il quale
potersi confrontare sulle op-
portunità future nel mondo
del lavoro. Non solo un punto di vista di un adulto o di un
docente universitario, dunque, ma anche quello di chi
si confronta quotidianamente con la realtà, un’opinione
a volte disincantata sui miti
che influenzano i giovani ma
che poi si rilevano dei bluff.
Il Rotary intende proseguire
questo service anche nei
prossimi anni, nella visione
che la classe dirigente futura
non nasce spontaneamente,
ma viene costruita attraverso lo studio ed i contatti con
persone disposte ad ascoltare, capaci di motivare con
l’esempio, che desiderano
per i giovani la crescita professionale, culturale e civile.
Recentemente il Comune di
Asiago ha emanato una nuova
ordinanza:
“Regolamentazione dell’attività di volo aeromodelli presso
zona di volo in loc. Morar”.
Questa, visti gli esposti del vicinato, prende a riferimento
l’articolo 659 del Codice Penale sul “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” e la legge quadro sull’inquinamento acustico per
arrivare a regolamentare l’attività di volo.
Tra i vari divieti emergono
quelli di non sorvolare case,
campi da gioco come il campo da calcio esistente, strade, parcheggi e luoghi di
lavoro come il lavoro nei campi durante il taglio del fieno.
Vieta inoltre di volare in vicinanza di elettrodotti, cavi
telefonici e simili.
Naturalmente obbliga a utilizzare silenziatori per cilindrate superiori a 2,5 cc e
vieta l’utilizzo di modelli
rumorosi.
Nell’incontro di presentazione
dell’ordinanza da parte del Co-
mandante avvenuto nella sede
della Polizia Locale alla presenza del Presidente del Club
Aeromodellistico 7 Comuni e
del sottoscritto, si è anche convenuto che in concomitanza di
funzioni religiose nel vicinissimo cimitero, sia immediatamente sospesa l’attività di volo
in segno di rispetto del lutto dei
concittadini.
In quell’incontro è stato inoltre stabilito che i piloti, posizionati all’inizio della pista a
ridosso della strada di accesso al campo di volo (Via Arturo
Toscanini), portino i loro
aeromodelli verso il torrente
Ghelpak e il volo avvenga
esclusivamente sopra i campi
oltre il torrente.
Gli orari da rispettare saranno
i seguenti 9.00/13.00 – 15.30/
19.30 (17.30 da novembre a
marzo).
In un recente articolo “Cantata per i bambini morti di mafia” sulle piccole e grandi ingiustizie, si era accennato alla
necessità di regole e rispetto.
Nel rispetto dei vivi e dei morti, è stato finalmente
regolamentato l’uso della pista
di volo degli aeromodelli. Niente di più che “giustizia”, ottenuta grazie alla sensibilità del
Sindaco.
Gianni Bordin
Certificazione Emas per Asiago
Corsi di inglese a Totnes per
giovani studenti asiaghesi
Nell’ambito del progetto denominato “I giovani di Asiago
incontrano l’Europa”, anche
quest’anno gli allievi frequentanti la quarta superiore di Asiago potranno partecipare ad un periodo di studio di due settimane comprensivo di corsi intensivi
d’inglese dal 28 giugno all’11
luglio 2009.
Il progetto “I giovani di
Asiago incontrano l’Europa”, prevede l’attuazione di
una serie di iniziative tese a
rafforzare lo spirito di cittadinanza europea, a sviluppare la comunicazione fra persone di origine, lingua e costumi diversi ma pur sempre
appartenenti ad un’unica
grande entità Europea oltre
ad incentivare i nostri giovani alla mobilità, per contribuire ad una formazione sul piano umano e professionale
aperta a tutte le possibilità
che lo scambio di esperienze
può offrire e creando, al
contempo, occasioni di amicizia tese a favorire i contatti
fra giovani coetanei, per migliorare la loro competenza
linguistica e la conoscenza
delle altre culture.
La scuola prescelta è la
Totnes European School, situata a Totnes, ridente località del Devon, nel Sud Ovest
dell’Inghilterra. L’Amministrazione Comunale interverrà con una borsa di studio
pari ad • 773,40 a studente
per la copertura delle spese
di alloggio in famiglia e corso
intensivo di inglese per i ragazzi residenti ad Asiago.
Si tratta di una importante
opportunità offerta dal Comune di Asiago per migliorare
ed approfondire la conoscenza della lingua inglese in modo
dinamico e divertente, conoscenza indispensabile per
qualsiasi figura professionale e per un più agevole inserimento lavorativo.
Requisito essenziale per accedere a tale opportunità era
la frequenza, nell’anno scolastico 2008-2009, del quarto
anno in un Istituto di Istruzione Secondaria Superiore.
Le borse di studio della “Reggenza 7 Comuni”
La scuola media statale
“Reggenza 7 Comuni”, grazie al finanziamento della
Cassa Rurale e Artigiana di
Roana, ha assegnato una
borsa di studio, pari a 75 euro
ciascuno, agli alunni meritevoli (anno scolastico di riferimento 2006/07). Ecco i nominativi dei destinatari:
Per la sede di Asiago,
Rachele Mantese, Giulia
Cuffolo, Jessica Muraro, Federica Rela, Martina Mosele,
Anxehela Habibi, Giulio
Rigoni, Francesco Milardi,
Valentina Isidoris, Gianluca
Bortoli,
Ludovica
Rodeghiero, Francesca Frigo.
Per la sede di Gallio, Nicole
Baù, Martina Baù, Andrea
Lombardo, Matteo Cherubin,
Giacomo Troisi.
Per la sede di Mezzaselva,
Deborah Fabris, Ilaria Vellar,
Matteo Casentini.
Per la sede di Cesuna, Maura
Panozzo, Laura Frigo, Giulia
Pesavento.
Nella seduta del 24 novembre 2008 il Comitato Ecolabel
– Ecoaudit ha registrato
Emas il Comune di Asiago.
Questo traguardo giunge a
coronamento di un periodo
piuttosto impegnativo nel
quale ogni dipendente ed ogni
amministratore è stato chiamato a contribuire al
raggiungimento di questo
obiettivo.
Nel marzo 2005 il Comune
di Asiago insieme ai comuni
di Conco, Foza, Gallio,
Lusiana, Recoaro Terme,
Roana, Valstagna ha aderito
al progetto “Certificazione
EMAS d’area” promosso
dalla Comunità Montana
Spettabile Reggenza dei sette comuni. Il progetto prevedeva, tra i suoi obiettivi principali, lo sviluppo da parte
delle amministrazioni comunali coinvolte, di modelli di
gestione ambientale territoriale rispondenti ai requisiti
del Regolamento CE 761/
2001 (EMAS).
L’organizzazione che volontariamente decide di aderire
al Regolamento EMAS deve
dimostrare, attraverso il
superamento di verifiche e
controlli annuali da parte di
un ente terzo, di aver adottato un sistema organizzativo,
conforme ai requisiti contenuti nel regolamento stesso,
che le permetta da un lato di
ridurre e monitorare i propri
impatti ambientali e dall’altro
di raggiungere gli obiettivi di
miglioramento ambientale
che essa stessa si è posta.
Con Asiago oggi tutti i comuni
aderenti al progetto hanno
ottenuto la Registrazione
EMAS.
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Biennale dei cuchi: quest’anno la 9^ edizione
ROANA
Si stanno riaccendendo i
motori per la tradizionale
kermesse rappresentata dalla
Biennale dei cuchi.
L’evento ha oramai raggiunto una organizzazione ben
affinata, costituita da un concorso diretto ai maestri cucari
di tutto il mondo e da
un’esposizione delle opere
nel Palazzo Municipale sede
dell’Aministrazione roanese,
qui il presidente della giuria
leggerà il verbale della commissione giudicatrice e dichiarerà aperta la Biennale
2009. Dal 1 giugno al 30 settembre 2009 la mostra verrà
allestita nelle sale del Museo
dei Cuchi di Cesuna.
Da secoli, ogni 25 aprile a
Dal 25 aprile al 17 maggio si riproporrà l’evento iniziato per la prima volta nel 1993. Tra i vari patrocinatori
della manifestazione figurano il Comune di Roana, La Regione Veneto e la Com. Montana Altop. 7 C.
Canove si tiene la tradizionale
Sagra. L’abbinamento tra la
festa popolare e l’esposizione si è rivelato fin dall’inizio
una felice combinazione, in
quanto a ogni successivo appuntamento si sono visti aumentare gradualmente i partecipanti tradizionale sagra
altopianese che, nell’edizione del 2007, ha visto la partecipazione di oltre 180 artisti provenienti da tutto il mondo. La manifestazione ha raggiunto un prestigio e una notorietà di settore tali da disporre di una partecipazione
artistica ai più alti livelli mondiali. Anche quest’anno si
produrrà l’Annullo Filatelico
Speciale, con grande soddi-
sfazione dei numerosi appassionati di filatelia. La
Biennale, oltre a
ravvivare la secolare Sagra di San
Marco, ha il merito di rivalutare
l’antica arte dei
“maestri cucari”,
un’arte che si perde nella notte dei
tempi, con radici
nella cultura popolare, anche in
q u e l l a
dell’Altopiano di Asiago 7
Comuni. Nello specifico questa edizione, la nona, è dedicata a Flavio Pegoraro di
Nove, artista recentemente
Cesuna, nuova sede per il Corpo Forestale
Inaugurata a Cesuna la nuova sede del Corpo Forestale dello Stato. Il Comando stazione
è ora ubicato presso le ex scuole elementari in via Busibollo, nelle vicinanze della chiesa
parrocchiale. All’inaugurazione, avvenuta con il tradizionale taglio del nastro, era presente
il comandante del coordinamento distrettuale C.F.S. di Asiago Isidoro Furlan, unitamente
alle autorità delle amministrazioni di Cogollo del Cengio, Caltrano e Roana, territori ove
esercitano competenza i forestali durante i quotidiani controlli. “Non posso che esprimere
il mio compiacimento per questa nuova sede – ha affermato l’ispettore capo responsabile
del comando Lucio Plebs – la precedente ormai versava in condizioni poco ottimali, ed
inoltre non era servita di un sufficiente parcheggio del quale possiamo invece disporre
ora”. Nonostante il cambio di sede, rimane invariato il giorno di apertura al pubblico,
fissato per il venerdì mattina.
D. Finco
scomparso le cui opre sono
presenti nelle più prestigiose
collezioni italiane e estere. Il
regolamento prevede l’assegnazione di 1000 euro al 1°
classificato, 600 al 2° e 400
al 3°, altri premi saranno attribuiti ai figuli a seconda delle
loro particolari e peculiari caratteristiche. “Ben vengano
questi eventi – afferma il sindaco Mario Porto - finora le
8 edizioni precedenti hanno
contribuito
egregiamente a pubbliciz-
zare anche in nostro
territorio. Un plauso
vada attribuito ai coniugi Valente responsabili del Museo e ai
soci della omonima
Associazione, che
con impegno e passione coltivano questa antica tradizione.
Quella dei cuchi è
un’arte vecchia come
il mondo, piena di tenerezza e di semplicità, simbolo di amore
e di fertilità. Il
fischietto in terracotta poi,
è sempre stato un “trastullo-pegno d’amore” per i
nostri padri sull’Altopiano,
fin dalla notte dei ricordi.
Questo è folclore ma pure
storia della nostra vita!”
Daniel Finco
Escursioni con la
motoslitta a Cesuna
Una nuova opportunità per
il turismo invernale è ora
presente nel territorio di
Cesuna, ben una decina di
motoslitte sono a disposizione di quanti vogliono
provare l’ebbrezza di un
giro alla guida dei mezzi a
motore sui pendii innevati
del Monte Zovetto. L’attività è stata resa operativa grazie alla delibera co-
munale che ha concesso
l’uso di un’area ben delimitata. Due i percorsi programmati: il primo di circa
4 km circoscritti da fettucce
e bandierine segnaletiche,
ad uno alternativo più ampio che spazia su stupende
zone panoramiche e comprende il ristoro presso un
attrezzato rifugio.
Per i più piccini è possibile
il noleggio di motoslitte
“baby” di minor cilindrata, la cui guida è ammessa secondo normativa con
l’uso di caschetto protettivo e con la supervisione
del personale sul circuito
delimitato. Neve permettendo, si potranno effettuare le gite nelle giornate di sabato, domenica e
festivi. Info: 346 5011812
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l’Altopiano
Sabato 24 gennaio 2009
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“Nel firmamento brilla una stella:
quella del 90, la classe più bella!”
ROANA
Un giorno in più di baldoria per la tradizionale festa della maggiore età. Balli, canti e baccano
“Nel firmamento brilla
una stella:quella del 90,
la classe più bella!”
E’ con questo esordio che
gli ormai collaudati maggiorenni del 1990 hanno
portato la festa a Treschè
Conca, per uno degli appuntamenti annuali più
attesi in paese.
Luca, Massimo, Emanuele, Marco, Manuel, Elisa,
Sara e Maristella; questi
sono i nomi dei nostri
coscritti, tra i quali figurano un organista, un
aspirante avvocato e un
cuoco.
Quest’anno, i nuovi maggiorenni hanno deciso di
rompere la tradizione:
non più tre giorni (e notti) di canti e balli, bensì
quattro. Già a partire da
giovedì 15, infatti, la
classe del ’90 si è data
appuntamento al bar Tre
Garofani con la musica di
Dj Bucci, per poi prose-
guire il venerdì sera a “La
Quinta” e il sabato in
Baita Azzurra con il grup-
po dei “Sino”. Nonostante tutte le quattro serate
abbiano riscosso un inat-
Giovanna, testimone di un secolo della nostra storia
Camporovere ha festeggiato il 9 gennaio scorso i 100
anni di Giovanna Muraro.
Per lei la Pro Loco ha organizzato una festa semplice
ma molto sentita e partecipata, grazie anche alla collaborazione della Parrocchia
e dell’amministrazione comunale, che è stata ben lieta
di dare il proprio patrocinio
a questa felice e rara ricorrenza, testimoniando la propria vicinanza alla longeva
signora. Giovanna è parsa
assaporare ogni momento
della festa a lei dedicata con
la consueta energia e il suo
invidiabile spirito, felice e distesa. Dopo la messa e prima di passare ai brindisi nei
locali della parrocchia dove
era stato allestito un buffet,
a Giovanna, assieme a un
100 anni di
differenza:
Giovanna
Muraro con
in braccio
Riccardo
Sergio Costa,
ultimo nato a
Camporovere
Foto Paolo Basso
La sua “lunga giovinezza”, come l’ha definita il sindaco Porto, è stata festeggiata nel giorno del suo 100° compleanno.
Giovanna con i figli, i nipoti e i pronipoti
mazzo di fiori è stato fatto
dono di una formella in ceramica incorniciata, dipinta a
mano e raffigurante il
Municipio del Comune di Roana. Elvio
Schivo, assessore ai
servizi sociali, si è fatto portavoce delle
parole di augurio del
sindaco, riportate anche su una pergamena consegnata poi
alla signora. “Pensando ai suoi 100
anni – ha scritto tra
l’altro Mario Porto –
proviamo emozione,
perché attraverso le
vicende tristi e felici
di un secolo della
nostra storia, vivendo in anni in cui erano richieste fatiche e
sacrifici per vivere e
far crescere dignitosamente
la famiglia. Oggi lei è ricambiata dall’amore e dalle
cure dei suoi cari e può
trasmettere ai giovani un
prezioso patrimonio di
tradizioni e di valori, da
sempre alla base della
nostra comunità. Lei è
per tutti noi un esempio di
vita e noi le siamo intorno
in
un
abbraccio,
ripromettendoci di fare tesoro della sia testimonianza di
vita. La sua “lunga giovinezza” è per la nostra comunità motivo di orgoglio, che
vogliamo attestarle con affetto”. Giovanna, attorniata
dai familiari, dai paesani, dai
rappresentanti del suo comune, ha accettato di buon grado
gli auguri di tutti i presenti, ringraziando con gioia.
S.B.
teso successo, l’ultima è
stata sicuramente la più
coinvolgente per tutti:
come ogni anno, presso la
trattoria “Al Cacciatore”,
adulti e bambini si sono
ritrovati insieme a festeggiare la classe, trasportati
dall’allegria dei ragazzi
del ’90 e dalla musica del
trio “Nuovi Gabbiani”.
“Tutte le nostre aspettative si sono realizzate, siamo molto soddisfatti”,
confessa una di loro,
Sara. “Ci siamo impegnati tanto per realizzare al
meglio la nostra festa, incontrandoci già a partire
dal maggio scorso per organizzarla. Il nostro scopo era soprattutto quello
di coinvolgere tutto il paese nelle nostre serate e di
far divertire chiunque fosse presente, anche se non
sempre era una cosa facile visto che noi coscritti
giravamo per Treschè già
dalla mattina; tuttavia,
cercavamo di essere attivi al massimo anche nei
momenti in cui la troppa
festa ci aveva messo un
po’ KO!”
Gli otto coscritti hanno
avuto al loro fianco ben
cinque accompagnatori
durante la loro “tournée”
paesana, tra cui un
fisarmonicista e l’autista
del tradizionale carretto a
tema.
Alla classe del 90, che
come si è visto ha voluto
fare le cose in grande,
ora non resta che passare il testimone al ’91: saranno in grado i nuovi
coscritti di eguagliare il
successo dei predecessori? Per saperlo servirà
aspettare
un
altro
anno...noi intanto attendiamo fiduciosi!
Giulia Panozzo
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Sabato 24 gennaio 2009
GALLIO
“Abbiamo voluto dare il più
possibile tutela al nostro territorio, unico bene vero datoci dal Padre Eterno che,
dopo tanti anni di sviluppo,
rischia di essere danneggiato”. Il sindaco di Gallio
Antonella Stella, nella conferenza stampa di presentazione ha sintetizzato così la filosofia che sta alla base del
nuovo Piano di Assetto Territoriale recentemente approvato dalla Regione (il primo
in Altopiano, il 17° nel
Veneto). All’incontro, con
una buona partecipazione da
parte dei cittadini, è intervenuto anche l’assessore regionale alle politiche del territorio Renzo Marangon. Con
l’approvazione del documento che getta le linee guida per
lo sviluppo territoriale nei
prossimi anni, l’amministrazione guidata da Antonella
Stella raggiunge uno dei traguardi più importanti prefissati per questa legislatura. “E’
l’Altopiano
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La tutela del territorio,
primo obiettivo del PAT
Il documento di pianificazione territoriale presentato
in Municipio. Renzo Marangon: “Uno strumento di
autogoverno. Con la nuova legge è la comunità
a decidere del proprio futuro”
stato un parto lungo e faticoso – ha affermato il sindaco
- Ci stiamo lavorando su da
quasi 4 anni. Tante cose
sono state affinate strada
facendo insieme ai tecnici
regionali, con i quali siamo in
copianificazione. Ci sono stati diversi intoppi, ma tutto è
finito bene e siamo soddisfatti”. Ora il PAT, approvato a
livello tecnico, dovrà avere
un’ulteriore approvazione
dalla Giunta Regionale (probabilmente già nei prossimi
giorni), infine verrà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto e diverrà
effettivo dopo 15 giorni dalla
pubblicazione.
Come già anticipato sul numero precedente del nostro
giornale, i contenuti fondamentali del piano sono: riduzione della cubatura presente nel vecchio PRG (da
365.000 mc a 180.000 mc),
con conseguente diminuzione del volume edificabile
nelle lottizzazioni già presenti
nel vecchio PRG; nessuna
aggiunta di nuove lottizzazioni
rispetto alle 5 già esistenti nel
vecchio PRG, che verranno
r i d i m e n s i o n a t e
volumetricamente; recupero
degli edifici esistenti attraverso la concessione di
un premio cubatura; indicazione di tipologie precise per
i
nuovi
edifici:
potranno essere al massimo
mono-bi-trifamiliari, dell’altezza massima di due piani
più sottotetto, cercando così
di riportare ad una tipologia
di intervento più consona al
territorio altopianese; un particolare riguardo per la frazione di Stoccareddo e le
contrade, dove, nei limiti del
rispetto dell’ambiente, sarà
favorito lo sviluppo edilizio,
per mantenerne la vitalità;
introduzione
della
perequazione, del credito, della
compensazione urbanistica.
Molte delle modifiche che
sono state introdotte con il
PAT verranno effettivamente
messe in pratica con il PI, il
Piano degli Interventi, che
verrà fatto e verrà approvato direttamente dal Comune
e per il quale amministrazione si sta già adoperando per
affidare l’incarico di redazione. “Il PAT – ha ribadito l’assessore Marangon- è lo strumento di governo del territorio previsto dalla riforma delle
norme urbanistiche regionali: non un semplice cambio di
nome rispetto ai vecchi piani
regolatori, ma una radicale
trasformazione del modo in
cui ciascuna comunità individua il proprio futuro. Il PAT
è ,infatti, una straordinaria
espressione di autogoverno,
che proprio per questo si fon-
da sulla responsabilità e
responsabilizzazione non solo
degli amministratori, ma di
tutta la comunità locale, chiamata ad indicare, partecipare e condividere direttamente percorsi del proprio sviluppo. Nello stesso tempo – ha
concluso Marangon - la stesura del Piano viene fatta in
maniera copianificata tra
regione e comune non secondo una gerarchia istituzionale, ma in collaborazione”.
Stefania Longhini
Pino Rossi: “Un buon progetto - Ma Lettera di Munari, Franco e Pernechele
si poteva far meglio sulla prima casa” “Ecco perché abbiamo abbandonato”
“Come abbiamo più volte ribadito, anche attraverso le
lettere aperte inviate alla cittadinanza galliese, condividiamo in pieno le linee generali
del PAT approvato dall’attuale amministrazione comunale.” Con questa dichiarazione di Pino Rossi, uno dei leader della lista d’opposizione
“Noi di Gallio”, il sindaco di
Gallio Antonella Stella ed il
suo gruppo incassa l’approvazione anche della minoranza consigliare sul
PAT definitivo appena
presentato alla cittadinanza. Un PAT quello
di Gallio che taglia il
50% dell’edificato previsto dal PRG, che non
prevede alcuna nuova lottizzazione,
che
impone costruzioni consone
al territorio non più grandi di
una trifamiliare di due piani
più il sottotetto.
“Pur non essendo stati coinvolti nella stesura del PAT,
crediamo che le linee guida siano fondamentali per
garantire un futuro al paese ed in particolare apprezziamo l’attenzione data alle
contrade e frazioni che necessitano di agevolazioni se
vogliamo che
non si spopolino del tutto –
continua
Rossi
–
Anzi noi
avremmo
suggerito di
bloccare qualsiasi possibilità
di ampliamento
di
aree
edificabili ed
invece facilitare di più
chi vorrebbe
realizzare
la prima
casa.”
“Il paese
ha biso-
gno di modernità, di innovazione, di progettualità –
conclude Rossi - Dopo aver
giustamente
tagliato
l’edificabilità, il PAT non
introduce nelle linee guida
proponimenti per il futuro,
per il turismo, per i giovani,
per assicurare un futuro ai
galliesi”.
Concetti che potranno essere approfonditi nei piani
d’intervento che sono poi la
parte esecutiva del PAT. Il
PAT infatti da delle indicazioni generali sono poi i piani d’intervento, votati di
volta in volta in consiglio
comunale, che detteranno
le azioni specifiche. Proprio per questo l’assessore
regionale all’Urbanistica
Renzo Marangon ha sottolineato la sua importanza,
ma anche la responsabilità
dell’amministrazione comunale “Con il PAT si da ai
Comuni il potere decisionale sul proprio territorio, non
si possono più fare promesse e poi dire che è stata la
Regione a toglierle. Qui si
richiede
una
responsabilizzazione degli
amministratori ma anche
una partecipazione attiva
della popolazione sia come
parte proponente sia come
parte controllante”. In poche
parole d’ora in poi il nostro
destino del territorio è nelle
mani di chi lo abita.
Gerardo Rigoni
In un momento così importante per la pianificazione
dello sviluppo di Gallio, potrebbe sembrare fuori luogo
e di scarsa rilevanza questo
nostro chiarimento, ma come
consiglieri che hanno “abbandonato” questa amministrazione lo riteniamo necessario.
Sono stati quattro anni di duro
lavoro, lo confermiamo perché c’eravamo anche noi
sempre presenti. Particolari
pressioni non ne abbiamo
subite, né intimidazioni.
C’era ovviamente il peso di
dover prendere decisioni così
difficili e importanti per il futuro del paese e dei suoi abitanti Perché al di là degli
aspetti tecnici che rendono
difficoltosa la predisposizione
di un P.A.T. bisogna tener
conto che ogni nostra decisione può influire sulla vita dei
cittadini. E questo può aver
portato a diversità di opinioni, a discussioni, ripensamenti,
a tensioni, ma mai a litigi.
A queste difficoltà va sicuramente aggiunta la tensione provocata dall’attentato
al Sindaco, con conseguenti
dimissioni e successivo ritiro
delle dimissioni.
Noi siamo sempre stati d’accordo sui principi fondamentali che caratterizzano questo PAT e crediamo di aver
dato il nostro contributo per
la sua realizzazione, fino all’adozione in consiglio comunale (cui hanno partecipato
due di noi dimessisi poi il 29/
04/08 e il 17/07/08).
No vogliamo assolutamente
accampare meriti, ma neanche accettare, come spesso
è successo, che ci vengano
attribuiti motivi di difficoltà,
di ritardo o litigi. Il nostro
contributo alla vita amministrativa di questo paese è
sempre stato improntato al
sacrificio personale e allo
spirito di servizio nei confronti
della collettività, cui abbiamo
sempre cercato di rapportarci, senza la pretesa di essere
elogiati o ringraziati per il
nostro impegno, né tanto
meno di essere ricordati nella storia del Paese. Siamo
usciti in punta di piedi e abbiamo ritenuto doveroso replicare solo quando costretti. Ormai però dopo i vari tentativi di associare le nostre
dimissioni ai più svariati motivi, a stanchezza, a malattie,
a paura, a pressioni, al PAT,
e chissà a cos’altro, crediamo che tutti abbiano intuito
le vere motivazioni, pur senza conoscerne i particolari.
Semplicemente difficoltà nei
rapporti con il Sindaco, difficoltà a svolgere i nostri incarichi senza intralci, eccessivo senso critico, ma non
autocritico del primo cittadino, con la pericolosa tendenza quindi a non mettersi mai
in discussione, cosa indispensabile quando si ricopre un
incarico pubblico. Difficoltà
per cui ci assumiamo la no-
stra parte di responsabilità,
almeno per non aver saputo
cambiare le cose. Avremmo
potuto continuare, infondo
mancava poco più di un
anno, ma non abbiamo visto
nel Sindaco nessun tentativo
di cambiare il suo comportamento, per venire incontro
alle nostre esigenze, per rispettare gli impegni presi, per
non ferire la nostra dignità,
per dare autorevolezza al ruolo che ricoprivamo, per non
vanificare la nostra voglia di
impegnarci per il Paese. Non
abbiamo quindi abbandonato,
sono venuti meno gli stimoli
e le condizioni per continuare.
Bruno Franco
Ugo Pernechele
Loretta Munari
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Sabato 24 gennaio 2009
LUSIANA
Infiltrazioni d’acqua hanno
reso necessaria la sistemazione del tetto della chiesa
di Vitarolo. In questi giorni
la ditta Zampese ha sistemato le impalcature per
l’esecuzione dei lavori.
L’oratorio è dedicato alla
Madonna della Salute e al
martire San Vitale. L’edificio sacro venne eretto nel
1578, due anni dopo la cessazione della famosa peste,
detta di San Carlo. La data
è rozzamente scolpita nell’arco sovrastante il piccolo altare di marmo dal quale sorride la Madonna.
Adornano l’interno, semplicissimo, due tele dei Da
Ponte raffiguranti una Fuga
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
Vitarolo, raccolta di offerte
per sistemare la chiesa
in Egitto, l’altra la
flagellazione. Nella
piccola sacristia è
conservata ancora
l’antica statua della
Madonna, ricoperta
di vesti secondo
l’uso del tempo. All’interno è appeso un
quadro di S. Rocco,
offerto dalle mamme
della contrada nel
1901, quando una
terribile pertosse, o
tosse canina, minacciava l’esistenza delle loro creature. A
causa di tale tosse,
in brevissimo tempo morirono ben 13 bambini della
parrocchia. Davanti al-
Nella foto, l’antica chiesa
di San Vitale a Vitarolo
l’oratorio e alla casa della
famiglia Passuello Berti è
stato costruito un pronao e
il piccolo campanile
merlato. All’oratorio di San
Vitale giungono le proces-
sioni solenni, in particolare quella serale del
Venerdì Santo per la
cui occasione la chiesa viene illuminata.
Secondo gli storici
(Eugenio Ronzani –
Lusiana cenni storici
1960) la contrada
Vitarolo fu fondata da
un popolo danese sceso in Italia all’epoca
del Sacro Romano
Impero. Data l’importanza nella storia dell’oratorio, un gruppo di
persone ha avviato
una raccolta di offerte per poter eseguire i lavori di sistemazione della
chiesa. Egidio Zampese
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Il club biancorosso
“M. Ronzani”
ha premiato i
presepi più belli
Il club biancorosso
“Mario Ronzani” ha
organizzato un concorso dedicato ai presepi:
ai vincitori è stato consegnato un attestato e
una
maglietta
biancorossa. Il primo
premio è stato vinto dalla 5.a classe elementare dell’Istituto comprensivo “Padre Pozza” di Lusiana che ha
dimostrato creatività e
originalità nell’insieme.
Secondo premio per i
fratelli Fabio e Sara
Villanova. Terzo classificato il presepe di Federico Scarsella. E.Z.
Nella foto, un alunno
ritira uno dei premi.
Lusiana, è aperta la caccia al cinghiale
La sezione cacciatori di
Lusiana, con l’appoggio delle
Guardie venatorie della Provincia, ha organizzato alcune
battute al cinghiale nella zona
a sud di Lusiana. La
proliferazione di questi animali
sta infatti creando seri problemi alle contrade a nord di
Laverda dove i voraci animali
selvatici scavano solchi nei
terreni alla ricerca di radici e
la loro azione devastante ha
fatto crollare anche qualche
muretto di alcuni orti di
contrada Sasso. Una prima
battuta ha visto le doppiette di
Tiziano e di Maurizio Corradin
andare a bersaglio abbattendo due esemplari di cinghiale.
Una seconda battuta invece
non ha fruttato alcuna preda
perché gli animali si sono nascosti nelle folte siepi di rovi
che costellano la zona incolta
e abbandonata. Probabilmente verrà organizzata una terza
battuta con l’ausilio dei cani
per arginare i danni causati da
questi animali liberati qualche
decennio fa nella zona del
Brenta, ma ora emigrati in altre zone dove hanno trovato un
habitat ideale. E.Z.
Nella foto, Tiziano e Maurizio
Corradin con i cinghiali abbattuti nella vallata di Laverda di
Lusiana.
Concerto di cori a Santa Caterina
Cerimonia in ricordo dei lusianesi caduti in Russia
Domenica 25 gennaio al santuario della Madonna
del Lazzaretto di frazione Piazza-Campana si svolgerà la cerimonia in ricordo dell’epica battaglia di
Nicolajewka. Il programma prevede la messa alle
11 celebrata dall’arciprete don Valentino Grigiante.
Alle 12, davanti al tempio e davanti al monumento
ai caduti di tutte le guerre, dopo l’alzabandiera si
svolgerà il discorso del sindaco Virgilio Boscardin.
La cerimonia è sempre seguita da un folto pubblico
perché ricorda una epica tragedia delle truppe ita-
liane nel suolo russo dove hanno perso la vita anche parecchi lusianesi.All’interno del tempio è conservata un’urna contenente della terra raccolta nel
cimitero di Tambow dove si ritiene siano sepolti
alcuni dei lusianesi morti in Russia. In particolare il
sasso che raffigura il monumento ai caduti è stato
donato dal cavatore Fioravante Pizzato e sono state
inserite nel marmo schegge di residuati bellici e
reticolati raccolti nei campi di battaglia.
E.Z.
Nozze d’oro per tre
Tre coppie, attorniate da parenti e amici, hanno festeggiato le nozze d’oro in chiesa a Santa
Caterina di Lusiana. Le coppie erano composte da Felicita Pozza e Antonio Galvan;
Bertilla Dalle Nogare e Giovanni Lunardon; Lina Galvan e Fausto Dalle Nogare. Durante
la messa, officiata dal parroco don Giovanni Crivellaro, è stata cantata l’Ave Maria di
Schubert. All’uscita della chiesa, come per i matrimoni nuovi, sui festeggiati è stato gettato
il riso. E.Z.
Nella foto, le tre coppie che hanno festeggiato il 50° di matrimonio.
Nella chiesa di Santa Caterina
si è svolto un applaudito concerto che ha visto esibirsi sull’altare il coro “Brigata
Cadore- congedati”, diretto da
Michele Segato e attualmente
composto da 35 elementi,
esclusivamente coristi durante il servizio militare di leva
nella Brigata alpina Cadore, e
il coro “L’Eco delle Valli” di
Lusiana diretto da Andrea
Pinaroli, composto da 25 elementi. Entrambi i gruppi canori
hanno interpretato, raccogliendo applausi, brani natalizi e
cante alpine. Il coro “L’Eco
delle Valli”, che ha iniziato l’attività nel 2005, in collaborazione con “I boce della
fontanella” e la parrocchia del
Covalo, sarà in scena anche
alle 20,30 di venerdì 30 gen-
naio per una serata di canti intitolata “Il Natale continua…”
che si svolgerà nella chiesa parrocchiale di San Donato al
Covolo di Lusiana.
E.Z.
I cori della Brigata Cadore e l’”Eco delle Valli”” in chiesa a
Santa Caterina
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l’Altopiano
Sabato 24 gennaio 2009
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Cento anni di turismo ad Asiago il
periodo magico degli anni Sessanta
Nella storia del turismo ad Asiago, rispolverata negli ultimi mesi
grazie all’iniziativa studiata dall’assessore Roberto Rigoni per
ricordare quanto nell’ultimo secolo, con inventiva, impegno e
spirito d’iniziativa, si è saputo fare in un settore strategico e
fondamentale per la nostra economia, gli anni Sessanta rappresentano forse il capitolo più importante. Negli anni ruggenti,
che l’Italia visse tra boom economico e contestazione, il capoluogo dei Sette Comuni gettò infatti le basi per essere una cittadina moderna, ricca, una capitale del turismo e, soprattutto,
un posto in cui si può vivere bene. Il turismo, come sappiamo,
visse in quel periodo anni di grande fermento: la domenica, al
Kaberlaba, arrivavano centinaia di pullman di sciatori. La tradi-
zione sportiva di Asiago venne consolidata dagli arrivi, in ritiro,
del Milan di Rocco campione del mondo nel ’63, della Nazionale italiana che preparava i Mondiali del ’66, del Cagliari dello
scudetto del ’70. Asiago, località alla moda, accoglieva allora il
bel mondo dello spettacolo, c’erano personaggi come Totò e
Mina: il massimo per quei tempi. Nel ’64 qui nacque il
Festivalbar, grazie all’intuizione di Vittorio Salvetti e alla sensibilità di due professori, Marco Stefani, sindaco di Asiago dal
60 al 70, e Nereo Stella, che gestì in quegli anni l’Azienda di
soggiorno. Ad Asiago esplose il fenomeno Lucio Battisti. In
televisione andavano in onda servizi dal dancing Millepini dove
i ragazzi ballavano lo shake.
I protagonisti
Marco Stefani, un sindaco instancabile
Per vent’anni è stato uno dei
protagonisti dello sviluppo turistico ed economico di
Asiago, prima come presidente dell’Azienda autonoma di
soggiorno e turismo e consigliere comunale e poi come
sindaco. Marco Stefani è una
di quelle persone che si sono
spese per amore della propria
terra.
Alpino, catturato dopo l’8 settembre del ’43, rientrò dalla
dura prigionia in Germania e
in Polonia con una croce al
merito di guerra e con la voglia di fare qualcosa di utile
per Asiago. Si laureò in Lettere a Padova e cominciò un
cammino che lo portò ad essere, per tutti gli anni Cinquanta, presidente dell’allora
Azienda autonoma di soggiorno e turismo, quindi sindaco,
segretario della Democrazia
Cristiana, presidente della
Banca Popolare dei Sette Comuni, vice presidente della
squadra di hockey su ghiaccio, consigliere dei Vicentini
nel mondo, e altre cose ancora. E tutto questo senza mai
abbandonare l’insegnamento.
All’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Marco
Stefani fu commissario
prefettizio da ottobre 1949
fino a novembre 1950: presidente da novembre 1950 a
novembre 1954; ancora presidente da marzo 1955 a marzo 1959. A quei tempi c’era
un unico ufficio Aast per presidente, impiegata e biglietteria delle corriere. La promozione del turismo si faceva lì.
Lì se ne studiavano le strategie. “Si fa tutto in economia,
senza grandi piani” diceva
Stefani. “Chiamare, agevolare, ricevere, trattenere il turista” questa era per lui la definizione di turismo. Molti sono
gli avvenimenti da ricordare
negli anni 50: nel 1955 Totò è
presidente della giuria della
selezione italiana di Miss Universo; ci furono gare di sci di
vario genere; un raduno
motoalpinistico; un rally per
giornalisti. Riunioni “quasi interminabili” con i sodalizi
sportivi (Usa sci, Usa hockey,
Usa circolo pattinatori, ass.
calcio). C’è il sogno (poi rea-
lizzato) di una seggiovia al
posto della vecchia slittovia del
Kaberlaba. Molte le manifestazioni, organizzate solo da presidente (Stefani), impiegato e
fattorino. C’è il progetto di una
palazzina del turismo, proposta da Marco Stefani in consiglio comunale nel 1958.
L’anno successivo il Comune
contrae un prestito di 14 milioni 750 mila per la costruzione dello stadio Millepini
(verrà estinto alla fine del
1973). Da sindaco, eletto il 6
novembre 1960, fu protagonista di numerose battaglie, a
cominciare da quelle per far
arrivare sull’Altopiano le scuole superiori. Grazie al suo impegno, dapprima aprirono
l’istituto tecnico industriale e
quello professionale per il
commercio, successivamente
il liceo scientifico e l’istituto
tecnico commerciale. Venne
anche costruita la palestra delle
scuole medie, la prima del genere ad Asiago. Si battè per il
lavoro: in quegli anni vennero
create le premesse per la zona
artigianale, si progettò il Consorzio tra i caseifici
dell’Altopiano, si tentò la strada dell’allevamento intensivo
dei polli. Decine i viaggi a
Roma che il professor Stefani
intraprese per ottenere
finanziamenti per rinnovare e
allargare la strada del Costo –
la principale via del turismo di
oggi! - , e così pure per affrontare una grande emergenza di quegli anni: la carenza di
acqua potabile. Tra il ’62 e il
’63 vi fu anche una epidemia
di tifo a causa della precarietà
delle fonti di montagna. Marco Stefani lavorò a lungo per
costruire l’acquedotto che
oggi sale da Oliero per rifornire i paesi dell’Altopiano. Sul
piano culturale, vi furono numerose iniziative per recuperare le radici dell’antica lingua
cimbra. Venne ampliato e dotato di nuovi strumenti l’Osservatorio astrofisico dell’Università di Padova; si costruì
una nuova ala dell’ospedale; fu
creato il campo da golf; si sviluppò l’aeroporto; furono
asfaltate strade importanti
come quella per Lavarone, per
le contrade e per le piste da
sci; fu abbellito il centro, pavimentando in porfido le piazze, i marciapiedi e i giardini
pubblici. Arrivò, dopo tante
insistenze, un distaccamento
dei vigili del fuoco. Gran mediatore, calmo, equilibrato,
Marco Stefani “aveva saputo
interpretare i segni dei tempi e
aveva indirizzato il partito su
una nuova via” scrissero i suoi
amici democristiani a proposito della sua segreteria. Sebbene la Dc avesse ancora i
numeri per governare con una
giunta monocolore, nel giugno
1975 Stefani aprì la strada al
centrosinistra dicendo che
“sarebbe anacronistico che la
Dc gestisse da sola il potere e
non chiamasse al servizio della comunità anche altre forze
politiche”. Marco Stefani
morì pochi giorni dopo, a soli
54 anni. Un malore lo strappò
all’improvviso alla sua famiglia e ad Asiago. Una folla imponente partecipò ai suoi funerali. Nell’orazione dal municipio, il sindaco di allora,
Nereo Stella, disse: “La sua
instancabile attività, la sua
adamantina onestà, l’intelligente ed appassionata applicazione nel reggere la cosa pubblica sono il testamento spirituale che ci lascia. Il suo esempio ci aiuti ad operare ogni
giorno per diventare migliori”.
Pagina a cura di Stefania Longhini si ringrazia
Giovanni Stefani per aver fornito notizie e materiale
Quando Asiago era di moda in tv
Piccola cronistoria di un periodo forse irripetibile
1960. Il premio Kaberlaba d’oro va nel tg nazionale (allora
era unico). Tra i presenti, Jula De Palma, Nilla Pizzi, Gino
Latilla, Tony Renis. Il 6 novembre Stefani viene eletto sindaco di Asiago.
1961 Il premio Kaberlaba è ancora l’avvenimento clou del
turismo asiaghese. Servizio nel Tg Rai con Milva e Lelio
Luttazzi.
1963. In agosto c’è in ritiro il Milan e anche qui Asiago
finisce al telegiornale: i giocatori ritratti (ovviamente in bianco
e nero) mentre giocano a ping pong, si allenano (anche sotto la pioggia), passeggiano in centro, firmano autografi: ci
sono Luis Carniglia, Mario David, Josè Altafini, un giovanissimo Gianni Rivera.
In dicembre il Tg Rai dedica un servizio al turismo invernale: attrezzature da sci, bambini che imparano a sciare, gente
che pattina, slitte ippotrainate, aeroporto.
1964. Nasce ad Asiago il Festivalbar, grazie all’impresario
padovano Vittorio Salvetti (nato nel 1937). La prima edizione prevede 10 dischi in 4.000 juke-box (diventati una realtà
concreta dai primi anni Sessanta anche in Italia). Finale ad
Asiago: vince Bobby Solo (“Credi a me”). Il 29 luglio al Tg
Rai un servizio sul più grande telescopio d’Italia in officina,
costruito per l’osservatorio di Asiago.
1965. In primo piano ancora il Festivalbar. I juke-box in
Italia sono già 15 mila. Vince Petula Clark con “Ciao ciao”,
versione italiana di “Downtown”. E’ il primo grande successo popolare del Festivalbar.
1966. Nel Tg Rai va in onda un servizio da Asiago su atterraggio di aerei sulla neve e su una gara notturna di snowcruiser. All’hotel Mirapini (oggi un condominio) va in ritiro
la nazionale italiana di calcio in vista degli sfortunati Mondiali d’Inghilterra (e in vista della disastrosa sconfitta con la
Corea). In tv si vedono Luigi Meroni che legge il giornale,
Aristide Guarnieri gioca a biliardo, Burgnich, Riva,
Domenghini.
Il Festivalbar emigra a Salice Terme, dove vince il “baschetto
d’oro” Caterina Caselli con “Perdono”, secondo Little Tony
con “Riderà”. Ma Asiago va sempre di moda, tanto che la
tv, sia nel 1966 che nel 1967, mostra giovani che ballano
lo shake nel locale del Millepini.
Nel 1968 si organizzano collegamenti aerei con Venezia
per gli sciatori, intanto il Festivalbar torna ad Asiago. Un
nuovo hotel, il Linta, sarà la sede della prima finale televisiva: un’ora e mezza sul secondo canale. Tra i concorrenti,
Adamo, Aznavour, Aphrodite’s Child, i Ribelli con Demetrio
Stratos che cantano “Pugni chiusi”. Fa un “saltino” al Linta
anche Celentano. Vince il “Discoverde” un ragazzo di Poggio Bustone che lavora come autore alla casa discografica
Ricordi e ha inciso un disco-prova, “Prigioniero del Mondo”: si chiama Lucio Battisti. Che diventa un “fenomeno”,
passa tra i big e stravince con “Acqua azzurra acqua chiara”. Tra i giovani vince tale Romina Power, solista con “Acqua di mare”.
Nel 1970 primi atti amministrativi per l’autostrada Valdastico,
avvicinerà l’Altopiano alle grandi città di pianura. In tv altri
servizi sugli sciatori che arrivano ad Asiago con l’aereo. Al
Festivalbar (confermato ad Asiago fino al 1974) vince ancora Battisti con “Fiori rosa fiori di pesco”, tra i gruppi si
confermano Camaleonti e Dik Dik. Primi tra gli stranieri gli
Aphrodite’s Child di Demis Roussos con “It’s five o’clock”.
Il Cagliari vince lo scudetto (stagione 1969/70). Era stato in
ritiro all’albergo Paradiso di Asiago, la squadra, con il leader Gigi Riva, ricevuta in municipio con tutti gli onori dal
sindaco Stefani. Nel 1970 nasce anche il premio filatelico,
in giugno diventa sindaco Nereo Stella.
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l’Altopiano
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Foto di Bruno Slaviero
La natività al Bostel, un momento magico e suggestivo
Il mistero della natività
da sempre suscita emozioni e riflessioni e sono
tanti i modi e i luoghi in
cui, nel periodo natalizio,
si ripropone la rievocazione della nascita di
Gesù, non tanto a scopo
di spettacolo, quanto per
creare occasioni particolari di incontro, di preghiera e di meditazione.
Davvero speciali sono
stati i momenti vissuti in
questo
Natale,
all’archeopercorso del
Bostel dove Archeidos,
società che gestisce il sito
preistorico, con la collaborazione del Comune di
Rotzo, di un nutrito e valido gruppo di volontari
e della Parrocchia ha
dato vita, il 26 dicembre
e il 4 gennaio, ad un suggestivo presepio vivente.
Una prima edizione di
questa iniziativa si era tenuta l’anno scorso e aveva attirato numerosi visitatori, riscuotendo consensi. Sulla base della
prima esperienza, si è cercato di dare all’evento
una migliore organizzazione, aggiungendo nuovi personaggi. Lo splendido scenario naturale
che si gode al Bostel, il
cielo limpido e stellato, la
neve tutto intorno hanno
dato un tocco magico al
quadro che si presentava
ai visitatori con le capanne (in tutto 9, costruite
lungo il percorso) e una
quindicina di figuranti in
costume, il tutto illumina-
to dalla luce soffusa delle fiaccole.
In sottofondo una musica
di cornamusa suonata
dal vivo dal professor
Paolo Bressan, mentre
veniva proposta anche la
lettura di brani di letteratura in tema. “Un presepio vivente al Bostel – sottolinea Carlo Bressan di
Archeidos – riveste un
profondo significato anche storico, la data, in cui
questo villaggio veniva
abbandonato nel primo
L’albero di Natale muore sempre due volte
C’è una vena di tristezza in
questa immagine, mostra una
fine
indecorosa,
l’irriconoscenza umana verso la natura e tutto quanto ci
circonda, l’impotenza di chi
non può manifestare il proprio disappunto e spiegare
cosa sarebbe giusto e cosa
no. E’ solo una punta di abe-
te, magari un cimale senza
radici tolto ad un albero ad
uso e consumo del periodo
dedicato alle feste di fine
anno, ma ora che la Befana
ha chiuso il ciclo di luci e regali, il vegetale è diventato
ingombrante, inutile, pertanto eliminabile. Abbandonato
vicino al cassonetto delle im-
mondizie come l’imballaggio di
una lavatrice, non potrà nemmeno rigenerarsi nell’humus
del sottobosco, l’inceneritore di
pianura lancerà nell’aria i suoi
odori di resina, dopo una leggera folata di vento di lui non
resterà nulla. Per tre settimane è stato l’albero di Natale,
rapito al bosco e risvegliato
dal letargo invernale ha goduto l’innaturale tepore casalingo, coccolato e vestito a
festa, illuminato giorno e notte ha protetto coi suoi rami
bassi i doni di qualche bambino. Ha salutato infine il nuovo anno, silenzioso e sobrio
dal suo angolo, chiedendosi
come mai in quel luogo senza sole e senza nuvole, nessuno venisse mai a regalargli un
po’ d’acqua. Qualcuno poi decise di spogliarlo degli addobbi, e una sera, con la complicità delle tenebre, è stato abbandonato vicino a questo grosso
contenitore verde in uno spiazzo buio. Ora il freddo gli sembrerà più pungente, ben più di
quando fu tolto dal bosco, sarà
la solitudine, sarà la tristezza
di sentirsi morire per la seconda volta. Ultimo atto: gli si avvicina un randagio, l’annusa
curioso, alzando la zampa posteriore gli regala un po’ di
calore che ha il sapore della
cicuta. Ora tutto è compiuto.
D. Finco
secolo avanti cristo, coincide storicamente con il
periodo in cui avvenne la
nascita di Gesù. Il Bostel,
con la rappresentazione
della Natività, diventa
dunque luogo in cui la
storia di ieri e di oggi si
uniscono”.
“Per l’allestimento del
presepio vivente – conclude Bressan – un grazie
particolare va soprattutto a tutti i volontari, validissimi e insostituibili nella loro opera. Ringraziamo anche il Comitato per
il presepe vivente di
Asiago che ci ha prestato
alcuni costumi utilizzati
nella rappresentazione,
con il quale è nata una significativa collaborazione”. Stefania Longhini
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Giovanni Forte Sceran al Museo “Le Carceri
scorci di meraviglioso paesaggio in una mostra
E’ stata inaugurata il 3 di
gennaio, presso il Museo “Le
Carceri” di Asiago, una mostra antologica dedicata a un
artista locale: Giovanni Forte Sceran, pittore e intagliatore.
La mostra rimarrà aperta
fino al 16 di aprile, nei fine
settimana e nei festivi, dalle
10 alle 12:30 e dalle 15 alle
19, ed è stata organizzata e
curata, su incarico dell’Assessorato alla cultura di
Asiago, da Antonio e Roberto Busellato.
L’esposizione, allestita per la
prima volta intorno a un unico artista, ha voluto essere
un omaggio a un importante
nome altopianese e alla sua
arte, ma anche a una terra e
ai suoi abitanti: l’Altopiano di
Asiago e gli altopianesi.
Sin dalla cerimonia di apertura si è potuto notare l’interesse di tutto il paese verso
la mostra che ritrae
l’Altopiano en plein air: il
Museo “Le Carceri” gremiva di gente, non se ne era
mai vista tanta tra le mura
della vecchia prigione, tutta
curiosa di individuare nei dipinti una parte di sé.
La cerimonia si inaugurazione è stata condotta a regola
d’arte, con gli interventi del
Sindaco di Asiago Andrea
Gios, del Preseidente della
Comunità Montana Giancarlo
Bortoli per la parte
storiografica e della critica
d’arte Maria Ferraguti per la
parte artistica.
Giovanni Forte Sceran, nato
nel 1916 a Bolzano Vicentino,
dove la famiglia si era rifugiata profuga durate la guerra, vide la sua terra natia solamente al termine del conflitto, ma il suo impatto con
le nostre montagne fu talmente forte da indurlo a farne il soggetto dei propri dipinti oltre che la passione scatenante la sua arte stessa.
Per l’artista diventò fondamentale il contatto diretto
con il proprio paesaggio, tanto da indurlo alla pittura a
stretto contatto con esso, definita, appunto, en plein air.
La sua predilezione per gli
spazi aperti ha fatto sì che, a
poco a poco, l’artista ritraesse con sfumature impercettibili alla memoria visiva, dei
luoghi che oggi sono riconoscibili a chi li abita e li vive,
tanto da sentirsi quasi presenti
al momento della stesura del
colore.
Sempre fedele alla natura,
sua unica maestra, Giovanni
Forte Sceran, di personalità
schivo e riservato, ha lasciato alla propria comunità un
valore inestimabile, non tanto materiale quanto artistico
e morale, una serie di meravigliosi momenti immortalati
dalle sue abili mani.
Forte Sceran è stato anche
un bravissimo intagliatore e,
all’interno della mostra così
come nella Sala Consigliare
del Comune di Asiago, lo si
può ben constatare.
Entrando al Museo “Le Carceri”, ci si sente subito immersi
nell’ambiente
famigliare della montagna;
una colonna sonora fatta degli eccezionali suoni della
natura altopianese accompagna la proiezione di alcune
foto
autentiche
che
ripercorrono la vita dell’artista che è un po’ simbolo di
quella di ognuno di noi: i boschi, le montagne, gli affetti.
Oltre cento quadri ritraggono abilmente una realtà al-
Giovanni Forte Sceran, nato a Bolzano Vicentino, dove la sua famiglia, profuga8 da
Sabato 24
2009 Grande Guerra, vide per la prima volta il suo
Asiago, si era rifugiata
nelgennaio
corso della
altopiano solamente al termine del conflitto sentendo già da quel momento uno strettissimo legame con la sua terra. Durante la sua infanzia, passando molto tempo con il
padre; accompagnandolo a caccia e seguendo i suoi insegnamenti, cominciò a conoscere la natura e i segreti del bosco. Dopo le elementari, frequentò la scuola di arti e
mestieri, appassionandosi sempre più, istintivamente, al disegno. All’età di 13 anni dovette però rinunciare alla prospettiva di proseguire gli studi d’arte per dedicarsi, in aiuto
al padre, al lavoro nel laboratorio e negozio di scarpe di famiglia. Alla pittura da allora
vennero riservati i momenti liberi, in cui Giovanni Forte con gli sci ai piedi, due tele
e una cassetta di colori, in spalla saliva in montagna ed immergersi nella natura. Il
contatto diretto con il paesaggio per lui era vitale e quindi dipinse quasi sempre le
sue montagne dal vero, come si dice, en plein air. La natura era la sua unica maestra;
la sua ricerca era autentica, vera, attaccata alla sacralità della propria terra, che ha
voluto raccontare perdendosi nella nostalgia del passato ed immergendosi nella massa
scura dei suoi boschi. Il lavoro di Giovanni Forte Sceran venne ampiamente riconosciuto e documentato, negli anni, attraverso cataloghi, monografie, mostre e premi. Una
serie di suoi stupendi bassorilievi, che egli ha donato alla comunità asiaghese, fa bella
mostra di sé nella sala consiliare del municipio di Asiago.
l’Altopiano
ri” di Asiago fino al 16 aprile:
a che rievoca la nostra identità
trettanto magica quanto concreta. In fondo al lato sinistro, si scorgono degli alberi
e delle foglie che sembrano
portarci all’aria aperta. All’interno delle stanzette e nel
corridoio principale, invece,
sono disposti dei mobili intagliati da Giovanni Forte
Sceran, che, dal canto loro,
ci conducono nel tepore e
nella familiarità della sua
casa.
Si tratta di un allestimento tra
i migliori degli ultimi anni,
curato con maestria nella
selezione e nei particolari.
La mostra si suddivide in sette tematiche tutte altopianesi:
i ritratti e la famiglia, le stagioni (neve, animali e caccia), i luoghi (paesi, contrade
e montagne), il legno (boschi,
roccoli e casare), la pietra
(case, malghe, cave e confini), i prati (pascoli e orti), e
la memoria (segni della guerra e della storia)
Al piano terra, nel salone
centrale del museo, è presentata una selezione di oggetti appartenuti all’artista; le
opere a intaglio e a sbalzo,
realizzate con infinita pazien-
za su mobili e oggetti, raccontano il suo continuo colloquio
con la natura.
Importante novità che completa la meticolosa organizzazione dell’esposizione da parte dell’Assessorato alla Cultura di Asiago è l’introduzione di una figura qualificata
che possa contribuire a rendere la Mostra un mezzo di
comunicazione socio-culturale e di attività educativa,
rivolto a un turismo scolastico e pubblico, attraverso visite guidate e percorsi didattici preparati per fasce d’età
e cicli d’istruzione: si tratta
dell’operatrice museale Lucia Spolverini.
Una mostra tra le migliori
mai organizzate dal Comune
di Asiago in collaborazione
con i fratelli Busellato: anche
grazie al contributo degli eredi, è stato infatti possibile sviluppare un progetto di mostra a tutto tondo che interessa la vita e la crescita artistica di Forte Sceran, attraverso le sue opere, meravigliosi scorci di realtà, ma anche evocativi ricordi.
Martina Rossi
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ENEGO
Maria e Nino, da mezzo secolo insieme
Maria Caregnato e Antonio
Caregnato, da tutti conosciuto come Nino, il 7 gennaio
scorso hanno festeggiato il
50° anniversario di matrimonio. Il clima della giornata, li
ha riportati proprio a quel
freddo e nevoso 7 gennaio
del 1959.
Come allora, e a specchio dei
protagonisti, i festeggiamenti
sono stati semplici, modesti,
ma molto sentiti, fra i soli
familiari, che oggi a differenza di ieri sono rappresentati
dai quattro figli, le tre nuore,
il genero e una cospicua
schiera di nipoti, nove per
l’esattezza. Il rito, è stato celebrato presso la cappellina
dell’asilo di Fosse, come 50
anni fa, quando la chiesa della
contrada eneghese, non era
stata ancora edificata.
Dopo la cerimonia, i figli hanno organizzato un rinfresco
nel “famoso” bar Marietta,
il bar gestito da oltre cinquant’anni dalla mamma, e
che prima di lei, sempre in
linea femminile, era stato
gestito dalla zia Marietta,
che l’aveva adottata quando,
ancora molto piccola, era rimasta orfana.
Prima di zia Marietta, lo aveva in gestione una sua parente, famosa come Moma,
ed infatti ancora oggi molti
eneghesi conoscono il bar di
Fosse, ultimo rimasto, in una
contrada che purtroppo si sta
spopolando, come il bar “dea
Moma”.
Donne molto attive, indipendenti, ed infatti Maria ha
sempre gestito con passione
il suo bar, senza tuttavia mai
trascurare la sua famiglia
che dal ’59 in poi si è andata
ingrandendo, impegnandola
a fondo; dall’anno del matrimonio al ’73 infatti, sono nati
i 4 figli, ma nulla è ancora riuscito a distoglierla dalla sua
attività e dai suoi clienti.
I figli raccontano che non si
ricordano nessun pasto fatto
con la mamma seduta a tavola con loro, dall’inizio alla
fine, perché il bar era sempre aperto, e se entrava un
cliente non si doveva farlo
aspettare, per nessun motivo.
Come le coppie di oggi, ognuno con il suo lavoro, così anche Maria e Nino, quest’ultimo infatti aveva il suo lavoro,
Nino da giovanissimo ha lavorato nei boschi di
Marcesina come boschiero,
poi ha preso pochi capi di bestiame ed ha iniziato l’attività di allevatore e coltivatore, attività che d’estate l’ha
sempre riportato nelle alte
valli, nella casara di Val Brutta e quindi in quella di famiglia della Val dei Brentoni.
Lassù, d’estate, Nino ci saliva anche con i 4 figli, il più
piccolo, Manuele, iniziò a seguire il papà che aveva appena due anni, la mamma
glielo affidò perché era stato
poco bene ed aveva bisogno
di cambiare aria; malgrado
però l’impegno degli animali
e quello non indifferente dei
4 pargoli, Nino se la cavava
senza problemi e i figli serbano ancora dei ricordi bellissimi di quei periodi lontani
dal paese. Lontani, ma pur
sempre vicini alla mamma,
che ogni mattina faceva arrivare loro, attraverso il camion della raccolta latte, il
pane fresco e non di rado i
gelati, che come ricorda la
figlia Maria Rosa, - arrivavano alle 11.00 di mattina,
per di più sciolti … non erano il massimo, ma ci facevano comunque tanto piacere!Sicuramente ricordi per tutti
bellissimi, la vita libera all’aria aperta, i lavori al fianco del padre, una passione
che è andata crescendo e
che negli anni ha portato i 3
fratelli: Giacomo, Gian Luigi
e Manuele a raccogliere
l’eredità del lavoro del padre,
curando ed ampliando ciò
che già c’era, dando vita ad
una moderna azienda agrico-
la. Giacomo ancora oggi in
estate sale in Marcesina, per
l’alpeggio, e fino ad un paio
di anni fa non mancava di
accompagnarlo il padre Nino.
Oggi Nino, anche per motivi
di salute, fa una vita più tranquilla, Maria invece non si è
ancora decisa ad appendere
le chiavi del bar al chiodo,
perché come giustamente
sostiene, è un modo validissimo per tenersi in contatto
con tanta gente, scambiare
due chiacchiere, mantenersi
in attività,….. ma sì… dopotutto è solo una giovanotta di
appena 78 anni.
Cara Maria non molli e a lei
e consorte i più affettuosi
auguri e un “in bocca al lupo”
per i prossimi, numerosi traguardi!
Stefania Simi
Il “Menù Asiago 7 Comuni”
valorizza i prodotti della nostra terra
Sulla scia dell’iniziativa
partita da Padova per
rilanciare l’agricoltura del
territorio, nasce anche ad
Asiago un “menù a chilometri zero” che propone
esclusivamente prodotti locali e di stagione che devono percorrere solo una
breve distanza prima di
giungere sulla tavola del
locale. Riccardo Cunico
del
ristorante
Al
Maddarello, ha preparato
un elenco di produttori e
prodotti alimentari locali,
dai formaggi ai salumi, dai
funghi alle marmellate,
dalle patate e prodotti dell’orto alla carne secca. Ne
è nato il “ Menù Asiago 7
Comuni” dove oltre ai prodotti rinomati e conosciuti
in tutto il mondo, ne vengono proposti altri di cui
anche a livello locale po-
chi conoscono l’esistenza.
Si possono così scoprire e
gustare il tartufo nero di
Lusiana, le verze di Foza,
i fagioli di Mezzaselva. E
se d’inverno particolarmente usati sono i formaggi e i salumi, l’estate darà
modo di proporre e valorizzare le erbe spontanee
del nostro territorio. Una
bella iniziativa che aiuta a
valorizzare il lavoro non
solo di grandi aziende, ma
anche di piccoli produttori, offrendo nel contempo
al consumatore la garanzia di gustare prodotti freschi e genuini, dalla provenienza sicura.
S.B.
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l’Altopiano
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Ezio: passeggiando con Snoopy si scatena
la fantasia e nascono originali motivetti
Per Ezio Pesavento, dipendente Ulss dal fisico
possente e l’espressione
serena e rassicurante, la
prima esperienza con i
Rispaar è stata in qualità
di tecnico audio e luci, a
fianco di Alessandro Pretto. Successivamente è stato proprio l’amico a favorire una sua partecipazione più “visibile”, invitandolo a salire sul palco per cimentarsi nell’accompagnamento musicale, conoscendo la sua grande passione per gli strumenti. Il
basso, il mandolino, la chitarra, il trombone, la tromba, l’ocarina, ad Ezio piace provare, variare, inventare. “Sono autodidatta –
racconta - le uniche lezioni che ho preso sono quelle per suonare la tromba,
proprio dal mio amico
Sandro, diplomato al Conservatorio in questo strumento. Suono diversi strumenti, senza grandi pretese, ma divertendomi molto.
Ho fatto parte del gruppo
“I mandolinisti asiaghesi”
e quando capitava andavo anche a suonare a matrimoni e feste, dove mi
chiamavano per accompagnare altri musicisti. Con i
Rispaar ho iniziato a suonare e poi anche cantare
in gruppo in medley di ar-
tisti vari”. Ma è nel “Locale dei Locali”, spettacolo che
ha rappresentato una svolta
negli show del gruppo, che
si è rivelato in modo sorprendente il vero talento di Ezio,
quello di “cantastorie”. “Vien
xò, vien xò da quel figàro….”
ha avuto un impatto strepitoso sul pubblico: Ezio, nel
cantare la simpatica storiella
da lui scritta e messa in musica, passava da una voce e
un personaggio all’altro, con
un cambio di tono e di
espressione e l’aggiunta di
qualche accessorio, in un
crescendo di consensi. “Le
canzoni nascono da una
situazione, da un fatto, da
una frase, soprattutto
l’Altopiano
Sabato 24 gennaio 2009
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quando ci troviamo tra
noi, nella nostra sede, se
succede qualcosa, anche una sciocchezza, invento una storia e la metto
in musica, tanto per ridere e creare allegria, in un
modo assai semplice.
Qualche volta, oltre a
canzoncine spiritose, caratterizzate anche da molti doppi sensi, ma mai volgari, ne scrivo qualcuna
di più seria. E’ il caso di
quella proposta nell’ultimo spettacolo “Tele digo
da Bertigo”, che ne riassumeva la morale, parlando della televisione e
di come possa condizionarci. Una grande soddisfazione l’ho provata quando Sandro Pretto ha scelto
la mia “Canson dell’albero” per insegnarla ai suoi
alunni della scuola media,
facendogliela cantare al
concerto di Natale. E’ stato
molto bello sentirla interpretata dai ragazzi. Le mie canzoni sono tutte in dialetto, e
cerco di inserirvi parole e
modi di dire di una volta,
oggi non più in uso, lo faccio intenzionalmente proprio
per far conoscere o ricordare dei termini che stiamo
perdendo”. Ezio ha una sua
oasi ispiratrice: la sua creatività viene favorita in modo particolare durante le sue passeggiate, che, racconta, possono
essere spontanee o … obbligate. “Quelle obbligate sono
quando esco con Snoopy, il
mio cagnolino. Camminiamo
insieme, ma … ognuno nel
proprio mondo, lui ha il suo
e io il mio, una specie di rifugio tranquillo e solitario,
che mi stimola a pensare, che
favorisce un’idea, mi fa venire in mente dei motivetti
che poi esprimo a voce alta,
tanto che il mio cane mi
guarda perplesso. Spesso
penso che l’ideale sarebbe
portare un registratore in
modo da imprimervi immediatamente ciò che mi viene
in mente, perché succede
che una volta rientrato non
lo ricordo più allo stesso
modo!” Parlando con Ezio si
coglie in modo netto questa
sua passione, con cui grazie ai
Rispaar, ha potuto far divertire in modo genuino tanta gente. “E’ proprio questo che
apprezzo particolarmente
del nostro gruppo – dice Ezio
– la possibilità di proporsi
ed esprimersi. Io sono per
le idee originali, non classiche, a volte mi succede di
proporre cose un po’ troppo fantasiose, strampalate o
azzardate, allora mi dicono
“stai calmo!”, ma è proprio
parlandone insieme che
sketch e spettacoli prendono forma: uno propone
una cosa, poi c’è chi
aggiunge, o taglia, ognuno
ci mette del
suo fino a
concretizzare
le
idee”. Alla
fine della nostra
chiacchierata Ezio ci
svela il progetto a cui sta
lavorando: un cd di canzoni scritte da lui, dove suona vari strumenti e canta,
tutto da solo. Anzi, proprio
tutto da solo no, visto che in
alcuni brani lo accompagna
nel canto Erika, sua figlia,
che ha una voce bellissima e fa parte di un gruppo musicale. Nel cd, realizzato nello studio di registrazione di Sandro
Pretto, saranno inserite
le canzoni composte per
gli spettacoli dei Rispaar
e altre. Un lavoro che
comporta tempi lunghi di
preparazione, ma che
quando sarà portato a
termine ci impegniamo a
presentare in anteprima!
Silvana Bortoli
“Elegia per non dimenticare”
Torna, per la “Giornata della Memoria 2009”,
martedì 27 gennaio, con
ingresso libero, alle ore
21.00 presso la Sala del
Grillo Parlante di Asiago
“Elegia per non dimenticare”, spettacolo proposto, in
collaborazione con il Comune di Asiago, dalla compagnia teatrale “Il Fiasco”. Si
tratta della replica della rappresentazione presentata lo
scorso anno, che rievoca
episodi che ripercorrono
l’olocausto, attraverso letture tratte da testimonianze
sugli orrori dello sterminio.
Un appuntamento con il teatro che in questa occasione non si propone come
momento di divertimento,
ma di cultura, e conoscenza. Agli spettatori dopo la
proiezione di un filmato piuttosto crudo e duro, con
collage di immagini che si
commentano da sole e che
racchiudono vari aspetti e
significati sul tema, verrà presentata una lettura drammatizzata di poesie e brani,
imperniata su testimonianze
di persone sopravvissute all’olocausto, sull’esperienza
della Rosa Bianca (gruppo
studentesco contrapposto al
regime nazista), sul Diario di
Anna Frank, su lettere ritrovate e scritte da bambini che
raccontano come trascorrevano le giornate, con la recitazione di testi di autori celebri come Primo Levi e altri.
Sono previsti due intermezzi
musicali durante i quali ver-
ranno cantate due canzoni,
tra cui Auschwitz di Francesco Guccini. Un appuntamento teatrale che vuol essere anche momento
educativo, per questo la mattina dello stesso giorno
“Elegia per non dimenticare”
sarà proposto anche ai giovani studenti di 3^ media e
1^ superiore, proprio per
sensibilizzare i giovani verso
un tema così importante
come lo è la giornata della
memoria, perché ciò che è
stato l’olocausto non venga
dimenticato.
S.B.
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L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale
RUBRICHE
Di cosa è responsabile l’albergatore per il furto che avviene
in una camera del suo hotel?
Ad esempio, se in camera un
cliente lascia incustoditi gioielli
o grosse somme in contanti, il
titolare alberghiero dovrà farsene carico qualsiasi sia il loro
valore? Innanzitutto è bene sapere che sono totalmente nulle
le dichiarazioni tendenti a escludere o limitare preventivamente
la responsabilità dell’albergatore. Spesso infatti nelle camere
d’albergo si trovano cartelli che
recitano: “la Direzione declina
ogni responsabilità per il furto
di beni non consegnati in custodia” oppure “la Direzione
dell’hotel non risponde di eventuali furti di oggetti lasciati
nelle camere”; questi avvisi non
hanno nessuna validità dal punto di vista giuridico.
Ciò chiarito, la responsabilità
dell’albergatore viene disciplinata nel nostro ordinamento
dagli articoli dal 1783 al 1786
del codice civile e si basa, es-
Furto in Hotel - Il cliente può
pretendere un risarcimento?
senzialmente, sulla distinzione
tra cose semplicemente portate in albergo dal cliente, ma non
consegnate alla struttura (art.
1783 c.c.) e cose consegnate
all’albergatore (art. 1784 c.c.).
Nel primo caso, sull’albergatore
incombe un obbligo di custodia “indiretta” delle cose, delle
quali il cliente conserva la detenzione; nel secondo caso, invece, si parla di obbligo di custodia “diretta”, in quanto nascente da uno specifico deposito delle cose nelle mani dell’albergatore. Nel caso di cose
semplicemente portate in albergo dal cliente (ovvero oggetti
tenuti in camera o lasciati nei
locali dell’hotel e nelle sue pertinenze -giardino, piscina,
garage-) senza una specifica richiesta di custodia, la responsabilità dell’albergatore viene limitata al valore dell’oggetto deteriorato, distrutto o sottratto
sino all’equivalente di cento
volte il prezzo di locazione dell’alloggio per giornata com-
prensivo di vitto, se pattuito. Per
fare un esempio, se il costo
della camera per notte è di euro
50, l’albergatore dovrà risarcire il valore del bene sino alla
somma massima di euro
5.000,00. In tal caso, la responsabilità sorge dal semplice
fatto dell’introduzione delle
cose in albergo e l’obbligo di
custodia inerisce direttamente
il contratto di albergo avendo
carattere accessorio dell’obbligo principale della prestazione
dell’alloggio da parte dell’albergatore, che è tenuto anche a
garantire la sicurezza delle cose
appartenenti alla clientela.
Quando, invece, le cose sono
state consegnate in custodia
all’albergatore o quest’ultimo
ha rifiutato di ricevere cose che
aveva l’obbligo di accettare
(carte di credito, traveller’s
cheques, danaro contante e
oggetti di valore), la responsabilità dell’albergatore è illimitata e deriva dalla consegna delle
cose stesse in custodia median-
te un contratto di deposito distinto da quello di albergo, ma
ad esso collegato.
In questo caso, tuttavia, occorrerà di particolare importanza
sarà il valutare se il cliente abbia dato una descrizione precisa degli oggetti al momento
della consegna in custodia. Infatti, se ad esempio il cliente
aveva consegnato un porta-gioie chiuso senza specificarne il
contenuto, difficilmente potrà
poi pretendere il rimborso dei
gioielli che, a suo dire, vi erano
contenuti. La consegna, inoltre, al fine della responsabilità
illimitata nei confronti del cliente, deve avvenire in un contesto e con modalità che ne dimostrino inequivocabilmente la
finalità di custodia, sebbene non
si arrivi a richiedere una specifica dichiarazione in tal senso.
L’albergatore può rifiutare legittimamente di ricevere gli oggetti che il cliente chiede di consegnarli in custodia solamente
qualora si tratti di oggetti peri-
colosi, o di cose che, tenuto
conto delle caratteristiche dell’albergo, abbiano un valore
eccessivo o siano particolarmente ingombranti.
L’albergatore può liberarsi da
entrambi i tipi di responsabilità
provando che il deterioramento, la distruzione o la sottrazione sono dovuti esclusivamente
al cliente, alle persone che lo
accompagnano o che gli rendono visita; a forza maggiore
(ad esempio alluvione), o alla
natura della cosa (ad esempio
autoesplosione). L’albergatore
non sarà responsabile, inoltre,
se il cliente denuncia il fatto con
un ritardo ingiustificato o nel
caso di animali vivi o di veicoli
lasciati nei paraggi dell’albergo
e non affidati a qualche addetto. Si tratta di ipotesi tassative.
Per concludere un paio di annotazioni. La legge n. 316/1978
che ha introdotto tali norme nel
nostro codice civile è frutto
degli accordi sottoscritti a Parigi dagli Stati membri del Con-
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
siglio d’Europa. Le norme descritte pertanto varranno anche
nei seguenti Stati: Belgio, Germania, Francia, Irlanda, Gran
Bretagna, Lussemburgo, Danimarca e Portogallo.
Le disposizioni sul deposito alberghiero, inoltre, si applicano
a tutte le strutture ricettive, ad
esclusione di case ed appartamenti per vacanze.
Si noti, infine, che l’art. 1786
del codice civile estende la responsabilità in esame anche a
situazioni similari quali i ristoranti, le trattorie, le pensioni, i
saloni di parrucchiere, i campeggi ed i teatri.
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
L’autostima: un concetto articolato che merita alcuni
chiarimenti per comprendere la sua complessità
Sapete cosa disse Eleanor
Roosevelt (attivissima first lady
moglie del presidente americano Franklin Roosevelt) nei primi anni del novecento? Che
nessuno può farti sentire
inferiore…senza il tuo consenso. Parole sante! È una frase
provocatoria ma piena di forza; in più, ha a che fare con
l’autostima, argomento di questo articolo.
L’autostima è una grandezza
così vaga e imprecisa perché
molti libercoli usa e getta che
trovate in libreria ne hanno
estratto solo gli aspetti commerciali per fare cassa. D’altro canto, e mi metto nei panni
del lettore medio, perché non
tentare una scorciatoia verso la
conquista dell’amor proprio
portandosi a casa un
vademecum per lo spirito?
Ciò che critico è semplicemente
il fato che molte definizioni di
autostima sono poco utili e
scorrette e non si basano su
ragionamenti validi dal punto di
vista scientifico, un po’ come
succede con molti altri concetti
psicologici di cui leggiamo nelle riviste “da parrucchiera”.
Non è un’ossessione, la mia;
piuttosto, un tentativo
donchisciottesco di metter ordine tra i concetti psicologici per
sfatare dei miti e stimolare i lettori ad un’ottica più rispettosa
e cosciente della disciplina di cui
mi occupo (ovvero la psicologia scientifica che è soggetta
alle stesse regole della medicina occidentale).
Allora, cos’è l’autostima?
Innanzitutto vi dico cosa non
è, mi pare più facile.
Quando sentite qualcuno
dire: “Io non ho
autostima, io non valgo,
mi sento inferiore agli
altri”, fermatelo subito.
Non esiste un essere
umano che ha un valore inferiore ad un altro,
perché siamo tutti sulla
stessa barca. Pertanto, è
sbagliato valutare sé stessi
e gli altri in modo assoluto e pregiudiziale; i giudizi sommari che abbracciano l’intera persona
sono concetti inutili e distruttivi; nessuno è incapace e inferiore in ogni
suo tratto e capacità. Da
dove proviene quindi
l’autostima? Vediamone le varie componenti suddividendola
in quattro aree.
Quando pensiamo a noi stessi,
attiviamo i nostri centri della
memoria che ci portano (attraverso meccanismi a volte bizzarri e ancora poco conosciuti) alla consapevolezza autobiografica (quello che siamo stati,
che conosciamo, che rappresentiamo) e al concetto di sé.
Questa parte, che potete vedere nello schema che ho alleato,
rappresenta il nostro sapere
identitario, cioè la coscienza di
sé. Non c’è aspetto valutativo;
questa parte di noi è formata
dalle rappresentazioni di noi
come persone, capaci e incapaci, con i nostri ruoli, le nostre competenze, i nostri pensieri: è l’autocoscienza e la somma delle informazioni che possiamo comunicare agli altri
quando ci chiedono: “Chi sei
tu?”. Comprensibilmente, quest’area del Sé cresce e matura
con le esperienze e con l’età.
Rimane però una parte solida,
come una struttura stabile che
aggiunge mattoni su mattoni e
si rafforza nel tempo (basti confrontare un adolescente con un
settantenne per comprendere la
diversità del concetto del sé).
Accanto a questa fondamentale area psichica, abbiamo la
valutazione del Sé. Essa si
situa dal lato valutativo (sempre nello schema, lato destro)
e si costruisce in base ai giudizi e ai “voti” che ci siamo dati e
che ci hanno attribuito gli altri
nel corso della vita. Attenzione:
non c’è un unico voto alla fine
dell’anno scolastico! Le valutazioni sono innumerevoli
(gli esami non finiscono
mai…) e si basano sui giudi-
zi riguardo alle specifiche attività, comportamenti, situazioni in
cui ci siamo imbattuti.
Per fare un esempio, potremmo giudicarci dei
pessimi cuochi ma degli
ottimi cantanti, oppure
sentirci dire di essere degli
ottimi genitori ma dei pessimi amanti…e via dicendo. Le critiche costruttive
sono circostanziate e
contingenti. Pertanto la
nostra “pagella” ha
numerosissime voci e due
colonne, ovvero il nostro
giudizio e quello degli altri. Se mi avete seguito
finora, potete capire che
se qualcuno vi dice che
“non valete niente” o che “siete un disastro”, sta emettendo
un giudizio sommario da cui
dobbiamo difenderci rifiutandolo totalmente, eventualmente
chiedendo su quale comportamento o situazione specifica si
basa la valutazione. Inoltre, il
giudizio altrui è sempre secondario al giudizio che noi diamo
di noi stessi. Così facendo,
nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso.
Rimangono due aree da esplorare che si situano simmetricamente sui due fronti della consapevolezza (neutra) e del giudizio (valutativo positivo o negativo). A sinistra troviamo le
idee riguardo al nostro modo
di affrontare le sfide e gli atteggiamenti personali nei confronti
di situazioni stressanti e a rischio. In pratica: cosa sappiamo di noi quando siamo di
fronte ad un problema? Come
reagiamo? Siamo dei vincenti
o dei perdenti? Qual è il nostro
stile di fronteggiamento? È la
nostra consapevolezza della
vulnerabilità personale, dei
nostri limiti. Ci sono persone che sanno di essere in grado di affrontare le sfide, mentre altri credono di essere dei
perdenti. La differenza è
abissale, ma si basa soprattutto sulle esperienze passate più
che su di un giudizio estemporaneo e previsionale. Ovviamente, per accrescere quest’area psichica e renderla più
solida, non resta che fare esperienza e allenarsi a mettersi in
discussione, fino al successo.
Solitamente, chi è determinato
non si ferma al primo insuccesso ma persevera almeno fino
al raggiungimento di un risultato parziale. Ciò è molto importante e sembra essere l’atteggiamento psicologicamente
più costruttivo: così facendo
accresciamo una consapevolezza positiva e la fiducia nei propri mezzi; ciò è fondamentale
e va stimolato soprattutto nei
ragazzi. A destra, simmetricamente, abbiamo la parte
valutativa che completa il nostro quadro: è la famosa
autoefficacia, di cui ho già
parlato in altri contesti, che rappresenta la nostra previsione di
successo e l’intimo senso di
farcela. Com’è intuibile,
l’autoefficacia è sempre un giudizio sulle nostre possibilità,
ovviamente basato anche sul
ricordo di come ci siamo comportati in passato. Eppure, non
è solo questo. Quando entriamo nella sfera della valutazione, subentrano aspetti emotivi
molto forti che possono “viziare” il nostro giudizio (e quello degli altri) e renderlo totalmente soggettivo e parziale; delle volte addirittura lo rende irrazionale e ingiusto (ad esempio quando siamo ipercritici con noi stessi). In
questo caso dobbiamo ristrutturare il nostro modo di pensare allargando la visione allo schema
intero cercando di fare attribuzioni
corrette e oggettive, evitando le
sentenze sommarie e ragionando
in termini più neutri dal punto di
vista emotivo e cognitivo.
L’autostima è la somma di tutte
queste parti che interagiscono
continuamente tra loro e che
contribuiscono al senso di benessere o di malessere quando
ci guardiamo allo specchio. In
terapia è un compito che si affronta spessissimo e che garantisce davvero maggior soddisfazione personale e determinazione positiva nei confronti
di se stessi e degli altri.
Stefano Rigoni, Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
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Giacomo Leoni ai Mondiali
Special Olympics negli U.S.A
La manifestazione è in programma in Idaho (USA) dal 7 al 13 febbraio. L’atleta
del Team Rari Nantes Marostica gareggerà nello sci nordico sui 3 e i 5 Km
Pagina a cura di
Stefania Longhini
“Mi chiamo Giacomo Leoni, e faccio parte del Team
Special Olympics a.s.d.
Rari Nantes Marostica.
Sono un ragazzo bravo,
gentile, cavaliere e tanto
cocciuto. Sono un bravo e
bel ragazzo di 21 anni che
vorrebbe trovare una ragazza da coccolare e portare fuori a cena come un
cavaliere. Vesto alla moda
e mi piace divertirmi in discoteca. Mi piace fare
sport e spero che in America vinco! Sono tanto contento di andare in America
da solo e non ho paura
anche se non conosco tanta gente che viene con me.
I miei fratelli sono tutti
molto sportivi e forti, ma
fino ad ora solo io vado a
fare i mondiali di uno
sport”.
Inizia così la presentazione
di se stesso che Giacomo
Leoni, figlio di Edoardo e
Itala, attuali gestori del
Prunno di Asiago, ha scritto
per il sito di Special Olimpics,
programma educativo che,
ovunque nel mondo e ad
ogni livello (locale, nazionale ed internazionale), propone ed organizza allenamenti
ed eventi solo per persone
con ritardo mentale e per
ogni grado di abilità. Residente a Breganze, Giacomo
lavora in una ditta
metalmeccanica e, grazie
appunto all’iscrizione al
team Special Olympics,
svolge un’intensa attività
sportiva.
“Special Olympics – dice mi ha cambiato la vita perché ho imparato a nuota-
re, sciare e giocare a tennis. Ho viaggiato molto per
fare le gare. Ho conosciuto tante belle persone e ho
capito che per fare bene
bisogna allenarsi ed impegnarsi”. E l’impegno da parte sua certo non manca. Impegno che, coniugato con una
certa attitudine, gli ha permesso di raggiungere notevoli risultati tanto da essere,
appunto, convocato nella rappresentativa azzurra che parteciperà ai Campionati Mondiali invernali Special
Olympics in programma dal
7 al 13 febbraio 2009 in Idaho
(USA). Giacomo sarà impegnato in particolare nelle prove di sci nordico sui 3 chilometri, nei quali detiene dall’anno scorso il titolo italiano, riconfermato quest’anno,
e sui 5 chilometri, specialità
in cui agli assoluti si è classi-
Ama lo sport, ma non solo
Sportivo, entusiasta della vita, con tante passioni e tanti
sogni nel cassetto. Così ci appare Giacomo Leoni dal suo
profilo pubblicato sul web. Ne avrebbe da insegnare ai
ragazzi della sua età…Di se stesso racconta: “Nel tempo
libero ascolto la musica, guardo la tv, faccio una passeggiata, mi trovo con gli amici al bar e con gli scout,
insieme parliamo di calcio, musica e ragazze. I miei
primi 3 desideri sono: trovare una fidanzata, guidare
una macchina tutta mia, avere una piscina tutta mia
per fare allenamento per le braccia. Mi piacerebbe
poi incontrare Alex Del Piero , Avril Lavigne e Chuck
Norris. Con Del Piero mi piacerebbe giocare un po’ a
calcio. Ad Avril Lavigne vorrei dire che è bella, canta
bene e conosco tutte le sue canzoni. Con Chuck Norris
andrei a fare un giro nella sua macchina e gli direi
che e’ fortissimo e bravo. Il viaggio più lungo che ho
fatto è stato in Australia con la mia famiglia. Mi piacerebbe un giorno andare anche a Dallas in America
e in Colombia dove vive mio zio e anche a New York .
La sfida più grande che ho vinto è aver fatto gli esami di maturità e aver trovato un lavoro che mi piace”.
ficato secondo l’anno scorso e terzo quest’anno. In piena sintonia con il giuramento
di Special Olympics “Che io
possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare
con tutte le mie forze”, Giacomo, in merito alla prossima avventura americana,
afferma: “Dai Giochi Mondiali Invernali in Idaho mi
aspetto di conoscere tante
persone, parlare in inglese e vincere almeno una
gara”.
Cos’è e cosa si propone Special Olympics
“Trent’anni fa dicevano che
non eravate in grado di correre i 100mt. Oggi, voi correte la maratona.
Trent’anni fa, dicevano che
dovevate rimanere chiusi negli istituti. Oggi siete di fronte
alle televisioni di tutti il mondo.
Trent’anni fa, dicevano che
non potevate dare un valido
contributo all’umanità. Oggi,
voi riunite sullo stesso terreno
dello sport nazioni che sono in
guerra...”
Eunice Kennedy Shriver Giugno’99 North Carolina
Lo Special Olympics
International nasce nel 1968
negli Stati Uniti per volontà di
Eunice Kennedy Shriver, sostenitrice per più di 3 decenni
del miglioramento delle persone con ritardo mentale, in occasione dei Primi Giochi Internazionali tenutisi a Chicago,
Illinois. Qualche anno prima
(1960) Eunice Kennedy, organizzò una giornata di gioco e
sport esclusivamente per ragazzi disabili e si accorse immediatamente che questi ra-
gazzi erano molto più capaci
nelle attività fisiche di quanto
molti esperti ritenessero. Nei
primi anni lo S.O. fu finanziato dalla Fondazione Kennedy
e da vari enti. Attualmente la
Fondazione Kennedy non sostiene più economicamente il
S.O.I. ma continua a condividerne i principi e ad estenderli
in tutto il mondo.
Nel Dicembre 1971 la Commissione Olimpica degli Stati
Uniti conferisce l’approvazione ufficiale a Special
Olympics di usare il nome
“Olympics”, l’unica organizzazione ad essere autorizzata ad
utilizzare questo nome. In un
protocollo d’intesa firmato il
15/02/1988 la Commissione
Olimpica Internazionale ratifica una convenzione nella quale
riconosce ufficialmente il
S.O.I. ed accetta di collaborare con esso come rappresentante degli interessi degli atleti
con handicap mentale. Il riconoscimento del C.I.O. comporta che le gare, gli allenamenti si conducano secondo i
più alti ideali del movimento
olimpico internazionale, e di
proteggere e di vigilare sull’uso
del termine “olimpico”, preservandolo da abusi. Special
Olympics è attualmente presente in 165 paesi.
La missione di questa organizzazione è di promuovere gli
allenamenti e la pratica dello
sport olimpico per individui con
difficoltà mentali, dando loro
continue opportunità di sviluppo fisico e psichico, facendo
loro dimostrare coraggio, capacità, e creando sempre nuovi motivi per gioire insieme alle
proprie famiglie, ai propri amici e a tutta la comunità. Il fine
ultimo di Special Olympics è
quello di dare, alle persone con
ritardo mentale, la possibilità di
diventare cittadini utili alla società e quindi accettati, apprezzati, e rispettati dall’intera
comunità. La convinzione dello Special Olympics è che il
programma sportivo e le competizioni che propone aiutino le
persone con ritardo mentale a
migliorarsi fisicamente e crescere mentalmente, socialmente e spiritualmente.
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l’Altopiano
Sabato 24 gennaio 2009
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Dodici risultati utili consecutivi
SPORT
Non si ferma la corsa dell’Asiago
Striscia record degli ultimi 5 anni per l’Emisfero - Non accadeva dalla stagione 2003/2004
Non c’è che dire: questo
Asiago sta facendo faville,
spopolando di avversaria in
avversaria, costringendo tutti
a “lasciare punti” quando c’è
di fronte il team targato Emisfero!
Da oltre un mese, dopo quel
7 a 0 subito pesantemente a
Brunico nell’unica serata-no
della stagione (assieme all’altra trasferta pusterese di
fine ottobre) di Daniel Bellissimo, lo schiacciasassi
giallorosso non incasella uno
zero nel tabellino delle dodici giornate disputate. Anche
se, di tanto in tanto, s’inceppa, va in confusione, si complica la vita da solo, appare
ingenuo ed impacciato, ebbene ... nonostante tutto questo cocktail di fresca e giovane energia, di prorompente ed a volte pazza vitalità e,
perché negarlo, anche di
qualità tecniche e caratteriali
interessanti e vivaci è diventato la squadra del momento
ed è, perché nasconderlo, lo
spauracchio di tutte le avversarie che adesso affrontano
questo Asiago col massimo
rispetto.
E sì, perché questa squadra
ha avuto il grande merito
(coinciso, guarda caso, con
l’arrivo nello spogliatoio di
“Lucky” Luciano Aquino) di
dare una svolta repentina,
orgogliosa, grintosa ad una
stagione che sembrava destinata a ricalcare quelle due
grigie, spente e deludenti (almeno sul piano dei risultati e
dei riscontri) che l’avevano
preceduta. Una brusca sterzata che ha colto tutti alla
sprovvista, iniziata con quello che poter sembrare un fatto sporadico, momentaneo
ma che poi, via via, è andato
sempre più consolidandosi,
assumendo i contorni di un
vero e proprio fenomeno.
Un fenomeno che ha riportato molta gente allo stadio,
ha riavvicinato i tifosi; e questo comprova che, di fatto, al
di là di questioni e di
problematiche economiche
legate ai bilanci, la gente ed i
tifosi si appassionano ad una
squadra
quanto
è
quantomeno competitiva, orgogliosa, grintosa, determinata, indomita, meglio ancora se
vincente, e si entusiasmano
ancor più se, magari, questo
accade con quel pizzico
(chiamatelo così se vi pare)
di pathos e di sofferenza che
ti fa stare in tensione, come
una corda di violino, fino allo
scadere, alla sirena finale di
ogni partita, momento che
sancisce l’urlo liberatorio e
Foto Paolo Basso
“TIELLE PHOTO”
l’applauso finale caloroso e
convinto.
Eh sì, signori miei, questo è
l’Asiago di adesso, che induce i media a reiterare titoloni
a nove colonne e ad esaltarne le gesta ed i risultati, che
ha riportato il tema hockey
(da qualche stagione sopito,
quasi carbonaro e clandestino) al ruolo di argomento di
discussione e di conversazio-
ne in piazza e nei bar.
Non sarà facile continuare su
questa strada, almeno su
quella dei risultati ma siamo
certi che questi ragazzi continueranno a dare il massimo per farlo; importantissima, per ricalarci nell’attualità, la trasferta di martedì in casa del Valpusteria,
accreditata e “feroce” concorrente per quel quarto
posto che vale la post
season, ultimo atto prima
della sosta. Poi vedremo se
e quanto inciderà, in positivo o in negativo, la pausa
dedicata agli impegni della
Nazionale quando si ritornerà in campo per l’ultimo
rush finale, sette partite per
i playoff.
Certo l’auspicio può essere solo quello di continuare
a vedere una squadra che
diverte, che ti fa imprecare, che ti prende dentro e ti
fa partecipare alle partite
I risultati delle ultime due settimane
08-01-09 : RENON - ASIAGO
13-01-09 : ASIAGO - ALLEGHE
15-01-09 : FASSA – ASIAGO
17-01-09 : ASIAGO – BOLZANO
20-01-09 : ASIAGO - CORTINA
2-3 (o.t.)
6-3
3-2 (d.t.r.)
rinviata al 17/2/09
4-3
Prossimo appuntamento, prima della pausa, martedì 27
gennaio per Valpusteria – ASIAGO
La classifica dopo la 7^ giornata del master round
Renon 33, Cortina 30, Bolzano 29**, Asiago 27*,
Valpusteria 24, Alleghe 22, Fassa 12*, Pontebba 10
(* una ** due partite in meno)
CONTINENTAL CUP
Rouen. E’ finita con tre squadre a pari punti, 6, la Final
four di Continental Cup di scena nello scorso week end a
Rouen; peccato per il Bolzano che si classifica terzo solo
per la differenza reti negli scontri diretti, preceduto dai vincitori, gli slovacchi del MHC Martin, e dai padroni di casa
Dragons de Rouen, mentre sono rimasti a quota 0 i
bielorussi del Keramin Minsk. I premi di miglior giocatore
del torneo per ruolo sono andati allo slovacco Vlastimil
Lakosil (portiere), al bolzanino Christian Borgatello (difensore) ed al francese Marc-André Thinel (attaccante).
Questi i risultati della tre
Christian
giorni di Final four:
Borgatello
16-1-09: Martin - Minsk 5/1
Rouen - Bolzano 1/3
17-1-09: Bolzano - Martin 3-7
Minsk - Rouen 4/6
18-1-09: Minsk - Bolzano 1/7
Rouen - Martin 5/4
con apprensione ma con orgoglio ed entusiasmo;
l’obiettivo di entrare nei
play off, che non molto tempo fa poteva sembrare una
chimera, oggi è sicuramente
un sogno possibile,
realizzabile, alla portata. E’
così che chiudo, auspicando
che il sogno giallorosso possa continuare. FORZA
ASIAGO !!!
Cesare Pivotto
NAZIONALE
Sono state rese note nei
giorni
scorsi
le
preconvocazioni azzurre
per il raduno di preparazione che si terrà a
Bressanone dal 28 gennaio al 3 febbraio e per la
successiva partecipazione
al Torneo di Qualificazione Olimpica che si disputerà a Riga dal 5 al 9 febbraio. Fra i preconvocati in
azzurro solo un asiaghese,
il difensore Trevor
Johnson.
Il Blue Team, agli ordini di
Rick Cornacchia, disputerà a Canazei un’amichevole contro il Giappone il 31
gennaio; a Riga gli azzurri
esordiranno
contro
l’Ucraina il 5 febbraio (ore
16), il giorno successivo
(ore 16) affronteranno
l’Ungheria e l’8 febbraio
(ore 17) concluderanno il
programma contro la Lettonia.
Rick Cornacchia
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Sabato 24 gennaio 2009
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Hockey Inline
SPORT
Anno nuovo, aria nuova si era
scritto nel precedente numero,
pensando forse che le difficoltà emerse nel doppio confronto (campionato e Supercoppa)
con l’Edera Trieste fossero
solo una situazione dettata da
un paio di serate storte. Ma non
era proprio così, visto che il
mese di gennaio, un po’ come
era accaduto anche nella passata stagione (fino a febbraio),
ha evidenziato una flessione
generale che ha portato la
Rigoni di Asiago Vipers ad incappare pure nella prima, brutta sconfitta in campionato, proprio nel derby con i Diavoli
Vicenza. Un ko (4-2) figlio di
una prestazione sconcertante,
soprattutto in un primo tempo
disastroso in cui la formazione
asiaghese ha sbagliato tutto ed
anche di più, facendosi travolgere da errori ed avversari (40 dopo neanche 9’). Troppe
davvero le amnesie e troppi
pure i giocatori fuori giri in
questa fase, inclusa la prima linea, fino a poco più di un mese
fa immarcabile.
Troppo brutti per essere veri, i
veri Vipers, quelli che ormai
hanno abituato tutti fin troppo
bene e quelli che, ovviamente,
quando non si esprimono sui
loro livelli espongono il fianco
alle critiche, anche feroci. «
Abbiamo giocato 30’
indecorosi. Dicono sempre che
siamo la squadra da battere,
ma ultimamente sono troppi
quelli che ci riescono. Siamo
in un momento negativo, soprattutto a livello mentale. In
settimana urge affrontare la si-
Gennaio nero per gli Asiago Vipers
Dopo la Supercoppa perso anche il derby.
tuazione ». Così tuonò il presidente Fabio Forte nell’immediato dopo gara con il Vicenza.
E in settimana il “pres” si è rivolto alla squadra per fare un
po’ di chiarezza.
« Ho detto ai ragazzi che il
derby con il Vicenza è stata la
peggior partita che abbia mai
visto giocare dai Vipers in tutta la mia vita e che dobbiamo
assolutamente “sistemare la testa”. Detto questo, ho fatto presente a tutti che venerdì prossimo (30 gennaio) si chiudono
le liste per i trasferimenti e che
se qualcuno sente l’esigenza di
provare nuove esperienze oppure si sente poco considerato
può farsi avanti e dirlo apertamente. Chi decide di restare,
però, idealmente sottoscrive un
patto con una società come la
nostra che punta alla vittoria
finale e quindi, una volta superata la linea di confine, non
si torna indietro. Si lavora tutti insieme per l’obiettivo comune, accettando scelte e
direttive. Venerdì (oggi per chi
legge) avrò un meeting con
Roberto (Varotto) per delineare il roster definitivo da qui al
termine della stagione ».
Un organico che non dovrebbe avere nessun volto nuovo,
anche se il presidente culla ancora il sogno americano, ovvero quello di poter schierare
la coppia d’oro composta da
CJ Yoder e Brian Yingling, finora arruolabile solo in occasione della Champions.
« Mi piacerebbe averli con noi
per l’ultima parte della regular
season e per i playoff. Vedre-
mo, l’operazione implica una
serie di valutazioni e, naturalmente, anche costi non indifferenti ».
Nessuna vera new entry, ma,
come negli ultimi anni, potrebbero comunque esserci problemi di abbondanza e di conseguenza si creerebbe la necessità, seppur dolorosa, di dover rinunciare a qualcuno.
« Parlerò in questi giorni con
tutti i giocatori, anche con quelli
attualmente impegnati nel campionato di hockey su ghiaccio.
Tutti avremo così il modo ed il
tempo di fare le necessarie valutazioni ».
Il mercato tiene banco in quest’ultima settimana, ma il presente dice che ci sono da rimettere insieme “i cocci di un vaso
che fino a poco tempo fa era
un’opera d’arte perfetta”,
come aveva detto l’allenatore
Roberto Varotto dopo il derby.
« Il calendario – dice Forte –
non ci aiuta in questo senso:
Arezzo in casa e poi le trasferte
di Milano e Roma (contro il
Civitavecchia). Adesso come
adesso c’è il rischio di non rag-
Sci nordico
Che forti i baby del 6 campanili
Hanno preso il via le gare
circoscrizionali del Gran Prix
Lattebusche di Sci nordico
che vedono impegnati i piccoli atleti iscritti ai nostri sci
club. Nella prima gara
svoltasi alla Golf Arena il
23 dicembre, nella categoria baby maschile, lo Sci
Club 6 Campanili ha piazzato ben 4 atleti nei primi 4
posti. Nella foto vediamo
l’intero podio costituito da:
1) Alessandro Strazzabosco
(il primo da sinistra), 2)
Leonardo Cuffolo (il primo
da destra), 3) Giovanni Cera.
Il quarto classificato è stato
Federico Mosele. Lo sci club
2A è stato invece protagonista assoluto nella categoria
cuccioli femminile con ben
sei atlete nei primi sette posti, per la precisione: 1)
Giorgia Parini, 2) Marta
Cantele, 3) Alice Pozza, 4)
Giulia Panozzo, 6) Valentina
Ava e 7) Veronica Rossi. Al
5° posto Rebecca Baù dell’Unione Sportiva Asiago
Sci.
Nella categoria Baby femminile Serena Cera del 2°, seguita da Aglaia Longhini dell’USA e da Marianna Gheno
del CS Bassano. Nei cuccioli
due atleti del CS Bassano nei
primi due posti Christian
Ronzani e Tobia Gheno (rispettivamente primo e secondo) seguiti da Sebastiano dalle
Ave dell’Unione Sportiva
Asiago.
granellare molti punti e se così
fosse tutto si complicherebbe
maledettamente. Ecco perché
dobbiamo reagire subito, perché siamo pienamente in corsa
per il primo posto in regular
season e vogliamo provare ad
ottenerlo. Come ho già detto,
il problema principale è un
calo a livello mentale, perché
negli ultimi 10’ della sfida con
il Vicenza abbiamo comunque
dimostrato di avere ancora
gambe. Dobbiamo, però, toglierci di dosso quella presunzione di pensare che anche non
giocando al 100% le cose vengano da sé. Non è così. Contro
di noi tutti ci mettono qualcosa in più e se noi non facciamo
altrettanto diventiamo vulnera-
bili, supponenti, irritanti ».
Insomma, da qui a fine mese,
si vedrà se la “piccola crisi”,
come è stata definita sul sito
internet dei Vipers, sarà superata o meno.
Chi, invece, sembra aver ripreso quota dopo un amaro ritorno in pista (pari-beffa a Forte
dei Marmi) è la formazione di
Serie A2, che si è insediata,
seppur in coabitazione con il
Mestre, al secondo posto alle
spalle del fuggitivo Monleale. I
ragazzi di Marobin, infatti, hanno inanellato due vittorie ai danni di Padova (2-8 nel recupero
della terza giornata) e Modena
(10-2). All’orizzonte c’è la trasferta di Cittadella.
In Serie B nulla di nuovo, con
gli Asiago Vipers a dominare il
girone “C” con quattro lunghezze di vantaggio sul Verona ed
una qualificazione alla fase promozione che è vicina ad essere
raggiunta anche a livello matematico. Ancora alla ricerca di
continuità, invece, gli Asiago
Black Vipers.
Stefano Angonese
Foto di Marco Guariglia
ERRATACORRIGE
Le foto di Hockey Inline pubblicate sul numero 285 del 10 gennaio sono di Luca Forte e non di
Marco Guariglia come erroneamente indicato ci scusiamo con
l’autore delle foto e con i lettori.
8
Sabato 24 gennaio 2009
SNOW BOARD
La Scuola Sci Kaberlaba
dall’inizio del 2009 può contare su una figura di rilievo
per l’insegnamento dello
snow board, che rende particolarmente orgoglioso il direttore Mario Dal Pozzo: si
tratta della giovane
maladense Isabella Dal
Balcon, olimpionica nel 2002
a Salt Lake City e a Torino
2006. Un’opportunità importante per coloro che vogliono
avvicinarsi a questa disciplina
sportiva che nell’ultimo decennio ha preso particolarmente piede tra i più giovani.
Dopo aver deciso di smettere
l’attività agonistica, la Dal
Balcon ha preso casa ad
Asiago, mettendo a disposizione la propria esperienza e la
propria passione per la tavola
L’olimpionica di
snow board Isabella
Dal Balcon in forza alla
Scuola Sci Kaberlaba
da neve e offrire quegli insegnamenti necessari a praticare in sicurezza lo sport, spesso accusato di essere pericoloso e guardato con diffidenza
dagli sciatori tradizionali.
“Questo sport – commenta
Isabella Dal Balcon - mette
le persone in contatto immediato con i propri limiti, chi
li sa rispettare, vivendo in
armonia con le proprie caratteristiche e senza voler
esagerare, ne trae il massimo, chi invece pretende di
osare troppo viene subito
bloccato. Coloro che hanno cominciato a praticare lo
Gran
Venerdì 16 Gennaio, presso
il Ristorante Due Mori di
Camporovere, si è svolto il
Gran Galà Nerazzurro, organizzato per festeggiare il primo anniversario della nascita
dell’Inter Club Altopiano .
Conduttrice della serata, la
meravigliosa Giulia Panozzo,
presentatrice debuttante ma
straordinariamente spontanea
e professionale da sembrare
veterana del mestiere; ad accompagnarla alla consolle, il
giovane ma esperto Dj Glamn,
al secolo Andrea Dalle Ave,
degno di nota non solo per la
sua abilità ma anche per la sua
fede interista in tema con la
serata.
Il Gran Galà si è rivelato un
vero successo, grazie anche
agli ospiti intervenuti, quali
Davide Fontolan, ex stella
nerazzurra; Filippo Fracaro,
giovane asiaghese attualmente in forza agli Allievi Nazionali dell’Inter e infine Donato
Caragnano, allenatore nel set-
l’Altopiano
snow board, soprattutto nei
primi anni, lo hanno fatto
spesso da autodidatti, anche
per carenza di maestri, ma
una buona scuola è fondamentale. I ragazzi sono portati a saltare, ma non hanno
il senso del pericolo, in particolare i più piccoli. Anche
per questo nella fase iniziale il maestro è ottimale, per
un approccio sicuro che
possa far star bene e divertirsi, e allo stesso tempo aiuti
a imparare a conoscersi. Lo
sviluppo della persona attraverso lo snow board risulta formativo puntando
soprattutto a una crescita
personale in gruppo, piuttosto che individuale.”
Quante lezioni sono necessarie per avere una certa padronanza con lo snow board,
e a che età si può iniziare?
“Per imparare e avere una
base solida l’ideale è fare
il ciclo di lezioni comprese
in un corso, si può iniziare già dai cinque anni”.
Nei programmi più immediati di Isabella e dei suoi colleghi, quello di creare un’area
da destinare si surfisti della
neve, dove poter divertirsi
con salti e altri numeri, pur in
Galà
tore giovanile Inter Campus.
Durante la cena, l’intervento
di Davide è stato particolarmente coinvolgente: l’ex giocatore ha infatti reso partecipi
tutti i presenti con aneddoti riguardanti il “dietro le quinte”
delle partite della nostra squadra del cuore, lasciando tutti
piacevolmente sorpresi dalla
sua dote naturale di
intrattenitore; altresì lui è rimasto a bocca aperta di fronte
all’eccellente memoria del nostro storico ufficiale, Michele
Rossi (Kelle), che gli ha ricordato, oltre alle classiche formazioni, anche momenti personali di Davide, che lo stesso
giocatore aveva rimosso.
Un po’ più timido è stato l’intervento della nostra “speranza” Filippo, non ancora abituato alle luci della ribalta: ha risposto ad alcune domande
poste dalla curiosità di qualche
partecipante sulle basi di come
si vive da adolescente, lontano da casa, in un mondo fra
sport, educazione e convivenza con altri compagni di squadra. Nonostante non sia sempre facile condurre questo tipo
di vita così diversa da quella di
un normale coetaneo, siamo
sicuri nella riuscita del suo intento e il nostro Club dà a Filippo il massimo appoggio per
arrivare a questo.
Per ciò che riguarda l’intervento di Mister Caragnano, abbiamo voluto che fosse circondato dai più piccoli, proprio per
rispecchiare il suo impegno nel
settore delle giovani promesse. Infatti, Donato, dopo molte esperienze in società
calcistiche dilettantistiche, da
qualche anno allena nella
Scuola Calcio Inter, nella quale figurano addirittura i figli di
parecchi giocatori della prima
squadra, del calibro di
Materazzi, Stankovic, Julio
Cesar e Toldo. Mister Donato
ha esposto quella che è l’organizzazione e l’attenzione
che riserva l’Inter proprio a
www.giornalealtopiano.it
22
Isabella Dal Balcon e
Mario Dal Pozzo
in un momento di relax
tutta sicurezza per se stessi
e gli altri. Ma vista la sua
esperienza agonistica,
ipotizza anche la formazione di atleti da indirizzare verso gare? “Se dovesse emergere il fuoriclasse ci si po-
trà pensare, ma il mio
obiettivo principale è quello di far crescere e divertire coloro che hanno voglia di cimentarsi con lo
snow board”.
Silvana Bortoli
Nerazzurro
settori meno nominati ma, a
loro detta, altrettanto preziosi.
Alcuni allenatori presenti in
sala, incuriositi, hanno fatto
tesoro di qualche consiglio
concesso personalmente dallo stesso istruttore.
Il momento più sentito della
serata è stato quello riservato
alla consegna della tessera
onoraria a Giulio Rossi, figlio
del nostro Caro Paolo
(Barabba), scomparso di recente dopo una vita da grande
tifoso dell’Inter. E’stato ricordato, non senza un po’ di malinconia, il primo incontro con
il Presidente dell’Inter Club,
Vasco Sambugaro, che già dal
primo istante ha potuto appurare la sua vera passione per
la Beneamata. A consegnare
la tessera al giovane Giulio,
proprio uno dei beniamini del
papà, Davide Fontolan, commosso anche lui dall’intensità
del momento. In questa occasione è stata annunciata l’intenzione di istituire un memorial
in onore del nostro “Barabba”,
che sarà organizzato in collaborazione tra Inter Club e il
nostro socio Cesare Panozzo
e sponsorizzato dal Gruppo
Bianchi. Il primo torneo di calcio si svolgerà quest’estate in
quel di Treschè Conca, dove
è già garantita la presenza di
squadre di prestigio.
La serata si è conclusa con
una ricca lotteria, sempre all’insegna della simpatica partecipazione di Davide, e con
la performance dell’esilarante Kelle, che ha elencato a
memoria nei minimi dettagli la
rosa attuale dell’Internazionale. Tra i pareri di coloro che
sono stati direttamente coinvolti nell’organizzazione della
serata, c’è quello entusiasta di
Giulia Panozzo: “Sicuramente
il Gran Galà mi rimarrà nel
cuore, non solo perché è stata
la mia prima esperienza a diretto contatto con il pubblico,
ma soprattutto per l’atmosfera familiare e carica di feeling.
Un ringraziamento particolare, dopo questa sera, va al
Presidente,Vasco Sambugaro,
che mi ha dato la possibilità e
la fiducia per provare questa
nuova esperienza”.
Emanuela Dalla Bona, segretaria del Club, precisa inoltre:
“Sono davvero soddisfatta
della buona riuscita della serata, per la quale ci siamo impegnati molto; sono stata contenta degli ospiti e della loro
interazione con il pubblico. Ringrazio particolarmente, a nome
del Club, il dirigente dell’Inter
e nostro amico Maurizio Bilato,
tramite il quale ci è stato mandato un gradito dono, la maglia autografata dal capitano
Zanetti.” Anche il Presidente
Vasco Sambugaro condivide
l’opinione di Emanuela riguardo il buon esito del Gran Galà:
“Non poteva esserci un primo
anniversario migliore; desidero ringraziare in particolar
modo Emanuela, che nonostante la difficoltà dell’organizzazione ha saputo raggiungere questo nostro obiettivo, ma
anche i presidenti degli altri
Inter Club presenti alla serata,
che mi hanno fatto sentire la
loro ampia solidarietà nei confronti miei e del Club.”
Infine, il Vicepresidente
Alessio Franquilli ha sostenuto che, nonostante alcuni problemi passati a livello consiliare,
intorno a sé vede un Club più
forte che mai. Il caso vuole
che, a un anno esatto dalla
nascita dell’Inter Club
Altopiano, il numero dei partecipanti al Gran Galà fosse
identico a quello dei primi
membri, quei 64 nerazzurri riuniti al Caffè Garibaldi il 16 gennaio 2008. Ora, con i suoi 140
iscritti, il nostro Inter Club può
vantare di essere uno dei più
numerosi della provincia, con
prospettive sempre più grandi
per il futuro.
8
Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
23
CALCIO
Anno nuovo, Asiago Calcio
Altopiano nuovo? Sembrerebbe proprio di sì a giudicare dai risultati raccolti nelle
prime due uscite del 2009.
Due trasferte, quattro punti
raggranellati, tre dei quali
pesantissimi contro una diretta concorrente per la salvezza. E c’è pure una gara da
recuperare.
Insomma, i ragazzi del presidente Rossi potrebbero
davvero aver voltato pagina
nel cammino verso l’obiettivo stagionale, la permanenza nella seconda categoria.
« C’è sempre stata piena
fiducia in questo gruppo e
nel suo tecnico – afferma il
d.s. giallorosso Federico
Longhini – e quindi sapevamo che prima o poi il
vento sarebbe cambiato.
Domenica è arrivata una
vittoria preziosa, al termine di una buona prova collettiva, anche sotto l’aspetto caratteriale, visto che
praticamente per tutta la
ripresa abbiamo giocato in
dieci. Il gruppo ha dimo-
strato di esserci e
di crederci, anche
se è giusto mantenere un basso profilo. Come non ci
sono
stati
allarmismi in apertura di campionato quando le cose
non
andavano
bene, anche adesso è corretto usare
lo stesso metro e
non cedere a facili
entusiasmi.
La
strada verso la salvezza è ancora
lunga, ma stiamo
lavorando bene e
sono convinto che faremo
un bel girone di ritorno,
magari come quello della
passata stagione, quando
la squadra “sbocciò” al
momento
giusto,
sprintando verso la promozione ».
Lavoro, sacrificio, gruppo,
tutte parole chiave per tracciare il futuro dei giallorossi,
che, dopo un avvio stentato
complice anche una serie di
infortuni, hanno saputo fare
quadrato, insieme a tecnico
e società. « All’inizio è stata davvero dura – ammette
l’allenatore Rudy Baù – ma
piano piano ci siamo rimessi in carreggiata. Ad essere onesti ci manca più di
qualche punto nella tabella di marcia; abbiamo raccolto meno di quanto meri-
Con un campo sintetico, calcio anche d’inverno
Realizzare un campo da calcio con l’erba sintetica in
modo da permettere alle
quattro squadre altopianesi
di poter giocare “in casa”
piuttosto di dover emigrare in
pianura quando inizia a nevicare. La proposta, lanciata
dal presidente del Canove
Calcio Fabio Rebeschini, è
emersa durante il convegno
“Calcio quale futuro?” tenutosi recentemente ad Asiago.
«Prendendo per esempio il
campionato di quest’anno,
già alla fine di novembre, il
Canove Calcio si è trovato
nella necessità di giocare lontano dal pubblico amico per
l’impraticabilità del campo
dovuto dalla neve - ha detto
Rebeschini - Se si riuscisse
a creare un campo in sintetico le varie squadre
altopianesi potrebbero utilizzarlo per disputare le partite
casalinghe. Anche perché
non è solo la trasferta in pianura per giocare le partite
casalinghe, che già incide
pesantemente sul bilancio,
ma ci dobbiamo spostare
anche per gli allenamenti
che sono ulteriori costi ma
anche crea disagio ai nostri
giocatori che, non essendo
professionisti, non vivono
certo con il calcio».
Attualmente ci sono quattro squadre di calcio presenti sull’Altopiano, il
Canove, l’Asiago, il Gallio
ed il Lusiana - Conco, quest’ultima, proprio perché
posta ad un altitudine più
bassa, che
soffre meno il problema dell’impraticabilità del campo
per neve e gelo. Squadre
che potrebbero trovare una
sinergia sia nella gestione
del campo sia nel suo utilizzo sgravando le compagini altopianesi da costi aggiuntivi. «Una proposta che
ci trova totalmente d’accordo” dichiara il
vicepresidente dell’Asiago
Federico Longhini che sottolinea un però «bisogna
trovare dove attuarlo e anche i fondi necessari».
G.R.
tavamo, ma la cosa più importante è che il gruppo si
sia ricompattato e che
adesso abbia fiducia e soprattutto lavori duramente
e con continuità. Anche in
questo periodo dell’anno,
tutt’altro che agevole per
chi vive in Altopiano, riusciamo a svolgere quattro
sedute di allenamento a
settimana, sfidando il gelo,
in particolare quando andiamo a correre. I ragazzi
stanno compiendo sacrifici notevoli, ma stanno as-
similando quello
che ho sempre cercato di trasmettere
loro: per poter lottare contro qualsiasi avversario, soprattutto contro
quelli più dotati
tecnicamente, devi
avere fiato e gambe, essere pronto
fisicamente per poterli contrastare. E
in questo momento
stiamo mettendo da
parte le “scorte”
per non essere “in
riserva” ora, ma
anche
nel
prosieguo del torneo. Ora
come ora non dobbiamo
temere nessuno. Sono convinto che continuando così
il lavoro pagherà ».
Tutti insieme verso il traguardo salvezza, dunque, con un
gruppo unito, che domenica
ci ha davvero messo qualcosa in più per poter dedicare il
successo all’amico e compagno Marco Tosetto, recentemente colpito dalla scomparsa del papà.
Capitolo recuperi. Il mal-
tempo che ha caratterizzato
questo scorcio d’inverno ha
lasciato dietro di sé una lunghissima scia di incontri rinviati in tutti i campionati dilettantistici della regione.
Il Comitato Veneto della
F.I.G.C. ha provveduto alla
diffusione delle date dei
recuperi in questione.
Per le nostre compagini si
inizia con l’Asiago (seconda
categoria girone “E”) impegnato con il Careciupan. La
partita, inizialmente prevista
per mercoledì 28 gennaio, potrebbe essere posticipata di
una settimana (4 febbraio) sul
campo di Zanè, anche se al
momento manca la comunicazione ufficiale. Mercoledì
11 febbraio sarà la volta del
Lusiana Conco (2a categoria girone “F”) che ospiterà
il Campese. Infine domenica 22 febbraio gli incontri
Canove-S.Fortunato (1a categoria girone “C”), Lusiana
Conco-Colceresa MPM (2a
categoria girone “F”) e
Gallio-Palladiana Vigardolo
(3a categoria Bassano).
Stefano Angonese
CLASSIFICHE E PROSSIMI IMPEGNI.
Prima categoria Girone “C” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): S. Vito di Leguzzano ** punti
28, S. Fortunato * e Azzurra Sandrigo 26, Scledum * e Pove 25, S. Eusebio * 24, Elleesse * 23,
Canove * 21, Dueville * e Summania * 19, Breganze * 18, Travettore * 16, Cassola S. Marco *
e Mussolente * 13, Angarano Azzurra * 11, Poleo Aste ** 9. * partite in meno - Prossimi turni:
25 gennaio (ore 14.30) Elleesse-Canove; 1 febbraio (ore 14.30) Poleo Aste-Canove.
Seconda categoria Girone “E” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): Alto Astico Posina ** punti
29, Lugo Calvene ** 28, Orsiana * 25, Malo *** e Costabissara ** 22, Careciupan ***, Torre
Valli ** e S. Vitale Castelnovo * 20, S. Giorgio Perlena * 19, Valdastico ** e S. Tomio ** 16, Cà
Trenta *** e Montecchio Precalcino ** 15, Asiago * 14, Concordia ** 13, Cosfara * 10. * partite
in meno
Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30 – campo di Santorso) Asiago-Valdastico; 1 febbraio
(ore 14.30) Costabissara-Asiago.
Seconda categoria Girone “F” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): Cartigliano * punti 35, S.
Anna * 34, Carmenta * 32, Campese *** e Giovanile Ezzelina 27, Juventina Laghi * 24, Vallonara
23, Bp ‘93 * 22, S. Croce Bassano * 21, Campolongo * 17, Lusiana Conco ** e S. Vito Bassano
* 16, Junior Valbrenta **, Spf ed Arsenal Cusinati 11, Colceresa MPM * 6. * partite in meno
Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30) Lusiana Conco-Carmenta; 1 febbraio (ore 14.30) Arsenal
Cusinati-Lusiana Conco.
Terza categoria Girone “Bassano” (aggiornata alla 1a giornata di ritorno): Union 98 Borso * punti
39, Quinto Vicentino * ed Eurocalcio * 36, Cusinati * 31, Longa 90 * 29, Real Stroppari * 22,
Fellette *** e Pedemontana * 19, Palladiana Vigardolo * 17, Gallio * 16, Aurora S. Giuseppe **
15, Colceresa * 14, Marchesane ** 13, Villaggio S. Lazzaro ** 8, S. Pietro Rosà * 7, Fortitudo
Bassano ** 6. * partite in meno
Prossimi turni: 25 gennaio (ore 14.30) Eurocalcio-Gallio; 1 febbraio (ore 14.30) Longa 90Gallio.
Nota: le partite delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo.
V
O
L
L
E
Y
Formazioni del Volley
Cesuna promosse a pieni voti
al ritorno dalle insidiose trasferte dello scorso turno di
campionato. Tocca alla Holz
Volley Cesuna, seconda divisione femminile, la prima
delicata sfida: di fronte il San
Paolo di Vicenza, una squadra ostica che ha già fatto
vedere il proprio valore nelle partite contro le topscorer. In effetti la partita si
presenta subito insidiosa, con
il Cesuna che solo nel finale
del set riesce a trovare lo
sprint per chiudere il conto
21-25. Portato a casa il primo, le ragazze subiscono la
ripresa delle giovani avversarie che sfruttano un rilassamento generale nelle
“Tigers” e impattano il conto dei set portandosi sull’uno
a uno. Risvegliatesi dal torpore le nostre riprendono
pian piano il controllo dell’incontro trascinate da
un’indomita Chiara Costa,
opposto, e dopo aver agguantato il 3° set per i capelli, chiudono senza indugi
anche il 4°, entrambi per 2025. Il risultato finale 1 a 3,
oltre a consolidare la 5^ posizione in classifica,
recupera la consolidata compattezza di squadra che più
volte si è dimostrata determinante: è questo il biglietto
da visita che l’Holz presen-
8
Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
24
P.G.S. CESUNA: 2^ DIVISIONE A SEGNO
Costa e Rebeschini in grande spolvero
terà sabato 24 quando al
Palazzetto di Roana alle
16,30 l’ospite atteso sarà il
Rizzato Inox Cogollo: la prima della classe a punteggio
pieno! Una sfida così merita
un pubblico d’eccezione!
Non è da meno il CesunaCaseificio Pennar, seconda
divisione maschile, che nella
partita di sabato 17 a
Dueville sfida il Povolaro;
entrambe le squadre, separate da un solo punto, lottano
per l’accesso agli ormai prossimi play-off. Parte bene il
Cesuna che però, proprio
quando pregusta il sapore
della vittoria, si vede superare dagli avversari che chiudono il primo set 25-23. Ma
se dev’essere bolgia, bolgia
sia! Nonostante il Povolaro
conduca sfruttando il fattore
campo i successivi set, il
Cesuna gli fa sentire il fiato
sul collo e, grazie ad un
fruttuoso turno in battuta di
Marco Gloder, recupera 5
punti sul 24-21 e va a vincere 24-26. La vittoria del parziale coincide anche con la
progressiva crescita della
squadra e con il centrale
Christian Rebeschini che acquisisce punto su punto maggior determinazione. Che non
sarebbe stata una passeggiata lo si sapeva ed il Povolaro
lo ricorda costantemente
recuperando ogni palla possibile. Anche i successivi set
sono giocati allo spasimo con
il risultato che si fa tondo solo
all’ultima palla: 23-25 e ancora 24-26 nell’interminabile 4° set che deve purtroppo
segnare l’infortunio di
Rebeschini. 1 a 3 il finale,
dopo quasi due ore di gioco,
e tutti a rendere onore al
centralone, icona della caparbietà. Il risultato positivo consente al Caseificio Pennar di
tenere a distanza il Nove,
prossimo avversario sabato
24 alle 20,30 a Roana, e
diretto inseguitore nell’ingresso ai play-off. La classifica ora recita Fulgor Thiene
a 21, Santa Croce Bassano
a 19, Cesuna a 15, Nove 12,
Povolaro 11 punti e le altre a
seguire.
Prosegue bene intanto il cammino del Volley Cesuna U20
nel campionato Open
A.I.C.S. che, sfruttando lo
stop del Molina Volley impegnato contro la prima, si
insedia solitario in seconda
posizione a 20 punti contro i
18 del Molina; lo Sporting
Alto Vicentino è comunque
irraggiungibile con i suoi 27
punti, pur con una partita in
più. La partita di sabato scorso contro il Montebello è stata vinta senza particolari problemi 3 a 0, con parziali di 2515, 25-21 e 25-15, anche se
si deve registrare l’opaca
prova del Cesuna che si è
adeguata al gioco delle av-
versarie.
Nel campionato AICS U14,
ironia della sorte, a far notizia questa volta è la prima
sconfitta, alla nona di andata, patita dall’Happy Hippo
Volley Cesuna nella trasferta di Arzignano contro la pri-
ma della classe; nonostante
una buona prestazione complessiva lascia alla avversarie tutta la posta in palio: 3 a
0 il finale con parziali di 2522, 25-22 e 25-13. Ora il
Cesuna, complice una parti-
ta ancora da recuperare, perde momentaneamente il contatto con la testa della classifica ritrovandosi 4^ a 17
punti pur con le avversarie a
stretto giro di gomito.
La Sportivi Ghiaccio Asiago ha il suo … asso nella manica
Antonio Panfili “argento” a Pinerolo
Soddisfazioni per il pattinaggio di figura asiaghese ai recenti Campionati Italiani Assoluti disputati prima delle Festività natalizie; Antonio
Panfili, atleta della Sportivi
Ghiaccio Asiago (la società
che ha già festeggiato lo
scorso anno i suoi 25 anni
d’attività ed ha confermato
nella carica l’ormai storico
presidente Pino Barolo), ha
infatti conquistato a Pinerolo
l’argento nella categoria
Juvenile.
Antonio ha però dalla sua
una particolarità. Egli infatti
è nato a Venezia il 27 novem-
bre 1993 e vive a Noale; attualmente frequentala seconda Liceo Scientifico e per
portare avanti questa sua
passione sportiva deve quindi affrontare ogni settimana
il disagio di salire fin quassù,
accompagnato da papà e
con la sorella Roberta (due
anni più grande di lui, anch’essa atleta del pattinaggio di figura che raccoglie
buoni risultati nella categoria
Junior free), per gli allenamenti
sul
ghiaccio
dell’Odegar, pista ormai
chiaramente insufficiente per
far fronte alle richieste delle
molteplici attività sportive legate al ghiaccio.
Antonio ha iniziato la sua attività col pattinaggio artistico nel 1990 ad Asiago (i genitori hanno un appartamento a Roana) ed ama tanto
questo sport per il quale continua a sostenere così tanti
sacrifici; per poter sostenere gli allenamenti (agli ordini
della maestra Marina
Barolo), due-tre volte la settimana esce di scuola, un panino da consumare in macchina e via verso Asiago
(viaggi di andata e poi di ritorno che sfrutta anche per
studiare) e nei fine settimana, ovviamente, ancora in
viaggio per partecipare alle
manifestazioni in calendario.
Il 2008 è stato per lui un anno
ricco di soddisfazioni, a partire dall’ultima, il già citato argento ai Campionati Italiani
Assoluti di Pinerolo; ma per lui
ci sono anche i successi nel
Trofeo dell’Amicizia a
Merano, nei Campionati Italiani UISP di Torino e nella 20^
Coppa Europa UISP 2008,
nonché altri due argenti nella
1^ Gara Nazionale di Bolzano
e nella “Skate Celje 2008”,
gara internazionale disputata in Slovenia.
Prossimo appuntamento di
prestigio per il pattinatore
“asiaghese” l’European
Criterium di Belgrado che si
disputerà dall’11 al 15 febbraio prossimi. (ulteriori
notizie
sul
sito
www.sportivighiaccioasiago.it).
Cesare Pivotto
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Bollette doppie e errori delle società di servizi,
ma i cittadini devono solo pagare, pagare e pagare?
Gentile redazione,
vorremmo evidenziare gli
svariati errori e conseguenti
disagi da noi subiti da parte
della società di gestione dei
servizi idrico e rifiuti (ovviamente comprovati).
Come titolari di attività
commerciale, ci siamo visti
duplicare magicamente la
stessa fattura e quindi raddoppiare l’importo, ovvero
risultava avessimo due realtà produttive, invece dell’unica da noi gestita. Chiarito il disguido, successivamente (per lo stesso anno,
periodo e locale) ci sono
arrivate due fatture per il
servizio rifiuti, e per gli anni
precedenti, sempre servizio
rifiuti, un addebito di 700
euro, da noi già anticipati.
Ricapitolando, abbiamo ricevuto un importo pari a
1400 euro in più per il suddetto servizio, non dovuti!
L’evidente errore è stato
chiarito, però ci hanno detto che prima si paga e poi
si riceve il rimborso. Perché dobbiamo pagare soldi
in più per poi sperare nel
rimborso?? E se non avessimo colto l’evidente
errore…?La società ci garantisce che l’avrebbe trovato, ma a noi rimane qualche dubbio. Rimaniamo veramente con l’amaro in
bocca. Vorremmo che, chi
di competenza, ci desse le
motivazioni dei frequenti
errori. Invitiamo gli utenti
ad esaminare sempre meticolosamente queste fatture (c’è scritto anche nelle
stesse) e a chiedere sempre chiarimenti…superfluo
dirlo?
E poi, come ultima cosa, ci
chiediamo: perché dobbiamo pagare cos cari questi
servizi?? Sia nel pubblico
che nel privato le somme
sono lievitate notevolmente, fino a quanto potranno
crescere?
Esiste un tetto, un limite oppure vige la “legge di mercato”?
Il servizio idrico, il servizio
rifiuti, non sono un prodotto, un bene di lusso, ma un
diritto del cittadino che sicuramente va pagato, il giu-
sto però!!
Chi tutela noi cittadini da
questa “evoluzione” dei
costi? Chi vigila sull’operato di queste società?
Una legge ha permesso
questo, si è passati dalla
tassa alla tariffa e un proporzionato aumento era
quindi prevedibile, e ci è
stato anche spiegato, ma
rimaniamo comunque frustrati!!
Alla fine abbiamo tratto le
nostre conclusioni: dobbiamo accettare mestamente
quello che la legge
consente..PAGARE; PAGARE E PAGARE. Con la
possibilità forse di esprimere il nostro disappunto.
L.M.Rossi
Angelo Cadorna e Stefano Merican
Lo chiamavano Angelo Cadorna, ma il suo cognome era Baù,
come quello di quasi tutti gli abitanti di Stoccareddo, un paese del Comune di Gallio, che si trova sopra le rupi che accompagnano la sponda destra della Valsugana verso sud, dove
il fiume Brenta incontra la grande pianura veneta.
Era nato nel 1878 ed aveva partecipato alla Grande Guerra.
L’età lo aveva preservato dalla trincea, ma l’attaccamento
alla divisa era così forte che non riuscì mai a toglierselo dalla
pelle; per questo fu soprannominato Cadorna. Si racconta
che si mettesse spesso alla testa dei ragazzi del paese e li
obbligasse a marciare fino al Sasso di Asiago, e ritorno, come
se si trattasse di un plotone di reclute.
I tempi erano grami e in montagna erano in pochi a possedere le vacche da latte. Per far fronte al duro inverno
dell’Altopiano ci volevano calorie, ed il maiale rappresentò
una fonte insostituibile di cibo per l’intera nazione. Si acquistava d’inverno, quando aveva pochi mesi di vita, per ingrassarlo e trasformarlo in salumi un anno dopo. L’antica fiera
franca, di Santa Caterina di Lusiana, che cade il 25 novembre, rappresentava una tappa obbligatoria per qualsiasi tipo
di acquisto o scambio di animali e cose. I pastori, scesi dai
pascoli alpestri portavano agnelli, castrati, pecore, capre, asini,
cavalli. I contadini salivano dalla pianura con carri di merce
varia e tutti gli animali da cortile. Tutti portavano o acquistavano qualcosa, ma il vero re della fiera era il maiale e la
gente si assiepava attorno a quei recinti improvvisati, dove
una dozzina di rosei porcellini si rincorreva sotto lo sguardo
vigile di un’enorme scrofa. I maschi costavano di più delle
femmine, perché c’era sempre il rischio che la femmina andasse in calore nel periodo in cui doveva essere trasformata
in salumi, e questo contrattempo avrebbe resa la carne immangiabile.
La contrada in cui si svolge la fiera è spalmata sulla linea di
confine fra i Comuni di Lusiana e Conco e sembra inserita
nel fondo di un imbuto, fra le pendici della collina, che sorge
a sud e le toglie il sole per tutto l’inverno, e quelle della montagna, che si erge dalla parte opposta fino al crinale dove
inizia l’Altopiano.
Stranamente nessuno sembra accorgersi del freddo pungente che scende puntualmente sulla valle il giorno in cui si festeggia la Santa di Siena. Basilio Mandra, un pittoresco personaggio che ci abitava, la definiva “Vallata infame”. È pur
vero che da quelle parti, a fine novembre, il freddo si fa sentire, ma le trippe calde, servite nelle osterie, ed il vinbrulè,
riscaldano gli animi e i piedi di mercanti e clienti, oggi, come
li riscaldavano allora.
Partivano dalla montagna e dalla pianura, con ogni mezzo,
per andare a S.Caterina. Angelo Cadorna partì da
Stoccareddo a pomeriggio inoltrato, col carretto ed il possente
cavallo prestatogli dal nipote Amedeo. Dietro al carro c’era
una gabbia fatta apposta per il maialino. Angelo aveva il portafogli ben fornito, ed era in compagnia del fratello Stefano,
soprannominato Merican, per via dei dieci anni trascorsi negli
Stati Uniti, come emigrante. Arrivarono a destinazione quando la luce del giorno si stava spegnendo. Passarono in rassegna gli espositori per trovare quello che cercavano, e le osterie per onorare la tradizione e fare il pieno di antidoto contro
il gelo della notte. L’abbondante libagione e gli astuti mercanti fecero il resto e verso le otto i due fratelli, euforici ed
incuranti del freddo, caricarono uno splendido maialino sul
carro e presero la strada del ritorno. Angelo era rimasto impressionato dal superbo stallone che aveva visto in uno dei
recinti improvvisati. Il suo scalpitare indomito e quei nitriti
possenti, che risuonavano nella valle, sembravano ribadire a
tutti che era lui l’animale più ambito della fiera. Sognava ad
occhi aperti quel cavallo e col fratello non parlava d’altro.
La strada pianeggiante, che da Campomezzavia conduce a
contrada Sasso, sembrava un tranquillo corso d’acqua. I pascoli che l’accompagnano erano ricoperti da uno strato di
brina che brillava al chiarore della luna. Il cavallo conosceva
bene quella via e procedeva spedito verso casa senza bisogno d’incitamenti. Il viaggio di ritorno, complice il vino e la
grappa, si rivelò più gradevole del previsto e i due fratelli
attraversarono la Val Chiama, incuranti della temperatura,
che d’inverno rende quella zona una delle più fredde
dell’Altopiano. A Stoccareddo furono accolti con sollievo dalle
mogli, che erano sorelle, e che conoscendoli si preoccupavano ogniqualvolta i due si mettevano in viaggio. Sembrava che
tutto fosse andato per il meglio ma Valentina, la moglie di
Angelo, era meticolosa e quella che doveva essere una notte
di meritato riposo, per l’indomito guerriero, si trasformò in
una veglia movimentata per l’intera famiglia. Ormai avevano trascorso mezzo secolo insieme, ma nonostante il suo pas-
sato da paladino della disciplina, non era mai riuscito a metterla sull’attenti. Da giovane si recava spesso a Valstagna
per rifornirsi di tabacco, come tanti altri uomini e donne
dell’Altopiano, che cercavano di guadagnarsi il pane col contrabbando. Fu proprio durante un viaggio in Valsugana che
vide una bella ragazza fra i rami di un albero. Si avvicinò e le
chiese un po’ di ciliegie. Lei capì, da come la guardava, che
quella era una scusa banale, ma decise di coglierne qualcuna
per lui. Angelo si avvicinò al tronco con le mani unite ed
aperte, in attesa che i frutti cadessero dall’alto, ma quelli
erano tempi duri e non c’erano i soldi per le scarpe né per gli
indumenti intimi. “El se fassa in là!”, disse lei, accompagnando l’ordine con un eloquente gesto della mano, e gettò le
ciliegie sull’erba, il più lontano possibile dall’albero. Quello fu
l’inizio di un grande amore, destinato a superare indenne le
due guerre e la crisi del 29.
La loro camera stava al primo piano, appena sopra la cucina.
Al secondo piano c’erano altre due camere; quella del figlio
Luigi e della nuora, e quella dei nipoti, le figlie Assunta e
Maria erano emigrate in Francia.
Il dialogo ebbe inizio subito e dal piano di sopra si sentiva
benissimo che il tono era poco amichevole.
“Imbriagon” diceva lei, cercando di tenere la voce all’interno della camera.
“Moleghe!” rispondeva lui senza curarsi troppo del volume.
“Bon da gnente” lo incalzava lei.
“A te copo” rispondeva lui con tono minaccioso.
Non era la prima volta che i due discutevano vivacemente
durante la notte ed i nipoti ci avevano fatto l’abitudine.
Quella notte però gli animi non accennavano a calmarsi e
Valentina aveva le sue buone ragioni per essere contrariata.
Il maialino, che il marito aveva portato a casa, era una femmina, con tutte le conseguenze del caso. Né lui, né suo cognato si erano accorti dell’inganno, perché erano troppo impegnati a bere.
Quel “Bon da gnente” era ripetuto in modo ossessionante e
visto che il “A te copo” che seguiva, non riusciva a farla
desistere, Angelo aggiunse dell’altro alla minaccia.
Un nitrito prolungato con relativo scalciamento sulla spalliera del letto; tanto per imitare lo stallone che aveva visto in
fiera.
I nipoti ebbero l’impressione che la situazione potesse precipitare da un momento all’altro e chiamarono rinforzi. Luigi
dovette scendere diverse volte per sedare gli animi. La notte
movimentata ebbe fine e la nuova alba, che sorgeva dietro
l’imperiosa sagoma del monte Grappa, riportò la luce sulle
guglie della Valsugana e l’armonia in casa dei Baù.
Renzo Cappozzo
8
l’Altopiano
Sabato 24 gennaio 2009
A Maria e Bortolo della
Rotonda Sposi da 50 anni
www.giornalealtopiano.it
26
Quattro generazioni di donne
Per il nostro anniversario
Quel sì ha coronato un sogno
e siamo partiti insieme
lungo la strada del destino.
La stagione intensa dell’amore
e i nostri germogli da curare.
Abbiamo gioito, sofferto e pianto.
Nei giorni della delusione
ci siamo immersi nel silenzio
per non sciupare il sentimento.
Oggi lo specchio del tempo
ci mostra qualche capello bianco
e sul volto una piega che non c’era.
I sogni non svaniscono con gli anni
e se un giorno potessi ricominciare,
ti vorrei al mio fianco per ripartire.
Renzo Cappozzo
La piccola Sofia di 9 mesi con mamma Giorgia, nonna Laura e
bisnonna Maria Rosa (4 generazioni). La foto risale all’agosto scorso
ed è stata scattata in occasione del Battesimo di Sofia.
Cercasi casa ad uso residenziale
Il grazie di Alice, Elena e Damiano
A Diego Pernechele
Tanti auguri per i tuoi 15 anni da parte di mamma,
papà, Michelle, Eddy, Valentina, Linda,
zio Fabio e nonno Mario.
Asiago. Il 17 dicembre scorso è nata ad Asiago Alice,
figlia di Damiano Cattelan (il
protagonista del racconto di
Renzo Cappozzo pubblicato
sul numero scorso de
“L’Altopiano”) e di Elena
Lunardi (sorella di Michele,
l’apprezzatissimo
fisarmonicista asiaghese), sposi dal 21 luglio 2007 ed ai quali
Babbo Natale ha sicuramente portato il più bel dono della
loro vita. Tutti insieme vogliono esprimere riconoscenza e
ringraziare pubblicamente tutto il personale
del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Asiago,
diretto dal prof. Rolli,
per le cure, l’assistenza,
la
competenza,
l’amorevolezza e la sensibilità con cui hanno
seguito, sia sul piano fisico che psicologico, la
non sempre facile gravidanza di Elena e poi la
nascita di Alice.
Un’altra bella storia di “buona
sanità” a testimonianza dell’importanza di far sopravvivere, sostenere e valorizzare
quelle irrinunciabili ed indispensabili realtà, come quella del
nosocomio asiaghese, “piccole” ma, forse proprio per questo, capaci ancora di offrire
non solo perizia, tecnica e qualità ma anche quell’altruismo,
quella generosità e quell’umanità a misura d’uomo tanto
importanti ed apprezzate.
C.P.
50° di matrimonio
Ai genitori Agnese e Sergio Marini vivissimi auguri per il
loro 50° anniversario di matrimonio dalle figlie Lorena,
Daniela, Luisa, Romina, dai generi e dai nipoti Guendalina,
Marika, Giulia, Federica, Marco, Sara e Giada.
Domenica 25 gennaio ASIAGO: Q8 – Località Mosele
FOZA: TOTAL – Via Lazzaretti, 24
Domenica 1 febbraio ASIAGO: ESSO, Via Verdi, 62
ENEGO: SHELL, Via Roma
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
Dalle ore 8.45 di sabato 24 alle ore 8.45
di sabato 31 gennaio
ASIAGO – Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato
Dalle ore 8.45 di sabato 31 gennaio alle ore 8.45
di sabato 7 febbraio
CANOVE – Farmacia del dr. Leonardo Bosio – Via
Roma 33/a
CONCO – Farmacia della dr.ssa Monica Federici –
Piazza S. Marco 23
“ Coppia ben referenziata con bambino
cerca appartamento/casa di ampia
metratura ad uso residenziale per motivi
di lavoro per 18-24 mesi da giungo-luglio
2009. Necessario contratto in regola e
residenza. Se utile al proprietario garanzia
per iscritto di termine locazione. Tel. 3283182833 Muneghina”
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle
Poste n.3 36012 Asiago
Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere
devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si
riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o
non accettare eventuali testi di cattivo gusto.
Cercasi lavoro
Signora di Asiago, seria e capace, cerca
lavoro come collaboratrice domestica e/o
aiuto a persone anziane. Per contatti:
346 – 0883183.
* VENDO *
Peugeot 307 HDI – SW :
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Vernice Metallizzata;
ABS - 4 freni a disco;
Cerchi in lega;
ESP;
4 Air-Bag;
Autoradio con lettore CD;
Gomme al 70%;
Fendinebbia;
Clima automatico;
Computer di bordo;
Tagliandata Peugeout;
Km 100.000;
• 7.500,00 trattabili.
INFO:347 54.95.624
MPORTANTE DITTA
VICENTINA CERCA
PERSONALE IDRAULICO
CON ESPERIENZA DA
INSERIRE NELL'ORGANICO
DELLA MANUTENZIONE
DELL'OSPEDALE DI ASIAGO.
GLI INTERESSATI
CONTATTINO IL N. 348/2735741
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
Almanacco per 15 giorni
Da sabato 24 gennaio a venerdì 6 febbraio 2009
Il 24 gennaio è il 24° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 341 giorni alla fine dell’anno.
Sabato 24 S. Francesco
Domenica 25 Convers. S. Paolo
Lunedì 26 S. Tito
Martedì 27 S. Angela
Mercoledì 28 S. Tommaso
Giovedì 29 S. Valerio
Venerdì 30 S. Martina
Sabato 31 S. Giovanni
Domenica 1 febbraio S. Verdiana
Lunedì 2 Pres. del Signore
Santa Agata
Martedì 3 S. Biagio
Mercoledì 4 S. Gilberto
Giovedì 5 S. Agata
Venerdì 6 S. Teodoro
Un santo per volta: Santa Agata (Catania, 235? - 5 febbraio
251). Nacque nei primi decenni del III secolo da una ricca e nobile
famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il
vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso
portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano,
ebbe l’occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell’editto di
persecuzione dell’imperatore Decio, l’accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la catturassero e la conducessero al
Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non
ebbero alcun risultato, perciò costui imbastì un processo contro di lei.
Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede. Quinziano al
colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi
tenaglie, ma la giovane dopo una visione fu guarita. Fu ordinato
allora che venisse bruciata. Un forte terremoto in quei giorni scosse
Catania, allora il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la
fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo.
È il 251. Nel XIII secolo nella sola diocesi di Milano si contavano
ben 26 chiese a lei intitolate. Celebrazioni e ricorrenze per la sua
festa avvengono un po’ in tutta Italia, perfino a San Marino, ma è
Catania il centro più folcloristico e religioso del suo culto, le feste
sono due il 5 febbraio e il 17 agosto, con caratteristiche processioni con il prezioso busto della santa, custodito nel Duomo.
Eventi a breve scadenza.
L’AIFO si appresta a celebrare, il prossimo 25 gennaio 2009, la
56a Giornata mondiale dei malati di lebbra. Sono 254.525 i
nuovi casi di lebbra registrati nel mondo nel 2007, pari a circa
700 casi al giorno. Attualmente circa 10 milioni di persone hanno
ARIETE
Accettando una critica giusta potrete mostrare la vostra brillante
intelligenza, che si realizza anche nel sapere ascoltare ciò che gli
altri hanno da dirvi. In amore le quotazioni del vostro fascino
sono in rialzo: puntate perciò con sicurezza alla costruzione di un
nuovo rapporto o al recupero di quello esistente, se per caso
fosse in stallo o in crisi.
TORO
Farete bene ad alzare la guardia nella spesa, rinunciando a qualche lusso in nome di un migliore equilibrio dei conti, sui quali
basare una maggiore tranquillità. In amore, se avete la prova che
il rapporto merita qualche sacrificio, agite con la massima generosità. In caso contrario, invece prendete tempo per un’attenta riflessione.
GEMELLI
Non mancano le novità uraniane, sostenute da Saturno nel vostro segno, attualmente in perfetta opposizione a Urano. Sia nel
lavoro che nell’amore, e quindi finalmente è il momento delle
grandi decisioni, che potrete prendere tenendo nel giusto conto
le indicazioni che il destino via ha già fornito e sfruttando al
massimo le possibilità che si presentano.
CANCRO
In attesa di maggiori elementi di giudizio, potete rinviare una
iniziativa impegnativa, anche se siete sollecitati da qualcuno che
non conosce la vostra capacità di resistenza a ciò che non vi
convince. Nell’amore, per esempio, se mancano i fatti non cedete
con troppa facilità. Nel lavoro e nelle opere potete invece concedervi una maggiore flessibilità.
LEONE
Non mancano le sollecitazioni, sia d’amore che di lavoro, tra le
quali occorre selezionare con attenzione, scartando le illusioni
romantiche, che ancora talvolta vi assalgono. Per chi vuole uscire
da una situazione che ormai ha fatto il suo tempo, è arrivato il
momento di parlar chiaro. Nel lavoro farete bene a impegnarvi in
vista di nuovi positivi sviluppi.
VERGINE
Contando sull’aspetto molto stimolante di Venere, potrete porre
le premesse di un progetto che ha ottime prospettive di successo.
Se si tratta d’amore, e avete appena incontrato l’anima gemella,
la vita segnata dalla malattia, benché da essa si possa guarire. La
giornata mondiale dei malati di lebbra è un appuntamento internazionale, istituito da Raoul Follereau nel 1954 e riconosciuto ufficialmente dall’ONU. La giornata gode dell’Alto Patronato della
Presidenza della Repubblica italiana, a testimonianza del suo rilievo internazionale e dell’attualità dei problemi che essa pone all’attenzione della società. Anche il Papa ha pronunciato negli scorsi
anni, in occasione della Giornata Mondiale, parole di solidarietà e
di sostegno verso i malati di lebbra di tutto il mondo, esprimendo
l’auspicio che la malattia sia definitivamente sconfitta e rivolgendo un saluto personale all’AIFO. I più importanti mezzi di informazione italiani danno rilievo alla Giornata mondiale come evento
che dà voce agli Ultimi. L’importanza dell’evento è quest’anno
sottolineata dalla concessione del Patrocinio da parte del Segretariato
Sociale RAI.
La ricorrenza assume quest’anno un valore ancora più elevato
alla luce dell’importante dichiarazione dell’UNHRC, approvata il
18 giugno 2008, con la quale si riconoscono ufficialmente a livello internazionale i diritti umani dei malati di lebbra e dei loro familiari e si sollecitano gli Stati ad intraprendere le dovute iniziative
atte a tutelarli e promuoverli. La giornata rientra nell’ampia campagna internazionale contro la diffusione della lebbra che si prefigge di:
1) informare sulla curabilità della malattia, sì da toglierle l’alone di
paura che ancora l’accompagna e che causa l’emarginazione dei
malati; 2) favorire la riabilitazione delle persone guarite, in modo
che possano reinserirsi attivamente nella società; 3)sensibilizzare
l’opinione pubblica circa l’importanza delle donazioni, al fine di
poter offrire cure tempestive che evitino danni irreversibili. 4)
coinvolgere la società civile nei confronti dei problemi relativi allo
sviluppo socio-sanitario dei Paesi a basso reddito. Alla scadenza
del 25 gennaio oltre 4000 volontari dell’AIFO distribuiranno nelle
piazze italiane il “Miele della Solidarietà”, vasetti di miele proveniente dai circuiti del Commercio Equo e Solidale, in collaborazione con Agesci e Commercio Alternativo. La 56a Giornata mondiale dei malati di lebbra sarà in particolare dedicata al’India, il
paese che registra il più alto numero di nuovi casi ogni anno.
Successe “oggi”
3 febbraio 1957, nasce Carosello.
La prima puntata del “Carosello” (nome ideato da Marcello Severati,
musica di Raffaele Gervasio, sigla di Luciano Emmer e disegni di
cominciate pure a pensare a un futuro impegnativo in comune. Se invece siete già in coppia da
tempo, non sono esclusi piacevoli sviluppi del
rapporto.
BILANCIA
Una piacevole conversazione potrebbe diventare
qualche cosa di più e offrirvi l’occasione per comprendere una realtà che credete di conoscere bene ma che invece e
probabilmente più complessa di quello che sembra. Se si tratta d’amore, avrete la possibilità di acquistare maggiore consapevolezza di
veri problemi del rapporto e di adeguarsi di conseguenza.
SCORPIONE
Sognare, talvolta, non è evadere, ma aprirsi a una diversa visione
della vita di tutti i giorni. Nel vostro caso potrebbe significare anche
un cambiamento nel versante degli affetti: se avete appena fatto un
incontro potrebbe infatti esservi richiesta una decisione coraggiosa, in grado di portare con sé nuove prospettive di lavoro o di
residenza, da valutare con realismo.
SAGITTARIO
In attesa di cambiamenti positivi, ma di certo impegnativi, potete
dedicarvi a spianare la strada al destino, eliminando ogni possibile
ostacolo ai cambiamenti, specie nell’amore. Nei progetti di lavoro
potete prendere in esame ogni proposta, purché provenga da persone di cui conoscete l’esperienza e l’affidabilità.
CAPRICORNO
Il superamento di un ostacolo è ormai impossibile grazie al vostro
coraggio e alla vostra capacità di inserirvi con originalità in sempre
nuove imprese, non soltanto d’amore, anche se in questo periodo
non vi mancano certo le occasioni per godere di piacevoli novità.
Nel lavoro potete accettare nuove proposte se sono davvero convenienti.
ACQUARIO
Un progetto al quale tenete richiede una più attenta valutazione del
rapporto tra cosi e ricavi. Lo stesso rapporto può essere calcolato
anche nella sfera affettiva, specie nell’amore, se non volete sprecare tempo ed energie, occorre valutare realisticamente se al vostro
impegno corrisponde quello del partner: se è così, non è il momento
di mollare.
PESCI
Se l’amore occupa un posto privilegiato nei vostri interessi, non vi
mancano le occasioni per ottenere qualche piacevole conferma. Sia
un nuovo incontro, sia una rivalutazione di quello che avete, se
siete in coppia, possono darvi le gioie che sognate, a condizione di
saper rinunciare alle illusioni, specie se avete già patito qualche
delusione.
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Gianni Polidori, Nietta Vespignani, Flora Festa) andò in onda alle
20.50 del 3 febbraio 1957 sulla rete RAI e continuò per circa 20
anni. In realtà la data di partenza fu fissata al 1 gennaio 1957, ma
ci fu un piccolo ritardo. Il Carosello segnò di fatto la nascita dello
“spot” pubblicitario televisivo e fece la fortuna di molti marchi
commerciali e di molti attori (ed anche personaggi di cartoni animati) che interpretavano le scenette pubblicitarie. I registi invece
preferivano rimanere anonimi. Il Carosello entrò, negli anni ’50
e’60, nelle case degli italiani dettando anche nuovi costumi sociali:
per esempio, i bambini piccoli dovevano rigorosamente andare a
letto dopo il Carosello. La società SACIS (società di produzione e
censore della RAI) impose le regole delle scenette: tutte in bianco
e nero, tutte in 35 millimetri, durata 2 minuti e 15 secondi e solo
gli ultimi 35 secondi potevano fare richiamo al prodotto da pubblicizzare. Il 1 gennaio 1976 andò in onda l’ultima puntata (per
volere della Commissione parlamentare di vigilanza della Rai che
voleva ridurre la pubblicità nelle ore di punta) che vide l’addio del
programma per voce di Raffaella Carrà. Dai 3 milioni di spettatori
della prima puntata (dato che gli abbonati, nel 1957, erano circa 3
milioni) ai 19 milioni dell’ultima. In tutto circa 42.000 scenette,
anche se molto cambiate nel corso degli anni (per esempio la
durata degli ultimi spot era di circa 1 minuto).
Ricette stagionali
Frittata con i carciofi.
Ingredienti per 2 persone: 4 carciofi, 1 limone, 250 ml circa di brodo vegetale, 3-4
rametti di prezzemolo,
2 spicchi d’aglio, 2 cucchiai di olio extravergine
di oliva, sale fino, 4
uova, 30 g di Parmigiano Reggiano, 1 cucchiaino di birra, pepe. Preparazione: Lavare i
carciofi, togliere le foglie dure più esterne fino ad ottenere i cuori
formati solo da foglie chiare e tenere, tagliare le punte. Tagliarli a
metà, eliminare il fieno, tagliarli a spicchi e metterli in acqua
acidulata con due spicchi di limone. E’ possibile utilizzare
anche i primi 5-6 centimetri del gambo. Togliere la parte
esterna più coriacea con un pelapatate e tagliarli ad anelli.
Mettere anch’essi nell’acqua acidulata. Scaldare il brodo.
Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la mezzaluna su un tagliere. In una padella far
imbiondire l’aglio nell’olio, quindi toglierlo. Lasciar raffreddare per qualche istante l’olio fuori dal fuoco, unire i carciofi ben scolati e farli saltare a fuoco vivo per un paio di
minuti. Abbassare il fuoco, aggiungere un mestolo di brodo, un cucchiaio di prezzemolo tritato, salare e lasciar proseguire la cottura per 10-15 minuti circa. Se il fondo di
cottura dovesse asciugarsi troppo aggiungere altro brodo
vegetale. Nel frattempo rompere le uova in una terrina e
sbatterle con una forchetta, miscelandole assieme al Parmigiano grattugiato, un cucchiaino di birra, un pizzico di
sale ed una grattugiata di pepe. Quando i carciofi si saranno
cotti, versare l’uovo. Lasciar cuocere la frittata da un lato
controllandola con una paletta, quindi girarla e cuocerla dal
secondo lato. Sarà pronta quando avrà assunto un bel color
dorato/bruno.
Proverbi legati a questo periodo dell’anno: - Febbraio,
febbraiello, cortino e bugiardello.
- Febbraio febbraietto, corto e maledetto. - Il gran freddo
di Gennaio, il maltempo di Febbraio. -Febbraio umido, buona annata. - Chi vuole un buon erbaio semini in Febbraio
(ovviamente vale nei paesi di pianura). -Febbraio nevoso,
estate gioioso. - Febbraio, il sole in ogni ombraio. - Se
febbraio avesse tutti i giorni di gennaio, farebbe gelare il
vino nelle botti. - Curte e male cavate, febbrare curte peggiore de tutte. - La neve di febbraio è come lo strutto di
Carnevale.
A spasso con Nat
I Nat-pensieri di Niccolò Caimi
Anche oggi Nat fiuta avidamente
ogni pianta e anfratto.
Legge il suo quotidiano del mattino.
______________
Albero sulla collina.
Accoglie. Protegge. Dà frutti.
Vorrei essere un albero per chi amo
_______________
Nell’auto dietro, una testa bionda.
Freno improvvisamente, mi guarda.
Riprovo, sorride. Al semaforo svolta.
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Sabato 24 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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