Numero 78

Transcript

Numero 78
Mensile gratuito della Pro-Loco di Cese dei Marsi
Anno VII Numero 78 – 28 ottobre 2012
Grafica
di Roberto Cipollone
2^ Edizione della giornata ecologica
“Ripuliamo il Salviano”
Domenica 21 ottobre si è svolta la seconda edizione della giornata ecologica “Ripuliamo il Salviano”,
organizzata dall’associazione Ambiente e/è Vita Abruzzo, gestore della Riserva naturalistica, in
collaborazione con il Comune di Avezzano.
Grazie alla collaborazione delle diverse
associazioni sono stati recuperati oltre 30
quintali di rifiuti ingombranti, 320 kg di
vetro, 280 kg di carta e 140 kg di plastica.
Centinaia i volontari impegnati, con una
piccola presenza anche dei ragazzi di
Cese grazie al coinvolgimento dell’associazione
Giovanile “Mapuche”, che
ha voluto
concentrare la propria azione sulla strada
provinciale palentina e sulla zona della
“cava roscia”. Nell’area montana i volontari
cesensi hanno raccolto diversi scarti edili,
lamiere, copertoni, bottiglie e rifiuti vari;
purtroppo, però, non è stato possibile
recuperare quelli gettati nella parte più
profonda del pendio, dove sarebbe stato
necessario
l’intervento
di un braccio
La “cava roscia”
meccanico. Il risultato, ad ogni modo, è
stato più che soddisfacente, soprattutto se si considera lo spirito partecipativo che accompagna iniziative
del genere.
Oltre a Mapuche, alla manifestazione hanno partecipato il Centro Commerciale I Marsi, Tekneko,
Protezione Civile, C.A.I. Avezzano, Croce Rossa Italiana, Comitato Mobilità Sostenibile, Ethnobrain,
Palestra Harmony, A.S.D. Pedalando e Polisportiva Atletica Capistrello. Due i punti di raccolta, il primo in
prossimità del tiro a volo e il secondo sul valico del Salviano. Al termine della giornata, gli addetti della
Tekneko hanno provveduto alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti recuperati dai volontari.
Roberto, Manu (un nuovo amico delle Cese), Mirko,
Domenico (guardate bene…) ed Eugenio
Notizie dal Comune…
Stop a busta selvaggia - scatta l’ordinanza del sindaco
Cresce il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti, scatta l'ordinanza “anti-busta selvaggia” in città: è vietato
confezionare o riempire sacchetti o altri contenitori simili con immondizia di ogni specie, senza osservare le norme
sulla raccolta differenziata. Chiunque introduce, porta addosso, o trasporta sacchetti contenenti immondizia
all’interno del Comune di Avezzano è soggetto alla sanzione amministrativa variabile da 75 a 400 euro.
Per salvaguardare l'ambiente e la salute messi a rischio da una pratica poco civile, aumentata con l'avvio della
raccolta porta a porta dei rifiuti solidi urbani, il sindaco, Giovanni Di Pangrazio, ha adottato un provvedimento ad
hoc, in aggiunta alle leggi esistenti che “obbliga i cittadini ad adottare stringenti misure di vigilanza sui propri rifiuti
per impedire, anche fisicamente, che possano uscire dal luogo in cui sono stati prodotti in violazione delle modalità
sulla raccolta differenziata per essere abbandonati nel territorio in maniera indiscriminata. (… omissis…)
Il divieto è mirato alle buste e ai sacchetti di plastica che, con il porta a porta, non sono più giustificabili: stop,
quindi, al confezionamento di sacchetti o altri simili contenitori di immondizia per evitare che vadano dispersi
nell'ambiente. “La raccolta differenziata è un segno di rispetto per l'ambiente e la salute”, conclude il sindaco, “per
cambiare abitudini basta un piccolo sforzo mentale. Chiederemo alla società che gestisce il servizio di raccolta
differenziata di pubblicizzare di più le modalità di funzionamento e di conferimento dei rifiuti”.
L'ordinanza, notificata a tutte le Forze di polizia presenti sul territorio, salvo proroga motivata, decade il 31 dicembre
2012
2
LoRenzo Cipollone
CIÒ CHE VORREMMO FARE NEL MESE DI NOVEMBRE 2012
(Calendario delle attività)
3 Novembre, sabato
Ore 18.00: ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA della CONFRATERNITA
Della SANTISSIMA TRINITA’
Cominceremo con il Canto dei Vespri.
OdG: Relazione del Priore
Analisi del questionario
Organizzazione e Incontri Formativi
Varie ed Eventuali.
Cerchiamo di essere presenti tutti.
4 Novembre, Domenica
Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate
(vedi locandina di seguito)
10 Novembre, Sabato
Ore 18,00: SI APRONO LE CANTINE ALLE CESE
Serata gastronomica e culturale
all’insegna della familiarità e dell’allegria
(vedi locandina in prima pagina)
In Novembre
( Data da individuare)
CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
All’ OdG l’Organizzazione della vita parrocchiale per il periodo di Avvento
e di Natale
E’ ricominciata …da un po’….la catechesi permanente
per i bambini e i ragazzi dai 6 ai 16 anni.
Appuntamento tutti i venerdì alle 18,30
SALVO ERRORI OD OMISSIONI E SEMPRE “SE DIO VUOLE”
Domenica 4 Novembre
Il 4 novembre viene celebrato il Giorno dell’Unità Nazionale e la
Giornata delle Forze Armate .
La data si riferisce ad un capitolo importante della Storia Italiana:
la commemorazione della vittoria nella Grande Guerra del
'15-'18, e che oggi abbraccia il ricordo di tutte le guerre.
Onorare la festa del 4 novembre significa riconoscere il sacrificio
di quegli uomini che valorosamente hanno difeso la propria
Patria.
Significa esprimere la nostra gratitudine a coloro che hanno
pagato con la vita per quei diritti di libertà e democrazia di cui
noi, oggi, godiamo.
Significa ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non
dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento
profondo e importante.
L'invito a partecipare è per tutti.
Nadia
3
Osvaldo Cipollone
Mutualità cesarola
(sfogliando la nostra storia)
Negli anni cinquanta del secolo scorso vigeva a Cese una consuetudine che, a suo modo, ha
precorso i tempi.
All’epoca, infatti, si poteva stipulare una convenzione sanitaria tra il medico condotto e gli
abitanti. Si trattava in pratica di una sorta di assicurazione privata. Questo tipo di convenzione
garantiva l’assistenza domiciliare a chi necessitava di cure e non poteva disporre di adeguata
assistenza.
Il “contratto”, chiamato in gergo “l’alberale”, garantiva ai pazienti prestazioni mediche per un
intero anno (rinnovabile di volta in volta). Su un apposito registro veniva iscritti tutti coloro che
ne facevano richiesta; questo era dunque considerato un atto ufficiale.
Naturalmente le eccezioni riguardavano i nuovi nati e i deceduti che venivano rispettivamente
integrati o depennati nel corso dell’anno.
Ogni convenzionato aveva l’obbligo di versare al professionista una quota di grano che
solitamente corrispondeva ad una “coppétta” (circa 11 Kg.). Tale contributo veniva riscosso da
un incaricato che a bordo di un carretto passava di casa in casa per poi consegnare il ricavato al
dottore.
Il medico, da parte sua, doveva rendersi disponibile ad ogni chiamata e prestare la propria opera
disinteressatamente. I pazienti dovevano invece procurarsi le medicine prescritte senza dovere
nulla al sanitario, che visitava a domicilio o presso un ambulatorio ricavato nella propria
abitazione.
In caso di nascita, una remunerazione in solido o in natura veniva corrisposta anche
all’ostetrica, che solitamente assisteva le partorienti nelle loro dimore per un’intera settimana.
Oltre al dovuto e ad eventuali regalie accessorie, le neomamme erano chiamate, fra l’altro, ad
assicurare alla “’levatrice” la colazione giornaliera.
Questo sistema faceva riferimento ad una sorta di consuetudine, già consolidata nel
tempo, che originava da un tipo di organizzazione nato spontaneamente tra concittadini.
Il “mutuo soccorso”, in pratica, aveva anticipato a Cese la vera e propria mutua assistenziale.
Quella pubblica in realtà si manifestò solo alla fine degli anni cinquanta, quando divenne
obbligatoria.
Tra gli istituti cooperativi locali va inclusa anche la “società per il bestiame”, nata
anch’essa per iniziativa popolare.
In quest’ultimo caso, dietro l’iscrizione di determinati capi di bovini, i singoli allevatori dovevano
corrispondere delle quote fissate in base al numero degli animali assicurati e regolarmente
registrati.
La “Società”, che garantiva la dovuta assistenza in caso di incidente o morte naturale, provvedeva
poi a macellare il bestiame e a distribuire la giusta razione di carne agli allevatori che avevano
assicurati i propri animali.
Tutto ciò ci riporta a una sessantina di anni fa e fa parte di costumi nostri, pagine della
nostra storia.
Osvaldo Cipollone
“Perle di saggezza popolare”
È remasto arrète comme “le cóse” dejjo cano.
Non è adeguatamente informato ed aggiornato, ragiona come si faceva un tempo.
La cajjina vecchia fa bon bródo.
L’esperienza ha sempre il proprio valore, e le cose “vecchie” possono risultare comunque utili.
È méglio j’óvo óji che la cajjina addima’.
È bene cogliere l’attimo giusto e non rimandare le decisioni prese.
A ddo’ ci stao tanti valli non se fa mai jorno.
4
Dove sono in troppi a decidere, non si trova mai la soluzione ottimale.
Cristina Cipollone
La Biblioteca de “La Voce delle Cese”
Edmond Rostand: Cyrano de Bergerac
Un mattoncino di oltre 690 pag. (almeno nell’edizione Fabbri), che, francamente, lo rivelo, non ho mai
letto. Tuttavia la storia di Cyrano è cultura generale, se non altro per la serie di film e di spettacoli teatrali
che lo hanno rappresentato. Quindi, documentandomi un po’ qua e un po’ là, ne è venuta fuori una trama
abbastanza esaustiva.
Siamo in Francia, alla metà del XVII secolo. Cyrano de Bergerac, cadetto di Guascogna, è un fenomenale
spadaccino, uno spirito libero ed un poeta, ma porta nel bel mezzo
della faccia un naso che lo "precede di un quarto d’ora ovunque
vada" e gli impedisce "persino il sogno di essere amato da una
donna brutta", che nessuno può azzardarsi a sottolineare se non
lui stesso.
È innamorato, senza osare dirglielo, di sua cugina Rossana che,
nel periodo in cui si svolge la storia, è una "preziosa", una
ragazza di buona famiglia che ama l’intelligenza, lo spirito
applicato alle schermaglie d’amore, i bei concetti e i versi.
Rossana è insidiata dal Conte de Guisa, marito della nipote del
Cardinale Richelieu, che tenta in tutti i modi di convincerla a
concedergli le sue grazie, ma è invece innamorata a sua volta
del Barone Cristiano di Neuveillette, una recluta dei Cadetti
di Guascogna, che è bellissimo ma irrimediabilmente privo della
raffinatezza che gli è indispensabile per conquistare la dama.
Rossana convince Cyrano a diventare amico di Cristiano, anche se è l’ultima cosa che il nasuto spadaccino
vorrebbe fare, e, dopo una prima scaramuccia in cui scopre che il suo rivale in amore è un ragazzo tanto
coraggioso da sfidarlo proprio sul naso, Cyrano gli propone un patto: insieme, uno la bellezza, l’altro il
genio, potranno conquistare Rossana.
Sotto il balcone di Rossana, Cyrano, rischiando a più riprese di tradirsi, convince Rossana che Cristiano è
l’amore della sua vita, inducendola a sposare immediatamente il bel barone.
Ma quella stessa sera il Conte de Guisa, per vendicarsi, spedisce il corpo dei Cadetti di Guascogna, da lui
comandati, all’assedio di Arras, e con loro anche Cyrano e Cristiano.
Cristiano scrive alla sua bella due lettere al giorno, le cui parole sono sempre suggerite da Cyrano, finché
ella, travolta dalla passione che le lettere suscitano in lei, forza il blocco delle forze spagnole per recarsi
nell’accampamento dei francesi a rivedere il suo amore.
Così Cristiano capisce che Rossana è a questo punto infatuata non più della sua bellezza ma dello spirito
che però appartiene a Cyrano e costringe l’amico a rivelarle la truffa perché scelga tra loro due.
Cristiano si offre volontario per una pericolosissima missione di ricognizione che riesce a compiere
venendo però ferito molto gravemente. Cyrano cerca di soccorrerlo ed alla domanda che l'amico gli
rivolge, ormai in punto di morte, se l'amata ha fatto la sua scelta, con un gesto di estremo altruismo,
risponde che sì, Rossana ha saputo la verità ed ha scelto lui, Cristiano, come compagno della propria vita.
Cristiano muore.
Rossana, a cui in realtà Cyrano non ha detto nulla e non dirà mai nulla, decide di ritirarsi in convento.
In quattordici anni, Cyrano va a trovare Rossana in convento ogni sabato pomeriggio, portandole le
notizie del mondo.
Un sabato di settembre cade in un agguato in cui lo feriscono mortalmente e nel delirio Cyrano cerca di
raggiungere Rossana e prima di morire le rivela, quasi senza volerlo, il suo segreto.
Rossana allora viene a conoscere la verità: lei ha amato lo spirito di Cyrano, brutto di corpo, attraverso
Cristiano, semplice ma bellissimo.
5
Cristina Cipollone
LETTERE DEI PARTIGIANI ABRUZZESI CONDANNATI A MORTE :
PIETRO BENEDETTI
Di anni 41. Nato il 29 giugno 1902 ad Atessa (Chieti). Sposato, quattro figli. Di professione Ebanista.
Iscritto al movimento della Gioventù socialista fino al 1921 quando fonda, assieme ad altri compaesani, il
Partito comunista di Atessa, divenendo poi il segretario della sezione giovanile. Nel dicembre del 1925
parte per Lione, in Francia, per partecipare al III Congresso del PCI in qualità di delegato per la regione
Abruzzo. Al confine italo-francese però viene arrestato perché trovato in possesso di un passaporto falso.
Trascorre in cella i successivi 3 mesi, ma a marzo del 1926 è scarcerato. Divenuto segretario della
federazione comunista di Chieti, nel 1932 è fermato per la seconda volta. Il Tribunale speciale per la
difesa dello Stato lo condanna alla pena detentiva, ma grazie all’amnistia viene scarcerato poco dopo il
processo. Nel 1933 lascia la provincia di Chieti e si trasferisce a Roma. Il suo laboratorio di via Properzio
diventa presto luogo di ritrovo e di riunione, nonché importante crocevia nell’opera di diffusione della
stampa clandestina. Il 28 dicembre 1943 la squadra politica della Questura di Roma irrompe nell’officina,
scoprendo all’interno un deposito d’armi. Benedetti è immediatamente arrestato, ed incarcerato a Regina
Coeli; quindi è trasferito nelle prigioni di Via Tasso. Il 29 febbraio 1944 il Tribunale militare di guerra
tedesco lo condanna a 15 anni di reclusione, ma il 1º aprile, nel corso di un ulteriore processo, la sentenza
è commutata nella pena di morte. Dalla sua cella Benedetti spera invano in una grazia, come scriverà
anche sul suo diario. Il 29 aprile 1944 è condotto a Forte Bravetta e fucilato da un plotone composto da
militi della PAI (Polizia Africa Italiana).
Di questo partigiano, il testo che consulto, riporta diverse pagine i diario e diverse lettere alla moglie
Enrichetta e ai figli.
Per brevità riporto solo le lettere scritte a ridosso della fucilazione.
11 aprile 1944
Ai miei cari figli,
quando voi potrete forse leggere questo doloroso foglio, miei cari e amati figli, forse io non sarò più fra i
vivi.
Questa mattina alle 7 mentre mi trovavo ancora a letto sentii chiamare il mio nome. Mi alzai subito. Una
guardia aprì la porta della mia cella e mi disse di scendere che ero atteso sotto.
Discesi, trovai un poliziotto che mi attendeva, mi prese su di una macchina e mi accompagnò al Tribunale
di Guerra di Via Lucullo n. 16. Conoscevo già quella triste casa per aver avuto un altro processo il 29
febbraio scorso quando fui condannato a 15 anni di prigione.
Ma questa condanna non soddisfece abbastanza il comando tedesco il quale mandò l'ordine di rifare il
processo. Così il processo, se tale possiamo chiamarlo, ebbe luogo in dieci minuti e finì con la mia
condanna alla fucilazione. Il giorno stesso ho fatto la domanda di grazia, seppure con repulsione verso
questo straniero oppressore. Tale suprema
rinuncia alla mia fierezza offro in questo momento d'addio alla vostra povera mamma e a voi, miei cari
disgraziati figli. Amatevi l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore
compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi
vive. Dell'amore per l'umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei
vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e
qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla.
Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli
sono i vostri fratelli.
Siate umili e disdegnate l'orgoglio; questa fu la religione che seguii nella vita.
Forse, se tale è il mio destino, potrò sopravvivere a questa prova; ma se così non può essere io muoio nella
certezza che la primavera che tanto io ho atteso brillerà presto anche per voi.
E questa speranza mi dà la forza di affrontare
serenamente la morte.
Mia cara Enrichetta,
Ho voluto tacerti fino ad oggi la triste realtà nella speranza di ottenere
una impossibile grazia. Purtroppo è la fine.
Sono straziato di non poter rivedere i miei figli. Ora tu sei tutto per loro. Sii forte per loro. Tu sai che
al mondo ho fatto solo il bene e perciò morirò tranquillo. Bacia per me i miei figli ed educali nell'amore e
nel lavoro.
Addio, mia diletta e sfortunata compagna, bacia per me mio padre,
i tuoi cari genitori, i cugini e gli zii. Salutami tutti gli amici e ringrazia coloro che hanno tentato purtroppo
inutilmente di salvarmi.
Un ultimo abbraccio e un bacio per tutta la vita,
Tuo Pietro
20 aprile 1944
Filippo, Rosa, Ivana, Tina, addio, siate buoni e bravi ed
6
amate vostra madre, perdonatemi e ricordatemi sempre.
Vostro Padre
Lo Sport (Eugenio e Francesco)
G.S.Cese
Arrivano i primi punti della stagione per il GS Cese. La partita casalinga con il Collarmele ha portato infatti la prima
vittoria, tra l’altro contro una diretta concorrente per la salvezza (in quel momento le due squadre occupavano
l’ultima posizione, ex aequo). La Domenica successiva, in quel di San Pelino, è giunto anche il primo punto in
trasferta, alla fine di una partita sofferta, perché giocata
in
inferiorità numerica dalla fine del primo tempo.
Risultati della 5^ giornata di andata
Nonostante l’handicap, la squadra si è battuta alla pari
Castelvecchio Subequo – Pucetta
0-2
con i locali, rischiando quasi nulla e andando addirittura
Collarmele
San
Vincenzo
Roccavivi
0-3
vicino al gol in almeno un paio di occasioni.
Real
Celano
–
Aurora
1
-0
Questo denota una buona preparazione fisica, per altro
S.
Pelino
GS
Cese
0
-0
già palesata anche negli altri incontri fin qui disputati.
Santacroce
Canistro
–
F.
Bugnara
2
-3
L’obiettivo della riduzione del gap tecnico, segnalato
all’inizio del campionato, sembra alla portata di mano
Valle Peligna Calcio - Tkm Vico
1-1
dei ragazzi di Mister Nuccetelli.
Venere Calcio - Sportland F. C. Celano
1-0
Nota dolente, purtroppo anch’essa segnalata in tempi non
sospetti su queste pagine, è il fattore comportamentale. Delle 5
partite disputate finora, solo una ha visto terminare i gialloverdi
in 11. In tre casi si è finiti in 10 contro 11, in un altro la squadra
ha finito la partita addirittura in 9. Se non ci sarà una sensibile
inversione di rotta, l’obiettivo di rimanere in questa categoria sarà
sempre più difficile da raggiungere.
L’aspetto che più preoccupa è che tutte le sanzioni sono state
provocate da proteste smodate nei confronti dell’arbitro e mai per
uno scontro di gioco, che sarebbe segnale di giusto agonismo,
rispettando ovviamente il
regolamento. Chi segue questi
campionati,
può
confermare
che la maggior
parte
delle ammonizioni/espulsioni sono causate da proteste nei confronti
degli arbitri. Fermi restando gli errori commessi dai direttori di gara
(per onestà intellettuale, spesso indisponenti oltre gli accettabili errori
di giudizio), basterebbe perciò un po’ più di autocontrollo per avere la
possibilità di schierare la migliore formazione possibile ogni Domenica.
Classifica
San Vincenzo Roccavivi
Pucetta
Real Celano
Sportland F. C. Celano
Venere Calcio
S. Pelino
Tkm Vico
Castelvecchio Subequo
Santacroce Canistro
Aurora
F. Bugnara
Valle Peligna Calcio
GS Cese
Collarmele
13
12
11
9
8
7
7
6
6
6
5
5
4
0
Uno scatto della partita contro il San Pelino (il 21 ottobre scorso)
Amatori Cese
Sta per iniziare il campionato Amatori Marsicano 2012/2013 con una squadra giovane e rinnovata in diversi ruoli.
Partiamo dalla difesa dove presentiamo la nuova entry Massimiliano Bisegna, ex veterano dei campi di categoria
convertitosi al campionato amatoriale, al quale aggiungiamo il nuovo difensore Alessandro che può ricoprire diversi
ruoli nella linea di difesa. A centrocampo le novità più importanti con l’ingresso di Antonio Micocci a sostituire lo
storico Secondino Marchionni; citiamo il ritorno di Marino Murzilli nell’inedito ruolo di regista, al quale aggiungiamo
Cesare, Emiliano, Massimo d’Anselmo ed il ritorno di Gaetano. Sulla linea d’attacco finalmente una punta di ruolo con
il mister Gianluca Nuccetelli accompagnata dal ritorno del grande bomber Michele Marano.
Passiamo ora alla governance del gruppo. E’ stato eletto presidente a vita Mario Ciciarelli che, per festeggiare
l’elezione, ha offerto un prelibato agnello a tutta la squadra. Alla dirigenza Angelo Di Pasquale mentre il presidente dei
guardalinee è Francesco Cipollone (schedina). Sale al rango di capitano Mario Cosimati (ZZ.10) mentre il commissario
tecnico del gruppo è Giuseppe Cipollone. Alla direzione amministrativa Danilo Cipollone (mister BigOnion) che vanta
un bilancio sempre in positivo.
Sabato 27 dovrebbe finalmente iniziare il campionato. Quest’anno la competizione sarà più interessante con diverse
nuove squadre e il ringiovanimento delle compagini storiche. Al momento in cui scriviamo questo articolo non è
ancora certo l’inizio del campionato comunque, per seguire le notizie in tempo reale, potete raggiungerci come
sempre sul nostro sito www.amatoricese.it o scrivendo “blog amatori cese” su google.
Non ci resta che augurarci un in “bocca al lupo”. Ci vediamo al terzo tempo.
7
Dal numero scorso…
Cesidio
Luigi Di Fabio
Articoli e rubriche curati da Cristina, Eugenio, Francesco, Lorenzo, Osvaldo e Roberto Cipollone; Nadia di Matteo.
Grazie ad Adele e Alfredo per le foto ed ai “consulenti” per il prezioso supporto.
Per informazioni, proposte, commenti e suggerimenti scrivete a: Redazione “La Voce delle Cese”,
Pro Loco Cese dei Marsi, Via C.Cattaneo 2, 67050 Cese di Avezzano (AQ) oppure a: [email protected] .
Sito web: www.lavocedellecese.it .