Volontariato - EESC European Economic and Social Committee
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Volontariato - EESC European Economic and Social Committee
ISSN 1830-6349 Gennaio 2014/1 IT CESE info Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’ Europa e la società civile organizzata EDITORIALE Cari lettori, per tutti gli europei il 2014 si preannuncia come un anno determinante. Determinante perché è da troppo tempo che i cittadini attendono la fine della crisi mentre sembra solo che si susseguano i programmi di austerità, in un contesto di crescita amorfa. Determinante perché la campagna per le elezioni europee deve ridare la voglia di Europa a dei cittadini esasperati dalla povertà crescente, dalla chiusura delle fabbriche e da normative troppo dettagliate. Si tratta infatti dell’unica possibilità per contrastare l’ondata antieuropeista che si preannuncia per il prossimo mandato del Parlamento europeo. Determinante perché tutti gli sguardi saranno rivolti verso la nuova Commissione che, in base all’ultima riforma istituzionale, dovrebbe assumere un ruolo più politico e dare finalmente delle risposte ai problemi reali che i cittadini si trovano ad affrontare nella loro vita quotidiana. “ Determinante perché tutti gli sguardi saranno rivolti verso la nuova Commissione che, in base all’ultima riforma istituzionale, dovrebbe assumere un ruolo più politico e dare finalmente delle risposte ai problemi reali che i cittadini si trovano ad affrontare nella loro vita quotidiana. E per far fronte a queste sfide fondamentali per il futuro dell’Unione europea il Comitato economico e sociale europeo affermerà più che mai il suo ruolo di rappresentante della società civile. Con i nostri membri e il personale dell’amministrazione, tutti impegnati per un’Europa più vicina ai cittadini, proporremo un vero e proprio progetto europeo di società. ” Insieme potremo ridare un senso a ciò che significa “essere europei”, ridare lustro all’anima europea e ridare un senso ai nostri valori. Auguro a tutti voi che il 2014 sia l’anno di un’Europa ritrovata. Henri Malosse, Presidente del CESE Il valore economico del volontariato “Il volontariato è vantaggioso per tutti. Esso contribuisce a una crescita inclusiva, rafforza il capitale sociale ed umano, promuove la solidarietà tra generazioni e riveste un notevole valore economico”, afferma Krzysztof Pater (Polonia, gruppo Attività diverse), relatore del recente parere del CESE sulla misurazione del volontariato. “ Malgrado i benefici che offre e la crescente importanza che va assumendo, il volontariato sia poco riconosciuto e trovi scarso riscontro nelle statistiche. ” Pater, egli stesso volontario impegnato in numerosi progetti, non si spiega come mai, malgrado i benefici che offre e la crescente importanza che va assumendo, il volontariato sia poco riconosciuto e trovi scarso riscontro nelle statistiche. Attualmente molti Stati membri o non raccolgono affatto dati aggregati sul volontariato oppure utilizzano definizioni e metodi difformi, per cui è impossibile misurare le dimensioni e il valore di questa attività nell’UE. consenta di armonizzare la misurazione e di arrivare così a un maggiore riconoscimento di questa attività. Secondo il CESE, per l’elaborazione di questa legislazione la Commissione europea, che ha poteri d’iniziativa legislativa quasi esclusivi nell’UE; dovrebbe ispirarsi al Manuale sulla misurazione del lavoro volontario dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), redatto per aiutare i paesi a raccogliere dati sistematici e comparabili sul lavoro non retribuito inserendo un modulo integrativo nelle rilevazioni sulla forza lavoro. che, oltre a svolgere una funzione sociale, il volontariato apporta effettivamente anche un significativo contributo economico. A titolo di esempio, i risultati dell’indagine condotta in Polonia rivelano che nel 2011 il volontariato rappresentava il 2,8 % del PIL e offriva l’equivalente di un lavoro al 9,6 % della popolazione attiva del paese. Il CESE ritiene inoltre che, una volta che il volontariato sarà stato misurato, bisognerebbe introdurre un meccanismo che consenta alle organizzazioni non profit di “cofinanziare” progetti sovvenzionati con fondi pubblici grazie al valore economico del lavoro volontario prestato. Ciò contribuirebbe a far sì che le piccole ONG possano partecipare a gare d’appalto da cui sono spesso escluse perché non in grado di reperire i fondi necessari per cofinanziare la sovvenzione. (mb) ● “ ” Volontariato: misurarlo con precisione Per rimediare a questa disomogeneità, il Comitato raccomanda di adottare una legislazione UE vincolante che Gli istituti nazionali di statistica di tre paesi UE (Polonia, Ungheria e Italia) hanno già condotto indagini sull’entità e il valore del lavoro volontario in base ai principi metodologici del Manuale dell’OIL. Queste indagini dimostrano I risultati dell’indagine condotta in Polonia rivelano che nel 2011 il volontariato rappresentava il 2,8 % del PIL e offriva l’equivalente di un lavoro al 9,6 % della popolazione attiva del paese. per sostenerlo meglio Intervista a Krzysztof Pater, relatore del parere del CESE sulla misurazione del lavoro volontario DATE DA RICORDARE 12 febbraio 2014 CESE, Bruxelles: Audizione sul tema Comunicazione al pubblico in situazioni di crisi nucleare o radiologica 26 e 27 febbraio 2014 CESE, Bruxelles: sessione plenaria del CESE IN QUESTO NUMERO 2 Il popolo ucraino dovrebbe essere libero di decidere il futuro del proprio paese. Intervista con Jacek Krawczyk, presidente del gruppo Datori di lavoro del CESE 2 3 Crescita, occupazione e coesione sociale le priorità dell’agenda della presidenza greca 4 La passione di Eve Päärendson per il paese del Sol levante Christine Lagarde e i membri del CESE discutono della ripresa economica durante la sessione plenaria Krzysztof Pater, membro del CESE CESE Info: Perché misurare il lavoro volontario? Cercare di determinarne il valore economico non contraddice forse il principio stesso del volontariato? Krzysztof Pater: Nel mondo di oggi abbiamo bisogno di disporre di quante più conoscenze possibile, e quando cerchiamo di conoscere le modalità di funzionamento della società, non lo facciamo solo per soddisfare la nostra curiosità, bensì per elaborare varie politiche. Per quando riguarda il volontariato, non disponiamo di dati comparabili a livello europeo. Non conosciamo con precisione la portata o la funzione del volontariato, di quello formale svolto tramite un’organizzazione o di quello informale svolto direttamente; non sappiamo quanto tempo dedichino gli europei a determinati lavori volontari, in quali settori facciano più spesso volontariato o quali attività svolgano. Eppure questi dati ci consentirebbero di capire in quali settori i volontari si facciano carico dei compiti dello Stato e dovrebbero indurre le autorità locali e nazionali a chiedersi che cosa accadrebbe se non ci fossero volontari, o se, senza il loro apporto, lo Stato sarebbe in grado di assolvere i compiti fondamentali. Integrare questi dati con la misurazione dello specifico valore economico del volontariato rappresenta solo l’ultimo, piccolo passo, anche se un passo estremamente importante. Il volontariato può aiutare l’Europa a superare la crisi? La crisi ha indotto ad intensificare le attività basate sulla solidarietà sociale. Di questo sono fermamente convinto, ma penso anche che, per averne conferma, occorra condurre delle indagini appropriate. Comprendere la differenza tra il volontariato in tempi di crisi e quello in periodi di crescita economica potrebbe, se la mia ipotesi è corretta, gettare le basi di politiche di sostegno al lavoro volontario, che ne moltiplicherebbe i benefici ● per la società nel suo insieme. www.eesc.europa.eu 1 Il popolo ucraino dovrebbe essere libero di decidere il futuro del proprio paese Intervista con Jacek Krawczyk, presidente del gruppo Datori di lavoro del CESE rivolgere ai manifestanti di piazza Indipendenza a Kiev? CESE Info: Lei è stato tra i più attivi fautori dell’invio di una delegazione del CESE a Kiev a sostegno dei manifestanti. Jacek Krawczyk: Penso che il CESE debba prendere posizione in difesa dei diritti dei cittadini, ovunque questi subiscano delle violazioni soprattutto quando tali violazioni avvengono in modo brutale, per mano della polizia. Ho molto apprezzato che il Parlamento europeo abbia formulato una dichiarazione sull’Ucraina e avrei voluto che il CESE avesse fatto altrettanto, adottando una risoluzione. Si tratta infatti di segnali politici molto importanti per i cittadini che, esposti al freddo gelido e pungente di Kiev, manifestano per le strade della città. Quale messaggio e quale raccomandazione vorrebbe In dicembre il gruppo Datori di lavoro ha pubblicato una dichiarazione sulla situazione in Ucraina. Qual era il messaggio principale? Il gruppo Datori di lavoro ha condannato fermamente il ricorso alla violenza da parte delle autorità per reprimere le manifestazioni pacifiche dei cittadini che esprimevano il loro disaccordo riguardo alla decisione della dirigenza ucraina di abbandonare il cammino verso l’Europa. Inoltre, membri del gruppo Datori di lavoro hanno condannato con fermezza le pressioni esercitate sui leader ucraini perché non firmassero l’accordo di © snig Jacek Krawczyk, presidente del gruppo Datori di lavoro, CESE Per cominciare, vorrei esprimere il mio ampio sostegno alle loro richieste. Essi hanno infatti il diritto di dire la loro sul futuro del loro paese e di esprimere questa loro esigenza ricorrendo a mezzi pacifici. Mi preme inoltre condannare fermamente il ricorso alla forza contro le manifestazioni e ricordare al governo ucraino che se un’autorità decide - illegalmente - di utilizzare la forza contro i propri cittadini, essa perde ogni diritto legittimo di governare. Centinaia di migliaia di dimostranti non si possono ignorare, né si possono passare sotto silenzio le loro proposte, che vanno invece integrate in modo costruttivo nelle decisioni politiche successive. associazione con l’UE. Come espresso nella dichiarazione, il mio gruppo è convinto che l’accordo di associazione aprirebbe, per l’Ucraina, la strada verso la democrazia, la buona governance, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti dell’uomo. Esso contribuirebbe altresì a costruire un’economia forte basata su un mercato libero, trasparente e aperto, conforme agli elevati standard europei, garantendo così al popolo ucraino una vita migliore. Il Suo gruppo è in contatto con i datori di lavoro ucraini? Quali sono le loro previsioni quanto agli sviluppi ulteriori della situazione a medio e lungo termine? Stiamo lavorando a stretto contatto con gli imprenditori ucraini per capire la loro posizione riguardo agli attuali sviluppi politici. La nostra delegazione ha anche partecipato al Business Forum, che si è tenuto il giorno pre- Crescita, occupazione e coesione sociale le priorità dell’agenda della presidenza greca Il 1° gennaio 2014 la Grecia assumerà la presidenza del Consiglio dell’UE per la quinta volta dalla sua adesione nel 1981. Rispetto all’esperienza precedente (gennaio - giugno 2003) che, con l’adesione di 10 nuovi Stati membri, ha peraltro segnato una delle tappe cruciali del processo di allargamento dell’UE, nel 2014 la presidenza greca si troverà a gestire un programma estremamente impegnativo. Tra le sfide che si prospettano vi sono le elezioni del Parlamento europeo e quelle amministrative greche, come pure i negoziati per la costituzione del nuovo collegio dei commissari europei, ai quali fanno da sfondo una crescente disoccupazione, un duro programma di austerità, un sistema politico fragile e crescenti reazioni da parte dei cittadini, dovute soprattutto al drastico taglio ai servizi sociali e ad altre misure impopolari, tra cui le condizioni stabilite per la riduzione del debito. La presidenza greca si troverà ad affrontare dei compiti difficili visto che dovrà raggiungere un equilibrio tra i primi segnali di crescita, una coalizione di governo fragile e un atteggiamento sempre più critico nei confronti dell’UE, a livello non solo nazionale bensì anche europeo. Verso una nuova governance economica e monetaria Nell’ultimo decennio le procedure, le politiche e l’ecosistema dell’UE hanno subito un’evoluzione e ciò trova riscon- 2 A causa della sua posizione geografica alle frontiere dell’Europa e della crescente instabilità delle aree periferiche dell’UE, la Grecia è il principale punto di entrata dei migranti irregolari nell’Unione europea. La presidenza greca concentrerà pertanto i suoi sforzi sulla promozione di tutti i diversi tipi di politiche in materia di migrazione e mobilità. Allo stesso tempo, essendo un paese dalla forte tradizione marittima, la Grecia introdurrà una tematica generale che troverà riscontro in tutte e tre le priorità della presidenza: la politica marittima dell’UE. La presidenza greca insisterà affinché essa “ sia ridefinita e rivitalizzata in ogni suo aspetto, senza limitarsi agli aspetti legati alla crescita e allo sviluppo (dichiarazione di Limassol), valorizzando la principale risorsa dell’Europa - il mare - quale fonte inesauribile di crescita e prosperità per l’intero continente. Zbigniew Brzeziński ha dichiarato di recente sulle pagine del Financial Times che “gli eventi in Ucraina sono irreversibili da un punto di vista storico e modificheranno l’equilibrio geopolitico. Prima ancora di quanto non si pensi, l’Ucraina sarà veramente parte integrante dell’Europa democratica”. Lei è d’accordo con questa dichiarazione? Spero proprio che Brzeziński abbia ragione. Guardando l’Ucraina di oggi, non posso fare a meno di compararla con la Polonia degli anni ‘80 e ‘90. L’esempio offerto dal mio paese mostra chiaramente che la trasformazione, la riforma, la democrazia e un modello economico moderno possono portare i loro frutti. Nel 1991, quando la Polonia ha firmato l’accordo di associazione con l’UE, io ero sottosegretario di Stato nel secondo governo Solidarność. Quel giorno, tutti abbiamo pensato che la Polonia avrebbe aderito alla Comunità europea nell’arco di cinque o sei anni al massimo, e invece ce ne sono voluti due volte tanti: l’opera di trasformazione e preparazione all’adesione è stata molto più difficile e impegnativa di quanto avessimo pensato inizialmente, ma ne è valsa la pena. Dai sondaggi condotti risulta che, in Ucraina, oltre il 50 % degli intervistati è favorevole all’integrazione europea. L’entusiasmo che regna tra i cittadini ucraini rappresenta un’opportunità che le autorità non dovrebbero lasciarsi sfuggire. L’UE, da parte sua, non vuole costringere l’Ucraina a firmare l’accordo di associazione, che di per sé non è né contro la Russia né contro qualsiasi altro paese. Il nostro unico desiderio è che gli ucraini possano esercitare il loro diritto di scelta. Non è possibile ignorare questa voce che si leva alta dalle piazze. Al momento della pubblicazione della newsletter, una delegazione del CESE, presieduta dal Presidente Malosse, stava per recarsi in l’Ucraina. Un resoconto della visita ● sarà pubblicato nel prossimo numero. IN BREVE Il CESE presenta a Nicolas Hulot le proprie riflessioni sulle priorità ambientali La presidenza greca si troverà ad affrontare dei compiti difficili visto che dovrà raggiungere un equilibrio tra i primi segnali di crescita, una coalizione di governo fragile e un atteggiamento sempre più critico nei confronti dell’UE, a livello non solo nazionale bensì anche europeo. ” Unire le forze con la nuova presidenza La presidenza greca del Consiglio dell’UE sarà efficiente sotto il profilo dei costi, disponendo di un bilancio limitato di 50 milioni di euro. Essa terrà 14 riunioni ministeriali informali ad Atene, presso il centro congressuale ed espositivo Zappeion, oltre a 100-120 riunioni di diversi gruppi di lavoro o del Coreper. Le altre riunioni, tra cui anche i vertici dell’UE, si terranno per lo più a Bruxelles. Al contempo va rilevato che è già stata instaurata una stretta collaborazione con la futura presidenza italiana, in vista della creazione di una piattaforma comune per la presidenza dell’Unione europea nel 2014, promuovendo l’allineamento dei programmi dei due paesi in materia di immigrazione clandestina, economia ed energia. Il vice primo ministro, nonché ministro degli Affari esteri greco, Evangelos Venizelos ha definito il 2014 “l’anno del Mediterraneo, che potrebbe promuovere un concetto diverso e alternativo del futuro dell’Europa”, nell’ottica di una maggiore integrazione dei paesi in ● posizione più debole. © Nick Pavlakis © Ministero degli Affari esteri greco; fonte: http://www.gr2014.eu/ tro nelle priorità che la quinta presidenza greca si è fissata. Non sorprende che al primo posto della sua agenda figuri il trittico crescita, occupazione e coesione sociale, elementi che, oltre ad essere indissolubilmente legati tra loro, riflettono le esigenze nazionali della Grecia. Essendosi ritrovata al centro della crisi del debito che ha colpito l’intera Unione europea, la Grecia cercherà di affrontare la crisi economica e finanziaria nell’area dell’euro e di completare l’architettura della nuova UEM, soprattutto promuovendo un’unione bancaria. cedente il vertice del partenariato orientale. In tale occasione, numerosi oratori ucraini hanno detto chiaramente che si trattava di un rinvio, e non di una decisione definitiva da parte dell’Ucraina. Come un delegato ha fatto notare, non ci si poteva certo aspettare che l’Ucraina firmasse l’accordo con l’UE proprio al principio dell’inverno, di fronte alla tacita minaccia di ritorsioni da parte della Russia sotto forma di blocco delle forniture di energia, come già era avvenuto nel 2006 e nel 2009. Alcuni gruppi, soprattutto nell’Ucraina orientale, temono - chiaramente - che un accordo con l’UE possa danneggiare le relazioni commerciali con la Russia. Tra gli operatori economici in Ucraina c’è anche chi non ha alcun interesse a rendere l’economia più aperta o trasparente. Per maggiori informazioni si rimanda al sito: http://www.gr2014.eu/ Nicolas Hulot, inviato speciale per la protezione del pianeta e Henri Malosse, Presidente del CESE Il 27 novembre Nicolas Hulot, da poco nominato dal Presidente della repubblica francese “inviato speciale per la protezione del pianeta”, ha incontrato il Presidente del CESE Henri Malosse e i rappresentanti della società civile europea. L’incontro si è svolto a Bruxelles, presso la sede del Comitato. Hulot si è intrattenuto con i relatori e con il presidente dell’Osservatorio dello sviluppo sostenibile su argomenti d’interesse comune, ad esempio l’attuazione del dialogo europeo sull’energia, la promozione dell’economia verde e il quadro post-2015 volto ad eliminare la povertà e ad assicurare la sostenibilità ambientale. Egli ha concentrato la sua attenzione sulle proposte specifiche sostenute dal CESE e sui percorsi innovativi che il Comitato sta esplorando, e ha concluso sottolineando la necessità di garantire la partecipazione della società civile alla conferenza sul clima COP 21 che si terrà a Parigi nel 2015. Hulot e il Presidente Malosse hanno avuto un lungo colloquio sull’importanza di coinvolgere i rappresentanti della società civile al fine di rafforzare la democrazia in Europa. Con la sua visita, Nicolas Hulot, ex giornalista e leader di un’importante ONG francese impegnata a favore dell’ambiente, ha voluto anche richiamare l’attenzione dei soggetti pubblici, nazionali ed europei, nonché dei consiglieri del CESE, su una serie di priorità ambientali, dalla tutela della biodiversità alla protezione degli oceani e alla lotta contro il traffico delle specie minac● ciate. (hb) CESE info — Gennaio 2014/1 Christine Lagarde e i membri del CESE discutono Thierry Libaert si aggiudica della ripresa economica durante la sessione plenaria il premio IEC (Intelligenza economica e competitività) 2013 ■ Sostenere la domanda sollecitando la BCE a mantenere bassi i propri tassi d’interesse principali per non mettere in pericolo le banche nazionali e i governi. ■ Ridurre il debito in modo da rendere disponibile del reddito e sostenere i consumi e gli investimenti. Il 4 dicembre scorso l’Accademia francese dell’intelligenza economica ha conferito il suo premio 2013 per il miglior libro dell’anno sull’intelligenza economica. Il premio è andato al consigliere Thierry Libaert e a Nicolas Moinet, suo collega dell’università di Poitiers, per il libro La communication, domaine oublié de l’Intelligence économique, di cui sono coautori. Nel premiare quest’opera, la giuria ha voluto mettere in risalto l’evoluzione dell’intelligenza economica e far comprendere meglio l’aspetto ● comunicazionale di cui questa si deve dotare per giungere a maturità. (ab) ■ Consolidare i mercati generatori di crescita e occupazione con riforme mirate in ciascuno Stato membro volte a migliorare la produttività e la flessibilità, oltre che a creare nuovi posti di lavoro. Christine Lagarde, Direttore generale del Fondo monetario internazionale Il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde è stata invitata a partecipare a una sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo. Con la crisi che continua a farsi sentire, il CESE ha discusso dei timori riguardanti le ripercussioni delle politiche di austerità e si è chiesto se queste siano davvero in grado di risanare le economie dei paesi UE. A nome del Comitato, il Presidente Malosse ha espresso tutto il suo apprezzamento a Christine Lagarde che, pochi mesi fa, ha pubblicamente riconosciuto quanto sia importante non sacrificare la crescita sull’altare dell’austerità. La società civile è convinta che si debbano esplorare altre strade. “Se ci spingiamo oltre lungo il cammino dell’austerità, rischiamo di rimettere in discussione il patto sociale e di mettere in pericolo la democrazia. Non è forse giunto il momento, ad esempio, di pensare ad una ristrutturazione di alcuni debiti, pubblici o privati?”, ha proposto Malosse nel suo discorso inaugurale. Il direttore generale del Fondo monetario internazionale ha ammesso che, malgrado i risultati piuttosto incoraggianti dell’ultimo periodo, è ancora presto per parlare di “successo” e che bisogna “fare di più” per uscire dalla crisi. Benché le previsioni indichino un incremento della crescita (1 % nel 2014), “possiamo davvero affermare che la crisi è ormai alle nostre spalle quando il tasso di popolazione attiva senza lavoro è al 12 %?”, si è chiesta Lagarde nel corso del suo intervento al CESE. Ha quindi elencato quattro priorità per rilanciare la crescita e l’occupazione in Europa: ■ Potenziare il credito in particolare grazie al completamento dell’Unione bancaria, con un meccanismo di vigilanza unico e un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie corredato di una rete di sicurezza comune. Il CESE ha inoltre invocato una serie di grandi trasformazioni strutturali, chiedendo in particolare che la reindustrializzazione venga considerata una priorità in Europa e che sia infine completata l’Unione economica. Per raggiungere questi risultati, il Comitato sta mettendo a punto un piano d’azione e un programma intesi a far avanzare la convergenza sul piano sociale, fiscale e di bilancio tra i paesi ● dell’Unione. (ll) “ Non è forse giunto il momento, ad esempio, di pensare ad una ristrutturazione di alcuni debiti, pubblici o privati? ” Hans-Joachim Wilms, Vicepresidente del CESE, Christine Lagarde, Direttrice generale dell’FMI, Henri Malosse, Presidente del CESE, Jane Morrice, Vicepresidente del CESE, e Nicolas Alexopoulos, Segretario generale facente funzione del CESE. la coppia scienze di gestione / scienze dell’informazione e della comunicazione, ma anche le scienze economiche, politiche, giuridiche e - per quanto ciò resti ancora a livello embrionale - la psicologia sociale o la sociologia. Thierry Libaert, membro del CESE CESE info: Insieme al Suo collega Nicolas Moinet dell’Università di Poitiers, Lei è stato recentemente insignito del premio IEC 2013 (Intelligenza economica e competitività) per l’opera intitolata: “La comunicazione, settore dimenticato dell’Intelligenza economica (IE)”. Potrebbe raccontarci qualcosa di più sull’argomento di questo libro e spiegare ai nostri lettori che cos’è l’intelligenza economica? Thierry Libaert: L’intelligenza economica è la capacità di comprendere finemente e globalmente un ambiente complesso, e di prendere la giusta decisione. Sul piano sia scientifico che pragmatico l’intelligenza economica rientra nelle scienze umane e sociali. Benché sia nata al di fuori del quadro accademico, essa si è tuttavia sviluppata al crocevia di diverse discipline, tra cui Nella Sua opera Lei ha cercato di rimettere la comunicazione, che va oltre la semplice gestione dell’informazione, al centro dell’intelligenza economica. Perché? La comunicazione è la cenerentola delle pratiche di intelligenza economica, e l’analisi comunicazionale appare come la grande assente della ricerca su questi temi. L’intelligenza economica è alla ricerca dei suoi principi fondamentali, in particolare dei concetti operativi (stretto legame tra teoria e pratica). La maturità di tale disciplina presuppone la trasformazione dell’informazione cosiddetta “strategica” in conoscenza, del “sapere per agire” in “sapere ossia agire”. Tale sviluppo richiede di capire meglio e di integrare appieno l’aspetto comunicativo di un’intelligenza economica che, troppo spesso, è limitata alla gestione dell’informazione, per quanto qualificata come strategica, oppure a una visione ristretta e persino semplicistica dell’informazione. A nostro avviso, questa problematica è al centro dell’intelligenza economica, che non è riducibile a un insieme di strumenti o di metodi, ma va concepita anche come una politica pubblica, un modo di pensare e persino ● una cultura. LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI Basta alle pratiche abusive sui pagamenti tramite carta Il Comitato raccomanda di fissare, per i pagamenti elettronici con carta di credito e di debito, commissioni inferiori a quelle attualmente proposte e di estendere le misure del pacchetto ai servizi di pagamento online e tramite telefonia mobile. I costi di pagamento, i problemi relativi alla consegna e infine le preoccupazioni giuridiche e di sicurezza ● mettono un freno alle transazioni via Internet. (ail) La siderurgia europea sul viale del tramonto: un destino inevitabile? Dipendendo da settori come quelli dell’automobile e dell’edilizia, l’industria europea dell’acciaio è stata colpita molto duramente dalla crisi economica. Molti stabilimenti sono stati chiusi, con la perdita Nel suo parere dell’11 dicembre sul testo della Commissione, il CESE invoca infatti l’adozione, accanto al Piano d’azione che avrà effetto a lungo termine, di soluzioni più immediate e concrete. Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di sostenere la domanda di acciaio europeo, sia internamente che all’estero, e far sì che i produttori di acciaio dell’UE abbiano accesso ai mercati dei paesi terzi grazie a pratiche commerciali leali. Tuttavia, reputa anche che tutto ciò non sia sufficiente. Le politiche generali e di lungo termine devono essere accompagnate da azioni più rapide e concrete”, afferma infatti Claude Rolin (gruppo Lavoratori, Belgio), relatore del parere. © Zhu Difeng Vincent Farrugia, membro del CESE Il CESE ha chiesto che i cittadini dell’UE possano effettuare semplici pagamenti elettronici via Internet, a livello sia nazionale che transfrontaliero, in maniera economica ed agevole. “Il dibattito su come iniziare a smantellare la costosa struttura imposta dai servizi di pagamento tramite carta che dominano il mercato del denaro di plastica è andato avanti per troppo tempo”, osserva Vincent Farrugia (gruppo Datori di lavoro, Malta), relatore del parere del CESE sui servizi di pagamento. di oltre 60 000 posti di lavoro. La Commissione europea ha appena varato un Piano d’azione per l’industria siderurgica europea, ma il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che ciò non sia sufficiente. Il CESE reputa che il Piano resti piuttosto vago e non affronti in maniera adeguata la dimensione ciclica della crisi. Affinché la siderurgia conservi la sua importanza strategica per l’industria manifatturiera e l’occupazione europee, ed onde evitarne un ulteriore contrazione, il CESE esorta quindi ad adottare una serie di misure urgenti. I punti principali della proposta del CESE: • effettuare una valutazione dettagliata della capacità esistente; • agevolare l’uso e il trasporto dei rottami e impedire le esportazioni illegali; • assicurarsi che i fondi strutturali dell’UE siano allocati prestando la debita attenzione alle esigenze del settore; • attuare misure temporanee di sostegno pubblico per mantenere la forza lavoro nell’ambito dell’industria siderurgica; • stimolare la domanda nei settori siderurgici a valle; • garantire un sostegno molto più forte, anche con fondi pubblici, agli investimenti nello sviluppo di tecnologie e processi nuovi, che suscitino un ulteriore potenziamento di impianti e stabilimenti; • introdurre un modello sostenibile di produzione dell’acciaio; • concentrare gli interventi del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione sull’anticipazione dei cambiamenti, ad esempio agevolando l’introduzione di nuove tecnologie e aiutando i lavoratori ad adattarvisi. “In particolare, si devono considerare con attenzione le specificità del settore. Qualche esempio? In tutta l’UE, bisognerebbe fare in modo di compensare gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica; e gli obiettivi di riduzione delle emissioni prodotte dall’industria siderurgica devono essere realistici, sul piano economico come su quello tecnico”, aggiunge il correlatore Zbigniew Kotowski (gruppo Attività diverse, ● Polonia). (ail) Per ulteriori informazioni : http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.opinions p CESE info — Gennaio 2014/1 3 La passione di Eve Päärendson per il paese del Sol levante Béatrice Ouin, membro francese del gruppo Lavoratori del CESE e rappresentante dei consiglieri in seno al comitato di redazione di CESE Info, Eve Päärendson, intervista i suoi membro del CESE colleghi del Comitato per conoscere meglio i loro interessi. Di recente ha incontrato Eve Päärendson, membro estone del gruppo Datori di lavoro e direttore del servizio Relazioni internazionali presso la confederazione estone degli imprenditori. CESE Info: Lei è entrata a far parte del CESE nel 2004, quando l’Estonia ha aderito all’UE. A quell’epoca era molto giovane (e lo è ancora): come è stata scelta per diventare membro? Eve Päärendson: ero già membro del comitato consultivo misto CESEEstonia e quindi conoscevo il Comi- tato. Entrarne a far parte è stata quindi una logica conseguenza. È stata la mia stessa associazione a propormi come candidata. Sono lieta di poter dire che in quel periodo molti altri nuovi Stati membri hanno nominato consiglieri giovani, e continuano a farlo anche ora. Il nostro lavoro ne guadagna in equilibrio. Per di più, la mia partecipazione a vari gruppi in cui figuravano paesi terzi è stata molto utile alla mia organizzazione; essa è stata così coinvolta direttamente nell’elaborazione delle politiche dell’UE verso questi importanti paesi, da cui ha potuto ricavare eccellenti contatti e opportunità di messa in rete. Quale è stato, secondo Lei, l’apporto della Sua presenza al Comitato per la Sua organizzazione? Come fa a comunicare efficacemente l’Europa nel Suo paese? Il CESE è l’unico organo ufficiale dell’UE in cui siano rappresentate le imprese. Il Comitato offre a me e alla mia organizzazione una rete imprenditoriale più ampia e utilissima. L’appartenenza al CESE consente di avvicinarsi per tempo al processo legislativo e decisionale dell’UE, e di accedere più facilmente ai personaggi di spicco sulla scena europea. Come tutti sappiamo, nel settore delle relazioni internazionali è essenziale avere contatti affidabili. Riferire le questioni europee nella propria realtà nazionale è uno dei compiti più difficili. Quello degli affari è un mondo pragmatico, che vuole sempre capire in termini concreti quale valore aggiunto deriverà da ogni singolo atto legislativo. È inevitabile che vi sia un certo livello di confronto tra le capitali nazionali e Bruxelles, tra l’altro a causa dei mezzi di informazione e dei politici locali, che vogliono prendersi il merito di tutte le buone notizie, riversando su Bruxelles la colpa delle altre. Inoltre le azioni dell’UE richiedono tempo per dare i loro frutti, cosa che rende la comunicazione ancora più difficile per noi che siamo coinvolti sui due fronti. A mio avviso l’UE dimentica troppo facilmente che, per chi non la conosce a fondo, è difficile comprendere le sue decisioni. Come rimedio sarebbero utili, secondo me, delle visite di studio a Bruxelles, che aiutino i cittadini a capire il funzionamento delle istituzioni. Lei è strettamente coinvolta nelle relazioni tra UE e Giappone. Come mai? Il Giappone è un importantissimo partner strategico dell’UE, con cui condivide valori e principi fondamentali. Abbiamo in comune anche una serie di sfide, tra cui una struttura demografica in rapido cambiamento, l’esigenza di una sicurezza energetica e informatica e la necessità di riavviare sul serio la crescita. I negoziati in corso tra UE e Giappone sono essenziali per entrambe le economie. Un accordo commerciale efficace dovrebbe far aumentare fino al 30 % le esportazioni dell’UE verso il Giappone, far crescere il PIL europeo dello 0,8 % e creare almeno 400 000 nuovi posti di lavoro negli Stati membri. Per il Giappone, l’accordo dovrebbe produrre una crescita del PIL pari allo 0,7 % e un aumento del 24 % delle esportazioni verso l’UE. Avendo già avuto a che fare con il Giappone nella mia attività professionale, sono stata coinvolta nell’elaborazione del parere di iniziativa del 2006 sul tema Le relazioni tra l’UE e il Giappone: il ruolo della società civile. È nata così l’idea di creare, nel 2009, il gruppo di contatto CESE-Giappone, e da allora in poi il CESE ha ampliato notevolmente i propri contatti con interlocutori non statali giapponesi. La cultura giapponese è unica da tanti punti di vista: perfino la concezione della società civile, in Giappone, è differente dalla nostra, ed è proprio questo uno dei motivi per cui il dialogo con quel paese mi ispira tanto. Con il Giappone ci sono sempre opportunità stimolanti di impa● rare qualcosa di nuovo. IN BREVE Le nuove sostanze psicoattive: Valutare i rischi e ridurre al minimo i danni delle “droghe legali” Occhi puntati sulle elezioni europee del maggio 2014 © Atomazul Sapevate che… Il 27 novembre scorso il CESE ha riunito rappresentanti dell’UE, accademici, esperti sanitari e altri addetti ai lavori per discutere delle nuove norme proposte dalla Commissione per individuare e ritirare dal mercato le sostanze psicoattive dannose senza comprometterne gli impieghi industriali e commerciali legittimi. Le conclusioni del convegno saranno fatte proprie da un parere del CESE su queste norme che sarà messo ai voti nella sessione plenaria del CESE di gennaio. “Le norme proposte ridurranno in parte l’offerta di queste nuove sostanze, ma non è detto che lo facciano in maniera efficiente e tempestiva: è necessario prestare più attenzione a ridurre anche la domanda, e assicurarsi che le misure di controllo si fondino su dati sanitari e sociali anziché sull’opportunità politica”, dichiara David Sears, relatore ● del parere del CESE. ■ l’anno scorso 2,2 milioni di persone hanno acquistato nuove sostanze psicoattive (mefedrone, metilone e ketamina), per un valore complessivo di mezzo miliardo di euro; ■ negli ultimi tre anni sono stati aperti negozi specializzati nella vendita di nuove sostanze psicoattive in almeno 13 Stati membri, mentre online il numero dei negozi di questo tipo è quadruplicato; ■ si stima che il danno causato alla salute dei cittadini da queste sostanze sia quantificabile in 211 milioni di euro, e che il costo delle attività di contrasto sia di 117-144 milioni di euro all’anno; ■ le imprese produttrici di queste sostanze hanno sede in paesi terzi (Cina e India) e si adeguano rapidamente alle nuove restrizioni offrendo sostanze alternative. (ail) CESE info Caporedattrice: Coordinamento generale: Béatrice Ouin – rappresentante dei membri CESE nel comitato editoriale (FR, gruppo Lavoratori) Maciej Bury (mb) Agata Berdys Hanno collaborato a questo numero: Alejandro Izquierdo Lopez (ail) Eleni Kindyni (ek) Henry Borzi (hb) Laure Limousin (ll) Leszek Jarosz (lj) Indirizzo: Comitato economico e sociale europeo Edificio Jacques Delors Rue Belliard 99 1040 Bruxelles BELGIO Tel. +32 25469476 Fax +32 25469764 E-mail: [email protected] Sito web: http://www.eesc.europa.eu Circa 200 esperti di comunicazione provenienti da organizzazioni della società civile, istituzioni europee e nazionali, università ed organi d’informazione si sono riuniti a Bruxelles il 25 e 26 novembre per il 7° Seminario annuale della società civile sui media, organizzato dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) in partenariato con il Parlamento europeo (PE). Conto alla rovescia Il seminario si è svolto quando mancavano meno di 180 giorni alle prossime elezioni europee: tra i partecipanti era quindi palpabile la necessità e l’urgenza di elaborare nuove modalità e strategie per “comunicare l’Europa” ai cittadini, assicurandosi che vengano raggiunti dalle informazioni pertinenti. Jane Morrice, vicepresidente e responsabile per la comunicazione del CESE, ha “dato il la” al dibattito affermando, nel suo discorso di apertura, che “è necessario fare di più per cancellare nei cittadini l’immagine di una Bruxelles anonima, distante ed elitaria”. Morrice ha suggerito di ripensare le strategie di comunicazione in vista dell’appuntamento elettorale del maggio 2014, e sollecitato tutti - le istituzioni europee, nazionali e regionali come pure le maggiori organizzazioni della società civile - a fare la propria parte per far comprendere ai cittadini l’importanza dell’Europa: “perché l’Europa” - ha aggiunto - “conta davvero”. Il tuo voto per scegliere che direzione dare all’Europa Uno dei panel di discussione riunitisi nell’ambito del seminario verteva in modo specifico sulle sfide in materia di comunicazione poste dalla campagna elettorale europea 2014. La prima fase della campagna di comunicazione del PE è iniziata in settembre, e sarà seguita da una fase “tematica”, incentrata sulle attività del PE, poi da una dedicata al voto (“Vai a votare”) e infine da una riguardante l’esito della consultazione elettorale, ovvero che cosa accade dopo il voto. European Economic and Social Committee Civil Society Media Seminar 25-26 11/2013 EESC, Rue Belliard/Belliardstraat 99, 1040 Bruxelles/Brussel www.eesc.europa.eu Il messaggio non è “vota perché ti piace l’UE “, bensì “vota se vuoi scegliere che direzione dare all’Europa”. Molti di coloro che hanno preso parte al seminario non hanno nascosto le proprie preoccupazioni per l’insufficiente cooperazione tra le istituzioni dell’UE. Non c’è dubbio che l’Europa “agisca, reagisca e decida”, ma come fare per dimostrarlo all’elettorato? Secondo uno degli intervenuti, a contribuire all’ignoranza e alla confusione riguardo all’Europa sono probabilmente le stesse istituzioni europee, che troppo spesso forniscono risposte isolate e non riescono a coordinare le rispettive campagne di comunicazione. Altri oratori hanno invece messo in guardia contro la tentazione di credere che comunicare di più sia un modo sbrigativo di risolvere i problemi. “L’UE comunica di più quando è in difficoltà” ha osservato uno di loro, aggiungendo che il dibattito pro e contro l’Unione è il sintomo di una democrazia sana. Chiudendo i lavori del seminario, il vicepresidente del Parlamento europeo Othmar Karas ha detto che il successo della campagna di comunicazione dipenderà in gran parte dall’impegno con cui ciascuno contribuirà a trasmettere i messaggi appropriati. Le prossime elezioni europee saranno molto diverse, dato che le scelte degli elettori avranno molto più peso nel decidere che cosa debba o non debba fare l’Europa. Karas ha quindi concluso esortando a “darci una mano a diffon● dere questo messaggio”. (mb) Jane Morrice, vicepresidente del CESE e Emily O’Reilly, Mediatore europeo Il CESE info è inoltre disponibile in 23 lingue, in formato PDF,, sul sito Internet del CESE: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione ddelle sessioni plenarie del CESE. Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo. CESE info è inoltre disponibile in 23 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del CESE: URL: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info CESE info non può essere considerato un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE. La riproduzione - con citazione della fonte - è autorizzata (a condizione di inviare una copia alla redazione). Tiratura: 12.310 copie. Prossimo numero: febbraio 2014 Gennaio 2014/1 QE-AA-14-001-IT-N INTERVISTA TRA COLLEGHI