Museo della marineria - Associazione Nautica Marina Vecchia asd

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Museo della marineria - Associazione Nautica Marina Vecchia asd
47042 Cesenatico Ita'ia
Vlale Roma 112
Te1.0547673287 Fax 0547 673288
Numero Verde: 800 556900
E·Mail: [email protected]
http://www.cesenatico.iUturismo
http://www.cesenaticoturismo.com
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www.adriacoast.com
Museo denaMarineria
IL PORTO-MUSED
DI CESENATICO
Non eda amibuirsi al caso se il "Museo
gallcgianre della ma rineria", per ora I'unico
esisrenee in Iralia, esorro a Cesenarico e ha sede nel
trano piu ancieo e eararrerisrieo del suo porro; esso
infani deve essre visro come la sintesi dl ranri
secoli di sroria marinara; di piccoli e grandi
vicende legare all e barche, alia pesca e ai trafflci
marini mi. Cesenarico, dalla sua origine fw o alla
svolra economiea del rurisl110, si esempre
idenrifiearo co n iI porro, e non solo nel nome
"Porro Cesenari co" , ma nel la voro, nella vira sociale
e poliriea; nel fermenro di esisrenze che
sea imenran dosi nel rempo hanno daro origine
all'anima del paese. Un'almosfCra che anco r oggi
permea Ie rive del porro ca nale, eo nro rnarc da
edif!el a schi era un rempo dimora di pesearo ri e
sede di maga7.7.ini per zolfo, sale, carbone e amezzi
da pesea. Un JPprodo alia foce di lin fiume
neJ]'anrichira s loentift ca
fors e con la loeali ra
romana-imperiale di
Ad Novas, un porro,
probabilm enre, siruaro
a mezzo fra quelli
piu imporra Jl(i
ui Rim ll1i e
Classe (Ravenna).
In ab bandono nei "secoli bu i" dopo
Ie devasraz ioni dei Longobardi, rinasee nel 13 14
grazie agli organici intcrvcnri di scavo e
si,remazionc realizzari dalla "Comu ll id di Cese na"
ehe des iderava uno sbocco alll1are per la propria
anivi ra mereaJl(ile.
Oa quella dara il po no di Cesenarico
ass unse una (rna im portJJlZa nella vira
econom ico-pol irica dell'alro e medio
Ad riarico, ca usa ndo invidie nelle
vicine cina che 10 disrrussero piu di
una volra; furono cosl nccessari
co ntinui Iavori di ricosrru:zione
e porenzial11enro per malllcnerio
in er~ ci eflZa.
Per uno di guesri interventi di
rlsrrunurazione, nel serrel11b re del 1502,
Cesare boraia si affidera alr'archirccro er ingcgnero"
Leo nardo ga Vinci che cerchera di risoJ l'C fCI"annoso
problema dei banchi di sabbia nell'imboccalll ra, COl11une a (Uni i poni del liro rale t.miliano-Romagnolo. Sara necessario l110diflCare I'ori enral11enro e la lunghezza
delle si ngo le palizzale e
am pliare i bacini colle&dri
al porto affinche
I' acq ua del mare
possa enrrarec dccumularsi, bloccara da pamie mobili,
per poi deAuire co n rapidila durante Ie basse marce e
con cio rener libero I'ingresso.
Quesro accorgimenro llSJro con comin uira fino 31
moderno avvenro delle scay<]uici meccaniche consentl
al porro di Ccsenalico di manrcnere per diversi sccol i
una relariva agibilira che 10 resc in caso di (em peSrd
un approdo-r~ fugio piu sicuro di quanto non 10 fossero
i POrtI di Ravenna, Rimini e Pesaro.
Per quesro morivo il GranduG1 di Toscana,
Pierro leopoldo, nella seconda mera del sec. XVIII,
progerranao una srrada carreggiabile che collegassc
Ii Granducaro con la Ronuna Ponrifi cia, dopo aver
anenramCJ1(e analizzaro di verse possibili la, scelse alia
fin e qualc punto di arri vo iI porro di Cesenarico che,
a quel rempi, era aneora frequenraro in preva1enza dalle
imbareazioni da rrasporro.
Cagibilir;l ddl'imboecaru ra collSenrl anche a Giuseppe
Garibaldi . reduce dalla Mesa della Repubblica Romana,
di imba rcarsi iI 2 Agosro 1849 co n circa dueeento
uomini su rrediei Bragozzl da pesea c prendere il largo
p'er pon;lre soccorso a Venezia as,~diala, nonosral1lt
d mare fosse III rel11pesra.
La felice eonJ iZlonc del porro di CC8enarieo non rese
possibili solo aicuni dl-Vtni menri srorici di rilicyo,
ma anche, e quesro e l'asperro forse piu ImpOrtante,
l'evolve rsi di una vira quoridiana lega ra aHa cul ru ra
mareriale della pesea e del piccolo e medio uao porto
marin imo. La possibili ra (Ii rrova re lJI~ sieu ro
ricovcro du rJ nte Ie bun-asche fi n] infani per
anirare nel la prima mCta deJrOrroeenro
Ie barche dell e alrre marincric, in panicolarc
della cirra di Ch.ioggia, ehe si sp mgcYJ coi
,uoi nen bragoZ71a peseare davanri alia
cosra romagnola: esse uriliz2arono con
sempre maggior frequel17,a l' ospir:Ile porto
di Ccscna([co, Ilnene numerose Jamlglie
al seguiro del Paron Vi ncenzo B3.lblll
nnirono per prendervi stabile di ll1ora.
A que.lra prima immigraz ione feee scguiro un'alrra nel periodo preccdcnre if secondo conO ino mondialc, qllella delle Paranzc marchigiane, b non n1('I1Oimponamc rradiTione
marinara (he prowniva
p r ici ~dll1c:nrc dalb l ilt;\ tli
San Benedmo del Troll[(J.
Cosl dall,\ fusione di due grandi marinerie con
guella locale ha originc la culru ra dclmare che e
formari va per il pescarorc roll1a~nolo e
cesenarict'llse in parricoiare; ed e co n questa visione
sroriea che si eimposrara la rieered, porro per
porro, nel rrano dl eosra che va da Pcso ra a Triesre,
aelle imbareazioni a I·da da salvare, restaurare
cd esporre in armamenro nel suggcslivo pono
di Ccscnarico. Nella Sezione galTegiantt: Clel Museo
sono quindi raccolri i prororipi delle barche
dell'al ro e medio Adriarico, con Ie colorate vele al
rerzo, che frcquenrarono iI porro di Cesl'narico
dopo la scomparsa della vela larina e prlma
dell'avvenro della morori7'z azione.
~ell a furura Se/.ione a {nra, che integrera
il "Museo all'apeno" del cene ro srorico, I·crt·an no
espoMi gli oggeni e gli srrumenti d' uso nella
mari ncna; saranno opporrllnamcnrc illumarc
Ie tecn ichc di co5 rruzi on ~ degJi seaf!, \.judie lIsare
per j vari lipi di pesca e pef Ia manovra delle \iele.
C~~enal iro og~i , con Ie sue Jar;tlle, c:J nali e vene
d'acgua , eanU1.e un importanee cenrro per la
moderna nautica cia dipono;
col Musco sui POrtO, (he evoca
Ie dure esperienze umanc cid
passaro, porra raggi ullgcrc fra
J'alrro 10 scopo d'lJ1segnare aile
presenri e furure generazioni
un modo cerramt'lllr pill
consapevoic di viI-ere II mare.
Brul/fi B,d/frill
L)I>("({m·~ MlISi'{I
rI..f/,1 ,\I,niJlalll
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BRAGOZZO Lrmghl"'..:m.
1111.
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mI. 2,90
Ultimo
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a Cllloggill lid (olilim di
GJll1'onlli Srl,im'ol/, ill dllln per (lrd iCo"~icillla. Nfl 1960fu rI/,pl;c,uo il71Iorm'e a Rllo;1It dl1l~ rbb, 1,1nlil/rirnl'l
11M 1082 D
Ullilllo pmpnrt./7/II: :;,/llii AJlg,mo
L., b.. ral ;. SluM J(gllls/m,1
E' ~ l dl a ri:mre'l.l.ata per la vel,l, risperrando il tipo,
I BRAG OZ! I barche ca ratteristiche del la zona di Venezia, uril izzav:mo
vari sislemi di pesca e si spi IIgevd no in tuto I' Adriatico c anche olm
facendo base nci porri sia della nostra costa che in quelli dcll'Istria e
della Oalnm ia,
Si deve ai loro eq ui paggi se eSlaw manrenulO su lle coste dell'Aciriarico
illinguag;;,io cd i termini che m no slali di({li\i dai VeneZiaJl i,
II BRAGvZZO, anchc sc a fo ndo pimo, era u na barca petfetta per
il rr<li no della rete e navigava in modo soddisf.Jccnre, port:\va in genere
due a1 bcri che issavano velc al terzo, era di costru7.ione molw solida e
non richicdeva zavorra .
Gli scafi, scmpre dipinti di nero, avcvano a prora deco razioni, Ie ve!e
Clano col orate e porravano i ~egni del "paron". Casta di pro r;! era
retroflm a e la popa quasi a specch io.
Gli cqu ipaggi erano formati da tr<: a cinque uomini ch~ spesso
apparienevano allo 5ttSSO nuci eo fam ilil ar~ , I vecchi a bordo risCLlorevano
un grande rispeno e guando c'era burrasca salivano suI ponte
consigliavano sapieml ma ll ovre e camavano vfechi e canlO ni .
I bragon i chioggioni fu ro no da sempre ospi ti del porto cii Ce~enarico e
molte ramiglie chioggiorre si nasferirono qui . Qua-Il do (' r~ no in pon o,
i chioggioltJ rammcnclavano Ie re ri, SCCCJvano Ie seppie, /accvJno
la polent a c litigavano era loro , sempre,
IIrl1 932 d,///:4zmu/', dl SQ!(gIOT1lU
cllt IhI tfSSltnWlm,he' IlWttt ~
dtimr,Tflm
Bragozzo
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IJE/"NA (oJlruif,1 " Bd/lIl'ilr II'" 1<J6) em/im: ( .rmpi Adolfo
Uilimi l,mpl';"ld'; pel' 8 (0"111
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11II'X"d( (OIlWSII d,rI/" Cd/llm,,(i
C<JIIIIIJm·i" . !"dwrrirl. ~l'ligl<l!lIIm
(tlgrl,·.,ltur.l rli Fmlt
Battana
Le BATr ANE, che poreva no csserc piu piccole 0 pi li grandi
clell'esempbre t'spoSto, er;l no nu mer osi~s imc . Rapprescnldva no a parira
di el imcnsion e il tipo el i barche pill econOlll ieo e p'ill sempl ice da
comuirsi e risulravdno anche Ie barche pi ll versanli .
Potevano pescarc come Ie LANCE, cd erano adarre a molrissimi servizi.
Non ~ c,cluso che l'csemplarc espos[o. nel periodo ci'oro del
conrrobbando delle sig<uertc e quando era di alai padron i ab bia
coliaboralO co n profitto m questo campo.
In genere Ie BATTANE por rav~n o un solo albero abbartibtle e iSJ"ano
LI ll a \feb al ttrW cd anchc: un flocco. per meriro del grande til~o nt,
nOnOSlallte il fon do r iatto, navigJI'Jll 0 a vda in mod.o soddisfaceme.
Ogni peZ7.0 della lo ro srr UJ[ura era reuil ineo qllind i tacilmente
reperib ile in ogn i segh~ria , QUe5[O falto dava 1I1l'impressionc di
eccessivd semplici ra mG Ie forme n anGtanto ben studia~e che il tlJrto
risultJvd gradevole.
Erano dipinte di ((Ilmi vivaci e sui lati della prora spesso porravJno,
in ricordo degli o ~c hi , due stelle. Sc: c erd mare cadendo nel cwo
elcl l'onda barrcvano con lragore e da questa deriva illoro nome.
Le persone di Cescnarico che nOll erano peKawri di professione e che
erano appassionali di pcsca con Ie nass!' c di p CSCJ agli soomberi si
facel':mo Ull a piccola BATTANA ~ andavano in mare nd tempo libero.
La BAT 1ANA di questa tipo era dena BATTAt\i\ R011ACNOLA.
BRAGOZZO D'ALTURA
I:esempla re esposto rappres('nt;1 nel Museo, quei BRAGOZZI che,
r solldi! ;[ e granden a, erano ada rci ali a pesca d'al tomare.
uesrc barche racco lsero dalle TARTANE, barche che ~i e~tinsero
al a fi ne del 1800, Ia tradizione di lunghe campagne di pesca in mari
abbastanza lonrani dJ casa.
Esse si riunivano in "compagn ie" accc((ando ul1'organizzazione severa
c mericolosa. rra i "Paron!" aelle barehe che si cos(t[uivano in
compagnia veniva elerro iI "capo di mare", che srabiliva i segnaJi segreri
a CUI ogni barca doveva arrenersi.
Yen iva cosl ordi naro quando si dovevano calare Ie reri , quando si
dovevano "salpare", quando bisognava merrersi in panna ptr cedere
it pesce pescaro alia Darca che doveva andare a venaerlo nel porro piu
~
VICHlO.
LUlIgbtw/, /tI1_13.60 l.ard/Jew I: lilt 4_20 Not,,: ·SAN MA RCO" (ex.ilng,1t! B.) Com-lli/~ 11 Chioggi ll. Ultimo proprirl;lrio (~IPP'Il() f{( iI.;() U1li nl<t mll/nco!,t: \1'!1rziil 6I01
O lltilll baml
eJlilltl,l(qll /S/(UIl
fMf'Azimdu di Soggwmo
di Crsmlllico IIrl /91!3.
Bragozzo
dAltura
Ai seanali diurni e a quelli norrurni si univano i segnali per quando
c'era ta nebbia che, in genere, co nsisrevano in un numero convenuro di
colpi barruri sui fon do di un grosso secchio. In quesro modo la piccola
flona, (he spesso superava Ie (fieci uni ta, non si disperdeva nel mare.
Lamminisrrazione era complessa e molro anenta perche, alrrimenri, _
ogn i sparrizione degli urili avrebbe crearo litigi e frarr ure. Quello che fa
mera~lgli a eche, per quesra amm inistrazione, venivano usati ~egn i
preaitaberici e ch i la reneva era sovenre anch'egli analFabera_
Su quesre barche l'equipaggio non era inFeriore a 7/8 unira e, di norma,
una simile barca garan(Jva Ja sopravvive nza ad
alcunc famiglie.
La data di costruzione di quesra barca e
-'4.
sconosciura,
ma daJl o staw di deper im eJlro dei
/ \
mareriali, a parere
del maes tro d'asc ia, dovrebbe risalire
alla fi ne del 1800.
i.lIl1giJrzzo mI. ,~, ('5
Lnrih=4:
NOlll(:
/III
2.23
'iIW1NA " CnJlm il,1 £I
Gmoh(iI
11/'1
fl)4Y, UlIimo pmprietm'io: Ing. Srr;;/llo Tow I film/II 111(11),/,'01,,: 4 RAt 212 JI Rill1illl. Q lm1t1ll11illl rcuzilil/( ,>lIdl" ,mJllisllllil Jlrl1 979 ,M/'rlz/rtldu La barca era anco ra fornita della sua dmezza rura vd ica. Questo esemplare rappresenra la l1umerosa nO [[a di lance che popolo il porro di Cesenatico. Larmamemo vel ico fu sen-pre al rerzo, Ie lance oltre i nove, dieci metri spesso ebbero due alberi. Ca rant'risrica comune aile lance erano Ie aSle di prua c di poppa verttcali c ia lunga cltigli a. Erano fomite d.i due c~<;,saban (h i lungo Ie lIancare nei quali si caricava la zavo rra perche qut's re barchc avessero l' inerzia necessaria per pC5care con Ie re ri a SlfasclCO c col rabbio. Vi fu una LANCIA arrrezzata per la pesca dei de1ftni con la fiocina. A bordo non c'era posro per il "focone" per cui su quesre barche si mangiava scmp re roba fredda. La genre diceva: "I b nzir is mo r ad fam3" I Ogni LANC! '\. in genere era porrara da un pescarore eda un ragJZzo . La vila era durissima e occorreva ill ogn i cvenienza districarsi da soli. 'Ira i landri , che erano rutri prorondi conosciro ri del r~mpo e dd mare, si inconrravano I ripi piu indlpendemi, genre che non si so rroponeva volonrieri a tare parte di un equipaggio. Le LA NCE Ie cui forme sono giunre a noi am-averso i[ sud nOll si spillgevano a nord oltre la Romagna. Esse fra i tipi di barch e rradiziollali sono k piu recenri e quindi anchc dal punto di visra degli ornamcmi , Ie piu sobrie. dj Soggi"rIIQdi emf/(/{ iro < I'm,IIIMIII r UIi il (ollrrii'Il IQ ill/egr,de dt/tfJlle /'rOI'il/oilu­
P")' tl7i,willo di fodl .
Lancia
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Ulltlllfl lilli/ricO/II: RM ·dO [) til
Rlllli," /Jlrrmo 1'/'01', rmimo: ONOI-'RI ~'/wmj((}
L,T !J.J/u f ,T,,,,r "('!uTI/m,, I/r/
/981 t/,r//'lldmrl,T rIi .'>i).~~ 1m lin.
II TRABACCOLO DA PESCA 0 RARCIIEITO, che veniv<l cOSlruiw a
somigli:lmJ anche se pili piccolo Jellr.1baccolo da lrasporro, e]a barea che
co mr,lJdislifl5c la costa romagnola d:1 Pt'saro in ~1I . Qucsta imbarcaziollc e
caratrcrizz.ata nOll solo dalla forma della prua rna anche dagli oechi a fo rte
ritievo. E (hi osstrva quesle barche a \ ~1I1zarc nel no>rro mare J,llle onde
corte aveva I' imprcssionc (per il muurc delle ombre (he la Illee col pcndo
gli oceh i proim ,wd sullo Ica[o) che quegl i oCLhi avv6S"-ro lIna loro vita c
~cCjuistassero csrressioni diflerenti, a scw nda delle w ndizioni Jd lempo.
1 BARCH[IT crano solide c beUe barcht', adatle ,lila pese;! l on fe ti a
mascico. EsistevJno csemplari di va ric grandene da 12 a 16 merri ed
anche J 8 Illcrri. i pi li grossi ven ivJl1 0 impiegari per 1.1 reSCl e iluJSpono a
seconda dei periodi delJ'anllo. Essi portavano due alberi non 111 0 1(0
diHerl'nri, arm3 li (on velc al [erw. t: b pill grande delle due I'eie era L] L1d la
di poppa. JJ tLl ttOlfOvava equilibrio !lei gr~lll de limone che 51 spingeva
mol(O pili J rondo delL! chiglia. Ilel marc.
Lc persollc anzi,me (he, ncgli uJlimi tempi della vela, osservavano d,JI"
banchine i barchetri. Ii cti ncavano per la lendell7a a coSLrllire vd..- s~mprc
riu grandi .
Infau i, quando ;i ~ch i Jl1ta\'a un pen non.., esso H'nil'd sosriluilO da Ullll
un po pili IUJ:go e qu,lOdo si rinn ovava L1na vela. b si tagli:J.v~l LIn po pill
grande e protonda. Cos) i pennoni eli sorrovia si ,wvicinavano sC'lllprc pill
illa (Upena ,u cui operava I'equipaggio.
T UllO cib nOll era prudeme perche co$li[uiv;l lJl1 peri colo ma , in compenso.
il ri wl1lo JaJla pe~c.l ci ivt'niva ulla vera re(!alJ enrUsiasmallle tipo
"capitJll i LorJf%io si". L'Jp plicazionc dei n1orori mise fIne a questa sl.m cin
sporrivo c Ie veil: flni rono non solo di aumenw c , di superficic, ma
andlt' eli eSlsrcre e i loro colori non ornarono
~~ piu ~ nosrro mare.
~OPO IlIIght=
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93(,
Curn-liiTn II C./tWfgli/ Ilr/ J950
/lei .,/I"i",,' l'nmllgilJln Vllihl>
Ulufllo I'l'opm/l/J'/IJ ;" "ml'/I,I di
III1l'i~aZlmlt Fr film/! 2-1.
B,rlft,illi tiiTico GIO""l1l1i !II
C;oro
M,lfrico/,,: 11.5 Iltl 14J!J (,oro.
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rI"",mrillUlrI illT,,!!m!r
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drll/lmmTlIIsmlZlolie /'rOl'/II0,1ir
(f,
Trabaccolo
da pesca~
IItT.
Lmihr.u.t/: 1111 2.5;
NnllTf. "( RIS !1NA "
FlIrl!
Top 0
Fra Ie barchc tradizionali della zo lla di Venezia I TO PI
rapprcsentJ no forse, c: non solo nd nome, rna anch e nel le
fJ roporlioni e nell a iunghcna da 6 a 9 0 10 men'i, uno dci tipi
pili ami chi rim ~l\to invJri,llo .
I TO PI per Ie loro do ri c ]a loro agilira si erano molto diffusi
subendo, pen), qU J.lchc va ri azi o ne~
In Is rria avevano assLlnto misurc di l1l ag~ior rilievo e si (' ['ano
aVV IClnaU dl brago1.Zo, manr enendo, pero, 10 slanu o della prua
L ~sem plare qu i esposlO ricorJa i flumerosl TO PI che da Chioggia
e da Goro ven ivJllo in qucSlO po no .
Erano armati COll L1 na sola vcla aJ (erzo colorara e la loro pesca
eta [J ri ncipalm cnte qlI clla coi parang,di
11 TO rO , pur nella ~e m pj icir;l della costr uzione e col suo pome
solo parziale. consenrivCl li n razionale strunamento dea:li spazi
Cosil'.luil:lhilila dt:! TOrO , se lit neces, ita 10 rich iede~a , era
veramClllc not evole. Ba:;ti l'csempio di UI1 TO PO da sctle
metri di pi nlO di grigi o che faet'va spesso base ;] C<~sen atico,
il cui proprierario, un ch ioggio no. essendogli sc.lppara di casa
la moglie, si po rtava dictro un fi gli o grd ndicello e aue tlgli
piccollssimi . Nella sua fJic cola barea portav;] :lOchc
Ie a~[rezzaru re da pe,ca, i cerchi dei paLmgali e molLissi llli ami.
Le forme dello scafo rendevano il lOPO molto "dalto alb
voga. La prora e la poppa era.no ben racco rdate al (ondo che
era molto pill lunato delle al tfc barchc vcnete per facilitare
il clislmpegno quando la bare;15i fosse arcnarJ.
La barc3 era aneora fomita dei suoi pennoni. 11 pennone di sopravia e
molro lungo a riLordo delle vde !arine che Ie barehe delle !-,'Iarche e
dell'j\b ruzw usavano alleora nei primi dt'cenni di quesro seeolo.
Al posro della vela lanna Ie PARANZE adorrarono la vela al terw
perthe risu lral'a pi li sempl ice nelle manovre per ea mbi arc di bordo ,
pili adatta agli scan di ques to ripo e pili eeonomica perehe riehiedeva
un eqUipagglo menD numeroso.
QueslO esenlpla rc fu mnpre armato al terw e come tU rre Ie barehe
del ripo ebbe un albero solo.
1.e PARANZE .Ii splIlgevano per la pesea ncll'alro Adri aeico e furono oopiri del nomo porro dO'v e ,1sa na al' ure prcsenze fino al 1950. La lora prora a perro d'anatra esi mile a quella del rrabaeeo lo, ha gli oeehi rilevari e sull'asra rer[ofb:'a parra una berreua rossa ornata ai lari da due stelle. Solo Ie propo rzioni eambiano: maggior larghezza risperto alia lunghezza, minoee altena sorro il ponce. Quesle oJfche spesso venivano rirate in seeea slilia eosra o:lssa e gli uomin i (he su di esse opcravano rieordano aneora la gran farie a Cii Issare a bordo il profondo c pesanre rimone qu ando e'era mare. Prarieavano la pes ca can Ie reri
a srraseieo e prima della difTu sione
dei dive rgenci ti r~vano la rete
I. in eoppia da cui il nome di
PARANZA, eJO e di batehe
".:.\ ehe proeedevano a paro.
Questa barea aveva
::.',
un equipaggio di due persone.
[IIlIg/tea'l: m18.45 Lmglw"'1: 1IJ1 2.')]
Nn;I/,·; ''/11 flI HIIA" ( QUI'I"',I ",., nlllli", tli Bmlli Fil'I'l'o II S Vito 1/(11~/lil/q 1')5/ Uililllol'llIpril'ldJ'in:
MnSlrolJlilIlri Erivrrlil
U/III1111 IIIIIITi..o/lI: II. PC Of29
,,, fbl/'d
Q Ilf>1tI i m lJt7l'fllzil'/lr
It((l'WIIIIII
J983
11,1
Bragozzo
{con motore}
I ulIghaw: ml J.! ()U L1,.~hf2::.7; 11113. /0 Nqm,: "SAN /1/fCOl O
CDSlmlloll Chioggl" IIfllPH U/,imn/,rtlprj(flfli o; 8m/,,1d1l O,("r
Limbareazione pur es\endo reb livamente reeenee esrara va m a
da un eanriere di lun Sd rradizione marinara, rrattandosi
quindi di un dassieo bragozzo ch ioggio[[o
Sl rimanda per Ia dehnizione ripologlCJ
all 'a naloga scheda ril'ortata
in CJ uesto opuseolo.
II San Nicolo fu adibiro per alcuni
deeenni all'anivid della pesea,
scgul poi il desrino di moire
barehe d'epoea ll~ari: per diporro;
;lrcualmente eorm eggiaro
di rrorHe alb (asa
deUo scrirrore Marino Morerri,
~d cssendo doraro di morore
vicne urilizzaro con iI Barch(',
per Ie usei re in mare durance
Ie rradizionali manifesrazioni.
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til Crlf/wliro.
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eWll'llilo II CUII./il'll 111'1/9'25 UIIIIIIOpm!,ri,"'rio: Di Clr/II ArllllM"
~ ell' uso locale con rermine bo/'chCt si dchniscc il "rrabaecolo da pesea"
nel b slla dimensionc media; qllindi per la descrizione
dd la tipologia e della funzione d'uso
~ i rimanda all'omonirna sehcJa
rir orr'Jra nell'opuseolo.
Nd 1971 l'imDareazione .I i rrovava
in ciisarmo nel porto di Cervia dopo
Ganni di auivild Ji pesca;
rras ferira a Ri rn ini C lIsara
:t/ellni anni per dirono, !lei 1978 fu aeguisrara c rcsrau r:lta d.dl'Azienda di Soggiorno di Cesenarieo eom'c primo csemplate dell'isril ucndo
Museo gallegianrc;
.Itlual mence eorm cggiara
1 mare del ronce con
Ia colonna di via Sal1l-:Vbuini.
l.,mgl'c=t: 111120,50
11/1 6.60
Nomt. "GIOVANNI PASCaL!"
L,lIi1Ja:M:
f'orult,l: !Onn,lIm( hO
CO!lruifo II Glllolifa nf/ /936
C"min'r: R'lIIdolilii
ilrmo1fori: Sal'illi DWllio. {loi
/3ulIQ FlliI'lil roi film.
(lllImff }}/{/Ir/COI'I: II. \IF 002 tv [)
Due semli fail nomo marc era popolaro di un gran num ero di rip i
di plccolc nal'i da rras porro con ai le r;a ncal ~ e con un aria prc:renziosa.
I pJ((ori Ie avcvano dip inre co n compiacenza: Ie fll1esrre di poppa,
Ie anrenn e lunghe e sonili, Ie rante complesse manovre. Sembravano
cople, in piccolo, di navi piu grandi. In qucsro fldllorama si srava
faccndoi srrada jJ TRAB ACCOLO DATRAS PO RT O, semplice di
cosrruzione, ad un solo ponte, scma sovrasrrurrure, co n due alberi
armari con \'de al (erzo.
La prora ampia con i due occhi (che restera nno la sua cararrerisrica piu
visrosa) , Ie linee della carena accuraramenre avviate.
Unica concessione alle complesse amezzarure di moda era una piccola
vela quadra, che non sempre, I'eniea issare sopra aile vd e al rerzo.
Per la sua sempJicirJ. potcva considerarsi una grossa barca, ma per Ie
sue possibil ita ~ ra in elTeni una piccol.! nave. Gli scri((ori dcscri\ ono
il TRA13ACCOLO come lIna coStrllZlOne rona, ma non posso no fare
a meno eli lodarne l'agil irJ di manovra nei porti e la sicurezza in mare,
ranto che 10 StatO della Chiesa urilin ava 1 rrabaccoli come
guardiacosre. A poco a poco tutte Ie alae piccole navi
da rraspono non vengono
piu eostruitc e se ne dimenrica
presto il nome e il trabaccolo,
lO w ee, giunge fino a noi.
Era ceno osservato con ammirazione, sc i ~oStrunori di pi ccole barche
lungo Ie coste cercarono di imirare Ie sue form e. Inquesra sez.ion e
gallcglame del Museo sono rap presenrarl due (jpl dl barche che
derivano dircrramenrc dal Th\BACCOLO, Ie PARANZE DEL SU D
e i TRl\BACCOLI D.A. PESCA 0 BARCHETTI della nostra costa.
Gl i uom ini che opcravano sui TRABACCOLI DA TRASPORTO erano
spcsso anche pescarori 0 prol'cnivJno dai pescarori. Ai cLini di loro sono
Vlvi e i loro ncordi sono picn i di ammirazione per que:,re piccole navi.
Evicienremcmc esse non erano solo un u'eddo mczzo di lavoro, rna
qualche cosa di piu e avevano lasciaro nei cuore di questi uomini, che ad
esse si erano aHicb ri , jl ricordo sereno di chi non rradisce.
Trasporravano di runo: carbone, legn3, pic:rre, ghiai a, sabb ia, cocomeri,
Farina c, in ultimo, anche cementO.
Spesso anche boni di vino e la Finanza ci mene'a 5U rutti i suoi sigilli.
Ma nessuno riusciva a rrattener.: i marinai
di allora daJJ'i nvenrare i sisrcmi piu complicari
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~er fare una allegra be'ura di frodo.
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Cos] moire bO((j gl ungevano a desrinazione coi
«"«I sigilli inrani, ma 111spieli,abilmeme allcgerire.
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L'esemplare di TRABALCOLO DA '
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TRASPORTO qui esposto rappresema
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degnamcnre CO il Ie sue linee equilibrate e il suo
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flome daUa marcara curvarura Ia categoria
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di piccole navi a vela commerciali, "Ie barche
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da viaggi o", che furono armare 0 fecero som
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Trabaccolo
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