istruzioneperigenitori
Transcript
istruzioneperigenitori
Codice cliente: 8727381 TEMPI LIBERI Corriere della Sera Sabato 9 Luglio 2016 35 # Controvetrina [email protected] Famiglie Paola si era fatta una promessa: mai con una persona impegnata. Poi accade che rincontra un vecchio amico e tra loro nasce un sentimento che li travolge. «Mi dice che sono la persona giusta, un dono caduto dal cielo, ma non lascia la moglie». Così Paola apre gli occhi e tronca. Si licenzia per non vederselo attorno. Finché la moglie, in ritardo, comincia a tempestarla con sms Il giorno che «quell’altra» sono diventata io pieni d’insulti. È allora che Paola comincia a farsi molte domande: sul significato dell’amore, del tradimento e sulle responsabilità che anche la persona tradita ha nei confronti di una relazione che non funziona più. È il nuovo racconto di Amori Moderni che potete leggere nel blog La 27esima Ora (http://27esimaora.corriere.it). Scriveteci le vostre storie a [email protected] La 27 ora di Carlo Lodolini Realtà virtuale, l’amore ai tempi della porno tecnologia ILLOZOO/DAVID SOSSELLA S esso virtuale, esperienza reale. Una nuova rivoluzione tecnologica sta per cambiarci ancora una volta. Per sempre. La virtual reality applicata alla pornografia è semplicemente un altro mondo nel quale stanno entrando in velocità i signori della tecnologia. Grazie a visori come Oculus Rift, Samsung Gear, Htc Vive e le più economiche cardboard di Google sarà possibile diventare parte attiva (complici i teledildonics) delle più diverse situazioni I ragazzi e la Rete proibita Istruzioni per genitori Reazioni Se si scopre che il figlio guarda siti porno sul web la prima regola è non fare tragedie, piuttosto cercare di capire che cosa va a cercare ed essere disponibili a parlarne per capire quali sono le sue preoccupazioni, dice lo psicologo Matteo Lancini del Minotauro Ben più grave è il sexting, l’atto di fotografare il proprio corpo e postarlo. Spesso i giovani non si rendono conto che quello che poteva sembrare uno scherzo intimo può avere un risvolto traumatico (anche legale) di Maria Teresa Veneziani «M i sono accorto che mio figlio guarda i piedi delle ragazze sul web e la cosa mi lascia un po’ sgomento», confida un padre che ha scelto di soprassedere sul peccato veniale del ragazzo, come del resto aveva fatto con il primogenito, dopo aver scoperto che andava a documentarsi sulle altre parti dell’anatomia femminile. «Aiuto, mio figlio cerca soggetti porno sul web: è l’ultimo grido d’allarme dei genitori tecnologici ma non quanto basta per affrontarne l’erudizione virtuale. Incapaci di capire che Internet fa parte della ricerca esplorativa dei ragazzi, senza contare che è qualcosa che si sono visti consegnare proprio da quegli adulti che oggi demonizzano il mezzo», osserva Matteo Lancini, psicoterapeuta della Fondazione Minotauro. «Le comunicazioni e le emozioni che passano in rete sono come quelle reali. Manca solo la componente corporea», conferma il collega Alfio Maggiolini. La rete risponde al bisogno esplorativo ed è un mezzo di socializzazione con i coetanei, punto di riferimento dei giovani. «Inoltre, per le sue condizioni di segretezza è l’ideale per soddisfare i loro dubbi sulla sessualità». Eppure si sono trovati spiazzati i genitori di Laura, 10 anni, quando si sono accorti delle sue ricerche non proprio scolastiche, ancor più allarmati quando hanno visto che la ragazzina cancellava le tracce della ricerca con l’abilità di un hacker. Scoperta, è scoppiata in un pianto a dirotto, sopraffatta dalla vergogna. Una reazione Avete scoperto che vostro figlio ha cercato su Internet informazioni di tipo anatomico sessuale? La regola numero uno è non fare finta di niente. Perché i segreti sono pesanti così forte che ha mandato in crisi mamma e papà, perché il dilemma per tutti è lo stesso. «Fino a che punto è giusto intromettersi nella privacy del figli? E come intervenire senza correre il rischio di farli chiudere in se stessi? «Non me la sento di dare indicazioni categoriche — risponde Lancini — ma se si decide di fare incursioni nella vita privata del figlio — anche se si dice che non si dovrebbe — poi si deve essere in grado di trattare la faccenda, altrimenti è meglio evitare». In ballo c’è la perdita di fiducia reciproca. «Il non detto crea confusione nella mente degli adolescenti e ancor più dei pre-adolescenti. Quando si scopre un segreto la- Tendenze di Costanza Rizzacasa d’Orsogna Se sei fidanzato non puoi fare James Bond L a notizia rimbalza sui tabloid inglesi. Tom Hiddleston, in pole per il ruolo di James Bond dopo la performance nella serie The Night Manager, non avrebbe più chance. Il motivo? Il flirt con la cantante Taylor Swift, che ha visto l’attore perdere tutto l’aplomb British, la sexy-freddezza di Pine, e sbandierare il proprio amore con un cuore tatuato sul braccio e una canotta bagnata “I T.S.” (no, non T.S. Eliot). «Bond necessita di un’aria di mistero», dice una fonte al Sun. «Quel romanzetto pubblico lo rende non più scritturabile». Troppo poco virile l’Hiddleston cotto come un 13enne. I social lo sbeffeggiano, il Daily Mail ci fa un editoriale: «Tom Cruise rovinò una carriera dichiarando da Oprah il suo amore per Katie. Ora, colui che ambiva al ruolo del ma- schio più ruvido del cinema si è trasformato in tortorella, nell’adorante fan di una stellina pop». Sbaciucchiarsi al mare è lecito, ma solo se resti cool come Burt Lancaster. Meglio Ryan Reynolds, che la moglie non la guarda neppure. O Daniel Craig, che per promuovere Spectre sottolineava la misoginia di 007. E certo, mai come oggi il privato è pubblico. Ma non sarà un filo illusorio, mentre spopolano collant e reggiseni da uomo, aggrapparsi a un cliché di maschio «che non deve chiedere» chiaramente irreale? Soprattutto, perché a un uomo viene rimproverato l’apparire troppo preso e da una donna invece si pretende (o è bollata str**za)? Tom amoreggi e se ne freghi, che non dura. Ma per pietà, metta le maniche. © RIPRODUZIONE RISERVATA sciandolo innominato, la relazione si modifica perché i rapporti si costruiscono anche con il non detto. Se una madre si accorge che il figlio ha visitato un sito porno, ogni volta che lo vedrà al computer lo guarderà con diffidenza e angoscia». E qui viene il punto, perché sono proprio i genitori quelli impreparati. Molti ragazzi non parlano loro di ciò che li turba non tanto per timore delle loro reazioni, «ma per paura di angosciarli troppo. Il pensiero comune è che non solo madre e padre — della cosiddetta generazione kidult, per fare intendere l’incapacità di assumersi responsabilità — non sapranno aiutarli, ma anzi aggraveranno la situazione, trasformandola in tragedia». Che cosa serve, dunque? «Più autorevolezza ma anche capacità di governare i guai che possono combinare in rete i figli, dando il giusto peso alla curiosità sessuale che per i ragazzi è fisiologica». «È molto importante promuovere una vera educazione attorno ai temi affettivi e sessuali anche nelle scuole», sottolineano gli esperti. «I ragazzi crescono in una società interconnessa. Il mero controllo non è la soluzione. I genitori devono interessarsi a quello che accade nella vita virtuale dei figli. Alla domanda tipica “Come è andata la scuola?” devono aggiungere, “Come sono andate le ricerche sul web? C’è qualcosa che ti ha turbato?”. E quando i ragazzi sono caduti nel sexting, l’atto di postare le loro foto intime, o sono finiti sui siti pornografici che promuovono l’oggettivizzazione del corpo devono poterne parlare, soprattutto nell’età della preadolescenza. Evitando tragedie». © RIPRODUZIONE RISERVATA a luci rosse. La parola «virtuale», spiega ai microfoni di Radio27 Antonio Fenelli, neuropsichiatra e psicoterapeuta, non deve ingannarci: «Quello che si prova è assolutamente vero. La possibilità di sperimentare momenti ai quali nella realtà sarebbe difficile, o vietato, accedere apre scenari enormi — sostiene —. Il pericolo è abituarsi al fatto che assecondare certe pulsioni sia fattibile». Ma come cambierà il sesso con la pornotecnologia? Forse verranno trovati nuovi equilibri. «Sarà facilitata una sorta di parità tra uomo e donna nella ricerca di sesso puramente ludico — dice lo psicoterapeuta —, cosa che finora non è avvenuta. Lo stereotipo dell’uomo cacciatore sarà affiancato da una nuova figura di donna a sua volta cacciatrice. In parte già accade». Cambiano le regole del gioco e si aprono quindi nuove possibilità strettamente «di mercato». E’ il caso della rivitalizzazione della produzione di film a luci rosse, messa in crisi dall’avvento dei siti porno: le possibilità di creare contenuti «di settore» sono infinite. L’unico limite alle frontiere della Virtual reality è, paradossalmente, la tecnologia stessa. Per giocare con i visori bisogna disporre di un’ottima connessione a Internet e di device con buona memoria: i video pesano dai 3 agli 8 giga. © RIPRODUZIONE RISERVATA