Salvador Dalì - ITT Marconi Rovereto
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Salvador Dalì - ITT Marconi Rovereto
Salvador Dalì: il pittore dell’inconscio “Ogni mattina, svegliandomi, provo un meraviglioso piacere… il piacere di essere Salvador Dalì, e mi chiedo estasiato, cosa mai compirà di meraviglioso, oggi, questo Salvador Dalì” ¹ La giovinezza • Nasce a Figueras, in Catalogna, il 2 Maggio 1904 • Nel 1921 sua madre muore di tumore al seno, viene ammesso all’Accademia di Belle Arti San Fernando a Madrid • Abita alla Residencia de Estudiantes dove stringe amicizia con il poeta Federico Garcia Lorca e il regista Luis Bunuel • Dopo aver pesantemente criticato i suoi insegnanti, agitando così l’intero ambiente scolastico, viene allontanato dall’Accademia nel 1923, in seguito nel 1926 ne verrà definitivamente espulso • Durante un viaggio a Parigi conosce Pablo Picasso, pittore cubista che nutriva grande stima nei suoi confronti • Nel 1929 gira con Bunuel “Un chien andalou” e grazie al nuovo amico Mirò viene introdotto al gruppo dei surrealisti parigini L’amicizia con Lorca • Dalì fu grande amico del poeta Federico Garcia Lorca, omosessuale dichiarato, quest’amicizia diede adito a molte illazioni sempre energicamente respinte dal pittore • Lorca fu fucilato dai Falangisti nei dintorni di Granada nel 1936 poiché omosessuale e di sinistra • La guerra civile che devastò la Spagna venne combattuta dal 1936 al 1939 tra i nazionalisti guidati da Francisco Franco, appoggiato dai regimi dittatoriali di Hitler e Mussolini e i repubblicani fedeli alla democrazia che poterono avvalersi dell’aiuto di numerosi volontari accorsi per “salvaguardare la libertà” • Madrid fu l’ultima città a cadere in mano a Franco che instaurò una dittatura durata fino al 1975 L’esperienza cinematografica • Dalì girò nel 1929 insieme a Bunuel “Un chien andalou”, forse il più famoso film surrealista di cui rimane celebre l’immagine dell’occhio di donna reciso con una lametta, gli autori vogliono infatti sconvolgere il pubblico da una parte e “aprirgli” (metaforicamente) gli occhi dall’altra • L’anno seguente i due amici girarono un altro film “L’age d’or” a cui prese parte come attore anche Max Ernst, membro dei surrealisti a cui anche Dalì si era avvicinato Da sinistra a destra: Tristan Tzara, Paul Eluard, Andrè Breton, Hans Arp, Salvador Dalì, Yves Tanguy, Max Ernst, Renè Crevel, Man Ray • Ebbe un rapporto controverso con il gruppo surrealista, di cui fece parte ma da cui mantenne sempre un certo distacco • Nel 1929 Dalì seduce Gala, moglie di Paul Eluard, membro dei surrealisti, finirà per sposare la donna di cui sarà ossessionato per tutta la vita e che sarà protagonista di molti dipinti • Venne espulso dal gruppo surrealista nel 1939 per motivi politici, veniva infatti considerato filo-hitleriano, ciò lo portò alla celebre dichiarazione: “Il surrealismo sono io” Il metodo paranoico-critico • Dalì “sviluppò” un metodo per la creazione delle proprie opere, questo metodo mirava al dipingere ciò che si trovava nell’inconscio del pittore • Il pittore spagnolo con il metodo “paranoico-critico” cercava di razionalizzare (per questo motivo viene definito critico), ossia mettere su tela, ciò che si trovava nei meandri della sua mente, nelle sue paranoie • Sicuramente le teorie sull’inconscio di Sigmund Freud ebbero grande influenza su Dalì come su tutti i surrealisti L’inconscio • Freud, psichiatra austriaco, elaborò delle teorie scientifiche e filosofiche in cui sosteneva che buona parte delle nostre azioni sono dettate dal nostro inconscio, ossia quella parte dei nostri sentimenti, ricordi e sensazioni che non è accessibile alla coscienza e quindi non è soggetta a “controlli razionali” • Secondo il padre della psicoanalisi il miglior modo per studiare l’inconscio è lo studio dei sogni, in quanto essi sono appagamento camuffato di desideri inconsci • Modo più semplice è l’osservazione e analisi degli “atti mancati”, oggi usualmente definiti “lapsus freudiani” La persistenza della memoria • Sicuramente il quadro più famoso di Dalì, fu realizzato nel 1931 • Nella tipica atmosfera del sogno delle opere di Dalì troviamo degli “orologi molli” che come ci suggerisce il titolo stanno a rappresentare la differenza tra lo scorrere del tempo oggettivo e quello soggettivo, della mente e della memoria Apparizione di un volto e di una fruttiera sulla spiaggia Giraffa in fiamme • Opera realizzata nel 1937 • In primo piano è presente una figura femminile dalle fattezze deformate e con dei cassetti uscenti dal corpo, tema ricorrente in Dalì (Venere a cassetti) • Sullo sfondo un’altra figura femminile che regge un panno rosso, che insieme alla giraffa in fiamme rappresenta la violenza e distruzione della terra, riferendosi sicuramente alla guerra civile spagnola e “predicendo” l’imminente scoppio della seconda guerra mondiale L’ossessione per “L’angelus” • Dalì fu letteralmente ossessionato dal quadro di Millet “L’angelus” che studiò e replicò innumerevoli volte in diverse “versioni surrealiste” • Arrivò addirittura a scrivere un libro sul quadro, intitolato “Il tragico mito dell’Angelus di Millet” in cui sosteneva che dietro il cestino posto centralmente ci fosse una bara di un bambino, e quando il Louvre nel 1963 finalmente acconsentì l’analisi ai raggi X dell’opera, emerse che l’eccentrico pittore catalano aveva ragione Dalì dopo essere scappato dalla Spagna a causa della guerra civile , aver vissuto a New York e Parigi nel 1949 decide di tornare nella sua Catalogna nonostante la Spagna fosse ancora sotto il dominio di Franco , questa sua decisione attira non poche critiche. Dopo la morte dell’amata moglie nel 1982 Dalì perde gran parte della sua voglia di vivere, in seguito ad un attacco di cuore viene ricoverato in ospedale dove muore, il 23 Gennaio 1989, a 84 anni dopo aver passato i suoi ultimi giorni ad ascoltare i bollettini medici riguardanti le proprie condizioni di salute che venivano trasmessi in televisione. Muore così uno dei più grandi artisti del ‘900, contraddistintosi per la sua superbia, eccentricità e vanità ma anche per le sue grandi abilità pittoriche, grafiche e di sceneggiatura. Citazioni: • ¹ : Salvador Dalì, Diario di un genio, SE, Parigi 1964 Bibliografia: -S.Dalì, Diario di un genio, SE, Parigi 1964 -R.Descharnes e G.Nèret, Dalì, Taschen, Colonia 1991 -S.Dalì, Vita segreta di Salvador Dalì, Abscondita, New York 1942 -N.Abbagnano e G.Fornero, La Filosofia, Paravia, 2010 -S.Freud, Introduzione alla psicoanalisi, Newton Compton, 1915-1917