visualizza - Intesa Unifarm

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visualizza - Intesa Unifarm
Foglio di
informazione
professionale
N.135
28 ottobre 2004
NUOVI FARMACI 2003
Farmaci Gastrointestinali
Farmaco
Budesonide orale
ENTOCIR
Astra Zeneca
50 cps 3 mg
€ 75,71
Classe A del PTN
Esomeprazolo
AXAGON Simesa
ESOPRAL Bracco
LUCEN Malesci
NEXIUM Zeneca
14 cps gastr. 20 mg
€ 22,67
14 cps gastr. 40 mg
€ 29,40
Classe A del PTN
Caratteristiche
Vantaggi/Svantaggi
Indicazioni elettive
Corticosteroide
sintetico.
Più
efficace localmente rispetto al
prednisolone ma con minore
biodisponibilità sistemica per
l'estensivo metabolismo di primo
passaggio epatico. Già disponibile
(come polvere e sospensione per
inalazione) per il trattamento
dell'asma e della rinite, viene ora
indicato nel trattamento del morbo
di Crohn grazie ad una nuova
formulazione orale a rilascio
controllato: il rivestimento enterico
si scioglie solo ad un pH superiore
a 5,5, prevenendo così il rilascio
del farmaco nello stomaco; il
polimero
insolubile
libera
budesonide durante il passaggio
attraverso l'intestino tenue. Le
capsule vanno deglutite intere.
Negli studi di confronto è emerso che,
a 8 settimane, il tasso di remissioni
cliniche è più elevato con i
corticosteroidi tradizionali che con
budesonide (60% vs 52%). La terapia
di mantenimento durante le fasi di
quiescenza della malattia (indicazione
non registrata) ritarda il tempo di
comparsa della prima recidiva ma,
come per altri trattamenti, non è in
grado di ottenere una remissione di
lunga durata. Rispetto al prednisolone,
la budesonide sembra indurre minore
soppressione dell'asse ipotalamoipofisi-surrene e
meno effetti
indesiderati
corticosteroidei,
in
particolare facies lunare e acne. E’
risultata più efficace della mesalazina
ma non sono emerse differenze nella
tollerabilità.
Nel trattamento del morbo
di Crohn da lieve a
moderato, in fase attiva,
possiede una azione rapida
quanto
quella
del
prednisolone nell'indurre la
remissione della malattia
ma alle dosi utilizzate (9 mg
contro 40 mg) è meno
efficace anche se sembra
meglio tollerata.
Potrebbe in teoria risultare
vantaggiosa nei pazienti che
necessitano di frequenti
cicli di trattamento con
steroidi e nei pazienti a
rischio di reazioni avverse.
Il costo del trattamento di 8
settimane è superiore a
quello con prednisolone.
Singolo isomero ottico (S -)
dell’omeprazolo [miscela racemica
degli isomeri R (+) e S (-)]. Come
gli altri inibitori della pompa
protonica (IPP) inibisce in modo
specifico, irreversibile e dose
dipendente l’enzima che regola la
tappa finale della secrezione di
HCl a livello delle cellule parietali
gastriche (H+/K+-ATPasi). Il
farmaco deve essere assunto
almeno un’ora prima dei pasti.
Trattandosi di una formulazione a
cessione ritardata, le compresse
non
vanno
masticate
né
frantumate.
Complessivamente l’esomeprazolo non ha
dimostrato alcuna superiorità rispetto
all’omeprazolo né nell’esofagite da
reflusso né nel reflusso gastroesofageo né
nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori.
Ben tollerato anche per trattamenti
prolungati (12 mesi), induce gli stessi
effetti indesiderati dell’omeprazolo e degli
altri IPP, in generale di lieve entità. Gli
studi non hanno evidenziato interazioni
clinicamente significative. Nei pazienti che
hanno difficoltà a deglutire, le compresse
possono essere disciolte in acqua (non
gasata), bevendo il liquido con i granuli
dispersi al massimo entro 30 minuti dalla
preparazione.
FARMINTESA – Via Mecenate, 90 – 20138 Milano – Tel. 02 58018289
Non apporta alcun
progresso
terapeutico
rispetto all’omeprazolo
con
cui
condivide
meccanismo d’azione,
efficacia
clinica
e
tollerabilità. Si tratta di
una
operazione
commerciale volta a
sostituire l'omeprazolo
prima dello scadere
della sua
protezione
brevettuale e mantenere
così una importante
quota di mercato.
Pilocarpina
SALAGEN
Novartis Farma
84 cps 5 mg
€ 100,71
Classe C del PTN
Alcaloide con attività
parasimpaticomimetica, sinora
disponibile solo sotto forma di
collirio (miotico). Per via
orale, viene ora proposta per
migliorare la secchezza delle
bocca e della congiuntiva. La
xerostomia è una complicanza
frequente della terapia radiante
in pazienti affetti da neoplasie
della testa e del collo. La
gravità del problema dipende
dal volume di tessuto salivare
irradiato.
Condizione
imprescindibile
per l'efficacia del farmaco è la
presenza, pur se residuale, di
tessuto ghiandolare salivare
funzionante.
Fra le malattie sistemiche, la
causa più comune è invece la
sindrome di Sjögren.
La pilocarpina si è dimostrata in
grado
di
produrre
un
miglioramento sintomatico in oltre
la metà dei pazienti trattati.
All’ampio spettro di azioni,
prevalentemente
di
tipo
muscarinico, sono imputabili sia
l’efficacia che le numerose reazioni
avverse. Gli effetti indesiderati
della pilocarpina sono quelli tipici
della stimolazione colinergica e
sono dose-dipendenti; i più
frequenti sono aumento della
sudorazione, pollachiuria, nausea,
crampi addominali, vampate al
volto, brividi, capogiri e astenia. I
pazienti devono essere avvisati
della possibile comparsa di
problemi di visione, soprattutto in
condizioni di scarsa illuminazione.
L'asma
non
controllato,
il
glaucoma ad angolo acuto e l'irite
acuta controindicano l'assunzione
del farmaco. Sono necessarie 3-4
somm. al giorno e possono
trascorrere 6-12 settimane perché il
farmaco manifesti la sua efficacia.
Una ridotta o assente
produzione di saliva può
causare, oltre la secchezza,
disfonia, disfagia, ulcere su
lingua o mucose, con
bruciore e dolore, malattie
infiammatorie periodontali,
candidosi, cheilite angolare,
desquamazione delle labbra,
alitosi, perdita del gusto,
comparsa di carie. Il
farmaco rappresenta una
alternativa utile anche se
costosa ai
trattamenti
sintomatici disponibili: la
saliva
artificiale,
che
produce tutt'al più un
sollievo
transitorio
e
richiede somministrazioni
frequenti sia diurne che
notturne, e l’anetoltritione
(Sulfarlem, disponibile solo
all'estero) il cui meccanismo
d'azione non è noto e
l'efficacia
poco
documentata.
Farmaci del Sistema Nervoso Centrale
Almotriptan
ALMOTREX
Solvay Pharma
ALMOGRAN
Almirall
Prodesfarma
3 cpr. 12,5 mg
€ 19,22
Classe A del PTN
Eletriptan
RELPAX
Pfizer
3 compresse 20 mg
€ 17,58
3 compresse 40 mg
€ 23,77
Classe A del PTN
Agonisti
selettivi
dei
recettori della serotonina
5HT1B/1D (triptani), come
sumatriptan, zolmitriptan e
rizatriptan utilizzati nel
trattamento dell’emicrania. Il
beneficio antalgico si ottiene
grazie all'attivazione dei
recettori serotoninergici, che
si
traduce
in
una
vasocostrizione dei vasi
intracranici, nel mancato
rilascio
di
neuropeptidi
infiammatori
e
nella
inibizione dei terminali
nervosi perivascolari del
sistema del trigemino.
Il primo ha una migliore
biodisponibilità ma, utilizzando
dosi
appropriate
questo vantaggio non è
clinicamente significativo; il
secondo viene assorbito più
rapidamente ma durante un
attacco
emicranico
la
velocità di assorbimento può
variare.
Se la prima dose è risultata
efficace nell'alleviare l'attacco ma la cefalea ricompare,
può essere assunta una
seconda dose nell'arco delle
24 ore ma non prima di 2 ore
dalla precedente.
Le percentuali di risposta a due ore dalla
somministrazione vanno dal 50 al 60%
mentre sono liberi dal dolore dal 18 al 37%
dei pazienti (risultati simili a quelli ottenuti
col sumatriptan). Entrambi i nuovi triptani
sono in genere ben tollerati. Gli effetti
indesiderati più frequenti (dose-correlati)
sono vertigini, parestesie, nausea e/o vomito,
sonnolenza e senso di affaticamento, bocca
secca, sensazione di calore e arrossamento al
volto, sensazione di pesantezza o di
pressione al torace (ma anche alla gola, al
collo) Nei pazienti che soffrono di
emicrania, l'uso continuo di analgesici può
rendersi responsabile di cefalea da farmaci.
Non vanno assunti assieme a ergotamina (o
derivati ergotaminici) o ad un altro triptano
per il rischio di un effetto vasocostrittore
additivo.
Tutti i triptani sono stati associati ad aumenti
pressori, aritmie e vasospasmo coronarico;
anche questi più recenti perciò non vanno
utilizzati in pazienti con ipertensione
arteriosa non controllata, nei pazienti con
pregresso infarto miocardico o cardiopatia
ischemica, angina di Prinzmetal, malattie
vascolari periferiche o nei pazienti con segni
o sintomi indicativi di patologie cardiache
ischemiche o con storia di ictus o TIA. Non
dovrebbero essere somministrati a pazienti
che possano essere affetti da una patologia
coronarica
non
diagnosticata
(ipercolesterolemici, fumatori, diabetici,
obesi, pazienti con storia familiare di
coronaropatia).
FARMINTESA – Via Mecenate, 90 – 20138 Milano – Tel. 02 58018289
L'efficacia nel trattamento
acuto
degli
attacchi
emicranici (con o senza aura)
e il profilo delle reazioni
avverse sono sovrapponibili a
quello degli altri triptani. Gli
studi di confronto non
consentono
di
stabilire
l'esistenza
di
differenze
clinicamente significative fra i
vari componenti della classe e
non vi sono elementi probanti
a favore dell'uno o dell'altro.
Se i pazienti li potessero
provare tutti, esprimerebbero
preferenze non prevedibili per
l'uno o l'altro farmaco: per
alcuni
può
essere
più
importante
la
rapidità
d'azione, per altri la completa
scomparsa del dolore, per altri
la minore incidenza di effetti
indesiderati o la minore
probabilità che l'emicrania si
ripresenti nell'arco delle 24
ore. Almotriptan e eletriptan
possono rappresentare una
ulteriore alternativa per i
pazienti che non ottengono
risultati
soddisfacenti
o
manifestano
effetti
indesiderati con altri triptani.
Levetiracetam
KEPPRA
UCB Pharma
30 cpr riv. 1000 mg
€ 98,94
60 cpr riv. 500 mg
€ 103,07
Classe A del PTN
Antiepilettico analogo al
piracetam.
Il
suo
meccanismo d'azione non è
noto ma è indipendente dal
sistema di inibizione/eccitazione neuronale tipico
degli altri antiepilettici. In
alcuni modelli di epilessia
complessa nell'animale, il
farmaco manifesta un
effetto protettivo superiore
a
quello
di
altri
anticonvulsivanti.
Può
essere
assunto
indipendentemente
dai
pasti.
Gli effetti indesiderati più frequentemente
riportati nel corso degli studi sono stati
sonnolenza, giramenti di testa, astenia e
incoordinazione motoria, sintomi psichiatrici
tipo depressione, agitazione, ansia, ostilità,
labilità emotiva, apatia, depersonalizzazione.
Il levetiracetam non interagisce con altri
antiepilettici (fenitoina, carbamazepina,
fenobarbitale, acido valproico, lamotrigina,
gabapentina e primidone) e non influenza la
farmacocinetica dei contraccettivi orali
(etinilestradiolo+ levonorgestrel).
La possibilità che il farmaco risulti efficace
sin dal primo giorno di trattamento senza
necessità di un aumento graduale della
posologia è un vantaggio che dovrà essere
approfondito.
Nei pazienti con una storia di
epilessia parziale refrattaria,
con o senza generalizzazione
secondaria, in trattamento da un
minimo di 1 ad un massimo di
2 anni con uno o più farmaci
antiepilettici
tradizionali,
l’aggiunta di levetiracetam si è
dimostrata più efficace del
placebo nel ridurre la frequenza
delle crisi rispetto al placebo.
Non si conosce la sua sicurezza
a lungo termine, né si sa come
si rapporti con gli altri recenti
antiepilettici in termini di
efficacia e tollerabilità.
Farmaci Urologici
Trospio
URAPLEX
Alfa Wassermann
30 cpr 20 mg
€ 25,00
Classe C del PTN
Derivato ammonico quaternario ad
azione anticolinergica (blocca i
recettori muscarinici) che viene
utilizzato nell’instabilità del detrusore
(la causa principale di incontinenza
urinaria in un terzo delle donne e in
circa la metà degli uomini che ne sono
affetti) e nell’iperriflessia del muscolo
detrusore
(quando
l'instabilità
vescicale si associa con una malattia
neurologica
come
accidenti
cerebrovascolari, lesioni del midollo,
sclerosi a placche). Le contrazioni
involontarie della vescica, mediate
dall'innervazione colinergica, causano
pollachiuria, bisogno impellente di
urinare e incontinenza.
La compressa deve essere assunta a
stomaco vuoto. L'assunzione con gli
alimenti, specie se ad elevato
contenuto lipidico, riduce del 15-20%
la biodisponibilità.
Il miglioramento dei sintomi per
lo più consiste in un una modesta
riduzione nel numero medio
delle minzioni imperiose.
Il blocco non selettivo dei
recettori muscarinici è la causa
degli effetti indesiderati di tipo
anticolinergico; l’incidenza di
stitichezza,
di dispepsia, di
disturbi della accomodazione è
simile a quella di ossibutinina
(Ditropan)
e
tolterodina
(Detrusitol) mentre la secchezza
della bocca è risultata meno
frequente, anche se compare
comunque in un numero elevato
di pazienti (6-40% nei vari
studi).
L’efficacia clinica del trospio
cloruro al dosaggio di 20 mg
2/die nel miglioramento dei
parametri urodinamici (es.
frequenza urinaria, minzione
impellente, incontinenza da
minzione impellente, volume
residuo post-minzionale) è
modesta è del tutto simile a
quella
degli
altri
antimuscarinici. Il trospio non
presenta
alcun
vantaggio
significativo
rispetto
alla
ossibutinina, fatta salva una
minore propensione a causare
xerostomia.
E’ risultato simile anche alla
tolterodina (2 mg x 2/die) nel
diminuire la frequenza delle
minzioni, ma superiore nel
ridurre
gli
episodi
di
incontinenza.
Contraccettivi ormonali sistemici
Etinilestradiolo + Contraccettivo orale (CO) che Poiché si ritiene che la ritenzione idrica L’efficacia di Yasmin nel
inibisce l'ovulazione grazie alla causata dall'etinilestradiolo sia dovuta prevenire il concepimento
drospirenone
YASMIN
Schering
21 cpr. riv.
€ 12,90
Classe C del PTN
soppressione
dell'asse
ipotalamo-ipofisi.
Il
drospirenone è un nuovo
progestinico che possiede
attività antiandrogena come il
progesterone ma, a differenza
della maggior parte degli altri
progestinici possiede anche
un’attività
antimineralcorticoide.
Le modalità di assunzione e le
indicazioni per le utilizzatrici
in caso di dimenticanza di una
o più pillole sono identiche a
quelle
delle
pillole
monofasiche
a
dosaggio
standard.
all'interazione con il sistema reninaangiotensina-aldosterone, il drospirenone
dovrebbe, in teoria, neutralizzare questo effetto
stimolando la diuresi, contribuendo così a
prevenire la ritenzione idrica, l'aumento
ponderale e l'aumento della pressione
arteriosa. In realtà gli effetti indesiderati
riportati negli studi sono stati quelli tipici dei
CO (sanguinamenti intermestruali, nausea,
cambiamenti di peso, ritenzione idrica,
dolorabilità mammaria, acne, depressione e
cambiamenti della libido) e hanno avuto
incidenza simile. Gli effetti sul rischio
cardiovascolare
(compresa
la
malattia
tromboembolica venosa) non sono stati ancora
quantificati. Le interazioni farmacologiche e le
avvertenze sono le stesse degli altri CO.
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pare simile a quella degli
estroprogestinici
tradizionali.
I
dati
pubblicati
non
sono
abbastanza
convincenti
per indicare che questa
pillola presenti qualche
vantaggio rispetto ad altri
contraccettivi orali di uso
più
consolidato
che
rimangono perciò da
preferire.
Le
iniziali
affermazioni
che
definivano Yasmin la
pillola
del
benessere
erano fuorvianti e sono
state eliminate.
Farmaci per la disfunzione erettile
Tadalafil
CIALIS
Lilly
4 cpr. riv. 10 mg
€ 47,30
4 cpr. riv. 20 mg
€ 47,30
8 cpr. riv. 20 mg
€ 94,60
Classe C del PTN
Vardenafil
LEVITRA
Bayer
4 cpr. riv. 5 mg € 37,0
2 cpr. riv. 10 mg € 21,0
4 cpr. riv. 10 mg € 39,5
8 cpr. riv. 10 mg € 78,5
4 cpr. riv. 20 mg € 49,95
VIVANZA
Glaxo Wellcome
2 cpr. riv. 5 mg € 19,0
4 cpr. riv. 5 mg € 35,1
2 cpr. riv. 10 mg € 21,0
4 cpr. riv. 10 mg € 39,5
8 cpr. riv. 10 mg € 78,5
2 cpr. riv. 20 mg € 26,0
4 cpr. riv . 20 mg €49,95
8 cpr. riv. 20 mg € 99,0
Classe C del PTN
Inibitori selettivi reversibili della
fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE 5)
analoghi del sildenafil. L’enzima
PDE5 è presente in elevata
concentrazione nella muscolatura
liscia dei corpi cavernosi del
pene
dove
favorisce
la
degradazione della guanosina
monofosfato ciclica (cGMP).
L’aumento della cGMP indotto
dagli inibitori della PDE5 si
traduce in un rilasciamento delle
cellule muscolari lisce; la
vasodilatazione, e l’aumento del
flusso di sangue nei corpi
cavernosi del pene che ne
consegue, sono alla base del
meccanismo dell'erezione. La
loro efficacia è subordinata
all'integrità
dell'interesse
sessuale, con tutta la cascata di
eventi
biochimici
correlati
(eccitazione
sessuale
→
liberazione di ossido di azoto
(NO)
→
aumento
della
produzione di cGMP nei tessuti
penieni).
Ben assorbiti dopo assunzione
per via orale, non hanno
interazioni col cibo e con
l’alcool. Mentre il tadalafil
possiede un'emivita più lunga
rispetto al sildenafil (17,5 vs. 3,8
ore) con l'insorgenza d'azione
ritardata ma
effetto più
prolungato (esistono dati fino a
14 ore dopo l'assunzione), il
vardenafil ha un profilo cinetico
sostanzialmente sovrapponibile a
quello del sildenafil.
Per entrambi, la maggiore
potenza non si traduce in
superiore efficacia clinica ma
semplicemente nella possibilità
di utilizzare dosaggi inferiori
rispetto al sildenafil.
Nella maggior parte dei pazienti trattati
(compresi
diabetici
e
prostatectomizzati) i due farmaci
hanno consentito di raggiungere e
mantenere una erezione sufficiente per
un rapporto sessuale.
Poiché le fosfodiesterasi (PDE) sono
un gruppo di enzimi implicati in
numerose funzioni cellulari, questi
farmaci, analogamente al sildenafil,
possono indurre molteplici effetti
indesiderati anche se per lo più di
modesta entità; quelli riportati con
maggior frequenza sono cefalea,
vampate di calore al volto, dispepsia,
congestione nasale, nausea, dolore
addominale, vertigini, mialgia. Mentre
il tadalafil, grazie alla maggiore
selettività nei confronti della PDE5
rispetto alla PDE6 (che si trova in
elevata concentrazione nelle cellule
retiniche) sembra privo di effetti
significativi a livello della visione, il
vardenafil mantiene una attività
inibitoria (seppur più debole rispetto al
sildenafil) anche nei confronti della
PDE6 per cui tali effetti non possono
essere esclusi. Intervenendo sul ciclo
metabolico NO/cGMP, tadalafil e
vardenafil
potenziano
l'effetto
ipotensivo
dei
nitrati
e
la
somministrazione concomitante è
controindicata. Al momento i dati sono
insufficienti per valutare gli effetti
indesiderati a lungo termine e in
gruppi di pazienti ad alto rischio
cardiovascolare. In uno studio in
animali il tadalafil ha ridotto la
spermatogenesi. L'EMEA raccomanda
di non assumerlo tutti i giorni.
Per entrambi sono possibili interazioni
con qualsiasi farmaco inibitore del
sistema enzimatico CYP3A4 (es.
eritromicina, antimicotici azolici,
indinavir) o induttori enzimatici come
rifampicina,
carbamazepina
e
fenitoina.
FARMINTESA – Via Mecenate, 90 – 20138 Milano – Tel. 02 58018289
In mancanza di confronti diretti
col sildenafil, non si può che
ritenere l'efficacia dei due
farmaci probabilmente simile a
quella del capostipite. La
definizione di "super Viagra"
comparsa su alcuni media
riferita al tadalafil è perciò
fuorviante. L'unica differenza
del tadalafil rispetto al sildenafil
è l'emivita più lunga che si
traduce in una più ampia
"duttilità" terapeutica (può
essere assunto anche 12 ore
prima dell’attività sessuale).
Questo può rappresentare un
vantaggio per alcuni pazienti
che
non
gradiscono
programmare
il
rapporto
sessuale, ma può rappresentare
uno svantaggio per altri.
Il vardenafil invece ha un
profilo farmacocinetico simile a
quello del sildenafil e deve
essere assunto da 25 a 60 minuti
prima dell’attività sessuale.
Gli effetti indesiderati di
entrambi sono simili a quelli del
sildenafil ad eccezione di quelli
sulla visione che, al momento,
sembrano minimi o assenti.
La partecipazione del partner
all'atto sessuale è sempre un
fattore determinante. Se non c'è
eccitazione e coinvolgimento
emotivo, questi farmaci sono
privi di effetto. Non aumentano
la frequenza e l'intensità del
desiderio sessuale.
Nessuna confezione è a carico
del SSN a differenza del
sildenafil, le cui confezioni da 4
compresse da 25 mg, 50 mg e
100 mg sono in classe A con
nota 75 (limitatamente a
soggetti medullolesi).