metodologie educative - Circolo Scacchistico Bolognese
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metodologie educative - Circolo Scacchistico Bolognese
METODOLOGIE EDUCATIVE PEDAGOGIA DEI GIOCHI E DEGLI SPORT A cura di: Alessandro Bortolotti Scuola Regionale dello Sport CONI Emilia Romagna FARE CULTURA EDUCARE: tirar fuori o mettere dentro? Pedagogia: educazione intenzionale Il fine è: l’autonomia Dimensioni apprendimento SPONTANEO = GIOCO INTENZIONALE = SPORT ASPETTI DI FONDO: TRASMISSIONE (ERRORI) CAMBIAMENTO (FATICA) DIDATTICA DEFINIZIONE: parte della pedagogia che ha per oggetto l’insegnamento ed il suo metodo FILOSOFIA PEDAGOGIA DIDATTICA DIDATTICA PEDAGOGIA METODO SISTEMATICO (Filosofico, Matematico) PROCEDURALE (Artigianale, Industriale) REGOLAZIONI (Deduttivo, Induttivo, Sperimentale) LA COMPLESSITA’ AGIRE LOCALMENTE, PENSARE GLOBALMENTE CATEGORIE DEGLI ASPETTI METODOLOGICI SHAPING: suddivisione della materia in parti di un contenuto, MODELING: come si pone chi fa didattica; l’insegnante è anche un modello, soprattutto con soggetti in formazione; ma non solo per la personalità, anche tecnicamente: insegno anche il mio modo di affrontare il contenuto. E’ importante esserne consapevoli SCAFFOLDING: operazione di “scaffalatura” sono strumentazioni di base, necessarie per capire i livelli successivi; è un’operazione personalizzata, più il soggetto è dotato di strumenti, più è autonomo. COACHING: allenamento, è la parte noiosa dell’apprendimento, ma importante perché senza esercizio non si acquisiscono abilità in nessun campo; TUTORING: legato ad aspetti di accompagnamento, come nell’apprendistato l’esperto fa da “angelo custode”, è delicato, aiuta in tutto il percorso. FADING: dissolvenza, quando l’azione didattica riesce, un po’ alla volta possiamo sottrarre la presenza. Si può anche provare a mettersi da parte ed osservare se gli allievi riescono ad esercitare autonomamente una abilità. Fa parte dello stile didattico, solo l’insegnante sa quando si può tirare indietro, quando è il momento di verificare. Il gioco: caratteristiche LIBERTA’: il gioco è libero sennò non è divertente SEPARATEZZA: ci sono dei circoscritti limiti di tempo e spazio INCERTEZZA: lo svolgimento non è predeterminato, né il risultato IMPRODUTTIVITA’: non si creano beni, questi al massimo possono solo cambiare di mano ai giocatori REGOLAMENTAZIONE: si instaurano delle leggi specifiche, si sospendono quelle ordinarie FITTIZIO: si sa che è una realtà diversa, totalmente irreale rispetto alla vita normale. CAILLOIS: evoluzione delle regole PAIDIA: è la forma spontanea, disordinata, chiassosa, naturale del gioco. Per i bimbi è soprattutto movimento, far rumore. E’ un momento creativo, di animazione, come nelle feste. LUDUS: sono i giochi strutturati, regolamentati, c’è disciplina interna. CAILLOIS 2: categorie di gioco AGON: gioco di competizione, tutti partono alla pari ma alla fine vince chi è più abile. Ma c’è la possibilità di giocare ancora: fare la rivincita. Dal punto di vista storico ha radici antichissime, importante dal punto di vista adattativo. ALEA: è l’aspetto della sorte, della fortuna, fa da contraltare all’abilità, ci si affida alla dea bendata, la partenza è uguale per tutti e l’incertezza è totale, vince chi è più fortunato. Legata ad aspetti magici, del passato. Il divertimento è dato dall’attesa del risultato, è un meccanismo potente. MIMICRY: viene dall’ambito biologico, sono le capacità mimetiche, come quelle del camaleonte; ci si maschera, traveste, si nasconde la propria immagine come a Carnevale. Ha una forte caratterizzazione nel campo sociale. ILINX: vertigine, sono tutti i giochi in cui il proprio corpo si trova in squilibrio, come negli sport estremi. Si mette in gioco il sé più in senso fisico, come andare forte in moto. Gioco sportivo Leibniz: i giochi in generale dovrebbero essere suddivisi in attività in cui entra l’azione motoria e quelli in cui il ruolo della motricità è quasi indifferente Pierre Parlebas: il comportamento motorio di un atleta può essere interpretato come “la manifestazione di una personalità che interagisce con il proprio ambiente fisico e col proprio entourage sociale. (…) Non si tratta più di una motricità nel senso antiquato del termine, ma di una azione motoria concepita in termini di sistema: sono le interazioni messe in atto dal partecipante che divengono i fatti principali (Pierre Parlebas, Giochi e sport, Il Capitello, Torino 1997)