14-16marzo_acqueveronesi

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Laboratori sull’acqua – Acque Veronesi e dott.ssa Ilaria Marchi – lunedì 14 e mercoledì 16 marzo Nei giorni 14 e 16 marzo, le classi prime della scuola Simeoni hanno partecipato a due laboratori sul tema dell’acqua, promossi dall’azienda Acque Veronesi e tenuti dalla Biologa dott.ssa Ilaria Marchi. Gli incontri si sono tenuti nell’aula magna della scuola e sono stati organizzati dal prof. Riccardo Valentini. Nel primo incontro, sono stati presentati i dati relativi all’acqua dolce superficiale, che rappresenta solo un piccola percentuale dell’acqua totale della Terra e che è ridotta a causa dell’inquinamento idrico. Sono stati illustrati i problemi legati alla disponibilità di acqua potabile nelle diverse regioni della Terra, in particolare dell’Africa, dove, oltre alle vaste aree desertiche, esistono zone in cui, pur essendo presente l’acqua, mancano le risorse economiche per prelevarla. In altre regioni africane, le popolazioni locali non sono state istruite nella manutenzione dei pozzi costruiti dalle organizzazioni umanitarie e larga parte della popolazione deve percorrere a piedi lunghi tragitti con le taniche, per raggiungere il pozzo funzionante più vicino. In molti paesi in via di sviluppo, le popolazioni possono accedere solo ad acque superficiali non potabili e inquinate dal punto di vista microbiologico. Per questo motivo, le persone contraggono malattie infettive ­ tifo, gastroenterite, dissenteria, colera – con esiti letali, perché non curate come necessario. Ha molto impressionato il dato che le malattie infettive dovute a consumo di acqua inquinata causano la morte di un bambino ogni 31 secondi. Anche l’inquinamento chimico ha gravi conseguenze: a questo riguardo è stato illustrato l’esempio dell’arsenico, un elemento chimico presente naturalmente in alcuni tipi rocce e quindi disciolto nell’acqua che le ha attraversate. Nel Bangladesh, dove i pozzi sono stati costruiti senza tenere conto della natura del terreno, la popolazione consuma acqua inquinata da arsenico e, di conseguenza, manifesta effetti tossici, come ad esempio lesioni della pelle e tumori. Un altro grave problema su cui è stata sollecitata la riflessione degli studenti è il riscaldamento globale e le sue conseguenze, quali l’evaporazione più intensa, l’aumento della richiesta d’acqua in agricoltura e l’alterazione delle precipitazioni. La dott.sa Marchi ha quindi illustrato il lavoro dell’azienda Acque Veronesi, che si occupa dell’acqua che arriva nelle nostre case: il prelevamento dal pozzo, il trasporto nelle tubature dell’acquedotto, la raccolta dell’acqua che è stata utilizzata nelle fognature e la sua depurazione. È stata spiegata e illustrata con immagini la distinzione tra falda artesiana e freatica, quest’ultima più superficiale e più facilmente raggiungibile dalle sostanze inquinanti che s’infiltrano nel terreno; l’acqua di falda profonda è portata direttamente al serbatoio e distribuita nelle case, mentre quella prelevata dalle falde freatiche viene prima trattata in un impianto di potabilizzazione. Laboratori sull’acqua – Acque Veronesi e dott.ssa Ilaria Marchi – lunedì 14 e mercoledì 16 marzo È stato illustrato il funzionamento del depuratore e, in particolare, della vasca di ossidazione con fanghi attivi, che contiene elevate concentrazioni di microrganismi decompositori della sostanza organica. È un processo naturale di depurazione dell’acqua che avviene anche nei corsi d’acqua, quando il grado di inquinamento non supera la capacità di auto­risanamento del fiume. Sono stati mostrati video e immagini molto coinvolgenti degli organismi del depuratore, comprendenti batteri, protozoi ­ amebe, ciliati, flagellati – rotiferi e nematodi, che formano una rete alimentare all’interno della vasca. Il depuratore deve essere realmente efficiente nel ripulire l’acqua e per questo i fanghi attivi sono sottoposti a un duplice controllo, sia da Acque Veronesi sia dall’ARPAV. Nei laboratori di analisi, dotati di potenti microscopi, si osserva un campione di fango attivo per indentificare e contare i protozoi. Acque veronesi effettua controlli sui parametri dell’acqua a tutti i livelli della rete veronese: a livello del pozzo, dei serbatoi, delle tubature, delle fognature, del depuratore e dell’acqua in uscita. La dottoressa ha poi suggerito agli alunni un’attività molto interessante: confrontare i parametri dell’acqua di rubinetto di Verona e quelli dell’acqua di bottiglia, basandosi sui dati facilmente ottenibili dal sito internet di acque veronesi e quelli riportati sull’etichetta della bottiglia. La dottoressa ha infine sollecitato gli alunni a una riflessione sull’uso responsabile dell’acqua di rubinetto e proposto alcune “buone azioni” quotidiane, dato che l’acqua sotterranea è una risorsa non rinnovabile e che quella superficiale, pur essendo considerata risorsa rinnovabile, è utilizzata già al massimo possibile. Nel secondo incontro è stato affrontato il tema delle acque superficiali e, in particolare, degli organismi acquatici bioindicatori, quelle specie viventi che, grazie alla loro elevata sensibilità a fattori inquinanti, forniscono importanti informazioni sul grado e la tipologia di contaminazione di un corso d’acqua, per esempio in prossimità del depuratore di uno scarico industriale. Il laboratorio ha riguardato in particolare alcuni invertebrati acquatici. Dopo un breve introduzione teorica, accompagnata da immagini e video di elevato interesse e valore, la dott.ssa Marchi ha condotto gli alunni in un percorso di osservazione di alcuni campioni. Con l’aiuto di una lente di ingrandimento, gli alunni hanno dapprima osservato, in una bottiglietta d’acqua, alcuni esemplari di ​
Daphnia​
, un piccolo crostaceo planctonico, che è anche chiamato “pulce d’acqua” e ha ispirato uno dei personaggi di ​
SpongeBob​
. È un animale molto sensibile all’inquinamento e per questo motivo è utilizzato come bioindicatore nei laboratori di analisi delle ARPA e di Acque Veronesi. Ne è stato prelevato un esemplare ed è stato allestito un vetrino per l’osservazione in vivo anche al microscopio ottico. È molto piccolo ­ circa 1 mm ­ e trasparente alla luce del microscopio, ed è stato così possibile apprezzarne anche le strutture interne, il lungo tubo digerente, il cuore, che si trova in posizione dorsale e batteva molto velocemente, oltre allo scheletro esterno, le appendici, le quattro antenne e l’unico occhio. Tra gli insetti bioindicatori, ci sono alcune specie di libellule e di tricottero, che trascorrono la fase larvale del ciclo vitale nell’acqua e che presentano caratteristiche molto particolari. Laboratori sull’acqua – Acque Veronesi e dott.ssa Ilaria Marchi – lunedì 14 e mercoledì 16 marzo Alcune immagini hanno evidenziato la struttura del capo e del corpo della larva acquatica di libellula e un video ne ha mostrata una in azione di caccia. La larva di libellula ha un apparato boccale molto grande e impressionante, chiamato maschera, che estroflette molto rapidamente per afferrare la preda e divorarla. Gli alunni ne hanno osservata una al microscopio ottico, apprezzando direttamente i particolari dell’apparato boccale. Erano presenti anche dei modelli di plastica, corrispondenti a fasi diverse del ciclo vitale dell’insetto. La larva di tricottero costruisce una specie astuccio per proteggersi dai predatori, raccogliendo nell’ambiente sassolini o parti vegetali, e unendoli tra loro con una secrezione cementante che essa stessa produce. Gli alunni hanno osservato con lo steoreomicroscopio un astuccio di tricottero, conservato presso i laboratori dell’ARPA e, con l’aiuto di una lente di ingrandimento, un altro astuccio di tricottero, portato dalla relatrice stessa, la quale ha cercato di riprodurre l’ecosistema fluviale nel proprio acquario. Gli interventi, di elevato valore didattico e scientifico, hanno riscosso notevole apprezzamento da parte degli studenti, che hanno partecipato in modo molto attento a attivo. A cura di Angela Begnini Laboratori sull’acqua – Acque Veronesi e dott.ssa Ilaria Marchi – lunedì 14 e mercoledì 16 marzo