Numero 2/2015 - SO.CREM Genova
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Numero 2/2015 - SO.CREM Genova
Anno XVIII - N.2/2015 "Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NO/GENOVA n° 02 anno XVIII negativi verso tale scelta, tuttavia desideriamo fare alcune precisazioni circa l'argomento. Anzitutto cogliamo l'occasione per ribadire che le nostre leggi emanate in materia funeraria, riconoscono tre sistemi di seppellimento: cremazione, inumazione e tumulazione. Per noi cremazionisti, però, affidare la propria salma alle fiamme dell'Ara Crematoria non rappresenta solamente un metodo di seppellimento accettato dalla legge, perché consideriamo la cremazione un vero e proprio Rito. Ciascuno di noi assiste abitualmente all'evoluzione dei tempi, nonché al cambiamento degli usi e dei costumi, in maniera graduale senza quasi percepire la trasformazione. Di conseguenza non ci meravigliamo più di nulla, specialmente se “così fan tutti”. Rileviamo solamente gli avvenimenti che scuotono bruscamente la nostra vita, in modo particolare se i fatti provocano forte apprensione. Parlare di dispersione delle ceneri, fino a pochi anni fa, suscitava nel nostro animo un profondo senso di stupore misto all'evidente disapprovazione, soprattutto anche perché il fatto era vietato. Nel frattempo, é intervenuta una modifica del Titolo IV del Codice Penale, relativo alla disciplina dei delitti contro la pietà dei defunti. Pertanto, non costituisce più reato l'affido e la dispersione delle ceneri di salma, a condizione che l'operazione sia autorizzata dall'Ufficiale dello Stato Civile in conformità a espressa volontà del defunto. Siamo ben distanti da esprimere giudizi Non vogliamo sublimare il corpo, ossia ridurlo allo stato aeriforme, perché non è nostra intenzione farlo sparire nel nulla. Il nostro obiettivo è di evitare la lenta decomposizione delle spoglie mortali. Tutto ciò per affermare, in sintesi, che la cremazione è il mezzo igienicamente più idoneo per raggiungere tale scopo. La scelta è raccomandabile perché costituisce il sistema più pulito. Per chi lo desidera, è possibile collocare gratuitamente le ceneri dentro i Cinerari costruiti da questo Ente nel Tempio Crematorio. Per ricordare degnamente la menzionata volontà, i rispettivi nomi sono trascritti nel Libro d'Oro dei Cremati, il quale è custodito presso il nostro Tempio. Chiudiamo l'Editoriale informando che la SO.CREM ha già avviato le pratiche amministrative per realizzare un altro Cinerario all'interno del Cimitero Monumentale di Staglieno. Franco Stefano Gazzo LA PAGINA DEL DIRETTORE I Servizi Cimiteriali L'estate scorsa tutti i quotidiani hanno pubblicato sulle prime pagine, a grandi titoli, la notizia riguardante un funerale che si era svolto a Roma in quei giorni. E' necessario rammentare che il caso aveva destato grande scalpore a causa dell'eccessivo sfarzo della manifestazione. Chiariamo subito che si tratta di un fatto di cronaca, pertanto il caso specifico non rientra nella sfera delle nostre competenze. Cogliamo, invece, l'occasione per analizzare e riferire ai nostri Associati le norme riguardanti le cerimonie religiose svolte fuori dai luoghi di culto. L'argomento, infatti, appartiene all'ambito dei servizi funerari e in tale ramo il nostro Ente offre alla cittadinanza – da oltre un secolo – la propria esperienza. Il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, approvato con RD n° 773 del 26 giugno 1931, si occupa anche della surriferita materia. Da tener presente che il complesso delle leggi di che trattasi, spesso abbreviato con l'acronimo TULPS, come ben noto è un provvedimento di polizia il quale non è stato abrogato. Anzi, è stato recentemente aggiornato e modificato, pertanto continua a disciplinare il settore della pubblica sicurezza. Le infrazioni, in buona sostanza, sono punite con sanzioni penali. Chi promuove o dirige funzioni, cerimonie o pratiche religiose fuori dei luoghi destinati al culto, ovvero processioni ecclesiastiche o civili nelle pubbliche vie, deve darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore. Lo stesso dirigente di polizia può vietare, per ragioni di ordine pubblico o di sanità pubblica, le funzioni, le cerimonie, le pratiche religiose e le processioni. Il menzionato Testo Unico stabilisce che il Questore ha pure la facoltà di prescrivere di svolgere il rito con l'osservanza di determinate modalità. In tal caso, egli deve notificare le sue ordinanze ai promotori del corteo, perlomeno ventiquattro ore prima. Per evitare equivoci il TULPS spiega, in proposito, che le menzionate disposizioni non si applicano ai trasporti funebri, salve le prescrizioni 2 delle leggi e dei regolamenti di sanità pubblica e di polizia locale. Il Questore, però, ha la facoltà di vietare il corteo effettuato in forma solenne, ovvero può determinare speciali cautele a tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini. La Questura deve ovviamente essere avvertita, in tempo utile, della situazione dagli uffici pubblici competenti in materia. L'ordinamento giuridico del nostro Paese completa le citate norme del RD con il Regolamento di polizia mortuaria, approvato con DPR n° 285 del 10 settembre 1990. Puntualizziamo subito che quest'ultimo Decreto del Presidente della Repubblica non è, nonostante il nome, una legge di polizia. La sua funzione, infatti, è quella di regolamentare le attività funerarie e cimiteriali. Bisogna precisare che la citata norma conferisce direttamente al primo cittadino molte attribuzioni, perché egli è la massima autorità della Civica Amministrazione. E' evidente, tuttavia, che gli adempimenti per le attività funerarie in argomento devono essere eseguiti dalla burocrazia, la quale è preposta a dirigere il settore su delega del Sindaco. Tale Regolamento assegna allo stesso Sindaco il potere di disciplinare l'orario per il trasporto delle salme nel territorio comunale. Deve altresì decretare le modalità e i percorsi consentiti, nonché il luogo e le norme per la sosta dei defunti in transito. Inoltre, il DRP di che trattasi stabilisce che l'impresa di onoranze funebri, incaricata del trasporto di una salma, debba essere munita di apposita autorizzazione comunale. Lo stesso nulla osta deve essere consegnato alla direzione del cimitero. Il trasporto di una salma, di resti mortali o di ossa umane entro l'ambito o fuori dal Comune, deve essere autorizzato dal Sindaco. Queste sono le norme di carattere generale, valide su tutto il territorio nazionale. Le stesse disposizioni devono integrarsi con quelle comunali e con i provvedimenti attuativi, ossia le ordinanze del Sindaco. Franco Stefano Gazzo Ricordi Giuseppe Noce 1930 - 2015 Il 20 settembre di questo, per noi infausto 2015, ha segnato la scomparsa del Geom. Giuseppe Noce, già Vice Presidente della So.Crem e prezioso collaboratore tecnico dell’Ente. Ogni miglioria e innovazione nel Tempio reca infatti la sua firma. Il 28 settembre, nella Sala del Commiato, il Cav. Mauro Peirano, attuale Vice Presidente della So.Crem, ha pronunciato parole di sentito cordoglio. Gli ha fatto seguito il Comm. Avv. Edoardo Vitale, Presidente della So.Crem, che, notevolmente commosso, ha detto addio all’amico fraterno ed ha annunciato che il Tempio Crematorio sarà intitolato al nome dell’illustre scomparso. La grave perdita che ha subìto il Sodalizio è stata preceduta in un breve arco di tempo dalla dipartita dei Signori Attilio Magri e Alfonso Pelosi, già Membri del Consiglio di Amministrazione, alla cui memoria vanno le nostre più vive condoglianze. La Direzione e la Redazione del "Notiziario" si uniscono al necrologio. 3 ASSEMBLEA DEI SOCI Domenica 31 maggio 2015 si è svolta L'Ing. Sergio Levi, Presidente del Comitato l'Assemblea dei Soci, come di consueto, nel Teatro di Controllo, successivamente ha letto la Relazione della Gioventù di via Cesarea presso la Sala Govi. Constatata la validità dell'Assemblea in dello stesso Organo del 16 marzo 2015, riferita al seconda convocazione, essendo, infatti, andata Bilancio del decorso 2014. Al termine della lettura delle menzionate deserta la prima, alle ore 9,30 il Comm. Avv. Relazioni il Presidente ha messo ai voti i Bilanci sia Edoardo Vitale, Presidente dell'Assemblea in del 2014 che del 2015 nonché le surriferite qualità di Legale Rappresentante della Società, ha Relazioni. All'unanimità, l'Assemblea ha approvato tutti dato il saluto di benvenuto ai numerosi Soci anche a nome del Consiglio d'Amministrazione e del Comitato di Controllo. Il Presidente ha quindi precisato che la convocazione – oltre ad essere stata inviata a tutti gli Associati - era stata pubblicata sulla GU n° 43 del 14 aprile 2015. Prima di iniziare i lavori, l'Avv. Vitale ha invitato i Soci a unirsi in un simbolico minuto di confermato il rinnovo delle cariche Sociali. Nella varie ed eventuali, la Socia Sig.ra Carla Caselgrandi ha chiesto la parola per chiedere delucidazioni, le quali sono state fornite dal Consiglio d'Amministrazione. Al termine degli interventi, il Prof. Giorgio raccoglimento in ricordo dei Cari Defunti. Il Presidente ha invitato l'Assemblea a Spina ha illustrato le varie attività culturali confermare nell'incarico di Scrutatori i seguenti dell'Ente e le iniziative di alto valore scientifico Soci tra i primi a entrare nella sala: Geom. Gian delle conferenze promosse dal Centro Studi Mario Casagrande, Sig. Massimiliano Gazzo e Sig. dell'Ente. Ha pure riferito il recente riconoscimento Adriano Lenoli. Al riguardo, ha inoltre precisato che il ottenuto dal Presidente con il conferimento il giorno 2 aprile 2015 del “Grifo” da parte del compito degli Scrutatori è di verificare il regolare Sindaco di Genova e ha letto le relative motivazioni andamento dell'Assemblea e di sottoscrivere, per di tale onorificenza. Il Consigliere Prof. Spina ha approvazione, il relativo Verbale dell'odierna inoltre informato anche circa le due Borse di Studio Assemblea quale attestazione dell'aderenza di detto indette dalla SO.CREM ed il Concorso Letterario Verbale all'Ordine del Giorno. Ha quindi chiesto di eleggere, quale del 2015. In proposito ha ricordato le modifiche e le Segretario, la Sig.ra Flora Pistelli Barbis. trasformazioni che hanno subito – negli ultimi anni L'Assemblea ha approvato all'unanimità entrambe - i cimiteri. Dopo aver esaminato e discusso tutti gli le nomine. L'Avv. Vitale ha incaricato la Prof.ssa argomenti posti all'Ordine del Giorno, il Presidente Clara Rubbi (Membro del Consiglio di ha ringraziato sia il Prof. Giorgio Spina che i Soci Amministrazione) di dare lettura della Relazione presenti per la loro partecipazione ed ha dichiarato Economica e Morale inerente l'Esercizio 2014, conclusa l'Assemblea alle ore 11,30 porgendo a approvata dal Consiglio d'Amministrazione in data tutti un augurio di “buona estate”. Franco Stefano Gazzo 30 marzo 2015, nonché della Previsione Economica dell'Esercizio 2015. 4 i menzionati argomenti. Sempre all'unanimità l'Assemblea ha RIFLESSIONI SUL CIMITERO MONUMENTALE DI STAGLIENO Se non possiamo prevedere quale sarà la prassi funeraria del futuro, sappiamo per certo quando si chiuse l'epoca in cui era in uso inumare le spoglie dei propri cari un po' dovunque: castelli, ville, chiese, abbazie, parchi, giardini. Fu infatti l'editto napoleonico di Saint Cloud, di ispirazione illuminista, a istituire la prassi cimiteriale nel 1804. In quell'anno stesso sorse il famoso cimitero parigino del Pere Lachaise che siamo soliti paragonare alla nostra necropoli di Staglieno. Ci sono però delle notevoli differenze. Staglieno è la più vasta, ricca e avvincente realtà architettonica dell' Ottocento mentre il Pere Lachaise è la più vasta e accatastata superficie cimiteriale dell'Occidente. Quest'ultima è cosmopolita nel senso che custodisce i nomi più famosi del mondo mentre Staglieno annovera quelli più famosi in un'area storica più autoctona, quella ottocentorisorgimentale. Quando Foscolo compose I Sepolcri, animate erano nella Penisola le polemiche sulle scelte cimiteriali. A Genova si individuò un'area al Righi, scartata la quale si parlò della Foce, fin quando il Progetto Barabino fece fermare le attenzioni su di una vasta area ai limiti della sponda destra del Bisagno, proprio là dove Resasco realizzò la prima distesa quadrangolare, il primo impianto cimiteriale dal quale si dipartirono gallerie, porticati, trasversali, campi, loggiati, boschetti, su su fino a tutto quel crescendo collinare architettonico e artistico che portò Staglieno a occupare gli attuali spazi nella grande cerchia metropolitana. Si era intorno al 1840-50 quando il tracciato che aveva ormai preso forma e dimensioni destò l'ammirazione di illustri visitatori stranieri: F. Nietzsche, Guy de Maupassant, l'imperatrice Sissi, l'americano Mark Twain, quello più citato perché su Genova dedicò molta parte di un suo libro di viaggi. A 170 anni di distanza Staglieno, pur nella polverosa sedimentazione odierna, ci prende in un avvolgente clima di suggestione e rispecchia i valori civici della nostra città, elettivamente quelli della borghesia ottocentesca alla quale va il principale merito spirituale, morale c anche finanziario della realizzazione edilizia e architettonica; un ininterrotto susseguirsi di documenti artistici fissati nel marmo: cippi, stele, statue, complessi. angeli, creature alate, donne in gramaglie, vecchi, bambini; iconografie di personaggi (poeti, patrioti, politici, industriali, benefattori, artisti, semplici cittadini) che, nell'estro delle simbologie, ricordano quanto è eternato della storia di Genova. Opere dovute, in primis, a eccelsi scultori, maghi del cesello come Giulio Monteverde, Lorenzo Orengo e Santo Varni, l'artefice della Fede, la statua che al centro dei campi ci induce al meditato silenzio tra tanti nostri scomparsi; una statua dall'aspetto di divinità pagana per il cui volto lo scultore si ispirò a quello virgineo di una fanciulla di Pentema. Da quel punto di ispirata religiosità, salendo l'ampia scalinata si protende il Pantheon che custodisce le più alte celebrità genovesi e, più elevato, il Mausoleo eretto a Mazzini nel 1874 da illustri massoni come Maurizio Quadrio, Aurelio Saffi e Agostino Bertani, col suo frontale di reminiscenze bibliche e simbologie ermetiche. Il percorso cimiteriale tocca recinti di toccante umanità come la tomba di Constance Lloyd, l'infelice consorte di Oscar Wilde che, scomparsa in città nel 1897, riposa nell'ala protestante, uno spazio che Staglieno riserva a questa come ad altre fedi quali i campi dove riposano Ebrei, Greco-Scismastici e Musulmani, se ve ne fossero. E ancora per la storia. le aree dedicate ai gloriosi garibaldini e quelle agli Inglesi Caduti nella nostra città nelle due guerre. Soffermarsi davanti alla statua di Caterina Campodonico, una popolana in mezzo ai grandi, è diventata tradizione per il visitatore, ammirato alla storia di un'umile venditrice ambulante che, salvandoli dalle grinfie di corvini parenti, riservò i suoi risparmi all'effigie che ne parli alla posterità. Nella galleria Cronos, accanto ad altre figurazioni allegoriche, campeggia la statua di una giovane donna che tiene sulla mano destra tre semi di papavero, il simbolo dell'oblìo; toccante messaggio come i tanti altri cosparsi sui tumuli come un cereo manto ispirato da mitologie lontane, moniti tramandati nei millenni dall'arte egizia e da quella giudaico-cristiana fissata nei verdetti di bibliche scritture. Giorgio Spina 5 NELLA NEBBIA DEI RICORDI Nella penombra di quell'antro pieno di oggetti accantonati alla rinfusa, spicca un quaderno forse un libricino. Mi piego, lo prendo ma non viene via, è coperto da una pila di altri oggetti dei quali mi accorgo solo ora, che mi sono abituato al buio. Intento a recuperare il libricino mi sposto e, urtando la pila, l'abbatto. Un nugolo di polvere si solleva immediatamente e, con pari velocità, scaturisce la mia tosse. Mi allontano, trattenendo l'oggetto preso, mi dirigo verso la fioca luce del lucernario. Finalmente riesco a capire che cosa ho in mano, è un opuscoletto a stampa. La copertina porta come titolo in grassetto "Il catechismo''. All'interno vi sono molte pagine con ampi spazi vuoti riempiti a mano da scrittura infantile. Lo stato di conservazione è davvero precario: l'umidità ne ha intriso le pagine che successivamente si sono incollate l'un l'altra. Tra quelle che riesco ad aprire, vedo una mela, dai colori stinti, un trattino di uguale e, al di là del segno, la parola superbia. Sotto, con colore rosso, una volta molto vivo, un enorme punto interrogativo. Quel dubbio doveva aver tormentato a lungo la mente di me bambino. Ad esso se ne legava un altro ed un altro ancora: era una vera concatenazione di interrogativi. Come poteva aver avuto origine il genere umano da un solo uomo e da una sola donna? -Tra parenti non ci si può sposare - Adamo ed Eva avevano due figli entrambi 6 maschi Abele e Caino, il secondo uccise il primo! La superbia è sete di conoscenza ... Dante fa dire ad Ulisse, condannato all'inferno: "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ". La maestra, però, vuole che io studi! Fortunatamente la crescita mi fece dimenticare questi problemi. Intanto continuando a cercare sollevo polvere e tossisco, ormai infastidito dall'ambiente irrespirabile mi allontano ulteriormente verso la fonte di luce e di aria. Trovato un piano abbastanza stabile mi siedo con il catechismo ancora in mano, sfogliandolo in maniera automatica, m’immergo in pensieri inusuali. Ero responsabile di una azienda di marketing. Molto giovane, avevo già realizzato quello che altri, con molti più anni di me, non avevano ancora raggiunto. A torto o ragione ero sicuro, altezzoso, professionale. Le male lingue insinuavano che, nel passare per i corridoi, volavo ad un metro da terra, ed altro ancora. Ero confortato dai dati tabellari tutti in continua crescita. Poi, il personale non poteva certo lamentarsi del trattamento economico, che era tra i più elevati del settore. La porsche nuova, modello direttamente acquistato in Germania, con particolari esclusivi del mercato tedesco, completava il quadro. Ero convinto che nessun ostacolo avrebbe potuto interrompere il mio cammino. Col senno di cui "son piene le fosse" si può dire ... fu solo presunzione! Non dimenticherò mai quel viso dall'ovale regolare, incorniciato da capelli neri corvino, lisci, che scendevano sin ad appoggiarsi sulle spalle, naso regolare lievemente all'insù, bocca grande con labbra sottili, carnagione olivastra. Ciò che rendeva particolarmente affascinante quel volto era il colore grigioverde degli occhi, sempre cangianti alla luce, fin apparire a volte gialli, come di gatto. Lo sguardo profondo penetrava quasi a voler leggere l'anima. Un ampio sorriso a mitigare il tutto; curata nell'abbigliamento sia che fosse sportiva, professionale o elegante. La volta che mi fu presentata, indossava un tailleur gonna e giacca a quadretti sul grigio, camicia bianca a collo alto leggermente aperto con cravatta sottile in pelle nera annodata sul petto. La gonna al ginocchio ampia ondeggiava lievemente conferendo alla sua andatura un non so che di attraente. Completavano calze velate grigie e ballerine bianche con bordatura nera. - Sì, devo dire, ora per allora, che mi aveva proprio colpito. - Ebbi difficoltà a non far trasparire quell'attrazione che aveva suscitato in me il suo apparire e, nel colloquio seguente, fui pittosto duro e freddo. Cercai in tutti i modi di metterla in difficoltà, ma era pronta a divagare per evitare l'ostacolo. Dovendo comunque assumerla e, non potendo scotentare i suoi sponsor, volsi la discussione sui temi di carattere generale. Tutto filò liscio con la soddisfazione di tutti, eccetto la mia. Il contrasto tra l'attrazione che esercitava la sua femminilità ed il mio risentimento per un’assunzione non proprio da me determinata, mi poneva in continuo stato di agitazione. Le affidai incarichi sempre più faticosi e complessi. Ma quando raggiunse il livello al quale altri, in precedenza si erano dimessi, capii che c'era la stoffa ed in breve diventò il mio vice. I nostri rapporti divennero distesi ma mai oltre la cortesia professionale. Un dubbio però di tanto in tanto affiorava: perchè 1'avevano segnalata, non era certo una da aiutare! Ma come per i dubbi infantili sorvolai. Tutto cambió al ritorno da un incontro con la direzione nella sede centrale in Svizzera. Miriam, questo il suo nome, non potè partecipare per un banale incidente stradale, occorsole proprio in quei giorni. Al suo rientro dalla malattia, disse di dovermi parlare, fissammo per un aperitivo, a fine settimana, dopo il lavoro. Quel tempo mi torna in mente con la sensazione sgradevole di un momento buio della mia vita; ho sempre odiato i frangenti oscuri e contraddittori. Forse per questo ero solo. Vivevo solitario da anni dopo il fallimento del mio brevissimo matrimonio. La solitudine mi teneva compagnia, ogni mattina, appena sveglio, aprivo la finestra e respiravo l'aria fresca della libertà. In quei giorni non era così. Ero più che mai convinto che il legame familiare fosse ciò che rovinava la vita dell'uomo: "Non fu Eva che indusse Adamo al peccato!?" ... Forse quell'incontro, poco chiaro nelle sue finalità, mi infastidiva: un déja-vu di esperienze sentimentali foriere di turbamenti. Miriam era il mio braccio destro, il secondo in azienda. Vi era un rapporto di stima reciproca, tanta intesa e armonia. Quasi un accordo non scritto, però, aveva sempre impedito di metterci in gioco sul piano personale. Di questa donna non conoscevo quasi nulla. Era lì senza passato né futuro a giocare una partita con me in un mondo a sé fuori dalla realtà. Probabilmente temevo il coivolgimento emotivo laddove ritenevo non dovesse esservi . Per non sbagliare, appena la vidi, dopo i saluti di rito, entrai in argomento: "mi fa piacere vederti qui, lontano dall'ufficio, ti avrei chiamato io, fra qualche giorno, quando le cose sarebbero state certe, ma l'occasione ci permette di chiarire subito." Mentre parlavo, la sua espressione era dapprima stupita, poi sempre più interrogativa, scuoteva la testa come per dirmi no, fermati, ma senza il coraggio di interrompermi. Non capendo quei suoi segnali, tirai dritto: "è questione di tempo per la ratifica, ma ho rassegnato le dimissioni, prima che siano "loro" a invitarmi a farlo, non sono sicuro ma è quasi certo che offriranno a te l'incarico. se non ti hanno già contattato." Ero stato impetuoso, incalzante, come se avessi dovuto sputare un rospo che nessuno mi chiedeva di fare. Avevo esagerato, vinto dalla paura! In quell'attimo di pausa, esplose con una veemenza che non le conoscevo. "Chi ti ha messo in testa che io ti volessi parlare di lavoro, di carriera e di promozioni. Ma per te non esiste altro che volare per i corridoi ad un metro da terra, mai un capello fuori posto, giacca e camicia in coordinato con scarpe, cravatta e cintura. E poi la tua porsche, la 933 del capo, come la chiama Giacomo, il portiere. 7 Ma te la porti anche a letto questa benedetta porsche?!" la furia si esaurì su quell'ultima parola. Tacque. Passarono alcuni minuti di silenzio, un tempo infinito ... pensavo e ripensavo "cosa aveva potuto scatenare quell'odio, furente contro uno che ti viene a dire che a breve avrai una promozione e succederai in quello che è stato il suo posto? ". Non avevo risposte, ero certo di non aver dato adito ad interessamenti sentimentali nei suoi confronti. Si, era una donna attraente, sia di aspetto che di modi, e qualcosa aveva smosso in me, ma solo appena la conobbi, poi prevalse la stima e, per me, era praticamente asessuata, il migliore dei miei amici. Non volevo vedere quello che era evidente. Il silenzio durò ancora, lentamente il rossore del viso si sfumava, le giugulari si sgonfiavano, i lineamenti del viso meno tesi, si schiarì la voce deglutendo a vuoto, poi lentamente riprese a parlare. "Un tuffo al cuore" sentii chiaramente nel mio torace, forse una salva di extrasistoli liberatorie, da quel vuoto, quella nebbia che ti avvolge e non sai dove sei. All' improvviso una lucina fioca lontano laggiù ti indica la strada, sei pronto a seguirla. Così mi apparve il suo riprendere a parlare; la voce piana, dolce, serena, con tono pacato sillabando quasi le parole mi chiese scusa per quel momento di sfogo, mi ringraziava per le notizie fornitele, che non conosceva, ma che si aspettava. Dopo l'incontro in Svizzera, mi disse, avevo cambiato atteggiamento, e lei si era accorta di quanto stava per accadere, aveva timore che qualcosa s'incrinasse tra noi. - Questo dire mi stupì, credevo di essere invulnerabile soprattutto sul lavoro. - "Tu avresti capito" aggiunse "la mia situazione, ne sono certa". Poi brevemente mi tratteggiò il suo passato: sposata giovanissima al tempo dell'università con un uomo molto facoltoso; due figli, ancora piccoli, imposti dal marito, ché a quarant'anni si sentiva vecchio per aspettare. In cambio il suo futuro professionale. Visse anni difficili dibattuta tra l'essere mamma e professionista in una casa gestita dalla famiglia di lui. Al culmine dei contrasti lasciò e fu denunciata per abbandono di tetto coniugale. Non aveva avuto più contatti con loro. Concluse: "il lavoro era 8 l'ultima sua ancora". Riprese fiato, e con voce tremante "pare che abbia una brutta malattia al polmone, dalle lastre fatte per quell'incidente sembra che vi sia qualcosa di anomalo". Un rumore di un altro scaffale, che si muove, mi distoglie dal ricordo. Cade ancora qualcosa intorno a me. "oh la cartellina gialla delle vecchie ristrutturazioni!" dico tra me e me cercando di raccoglierla. Il ricordo torna imperioso. Nella lunga pausa che segui, capii che non sempre si possono risolvere i dubbi sorvolandoli. Ricordo di essermi alzato in piedi e mossi verso di lei che contemporaneamente mi veniva incontro, l'abbracciai. Mi strinse forte ed alzando la testa verso di me "aiutami per favore" sussurrò, la guardai aveva gli occhi umidi, le accarezzai i capelli e le baciai delicatamente la fronte. Intanto ho recuperato la cartellina "mia sorella sarà soddisfatta per questo rinvenimento". Penso "chissà a cosa le servirà" mentre mi avvio verso l'uscita ... Le rimasi accanto per un poco, cercando di aiutarla con discrezione. Una mattina mi telefonò con voce sollevata, venivano a prenderla, andava in America per una nuova terapia. Da allora persi le tracce. La mia vita cambiò molto, lasciai quell'azienda, mi misi in proprio come agenzia di consulenza. Giravo molto ed avevo ritrovato l’aria fresca della libertà. Salgo in macchina, non è più la vecchia porsche, ma una vettura più adatta alla mia età e non c'è più nemmeno Giacomo, il portiere, che aveva sempre una battuta quando mi chiudeva la portiera con un cenno di saluto riverenziale, come quella volta, la prima, che la vidi: "Eh dottò! Con questa indicando la vettura - è tutto in altro mondo ..." con un tono ammiccante. "Mino, che vuoi dire ... ? ... non capisco..."" "Noh ... niente dottò! ... Ma non vede come la guarda?!" "Ah sì ... si ... hai ragione. Ha proprio dei begl'occhi'". Alla luce del sole anche i ricordi si dissolvono... Mauro Salvatore Nicoscìa "LUCIA DI LAMMERMOOR" SECONDO DARIO ARGENTO Il programma per il 2015 del teatro Carlo Felice ha visto la rappresentazione recente dell'opera lirica di Gaetano Donizetti dal titolo: "Lucia di Lammermoor". Regia di Dario Argento, direttori d'orchestra: Gianpaolo Bisanti e Giorgio Bruzzone, con il soprano Desirèe Rancatore nelle vesti di Lucia e, nelle vesti di Edgardo, Gianluca Terranova. La prima rappresentazione risale al teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835. Particolarmente rilevante è, però, la prima rappresentazione francese, a Parigi, il 6 Agosto 1839, in lingua, intitolata: "Lucie de Lammermoor" che, partendo da quella italiana, modifica alcune arie, tra cui la sortita di Lucia, presa da Rusmunda d'Inghilterra. Il 21 marzo 2006 è stata rappresentata al teatro della scala di Milano, sotto la direzione di Roberto Abbado. Capolavoro assoluto di Donizetti, su libretto di Salvatore Cammarano, tratto da: The Bride of Lammermoor" di Walter Scott, autore molto utilizzato per soggetti lirici. Opera tanto famosa, da essere citata dagli scrittori nei romanzi di Anna Karenina ed Emma Bovary, punto di riferimento per l'opera seria di tutto il secolo. Gaetano Donizetti fu uno dei maggiori compositori di musica operistica italiana del primo Ottocento e precursore del dramma musicale, sullo stile di Giuseppe Verdi. Il soprano Desirèe Rancatore ha evidenziato le caratteristiche del personaggio che interpreta: "Lucia è una donna forte caratterialmente, ma debole psicologicamente, sono felice ad essere io a darle voce in questo teatro dove è iniziata la mia carriera." L'azione si svolge in Scozia. Malgrado l'odio che separa le loro famiglie, Edgardo e Lucia si amano e si incontrano di nascosto. Ma Edgardo deve assentarsi, chiamato altrove dalle vicende nelle quali è impegnato. Prima di partire, rammenta a Lucia che Enrico Ashton gli ha ucciso il padre. Perdonerà, tuttavia, se potrà sposarla. Lucia lo prega di tenere ancora segreto il loro amore, ma gli giura eterna fedeltà. Nel secondo atto Enrico, prossimo alla rovina perchè la sua fazione è perdente, inganna Lucia facendole credere che Edgardo si è legato ad un'altra donna e la costringe a sposare il potente Lord Arturo Bucklaw. Durante la cerimonia di nozze Edgardo irrompe nel castello degli Ashton, rimprovera a Lucia l'infedeltà di cui si è macchiata e maledice lei e la sua stirpe. La seconda parte del secondo atto vede Edgardo trascorrere la notte nello spoglio salone della torre nella quale risiede. Sopraggiunge Enrico, venuto a sfidare colui che ha osato turbare la cerimonia di nozze. Edgardo accetta la sfida, che avverrà all'alba. Intanto nella terza scena del secondo atto, gli invitati nel castello di Enrico festeggiano ancora le nozze di Lucia con Arturo, ma sopraggiunge Raimondo, sconvolto, e narra che Lucia ha ucciso il marito trafiggendolo con una spada. Il turbamento degli astanti è accentuato dalla comparsa di Lucia che, ormai folle, immagina prima che si stiano celebrando le sue nozze con Edgardo e poi, con una sorta di ritorno alla realtà, di rivelare all'amato di essere stata costretta a sposare Arturo. A questo punto cade svenuta. Nell'ultima scena, che si svolge all'esterno della torre di Edgardo, questi, affranto per essere stato tradito da Lucia, immagina di rivolgersi a lei e di annunciarle che egli morrà. Medita evidentemente, anche se non viene precisato nel libretto, di lasciarsi uccidere da Enrico. Sopraggiungono Raimondo e gli invitati alle nozze: Edgardo apprende ciò che è accaduto e che Lucia è agonizzante. Vorrebbe rivederla, ma quando i rintocchi di una campana annunciano che Lucia è morta, si trafigge con un pugnale. Nell'opera, la parte corale vasta e accurata, s'inserisce felicemente nell'azione, a partire dalla prima scena dell'opera, ora bellicosa, ora festosa, ora partecipe del dolore di Edgardo e commossa dalla sua agonia nel finale. La strumentazione è abilmente correlata al mutare degli eventi scenici, anche attraverso interventi solistici. Nell'atmosfera notturna del parco, nel quale Lucia compare per la prima volta, è l'arpa ad annunciarla, con suoni liliali e sognanti; quando è convocata da Enrico, tormentata dalla lunga assenza di Edgardo, è il lamento dell'oboe che la introduce; mentre nella scena della pazzia l'accompagna il suono bianco e scarno del flauto. Il regista Dario Argento si è detto onorato nel dirigere un'opera" nelle sue corde." Chi si aspettava di vivere momenti di terrore a teatro, non è stato accontentato. Anche se non mancano scene di sangue, la staticità contraddistingue tutta la regia di Argento. La sua Lucia si declina semplicemente rispettosa della vicenda, non impone ai cantanti gestualità o richieste sceniche eccentriche o comunque particolari. La carnalità di Lucia, che potremmo definire come" un alter ego," stride con la ridondanza delle acconciature preraffaellite e dei pesanti costumi femminili. Argento, alla domanda: "quali effetti speciali vedremo?" ha risposto: "l'opera è per me come un piano sequenza continuo, che non mi permette di zoomare, come potrei fare sul grande schermo, ma mi fa usare alcuni espedienti per ovviare a questa mancanza. In questa Lucia utilizzo alcune proiezioni e rendo visibili sul palco alcuni elementi del racconto... uso cambi di scena a vista, che sono in grado di imprimere al racconto teatrale un taglio più vicino possibile a quello cinematografico." Lara Calogiuri 9 CIELO, MARE, FANTASIA Nel MUSEOTEATRO della Commenda di dobbiamo ricordare in particolare il grande quadro Pré si è svolta con grande successo una mostra di su tela (cm.50x70) intitolato "Alberi sull'acqua". Il pittura di Gian Battista Manfredi. Come trionfo dei colori, verde, azzurro, giallo, arancio, presentatori hanno partecipato l'architetto Mario sfumati e intrecciati in una sorta di danza della Semino, già soprintendente ai Monumenti della natura, ci invita a sognare: forse che colui o colei Liguria e la prof. Giovanna Rotondi, storica che guarda il quadro potrà trasformarsi in una dell'arte, docente universitaria e già soprintendente divinità acquatica o in una ninfa silvestre? Magia ai Beni Artistici della Liguria. dei colori o prodigio dell'arte? In particolare la prof. Rotondi ha illustrato i molteplici interessi dell'autore, giuridici, tecnologicoscientifici, ma anche la sua sensibilità interiore che si esprime nella pittura, oltre che nella poesia. Osservando i quadri di Manfredi risulta evidente la polifonia cromatica, così come le sue poesie risultano ricche di elementi pittorici. E rifacendoci al titolo della mostra 10 Clara Rubbi BANDO PER BORSA DI STUDIO Anno Accademico 2015 – 2016 ART. 1 FINALITÀ DEL BANDO 1. La SO.CREM bandisce un concorso per l'attribuzione di n° 2 Borse di Studio di importo pari a € 2.000 netti ciascuna, per onorare la memoria dei defunti membri del Consiglio di Amministrazione della SO.CREM, Edoardo Guglielmino e Nino Righi; riservato alle migliori tesi svolte sul tema di cui all'articolo 2, comma 1, del presente bando. ART. 2 OGGETTO DEL CONCORSO 1. Le tesi dovranno riguardare, a scelta, uno dei seguenti argomenti: · I cimiteri ieri, oggi, domani: storia, attualità e futuro. · I cimiteri ieri, oggi, domani: architettura funeraria, storia ed evoluzione. ART. 3 REQUISITI PER LA PARTECIPAZIONE AL CONCORSO 1. Possono partecipare tutti i laureati che abbiano conseguito la laurea presso l'Università degli Studi di Genova con il massimo dei voti e discusso le rispettive tesi di laurea sul tema indicato all'articolo 2, comma 1 del presente bando, per l'Anno Accademico 2015-2016. ART. 4 PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA 1. La domanda corredata dalla documentazione, prevista dal comma 2 del presente articolo, dovrà pervenire presso la sede SO.CREM in via Lanfranconi 1/4 scala A, 16121 GENOVA, a mezzo di lettera raccomandata A/R, in busta chiusa e recare all'esterno, oltre all'intestazione del mittente, la dicitura “Tesi di laurea” entro e non oltre le ore 12.00 del 31Ottobre 2016. 2. Alla suddetta domanda si dovrà allegare la seguente documentazione: · Scheda di identificazione in cui siano indicati generalità e dati anagrafici; · Certificato di laurea; · Copia della tesi di laurea. ART. 5 COMMISSIONE GIUDICATRICE 1. La Commissione giudicatrice, costituita dal Centro Studi SO.CREM, valuterà gli elaborati e, a suo insindacabile giudizio, comunicherà ai soli vincitori il risultato positivo a mezzo di lettera raccomandata A/R al recapito indicato nella domanda. 2. Le decisioni della commissione giudicatrice del concorso sono definitive e inappellabili. ART. 6 CONFERIMENTO DELLA BORSA DI STUDIO 1. Le borse saranno conferite in una cerimonia ufficiale con il Centro Studi SO.CREM ai vincitori, in data che sarà comunicata. ART. 7 ADEMPIMENTI DA ASSOLVERE 1. I vincitori si impegnano a consegnare il testo della tesi alla SO.CREM anche su supporto informatico, con cessione dei diritti di pubblicazione e di stampa. 2. La documentazione allegata alla domanda di partecipazione non sarà restituita. ART. 8 TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI 1. Ai sensi dell'articolo 13 del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” i dati personali forniti dai candidati saranno raccolti presso l'ENTE MORALE SO.CREM per le finalità di gestione della selezione. Il conferimento di tali dati è obbligatorio ai fini della valutazione dei requisiti di partecipazione, pena l'esclusione. Genova 7 settembre 2015 Il Presidente Comm. Avv. Edoardo Vitale 11 Loculi perenni da 2, 4 e 6 posti interni ed esterni per tumulazioni di Urne contenenti Salme o Resti Cremati, realizzati dalla SO.CREM nel cimitero di Staglieno e nelle Delegazioni di: Nervi, Sampierdarena, Sestri Ponente, Pegli, Pra, Voltri nonché nel Comune di Recco. Ascolta; non posso morire a primavera, c'è la vita in fiore da guardare e dividere con te. In estate, non voglio morire; come non poter sentire insieme a te gli effluvii della terra irrorata da un temporale? Nemmeno in autunno vorrei morire; dobbiamo tenerci per mano in quella magica tristezza. In inverno la morte no! Non potrei sentire le tue braccia avvolgermi nell'aria gelida. Ma se un giorno non mi amerai più, allora sì, quella sarà la stagione giusta per morire. Anonimo COMITATO di CONTROLLO Rag. Sig.ra Com.te Dott. Dott. Prof. Giacomo Longo Flora Pistelli Barbis Giuseppe Castello Marco Cingolani Salvatore Nicoscia Clara Rubbi Vice Direttore: “IL NOTIZIARIO” Centro Studi: Periodico edito dal Centro Studi della SO.CREM Autorizzazione del Tribunale di Genova n° 19/98 Edoardo Vitale Franco Stefano Gazzo Salvatore Nicoscìa Clara Rubbi Giorgio Spina Giuseppe Visdomini Giulia Mangiarotti Edoardo Vitale Fondatore Franco Stefano Gazzo Direttore Responsabile Grafica e Stampa: Tipolitografia TORRE - Genova Presidente Redattore Capo Coordinatore Segretaria di Redazione