Funerali di Lea Garogalo, Don Ciotti: “La verità va cercata”
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Funerali di Lea Garogalo, Don Ciotti: “La verità va cercata”
[email protected] - [email protected] newsletter di approfondimento dell’associazione Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie n.117 - 25 ottobre 2013 Sede Legale Via Quattro novembre, 98 00187 Roma Segreteria Tel. 06/69770301/2/3 Fax 06/6783559 [email protected] Amministrazione Tel. 06/69770329 [email protected] Sostieni Libera Tel. 06/69770334/20 [email protected] [email protected] Organizzazione Tel. 06/69770326 [email protected] Comunicazione e stampa Tel. 06/69770328 [email protected] [email protected] [email protected] Tesseramento Tel. 06/69770328 [email protected] Educazione alla legalità Tel. 06/69770325/23 [email protected] Ufficio beni confiscati Tel. 06/69770330 06/69770331 [email protected] Settore internazionale Tel. 06/69770333 [email protected] Progetti Tel. 06/69770324 [email protected] Sport Tel. 06/69770326 [email protected] Funerali di Lea Garogalo, Don Ciotti: “La verità va cercata” Milano, 19 ott. - (Adnkronos) - “Oggi non basta parlare di verita’, dobbiamo cercarla. La verita’ e’ la giustizia di cui abbiamo bisogno”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, parlando dal palco allestito questa mattina in piazza Beccaria, nel cuore del capoluogo lombardo, dove si sono celebrati i funerali pubblici di Lea Garofalo, la giovane donna uccisa dalla ‘ndrangheta nel novembre del 2009 a Milano. Don Ciotti si e’ quindi rivolto “ai tanti giovani inghiottiti dalle organizzazioni mafiose affinche’ cerchino la verita’. Noi -ha sottolineatonon vi lasceremo soli. Lea -ha aggiunto- ha deciso di rompere il silenzio e l’ingiustizia. Il tuo cuore e la tua coscienza -ha proseguito don Ciotti rivolgendosi al feretro di Lea Garofalo- sono sorgenti di liberta’”. Parlando sempre della testimone uccisa, il presidente di Libera ha ricordato come la donna si sia ribellata “ad una vita che non sentiva sua. Lea -ha aggiunto- hai seguito la tua coscienza per rompere un codice di odio, di mafiosita’. Hai condotte con le tue piccole, grandi forze la tua scelta di liberta’. Lea, hai visto, sentito e testimoniato”. Quindi, rivolgendosi ancora alla piazza, don Ciotti ha sottolineato come Lea Garofalo sia diventata ormai “un martire della verita’, un testimone della verita’”. Infine rivolgendosi alla figlia di Lea, Denise Cosco, la ragazza che vive ancora sotto protezione e che ha assistito alle esequie pubbliche ‘nascosta’ in un palazzo comunale che dava sulla piazza Beccaria, don Ciotti ha detto: “La tua mamma e’ ancora viva, non e’ morta”. Quindi, dopo aver promesso a Lea Garofalo che “non lasceremo mai e poi mai sola Denise, don Ciotti si e’ definito “un povero prete innamorato di Dio e della giustizia, un prete capace di vivere saldando il Vangelo con la Costituzione”. Una bandiera per Lea Garofalo 2 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Con Lea. ‘Ndrangheta, la lotta delle donne E’ seduta per terra, Ilaria. Le gambe raccolte con le braccia intorno, le mani che tirano giù le maniche della felpa scura, quasi a trovarci un impossibile riparo. Sotto i capelli neri, lunghi e ricci i due occhi grandissimi continuano a bagnarsi. La bellezza giovanile e disadorna appare stupefatta dalla commozione. Tiene lo sguardo al palco su cui è deposta la bara, che lei stessa ha portato lì a spalle insieme ad Andrea, un giovane torinese, e ad altre quattro ragazze: Martina, Silvia, Jessica, Marta, dalla provincia di Pavia a quella di Bergamo. Cinque giovani donne per portare con la prima solennità della vita i resti leggerissimi di una donna che oggi non arriverebbe ai quaranta. Ilaria guarda don Ciotti, tra rose, girasoli e margherite, un’infinità di margherite, mandate in regalo da un floricoltore di Vittoria. Ascolta le brevi parole in diretta di Denise e piange, lo fanno in tanti, anche gli adulti, nella piazza intitolata a Cesare Beccaria, il giurista che mise al bando la pena di morte. Lavora a Coop-Lombardia, Ilaria, politiche sociali. Conquista le scolaresche quando parla dell’impegno del movimento cooperativo per fare arrivare sulle tavole i prodotti dei beni confiscati alle mafie. Ma l’incontro anche fisico con la storia di Lea sembra averla restituita per un giorno agli sgomenti dell’adolescenza. Un po’ più in là c’è Martina, anche lei è arrivata presto per partecipare da vicino. Anche lei un po’ più che ventenne. Sta dall’altra parte delle transenne, appoggiata alle sbarre con i grandi occhiali che riescono appena a nascondere l’emozione che arriva a fiotti, tra le note di Battiato, Capossela, Vasco e De André, quelle preferite da Lea. Fotografa spesso, come a fissare immagini che resteranno nella sua vita di giovane schierata da qualche anno dalla parte dell’antimafia: una ricerca sul campo sulla ‘ndrangheta in Germania destinata, dice con orgoglio, a uscire in questi giorni su “Narcomafie”. Un po’ dietro c’è Sara, l’impegno civile fatto ragazza. Lei scatta foto in ogni direzione. I capelli ricci castani, la faccia splendida e impunita, è ormai una habituè dei campi confiscati, è stata in Calabria a studiare lo sfruttamento dei migranti di Rosarno. Poi a Wrexham, in Galles, in un centro di accoglienza per le ragazze nere vittime del traffico di umani. Sta partendo per un progetto di studio all’estero, prima Tarragona poi Beirut. Non si contiene, Sara, ci mette minuti ad asciugarsi le guance, quando Enza Rando, l’avvocato di Denise, legge il testo di una lettera straziante scritta da Lea Garofalo. Una lettera mai spedita, indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dignitosa, consapevole. Sono una madre sola e disperata, dice, e so solo quale sarà la mia fine: sarò uccisa. Una richiesta di aiuto per sé e per le persone nella sua condizione. Asciutta, breve, terribile. Sara non resiste. Avvolta in una delle bandiere arancioni con il volto di Lea e la scritta “io vedo, io sento, io parlo”, si fa fuscello, come atterrita dal clima evocato da quelle parole, scritte in chissà quale cucina, tinello o sala d’aspetto. Poi c’è un’altra Ilaria, che ai venti non arriva. Che sta conducendo al liceo Viriglio di Milano, avanguardia del movimento antimafia nelle scuole cittadine, un ciclo di lezioni proprio sulla mafia. I capelli biondi raccolti indietro, presenta programmi, tira fuori i suoi libri, spiega, distribuisce la parola agli ospiti, dà appuntamenti per il momento del “fare”. C’è anche la sua solarità nella folla, a organizzare la piazza. E con lei Marilena, che invece studia fisica ed è stata tra le decine di giovani che per due anni si sono dati la staffetta a Palazzo di giustizia per stare idealmente accanto a Denise, la coetanea mai vista, perché anche quando ha testimoniato era schermata da un paravento. Davvero una giornata di emozioni e di dignità civile, guidata da questa “meraviglia di gioventù”, come ha detto dal palco don Ciotti. Con tanti ragazzi, naturalmente. Se qui si è parlato solo di ragazze, è perché la loro rivolta civile ha un senso particolare. Il potere più maschilista e totalitario ha pensato che uccidere e bruciare una donna fosse un fatto privato, giustificato dalle leggi dell’onore. Le ragazze invece dicono che è un grande fatto pubblico. Nelle loro speranze, la sconfitta della ‘ndrangheta in Lombardia partirà dalle donne. Destinate a ubbidire e invece ribelli. Destinate a tacere e invece testimoni collettive. L’antimafia con gli occhi lucidi ha, ancora una volta, un orgoglio femminile. Nando Dalla Chiesa su Il Fatto Quotidiano | 20/10/2013 ITALIA RINNOVABILE 3 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Sabato 26 ottobre Legambiente, Wwf, Greenpeace, Kyoto Club promuovono una manifestazione a favore dell’energia pulita. Dalle ore 10.00 del mattino i Fori Imperiali ospiteranno stand di associazioni e aziende italiane delle rinnovabili, prodotti biologici e sostenibili, laboratori per bambini e ragazzi, ciclofficine, piste per go-kart a pedali e tanto altro ancora. Un’occasione per far conoscere le storie di cittadini, aziende ed enti locali che hanno scelto di investire nelle fonti rinnovabili, in una mobilità nuova, in un’agricoltura di qualità e libera da ogm, in città vivibili dove innovazione, socialità e qualità culturale fanno la differenza. Tutti in piazza per reagire a un attacco portato alle fonti rinnovabili da parte di chi vorrebbe fermarle per tenere in vita inquinanti centrali a carbone e a olio combustibile che, ennesima ingiustizia, beneficiano persino di miliardi di Euro presi in bolletta o dalla fiscalità generale. E’ il momento di pretendere l’approvazione di una strategia energetica nazionale di lungo respiro che chiuda l’era superata dei combustibili fossili, liberi il Paese dagli interesse delle lobby petrolifere consentedogli di posizionarsi all’avanguardia nell’innovazione e diffusione delle energie pulite. E’ il momento di chiedere con forza la semplificazione di una burocrazia inutile che arresta la diffusione delle rinnovabili nelle famiglie e sul territorio. Vogliamo dare voce a tutti gli italiani che desiderano un cambiamento verso l’unica prospettiva di sviluppo possibile per fermare i cambiamenti climatici, ridurre la povertà e garantire la pace. Libera aderisce alla manifestazione e sarà presente ai Fori Imperiali con un suo stand. “Il settore delle energie rinnovabili, essendo un contesto di grosso rilievo economico, non poteva non suscitare gli interessi della mafia”. Bastano le parole del procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, per spiegare il fenomeno delle infiltrazioni criminali nel business delle energie pulite. Una frase pronunciata a conclusione dell’operazione Mandamento, che nel dicembre del 2012 ha portato all’arresto di sei persone accusate di lavorare per la famiglia mafiosa della provincia di Trapani e di favorire la latitanza del super ricercato Matteo Messina Denaro. Una verità scontata, specialmente in una terra in cui la criminalità organizzata, dimostrando un fiuto eccezionale, ha sempre orientato i propri affari verso i settori economici più redditizi, fossero essi illegali o perfettamente legali. In piazza per sensibilizzare con la convinzione che si debba sempre distinguere tra affari sporchi e affari leciti, senza bieche strumentalizzazioni da parte di chi vorrebbe affossare le energie rinnovabili. ITALY IN A DAY 4 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Italy in a Day è il primo social movie italiano a cui tutti siamo chiamati a partecipare. Per prima cosa il 26 ottobre 2013 filma un pezzo delle tua vita. Avrai 3 settimane per caricarlo sul sito italyinaday.rai.it Gabriele Salvatores selezionerà i filmati ricevuti e li monterà in un unico grande film. Sarà il primo girato da tutti noi. Quando filmare Italy in a Day avviene il 26 ottobre 2013. Potete filmare qualsiasi cosa nelle 24 ore di quella giornata. Dalla mezzanotte di venerdì alla mezzanotte di sabato. Chi può partecipare Tutti possono partecipare a Italy in a Day. Non dovete essere dei professionisti, dovete solo accendere la telecamera e il vostro cuore. Se hai meno di 14 anni, i tuoi genitori dovranno caricare il video per te. Se hai dai 14 ai 18 anni, puoi caricare il video, l’importante è che i tuoi genitori ne siano informati e siano d’accordo. Cosa filmare Avete presente i diari? Qui potete raccontare qualcosa di importante direttamente alla telecamera. Come fosse un video diario. Oppure filmare le persone che vi stanno attorno, le persone della vostra vita, sempre con il loro permesso. La tua famiglia, i tuoi amici, qualcuno che ami. Nella sezione Domande frequenti, troverete le liberatorie, non dimenticatevi di firmarle e farle firmare ai vostri protagonisti. Se quel giorno lavori porta la camera con te, se sei a spasso accendi il cellulare e filma, se sei ad un matrimonio, se ti nasce un figlio, se fai qualcosa di memorabile o anche di normale, la vostra vita quotidiana... c’è posto per tutti. Insomma ovunque sarete riprendete! Visita il sito: www.italyinaday.rai.it Salute | Più cultura della rete contro la corruzione 5 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie La salute è un bene fondamentale per la persona e per la collettività. Un bene prezioso tutelato dal Servizio Sanitario Nazionale che da oltre 30 anni ha il compito di garantire prevenzione e assistenza a chi ne ha bisogno, senza discriminazioni di sorta, in tutto il territorio nazionale. Il servizio sanitario è un sistema complesso, costituito da una fitta rete di regole e relazioni, che deve essere in grado di prendersi cura delle persone in modo ineccepibile, garantendo accoglienza, assistenza, sicurezza, efficacia, appropriatezza, osservanza delle norme giuridiche e dei principi etici. E’ un sistema che va dunque preservato da ogni contaminazione poco trasparente e da ogni forma di illegalità. Su queste premesse è partita “Illuminiamo la salute”, un’iniziativa di Libera, Avviso Pubblico, Coripe e Gruppo Abele, quattro organizzazioni che hanno deciso di unire le rispettive esperienze e competenze per promuovere la cultura della trasparenza e della legalità nel sistema dei servizi sanitari e sociali, consapevoli che opacità e illegalità minano alla base la coesione sociale e in quanto tali non sono tollerabili all’interno di settori che, al contrario, devono farsi carico di promuovere la salute e il benessere delle persone. Si tratta di un’iniziativa culturale rivolta ai cittadini, alle associazioni e alle istituzioni che mira a sostenere i tanti operatori quotidianamente impegnati a contrastare le varie forme di discrezionalità e illegalità presenti nel settore (di cui sono spesso vittime involontarie). Un percorso di sensibilizzazione e approfondimento per far sì che le norme recentemente approvate in tema di trasparenza e di prevenzione e contrasto all’illegalità e alla corruzione (Legge 190/2012, d.lgs 33/2013) non si trasformino in mero adempimento burocratico. Non è facile stimare l’impatto dell’illegalità sulla spesa sanitaria, per la natura stessa del fenomeno (in gran parte sommerso) e per la diffusa pre- senza di eventi indiretti difficili da cogliere (ad esempio l’induzione di consumi inutili o poco appropriati). Negli Stati Uniti, una quota variabile fra il 5% e il 10% della spesa sostenuta dai programmi pubblici è assorbita da frodi ed abusi. La Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel settore sanitario nel 2012 ha stimato che il 5,6% del budget per la sanità è assorbito dalla corruzione. In Italia, le stime fornite dalla Guardia di Finanza per il triennio 2010/2012 indicano 1,6 miliardi di euro di perdita erariale solo per reati effettivamente accertati. Tra le aree più a rischio, la selezione del personale (fortemente esposta alle spinte clientelari), la gestione degli accreditamenti e la fornitura di prestazione (sovrafatturazioni, fatturazione di prestazioni non necessarie, ecc.). Particolarmente esposto anche il settore farmaceutico (dal furto all’utilizzo improprio dei medicinali). Illegalità anche nei rapporti commerciali: nel 2013 l’autorità Antitrust ha multato (per 10 milioni di euro) un’impresa per aver ostacolato l’ingresso sul mercato di produttori di farmaci equivalenti. Che fare allora? Per prevenire l’illegalità occorre agire sui fattori di rischio: si pensi ad esempio ai conflitti di interesse che si verificano quando l’interesse primario (la salute di un paziente) è subordinato a un interesse secondario (il guadagno economico o un vantaggio personale). Conflitti che si verificano nel mercato delle prestazioni sanitarie, nell’informazione scientifica, nell’esercizio della libera professione, nelle società scientifiche e persino nelle associazioni dei pazienti. In sanità esiste infatti un “fisiologico” divario di informazioni e conoscenze che sta alla base del patto di fiducia tra pazienti, professionisti e gestori dei servizi e che può essere sfruttato da chi vuole adottare comportamenti sleali. Fondamentale è inoltre l’individuazione precoce di segnali d’allarme che possono mettere in guardia gli operatori da situazioni potenzialmente opache. La normativa italiana ha recentemente introdotto o rafforzato alcuni strumenti potenzialmente in grado di produrre buoni risultati nel contrasto delle illegalità. In particolare la trasparenza nelle procedure e nei risultati potrebbe avere un impatto positivo nel limitare il fenomeno negli appalti e nelle forniture, mentre è probabile che controlli interni efficaci limitino il diffondersi degli abusi nel rimborso delle prestazioni ai provider e nell’attività intramoenia. La creazione di un sistema di tutele e incentivi per chi denuncia eventuali abusi può essere d’aiuto nella repressione di alcune fattispecie. Infine va considerato che politiche una tantum difficilmente ottengono risultati duraturi. Gli strumenti da adottare devono pertanto essere sviluppati in maniera sistematica e regolarmente implementati. In particolare non va dimenticato che essendo la corruzione mutevole nel tempo, a seconda delle possibilità che il sistema offre, il suo contrasto richiede un’attenzione continua alla nuove modalità con cui il fenomeno potrà manifestarsi in futuro. Il progetto “illuminiamo la salute” scommette tutto sulle reti: reti di operatori (sanitari, tecnici e amministrativi) e di portatori di interessi (cittadini, associazioni, istituzioni) per aumentare la sensibilità, la cultura e la percezione del problema nei singoli territori e all’interno delle aziende sanitarie; reti di esperienze per diffondere le buone pratiche della legalità e dell’anticorruzione; reti per vigilare sull’attuazione delle norme e per non lasciare solo chi le deve applicare. Un’iniziativa per garantire una sanità dalle mura di vetro (massima trasparenza) e dalle porte blindate (contro ogni forma di illegalità). Vittorio Demicheli e Nerina Dirindin su Il Sole 24 Ore | Salute 22-28 ottobre Per maggiori informazioni www.illuminiamolasalute.it 6 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Voto del Senato: i promotori de “La via maestra” chiedono un incontro urgente ai presidenti del Senato e della Camera Quattro soli voti hanno permesso l’approvazione al Senato del disegno di legge sulla modifica dell’articolo 138 della Costituzione con quella maggioranza dei due terzi che impedisce ai cittadini di chiedere il referendum. È emerso così, con assoluta chiarezza, che la forzatura costituzionale non raccoglie neppure il pieno consenso della maggioranza che vuole imporla. È un dato politico di cui tutti dovrebbero tener conto e che conferma la necessità di seguire la “via maestra” del rispetto e della attuazione della Costituzione indicata dalle migliaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione del 12 ottobre. In seguito all’esito del voto in Senato e come annunciato il 12 ottobre, la “Via maestra” chiede di incontrare al più presto i presidenti del Senato e della Camera. I promotori de “La via maestra” 5 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Un programma contro la povertà «Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro». Era il 17 ottobre del 1987 quando a Parigi 100 mila persone, rispondendo alle parole di padre Joseph Wresinski, si diedero appuntamento al Sagrato del Trocadero nel luogo dove venne firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e incisa una lapide che afferma come i più poveri siano le creature di un’umanità fraterna. Grazie all’impegno del prete che scelse di vivere al fianco dei poveri e della sua associazione Atd Quarto Mondo, le Nazioni Unite il 22 dicembre del 1992 istituirono il 17 ottobre come Giornata internazionale per l’eradicazione della povertà. Dopo venti anni la situazione è più grave di prima, tanto nel sud quanto nel nord del mondo. La Croce Rossa Italiana denuncia come siano oltre 43 milioni le persone che soffrono la fame nel vecchio continente. L’Italia soffre come e più degli altri paesi europei, sebbene ci si ostini a nasconderlo o si voglia parlare d’altro. Nel nostro paese la povertà è la più grave delle malattie. Ciononostante, la Giornata mondiale per l’eradicazione della povertà cade nel massimo del disinteresse possibile da parte delle istituzioni. Anche per questo il Gruppo Abele, con il sostegno di Libera, promuove la campagna nazionale Miseria Ladra per contrastare da subito la povertà che colpisce pesantemente un italiano su quattro e due famiglie su tre. Dieci proposte concrete che rispondono alle emergenze e alle necessità della maggioranza degli italiani e che hanno già trovato l’appoggio di oltre 200 associazioni. La fotografia di partenza è quella del rapporto Istat 2012, che racconta di un paese fragile, in cui aumentano diseguaglianze, povertà, precarietà e disoccupazione. Per comprendere l’importanza delle proposte della campagna, vale la pena accennare ad alcuni dei dati più drammatici. In Italia sono 9 milioni e 563 mila le persone in condizioni di povertà relativa, cioè costrette a vivere con meno di 506 euro al mese. Rappresentano il 15,8% della popolazione, rispetto al 13,8% del 2011. A questi dobbiamo sommare 4 milioni e 814 mila persone che si trovano addirittura in povertà assoluta, nell’indigenza. Parliamo del 7,9% degli italiani, rispetto al 5,2% dell’anno precedente. Andando avanti nel rapporto ci accorgiamo come nel 2012 sono state 8 milioni e 600 mila le persone in famiglia considerate in grave deprivazione. Significa non poter sostenere spese impreviste, avere arretrati del mutuo, non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, non poter riscaldare sufficientemente la propria casa, non poter pagare l’affitto, non potersi permettere un telefono o un mezzo di trasporto. Se guardiamo lo scorporo dei dati ci accorgiamo come al sud la situazione sia ancor più grave, facendo riemergere in tutta la sua virulenza una nuova questione meridionale. Nel Mezzogiorno la deprivazione materiale colpisce il 40,1% della popolazione e quella grave una persona su quattro. Ma c’è un dato che fa tremare i polsi: il 7% dei minorenni italiani vive in condizione di povertà assoluta. Sono 723 mila ragazzi le cui vite sono state ingiustamente interrotte, per i quali le istituzioni non offrono speranze. Un dato vergognoso che colloca l’Italia al primo posto in Europa per ciò che riguarda la povertà minorile. Nel nostro paese il 32,3% di chi ha meno di 18 anni è a rischio povertà, a differenza della media europea che vanta comunque di un ragguardevole 26%. Sei famiglie su dieci in seguito alle difficoltà economiche hanno ridotto la quantità e la qualità del carrello della spesa alimentare. Il picco lo registriamo ancora una volta al sud, con quasi il 73%. Fa riflettere il dato di centinaia di denunce a persone colpevoli di aver rubato da mangiare nei supermercati. Molti gli anziani sorpresi a sottrarre dagli scaffali una bistecca o un pezzo di formaggio del valore di qualche euro, tanto al nord come al sud. Sono affamati da pensioni bassissime che non tengono conto dei rincari, costringendoli ad umiliazioni insopportabili e ad un livello elevatissimo di vulnerabilità. Aumentano le persone costrette a vivere in strada, gli homeless, ormai oltre i 50 mila. Cresce la pratica dello schiavismo, in voga tanto al nord come al sud soprattutto nelle campagne, dove l’agricoltura invece di essere una leva di rilancio sociale ed economico è stata trasformata in strumento di controllo feudale e mafioso. Più grave è la miseria e più forti sono infatti i poteri criminali, in crescita costante, mentre pericolosamente si lascia credere di aver sconfitto la mafia. Quando c’è la crisi e vengono violati i principali diritti sanciti dalla nostra Costituzione, in assenza di controlli e di una politica che redistribuisca un minimo la ricchezza, comanda chi controlla la liquidità, e le mafie ne possiedono tanta. Ecco perché oggi aumentano e prolificano più di 54 clan impegnati nell’operazione di lavanderia e riciclaggio del denaro sporco, arrivando sino alla soglie dei nostri quartieri, inquinando le coscienze di molti, sostituendosi al potere dello Stato in qualità di spacciatori di finte speranze. Questo spiega l’aumento del 176% negli ultimi tre anni dei crimini contro l’ambiente, che alimentano appunto il gigantesco business delle ecomafie. Mafie che, insieme a scelte politiche sbagliate, stanno distruggendo i nostri territori, la salute e i beni comuni dai quali invece dovremmo ripartire. Sono 93,5 i reati giornalieri contro l’ambiente. Una cifra incredibile. Intere regioni del paese rischiano di vedere distrutta la vera ricchezza di cui dispongono, il patrimonio indisponibile che dovremo garantire alle prossime generazioni affinché possa essere soddisfatto il diritto allo sviluppo della personalità umana come prevede il nostro contratto sociale. Uno sviluppo possibile solo in armonia con la natura, così da poter garantire giustizia sociale e ambientale. Ingiustizie e illegalità diffuse incrementano e legittimano culturalmente la corruzione, facendo sprofondare l’Italia al 72° posto della graduatoria dei paesi più corrotti al mondo. Una miseria materiale e culturale, in cui la crisi del lavoro diventa un detonatore senza precedenti. Disoccupazione giovanile oltre il 40%, 12% quella generale, 4 milioni di precari, 2 milioni di giovani Neet, cioè fuori dal sistema educativo, senza formazione e così scoraggiati da aver persino smesso di cercare lavoro. Sono le cifre di una vera e propria guerra contro il lavoro e i poveri, che abbiamo la responsabilità di contrastare da subito. Invece siamo costretti a denunciare il continuo taglio dei fondi per le politiche sociali e per la non autosufficienza, la cancellazione di investimenti tesi a garantire i diritti e la coesione, il mancato pagamento da parte delle PA per chi fornisce servizi basici e prestazioni, sino allo svilimento politico del ruolo del terzo settore, considerato un peso invece che un vanto. La povertà non è un destino ineludibile ma la conseguenza di scelte sbagliate, come le privatizzazioni, le delocalizzazioni, le riforme del sistema pensionistico, fiscale e del lavoro. Decisioni figlie di una politica che assume come unica narrazione quella delle compatibilità economiche, garantendo esclusivamente gli interessi della finanza e di chi ha già troppo e ancora di più vuole avere. Quella del mercato sembra essere diventata l’unica regola accettata, ormai più importante di qualsiasi diritto, come se le emergenze della finanza fossero più importanti di quelle di decine di milioni di italiani. Eppure la Costituzione ci ricorda negli art. 2 e 3 come ad essere centrali siano i diritti. Essi incorporano principi fondamentali e irrinunciabili, come l’eguaglianza e la dignità. Attuarli significa rendere operativa la nostra Carta, rispettando quei principi che definiscono materialmente quella che molti costituzionalisti, tra i quali Stefano Rodotà, definiscono «cittadinanza eguale». Se non abbiamo un insieme di diritti pienamente riconosciuti perdiamo infatti pezzi di cittadinanza, separando il popolo dalla democrazia. A partire dalla situazione reale del paese, proponiamo dieci punti con- creti sui quali unire gli sforzi per rendere illegale la povertà: 1) ricostituzione del fondo sociale e per la non autosufficienza, completamente azzerati; 2) moratoria dei crediti di Equitalia e bancari per chi è in difficoltà; 3) subito i pagamenti per chi fornisce servizi, beni e prestazioni; 4) agricoltura sociale, riconversione ecologica delle attività produttive attraverso i tagli alle spese militari, alle grandi inutili opere e abolendo i Cie; 5) sospendere gli sfratti esecutivi; 6) destinare il patrimonio immobiliare sfitto e quello requisito alla criminalità per usi sociali ed abitativi; 7) riconoscere la residenza ai senza fissa dimora per garantirgli l’accesso al servizio sociosanitario; 8) reddito minimo di cittadinanza; 9) difesa dei beni comuni e ripubblicizzazione dei servizi basici essenziali; 10) rinegoziazione del debito. Sono proposte che garantiscono dignità ed eguaglianza. Le istituzioni locali possono impegnarsi sin da subito su alcuni di questi punti. I soldi i ci sono, si tratta di spostare l’ordine delle priorità ripartendo dai diritti. Abbiamo l’aspirazione di lottare perché nessuno rimanga indietro. Per maggiori informazioni www.miserialadra.it 9 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Focus Marketing per la legalità, contro le mafie e la corruzione Focus Marketing è un Istituto di ricerche di mercato, studi sociali e di opinione. Nel tempo, l’azienda, pur mantenendo il suo core business nelle ricerche, ha sviluppato capacità e competenze che hanno determinato lo sviluppo di altre due divisioni: Consulenza e Formazione nel campo del marketing. Focus Marketing è un Istituto associato ESOMAR e possiede una certificazione di qualità UNI EN ISO 9001: 2008. L’Istituto vanta una vasta esperienza nella gestione di progetti internazionali di ricerca. Progetto: Il Charity Program è un’iniziativa di CSR ideata da Focus Marketing che mira a sostenere Organizzazioni Non Profit di rilievo nazionale impegnate in diversi ambiti di intervento, rendendo protagonisti di questo gesto i propri clienti. La scelta di Focus Marketing, infatti, attraverso il Charity Program, è quella di donare alle Onlus aderenti al programma il 5% di ciascuna commessa superiore a 5.000 euro, lasciando però che sia l’azienda cliente a decidere, al momento della sottoscrizione del contratto, a quale progetto e a quale Onlus destinare l’importo. Libera è stata scelta come partner nel campo del contrasto alle mafie e corruzione e per l’affermazione della cultura della legalità. I dati da cui nasce l’idea: l’82% dei consumatori europei si dichiara propenso a favorire lo sviluppo di imprese impegnate, in qualche modo e in qualche misura, nel sociale; il 72% dei consumatori italiani ha dichiarato che pagherebbe un prezzo più elevato per i beni e i servizi che acquista se avesse certezza (e garanzie) che le imprese in gioco si sottopongono alla certificazione sociale oppure si impegnano in iniziative socialmente rilevanti. Questi dati, ed il fatto che Focus Marketing da sempre viva il proprio business anche con una dimensione etica, hanno determinato la nascita del Charity Program. “Il processo di Responsabilità Sociale d’Impresa che ispira l’azione di Focus Marketing ha alla base l’interesse ad integrare le preoccupazioni di natura etica e sociale all’interno della visione strategica della nostra impresa. Non vogliamo - dichiara Roberto Porciello, amministratore unico di Focus Marketing - perciò fermarci a semplici enunciazioni di principio o ad “operazioni di facciata” ma dare forza e vigore a questo impegno con la concretezza delle azioni che mettiamo in campo. Abbiamo scelto Libera, tra le associazioni da sostenere con il nostro Charity Program perché, tra queste preoccupazioni, riveste per noi un ruolo fondamentale quella legata al tema della legalità, inteso come valore aggiunto posto a fondamento dello sviluppo delle attività economiche e della crescita civile e sociale del nostro Paese. Siamo quindi ben felici ed orgogliosi di sostenere l’azione e l’impegno di Libera che è per noi sinonimo di impegno costante per l’affermazione della cultura della legalità.” Oltre a Libera, organizzazione scelta come partner nel campo del contrasto alle mafie e corruzione e per l’affermazione della cultura della legalità, al momento sono già partner del Charity Program anche Terre des Hommes, Legambiente, e Telethon. Periodo: 2013-2014 Visita il sito di Focus Marketing www.messicoxpace.it Cena Libera e Upter insiemeessico Pace per iolrM z México p la Pa campagna la r e p tà li a g le della Mercoledì 13 Novembre 2013 presso FANDANGO INCONTRO Sala giardino d’inverno Via dei Prefetti 22, Roma Con la presenza di Tonio Dell’Olio Responsabile di LIBERA International Il contributo minimo richiesto è di 50 euro* Per partecipare dare conferma entro Venerdì 8 Novembre 2013 a: [email protected] Per info: 06-69770333 Perché: > i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata messicana abbiano il diritto di tenere viva la memoria dei propri cari e accesso vero alla giustizia; > bisogna dare visibilità all’impegno dei difensori dei diritti umani messicani; > all’espansione internazionale dei narcotrafficanti si risponda con un’azione di antimafia sociale internazionale e una cooperazione giudiziaria e investigativa efficace; > siano note le violazioni o le omissioni delle istituzioni messicane nei confronti delle attività illecite della criminalità organizzata e vi sia un serio programma di lotta alla corruzione; > i giornalisti messicani possano essere liberi di informare il loro Paese e la comunità internazionale; > le istituzioni italiane ed europee attivino tutti gli strumenti a loro disposizione affinché si ponga fine alla spirale di morte e alla corruzione dilagante; > le realtà associative italiane ed europee si facciano portavoce di quanto accade in Messico e promuovano azioni congiunte con le associazioni messicane che lottano per il rispetto dei diritti umani e contro la criminalità organizzata; > ci sia consapevolezza che quello che succede in Messico ha ripercussioni in Europa, e quello che succede in Europa ha ripercussioni in Messico. www.messicoxpace.it *le donazioni a Libera sono deducibili fiscalmente 8 Libera associazioni, Ore 21:00nomi e numeri controlemafie aNatale vinceilnoi Scegli i tuoi regali corresponsabili per augurare 11 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Libera e Cooperativa Clab di Bolzano Prodotti realizzati dai ragazzi della Cooperativa sociale di tipo B “Clab” di Bolzano Biglietti d’auguri Edizione limitata Biglietti realizzati dai ragazzi della Cooperativa sociale B “Clab” di Bolzano, con carta ricilata dagli stampati di Libera e carta mela, prodotta dalla lavorazione degli scarti delle mele. I biglietti possono essere personalizzati con il logo dell’azienda. Biglietto di auguri cartaceo, con busta, dimensioni 17x11,5 cm chiuso. Donazione minima € 4 Segnalibri Edizione limitata 6 Segnalibri origami, realizzati con carta riciclata dagli stampati di Libera Donazione minima € 3 Libera e Made in carcere Prodotti confezionati da donne detenute, utilizzando tessuti di recupero, rielaborati per dare loro una “seconda vita”. Le donne detenute coinvolte hanno la possibilità di imparare un lavoro e mantenersi o mandare i soldi a casa. Libera e e Coop.Soc.Pio La Torre Libera Terra Borse e Shopper Shopper donazione minima € 10 Borsa donazione minima € 15 Candela in cera d’api Realizzata con 100% pura cera d’api vergine dalla cooperativa sociale B “Pio La Torre - Libera Terra” nell’Alto Belice Corleonese, in confezione regalo natalizia. Donazione minima € 5 aNatale vinceilnoi Scegli i tuoi regali corresponsabili per augurare 11 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Libera Natale 2013 Calendario Da tavolo o da appendere, illustrato con le opere dell’artista Debora Antonello Da tavolo, dimensioni 22x16,5 cm Donazione minima € 8 Per prenotare i tuo regali Scarica il modulo d’ordine dal sito di Libera www.libera.it Richiedi il catalogo completo. Agenda Agenda pocket tascabile settimanale Dimensioni 9x17 cm Donazione minima € 8 Contattaci per avere maggiori informazioni: • se sei un privato, telefona allo 06 69770320 oppure scrivi a [email protected] • se sei un’azienda, telefona allo 06 69770334 oppure scrivi a [email protected] Biglietti d’auguri Biglietti di auguri in formato cartaceo o elettronico. Disponibili anche in lingua inglese e con grafiche diverse, scoprile su www.libera.it IL NATALE DI LIBERA 2013 SOSTIENE IL PROGETTO SOS GIUSTIZIA aNatale vinceilnoi Scegli i tuoi regali corresponsabili per augurare 12 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie Libera Terra È possibile scegliere le confezioni regalo LiberaTerra, contenenti le delizie alimentari biologiche, gli oli e i vini di qualità, marchio LiberaTerra, prodotti sui terreni confiscati alle mafie. Disponibili in diversi formati, anche personalizzabili. Per informazioni e richieste contatta direttamente: Consorzio Libera Terra Mediterraneo Cooperativa sociale ONLUS V ia Porta Palermo 132 90048 San Giuseppe Jato (PA) Tel 0039 0918577655 Fax 0039 0918579541 [email protected] www.ilnataledilibera.it Semi di Libertà a Trapani • 4 prodotti € 14,50 (IVA inclusa) Germogli di futuro a Crotone • 6 prodotti € 25,50 (IVA inclusa) Fiori di rinascita a Caserta • 9 prodotti € 41,00 (IVA inclusa) Radici di memoria a Trapani • 13 prodotti € 65,00 (IVA inclusa) • Tris di oli € 29,00 (IVA inclusa) • Tris di vini Centopassi € 22,00 (IVA inclusa) • Tris di vini Hiso Telaray € 22,00 (IVA inclusa