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Supplemento a C LINICAL PRACTICE BPCO quaderno La collana Think COPDifferently volum me 1 Diagnosi Trattamento volum me 2 Fisiopatologia volume 3 Trattamento volum me 4 Flogosi polmonare volum me 5 Inibitori della PDE4 • Broncodilatatori e steroidi inalatori: ruolo e limiti • • Le indicazioni GOLD La terapia inalatoria nella BPCO: vantaggi e limiti I grandi trial clinici nella BPCO: TORCH e UPLIFT Prevenzione, trattamento e impatto delle riacutizzazioni La terapia non farmacologica • • • A cura di: F. Blasi, P.L. Paggiaro, A. Papi settembre 2010 BPCO quaderno Think COPDifferently Prefazione Parlando di Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) non si possono ignorare i traguardi raggiunti, concretizzati nel complesso di linee guida, globalmente riconosciute e in continuo aggiornamento, che hanno permesso di standardizzare metodi di diagnosi, stadiazione e trattamento della malattia. Non si può prescindere neppure dall’impatto della BPCO che, come una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello mondiale, è caratterizzata da ricadute sociali, economiche e personali notevoli e da un’epidemiologia che la vede in costante aumento. Ciò significa, ricercando una stabilità tra progressi e questioni aperte, raccogliere altre sfide fino a prevedere di influenzare la storia naturale della BPCO. Partendo dal maggior approfondimento dell’assetto fisiopatologico della malattia, è il momento di iniziare una ricerca concettualmente innovativa che, tenendo conto della complessità della BPCO e dell’eterogeneità della presentazione clinica, miri a stabilire la fase di transizione tra normalità e malattia conclamata, a identificare il paziente a rischio di progressione, a trovare soluzioni adeguate e individualizzate per il singolo paziente. Facendoci interpreti di tali necessità, con la collana di Quaderni in BPCO, ci proponiamo qualche volta di ripercorrere le tappe, molto spesso di documentare le evidenze, più volte di prospettare le risposte per consentire lo sviluppo di interventi capaci di migliorare la cura dei pazienti con BPCO. BPCO quaderno Comitato editoriale Editore: Leonardo M. Fabbri Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio, Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Malattie Respiratorie Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Bianca Beghé Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Francesco Blasi Sezione Medicina Respiratoria, Dipartimento Toraco-Polmonare e Cardiocircolatorio, Università degli Studi di Milano, IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Cà Granda, Milano Giorgio W. Canonica Clinica Tisiologica e Pneumologica/Allergologia, Università degli Studi di Genova Lorenzo Corbetta SOD di Broncologia diagnostico-interventistica, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Università degli Studi di Firenze Manuel Cosio Dipartimento di Medicina Respiratoria, Università McGill, Montreal, Canada e Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche, Vascolari, Università degli Studi di Padova Giuseppe Lungarella Dipartimento di Fisiopatologia, Medicina Sperimentale e Sanità Pubblica, Università degli Studi di Siena Mirco Lusuardi Riabilitazione Respiratoria, Ospedale San Sebastiano, Correggio (RE) Pier Luigi Paggiaro Dipartimento Cardio-toracico e Vascolare, Università degli Studi di Pisa Alberto Papi Clinica Pneumologica, Università degli Studi di Ferrara Massimo Pistolesi Dipartimento di Medicina Interna, Università degli Studi di Firenze Andrea Rossi UOC di Pneumologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona Marina Saetta Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche, Vascolari, Università degli Studi di Padova Antonio Spanevello Dipartimento di Medicina Clinica, Malattie dell’Apparato Respiratorio, Università degli Studi dell’Insubria - Varese, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS Think COPDifferently 1 Think COPDifferently Trattamento • Broncodilatatori e steroidi inalatori: ruolo e limiti 3 - Broncodilatatori a lunga durata d’azione - Corticosteroidi inalatori • Le indicazioni GOLD 10 - BPCO di grado lieve - BPCO di grado moderato - BPCO di grado grave - BPCO di grado molto grave - Implicazioni per la pratica clinica • La terapia inalatoria nella BPCO: vantaggi e limiti 18 - Fattori dipendenti dagli inalatori - Fattori dipendenti dal paziente • I grandi trial clinici nella BPCO: TORCH e UPLIFT 23 - Towards a Revolution in COPD Health - TORCH - Considerazioni cliniche - Understanding Potential Long-term Impacts on Function with Tiotropium - UPLIFT - Considerazioni cliniche • Prevenzione, trattamento e impatto delle riacutizzazioni - Impatto delle riacutizzazioni sulla qualità della vita - Impatto economico delle riacutizzazioni - Impatto delle riacutizzazioni sulla mortalità - Prevenzione - Trattamento - Conclusioni Volume 3 Trattamento 30 BPCO quaderno Think COPDifferently Trattamento • La terapia non farmacologica 36 - Riabilitazione respiratoria - Ossigenoterapia domiciliare - Ventilazione meccanica non invasiva o invasiva domiciliare - Terapia chirurgica o endoscopica dell’enfisema Autori: Francesco Blasi Sezione Medicina Respiratoria, Dipartimento Toraco-Polmonare e Cardiocircolatorio, Università degli Studi di Milano, IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Cà Granda, Milano Pier Luigi Paggiaro Dipartimento Cardio-toracico e Vascolare, Università degli Studi di Pisa Alberto Papi Clinica Pneumologica, Università degli Studi di Ferrara Think COPDifferently 3 Broncodilatatori e steroidi inalatori: ruolo e limiti Punti chiave • I broncodilatatori sono farmaci essenziali per la gestione della BPCO e sono efficaci su diverse componenti della malattia • Una parziale ma significativa broncodilatazione è dimostrabile in una elevata percentuale di pazienti con BPCO • LABA e LAMA sono preferiti, da soli o in associazione, per il trattamento regolare • Nonostante il buon profilo di tollerabilità derivato dagli studi clinici, attenzione dovrebbe essere posta nel loro uso in pazienti con gravi cardiopatie • I corticosteroidi inalatori sono efficaci nel ridurre il numero di riacutizzazioni nei pazienti con BPCO grave, mentre non sono capaci di modificare il declino della funzionalità respiratoria • L’esatto meccanismo d’azione dei corticosteroidi inalatori nella BPCO non è ben definito • La maggiore frequenza di polmoniti e i potenziali effetti collaterali a lungo termine devono raccomandare l’uso dei corticosteroidi inalatori nei casi appropriati chima polmonare (con farmaci ad azione antinfiamLa Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è matoria). caratterizzata da alterazioni fisiopatologiche (ostruzione delle vie aeree non completamente reversibile) e da un processo infiammatorio e distruttivo che inBroncodilatatori a lunga teressa le vie aeree e il parenchima polmonare, in durata d’azione gran parte determinato da una abnorme risposta alI farmaci broncodilatatori rappresentano il cardine del l’inalazione di sostanze irritanti, in primis il fumo di sitrattamento della BPCO. I broncodilatatori attualgarette. mente disponibili per il trattamento reQuesti elementi sono componenti esgolare della BPCO sono rappresentati LABA E TIOTROPIO dai beta2-agonisti a lunga durata senziali della definizione di BPCO seNON AGISCONO condo le linee guida GOLD (1) e d’azione (salmeterolo, formoterolo e costituiscono quindi anche il razionale indacaterolo, LABA), dagli anticolinerSULL’INFIAMMAper la terapia di questa malattia. E’ gici a lunga durata d’azione (long-acZIONE DELLE VIE ting antimuscarinic agents, LAMA, quindi ragionevole pensare che l’interAEREE E DEL vento farmacologico debba essere ditiotropio) e dalla teofillina a lento rilaretto verso il miglioramento del calibro scio. Questi farmaci sono efficaci nel PARENCHIMA bronchiale (con farmaci broncodilatamigliorare il calibro bronchiale, ridurre POLMONARE tori) e verso il controllo del processo inle resistenze delle vie aeree e favorire fiammatorio che interessa le vie aeree la desufflazione polmonare. ed il parenchima polmonare, e che esita in alterazioni Numerosi studi hanno dimostrato che queste variadegenerative permanenti delle vie aeree e del parenzioni fisiologiche si associano a miglioramento dei sin- Volume 3 Trattamento BPCO quaderno Tabella 1 4 Effetti dei broncodilatatori nella BPCO Persistente miglioramento del calibro bronchiale Desufflazione polmonare, a riposo e durante lo sforzo Miglioramento della dispnea e della tolleranza allo sforzo Riduzione delle riacutizzazioni (specie per tiotropio) Miglioramento della qualità della vita tomi, in particolare la sensazione di dispnea e la tolleranza all’esercizio fisico (2) (Tabella 1). E’ stato dimostrato che il miglioramento dei sintomi ad opera dei broncodilatatori si ottiene anche con modificazioni apparentemente modeste del VEMS, dato che contemporaneamente si ottiene un miglioramento dei volumi statici polmonari (aumento della Figura 1 Studio UPLIFT: distribuzione della risposta ad una massima broncodilatazione acuta (espressa in differenti modi) nei soggetti con BPCO ∆VEMS variazione % 10 5 0 -350 -300 -250 -200 -150 -100 -50 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 700 750 800 850 900 950 1000 Pazienti (%) 5 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 Pazienti (%) 10 40 Pazienti (%) 15 15 0 Capacità Inspiratoria, riduzione della Capacità Funzionale Residua e del Volume Residuo) che spiega il miglioramento della dispnea a causa di un migliore rapporto lunghezza/tensione dei muscoli respiratori. Ciò spiega l’efficacia della terapia broncodilatatrice anche nei soggetti che mostrano una non significativa risposta al test di broncodilatazione acuta con salbutamolo. Più recentemente la scarsa reversibilità dell’ostruzione bronchiale nella BPCO è stata messa in discussione. I risultati dello studio UPLIFT hanno dimostrato che una elevata percentuale dei soggetti affetti da BPCO (in base alla persistenza di ostruzione bronchiale dopo massima broncodilatazione, associata a tipici sintomi e/o fattori di rischio) mostrava un importante incremento del VEMS (fino a 400-500 mL partendo da un VEMS basale di circa 1-1.1 L) dopo somministrazione in acuto di alte dosi di broncodilatatori (Figura 1) (3). Per questo motivo, nei più recenti studi clinici la presenza di una significativa broncodilatazione in acuto non rappresenta più un elemento di esclusione dei pazienti in studi clinici randomizzati della BPCO. I broncodilatatori (in particolar modo tiotropio) si sono dimostrati efficaci anche nel ridurre la frequenza delle riacutizzazioni della BPCO. Nonostante il meccanismo per cui queste si sviluppano non sia del tutto definito, esse si associano quasi costantemente ad un incremento dell’infiammazione bronchiale e paren- 30 20 10 0 -20 -15 -10 ∆VEMS mL 0 5 10 15 20 25 30 ∆VEMS del predetto Tashkin et al, ERJ 2008 Think COPDifferently -5 5 Broncodilatatori e steroidi inalatori: ruolo e limiti chimale (4). Poiché non è stato dimostrato che i bronEfficacia dei codilatatori abbiano la capacità di modificare l’incorticosteroidi inalatori fiammazione bronchiale, l’effetto di prevenzione delle nella BPCO riacutizzazioni potrebbe essere attribuito al mantenimento del calibro bronchiale, con conseguente minor stress sulle vie aeree periferiche e riduzione dei feRiduzione del numero e della gravità nomeni infiammatori conseguenti. La teoria che il delle riacutizzazioni mantenimento della pervietà delle vie aeree possa determinare una riduzione delle riacutizzazioni è inMiglioramento modesto direttamente confermata dalla riduzione delle riacudel calibro bronchiale tizzazioni nei pazienti sottoposti ad intervento di riduzione volumetrica, intervento che determina un Miglioramento della qualità della vita sensibile miglioramento del VEMS (5). I limiti dei broncodilatatori sono legati alla impossibilità di normalizzare la funzionalità respiratoria (a causa della natura della malattia), alla scarsa efficacia in termini di miglioramento del calibro bronchiale se modesto, e al miglioramento della qualità della in una percentuale dei soggetti con BPCO (specialvita. mente in quelli con prevalente componente enfiseSulla base di questi dati (confermati successivamatosa) e all’assenza di un effetto antinfiammatorio mente da tutti gli studi effettuati confrontando l’effidimostrato. L’infiammazione delle vie aeree ha imcacia delle combinazioni CSI/LABA con i singoli portanti ripercussioni sistemiche che contribuiscono componenti), i corticosteroidi inalatori sono stati racalle comorbilità e alla gravità della BPCO; il mancato comandati nei pazienti con BPCO di grado grave o effetto antinfiammatorio dei broncodilatatori rappremolto grave (stadio III e IV GOLD) e con frequenti riasenta quindi un limite nella possibilità di intervenire cutizzazioni. sull’interessamento sistemico conseNegli anni passati numerosi studi guente alla BPCO. hanno cercato di verificare se il trattaIl profilo di sicurezza di questi compomento regolare con i corticosteroidi L’EFFICACIA sti nei numerosi studi clinici è largaDEI CORTICOSTE- inalatori avesse la capacità di modifimente soddisfacente, ma osservazioni care la storia naturale della malattia, ROIDI INALATORI attraverso la riduzione del declino proin real life suggeriscono una certa cauE’ LEGATA tela nell’uso dei beta2-long acting nei gressivo della funzionalità respiratoria pazienti con importanti comorbilità nel tempo. I quattro studi effettuati per ALL’EFFETTO cardiovascolari (6). 3-4 anni (Euroscop, Copenaghen City SULLE COMPOLung Study, Lung Health Study, e NENTI DELL’INIsolde) su pazienti con BPCO di diCorticosteroidi inalatori versa gravità e con diversi tipi e dosi I corticosteroidi inalatori (CSI) rappreFIAMMAZIONE di corticosteroidi inalatori, hanno tutti sentano un importante complemento BRONCHIALE dimostrato che i corticosteroidi inalaterapeutico nella terapia farmacolotori non erano in grado di modificare il gica della BPCO. Il presupposto deldeclino progressivo della funzionalità respiratoria. l’efficacia dei corticosteroidi inalatori era basato sulla Tutti questi studi sono stati riesaminati in una recente possibilità di migliorare il processo infiammatorio metanalisi (Figura 2) (8). presente nelle vie aeree e nel parenchima polmonare L’efficacia dei corticosteroidi inalatori nella BPCO è dei pazienti con BPCO. Gli studi condotti hanno unisuccessivamente stata messa in discussione da nuformemente dimostrato che il trattamento con i cormerose revisioni critiche dei vari studi, sia quelli lonticosteroidi inalatori a dosi elevate era capace di gitudinali che quelli retrospettivi condotti sui grandi ridurre la gravità e la frequenza delle riacutizzazioni database nord-americani (9). di BPCO (7) (Tabella 2). Tale effetto si associava al Le critiche apportate sono specialmente relative ai miglioramento nella funzionalità respiratoria, anche Tabella 2 Volume 3 Trattamento BPCO quaderno I corticosteroidi inalatori non modificano il declino funzionale nei pazienti con BPCO Figura 2 Variazione del VEMS dal basale (%) 6 0 -5 CSI Placebo -10 0 (3910) 6 (3822) 12 (3828) 18 (1431) 24 (2576) 30 (1302) 36 (2356) Mesi di follow-up Soriano et al, Chest 2007 piego dei corticosteroidi inalatori in questa malattia. possibili fattori di confondimento determinati dalla inNonostante l’efficacia dei corticosteroidi sia ritenuta terruzione del trattamento corticosteroideo (sempre legata all’effetto sulle componenti dell’infiammazione largamente diffuso nella real life tra i pazienti con bronchiale della BPCO, la maggior parte degli studi ha BPCO) prima dell’arruolamento negli studi prospetdimostrato solo marginali variazioni tici, o a bias relativi alla gravità della della cellularità e della concentrazione patologia negli studi osservazionali o L’USO DI CSI E’ di mediatori chimici e citochine o cheretrospettivi. Altri studi invece, condotti CONTROVERSO mochine presenti nelle vie aeree o nel con la strategia di verificare gli outPER LO SCARSO parenchima polmonare dopo trattacome della malattia in pazienti con mento con corticosteroidi inalatori (11). BPCO già in terapia con corticosteroidi EFFETTO SU Anche studi in vitro hanno confermato dopo la sospensione di questi ultimi, CELLULE E che i corticosteroidi sono poco efficaci hanno mostrato un deterioramento MEDIATORI nel modulare l’attività delle popolazioni della malattia alla sospensione degli cellulari che sono maggiormente coinsteroidi (10). INFIAMMATORI volte nella BPCO (come i macrofagi e i Ciò tuttavia non esclude il possibile E IL RISCHIO polimorfonucleati neutrofili). bias della introduzione dei corticosteDI EFFETTI Un limite nell’uso prolungato dei cortiroidi in quei pazienti con BPCO più costeroidi inalatori nella BPCO è il risensibili alla loro efficacia. COLLATERALI schio di comparsa di effetti collaterali, Oltre ai problemi suddetti, che sono in parte dovuti all’assorbimento sisteoggetto di controversie tra i ricercatori mico delle alte dosi inalate, in parte legati all’interfee che dividono ancora il mondo scientifico tra i favorenza sull’immunità innata a livello polmonare che revoli e i contrari all’uso dei corticosteroidi inalatori potrebbe favorire la comparsa di infezioni polmonari. nella BPCO, esistono ancora limiti concettuali all’im- Think COPDifferently 7 Broncodilatatori e steroidi inalatori: ruolo e limiti Figura 3 Maggior rischio di polmonite (ma non di aumento di mortalità) nei pazienti con BPCO trattati con corticosteroidi inalatori Mortalità a 1 anno Fonte N° Totale Rischio relativo (IC 95%) Peso (%) Favore CSI Trattamento Controllo Aaron et al, 2007 6/145 6/148 1.02 (0.34-3.09) 4.00 Calverley et al, 2003a 6/257 5/256 1.20 (0.37-3.87) 3.38 Calverley et al, 2003a 5/254 13/255 1.24 (0.14-1.07) 8.74 Calverley et al, 2007a 47/1534 60/1524 0.78 (0.53-1.13) 40.56 Calverley et al, 2007a 27.06 46/1533 40/1521 1.14 (0.75-1.73) Kardos et al, 2007a 7/507 9/487 0.75 (0.28-1.99) 6.19 Szafarnski et al, 2003a 5/198 9/205 1.58 (0.20-1.69) 5.96 Szafarnski et al, 2003a 6/208 6/201 0.97 (0.32-2.95) 4.11 Totale 128/4636 148/4597 0.86 (0.68-1.09) Favore Controllo 100.00 0.1 Test per l’eterogenicità: p=0.60, I2=0% 1.0 10.0 Rischio relativo (IC 95%) Rischio polmonite Fonte N° Totale Odds Ratio (IC 95%) Peso (%) Favore CSI Trattamento Controllo Aaron et al, 2007 1/145 1/148 1.02 (0.06-16.16) 0.86 Burge et al, 2000 87/372 101/370 0.86 (0.67-1.10) 19.02 Calverley et al, 2003a 5/257 2/256 2.49 (0.49-12.72) 2.31 Calverley et al, 2003a 8/254 7/255 1.15 (0.42-3.12) 5.28 Calverley et al, 2007a 284/1534 190/1524 1.48 (1.25-1.76) 20.93 Calverley et al, 2007a 303/1533 205/1521 1.47(1.25-1.73) 21.08 a Kardos et al, 2007 23/507 7/487 3.16(1.37-7.29) 6.85 Vestbo et al, 1999 19/145 24/145 0.67(0.37-1.20) 10.60 Wedtzicha et al, 2008 50/658 24/665 2.11(1.31-3.38) 13.07 777/5405 561/5371 1.34(1.03-1.75) 100.00 Totale Test per l’eterogenicità: p<0.001, I2=72% 0.1 1.0 Favore Controllo 10.0 Rischio relativo (IC 95%) Drummond et al, JAMA 2008 Volume 3 Trattamento BPCO quaderno Effetti collaterali sistemici, prevalentemente osservati nell’asma e meno nella BPCO (12) (specialmente la riduzione della densità ossea con conseguente maggior rischio di fratture ossee), oltre ad altri effetti collaterali meno rilevanti e frequenti (come l’assottigliamento della cute o la possibile comparsa di cataratta o glaucoma), sono stati descritti in pazienti trattati a lungo con alte dosi di corticosteroidi inalatori, anche considerando l’età avanzata di questi pazienti e la frequente concomitanza di altri fattori di rischio per osteoporosi (periodo post-menopausale, scarsa attività fisica, 8 inadeguata alimentazione). Lo studio TORCH per primo ha sottolineato il maggior rischio di polmoniti (diagnosticate tuttavia solo da un punto di vista clinico) nei bracci di trattamento che comprendevano il solo fluticasone, anche se il rischio di sviluppare polmonite era molto inferiore al vantaggio nel ridurre le riacutizzazioni. Questo effetto negativo è stato osservato anche in altri studi retrospettivi e metanalisi (Figura 3) (13,14), anche se in una metanalisi di studi effettuati a un anno budesonide non aveva confermato questo effetto, forse a causa del più basso dossaggio (15). Domande aperte • La scelta del broncodilatatore a lunga durata d’azione di prima scelta non è ancora definibile dagli studi attualmente disponibili • L’efficacia della combinazione di due o più broncodilatatori è plausibile ma da confermare con studi a lungo termine e con valutazioni fisiopatologiche appropriate • La possibilità di modulare l’infiammazione broncopolmonare e sistemica con l’uso dei corticosteroidi inalatori non è sufficientemente dimostrata • L’uso di dosi più basse (rispetto a quelle finora utilizzate) di corticosteroidi potrebbe essere associata ad analogo effetto positivo sulle riacutizzazioni, con miglior profilo di tollerabilità a lungo termine Think COPDifferently 9 Broncodilatatori e steroidi inalatori: ruolo e limiti Bibliografia 1. Rabe KF, Hurd S, Anzueto A, et al. Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease. Global strategy for the diagnosis, management, and prevention of chronic obstructive pulmonary disease: GOLD executive summary. 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Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 10 Le indicazioni GOLD Punti chiave • Il trattamento farmacologico secondo le linee guida GOLD e NICE è basato sul livello di gravità della malattia, valutato attraverso la misura del VEMS, anche se è noto che altre componenti della malattia diverse dal VEMS contribuiscono a definirne la gravità • In tutti i livelli di gravità, l’intervento di cessazione del fumo nei soggetti ancora fumatori è fortemente raccomandato, e si avvale di varie ed efficaci strategie farmacologiche • Con il crescere delle classi GOLD, il trattamento farmacologico raccomandato passa dall’uso di uno o più broncodilatatori a lunga durata d’azione all’aggiunta dei corticosteroidi inalatori, fino ai dosaggi massimi raccomandati • Nei casi più gravi, accompagnati spesso da insufficienza respiratoria, l’ossigenoterapia domiciliare o altre strategie non farmacologiche sono raccomandate in specifici sottogruppi • Tale approccio progressivo alla terapia farmacologica, che secondo le linee guida GOLD è regolato fondamentalmente dal grado di riduzione del VEMS, nelle nuove strategie è comunque basato sul grado di miglioramento ottenuto sul controllo dei sintomi, della tolleranza allo sforzo e sulla qualità della vita, nonché sul grado di riduzione della frequenza delle riacutizzazioni e i sintomi e/o le limitazioni della vita quotidiana sia Analogamente ad altre linee guida nazionali (1) e aupiuttosto modesta, alcuni valori del VEMS sembrano torevoli editoriali (2), le linee guida GOLD hanno prorappresentare delle vere e proprie soglie biologiche, posto strategie di trattamento della BPCO in rapporto che coincidono con importanti cambiamenti nell’imai diversi livelli di gravità (3). Come per molte altre mapatto che la malattia determina sulla qualità della vita. lattie, l’intensità del trattamento dipende dalla gravità In particolare, la soglia del 50% del della malattia, con quindi un progresVEMS si associa, in effetti, alla presenza sivo incremento dei farmaci e/o e degli NON E’ di sintomi e di limitazioni nella vita quointerventi man mano che la malattia si DIMOSTRATA LA tidiana in tutti i pazienti, anche se di enaggrava. L’indice che definisce la gratità differente, mentre al di sopra del vità spirometrica della malattia al moCORRELAZIONE 50% di VEMS il paziente può presenmento della diagnosi è il VEMS (in % TRA RIDUZIONE tare o meno limitazioni nella sua nordel valore predetto) misurato dopo DEL VEMS E male attività fisica che dipendono dal broncodilatatore, con soglie arbitrarie suo stile di vita (se attivo o sedentario). poste a 80%, 50% e 30%, che distinSINTOMI E/O schema di trattamento secondo le guono quindi i pazienti in lievi, modeLIMITAZIONI DELLA Lo linee guida GOLD è riportato nella Firati, gravi e molto gravi. Tali soglie VITA QUOTIDIANA gura 1 (3). In tutti gli stadi di gravità, se presuppongono una progressione di il paziente è fumatore corrente, è fortegravità dell’ostruzione bronchiale promente raccomandato l’intervento di cessazione del porzionale all’aggravamento dei sintomi e delle limifumo. Tale intervento si basa su strategie di comportatazioni della vita quotidiana. Anche se questo mento ormai ben standardizzate, che impiegano strurapporto non è stato definito e nonostante si sappia menti farmacologici che aiutano a superare la fase di da tempo che la correlazione tra riduzione del VEMS Think COPDifferently 11 Le indicazioni GOLD Figura 1 I: Lieve Schema di trattamento iniziale della BPCO secondo le linee guida GOLD II: Moderato III: Grave IV: Molto Grave VEMS/CVF < 0.70 VEMS/CVF < 0.70 VEMS/CVF < 0.70 VEMS/CVF <0.70 VEMS ≥80% del predetto 50% ≤VEMS <80% del predetto 30% ≤VEMS <50% del predetto 30% <VEMS del predetto o VEMS <50% del predetto più insufficienza respiratoria cronica Abolizione del fumo di tabacco Riduzione attiva degli altri fattori di rischio. Vaccinazione antinfluenzale Aggiungere broncodilatatori a breve durata d’azione (quando necessario) Aggiungere un trattamento regolare con 1 o + broncodilatatori a lunga durata d’azione Aggiungere riabilitazione Aggiungere corticosteroidi inalatori in caso di riacutizzazioni ripetute Aggiungere ossigenoterapia a lungo termine in caso di insufficienza respiratoria Prendere in considerazione la terapia chirurgica Rabe et al, AJRCCM 2007, www.goldcopd.org 2009 dipendenza fisica dalla nicotina e che, associati a forti BPCO di grado lieve elementi motivazionali, aumentano la probabilità di otNelle fasi iniziali della malattia (Stadio I GOLD BPCO tenere una cessazione persistente (fino a un anno) dellieve: VEMS/CVF ridotto ma VEMS ≥ 80% del prel’abitudine al fumo (3, 4). Le strategie di detto) il paziente è in genere poco o intervento sono riportate nella Tabella 1. per niente sintomatico, può avere IL PAZIENTE Gli studi più recenti dimostrano un tosse ed espettorato abituale (specie tasso di cessazione prolungata del CON BPCO LIEVE se è ancora corrente fumatore) e riferifumo che può arrivare anche al 30%, sce dispnea solo per sforzi importanti, PUÒ PRESENanche se a più lungo termine queste per cui può non percepire limitazioni TARE TOSSE, percentuali di astensione si riducono. nella sua vita quotidiana se ha uno stile L’intervento di cessazione del fumo riESPETTORATO, E di vita sedentario. In questi casi, non chiede una specifica conoscenza del DISPNEA SOLO IN viene raccomandato un trattamento ruolo e delle modalità di utilizzo dei farfarmacologico regolare, ma solo l’inCASO DI SFORZI maci, oltre a stimolare le capacità motervento di allontanamento dai fattori tivazionali dei soggetti. Nei pazienti con di rischio (fumo, inquinanti ambientali, IMPORTANTI BPCO di grado lieve o moderata, e esposizioni professionali). In questa quindi poco sintomatici, l’intervento di fase, la ricerca attiva dei casi è necesdisassuefazione al fumo può dare migliori risultati se saria, in quanto questi pazienti sono pauci-sintomatici effettuato in particolari situazioni che offrono maggiori o asintomatici e pertanto non vengono spontaneamotivazioni (patologie di familiari, previsione di intermente all’osservazione del medico. La raccomandaventi chirurgici maggiori, ecc). zione di usare un beta2-agonista inalatorio a rapida Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 12 ficacia, ma non stabilisce una priorità tra i beta2-agonisti a lunga durata d’azione e tiotropio (l’unico anticolinergico a lunga durata d’azione al momento disponibile). In ogni modo, se il risultato viene ritenuto insufficiente, viene consigliata l’aggiunta di un secondo broncodilatatore o anche di più broncodilatatori. Anche se questo suggerimento è ragionevole, la dimostrazione che la combinazione di due broncodiBPCO di grado moderato latatori è migliore di uno solo non è Nella BPCO di grado moderato (Staestesamente supportata dalla letteradio II GOLD: VEMS/CVF ridotto e I PAZIENTI CON tura, e ci sono solo studi a breve terVEMS 80-50% del predetto) il paziente può avere sintomi che, anche se BPCO DI GRADO mine che, utilizzando solo indici funzionali (5), hanno dimostrato un efmodesti, dipendono dal suo stile di MODERATO fetto additivo di un secondo broncodivita, e possono comparire riacutizzaPOSSONO latatore, mentre pochi sono gli studi a zioni bronchitiche, che possono esmedio o lungo termine che valutano sere anche discretamente frequenti. In PRESENTARE l’efficacia dell’aggiunta di un secondo questi casi è indicato un trattamento SINTOMI E broncodilatatore su altri eventi clinicaregolare con broncodilatatori. RIACUTIZZAZIONI mente importanti, come le riacutizzaIl documento GOLD suggerisce l’uso zioni o la tolleranza allo sforzo (6). di broncodilatatori inalatori a lunga duFREQUENTI Nello studio OPTIMAL, la combinarata d’azione, per la loro maggiore efzione salmeterolo + tiotropio non risultava più efficace del solo tiotropio su molti indici della malattia (Figura 2) (7). Una conferma indiretta di come Strategie di trattamento invece sia importante ottimizzare la broncodilatazione farmacologico attraverso l’uso combinato di diversi broncodilatatori dell’abitudine viene dallo studio UPLIFT, in cui si è osservato come tiotropio mantenga la sua efficacia anche in aggiunta al fumo di sigaretta alla corrente terapia (che comprendeva beta2-agonisti a lunga durata d’azione in quasi il 60% dei sogProdotti sostitutivi della nicotina getti) e come la sua efficacia sia ulteriormente ■ gomma alla nicotina potenziata dalla somministrazione in acuto di alte dosi ■ cerotto alla nicotina a lento rilascio di salbutamolo ed ipratropio (8). (5, 10 e 15 mg) Già a questo stadio di gravità, la riabilitazione respi■ inalatore alla nicotina ratoria è raccomandata, sia come vero e proprio programma di allenamento allo sforzo nei pazienti più ■ compresse alla nicotina (sublinguali) sintomatici, sia come generico incentivo ad uno stile di vita più attivo nei pazienti meno sintomatici. azione al bisogno è poco giustificata dalla pratica clinica, in quanto questi pazienti hanno pochi sintomi spontanei o a riposo (a differenza dei soggetti asmatici) e possono richiedere questo trattamento solo per recuperare più rapidamente dalla dispnea dopo sforzi intensi. Tabella 1 Farmaci agonisti parziali della nicotina ■ vareniclina Farmaci ad azione centrale ■ bupropione Altri farmaci ■ clonidina, nortriptilina, ecc Think COPDifferently BPCO di grado grave Nella BPCO grave (Stadio III GOLD: VEMS/CVF ridotto e VEMS 50-30% del predetto), l’aggiunta dei corticosteroidi inalatori al/ai broncodilatatore/i è consigliata, specialmente per i pazienti con frequenti riacutizzazioni. In effetti, l’efficacia delle combinazioni CSI/LABA rispetto al solo LABA è stata dimostrata da studi ad un anno che avevano il controllo delle riacutizzazioni come outcome primario (9,10) ed è stata confermata dallo studio TORCH che aveva come out- 13 Le indicazioni GOLD Studio OPTIMAL: l’aggiunta di tiotropio a salmeterolo e fluticasone non riduce ulteriormente la frequenza di riacutizzazioni Figura 2 1,00 Tiotropio più placebo Probabilità di rimanere liberi da riacutizzazioni Tiotropio più salmeterolo Tiotropio più fluticasone-salmeterolo 0,75 0.50 0.25 0.00 0 Pazienti a rischio, n 50 100 150 200 250 300 350 57 48 62 50 41 55 45 38 48 Tempo alla prima riacutizzazione, giorni 156 148 145 102 100 116 84 81 94 65 61 82 59 55 72 Aaron et al, Ann Int Med 2008 nazione tiotropio/salmeterolo/fluticasone verso le altre come primario la riduzione della mortalità (11). Nella opzioni terapeutiche per quanto riguarda l’outcome versione italiana delle linee guida GOLD, sulla base primario (la frequenza delle riacutizzadei risultati dello studio TORCH, l’indizioni) (7). Più recentemente è stato cazione all’uso della combinazione salNELLA BPCO pubblicato lo studio CLIMB che ha dimeterolo/fluticasone è stata estesa GRAVE SONO mostrato come l’aggiunta della comanche a soggetti con ostruzione bronbinazione formoterolo/budesonide a chiale di minore gravità (VEMS < 60% INDICATI tiotropio determinava a tre mesi un del predetto) (12). Mentre il passaggio INTERVENTI PIÙ sensibile miglioramento della funziodal solo LABA alla combinazione AGGRESSIVI nalità respiratoria e della qualità della CSI/LABA ha quindi dimostrato di essere più efficace del solo LABA in que- MIRATI A RIDURRE vita (Figura 3) (13). Appare quindi ragionevole, anche se non estesamente sta categoria di soggetti, meno forti LA FREQUENZA dimostrato, che la combinazione di sono i dati relativi all’efficacia dell’agDELLE uno o più broncodilatatori con i cortigiunta della combinazione CSI/LABA al RIACUTIZZAZIONI costeroidi inalatori determini un misolo tiotropio. Lo studio OPTIMAL non glioramento clinico e funzionale ha confermato l’efficacia della combi- Volume 3 Trattamento BPCO quaderno La combinazione budesonide/formoterolo in aggiunta a tiotropio migliora la funzionalità respiratoria rispetto al solo tiotropio Figura 3 Miglioramento (%) con tiotropio + budesonide/formoterolo vs tiotropio + placebo 14 12 p<0,001 10 11 Pre-dose Post-dose 8 p<0,001 6 p<0,001 6 4 p=0,020 2 3 0 VEMS 5 CI Welte et al, AJRCCM 2009 anche se spesso la comparsa di multiple riacutizzasuperiore a quello ottenuto con un numero minore di zioni può richiederne un uso frequente. La presenza di farmaci, e ciò supporta un atteggiamento più aggresinsufficienza respiratoria cronica dovrebbe essere sivo nell’intervento terapeutico di questi pazienti. trattata con ossigenoterapia domiciliare a lungo terAnche in questo livello di gravità le linee guida sottomine, e la presenza di cuore polmonare o di una imlineano l’importanza della riabilitazione respiratoria, portante comorbilità cardiovascolare che dovrebbe essere effettuata rego(evento frequente in questa categoria larmente o periodicamente, con NELLA BPCO di soggetti) può richiedere altro trattal’obiettivo di ottenere un miglioramento farmacologico (diuretici, betamento della dispnea, della tolleranza MOLTO GRAVE bloccanti, ACE-inibitori, ecc). In questi allo sforzo, e della qualità della vita. LA TERAPIA pazienti, il trattamento delle comorbiDEVE ESSERE lità (non solo quelle cardiologiche ma BPCO di grado molto grave MASSIMALIZZATA, anche quelle metaboliche, osteoarticoNello stadio di BPCO molto grave lari, neurologiche, ematologiche) è es(Stadio IV GOLD: VEMS/CVF ridotto e CON L’USO senziale, in quanto queste, a loro volta, VEMS <30%, o <50% del predetto ma SIMULTANEO DI hanno un impatto importante sulla gracon insufficienza respiratoria cronica TUTTI I FARMACI vità della BPCO e sui sintomi riferiti dal e/o cuore polmonare cronico) la terapia farmacologica deve essere massi- POTENZIALMENTE paziente. La riabilitazione respiratoria, intesa come intervento globale non farmalizzata, con l’uso simultaneo di tutti DISPONIBILI macologico (e quindi comprensivo di i farmaci potenzialmente disponibili. In attività fisica, fisioterapia respiratoria, questi pazienti si raccomanda infatti componenti educazionali e nutrizionali, nonché il supl’uso di più broncodilatatori in combinazione, oltre ai porto psicologico) è estremamente importante in quecorticosteroidi inalatori. In questi pazienti non si dosti pazienti. E’ ben noto il ruolo prognostico negativo vrebbe ricorrere all’uso regolare degli steroidi orali che un basso BMI (< 20) può determinare, come pure (poiché ciò si associa ad una peggiore prognosi), Think COPDifferently 15 Le indicazioni GOLD tomatico e, quindi, capace di migliorare le conseguenze cliniche della malattia, ma non è capace di modificarne la storia naturale e quindi non dovrebbe essere effettuato se non sono presenti i sintomi. Tuttavia la presenza di casi paucisintomatici Implicazioni per la pratica o asintomatici è spesso legata all’autoclinica limitazione che il paziente si impone, a Ci sono comunque limiti dell’impostaLE LINEE GUIDA causa della malattia, nelle sue attività zione terapeutica proposta dalle linee GOLD NON quotidiane; questo fenomeno dovrebbe guida GOLD. Innanzitutto la valutazione DEFINISCONO LE essere attentamente valutato attraverso di gravità si basa fondamentalmente sul la combinazione di indagini clinico e VEMS, mentre è ben noto che altri eleMODALITÀ DEL funzionali semplici (scala della dispnea, menti (il grado di dispnea, la tolleranza PROGRESSIVO test del cammino, misurazione del all’esercizio fisico, il numero e gravità INCREMENTO grado di insufflazione) che integrano la delle riacutizzazioni) sono elementi che DELLA TERAPIA semplice valutazione del VEMS. Infine, solo in parte correlano con il VEMS e rappresentano invece importanti target FARMACOLOGICA una esatta modalità con cui dovrebbe procedere il progressivo incremento terapeutici. Ciò vale particolarmente per della terapia farmacologica non è defigli stadi meno avanzati della malattia, in nito dalle linee guida GOLD: con quale broncodilatacui la discrepanza tra funzionalità respiratoria e sintomi tore a lunga durata d’azione iniziare? quale o quali è molto dipendente dallo stile di vita. In secondo luogo, aggiungere successivamente? aggiungere i corticoil trattamento farmacologico viene definito come sinquanto sia importante migliorare lo stato psicologico del paziente per impedire l’isolamento sociale e il confinamento a domicilio. Figura 4 Approccio progressivo alla terapia della BPCO secondo le Linee Guida Canadesi Chirurgia Ossigenoterapia Corticosteroidi inalatori Riabilitazione polmonare Broncodilatatore(i) a lunga durata d’azione Broncodilatatore(i) a breve durata d’azione al bisogno Cessazione del fumo/attività fisica/educazione Alterazione funzionalità respiratoria Lieve Scala MRC per la dispnea II Diagnosi precoce (spirometria) e prevenzione Molto grave V Prevenzione riacutizzazioni Follow-up Cure di fine vita O’Donnell et al, Can Resp J 2007 Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 16 • Nel paziente con sintomi modesti e scarse limitasteroidi inalatori a tutti i pazienti e a quale livello di grazioni nella vita quotidiana, è consigliabile iniziare vità? Infine, le linee guida GOLD non affrontano il procon un broncodilatatore per via inalatoria a lunga blema della fenotipizzazione del paziente BPCO, con durata d’azione (tiotropio o LABA); se la conseguente possibilità di personaciò non è sufficiente, aggiungere un selizzare le opzioni terapeutiche. A questo condo broncodilatatore inalatorio a proposito, l’unica opzione terapeutica GLI INIBITORI che è stata studiata in un sottogruppo DELLA PDE4 SONO lunga durata d’azione (LABA o tiotropio). di pazienti fenotipizzati da un punto di ATTIVI SULLA • Se il paziente continua a presentare vista clinico è roflumilast, in cui l’efficadispnea da sforzo di grado 2-3 e limicia è stata dimostrata nei pazienti più COMPONENTE tazioni importanti nella vita quotidiana, gravi e con prevalente bronchite croINFIAMMATORIA si consiglia di aggiungere i corticostenica (14). Il documento GOLD italiano E SULLA roidi inalatori (CSI), specie se presenti riprende molti di questi punti e li comBRONCOSTRUfrequenti riacutizzazioni (> 2/anno); in menta criticamente (12). alternativa, aggiungere un terzo bronNella pratica clinica, l’approccio alla ZIONE codilatatore (teofillina a lento rilascio terapia farmacologica della BPCO si per os). basa su un progressivo incremento • Se la dispnea da sforzo permane rilevante (ad es. del numero di farmaci raccomandati, sulla base della di grado 3-4) e sono ancora presenti frequenti e presenza e della gravità dei sintomi (dispnea da gravi riacutizzazioni, si consiglia di usare tutta la tesforzo, limitazione all’esercizio fisico, numero e gravità rapia farmacologica disponibile (tiotropio, delle riacutizzazioni), indipendentemente dal grado di LABA+CSI, teofillina). Inoltre, ad ogni livello di grariduzione del VEMS. Tale progressivo incremento è bavità, è consigliabile associare la riabilitazione resato sulla valutazione di quella che può essere conspiratoria, e nei casi più gravi considerare siderata una situazione accettabile in un paziente l’ossigenoterapia domiciliare e la ventilazione meccon BPCO, in cui in effetti non è possibile ottenere la canica non invasiva domiciliare. scomparsa dei sintomi (per le caratteristiche della La prossima disponibilità sul mercato italiano di nuovi malattia) e ci si deve accontentare di raggiungere farmaci attivi sia sulla componente infiammatoria che una condizione che permetta al soggetto una qualità è alla base della BPCO che sulla broncostruzione di vita il più vicina possibile a quella di un soggetto (come gli inibitori delle PDE4) potrà permettere di agnormale. La sequenza che regola l’incremento progiungere una nuova categoria di farmaci a questo gressivo della terapia farmacologica, sulla base delle schema di incremento progressivo del trattamento. conoscenze attuali, è riportata nella Figura 4 (15). Domande aperte • La maggiore efficacia di due o più broncodilatatori a lunga durata d’azione rispetto ad un solo broncodilatatore, seppure plausibile, deve essere ancora ben dimostrata • La sequenza di progressivo incremento delle categorie di farmaci può essere differente in base ai diversi fenotipi di malattia (pazienti con componente asmatica, pazienti con prevalente componente di bronchite cronica o di enfisema) • Non è ben noto quale può essere il livello di controllo della BPCO che, indipendentemente dal VEMS, può guidare sull’incremento o meno della terapia farmacologica (grado della dispnea, delle limitazioni nella vita quotidiana, e numero di riacutizzazioni) Think COPDifferently 17 Le indicazioni GOLD Bibliografia 1. 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Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 18 La terapia inalatoria nella BPCO: vantaggi e limiti Punti chiave • L’efficacia della terapia inalatoria nella BPCO dipende dalla possibilità dei farmaci inalati di raggiungere effettivamente le vie aeree più periferiche • I fattori critici che limitano l’efficacia della terapia inalatoria sono: a) le caratteristiche tecniche degli aerosol e/o delle particelle inalate; b) la capacità del paziente di eseguire correttamente la tecnica di inalazione • Gli inalatori che erogano particelle monodisperse con un diametro aerodinamico attorno a 1-1.5 mm possono raggiungere una quota di deposizione periferica fino al 50%, ma nella BPCO la presenza di ostruzione bronchiale condiziona fortemente l’omogeneità e la profondità di deposizione intrapolmonare • La frequenza di gravi errori nell’uso degli inalatori è molto elevata tra i pazienti con BPCO, e ciò si traduce in una scarsa efficacia dei farmaci inalati • L’addestramento e la verifica periodica circa le modalità d’uso degli inalatori è parte essenziale nella gestione della malattia noto che, in termini di efficacia, non si parla di moLa terapia inalatoria rappresenta il cardine del tratlecole ma di combinazione molecola-inalatore. Esitamento farmacologico, poiché la possibilità di somstono diverse modalità di inalazione dei farmaci ministrare i farmaci direttamente alle vie aeree (sotto impiegati per il trattamento della BPCO: i nebulizforma di nebulizzazione, spray dosato o polvere inazatori, gli spray dosati (pressurized labile) permette di raggiungere elemetered dose inhalers, pMDI) e gli vate concentrazioni dei farmaci attivi L’EFFICACIA DEI inalatori di polvere secca (dry powder a livello dell’organo bersaglio (le vie FARMACI INALATI inhalers, DPI). aeree) senza determinare concentraÈ CONDIZIONATA Ogni modalità di inalazione ha vanzioni elevate del farmaco nel circolo taggi e limiti, e all’interno delle varie sistemico tali da essere responsabili DALLA LORO modalità, diversi inalatori hanno predi effetti collaterali sistemici. FORMULAZIONE stazioni differenti (Tabella 1) (1). I principali farmaci per il trattamento E DALLE Mentre la somministrazione tramite della BPCO (beta2-agonisti, anticolinebulizzatori è riservata al trattamento nergici, corticosteroidi) sono disponi- CARATTERISTICHE delle riacutizzazioni (quindi per periodi bili per via inalatoria, e ciò ha portato TECNICHE DEI limitati di tempo) o ai pazienti che non al loro largo uso per il trattamento della BPCO, riservando i farmaci per DIVERSI INALATORI riescono ad usare correttamente nessuno dei vari pMDI o DPI, il trattauso sistemico (orale o parenterale) mento regolare della BPCO viene effettuato con solo come farmaci di seconda scelta (teofillina) o per l’uso dei pMDI e/o dei DPI. il trattamento delle riacutizzazioni (antibiotici e/o La scelta del dispositivo inalatorio dipende ovviasteroidi sistemici). mente dalle disponibilità esistenti per le diverse moL’efficacia dei farmaci inalati è tuttavia fortemente lecole, ma anche dalla capacità del paziente condizionata dalla loro formulazione e dalle carattenell’uso dei diversi inalatori (quelli monodose semristiche tecniche dei diversi inalatori, per cui è ben Think COPDifferently 19 Tabella 1 La terapia inalatoria nella BPCO: vantaggi e limiti Vantaggi e limiti dei diversi sistemi per inalare i farmaci per la BPCO Vantaggi Limiti Nebulizzatori Coordinazione respiratoria non necessaria Possibilità di usare più farmaci Poco pratici, richiedono tempo Necessitano di manutenzione Granulometria variabile pMDI Semplici e rapidi di uso Granulometria talora ottimale Erogazione dello spray a bassa velocità (con HFA) Tecnica inalatoria non facile Alta deposizione orofaringea (senza un distanziatore) Spesso necessari i distanziatori (ingombranti e poco pratici) DPI Facili da usare e portabili Attivati dal respiro (minore necessità di coordinazione) Granulometria talora non ottimale Inalazione sforzo-dipendente Talora, elevato impatto prossimale particelle inalate con diametro attorno ai 3 µm a particelle con diametro attorno a 1-1.5 µm modifica sensibilmente la distribuzione intrapolmonare dell’aerosol e permette di raggiungere molto meglio le piccole vie aeree fino ai bronPROBLEMI chioli terminali e/o respiratori (2). brano leggermente più complicati rispetto a quelli multidose) e dalla preferenza del paziente. Fattori dipendenti dagli inalatori AI Pur non esistendo un inalatore ideale, TECNICI DEGLI a condizionare la risposta alla terapia INALATORI SI intervengono fattori legati alle caratFattori dipendenti teristiche tecniche dei vari inalatori, dal paziente SOMMANO ed aspetti legati alle caratteristiche Tra i fattori dipendenti dal paziente, il DIFFICOLTÀ del paziente. grado di ostruzione bronchiale (che PRATICHE CHE IN può condizionare una maggiore deTra i primi, la granulometria delle particelle, sia in termini di diametro aeroposizione per l’impatto sulle vie aeree MOLTI PAZIENTI dinamico medio di massa (DAMM) più prossimali, specie quando le parRENDONO che di distribuzione del range di diticelle vengono inalate con elevata INEFFICACE mensioni delle particelle (aerosol moenergia cinetica, come succede con nodispersi vs polidispersi), la loro alcuni DPI) e l’entità dei volumi polLA TERAPIA composizione (soluzioni o sospenmonari (volumi polmonari ridotti possioni) e la presenza di eccipienti e sono limitare la profondità di conservanti, sono elementi che condizionano il lidistribuzione intrapolmonare) sono quelli che magvello di profondità di distribuzione delle particelle giormente condizionano sede e quantità di deposiinalate. zione dei farmaci inalati. In questi casi, alcuni studi La maggior parte dei pMDI e dei DPI produce partihanno suggerito una migliore efficacia dell’uso dei celle con DAMM tra 2 e 3 µm, che raggiungono i pMDI con un distanziatore. Gradi anche moderati di bronchioli tra la 9a e la 12a generazione bronchiale, ostruzione bronchiale determinano una profonda disomogeneità della distribuzione della ventilazione ma particelle con DAMM appena inferiore possono anche utilizzando aerosol monodispersi con partiraggiungere più estesamente la periferia polmonare. celle di piccole dimensioni (Figura 1). Studi sperimentali hanno dimostrato che passare da Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 20 niente efficace (5). In questi casi, la teAi problemi tecnici dei vari inalatori e rapia per os si potrebbe associare ad alla reale difficoltà oggettiva di raggiunUN POTENZIALE una migliore distribuzione intrapolmogere con la terapia inalatoria la periferia LIMITE DELLA nare del farmaco, oltre a garantire una del polmone (dove in effetti si localizTERAPIA INALAmaggiore compliance al trattamento. zano le alterazioni anatomiche della TORIA È DI NON Da un punto di vista pratico, è necesBPCO), si sommano le difficoltà pratiche che in molti pazienti con BPCO AGIRE SUFFICIEN- sario quindi: • raccomandare la tecnica inalatoria rendono inefficace la terapia. Numerosi TEMENTE SULLE che meglio si adatta alle caratterististudi hanno ben dimostrato l’elevata COMPONENTI che del paziente frequenza di errori che vengono effet• educare il paziente all’uso corretto tuati dai pazienti BPCO relativamente SISTEMICHE dell’inalatore prescelto all’uso di vari inalatori (Tabella 2) (3). DELLA BPCO • in caso di apparente inefficacia Recenti revisioni hanno dimostrato che, della terapia inalatoria, verificarne in Italia, come in altri paesi europei, una sempre la modalità di uso percentuale considerevole dei pazienti effettua gravi • modificare eventualmente la tecnica inalatoria per errori nell’uso degli inalatori (4). Sia per le intrinseche renderla più efficace caratteristiche degli inalatori che per la scarsa capa• rinforzare ad ogni visita i messaggi sul corretto imcità dei pazienti di eseguire correttamente il trattapiego degli inalatori (6). mento, la terapia inalatoria può risultare poco o per Figura 1 Modelli di deposizione intrapolmonare di particelle inalate monodisperse con diametro medio di 1.5 mm, in due soggetti con BPCO con ostruzione bronchiale di grado moderato (A) e di grado grave (B) A. VEMS 54% B. VEMS 28% Fazzi et al, dati non pubblicati Think COPDifferently 21 Tabella 2 La terapia inalatoria nella BPCO: vantaggi e limiti Principali errori effettuati dai pazienti con BPCO nell’utilizzo degli inalatori Errori Frequenza Non espirare massimamente prima di inalare 50-70% Attivare il pMDI alla fine dell’inspirazione 40-50% Non effettuare l’apnea 33-45% Mantenere un flusso inspiratorio non adeguato 25-30% Non rimuovere il cappuccio 5% Un potenziale limite della terapia inalatoria è quello di non agire sufficientemente sulle componenti sistemiche della BPCO. Numerose osservazioni hanno documentato come nella BPCO ci siano indicatori di infiammazione sistemica, in parte legati alle comorbilità e in parte derivanti dall’estensione dal polmone di fattori pro-infiammatori potenzialmente attivi su vari distretti sistemici (tra cui specialmente il sistema cardiovascolare). Farmaci somministrabili per os potrebbero avere anche la potenzialità di agire su queste componenti sistemiche della BPCO, in maniera migliore rispetto a quanto osservato per i farmaci inalatori. Domande aperte • Anche migliorando la granulometria delle particelle inalate, la quota che raggiunge le vie aeree più periferiche rimane insufficiente • Non è chiaro se la terapia inalatoria è in grado di modificare l’infiammazione a livello delle piccole vie aeree nella BPCO • L’uso di farmaci per os, che possono più facilmente raggiungere la periferia del polmone, potrebbe rappresentare un vantaggio Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 22 Bibliografia 1. Broeders M, Sanchis J, Levy ML, et al. The ADMIT series – Issues in Inhalation Therapy. 2) Improving technique and clinical effectiveness. Prim Care Respir J 2009; 18 (2):7682. 2. Fazzi P, Borsò E, Albertelli R, et al. 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Think COPDifferently 23 I grandi trial clinici nella BPCO: TORCH e UPLIFT Punti chiave • Fino a pochi anni fa gli obiettivi terapeutici della BPCO erano fondamentalmente legati al miglioramento clinico e funzionale • Negli ultimi anni, grandi trial clinici internazionali si sono posti come obiettivi primari la valutazione di efficacia sugli obiettivi chiave della malattia, come la capacità di ridurre la mortalità e di modificare la storia naturale della malattia • Lo studio TORCH, della durata di 3 anni, ha confermato l’efficacia dell’uso regolare dell’associazione fluticasone/salmeterolo sui principali parametri clinici e funzionali (miglioramento dei sintomi, della qualità della vita, della funzionalità respiratoria e riduzione delle riacutizzazioni). Ai limiti della significatività la riduzione della mortalità (outcome primario). Il trattamento regolare con l’associazione riduce il progressivo declino funzionale • Lo studio UPLIFT, della durata di 4 anni, ha confermato l’efficacia dell’uso regolare di tiotropio, antimuscarinico a lunga durata d’azione, sui principali parametri clinici e funzionali (miglioramento dei sintomi, della qualità della vita, della funzionalità respiratoria e riduzione delle riacutizzazioni). Il trattamento con tiotropio non modifica la progressione del declino funzionale della malattia (outcome primario). Nei pazienti trattati con tiotropio, c’è una riduzione della mortalità a 4 anni • I risultati di questi grandi trial clinici ci insegnano che i farmaci valutati hanno la possibilità di agire sugli obiettivi strategici della BPCO (mortalità, declino funzionale) • si può ridurre la mortalità nella BPCO (TORCH) Diversi studi in passato hanno valutato l’effetto della (1)? farmacoterapia nella BPCO. • si può modificare la progressione del declino della Da questi studi è emerso che le terapie croniche con funzionalità respiratoria nella BPCO (UPLIFT) (2)? broncodilatatori a lunga durata d’azione e con l’associazione steroidi inalatori e broncodilatatori a lunga durata d’azione sono efficaci nel migliorare Towards a Revolution in la funzionalità respiratoria, ridurre la sintoCOPD Health – TORCH I GRANDI matologia, migliorare la qualità della vita, Premesse. Una analisi post hoc TRIAL HANNO ridurre la riacutizzazioni e migliorare la toldei dati dello studio ISOLDE (3) ha leranza allo sforzo. evidenziato un trend a favore del VALUTATO LA Gli studi TORCH e UPLIFT hanno contrigruppo trattato con fluticasone riPOSSIBILITÀ DI buito in maniera fondamentale a valutare spetto al placebo in termini di riduINTERFERIRE CON zione della mortalità. la possibilità di interferire con il trattamento farmacologico sulla storia naturale IL TRATTAMENTO Disegno dello studio. Sono stati della BPCO. reclutati pazienti fumatori o ex fuSULLA STORIA Con questi studi si è passati dagli outmatori, di età tra 40 e 80 anni, con NATURALE come clinici e/o funzionali e/o econodiagnosi di BPCO (VEMS/CVF mico-sanitari agli obiettivi chiave della ≤70), con volume espiratorio forDELLA BPCO patologia: zato al primo secondo (VEMS) pre- Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 24 Mortalità per tutte broncodilatatore < 60% del valore predetto, e con una le cause nello risposta ai broncodilatatori inferiore al < 10%. studio TORCH Lo studio, multicentrico (444 centri in 42 paesi), randomizzato, controllato con placebo, a gruppi paralleli, è stato condotto in doppio cieco. Sono stati 18 Placebo reclutati 6112 pazienti affetti da BPCO di grado moSalmeterolo 16 derato-grave, con VEMS medio post-broncodilataFluticasone tore di 1.220 cc. I pazienti eleggibili sono stati 14 randomizzati in uno dei 4 bracci del trattamento della Combinazione durata di 3 anni: 12 • salmeterolo 50 mcg + fluticasone 500 mcg, 2 10 volte al giorno (gruppo SALM/FP) • fluticasone 500 mcg, 2 volte al giorno (gruppo FP) 8 • salmeterolo 50 mcg, 2 volte al giorno (gruppo 6 SALM) • placebo, 2 volte al giorno (gruppo PL). 4 HR, 0.825 End point primario. La frequenza della mortalità a tre (IC 95%, 0.681-1.002) anni era 12,6% nel gruppo SALM/FP (associazione di 2 P=0.052 (log-rank test) salmeterolo e fluticasone), 15,2% nel gruppo PL (pla0 cebo), 13,5% nel gruppo SALM (salmeterolo), e 0 24 48 72 96 120 156 16,0% nel gruppo FP (Figura 1). La riduzione assoluta Settimane del rischio di morte nel gruppo in terapia con l’associazione, rispetto al placebo era 2,6%, corrispondente Calverley et al, ad una riduzione del rischio relativo del 17,5%. ComNEJM 2007, modificata plessivamente il 27% delle morti era riferibile a cause cardiovascolari, 35% a cause polmonari, 21% a neoplasia, 10% ad altre cause, 7% non nel gruppo in terapia di combinazione definibili. e di 1,13/anno nel gruppo placebo, con L’entità della riduzione del rischio di LA RIDUZIONE una riduzione del 25%. La qualità della mortalità relativa del 17.5% nel gruppo RELATIVA DEL vita, misurata tramite il St. George’s in trattamento con l’associazione riRISCHIO DI Respiratory Questionnarie, mediaspetto al placebo, ancorché ai limiti mente nei 3 anni nel gruppo in terapia MORTALITÀ della significatività statistica (p=0.052), di combinazione, è stata significativaè particolarmente rilevante se si consiEVIDENZIATO mente migliore rispetto ai gruppi in tedera che la riduzione di mortalità otteDALLO STUDIO rapia con salmeterolo, fluticasone o nibile con la sospensione del fumo di TORCH È AI placebo. sigaretta è intorno al 12% e che l’efUna post hoc analisi pubblicata sucfetto di riduzione dalle statine sulla LIMITI DELLA cessivamente sui dati del TORCH inmortalità è del 12,8%. SIGNIFICATIVITÀ dica che gli interventi farmacologici Va sottolineato l’elevato numero di paSTATISTICA con fluticasone, salmetrolo e l’assozienti che non sono riusciti a rimanere ciazione fluticasone/salmeterolo sono in trattamento con solo placebo per 3 in grado di interferire sul grado di declino del VEMS. anni (45%) e che non hanno pertanto completato lo Nei pazienti trattati con l’associazione studio, con un tasso di abbandono dello studio sufluticasone/salmeterolo la caduta del VEMS è ridotta periore di oltre il 10% di quello riscontrato nel gruppo di 16 ml/anno rispetto al gruppo placebo (Figura 2) trattato con l’associazione CSI/LABA. (4). End point secondari. Lo studio ha confermato i dati Complicanze. Lo studio ha evidenziato che nei precedentemente ottenuti da studi di minor dimengruppi trattati con fluticasone per 3 anni (con o senza sioni. Il tasso annuale di riacutizzazioni era 0,85/anno Probabilità di morte (%) Figura 1 Think COPDifferently 25 I grandi trial clinici nella BPCO: TORCH e UPLIFT sono contrastanti: in corso di terapia steroidea da una salmeterolo associato) vi era un aumentato rischio di parte vi è un aumento di patologie infettive come le polmonite durante il periodo di trattamento. La propolmoniti (3/100 pazienti/anno nel gruppo placebo vs babilità di avere una polmonite era del 19,6% nel 7/per 100 pazienti/anno nel gruppo trattato con la gruppo in terapia di combinazione, 12,3% nel gruppo combinazione), dall’altro vi è una marcata riduzione di placebo, 13,3% nel gruppo salmeterolo, 18,3% nel eventi infettivi ancor più frequenti come gruppo fluticasone. Questo aumento le riacutizzazioni di BPCO (92/100 padel rischio di polmonite è risultato ininL’ASSOCIAZIONE zienti/anno nel gruppo placebo vs fluente sui dati di mortalità. 67/per 100 pazienti/anno nel gruppo SALMETEROLO/ trattato con la combinazione). Considerazioni cliniche FLUTICASONE È Entrambi vengono trattati con antibioEmergono da questo studio indicazioni ORA INDICATA NEI tici e/o steroidi sistemici. cliniche precise: il trattamento con steL’importanza dei risultati di questo sturoidi inalatori in monoterapia non è inPAZIENTI CON dio è sottolineata dal fatto che sulla dicato in pazienti affetti da BPCO in VEMS PRE base di essi l’EMEA (European Medibase alle valutazioni rischi/benefici. BRONCODILATAcine Agency) e l’Agenzia Italiana del In relazione al rischio infettivo conseFarmaco (AIFA) hanno modificato le guente all’uso protratto di steroidi inaTORE <60% indicazioni per l’utilizzo della combilatori, i dati che emergono dallo studio Studio TORCH: trattamento con salmeterolo, fluticasone e salmeterolo/fluticasone e riduzione nel declino del VEMS Figura 2 Placebo 1350 Salmeterolo VEMS (mL) 1300 Fluticasone Combinazione 1250 -39 mL/anno 1200 -42 mL/anno -42 mL/anno 1150 -55 mL/anno 1100 0 24 1261 1334 1356 1392 1248 1317 1346 1375 48 Pazienti a rischio, n 72 96 120 156 906 1012 1006 1073 819 934 908 975 Tempo (settimane) 1128 1218 1230 1281 1049 1127 1157 1180 979 1054 1078 1139 Celli et al, AJRCCM 2008, modificata Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 26 nazione fluticasone/salmeterolo adeguandola a quelle dello studio TORCH: tale associazione è infatti attualmente indicata per pazienti con BPCO che abbiano un VEMS pre-broncodilatore < 60% anziché con un VEMS postbroncodilatore < 70%. Questo sottolinea l’importanza dello studio TORCH come guida al trattamento della BPCO. Obiettivo di questo studio è stato quello di valutare gli effetti di una terapia a lungo termine con tiotropio sul declino della funzionalità respiratoria. Disegno dello studio. Lo studio UPLIFT ha coinvolto 5993 pazienti con una BPCO moderata-grave (età media 64 anni, 29% fumatori attuali, VEMS post-broncodilatatore 47% del predetto) i quali, dopo un periodo iniziale di screening di 2 settimane, hanno ricevuto tiotropio 18 µg o placebo una volta al giorno. Al termine del trial a tutti i pazienti è stato chiesto di assumere 40 µg di ipratropio 4 volte al giorno per 30 giorni. Va sottolineato che non esiste un braccio placebo: il farmaco in studio è stato aggiunto alle terapie preesistenti. Di fatto oltre i 2/3 dei pazienti facevano terapia regolare con almeno un LABA e la metà dei pazienti arruolati assumeva la combina- IL TRATTAMENTO CON TIOTROPIO INDUCE UN MIGLIORAMENTO DEL VEMS CHE SI MANTIENE NEL TEMPO Understanding Potential Long-term Impacts on Function with Tiotropium – UPLIFT Lo studio UPLIFT è un trial randomizzato, controllato, in doppio cieco, sull’uso di tiotropio, farmaco anticolinergico utilizzato per via inalatoria in singola dose giornaliera, nel trattamento dei pazienti con BPCO della durata di 4 anni. Figura 3 Studio UPLIFT: tiotropio e miglioramento del VEMS 1,50 Tiotropio * * 1,40 VEMS (L) Controllo * * VEMS Post-broncodilatatore ∆= 47-65 mL * * * * 1,30 * * * * 1,20 * (n=2516) (n=2374) VEMS Pre-broncodilatatore ∆= 87-103 mL * * * * 1,10 (n=2494) (n=2363) 1,00 0 01 Giorno 30 (steady state) 6 12 18 24 30 36 42 48 Mesi *P<0.0001 vs. controllo. La misurazione ripetuta ANOVA è stata usata per stimare le medie. Le medie sono aggiustate per le misurazioni al basale. Il trough FEV1 basale (media osservata) = 1.116 (trough), 1.347 (peak). I pazienti con 3 misurazioni accettabili della funzionalità respiratoria dopo 30 giorni sono stati inclusi nell’analisi Taskin et al, NEJM 2009, modificata Think COPDifferently 27 I grandi trial clinici nella BPCO: TORCH e UPLIFT Figura 4 Studio UPLIFT: tiotropio e riduzione della mortalità Durante trattamento ITT (1440) ITT (1470) Riduzione del rischio di morte (%) 0 2 4 6 8 11% 10 13% 12 14 16 18 16% Eventi fatali durante trattamento Eventi fatali durante lo studio (1440 giorni) Eventi fatali durante lo studio e il follow-up (1470 giorni) Celli et al, AJRCCM 2009, modificata End point secondari. Lo studio UPLIFT ha conferzione CSI/LABA. Inoltre, lo studio UPLIFT ha incluso mato l’efficacia dell’uso regolare di tiotropio in dipazienti con BPCO senza porre limiti alla entità della versi parametri clinico e funzionali. reversibilità, a differenza della maggior parte degli Il numero di riacutizzazioni di BPCO e le relative studi precedenti, accostandosi di più alla situazione ospedalizzazioni è risultato inferiore nel gruppo tratreale dei pazienti. tato con tiotropio rispetto al gruppo di controllo. Tra i pazienti (60%) che non hanno completato alI pazienti trattati con tiotropio hanno meno 45 mesi dello studio, il maggior avuto un significativo miglioramento numero apparteneva al gruppo di AL TERMINE della qualità di vita (SGRQ) rispetto ai controllo (44,6% del totale) rispetto al DEI 4 ANNI DI pazienti del gruppo di controllo. gruppo tiotropio (36,2% del totale). Al termine dei 4 anni di trattamento, i End point primario. Gli end point priTRATTAMENTO pazienti trattati con tiotropio avevano mari sono stati: la velocità annua di CON TIOTROPIO un vantaggio anche in termini di sodeclino del VEMS prima dell’uso del È STATO pravvivenza, anche se tale dato aveva farmaco in studio e dopo la sua utilizzazione (massima broncodilatazione), DIMOSTRATO UN una minor valore statististico quando veniva incluso il periodo di wash out al a partire dal trentesimo giorno fino al VANTAGGIO IN termine del protocollo (Figura 4) (5). completamento dello studio. TERMINI DI Complicanze: Gli eventi avversi (tra i Non sono state riportate differenze significative fra i 2 gruppi. I pazienti tratSOPRAVVIVENZA più comuni, riacutizzazione della BPCO, polmonite e dispnea) sono stati tati con tiotropio hanno avuto un riportati con frequenza simile nei due significativo miglioramento del VEMS gruppi. (sia prima che dopo la broncodilatazione) rispetto al L’incidenza di eventi avversi gravi (di natura cardiaca gruppo di controllo, miglioramento che si è mantee respiratoria, riportati da più dell’1% dei pazienti di nuto durante tutte le visite successive alla randoentrambi i gruppi) è stata minore nel gruppo trattato mizzazione (87 ml vs 103 ml prima della con tiotropio rispetto al gruppo di controllo. I pazienti broncodilatazione, 47 ml vs 65 ml dopo la broncoditrattati con tiotropio avevano anche una riduzione latazione) (Figura 3). Volume 3 Trattamento BPCO quaderno delle comorbilità cardiache come ictus e infarto del miocardio. Questo dato, forte della solidità di uno studio durato 4 anni, ha permesso di confutare l’idea secondo cui gli anticolinergici per via inalatoria hanno un effetto avverso a livello cardiovascolare, come sostenuto da alcune metanalisi precedenti, che avevano suggerito un aumento delle coronaropatie, delle aritmie, dello scompenso cardiaco, dell’ictus e in generale della mortalità per cause cardiovascolari in soggetti BPCO trattati con anticolinergici (6). Considerazioni cliniche Nei pazienti con BPCO il trattamento con tiotropio, durante i 4 anni dello studio, è stato associato a un miglioramento della funzionalità respiratoria e della qualità della vita, ad un ridotto numero di riacutizzazioni e relative ospedalizzazioni, e ad una ridotta morbidità respiratoria e cardiaca, ma non a una riduzione significativa della velocità di declino del VEMS. 28 L’importanza dei risultati di questi studi è sottolineata dal fatto che sulla base di essi l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha segnalato in scheda tecnica la riduzione del rischio di morte riportata nello studio. Un’analisi post hoc dei dati dello studio UPLIFT (7) ha valutato gli effetti di tiotropio nel sottogruppo dei pazienti con BPCO allo stadio II di malattia che rappresentavano poco meno del 50% della popolazione complessiva randomizzata. È stato evidenziato che nei pazienti con BPCO di grado moderato, il declino del VEMS post-broncodilatatore è minore nel gruppo trattato con tiotropio rispetto al gruppo di controllo (6 ml/anno). In accordo con i risultati dello studio principale, tutti i parametri clinico e funzionali, incluse la qualità di vita e l’incidenza di riacutizzazioni, risultavano sostanzialmente migliorati nei pazienti trattati con tiotropio rispetto ai controlli. Questi risultati indicano l’efficacia del tiotropio già negli stadi meno avanzati Domande aperte • I grandi trial (TORCH e UPLIFT) non hanno raggiunto la significatività statistica sull’obiettivo primario dello studio (p=0.05), anche se in un caso il valore è al limite (p=0.052; TORCH) • Studi prospettici adeguatamente potenziati in numerosità e durata sono necessari prima di poter proporre la terapia farmacologica finalizzata al miglioramento della prognosi ed alla riduzione di mortalità in pazienti con BPCO Think COPDifferently 29 I grandi trial clinici nella BPCO: TORCH e UPLIFT Bibliografia 1. Calverley PM, Anderson JA, Celli B, et al. Salmeterol and fluticasone propionate and survival in chronic obstructive pulmonary disease. N Engl J Med. 2007;356:775-89. 2. Tashkin DP, Celli B, Senn S, et al. A 4-year trial of tiotropium in chronic obstructive pulmonary disease. N Engl J Med. 2008;359:1543-54. 3. Burge PS, Calverley PM, Jones PW, et al. Randomised, double blind, placebo controlled study of fluticasone propionate in patients with moderate to severe chronic obstructive pulmonary disease: the ISOLDE trial. BMJ. 2000;320:1297-303. 4. Celli BR, Thomas NE, Anderson JA, et al. Effect of pharmacotherapy on rate of decline of lung function in chronic obstructive pulmonary disease: results from the TORCH study. Am J Respir Crit Care Med. 2008;178:332-8. 5. Celli B, Decramer M, Kesten S, et al. UPLIFT Study Investigators. Mortality in the 4-year trial of tiotropium (UPLIFT) in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Am J Respir Crit Care Med. 2009;180:948-55. 6. Singh S, Loke YK, Furberg CD. Inhaled anticholinergics and risk of major adverse cardiovascular events in patients with chronic obstructive pulmonary disease: a systematic review and meta-analysis. JAMA. 2008;300:1439-50. 7. Decramer M, Celli B, Kesten S, et al. Effect of tiotropium on outcomes in patients with moderate chronic obstructive pulmonary disease (UPLIFT): a prespecified subgroup analysis of a randomised controlled trial. Lancet. 2009;374:1171-8. Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 30 Prevenzione, trattamento e impatto delle riacutizzazioni Punti chiave • Le riacutizzazioni impattano sulla storia naturale della BPCO in termini di perdita funzionale, qualità della vita e sopravvivenza • I fattori associati con un aumento della frequenza delle riacutizzazioni (più di 2 per anno) sono: età avanzata, gravità dell’alterazione del VEMS, ipersecrezione mucosa bronchiale cronica, riacutizzazioni precedenti, tosse giornaliera, affanno e sintomi persistenti di bronchite Il decorso naturale della BPCO è caratterizzato dalla comparsa nel tempo di un numero variabile di riacutizzazioni (in media circa 1 all’anno moderata-grave). Viene definita riacutizzazione una modificazione della dispnea, della tosse e/o del quantità e purulenza dell’espettorato superiori alle normali variazioni quotidiane dei sintomi e tale da richiede una modifica terapeutica. Tale definizione si basa purtroppo unicamente su criteri clinici in quanto non vi sono elementi strumentali o laboratoristici distintivi che identifichino la presenza di una riacutizzazione. I risultati degli studi di follow-up mostrano che i pazienti che soffrono di un numero elevato di riacutizzazioni in un dato periodo continueranno a soffrire di riacutizzazioni frequenti in futuro (1). Quindi, la frequenza delle riacutizzazioni dipenderà dalla gravità della malattia polmonare sottostante e dal numero delle riacutizzazioni precedenti del paziente (2). Esiste quindi un fenotipo di paziente con BPCO caratterizzato da frequenti riacutizzazioni che è presente in tutti i livelli di gravità spirometrica della BPCO, anche se più frequente in quella più grave. Tale fenotipo va diagnosticato e trattato di conseguenza (3). Numerosi fattori sono associati alla comparsa di riacutizzazioni (Tabella 1). Si ritiene che la maggior parte delle riacutizzazioni siano prodotte da un'infezione Think COPDifferently bronchiale; queste, se frequenti, hanno un impatto negativo sulla qualità della vita nei pazienti affetti da BPCO. Inoltre, le riacutizzazioni sono la causa più frequente di visite mediche, ospedalizzazioni e decesso Tabella 1 Fattori associati con un aumento della frequenza delle riacutizzazioni (più di 2 per anno) Età avanzata Gravità dell’alterazione del VEMS Ipersecrezione mucosa bronchiale cronica Riacutizzazioni precedenti Tosse giornaliera e affanno Sintomi persistenti di bronchite 31 Figura 1 Prevenzione, trattamento e impatto delle riacutizzazioni Eziologia delle riacutizzazioni ospedalizzate Batteri 26% Virus 25% Nessun isolamento 22% Virus + Batteri 27% Papi et al. AJRCCM 2006 tra i pazienti con pneumopatia cronica (4). L'interazione dei microrganismi patogeni con la mucosa bronchiale è oggetto di un’intensa ricerca. Comprendere le cause della persistenza dei batteri nel tratto respiratorio inferiore e della loro proliferazione, che causa i sintomi della riacutizzazione, potrebbe contribuire a sviluppare nuove strategie di trattamento e prevenzione delle riacutizzazioni nei pazienti affetti da BPCO. Sebbene l’infezione batterica possa essere responsabile della riacutizzazione e siano comunemente prescritti degli antibiotici, questo tipo di terapia rimane controversa, in particolare per il fatto che almeno il 20% delle riacutizzazioni ha un’origine non infettiva e circa il 30% delle rimanenti riconosce un’eziologia virale (Figura 1) (4,5). Il ruolo delle infezioni batteriche come causa di riacutizzazione è stato fortemente dibattuto in quanto circa un terzo dei pazienti con BPCO presenta colonizzazione batterica della vie aeree anche in fase di quiescenza della malattia e non sempre le riacutizzazioni si associano a positività colturale sull’escreato. Tutta- Volume 3 Trattamento via, il recente utilizzo di tecniche broncoscopiche protette, più idonee alla raccolta di campioni non contaminati rappresentativi delle basse vie aeree, hanno evidenziato maggiore positività colturale batterica e maggiori cariche in corso di riacutizzazione rispetto alle fasi di stabilità clinica. In aggiunta, tecniche di tipizzazione molecolare hanno riscontrato che, pur in presenza di colonizzazione batterica di fondo delle vie aeree (es. H. influenzae), l’acquisizione di un nuovo ceppo dello stesso batterio si associa alla comparsa di riacutizzazione, accompagnata da una risposta anticorpale ceppo-specifica (6). Impatto delle riacutizzazioni sulla qualità della vita La qualità della vita correlata allo stato di salute è oggi considerata una componente chiave nella gestione dei pazienti con BPCO. L'impatto delle riacutizzazioni sulla percezione di benessere di un paziente può essere quantificato utilizzando appositi questionari sulla qualità della vita specifici per malattia. Nello specifico, strumenti che vengono utilizzati di frequente per va- BPCO quaderno Frequenza delle riacutizzazioni e rischio di morte nei pazienti con BPCO Figura 2 Probabilità di sopravvivenza 32 0 riacutizzazioni/anno 1–2 riacutizzazioni/anno ≥ 3 riacutizzazioni/anno 1,0 0,8 p<0,0002 0,6 p<0,0001 0,4 p=0,069 0,2 0 0 10 20 30 40 50 60 Tempo (mesi) Soler-Cataluña, Thorax 2005 pale costo diretto per il trattamento lutare questi pazienti sono il Chronic della BPCO (8). La componente prinRespiratory Disease Questionnaire LA FREQUENZA cipale è costituita dalle ospedalizza(CRDQ) e il St. George’s Respiratory DELLE RIACUTIZ- zioni, che rappresentano più del 60% Questionnaire (SGRQ). Le riacutizzaZAZIONI DIPENDE del costo totale. Dagli studi emerge zioni alterano drammaticamente la perchiaramente che le riacutizzazioni rapcezione della qualità della vita nei DA GRAVITÀ l'evento più importante pazienti con BPCO (7). Tutti gli studi inDELLA MALATTIA presentano nella storia naturale dei pazienti con dicano che il recupero dello stato di saPOLMONARE E BPCO e sono associate e a una signilute dopo una riacutizzazione può ficativa morbilità e mortalità. richiedere un tempo lungo e può essere NUMERO DELLE influenzato dalla gravità della riacutizRIACUTIZZAZIONI zazione. Più grave è la riacutizzazione, Impatto delle riacutizzaPRECEDENTI più lungo è il tempo richiesto per il rezioni sulla mortalità cupero. Inoltre i pazienti che hanno sofDiversi studi hanno riportato un tasso ferto di un numero maggiore di di mortalità elevata nei pazienti osperiacutizzazioni presentano dei punteggi di qualità della dalizzati per una riacutizzazione della BPCO (9) (Fivita significativamente peggiori rispetto ai riacutizzagura 2). Il tasso di mortalità ospedaliera raggiunge tori infrequenti. l'11% nei pazienti con un’insufficienza respiratoria acuta ipercapnica, con un tasso di mortalità a 180 giorni del 33%, e un tasso di mortalità a 2 anni del Impatto economico 49%. delle riacutizzazioni Una ulteriore conseguenza delle riacutizzazioni della BPCO è il notevole carico economico associato alle Prevenzione cure mediche. Le riacutizzazioni, incluse quelle che riI dati sui diversi presidi preventivi sono riportati di sechiedono l'ospedalizzazione, rappresentano il princiguito. Think COPDifferently 33 Prevenzione, trattamento e impatto delle riacutizzazioni Immunoterapia con estratti batterici Non vi sono chiare evidenze di letteratura che l’uso di estratti batterici abbia un ruolo nella prevenzione delle riacutizzazioni di BPCO. Una review sistematica ha identificato 6 studi controllati con placebo sull’efficacia del vaccino orale per Haemophilus influenzae nel ridurre la frequenza delle riacutizzazioni (10). In questa valutazione il numero e la gravità delle riacutizzazioni si riducono di poco ma significativamente a 3 e 6 mesi. L’effetto diviene non più apprezzabile a 9 mesi. Gli autori della revisione indicano la necessità di studi ulteriori. L’uso di miscele di estratti batterici non sembra correlarsi ad effetti significativi (11), anzi in questo studio aumentano gli episodi di polmonite nel gruppo attivo verso il gruppo placebo. Un altro studio ha dimostrato la mancanza di effetto sulle riacutizzazioni (12). Vaccino antinfluenzale stagionale Il vaccino antinfluenzale appare costo-efficace nel soggetto con BPCO (23). La vaccinazione antinfuenzale stagionale è raccomandata nel paziente con BPCO. Si suggerisce la vaccinazione con virus inattivato. La vaccinazione per virus pandemici H1N1 o H1N5 è indicata nel paziente con affezioni croniche respiratorie. Profilassi antibiotica Diversi studi hanno dimostrato scarsi risultati dell’uso della profilassi con antibiotici come mezzo di prevenzione delle riacutizzazioni. La profilassi con antibiotici non è in genere raccomandata. Due recenti studi hanno evidenziato un potenziale beneficio in pazienti selezionati con bronchiectasie e nei soggetti con BPCO moderata-grave ed espettorato mucopurulento cronico (13,14). Trattamento Steroidi inalatori e broncodilatatori (LABA e LAMA) L’uso degli steroidi inalatori e dei broncodilatatori a lunga durata d’azione sia beta2-agonisti (LABA) che anticolinergici (LAMA) è associato ad una riduzione delle riacutizzazioni di BPCO. L’uso degli steroidi inalatori è potenzialmente associato ad un aumento della frequenza di polmoniti (15-18). L’uso di LABA e LAMA è indicato nella prevenzione delle riacutizzazioni. L’uso degli steroidi inalatori deve essere valutato in ragione del rischio-beneficio Mucolitici Vi è un largo uso dei mucolitici nel paziente BPCO. Due metanalisi non indicano un efficacia sostanziale nella prevenzione delle riacutizzazioni (19,20). Roflumilast - Inibitore della fosfodiesterasi 4 (PDE4) Nei pazienti con BPCO da moderata a molto grave il trattamento con roflumilast riduce la frequenza di riacutizzazioni (21,22). Volume 3 Trattamento Vaccinazione antipneumococcica La vaccinazione con il vaccino 23-valente polisaccaridico previene le forme invasive da pneumococco. Attualmente si è in attesa dell’arrivo dei nuovi vaccini coniugati (10 e 13 valente) con indicazione pediatrica e adulti. Nel paziente BPCO la immunogenicità del vaccino 7valente attualmente disponibile sembra superiore a quella del 23-valente non coniugato (24). Le armi più importanti nel trattamento di una riacutizzazione di BPCO sono rappresentate dai farmaci inalatori beta-2 adrenergici, dai broncodilatatori anticolinergici, dai corticosteroidi e dagli antibiotici. Broncodilatatori Gli agonisti beta-2 adrenergici inalatori a breve durata d’azione (albuterolo, salbutamolo) sono il punto cardine della terapia della riacutizzazione di BPCO alla luce della loro rapidità d’azione e della loro efficacia broncodilatatrice. Questi farmaci possono essere somministrati attraverso la nebulizzazione o con bombolette attraverso una camera spaziatrice. I broncodilatatori anticolinergici, come l’ipratropio bromuro, possono essere utilizzati in combinazione con gli agonisti adrenergici al fine di produrre una più importante broncodilatazione. Aminofillina e teofillina non sono raccomandate nel trattamento della riacutizzazione di BPCO. Corticosteroidi I corticosteroidi sistemici sono frequentemente utilizzati nel trattamento della riacutizzazione di BPCO. I corticosteroidi per via sistemica si associano a un più rapido miglioramento della funzionalità respiratoria e degli scambi gassosi, minori fallimenti terapeutici e ridotta degenza ospedaliera. Non vi sono dimostrazioni di superiorità della via parenterale rispetto alla somministrazione orale. BPCO quaderno Tabella 2 34 L’uso degli antibiotici è suggerito per i pazienti che presentano una o entrambe queste caratteristiche Una riacutizzazione di BPCO con un incremento della purulenza dell’espettorato e/o un incremento della dispnea e/o del volume dell’espettorato Una riacutizzazione grave, tale da richiedere l’utilizzo di ventilazione meccanica invasiva o non invasiva Antibiotici Diverse linee guida propongono l’utilizzo di antibiotici solo per i pazienti a più alta probabilità di avere un’infezione batterica (Tabella 2). Recenti studi retrospettivi indicano come il trattamento antibiotico delle riacutizzazioni riduca la frequenza delle stesse e la mortalità. Ossigenoterapia La somministrazione di ossigeno è cruciale in corso di insufficienza respiratoria acuta dovuta ad una riacutizzazione di BPCO, al fine di mantenere una saturazione di ossigeno intorno al 90-92%. La somministrazione di ossigeno viene effettuata attraverso cannule nasali o con maschera di Venturi (da preferire, in quanto permette di conoscere la frazione inspiratoria di ossigeno somministrata al paziente). Si sconsiglia l’utilizzo di ossigeno ad alti flussi in pazienti ipercapnici con riacutizzazione di BPCO, in quanto questo potrebbe portare ad una riduzione dell’input ventilatorio e, quindi, ad un incremento dei livelli di anidride carbonica nel sangue, con successivo coma ipercapnico. Ventilazione meccanica In pazienti con grave insufficienza respiratoria sostenuta da una riacutizzazione di BPCO, l’utilizzo di un supporto pressorio permette di migliorare sia la ventilazione del paziente, sia i suoi scambi gassosi. Conclusioni Il decorso cronico e progressivo della BPCO è spesso aggravato da brevi periodi in cui aumentano i sintomi, in particolare la tosse, la dispnea e la produzione di escreato, che può diventare purulento. La maggior parte di queste riacutizzazioni sono prodotte da un'infezione bronchiale e sono associate ad un aumento della morbilità e della mortalità e presentano un impatto socioeconomico significativo. Domande aperte • Prevenzione delle riacutizzazioni: in particolare il ruolo degli estratti batterici e della profilassi antibiotica. L'individuazione di sottogruppi di pazienti che possano beneficiare di queste forme di prevenzione è oggetto di studi in corso • Le infezioni croniche nella storia naturale della BPCO: in particolare è oggetto di studio il ruolo di Haemophilus influenzae e Pseudomonas aeruginosa come agenti di infezione/infiammazione cronica Think COPDifferently 35 Prevenzione, trattamento e impatto delle riacutizzazioni Bibliografia 1. Gompertz S, Bayley DL, Hill SL, et al. Relationship between airway inflammation and the frequency of exacerbations in patients with smoking related COPD. Thorax 2001;56:36–41. 2. Dewan NA, Rafique S, Kanwar B, et al. 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Volume 3 Trattamento BPCO quaderno 36 La terapia non farmacologica Punti chiave • La riabilitazione respiratoria è utile per ridurre la dispnea, migliorare la tolleranza allo sforzo e la qualità della vita nei pazienti con BPCO di tutti i livelli di gravità • L’allenamento fisico generale, prolungato per 6-8 settimane, rappresenta il cardine della riabilitazione respiratoria • L’ossigenoterapia domiciliare è raccomandata nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica ipossiemica, e permette di ridurre le complicazioni cardiovascolari della malattia • La ventilazione non invasiva domiciliare può essere indicata in pazienti con insufficienza respiratoria ipercapnica, determinando un miglioramento dei sintomi e dello scambio gassoso polmonare • La riduzione volumetrica chirurgica ed endoscopica è indicata in un sottogruppo molto selezionato di pazienti con enfisema grave a distribuzione polmonare eterogenea, e migliora, anche se transitoriamente, il VEMS e il numero di riacutizzazioni del conseguente decondizionamento fisico) si associa L’intervento terapeutico nei pazienti con BPCO non si ad una compromissione della componente muscoloesaurisce con la terapia farmacologica. Questa infatti, scheletrica sistemica. Numerosi studi hanno dimopur nella sua efficacia, non è capace di eliminare i sinstrato tipo ed entità delle alterazioni tomi e normalizzare le alterazioni fundella muscolatura scheletrica, che zionali, oltre a non poter agire sulle GLI INTERVENTI condizionano ulteriormente la possibicomponenti extra-polmonari della maNON FARMACOlità di movimento del paziente e che lattia. Gli interventi non farmacologici LOGICI SONO quindi innescano il cosiddetto circolo raccomandati nei pazienti con BPCO vizioso (dispnea → inattività → ipotrofia sono differenti in base alla gravità della PARTE muscolare → precoce acidosi lattica → malattia e ai diversi fenotipi clinici e INTEGRANTE maggior dispnea → ecc) (Figura 1) (1). funzionali. L’ossigenoterapia domiciDELLA GESTIONE La riabilitazione respiratoria si proliare è tradizionalmente trattata in quepone, con le sue varie componenti di sto capitolo, anche se l’ossigeno viene TERAPEUTICA intervento, di spezzare questo circolo a tutti gli effetti considerato un farDEL PAZIENTE vizioso e di reinserire il paziente in un maco. CON BPCO modello di vita più attiva (Tabella 1) (2). La riabilitazione respiratoria è raccoRiabilitazione respiratoria mandata fin dallo stadio II della classificazione GOLD La riabilitazione respiratoria è un intervento essenziale di gravità (BPCO di grado moderato), specialmente per limitare l’impatto che la malattia può determinare per i pazienti che iniziano a limitare la loro attività fisica sulla qualità della vita e sulle attività della vita quotia causa della BPCO. In questa categoria di pazienti diana. I presupposti scientifici della riabilitazione rela riabilitazione respiratoria si è dimostrata efficace nel spiratoria si basano sulla conoscenza che la BPCO migliorare i sintomi e la tolleranza all’esercizio fisico, (sia a causa del limitato apporto di ossigeno ai tessuti anche se gli studi non sono numerosi. Questa comche della inattività determinata dalla dispnea e quindi Think COPDifferently 37 La terapia non farmacologica degenza dedicate; va sottolineato ponente del trattamento è notevolLA RIABILITAZIONE di che la riabilitazione richiede un intermente sotto-utilizzata, e dovrebbe RESPIRATORIA vento continuativo da svolgere nel essere implementata, anche semplicemente raccomandando uno stile di RIDUCE L’IMPATTO lungo periodo di tempo e comporta periodici cicli di rinforzo. vita più attivo a questi pazienti. DELLA BPCO La riabilitazione respiratoria ha quindi Specialmente nei pazienti con BPCO SULLA QUALITÀ la potenzialità di agire sulla compodi grado grave o molto grave (stadio nente sistemica della BPCO, sulla III e IV della classificazione GOLD di DELLA VITA E quale, al momento attuale, nessun tratgravità) la riabilitazione respiratoria SULLE ATTIVITÀ tamento farmacologico ha dimostrato rappresenta una componente essenQUOTIDIANE di poter essere efficace. ziale del trattamento. I pazienti con BPCO grave hanno limitazioni nelle attività quotidiane che condizionano Ossigenoterapia domiciliare molto la loro qualità di vita. In questi pazienti, un Nei pazienti in cui la BPCO si associa ad insufficienza programma di allenamento allo sforzo, associato ad respiratoria cronica ipossiemica, è necessario attivare interventi educativi, nutrizionali e di supporto psicol’ossigenoterapia domiciliare, che comporta la somlogico, è capace di migliorare sensibilmente la diministrazione di ossigeno (prodotto da dispositivi ad spnea, la tolleranza allo sforzo, e la qualità di vita ossigeno liquido o da concentratori) per almeno 16-18 (3). ore al giorno. Il programma di riabilitazione respiratoria richiede alLa dimostrazione che tale trattamento è capace di rimeno 8-10 settimane di trattamento ambulatoriale, durre la mortalità e le complicanze della malattia (in ma può essere svolto anche a domicilio sotto superparticolare la progressione del cuore polmonare crovisione di personale competente. Per i pazienti più nico) è legata a studi di alcuni decenni or sono (4,5). gravi, o che escono da gravi riacutizzazioni di BPCO, Mancano studi più recenti, specialmente in pazienti è raccomandato un intervento riabilitativo in strutture con PaO2 ai limiti dell’insufficienza respiratoria e co- Figura 1 Il meccanismo del “circolo vizioso” del paziente BPCO, su cui può agire la riabilitazione respiratoria BPCO Riacutizzazioni Limitazione del flusso aereo Air trapping Iperinflazione Dispnea Decondizionamento Qualità di vita Ridotta tolleranza allo sforzo Disabilità Volume 3 Trattamento Morte Inattività BPCO quaderno Tabella 1 38 Componenti ed effetti della riabilitazione respiratoria Componenti Effetti Allenamento fisico generale Miglioramento della dispnea Rinforzo selettivo dei muscoli respiratori Miglioramento della tolleranza allo sforzo Fisioterapia e coordinazione respiratoria Riduzione delle riacutizzazioni Educazione Riduzione delle ospedalizzazioni Supporto psicologico Miglioramento della qualità di vita Supporto nutrizionale specie dopo una grave riacutizzazione che ha commorbilità (come ad esempio lo scompenso cardiaco portato il ricovero in terapia intensiva respiratoria, il cronico), che possano suggerire indicazioni diverse mantenimento permanente della tracheotomia e tada quelle ben note (Tabella 2). lora della ventilazione invasiva domiQuesto problema è particolarmente riciliare (tramite tracheotomia). levante alla luce della dimostrazione L’OSSIGENOQuesti pazienti rappresentano la fasempre più frequente del ruolo delle scia di pazienti con maggiore gravità comorbilità (specie quelle cardiovascoTERAPIA E LA e con maggiore carico assistenziale, e lari) nel condizionare la prognosi della VENTILAZIONE per questi è necessario un intervento BPCO, e come quindi l’ossigenoteraMECCANICA A integrato tra terapie subintensive pia possa contribuire a migliorare le coDOMICILIO ospedaliere, centri di svezzamento morbilità associate alla BPCO e quindi prolungato ed assistenza domiciliare. la mortalità dei pazienti con BPCO. RIDUCONO Ventilazione meccanica non invasiva o invasiva domiciliare MORTALITÀ E COMPLICANZE DELLA BPCO Nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica ipercapnica (PaCO2 stabilmente > 50 mmHg) può essere indicato applicare la ventilazione meccanica non invasiva domiciliare, anche se esiste ancora incertezza sulla reale efficacia di questa procedura. Uno studio italiano ha dimostrato che la ventilazione meccanica non invasiva con maschera non riduce la mortalità o gli eventi maggiori collegati alla BPCO, ma può migliorare la sensazione di dispnea (6). Le linee guida GOLD consigliano quindi questo tipo di intervento nei pazienti con marcata ipercapnia diurna (7). Alcuni pazienti con grave BPCO possono richiedere, Think COPDifferently Terapia chirurgica o endoscopica dell’enfisema Un sottogruppo dei pazienti con BPCO (quelli con fenotipo enfisematoso) può essere candidato alla riduzione volumetrica polmonare chirurgica, che trova la sua indicazione in una popolazione molto selezionata di pazienti con grave enfisema. I risultati dello studio NETT hanno chiaramente dimostrato che l’unica categoria di soggetti che si giova, in termini di riduzione di mortalità e di miglioramento dei sintomi e della qualità della vita, è quella dei pazienti con enfisema localizzato specialmente ai lobi superiori e con marcata limitazione allo sforzo (Figura 2) (8). La chirurgia dell’enfisema ha mostrato, in questo sottogruppo di pazienti, di migliorare la fun- 39 La terapia non farmacologica Indicazioni all’ossigenoterapia domiciliare Tabella 2 Indicazioni assolute ■ PaO2 stabilmente < 55 mmHg o SatO2 < 88%, con o senza ipercapnia ■ PaO2 stabilmente compresa tra 55 e 60 mmHg, o SatO2 di 88%, in presenza di ipertensione polmonare, edemi suggestivi di scompenso cardiaco, o policitemia con Ht > 55% Indicazioni relative ■ PaO2 tra 55 e 60 mmHg associata a marcata desaturazione notturna e/o durante lo sforzo Mortalità a 5 anni dei diversi gruppi di pazienti con grave enfisema, sottoposti a intervento chirurgico di riduzione volumetrica Probabilità di morte D. Prevalenza nei lobi superiori Ridotta tolleranza allo sforzo al basale (n=290) 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 E. Predominanza nei lobi superiori Buona tolleranza allo sforzo al basale (n=419) p=0.005 Terapia medica Chirurgia Probabilità di morte Figura 2 0 12 24 36 48 60 Mesi dalla randomizzazione No. a rischio Chirurgia 139 121 93 Terapia medica 151 120 85 61 43 17 13 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 0 12 24 36 48 60 Mesi dalla randomizzazione No. a rischio Chirurgia 84 67 52 Terapia medica 65 55 36 28 17 6 5 Terapia medica Chirurgia No. a rischio Chirurgia 206 176 124 82 35 Terapia medica 213 192 149 104 35 G.Predominanza non nei lobi superiori Buona tolleranza allo sforzo al basale (n=220) p=0.49 Terapia medica Chirurgia p=0.70 0 12 24 36 48 60 Mesi dalla randomizzazione Probabilità di morte Probabilità di morte F. Prevalenza non nei lobi superiori Ridotta tolleranza allo sforzo al basale (n=149) 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 p=0.02 Terapia medica 0 12 24 36 48 60 Mesi dalla randomizzazione No. a rischio Chirurgia 109 83 71 Terapia medica 111 96 69 Criner et al, PATS 2008 Volume 3 Trattamento Chirurgia 43 40 12 17 BPCO quaderno 40 posizionamento di bloccatori a forma di ombrello, e zionalità respiratoria, ridurre la frequenza di riacutizl’iniezione di colla di fibrina. Il più studiato tra questi zazioni, e mantenere a lungo una migliore qualità della sistemi alternativi è l’applicazione di valvole endovita. Tuttavia questo effetto è transitorio e si perde bronchiali unidirezionali. dopo alcuni anni. In questo senso, l’intervento di riL’utilizzo delle valvole endobronchiali è una nuova teduzione volumetrica può essere considerato come un rapia minimamente invasiva, utilizzata soprattutto, nel intervento per guadagnare tempo in attesa del tratrattamento dei pazienti con enfisema pianto polmonare nei soggetti candieterogeneo. dati. LA TERAPIA Questi dispositivi hanno lo scopo di riLa riduzione chirurgica di volume polCHIRURGICA E’ durre il volume di aria intrappolata in monare è tuttavia controindicata in pazienti ad alto rischio (VEMS <20% e/o INDICATA IN UNA uno dei lobi polmonari senza i rischi e le complicazioni conseguenti all’interDLCO <20% del teorico) che hanno POPOLAZIONE vento di riduzione di volume polmonare mostrato una mortalità superiore a MOLTO chirurgica. quella dei pazienti non trattati chirurgiI risultati preliminari del recente studio camente. SELEZIONATA DI multicentrico randomizzato e controlLa riduzione volumetrica di enfisema PAZIENTI CON lato VENT (Valve for Emphysema Palper via broncoscopica si propone come GRAVE ENFISEMA liatioN Trial), presentati all’ATS ed scelta alternativa (9). Sono stati descritti all’ERS 2008 da Sciurba e coll., hanno diversi approcci di riduzione del volume mostrato un miglioramento significativo del VEMS a polmonare in broncoscopia, tra cui la creazione di fesei e dodici mesi rispetto al valore basale nel gruppo nestrature della parete bronchiale con sonde a radiotrattato rispetto al gruppo di controllo. frequenza, con successivo impianto di protesi, il Domande aperte • La migliore modalità di effettuazione della riabilitazione respiratoria non è ancora stabilita, e pochi studi hanno valutato l’efficacia dell’intervento combinato farmacologico e riabilitativo sui principali “outcome” della malattia • Gli studi sull’efficacia dell’ossigenoterapia a lungo termine sono di molti anni fa e dovrebbero essere replicati su soggetti con comorbilità cardiovascolari • La ventilazione meccanica non invasiva domiciliare dovrebbe essere rivalutata in sottogruppi di pazienti con diversi fenotipi di BPCO • La riduzione volumetrica chirurgica permette risultati solo temporanei, e va attentamente valutata in relazione ai potenziali rischi • Poca esperienza ancora disponibile sull’efficacia a lungo termine e sui rischi della riduzione volumetrica endoscopica Think COPDifferently 41 La terapia non farmacologica Bibliografia 1. 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Volume 3 Trattamento BPCO quaderno Think COPDifferently 42 43 supplemento a CLINICAL PRACTICE Bimestrale di attualità in Medicina anno VII - N. 2 Direttore Responsabile: Monica Luciani Comitato Scientifico: Corrado Blandizzi, Francesco Blasi, Giampiero Carosi, Alessandro Gringeri, Mirco Lusuardi, Sylvie Ménard, Mauro Moroni, Carlo Federico Perno, Giovanni Rosti, Elena Santagostino, Piercarlo Sarzi Puttini, Mario Scartozzi, Giuseppe Viale, Mauro Viganò, Massimo Volpe Impaginazione: Effetti srl Direzione, redazione, amministrazione: via Gallarate 106 - 20151 Milano - Tel.02/3343281 Stampa: Magicgraph (Busto Arsizio - VA) Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano n.785 del 23-12-2003 Volume 3 Trattamento